15.00 Lettera 356 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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  • Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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  • Carissime madri e figliuole in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi fondate in perfetta carit, acciocch siate vere nutrici e governatrici dell'anime vostre.
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  • Perch mai non potremmo nutrire il prossimo nostro, se prima non nutrissimo l'anima nostra di vere e reali virt; e di virt non si pu nutrire, se prima non s'attacca al petto della divina carit, del quale petto si trae il latte della divina dolcezza.
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  • A voi, carissime suore, conviene fare come fa il fanciullo, il quale volendo prendere il latte, prende la mammella della madre, e se la mette in bocca; onde col mezzo della carne trae a s il latte.
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  • Cos conviene fare a noi, se vogliamo nutrire l'anima nostra: e ci dobbiamo attaccare al petto di Cristo crocifisso, in cui la madre della carit; e col mezzo della carne sua trarremo a noi il latte, che nutre l'anima ed i figliuoli delle vere virt; cio per mezzo dell'umanit di Cristo; perch nell'umanit sua cadde e fu la pena, e non nella deit.
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  • E noi non potremmo nutrirci in questo latte, che traiamo dalla madre della carit, senza pena: e differenti sono le pene.
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  • Spesse volte sono pene di grandi battaglie del dimonio, o persecuzioni delle creature, con molte infamie, strazi ed ingiurie. Queste sono pene in loro, ma non all'anima, la quale s' posta a nutrire a questo dolce e glorioso petto onde ha tratto l'amore, vedendo in Cristo crocifisso l'amore ineffabile che Dio ci ha mostrato col mezzo di questo dolce e amoroso Verbo; e nell'amore ha trovato l'odio della propria colpa e della legge perversa sua, che sempre impugna contro lo spirito.
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  • Ma sopra l'altre pene che porti l'anima che venuta a desiderio di Dio, sono i crociati e amorosi desideri, che ha per la salute di tutto quanto il mondo.
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  • Perch la carit fa questo: che ella s'inferma con quelli che sono infermi, ed sana con quelli che sono sani; ella piange con quelli che piangono, e gode con quelli che godono, cio piange con coloro che sono nel tempo del pianto del peccato mortale, e gode con quelli che godono nello stato della Grazia.
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  • Allora ha presa la carne di Cristo crocifisso, portando con pene la Croce con lui: non pena affliggitiva che dissecchi l'anima, ma pena che l'ingrassa, dilettandosi, ed ingegnandosi di seguire la dottrina e vestigie sue: e cos gusta il latte della divina dolcezza.
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  • E con che l'ha preso? Con la bocca del santo desiderio: in tanto che, se possibile le fosse d'avere questo latte, senza pena, e con esso dare vita alle virt, le quali tutte hanno vita dal latte dell'affocata carit, non vorrebbe.
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  • Ma pi tosto elegge di volerlo con pena per amore di Cristo crocifisso: perch non le pare che sotto il capo spinato debbano stare membra delicate; ma pi tosto portare la spina con lui insieme: non eleggendo punture a suo modo; ma a modo del capo suo.
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  • E facendo cos, non porta ella; ma il capo suo, Cristo crocifisso, n' fatto portatore.
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  • Oh quanto dolce questa dolce madre della carit! Ella non cerca le cose sue; cio che non cerca s per s, ma s per Dio; e ci ch'ella ama e desidera, ama e desidera in lui e per lui, e fuori di lui nulla vuole possedere.
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  • In ogni stato che ella , spende il tempo suo facendo la volont di Dio. Se ella secolare, vuole essere perfetta nello stato suo; se ella religiosa suddita, ella perfetta angela terrestre in questa vita: e non appetisce n pone l'amore suo nel secolo n nella ricchezza temporale, non volendo possedere in particolare, perch vede che sarebbe contro il voto della povert volontaria.
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  • Sicch, in qualunque stato l'anima , in stato vedovile; e in ogni modo, avendo in s quella dolce madre della carit, nutrendosi al petto di Cristo crocifisso, ella gusta questo dolce e soave latte con affocato desiderio e con perfettissimo lume; per che s'ha tolta la tenebra del perverso e miserabile amore proprio di s.
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  • Ora il tempo, suore carissime, da perder s, di non cercare s per s, ma s per Dio, e il prossimo per Dio, e Iddio dolce in quanto egli somma ed eterna bont, degno d'essere amato, servito e cercato da noi; in lui conoscere la verit, e annunziarla, e fortificarla nei cuori delle creature che hanno in loro ragione, senza timore servile.
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  • Ora il tempo del bisogno che voi e gli altri servi di Dio vi disponiate a sostenere per la verit; e che l'amore, il quale avete trovato al petto di Cristo crocifisso, voi lo manifestiate sopra il prossimo vostro, portandolo per affetto d'amore e grande compassione, nel cospetto di Dio con lagrime, vigilia, e umile e continua orazione.
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  • Non dobbiamo terminare la vita nostra altro che in pianto e amaritudine, sino a tanto che vediamo levata tanta tenebra, quanta vediamo in quelli che debbono dare luce nel corpo mistico della santa Chiesa.
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  • Si dissolva dunque la vita nostra, diamo agli occhi nostri fiumi di lagrime; muggisca il desiderio sopra questi morti, acciocch si partano dalla morte e giungano alla vita.
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  • Or che questo a vedere, che quelli che hanno eletto Cristo in terra, papa Urbano VI, con tanto ordine, ora per l'amore proprio e miserabile vita loro dicano che non papa? Guardate, carissime suore che voi non cadeste in tanta ignoranza, n in tanta cecit, che voi credeste a questi iniqui e malvagi uomini, non degni d'essere chiamati uomini, ma pi tosto dimoni incarnati;
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  • ma ferme e stabili, non seguendo la natura della femmina che si volge come la foglia al vento, ma virili e costanti confessate e tenete, che cos la verit, che papa Urbano VI veramente papa, vicario di Cristo in terra. E se voi teneste il contrario, sareste riprovate da Dio, vi partireste dalla verit e seguireste la bugia e il dimonio che padre delle bugie.
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  • Ho grande desiderio di ritrovarmi con voi, perch, poi che frate Roberto mi cont di voi e teneramente vi raccomand a me miserabile piena di difetto, vi concepii amore.
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  • E per mi mossi a scrivervi toccando alcuna cosa di questa materia, acci che non andiate vacillando con la mente vostra; ma perch voi vi fermiate in questa verit.
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  • Forse che Dio adempir i nostri desideri di ritrovarci insieme. Allora pi largo e lungamente ne potremo parlare.
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  • Vi basti questo, che se volete nutrirvi a questo glorioso petto, siccome nel principio io vi dissi che io desideravo di vedervi, e se volete gustare il latte della divina dolcezza dell'affocata carit di Cristo in cielo, vi conviene tenere affermativamente che papa Urbano VI veramente Cristo in terra, vero e sommo pontefice, e verun altro no, mentre che questo vive; e chi tenesse il contrario sta in stato di dannazione, come ribelle alla santa Chiesa ed allobbedienza di Cristo in terra.
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  • Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.
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