14.00 Lettera 88 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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  • Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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  • A voi reverendissimo e carissimo Padre in Cristo Ges, io Catarina, serva e schiava di Dio e vostra, e di tutti i servi di Dio, scrivo, e vi conforto nel prezioso sangue sparso con tanto ardentissimo amore per noi.
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  • E bench presunzione sia, voi mi perdonerete, e lo porrete all'amore e al desiderio che io misera miserabile ho della salute vostra e d'ogni creatura; ma singolarmente di voi che siete Padre di molte pecorelle.
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  • E per vi prego dolcissimamente che vi destiate, e leviate dal sonno della negligenza, imparando dal dolce Maestro della carit; che ha posto la vita come pastore per le pecorelle, che volontariamente udranno la voce sua, cio coloro che saranno osservatori dei comandamenti suoi.
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  • E se ci cadesse cogitazione nel cuore: Io non posso seguire questa perfezione, perch mi sento debole e fragile ed imperfetto; e per lillusione del dimonio, e per la fragilit della carne, e per le lusinghe e inganni del mondo sono indebolito;
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  • e veramente, reverendo Padre, cos, perch colui che segue questo, diventa debole, e s pauroso e timoroso di timore servile, che, come fanciullo, teme dell'ombra sua, e pi l'ombra della creatura, che l'ombra sua: ed intanto abbonda in lui questo timore, che non si cura, per non dispiacere alle creature, e per non perdere lo stato suo, che il suo Creatore sia offeso, e d'offenderlo.
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  • Ma se egli prudente e savio, fugge alla madre, e nel suo grembo diventa sicuro e perde ogni timore. Onde la inestimabile Bont ha posto rimedio contro ogni nostra debolezza con la sua ineffabile carit. Perch ella quella dolcissima madre, che ha per nutrice la profonda umilt, e nutre tutti i figliuoli delle virt, e nessuna virt pu avere vita se non concepita e partorita da questa madre della carit.
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  • Cos dice quellinnamorato di Paolo, raccontando molte virt: che nulla gli vale senza la carit. Adunque seguite quei veri pastori che seguirono Cristo crocifisso: perch furono uomini come voi; e potente Dio, come allora, perch egli incommutabile.
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  • Ma essi tenevano le vestigia sue; e conoscendo la debolezza loro, fuggivano umili, abbattuta la superbia dell'onore e amore proprio di s, e fuggivano alla madre della vera carit; e ivi perdevano ogni timore servile. E non temevano di correggere i sudditi loro, perch tenevano a mente la parola di Cristo; cio: Non temete colui che pu uccidere il corpo, ma me.
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  • E non me ne meraviglio; perch l'occhio loro e il gusto non si pasceva di terra, ma dell'onore di Dio e della salute delle creature; volendo servire, e ministrare le grazie spirituali e temporali. E come di grazia avevano ricevuto, di grazia davano, non vendendo per pecunia, n per simonia. Ma facevano come buoni ortolani e lavoratori posti nel giardino della santa Chiesa.
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  • E non attendevano n a giuochi, n a grossi cavalli, n alla molta ricchezza, n a spender quello della Chiesa nel disordinato vivere, n quello che deve essere dei poveri. Ma stavano come fortificati da questa madre, al vento e all'acque delle molte battaglie, a divellere i vizi, e piantare le virt; perdevano s e guardavano il frutto che portavano a Dio.
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  • Ed erano privati dell'amore proprio: onde amavano Dio per Dio, e perch somma bont e degno d'amore; e s amavano per Dio, donando l'onore a Dio e la fatica al prossimo; e il prossimo per Dio, non guardando ad utilit che da lui potessero ricevere, ma solo che egli possa avere e gustare Dio.
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  • Oim, oim, oim, disavventurata l'anima mia! Non fanno oggi cos. Ma perch amano d'amore mercenario, amano loro per loro, e Dio per loro, e il prossimo per loro. E tanto abbonda questo perverso amore, il quale pi tosto si deve chiamare odio mortale, perch ne nasce la morte! Oim, piangendo lo dico, che non si curano delle immundizie, n di mercantare e vendere la grazia dello Spirito Santo.
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  • Vengono i ladri che furano l'onore di Dio e lo danno a loro. Oim, e non lo impiccano per correggimento. Vede il lupo infernale portarne la pecora, e chiude gli occhi per non vederla. E questa la cagione perch non vede e non corregge; cio per amore proprio di s; onde nasce il disordinato timore; perch egli si sente in quei medesimi vizi, i quali gli legano la lingua e le mani; e non lo lascia correggere n castigare il vizio.
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  • Non vorrei dunque, carissimo, reverendissimo e dolcissimo Padre in Cristo Ges, che questo avvenisse a voi, ma vi prego che siate pastore vero, a porre la vita per loro. E per dissi, che io pregavo e desideravo con grande desiderio che vi levaste dal sonno della negligenza; perch chi dorme, non vede e non sente.
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  • E avete bisogno di molto vedere, molto sentire; perch avete a rendere ragione di loro, e siete in mezzo dei nemici, cio del corpo, del dimonio, e delle delizie del mondo. La necessit della vostra salute m'invita a destarvi, e col lume seguire la vita e i santi modi dei veri pastori.
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  • Accostatevi dunque a questa dolce madre della carit, la quale vi toglier ogni timore servile e ogni freddezza di cuore, e vi dar fortezza e larghezza e libert di cuore. Perch Dio carit: e chi sta in carit sta in Dio e Dio in lui.
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  • Adunque, Padre, poich abbiamo veduto che la carit fortifica e ci toglie la debolezza, e i nimici sono molti e ci assediano; non da indugiarsi a entrare in questa fortezza, seguendo la via della verit e degli altri pastori. Non aspettate il d di domani; ma vi prego per l'amore di Cristo crocifisso, vi rechiate innanzi la brevit del tempo, perch non sapete se avrete il d di domani.
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  • Vi ricordo che voi dovete morire, e non sapete quando. Non dico pi, Padre, se non che perdoniate a me misera miserabile. E perch siete Padre dei poveri, e perch mi pregaste e mi faceste promettere che la prima limosina che fosse da fare, che mi venisse alle mani, io vi richiedessi;
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  • e per ardisco e richiedo voi, come Padre dei poveri, e per adempire la promessa che io vi feci... onde sappiate che io ho per le mani da fare una grandissima limosina, cio al monastero di SantAgnese, del quale altra volta vi scrissi che sono buone donne, e santissima famiglia; ed in grande bisogno.
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  • Ma tra gli altri questo, che essendo il monastero di fuori si ordinato che torni dentro per cagione delle brighe e delle guerre: ma si vuole per loro comincio cinquanta fiorini d'oro, per la parte del monastero; e gli altri mette il Comune. E per io vi scrivo la necessit loro. Vi prego e vi stringo, che sforziate il potere quanto potete.
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