Vattimo - Dialogo Con Lotta Continua

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  • 8/3/2019 Vattimo - Dialogo Con Lotta Continua

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    - Dello stesso autore c ia Feltrinelli

    Il pensiero debolea cora el i Gianni Vattimo e Pier AIda Rovatti

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    G i an g ia c o m o F e lt ri ne ll i Ed it o re M i la n oPrima edizionein "Opuscoli" g en na io 1 9 81P ri m a e d iz io n ein " Id e e" a p ri le1984Terza edizione f eb b ra io 1 9 90

    ISBN 88-0709005-8

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    i ~ borazione di una prospettiva che mi pare di doveri : . . in dieare t come "ontologia del decl ine", le cui prem es- '.t \ _--sesi t rov i i loin- Heidegger e Nietzsche (i quali, duD:.\ I que, sono i punti di riferimento pili costanti del di-

    t clusivi del l ibro Le auoenture della diDerenza uscito .; i eli recente presso Garzanti. Rispetto a quel libro, n '. '"\ f tentativo diformulare una ontologia del declino viene .\! qui proseguito con la messa in luce delle sue connes- .'1 ;~ s io ni ~ ~~.. .I a "~r:~~ca de l soggetto " operata d a l l . _ . ~ - f i l Q - : ' .i-. ~~- ontemporanea a part ire da Nietzsche; e, soprat-: - ,!I tutto, con l' elaborazione delle sue connessioni co n l' e r- '.

    .; meneutica .. I n efetti, a nz i, laposizione che propongo . d i in dic are con l'espressione ontologica del decline

    vuol essere, com'e detto espl icitamente nel saggio che .porta questa titolo, una chiarificazione della concezio-

    ne .dell' e ss er e c he ,a mio parere, sorregge l' ermeneuti-ca contemporanea di derivazione heideggeriana. Que- -sta ermeneutica ha i1 suo maestro in Hans GeorgGadamer.' Le tesi da lu i elaborate apartire dal pen-siero di Heidegger devono. .secondo me essere svilup- '.pate in tre .direzioni: a) quella della elaborazionedi .

    \ una concezione del l'essere (e della veri ta) che 1 0 d ef i. . - 'I nisca in base a caratteri "deboli", giacche solo' un1essere pensato co sf , permette di concepire la sterie,f come vuole l 'ermeneutica, come trasmissione di mes-

    ' ! saggi linguistici in cui l 'essere "accade", cresce, di- .,; viene, secondo una prospettiva gia' 'esemplarmente ..1 presente nel pensiero "genealogico" di Nietzsche; blI quella di unadefinizione dell'uomo' in termini e li

    "mortalita": solo 18finitezza temporale dell'esistenza, .'il succedersi effettivo delle generazioni , e dunque ta .

    morte non solo intesa "ontologicamente" ma anche"onticamente" (nella terminologia di Heidegger), fon-da la po ssibilitA della scoriacome tras-missione dl me&-

    . i, come accadimento non aecidentale, D18 ontolo-gica.nente rilevante, della vicenda delle interpretazio-ni; c) u~~.4! un'etica che si dovrao_-porre sot to il~ ~ .,. . .". - .pieia sper il vivente e ~ le sue jracce, ,piuttosto che sotto iI segno della ,...ne "realizeatrice....._.~I1s,lri~.Qui il problema me si a p r e - - ~ - - ~ ~ ~che q u es ti

    ,': 'vO ri lasciano aperto -e: ontologia de l declino, ..j ermeneutica0, come anche credosi _debba francamen-. .~'.e d ir e, n ic hilis mo , " nO D -c om p or ta no u narinuncia aU al\,_~gettua.l~J~_-_~toricain nome di un puro esempliceI r c ulto d en a'"memoria ~, della. traccia de l vissuto?

    ~.. ' Am e pare chel 'enfasi sullaprogettualita, in un'epo-

    ~ e m ~o~ u~ensil~-.~. . - . ,....., . - , , .,, -. -. ,,- .~ ~ g ... \'.__.~sato, ~~~a,. .' tura , e SOw rispon ovi p os- (Slamo cLttsen~ all'esperienza vissuta . atfualmente :_J . .

    Il'filo condutt()re"-cheteg,ltavoriraccoltiqul e "~que abbastanza chiaro: si tratta di riletture di

    i N l ~, di Heid~, d ell'e rme ne ut ic a c on te mp o -' ~_I -r&!leaunificate dall 'interessepe r gli elementi ccdi de-

    I cline" ~e vi ~i possono riconoseere; doe, :per' queglielemenr] che, 1D quest i autori e corrent i, alludono in

    . ~ generale all 'esigenza, ch e mi sembra prima,ria, diI i" :".......are anch ella del . T, ~ ; ; ~ . . .. ., . . e qu to; '- '. .

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    L A B'OTTIGLIA, LA RETE, LA RIVOLUZIONEB I COMPITI DELLA PILOSOPIA

    . uN DIALOGO CON. LOTTA C INU~ "

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    .' l~cjha in~~gn~to,~ fare Heidegger .... ~ _ . ! ~ ~ _ ! ! ! _~JlN-~':;~ rconcezione dell essere che non si I asei Pl l !_ ._ ipnot iZ i i i i ' J (

    " z: .jdai suoi caraffefi "fotti- (presenza displegata,' e 1 : e m i . . .~ : ~ ; ~~ '-)1. : ta,evidenza, in una parola:..autorita e dominic), c b e . , ~ : }

    > . ; . ~

    ! no sempre statipref~~iti, dalla .metafisica. Unifa;_ " l- . \ . versa concezione, debole,dell'essere, oltre c he p il lad~.~} guata ai risultatidel ..pensiero di Nietzsche e di Hei- ; :,{ .

    ": "" :d~ gger~misembra anche,esoprattutto, quella...~!t_e \Jo. :) i

    . z ione,ecc., I'esperienza della c ivilt a e limassa. I~a com-.:-{~:'~plesslvaliiteiiZlo ile-filo~a-ts~-e-c-ofiseiitfto).a ,'cuique.},

    i sti s ag gi v o gl io n o rispondere e in definitiva p ro p rio . ': .: (~J questa : proporre unaIettura ,_.ontologica,e non ~ . ~ 1 0 ' j! socio logies , ps ico logica,storico-CWtur81e:'deIl'e~lstenza ::.~\ .umana nellacondizione tardo-moderna, post ..mod erna,

    . \ tecnologica; insomrnain quella costellazione--cheHei~t deggerchiama con il termine Ge-Stell. Questa inten-I zione, che nei saggi c o m p a r e :s6Io'marginalmente e in

    modo implicito, e esposta p in chiaramentenel "dia-logo" che credo utile riprodurre qui di seguito come "introduzione a questa raccolta."Si tratta di una inter-vista scritta, preparata per Lotta con tinu a . .con N ino -,Sc:;j~a, che per ragioni di spazio il gio rnaleha'p-uD ..

    .bbto~ olo in parte (il 20 settembre 1980)' e che, ...proprio per il suo carattere estremamente generale.e ..r iassuntivo, penso possa aiutare la comprensione de .. _ .al tt i tes ti 'piu "tecnici". che seguono e' favorirne la ...,discussione. . ,'. - '.;:

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    W ittg en ste; n h ascritto ch e il c om p ito d ella filo -. s of ia e di it insegnarealia mosca a uscire dalla botti- .g lia ". N or be rta B ob bio , n el s uo lib roII r ob le ma d el -

    la guerra e Ie vie della pace, inuece dell'immagine dell .mosca nella. bottiglia, usa quella de l pesce nella ',ete.G li u ci mi ni s a ra nn o m o sc be n ell abottiglia o pesci nel-I I I rete? . .. .

    . Ho paura che l'idea cheIa f ilosof ia insegniqual-ro sa ag liuomini, qualcosa eli decisivo pe~ cambiare laloro condizione, sia ancora parte di una ideologia checo ncep isce Ia . fil oso fi a i ntermini eli egemonia, una en-

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    nesima trasformazione del potere dei filosofi di Pla-tone. Legata, tra l 'al tro, aIla separazione platonica traun mondo dell'essere autentico . it fuori della botti-glia .- e U11 mondo dell 'apparenza,d el d iso re lin e, d el-

    -I'inautenticita, M i piace eli p il l l 'immagine della rete: .no n peropensando agli uomini come pesci, ma per .esempio come acrobati, La rete diventa tr apezio, at...trezza,intricodi vie ch e si puc, percorrere; anzi, J'esi-

    . . . . . . _

    stenza consistcU9rs~... topdo. 1n--.-questo--m9Vimcnto,lun- .~... e maeea rete,... i t eu .c o m elreticoIo- d f "con-. . S S 1 0 una i e appa~'

    . . r enze lD un' retesor~~-~~~~~~~ .....--..,.._~~~~c e tnvece come mo tra e ~~~

    Ie quali, pero, come insegna Nietz , non si chia-.mano pili cost: o ra ch e "il mondo vero e diventatofavola", non c'e pin alcun essere vero che Ie degradia melttOgna efalsita. II reticolo.Ja rete in cui e presa,e data a noi, la nostra esistenza, e I'insieme dei mes-

    saggiche, nel linguaggio e nelle varie "forme simboli-

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    che", I'umanits ci trasmette. La f ilosofia, credo, deve :insegnarci a muoverci nell' intrico el i ,questi messaggi," .facendoci vivere ogni me ss aggiosingolo, e ogni singo-Ia esperienza, neI suo indissolubiIe legame con tutti 1gli altri, anche nella, suacontinuits con essi, dalla quale :~dipende il senso dell' esperienza.

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    9 h e .sensa assu.me.la.vita.itid;uiduale,il.d~st;no del-, l'Il9_f!lo sin 010,il senso e il destino J e l l ' u m a n i t a - i nuna ' ! 'b ien teave il It futuro non e . f J ;ag g ia to r i ' _ ' i " .iui4.:iliH4i~GUi~lm~~..._a- 'c u Z - "~ -"di,ettf? . .

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    SIS quella che 81 puc, chlamareIa " fa lla cia p la to nic a" , :lanrtbomli'e"-del- _.I ~sere. n '-ase a uesta mistificazione~il a' re avreb-

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    pun to uogo verso CUI esistenza tretta e' niale~~~~~~~~~~~~~~~~--~~~~~~~~.-~~ e ro e ~ E i l

    , d9~'Hei :e g g e r - " ~ p a r l a ~ ' - ~ ~ a -morte. o o m e - d i0 0 0 - 'scii:gno", un deposito e li tesori.Non solo il gusto delle'cose della vita estrettamente legato alla loro preca. .rieta e provvisoriets, al loro nascere e perire. ,Anche1.ricchezza dellastoria umana, nel suo trasfo rm arsi earricchirsi ( e l i significati, e li sfumature) attraverso II Ivicenda dellegenerazioni e Is molteplici t& delleinter-

    , pretazioni, dipende strettamente da l morire, La morte- ~e 10 scrignoin cui SODO collocati i valori: I J e s - - - r i e~a i

    . l li .vtfa~ de~=i~~I,.,..m _ r e ( : ~- ~ . . . . :- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . '.. . . . . . .., .

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    ~ p~ssato ~on_~~~~~~O'~~~M.~_r~_a!~~~~~~~~e_~~~~e die abb1lfiio amato e ene SC !n~..~s.2 I!!p~J:~e.:0 stesso.~ linguaggio~'ir.rquantOcfisfa11iZiazlonee li atti e li paro-

    la, elimodi di esperienza, e collocato nello scrigno 'del-

    la morte. Quello scrigno e anche, in fondo, 1a fontedelle po che rego le checi possono aiutare a muoverciin modo non caotico e disordinato nell'esistenza, pursapendo che non siamo diretti in nessun luogo. ~~~_"-',.

    . ~~_e ri e~e nuove che f ac ci am o h an no 'senso solo - inq ua nt o p ro se gu on oi1 dialogo co n quanta 1 0 scri nodena~mori:e -~'-'la tor la ,a tra ~!Q!l~.t.!_. QguaggiQ . . . .. . .. . _

    ci ha tr~s~~~~,._Sesi rifiuta 'COmeideologieae dogma- .~ ' ti c s 'h 1 i -fallacia platonica, questa continuita con 1a sto-: ria umana che -portiamo, in tracce, strutture 1 0 -\ giche, tonne "a priori" dell'esperienza, nel linguag-f gio e l'unica possibile fonte di cri teri , regole, di..: rettive razionali (meglio: ragionevoli) che ci sia dato e l i possedere.

    iii

    E g;usto introdurre ;Z m eg lio c onla [orza?Questo problema perde senso sevale quel che ho

    detto prima. ' III 0 cQe si

    el~~~~~!Q-h,!!!~.1!.qPPOai~ P9!Jdl~.~dl:es~erQ;l!~'I >atonico, c e n a sua v i tatrascen ente potre.~iu~~~~~~~it '~tm~!9.1SJi t~: e a:iQ i~ i .1amIC1Z1a, Ch~,_~~~~!Q.~d,.;_~~~~,~~S$DnQ,~appal~~mete..;_

    II apparenze, '-disv8J.ori,ostacoli. II rispetto per cia che \, rive-e"T'visslifo"e-1'iiiiicC;uru meglio" - c h e - - " Y~ o n o S C i aj jjo : [ \: equesio " ' escTu creT 'uSO C Iena fo rza~ 'M a-ar r6ra :~" ness ii il~ i" '

    proget tuaIr ir ' s~iOrica?~ N e s s U i i i D P e -pet-Ia-ffasFoi~rn m 6 n e f '" 'I ( ;vo 'd i feche, r otn ai

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    fI 1:- t" dei al ~~ ., d fI f! C~~~,,_~." I ;..w.. ! ~ _ ! . a ! g ~ J _ . C ~ U C _tl} g!nu~~ e. ~~nQb.!~.t$US~., Per tornare comunque aresponsabilita e convmzione

    mi sembra che tale opposizione debba essere superatanell'ideale di un'azione responsabile che non si limiti

    ad accettare Ie condizioni di fatto, e nemmeno proc eda"costi quel c he c os ti" , ma definisca con conoinzioneIe proprie linee in un dialogo sociale (dunque con Iepossibilita reali d ella _situazione) e anche in dialogocon la stor ia passa ta,

    ,

    La democrazia e un metoda oun ualore; e me-todo, ma non solo metoda, e contenuto m non solocontenuto?

    Tutto questo equivale a dire, mi pare, che la de-mocrazia se -c hia mia mo c os ! u n ' o ranizzazione dellasoe1etl I fmKlat!r~-sola i a l ogo , - - s~awc o n t i D U i " i i" s t i b I l l t a

    , Inediiiit~'"n "diitogo-ffa'iiiteressi,- -op i r i i on i~- -v i s ' su t t 't I D -mediati diversi" __F___ "Li io i i~e '" '~so to' u n 'm e t O d o "'ma - - ' e ' "W i -'Va ~lore, I ;Wirco '~ ' cneposs iamo- ' as - sumere ' come- a - s e . ' ~ - N o n ,

    . ~ci' sohavatbti ..' a s s o l ii ti Y ~ a a ~ r e a I ii z ~ '~ - - ~ ~ ~ ~ ~ - ~ d - " " " ; " "" - " '~V: , " , . . v ._ ~_ ,_ ._ '._ , _ "_ ' _., ,_ ., a are me ,ante 1 dia

    ",logo ~, 4 ' l ! 1 l q u ep e r ' - m e z z o ' - ~a e n a ~ - ~ e m o c r i Z i i' - c n m e - J l o n ~) c'e un Iuogo--definitivo-t-l:tJi~sim1m---dire-ffi:~C!-so1coi i t tor. . .~sIl!Q,__~~~-.g _-e l l .e-" racessi iDo' ' a-meno;r~Ui~~'nvoruZ1oDe

    '1 . - ..... r . . I . . . . . - . . . - . _ . - _. " I . . . . , . _ . . . . . . . . .. . . . .- . . . . . . . . . . . ._.,.........

    Puo il fine riooluzionariogiustificaretutti ; mezzi?.Devo dire che non ho (pin) tanto chiaro in mente

    ch e co sasi ch i rivoluzione. D om anderei a m iavol-ta: 'c'e un concetto di rivoluzione non viol en to , che1 3 2 ~ " f Q I D p o r t i ; vclnl:, =r~sso1utizziiI9~~,_i Un valore, d iuna prospettiva (per esempio, I 'interessedi u n a"Cfasse .ribattezEato g iftteresse geIICrale"--deH'umattttare - f asu a

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    .come Ia guerra e forse un residuo e li epoche barbare,che no n potra mai inaugurare d av vero 1 a nu ovastoriadell'uomo emancipato...

    Esiste una filosofia de l terrorismo?

    Temo che appunto il terrorismo sia 1apin coerenteprospettiva rivoluzionaria. Non si puc davvero oppar-si al terrorismo sostenendo m e la violenZache esso.esercita non e ahbastanza radicata nelle masse e dun-que che non e autenticamente rivoluzionaria. E infattifacile controbiettare che, se r ivoluzione violenta cideve .essere, qualcuno devepur cominciare, appuntocon atti violenri esemplari, scatenanti, ecce No, in real-, .t a _ a c c e t . l o n e~assunzione . .e liun " va lo re "assoluto a cui sacrificare la;ita~' ' ' p r o ' ~ ~ i a ~ - o 'aIi:rui~--l" i i i l ica -Che'1iOfl---sr-piio-" ' argo~'- '

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    mentare nu a contro 1 terrorlsmo: q.tt~$.,to~,.ragrone

    ~ ~ ~ _ Yi r i ~ ~ ' etO!~.-: - P ~ t : g ~ :M iq u e s t ae una ben clnicamaniera dl "con are" 1a vio lenzaterroristica. Una

    r filosofia del terrorismo esiste, ed e quella che portalaile estreme conseguenze l'idea che Ia storia umana'.abbia una norma assolura, un valore finale da realiz-'zare; gli individui 0 Ie classl che si sentono (in base~ un 'ev idenza, in Ultima analisi, intuitiva) porta torie liquesta valore, acquistano il diritto di vita 0 di mor-te su tutti gli alt r i . .So bene . che,per fortuna, non tuttigl i utopisti e i rivoluzionari . sono dei violenti e .deiterroristi. Esagerando, direi perc che questo e pura ..mente accidentale: Il rapporto metafisico", assolun-stico, con i valori comporta molto logicamente il ri-schio e li g iust ific are l' o m icid io ( si le gg a s ucia il bel-Iissimo Totalita e inftnitodi IEnunanueILevinas). Delresto, an ch e se nz ariferirsi al terrorismo odierno, Ia

    ".storia della repressione sociale e individuale e in fon-do'semplicemente la storia dei " va lo ri" 'a iquali si e

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    sacrificata di volta in volta la vita (come ~e~e ~erre,nei marti rii , nei pogrom) 0 aspetti essenziali ~ essa:

    li impulsi, il bisogno di felicita, la sessualita, ecceg II fascino dell'idea di rivoluzione, della "pr~sa del

    palazzo d'inverno", e tutto nella ~peranza ~h e Cl possaessere un momenta di rapporto "assolu~o con 1 1va-lore assoluto; un mornento di identificazione .tta e~en:to e senso, tra esistenza e ideale. Ci son? ~el verst e liHolderlin, che dicono: "Solo a. mo~:n n I uomo ~P;porta pienezza divina / Sogno di eS~l ~ , . d 0 I > < ? 'la vlt~(in Brot und We_in,VII). ~a quesn m~mentl.sono gIlsempre svaniti, la pretesa e li avere con. 1 valor! un ra p.. .

    pretesa demoniaca, che porta ~on s~, c~me ~uo contrassegno e conseguenza, proprio la giustificazione del-l '( )I ll ic ic i i () .. . .

    ..

    led; tipo platonico,ch e cosa e ancora la vertla.

    Intanto secondo me, non si deve rifiutare una no- .zione e li v~rita. che la consideri,.an~he,.co~e. que~-

    fica, si conferma e SI dimostra, e qUlndi. .Sl Im~ne ,come la soIuzione di un problema, la nsposta giusta Ia una domanda. Neanche Heidegger, quando elabo- .trava la sua dottrina della verita .c?~e "disvelame~t?" ~e non anzitutto c om e " con fo rm it a (~ella p ro p os .1Z10- ;ne alle cose e, insieme, alle regole sintattiche .dl un ;cerro l inguaggio ) ,intendeva negare questa p~lma eovvia nozione e li verita. Solo che, come sa chiunqueabbia letto .Heidegger e, d'altra parte, ~bia presentela t eor ia marxiana del l' ideologia ;-

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