[Rivista] «La lingua italiana» - 1, 2005.pdf

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  • 1 2005

    LA LINGUA

    ITALIANA

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  • SOMMARIO

    Presentazione 9Maurizio Dardano, Per Il fu Mattia Pascal Pietro Trifone, A onore e gloria dellalma citt di Siena. Identit municipale e volgare

    senese nellet del libero Comune 4Riccardo Tesi, Lingua antica vs lingua moderna : Paolo Beni sulla sintassi del Deca-

    meron (LAnticrusca, 1612) 69Matteo DArienzo, Modelli interpretativi della subordinazione nale 95Salvatore Claudio Sgroi, Il mappamondo e la cornucopia : un genere marcato ? 09Luigi Spagnolo, Il pleonasmo e n 23Michela Cennamo, Note sul rapporto tra il latino e il volgare nello studio della sintassi

    dei primi testi 37Paola Giustina Baccin, Italianismi in Brasile 45

    osservatorio linguistico

    Raymund Wilhelm, Diskurstraditionen 57

    recensioni

    Paola Manni, Il Trecento toscano (Gianluca Biasci) 65Macrosyntaxe et pragmatique, a cura di Antonietta Scarano (Elisa De Roberto) 70Ilaria Bonomi, Litaliano giornalistico. Dallinizio del 900 ai quotidiani on line (Fran-

    cesca Gatta) 74Gianluca Frenguelli, Lespressione della causalit in italiano antico (Cristiana De

    Santis) 78Claudio Giovanardi, Riccardo Gualdo, Inglese-Italiano a (Ilde Consales) 82Luca Serianni, Viaggiatori, musicisti, poeti (Matteo DArienzo) 85Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura (Maria Silvia Rati) 88Tozzi : la scrittura crudele. Atti del convegno internazionale di Siena (24-26 ottobre 2002),

    a cura di Maria Antonietta Grignani (Luigi Severi) 92

    Abstracts 97

  • PRESENTAZIONE

    Il panorama delle riviste che si occupano di lingua italiana (nella dimensione del tempo, dello spazio, dello spessore sociale, ecc.) ricco e vario : a riviste di lunga e nobile tradizione, si sono aggiunte riviste nuove, o profondamente rinnovate sia dalla conversione sulla lingua di interessi che, in precedenza, erano prevalentemente letterari, sia dalla presenza di nuove prospettive di studio.

    Dare vita a unaltra rivista, nel settore della Linguistica italiana, esige dunque una motivazione che individui spazi disciplinari e terreni di approfondimento nuovi, o al-meno non sucientemente coperti dallesistente. Lesperienza che i tre condirettori della rivista hanno maturato allestero, in frequenti soggiorni presso Universit stranie-re, li induce a dare alla nuova rivista un respiro internazionale, che sviluppi la collabora-zione con colleghi che studiano e insegnano la nostra lingua nei vari paesi del mondo. Negli ultimi decenni linsegnamento dellItaliano allestero ha fatto notevoli progressi, conquistando spazi nella programmazione di molte facolt umanistiche. Si inoltre in-tensicata la circolazione internazionale di studenti, borsisti, assegnisti ; nelle varie Uni-versit sono stati attivati corsi superiori, masters e lauree specialistiche internazionali che creano e sempre pi creeranno in futuro nuovi e pi stretti legami fra studiosi italiani e stranieri, non solo europei.

    un complesso di fenomeni che occorre conoscere nei particolari, seguire, favorire. Per questo sar presente, nella nuova rivista, una rubrica ssa, intitolata Osservatorio linguistico, utile a conoscere che cosa succede fuori dItalia nel settore della ricerca e dellinsegnamento, a ospitare interventi di colleghi che operano all estero e a informare tempestivamente gli italianisti stranieri sulle tendenze innovative della nostra lingua e sulle ricerche riguardanti larea italiana o anche altri domini della Romania, se passibili di applicazione al nostro settore. Gi in questo primo numero presente unintervista a R. Wilhelm (Universit di Heidelberg) sulle Tradizioni testuali.

    Le riviste pubblicate recentemente, nel settore linguistico dellItalianistica, tendono alla specializzazione in un settore : tendenza legittima, ad approfondire un interesse specico, sia esso quello storico-linguistico, lologico, stilistico, metrico. La nuova ri-vista, invece, accoglier interventi di storia della lingua italiana, di linguistica italiana, di linguistica del testo, di stilistica, di dialettologia, di linguistica applicata alla didattica dellitaliano. Proprio per dare il senso di questa generalit dinteressi (che non signica genericit, nelle intenzioni dei responsabili) stato scelto un titolo ampio, comprensivo di tutte le specicazioni settoriali : La lingua italiana. Storia, strutture, testi .

    La rivista sar aperta a contributi su tutte le epoche della nostra storia linguistica. Ri-server per un particolare interesse al Novecento, vista la lacunosit delle nostre cono-scenze, soprattutto per quanto riguarda laspetto sintattico della scrittura novecentesca.

    Una certa elasticit verr usata per quanto riguarda la dimensione dei contributi : in ogni numero saranno ospitati due o tre articoli lunghi (circa 30 pagine), tre o quattro articoli brevi (circa 0 pagine), recensioni e brevi presentazioni di libri recenti, per un numero complessivo di pagine che si aggirer sulle 200.

    Abbiamo gi accennato al titolo della rivista La lingua italiana. Storia, strutture, testi , sottolineandone lampiezza ; torniamo su di esso per segnalarne la semplicit : scelta consapevole, questa, anticipatrice di unesigenza che chiederemo sia condivisa e rispettata dai collaboratori : quella di una scrittura galileianamente chiara (visto che oscuro sanno scrivere tutti), e proprio per questo ecace.

  • Maurizio Dardano

    PER IL FU MATTIA PASCAL

    . Certi curiosi casi

    Ho imparato, dice Renzo alla ne del romanzo. Insieme a una famiglia, a una casa e a una certa agiatezza, ha conquistato il suo credo : le esperienze servono per governarsi meglio in avvenire .2 La sua dichiarazione forse superciale, forse aettata comunque riferita da un io narrante del tutto solidale con il suo eroe, al termine di una vicenda conclusasi positivamente grazie a un disegno superiore.

    Sentiamo invece che cosa dice Mattia Pascal, attore-narratore di una bislacca avven-tura , nel chiuso della biblioteca comunale, avendo accanto don Eligio, in qualit di condente e di consigliere : Abbiamo discusso a lungo insieme su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere che frutto se ne possa cavare (p. 577). Riessio-ne amara, che ne riassume altre sparse nei punti salienti di quella strana storia , che aveva visto un uomo diventare un altro, intraprendere una nuova vita, poi disperarsi dellimpossibilit di vivere nel consorzio umano, inne recuperare lidentit, tornare al luogo di partenza, per constatare linutilit del tentativo : Nessuno mi riconosceva, perch nessuno pensava pi a me. Non destavo neppure curiosit, la minima sorpre-sa (p. 575).

    notevole il contrasto tra la progressione positiva dei Promessi sposi e la narrazio-ne circolare del FMP, svolta con ritmo discontinuo, intorno a certi curiosi casi, certe particolarissime situazioni psicologiche .3 Questa circolarit interiore, narrata in prima persona, costituita di riessioni ed impressioni soggettive, diversa dalla circolarit co-rale che agisce nei Malavoglia : il disordine interiore di Ntoni, personaggio accanto ad altri personaggi, non il tedio di Mattia, protagonista assoluto, sorretto da ununica certezza : ho fatto il gusto a ridere di tutte le mie sciagure e dogni mio tormento (p. 360). Che cosa resta inne se non narrare la propria storia ?

    In Pirandello viva la volont di attribuire al romanzo una nuova dimensione co-noscitiva, capace di esplorare la realt interiore, in modo che trama romanzesca e sviluppo concettuale procedano congiuntamente, integrandosi. LAvvertenza sugli scrupoli della fantasia, aggiunta nelledizione 92 del romanzo, rinforza la tta rete

    Questo saggio rientra nellambito delle ricerche svolte dallArchivio della sintassi dellItaliano Lettera-rio [ArSIL], coordinato dal sottoscritto presso il Dipartimento di Italianistica dellUniversit Roma Tre. Si fa uso delle seguenti abbreviazioni : Il fu Mattia Pascal [= FMP], Quaderni di Serano Gubbio operatore [= QSG], Uno nessuno centomila [= UNC], Lesclusa [= Es], I vecchi e i giovani [= VG]. Nel caso di FMP si indicano soltan-to le pagine. Di ciascuno di questi romanzi, citati da Pirandello (973), ricordo qui di seguito la data della prima pubblicazione e, rispettivamente, la data delledizione riprodotta in Pirandello (973) ; dal i vol. : FMP [904, ed. 92], Es [90, ed. 927] ; dal ii vol. VG [909, ed. 93], QSG [95, ed. 932], UNC [925-26, ed. 932]. Introducono ecacemente alla lettura del Fu Mattia Pascal : Mazzacurati (987), Luperini (990), Borsellino (99) e (995), Baldacci (993).

    2 Manzoni (995, p. 57). Sullatteggiamento di Renzo alla ne del romanzo vedi Nigro (995, p. 483) e Coletti (2003, p. 60). Il personaggio di Mattia Pascal illustrato da Borsellino (995, pp. 8 sgg.). Per un confronto con Ntoni e con Zeno Cosini, vedi Luperini (2003, pp. 337-339) e, rispettivamente, Berardinelli (2003, p. 453).

    3 Dopo il cap. viii (riguardante i viaggi del protagonista) e dopo il cap. ix (in cui si riscontra limpossibilit di coltivare unamicizia) si apre la macrosequenza dei capitoli x-xvi, riguardanti il soggiorno di Adriano Meis a Roma.

  • maurizio dardano12

    di riessioni che avvolgono lintera struttura narrativa e producono una serie di sim-boli : le marionette, uno strappo nel cielo di carta del teatrino (p. 467), la maschera (oggetto di una prolungata tematizzazione nellopera del nostro), il macchinismo, lo specchio (in cui Mattia ama seguire le sue trasformazioni e con il quale colloquia).4 I congegni narrativi assecondano un duplice atteggiamento : da una parte, la seriet dellanalisi, attenta, duttile, circostanziata ; dallaltra lumore irridente, sempre capace dinvestire persone ed eventi. Come la Coscienza di Zeno si concluder con il riuto della psicanalisi e con la presa in giro di chi vuol seguire questo metodo di cura, cos il FMP un romanzo losoco che ridicolizza la losoa : n dalle prime pagine detto che allattore-narratore quei libri sconcertarono peggio il cervello, gi di per s balzano (p. 368) ; ad Anselmo Paleari quel fervore oratorio conferisce un aspetto stravagante e ridicolo.

    Tutto ci allorigine di una scrittura mossa, incostante, vicina al parlato, e di una tendenza a passare i conni del racconto, a riettere sul rapporto tra realt e nzione, bucando le apparenze verosimili con un atto di libertinaggio immaginativo .5 Se nel Manzoni gli interventi del narratore esterno si giusticano con la sua onniscienza e sono in certo modo autorizzati dalla presenza dellAnonimo, qui, invece, in unaura di crisi esistenziale, incontriamo un solo attore-narratore, che dialoga, pi spesso mo-nologa o, pi propriamente, recita, aiutandosi di continuo con gesti verbali. La voce di Mattia Pascal, drammatico soggetto dellenunciazione, esige che il lettore partecipi ;6 una voce che anticipa quella di Vitangelo Moscarda e, in vario modo, preannuncia sia i discorsi di Zeno sia laannosa aabulazione di Gonzalo Pirobutirro.

    Per riferire questa vicenda, che si congura come lesatto contrario del romanzo di formazione, occorre la tecnica del racconto retrospettivo, con i suoi accomodamenti dellintreccio rispetto alla fabula, con le sue accelerazioni, i suoi indugi, le sue soste e le sue riprese. Le opposte visioni del mondo, rese esplicite nel nale dei Promessi sposi e del FMP, impongono scritture diverse. Qui lattore-narratore sempre al centro del-la scena ; il Discorso indiretto libero [= dil] si trasforma in soliloquio ; le descrizioni diventano mere didascalie.7 La frattura del continuum si realizza col montaggio di formalismi e di registri diversi : narrativi, dialogici, argomentativi, cui si aggiungono le citazioni (di linguaggi settoriali, di scritture esposte, di brani libreschi) e loccasionale mescolanza con altre variet linguistiche (lo spagnolo, il francese, il dialetto).8 Il tutto sottoposto a un continuo controllo metanarrativo e a un commento metalinguistico, il quale riguarda anche gli accenti e le inessioni della voce : cacio, parola volgare, che da subalterno non stimai conveniente sottoporre agli occhi dun assessore comu-

    4 La dimensione conoscitiva di Pirandello si chiarisce mediante un confronto con la cognizione gaddiana, intesa come conoscenza gradualmente acquisita, o improvvisamente rivelata, del dolore consustanziale delluomo (E. Manzotti, Introduzione a Gadda 9872, x). Sul tema della maschera vedi Grignani (994, p. 80). Alessio (994, p. 83) osserva che in Pirandello : Cose, piante, animali acquisiscono da parte loro qualit animistiche . 5 Grignani (994, p. 79).

    6 Corti (976, p. 65) tratta del destinatario come collaboratore alla vita polisemica del libro ; sullatti-vit cooperativa del lettore vedi Eco (979). La dimensione scenica delle novelle di Pirandello studiata da Genco (2004).

    7 Sui caratteri formali del soliloquio di Pirandello vedi Guglielminetti (986, pp. 55-97). 8 Luso delle lingua spagnola in questo romanzo denito irridente (Borsellino 995, p. 95) : il giocatore

    (p. 384) e Pepita (pp. 500-50, 537) sono i due personaggi ispanofoni del FMP. Le altre due variet linguistiche presenti nel romanzo sono il dialetto torinese parlato dal presunto parente di Mattia (pp. 476-477) e il fran-cese, che aora qua e l negli episodi ambientati tra Nizza e Montecarlo (pp. 372-382). Lironia di Pirandello investe le ridicolaggini del linguaggio giornalistico passatista e pseudoletterario (pp. 400-402) e del linguag-gio burocratico (pp. 366, 529).

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    nale per la pubblica istruzione (p. 366). E a proposito di un pittore spagnolo, alle prese con Adriano Meis, si osserva : non ci fu verso per di fargli pronunciare lesse del mio cognome : pareva che ogni volta, nellatto di proferirla, avesse paura che la lingua gliene restasse ferita (p. 495). Allattenzione per i suoni (la preparazione linguistica di Pirandello stata denita solida)9 corrisponde il gusto per i giochi di parole, disse-minati in modo imprevedibile nelle pagine del romanzo : Pomino / omino (p. 329), la vedova Pescatore : oh ! mha pescato subito, mha riconosciuto subito ! (p. 396), Mi avvenuto pi volte, svegliandomi nel cuor della notte (la notte, in questo caso, non dimostra veramente daver cuore), mi avvenuto di provare al bujo, nel silenzio, una strana meraviglia (p. 509).

    Nel romanzo si manifesta labbandono di una concezione temporale progressiva e lineare. Si scorre avanti e indietro nel tempo ; i due anni passati dal protagonista sotto mentite spoglie si contraggono o si dilatano, seguendo lo spostamento dal cerchio chiu-so della famiglia, della biblioteca, di Miragno, agli spazi aperti di Montecarlo, di paesi lontani e di grandi citt. Poi, nelle pagine nali, il tempo cessa di scorrere : il moto si arresta. Nella narrazione i verbi del passato si alternano con quelli del presente secondo modalit in parte nuove rispetto a quelle tradizionali.

    Tutti questi fattori giusticano le scelte formali : la ricerca di una stilizzazione del par-lato spiega il disinteresse per una dignit formale tradizionalmente intesa. Se Manzoni aveva applicato con coerenza il suo programma di deletteralizzazione, 0 per Pirandello quella certa noncuranza, avvertibile nella disomogeneit lessicale e nel frangimento sintattico, non soltanto ricerca di un grado di mediet, 2 ma esprime sovente la volont dimporre ai meccanismi linguistici e conoscitivi un confronto diretto con la sicit e la casualit di questo mondo. Di qui la ripresa continua di gesti verbali, esaltati nei loro eetti espressivi e recitativi. Linteresse per la lingua appare talvolta in secondo piano : il parlato medio e borghese si mescola, spesso senza motivo, con forme colte3 e con toscanismi.

    Lirrisione di possibili modelli non muove soltanto dallo scherzo e dalla parodia : Sio fossi in voi, signor Pascal, vorrei prima leggermi qualche novella del Boccaccio o del Bandello. Per il tono, per il tono / Ce lha col tono, don Eligio. Au ! Io butto gi come vien viene. / Coraggio, dunque ; avanti ! (p. 335).4 La battaglia per la lingua combattuta soprattutto su due fronti e con due intenti : uno rivolto al passato, contro il culto della tradizione ( la forma non va pensata prima n riportata a uno o un altro modello ; ma ciascuna forma deve nascere senza addentellati, unica, originale ),5 laltro rivolto al presente, contro le goaggini espressive di certi giornalisti e di certi burocrati. Ma soprattutto lentit del nuovo e il suo manifestarsi devono essere difesi : nel poscritto

    9 Bruni (994, p. 29). 0 Nencioni (989, p. 8). Cfr. per es. : sabbia (p. 368), ma rena (p. 378) ; rimbecillito (p. 363), ma imbecillito (p. 365) ; signicativa

    lalternanza libera tra cangiare e cambiare : aveva cangiato avviso (p. 50) vs io avrei cambiato il mio [naso] volentieri (p. 334) ; e cfr. la nota 52.

    2 Sull alto grado di mediet della scrittura pirandelliana si soerma Coletti (200, p. 332).3 Si veda, per es. : scotendo le pugna (p. 368), se alla lampa nostra manca lolio sacro che alimentava

    quella del Poeta (p. 486), il candore di quella timida anima soave (p. 503), morte le labbra che colsero un bacio dalla tua bocca (p. 550). Qualcosa di simile accade, ma con intenti del tutto diversi, nelle Confessioni del Nievo (Mengaldo, 2003, p. 266).

    4 Cfr. : Ora don Eligio mi dice che il mio libro dovrebbe esser condotto sul modello di questi chegli va scovando nella biblioteca, aver cio il loro particolar sapore (p. 322) : tre troncamenti, che si succedono a breve distanza : esser, aver, particolar, sono probabilmente indizi di una mimesi scritturale.

    5 Pirandello (9522, p. 25). Il nostro autore si pronunciato sullelasticit della lingua della propria narrativa : cfr. Pster (994, p. 2).

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    del romanzo Pirandello respinge le accuse di cerebralit e inverosimiglianza (p. 582) rivol-tegli da alcuni critici.

    Segnali e messaggi per il lettore sono disseminati nella narrazione : la Premessa pre-senta quel divorzio tra cose e parole che spinge a fondarsi disperatamente su queste ulti-me ; la Premessa seconda (losoca) a mo di scusa illustra, emblematicamente, la caduta di senso postcopernicana. Messaggi e commenti sinttiscono quando si passa al motore della vicenda : la famiglia da centro di aetti diventa di volta in volta prigione oppri-mente o teatro del grottesco. A una natura, sempre vista di scorcio, si contrappone la grande citt, con le sue architetture, le piazze, le vie, il tram elettrico, con i suoi abitanti, incontrati per via o in interni, singolarmente o in gruppo. La condizione umana appare degradata : il macchinismo, se c, dunque voluto [...] un macchinismo, s, in cui cia-scuno volutamente, ripeto, la marionetta di se stesso (Avvertenza, p. 583). il percorso che porter ai personaggi, spiranti parlanti semoventi del teatro.6 Ma dopo che la cronaca ha mostrato di quali reali inverosimiglianze sia capace la vita (Avvertenza, p. 586), il personaggio diventa inne scrittore : nei sei mesi passati nella biblioteca di don Eligio lattore-narratore ha scritto la sua storia.

    2. La tecnica compositiva

    Rispetto alle prove narrative precedenti, il FMP mostra una crescita della competenza narrativa e segnica, la quale si manifesta in simboli gurativi e in pregurazioni. Quan-to ai primi, giusto cominciare dallo strabismo del protagonista, evidente allusione di un modo diverso di cogliere il reale : Ah quel mio occhio, in quel momento, quanto mi piacque ! Per disperato, mi sera messo a guardare pi che mai altrove, altrove per conto suo (p. 36). Alcuni particolari del corpo umano acquistano uninquietante visibilit : occhi, nasi, menti, colli, capelli, mani sono ripresi da diverse prospettive e sempre con grande evidenza.7

    Talvolta la gura umana si decompone : il corpo dellodiato Batta Malagna confron-tato con limmagine di un pagliaio in disfacimento (pp. 335-336) ;8 disfatto il volto del vecchio don Ignazio Giglio Auletta ; disfatti appaiono gli abiti, quasi sul punto di scivolar via da corpi incapaci di sostenerli. Al contrario, anche nella ragurazione del comico e del grottesco, Manzoni presenta immagini a tutto tondo ; ecco la donna che ha appena

    6 Prefazione (pubblicata nel 925) ai Sei personaggi (ed. 933) in Pirandello (993, p. 657). E sul tema della macchina vedi anche : La vita, che questa macchina s divorata, era naturalmente quale poteva essere in un tempo come questo, tempo di macchine ; produzione stupida da un canto, pazza dallaltro, per forza, e quella pi e questa un po meno bollate da un marchio di volgarit (QSG, p. 734).

    7 Pi sobrie, nel confronto, appaiono le descrizioni di Svevo. In ogni modo, lo strabismo di Augusta presentato in modi simili a quelli usati per Mattia : Anche la sua faccia era discreta, e pareva deforme solo causa quellocchio che batteva una strada non sua (Svevo 993, p. 64). Se gli oggetti simbolici dei Malavo-glia hanno grandi dimensioni : la barca e la casa del nespolo (Asor Rosa 995a, pp. 804-806), i simboli presenti nel FMP sono per lo pi minuti e frammentati. Sul proprio naso piuttosto piccolino si soerma Mattia (p. 333) ; della signorina Silvia Caporale si dice che ha un naso a pallottola sempre acceso (p. 436) ; quanto a Pepita : Me lero gurata con un nasetto allins, ardito, e invece aquilino lo aveva, e robusto (p. 534). Gli occhi della Caporale davan limpressione che dovessero aver dietro un contrappeso di piombo, come quelli delle bambole automatiche (p. 436) ; cfr. ancora : Gli occhi dolenti le si appesantirono dun languore cos intenso, che richiamavan pi che mai limmagine del contrappeso di piombo interno (p. 455) ; questa immagine ritorner in UNC (p. 75) : sbalzavo per ogni nonnulla le sopracciglia no allattaccatura dei ca-pelli e spalancavo gli occhi e la bocca, allungando il volto come se un lo interno me lo tirasse . Nella bisca un giocatore aveva il collo troppo lungo e gracile, ed era quasi senza mento (p. 379) ; Mattia Pascal ha il mento piccolissimo, puntato e rientrato (p. 406). Non sono daccordo con Alessio (994, p. 79), per il quale in Pirandello i lineamenti esteriori vanno sovente a scapito della penetrazione psicologica .

    8 Grignani (994, p. 82) parla di disgregazione del ritratto naturalistico .

  • per il fu mattia pascal 15

    saccheggiato il forno : un pancione smisurato, che pareva tenuto a fatica da due braccia piegate : come una pentolaccia a due manichi .9 Accanto agli esseri umani ci sono gli animali : si comincia con i ragni e con i topi che scorrazzano allegramente tra i libri della biblioteca comunale di Miragno. I topi dapprima si confrontano vittoriosamente con timidi gattini, poi sono messi in fuga da gatti di proporzioni pi ragguardevoli. Limma-gine del felino ritorna in due situazioni del tutto diverse : nella culla le due glie appena nate di Mattia si graano, proprio come gattini ; in seguito, il bisogno che perseguita Mattia ragurato come un gattaccio ispido (p. 388). Poi il protagonista incontra un canarino con cui conversa (nessuna meraviglia, dal momento che egli ha gi dialogato con il mare e con uno specchio) ; inne, in una Milano nebbiosa, ai piedi di un cerinajo, egli scorge un cucciolotto : in vendita ; potrebbe essere una compagnia, il sostituto di un amico che non potr mai avere ; ma laare non si conclude : Mattia rimane ancora una volta solo.

    Alcune epifanie pirandelliane hanno attirato linteresse dei critici : lacquasantiera, oggetto materiale e simbolo (tanto signicativo da essere ripreso nel titolo di un capito-lo), lombra del protagonista calpestata dal carro, che ha fatto pensare al celebre Peter Schlemihl. Per ricomporre una trama complessa di immagini, converrebbe soermarsi anche su esempi minori : il fervido turbante di spuma in capo esibito, al suo primo apparire, da Anselmo Paleari, il quale aveva pure cos, come di spuma, il cervello (pp. 43, 435) ; quel suo modo di muoversi e di gesticolare : camminava quasi sempre col cappello in mano (p. 444). Al medesimo personaggio, alle sue lunghe pseudoloso-che disquisizioni, si riferisce il simbolismo della luce che fuga le tenebre mediante il lanternino.20 Ma pi che enumerare esempi conviene rilevare questa gurativit diusa nellintero romanzo, tradotta in tratti stilistici ben rilevati. Si veda, per es., quella curio-sa variazione linguistica di lanternino, lanternone, lanterna, lanternina, lucernetta, lanter-nuccia, lampa, lampadina, lumicino (pp. 484-488) : parodia dei discorsi seriosi sulle tenebre dellignoranza e sulla luce della ragione.2

    Quanto alle pregurazioni, partiamo dal tema centrale della prima parte del roman-zo : il desiderio di fuga e di evasione manifestato dal protagonista. Tale desiderio pre-gurato sia nellatteggiamento della madre, la quale, ospite indesiderata della vedova Pescatore, se ne stava tutta ristretta in s, con le mani in grembo, gli occhi bassi, seduta in un cantuccio, ma come se non fosse ben sicura di poterci stare, l a quel posto ; come se fosse sempre in attesa di partire, di partire fra poco (p. 355), sia nel moto improvviso del protagonista, alla notizia che la moglie stata presa dalle doglie del parto : Scappai come un dino : ma pi per sfuggire a me stesso, per non rimanere neanche un minuto a tu per tu con me, a pensare che io stavo per avere un gliuolo, io, in quelle condizio-ni, un gliuolo ! (p. 369). Il nto suicidio di Mattia Pascal anticipato dal suicidio vero del giocatore (pp. 389-390) e dalle fantasticherie dello stesso protagonista : Si lascia il cappello e la giacca, con una lettera in tasca (p. 4). I bei discorsi del Cavalier Tito Lenzi anticipano en raccourci le lunghe tirate losoche di Anselmo Paleari. Considerare queste riprese come un repertorio cui lautore attinge per comodit e per economia unipotesi riduttiva, che fa torto a un tratto caratteristico della tecnica compositiva del nostro : la sua mania di replicare attanti (nella bisca la donnetta allegra e lo spagnuolo

    9 Manzoni (995, p. 77) ; su questa immagine vedi Nigro (995, pp. 446-447).20 Questo lanternino si potr confrontare con gli altri lumi di cui discorre il signor Cesarino, in QSG (p.

    609).2 Una serie simile di alterati si ritrova in : Dio, vedete quante scatole, scatolette, scatolone, scatoline ?

    (QSG, p. 523).

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    insidiano congiuntamente Mattia Pascal e il suo denaro), eventi, situazioni, strutture frastiche, sequenze testuali.

    Questa rete gurativa, resa con opportune scelte di lingua e di stile, testimonia della modernit di unopera, che appare centrale, anche o soprattutto per il riguardo formale, nella storia del romanzo italiano del Novecento. Ci appare tanto pi notevo-le, se si considera che nel FMP permangono caratteri della narrativa verista. Si pensi agli spunti macchiettistici che aollano i primi capitoli : la leggenda del capitano (p. 326), le stravaganze del maestro Pinzone (p. 33 sgg.), i diverbi del Malagna e della moglie Guen-dalina (p. 337 sgg.), la vedova Pescatore in lite con Margherita e con la zia Scolastica (p. 358 sgg.), il vecchio bibliotecario Romitelli (p. 364), il cavalier Tito Lenzi (pp. 423-428). Destinati a ridursi nella seconda stesura del romanzo, questi episodi, sempre legati a precise scelte di lingua e di stile (dalluso dei diminutivi ai pi netti stacchi dialogici), servono ad attirare lattenzione del lettore. Una funzione analoga hanno quegli avver-timenti che appaiono allinizio del romanzo : che nessuno possa aprirlo [questo mio manoscritto] se non cinquantanni dopo la mia terza, ultima e denitiva morte (p. 32) ; [quelle cinquecento lire] furono [...] la cagione della mia prima morte (p. 37). Sono esche gettate ai lettori, per attrarli e coinvolgerli.

    3. Strutture narrative

    Qual la forma adatta agli intenti che lo scrittore si propone ? Si direbbe che pi dello stile, Pirandello abbia a cuore lordine della scrittura, la sua dinamicit interna : il par-lato deve essere azione e lazione deve esprimersi nel parlato. Larticolo di giornale che informa del suicidio di Mattia (pp. 394-395) letto a spezzoni, ripetuti e commentati dallio narrante. Franto il discorso emotivo pronunciato tra le lagrime da Papiano (pp. 526-527). Abbiamo qui due riprese in diretta di un parlare concitato, sotteso tra recita e aabulazione ne a se stessa, espresso con gradi diversi di allocutvit.

    Sedici dei diciotto capitoli sono suddivisi in paragra separati da bianchi.22 signi-cativo il fatto che queste scansioni riguardino, nella maggior parte dei casi, gli snodi ri-essivi dellio narrante pi che i trapassi temporali e i cambi di scena. La cura principale dellautore va alla composizione interna (psicologica) dei pensieri e delle sensazioni pi che allo svolgimento della storia. Esaminiamo alcuni particolari. Prima della ne del capitolo iii, la linea del racconto interrotta da un breve colloquio tra Mattia Pascal e don Eligio ; il tema si sviluppa, ma linquadratura ora diversa : le battute di dialogo oc-cupano allimprovviso il primo piano (p. 335). Le cesure, realizzate con i bianchi, eviden-ziano formule riassuntive, rese sovente con il participio passato (p. 408) o con un una ripresa verbale (p. 43). Tali cesure facilitano larticolazione dei capitoli, che occupano mediamente 4-5 pagine : la maggiore ampiezza del cap. xvi (circa 23 pagine) si spiega col fatto che qui leclissi di Adriano Meis e il recupero di Mattia Pascal sono preparati lungo una trala di cinque episodi, tutti diversi e signicativi. Le cesure mancano invece nei QSG e in UNC, narrazioni che, al pari del FMP, sono recitate da un attore-narratore, ma che risultano costruite con una diversa impaginazione ; vi appaiono infatti settori, che organizzano sottoinsiemi narrativi, dotati di un preciso signicato rispetto allottica complessiva dellopera : sette sono i QSG, otto i libri di cui si compone UNC ; entrambe queste partizioni, prive di titoli, sono divise in capitoli pi brevi di quelli presenti nel FMP. In questa opera, come in UNC, i capitoli hanno titolazioni, connotative, allusive

    22 Questa suddivisione tipograca era gi stata usata da DAnnunzio in Terra vergine (882) : vedi Bruni (994, p. 23).

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    [...] o ironiche .23 Nel FMP non manca un richiamo interno : il titolo dellultimo capitolo e quello del romanzo sono identici. Privi di titolazioni sono invece i capitoli dei QSG. Questa varia organizzazione paratestuale svolge essenzialmente due funzioni : permet-te una diversa distribuzione della materia e asseconda un ritmo consono alla strategia dellattore-narratore, facilitando il montaggio dei materiali di cui si compongono i diversi romanzi. Nelle parti estreme (capp. i-v e xvii-xviii) lazione si svolge a Miragno, mentre i capitoli centrali sono occupati dalle varie fasi dellimpresa di Adriano Meis (vincita al gioco, viaggi, soggiorno a Roma). A questa struttura narrativa circolare cor-risponde la circolarit di alcune sequenze testuali (gli episodi del vecchio cerinajo pp. 48-49, del canarino p. 430) e di alcune strutture periodali.

    Il tema del viaggio cintroduce nello spazio del romanzo ; gli spostamenti di Mattia Pascal avvengono per lo pi con un treno gurativamente banalizzato ( quel coso nero che correva per la campagna p. 409) e presentato in un momento successivo rispetto alla scena o allepisodio narrato. Insomma, solo successivamente si rivela la postazione dellio narrante : Ero capitato l, a Montecarlo, per caso (p. 37), dicevo fra me, in treno (p. 374), Cos il giorno dopo tornai a Montecarlo. Ci tornai per dodici giorni di la (p. 388), Cos pensavo, e il treno intanto correva (p. 39). Non un caso che lordo naturalis degli eventi sia recuperato nel cap. xvii, quando il protagonista ritorna ad essere Mattia Pascal. I suoi viaggi (in treno o con altro mezzo) si svolgono sempre allinterno di uno spazio discorsivo dai conni indeterminati.

    Un altro tipo di anticipazione prevede che la similitudine o lesempio (con funzione esplicativa) preceda il referente. La maturazione della frutta introduce la maturazione dellanima mia, ancora acerba (p. 367) ; l uomo venerando , che, a causa di un pajo di calzoncini , perde parte del suo prestigio, introduce una riessione sulla dignit del-labito nero indossato dal protagonista nella bisca di Montecarlo (p. 386).

    Un aspetto saliente della tecnica compositiva del romanzo ritroviamo nella chiusura di una sequenza narrativa mediante una formula nale : Tutto questo mi parve di com-prendere da quel suo pianto (p. 528), Ecco a quale altra menzogna mi costringeva la mia condizione (p. 529), Mi pareva, a ripensarci, addirittura inverosimile la leggerezza con cui, due anni addietro, mero gettato fuori dogni legge, alla ventura (p. 549). Non mancano formule riepilogative che concludono passi estesi di dil : Cos, domande, supposizioni, pensieri, sentimenti tumultuavano in me, mentre il treno rombava nella notte. Non mi davano requie (p. 55). In modo diverso si riassume (o si programma) il futuro : Adriano Meis compendia in cinque punti le bugie che dovr raccontare per rendere credibile la sua storia (p. 43).24

    4. La rappresentazione del parlato

    Il dil il meccanismo di base che muove il recitativo dellattore-narratore.25 Dobbiamo analizzarne non soltanto le modalit di attuazione sintattiche e testuali, ma anche i modi prescelti per riferire questa storia e per ricavarne determinati eetti di senso. Vo-lendo esplorare gli aspetti pragmatici della scrittura pirandelliana, dovremo esaminare il dil in rapporto al Discorso diretto [= dd], al Discorso indiretto [= di], agli strumenti

    23 Borsellino (995, pp. 92-93). 24 Una tecnica questa che ritorner in UNC (p. 759). 25 Cfr. Terracini (966, pp. 360-36) : il discorso indiretto libero, pi che una predilezione, costituisce

    addirittura la chiave del sistema stilistico di Pirandello . Nel nostro scrittore questo procedimento ha una funzione diversa rispetto a quella svolta nei Malavoglia, dove il dil procura un livellamento stilistico, che tuttavia non tocca n la descrizione delle azioni, n i ritratti (Luperini 995, p. 333).

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    dellenunciazione (in primo luogo le numerose interrogative) e ai segnali discorsivi, anchessi numerosi. Quasi scegliendo a caso, vediamo un passo, tratto dal cap. iv, in cui si ricorda un episodio della vita di Gerolamo Pomino :

    Il padre, da giovane, aveva aspirato lungamente alla mano di zia Scolastica, che non aveva voluto saperne, come non aveva voluto saperne, del resto, di alcun altro ; e non gi perch non si fosse sentita disposta ad amare, ma perch il pi lontano sospetto che luomo da lei amato avesse potuto anche col solo pensiero tradirla, le avrebbe fatto commettere diceva un delitto. Tutti nti, per lei, gli uomini, birbanti e traditori. Anche Pomino ? No, ecco : Pomino, no. Ma se nera accorta troppo tardi. Di tutti gli uomini che avevano chiesto la sua mano, e che poi si erano am-mogliati, ella era riuscita a scoprire qualche tradimento, e ne aveva ferocemente goduto. Solo di Pomino, niente ; anzi il poveruomo era stato un martire della moglie (pp. 328-329).

    Il dil dellattore-narratore comprende, come discorso riferito, il dd della zia Scolastica, accompagnandolo prima con un verbum dicendi, poi inglobandolo senza residui nel pro-prio organismo (la sutura segnata qui, come accade spesso in Pirandello, dallinterro-gativa diretta), tanto che lattribuzione delle ultime battute appare incerta. Allo stesso modo, quando il protagonista, ritornato a essere Mattia Pascal, immagina le reazioni suscitate dalla scomparsa di Adriano Meis in casa Paleari, non trova di meglio che mi-mare nel proprio discorso le prevedibili reazioni di Papiano : le due voci si confondono tra loro (p. 55).

    Limitazione del parlato si vale di vari mezzi : si segmenta (con riprese, correzioni, sospensioni), si evidenzia (con segnali discorsivi, deissi, prolessi e dislocazioni), si riduce (con lo stile nominale e con lellissi). Le esigenze dellanalisi impongono di trattare se-paratamente questi fenomeni, che andrebbero esaminati in modo unitario e in contesti ampi, data la loro capacit dinserirsi in ogni piega del discorso, assumendo valori diver-si e combinandosi variamente con scelte lessicali medie e tendenti allespressivit.

    I segnali discorsivi assecondano la pragmatica e la sintassi del dialogo teatrale, crean-do un contesto dinamico, denso di quei gesti verbali che caratterizzano la scrittura del nostro. In prima posizione risalta ecco, usato da solo (pp. 320, 337 e passim) o associato ad altri segnali : ecco qua (p. 353), Ecco, s, (p. 42), E lei, intanto, ecco (p. 354), Ed ora, ecco, Adriano Meis succideva (p. 547) ; tali associazioni ricorrono soprattutto allinizio della frase : Ed ecco qua, ora : il signor Anselmo Paleari mi metteva innanzi di continuo lombra della morte (p. 439) ; si noti ancora il combinarsi, in vari modi, di ecco con le profrasi : S ; ma ecco : per dir la verit (p. 428), Anche Pomino ? No, ecco : Pomino, no (p. 328).26 Per accentuare la funzione evidenziatrice e presentativa di ecco seguono talvolta i due punti : Ecco : potevo ripetere a memoria, parola per parola, il te-legramma (p. 397), Ecco : essa, per esempio, voleva dire (p. 446). Il segnale pu avere varia collocazione ; al centro della frase : per vivere unaltra vita, che ora, ecco, sentivo, sentivo piena di me (p. 458), Proprio in quei momenti, ecco, la sua voce diventava pi molle, quasi carezzevole (p. 490) ; o alla ne : ma non avrebbe dovuto berne neppure un dito, ecco (p. 337). Le funzioni di ecco risultano chiarite nel confronto con altri se-gnali discorsivi che ricorrono nel romanzo ; qui di seguito ricordiamo i pi signicativi : certo (p. 325), che ! che ! (p. 339), ora (p. 352), Cominciamo (p. 325), E dunque ? [...] E dlli (p. 572), e sissignori (pp. 368, 437), vero (pp. 329, 335), Eh che ! (p. 387), Eh, no ! (p. 402), Eh, via !

    26 Altri esempi di profrasi in diversi contesti : Apparentemente, no ; ma in fondo ero pur tanto ingenuo, in quel tempo (p. 343), Dopo, s, per parecchi giorni, ancora ebbro di lei, cercai il modo, risoluto a tutto, onestamente (p. 349), S : qualche stranezza, pi duna, lavevo commessa (p. 550) ; cfr. seguit a credere sul serio, che veramente, s, veramente, [...] gli avrebbe dato in premio Dianella (VG, p. 376). Sulle profrasi, vedi Bernini (995).

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    (p. 399), Eh, via ! Eh, via ! Senta (p. 424), Gi (p. 354, allinizio di periodo e seguito dalla virgola), Ma no (p. 390), ma s (p. 396), Mah (pp. 357, 426), niente (pp. 39, 324), No, no, via (p. 430), Oh bella (pp. 329, 34), Sicuro (pp. 324, 407), Uh, ecco fatto ! (p. 399), Via, via ! (p. 388). Notevole dunque la variet delle associazioni e dei tipi combinatori.27

    I segnali discorsivi frangono continuamente la linea della scrittura, mimando un ragionamento che procede a sbalzelloni ;28 largomentare ellittico sostituisce la di-mostrazione articolata in momenti sucessivi. Presenti in pari grado nel dialogo e nella narrazione, tali segnali, mentre rivelano la tendenza ad annullare ogni diversit stili-stica tra i due piani, colmano gli interstizi che separano i frammenti della scena piran-delliana.

    Luso frequente della deissi laltro procedimento che attualizza la rappresentazione : il confronto delle varianti del romanzo conferma lincremento del fenomeno. La deissi di prossimit crea un contesto pragmatico dinamico che evidenzia un primo piano di referenti. Fin dalle prime righe del romanzo allio narrante preme imporre una vici-nanza di situazioni e di oggetti. Del manoscritto composto nella biblioteca si dice : Lo scrivo qua, nella chiesetta sconsacrata, al lume che mi viene dalla lanterna lass (p. 32). Cambiamenti dellasse semiotico avvengono mediante i deittici relativi al contesto dellenunciazione (io-tu-qui-ora), i quali attuano una gerarchia degli indici che esalta la prossimit. Al pari di quanto avviene per i testi teatrali, nellanalizzare il FMP, la pro-spettiva pragmatica (con le sue diramazioni retoriche e semantiche) appare pi perti-nente di quella narratologica.29

    Vediamo alcuni esempi di uso dei dimostrativi. Questo come pronome : Ma lasciamo star questo (p. 323), Questo vero (p. 324) ; da cfr. con Io, allora, ripeto, non sapevo tutto questo (QSG, p. 532). Uso cataforico di questo : con questo di pi : che posso go-dermi senza alcun rimorso la mia libert (p. 4), E intanto avveniva questo : che, alle mie parole, la povera donna impallidiva (p. 459). Collegamento interfrasale con questo : Questo mi disse il suo sguardo, e minvit a guardar colei chio facevo sorire (p. 533), e con quello : Era il mio berrettino da viaggio, quello che, uscendo di casa per far visita al marchese Giglio, mero cacciato in tasca, senza badarci (p. 546). Questo usato come aggettivo : E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino (p. 484), Aveva una faccia da civetta, questo Grottanelli (p. 400). Dimostrativo quello, come aggettivo : Tutti quei disgusti poi e quegli attriti sorgono, quando il bisogno [...] avevano reso ormai odiosa a entrambi la convivenza (p. 388). La concorrenza di ci nulla, perch, salvo errore, se ne ritrova un solo esempio : Tutta la dierenza, signor Meis, fra la tragedia antica e la moderna consiste in ci, creda pure : in un buco nel cielo di carta (p. 468) ; negli altri 33 casi il pronome appare sempre nella combinazione ci che. Il dimostrativo codesto usato non raramente come pronome : E le sembra che sia il miglior mezzo, codesto, per vedere qualche cosa ? (p. 488) e, pi frequentemente, come aggettivo : codesto suo lanternino (p. 485), Codesti begli occhi (p. 573).30

    27 Ho segnalato con la maiuscola linizio della frase. Notiamo ancora la presenza dellonomatopea : e allorapete, acchiappato ! (p. 508), dellinteriezione : Au ! Io butto gi come vien viene. / Coraggio, dunque ; avanti ! (p. 335) e del balbettamento Cheche cam, che cambiale ? (p. 343) ; sulluso delle interiezioni nel teatro pirandelliano, vedi Nencioni (983). da notare anche luso di modalizzatori, come, per es. : appena appena (pp. 329, 468), per il momento (p. 534), alla ne (p. 584), apposta (p. 523), forse (spesso in posizione evidenziata). 28 Cfr. Vicentini (2000, p. 23).

    29 Cfr. Elam (988, p. 89). Sugli aspetti della comunicazione teatrale in Pirandello, vedi Segre (99, pp. 45-57).

    30 Codesto aggettivo si ritrova anche in UNC (pp. 742, 747).

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    Il fu Mattia Pascal meriterebbe di essere denito il romanzo scritto per essere recita-to .3 In eetti nel dialogo limpostazione teatrale prende spesso il sopravvento. Consi-deriamo due esempi estremi di questa tecnica. Nelle parole di Malagna, seduto a tavola e alle prese con la moglie, appaiono due didascalie ben rilevate dalle parentesi e dalluso del corsivo (p. 337) ; le vanterie amorose del Cavalier Tito Lenzi sono rese da un scambio dialogico, nel quale appaiono le didascalie lui e la donna maritata (p. 426). Per un inevitabile eetto di straniamento il lettore, diventato spettatore, contempla con distacco ironico la scena.

    Il parlato, onnipresente e invasivo, penetra negli sviluppi ragionativi. Tale tendenza si conferma anche nella ripresa della scrittura del romanzo. Si legga questo passo dell Avvertenza sugli scrupoli della fantasia (92) : dunque, davvero, un macchinismo, s, in cui ciascuno volutamente, ripeto, la marionetta di se stesso ; e poi, alla ne, il calcio che manda allaria tutta la baracca (p. 584). Lio narrante che riprende la storia dopo al-cuni anni parla come i suoi personaggi. La segmentazione produce spezzoni discorsivi, scattanti, isolati da una tta punteggiatura. La narrazione cede al dialogismo.

    Il usso del parlato tenuto a freno da pause riessive, che contrastano il disordi-ne dellimmediato e del contingente, introducendo il giudizio dellio narrante. I verbi didascalici (come gli avverbi focalizzanti e i gerundi situazionali di cui parleremo tra breve) impongono una prospettiva : Eh, purtroppo ! baritoneggi, a mo di conclusio-ne, Papiano (p. 465 ; in una precedente stesura : sospir). Ecco, ridotte allessenziale, le didascalie che accompagnano il primo incontro del redivivo Mattia Pascal con Pomino e la vedova Pescatore : le gridai sul muso , fece lei, allibita , seguitai io , mi chiese con terrore , le urlai , gemette Pomino , balbett Pomino , grid la Pescatore , mormorai , scongiur Pomino (pp. 564-565).

    Prima di esaminarli nei particolari, consideriamo, nel loro insieme, alcuni fenomeni che caratterizzano la stilizzazione del parlato operata dal nostro autore. Diusa equa-mente, con varie modalit, sia nel dialogato sia nella narrazione, appare la ripetizione (di parole e di sintagmi) condensata in quasi-formule ; eccone tre esempi scelti a caso : Si legge o non si legge in Quintiliano (p. 323), dove coglieva coglieva (p. 360), che che non (p. 568).32 Vediamo altri fenomeni che rientrano nello stesso ambito. Le interruzioni : al quale avvenga di scoprire tutta un tratto che s, niente, insomma : n padre, n madre (p. 39), mia moglie, di l, che lasciamola stare ! (p. 360), Ma a Milano, poi quel povero cucciolotto che volevo comperare da un vecchio cerinajo Cominciavo gi ad accorgermi E poi ah poi ! (p. 549). Gli spezzoni nominali : Che se poi, con le buone, non riesci a vincerlo, niente paura : un bel volo dal nido, e saggiu-sta ogni cosa (p. 347). Le formule del tipo o che so io (p. 442), Ma guarda un po (p. 442). La negazione rinforzata : Ma nella gora del molino, l alla Sta, ci avevano buttato me quelle due buone donne, Romilda e la vedova Pescatore ; non ci seran mica buttate loro ! (p. 5). Notevoli, in tali contesti, appaiono le scelte lessicali : mi spiattellasse l, in presenza di Adriana, chella mi avrebbe amato (p. 457), le sei mila lire scroccatele da Papiano, a cui io ho gi accennato altrove (p. 472, dove si noter il contrasto di livelli stilistici). Si gi fatto cenno alluso degli alterati, con i quali si tende a una caratterizza-zione esteriore di personaggi e di eventi. Nellepisodio, gi citato, del vecchio cerinajo notiamo la presenza di : mantelletto, cordoncino, scarpacce, cucciolotto, bestiolina, bestiola, cappellaccio, pioggerella, tantino, cagnolino (pp. 48-49).33

    3 Guglielminetti (986, p. 70). Si pu parlare di trasmigrazione di una serie di fatti linguistici col passare del tempo dal piano di uno stile a quello di un altro (Corti 976, p. 85).

    32 Anche in QSG (p. 677) ricorre lespressione che che non .33 Si veda questo campione di alterati : A-accio : barbaccia (p. 404), capellacci (p. 552), cappellaccio (pp. 406,

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    La prolessi ha funzione evidenziatrice e quindi si colloca agevolmente nelle fantasti-cherie dellio narrante : Su le nuvole, no ; ma su un piroscafo, s, per esempio, si pu nascere. Ecco, benone ! nato in viaggio (p. 4). Anche lellissi persegue lo stesso scopo. Ma sovente la prolessi ha una funzione di collegamento tra frasi che si susseguono : Del dono anzi il Comune si dimostr cos poco grato al Boccamazza, che non volle neppu-re erigergli un mezzo busto pur che fosse (p. 320 : Complemento), Molti libri curiosi e piacevolissimi don Eligio Pellegrinotto, arrampicato tutto il giorno su una scala da lampionajo, ha pescato negli scaali della biblioteca (p. 322 : Oggetto Diretto), Molte cose con quegli occhietti egli doveva vedere nella nostra casa, che n la mamma n noi vedevamo (p. 330 : Oggetto Diretto). Uno degli scarti topologici pi frequenti la po-sposizione del soggetto al verbo ; si tratta sia di soggetti inanimati Spirava, in quelle stanze [...] quel tanfo speciale (p. 327), Erano per me, quegli occhiali, un vero martirio (p. 333), sia (pi frequentemente) di soggetti animati : Era religiosa la piccola Adriana (p. 438), Aveva circa quarantanni, Papiano, ed era alto di statura e robusto di mem-bra (p. 468), Non voleva arrischiar profezie, il marchese (p. 534).34 Levidenziazione del soggetto posposto aiutata dalla marcata punteggiatura : E non avevo risolto nulla, io, intanto (p. 439), Aveva parole di fuoco, lui, Papiano, per bollare questo indegno ricatto del Pantogada (p. 48). Come appare, la tematizzazione di componenti ritenuti discorsivamente rilevanti, ottenuta con vari mezzi : nellinsieme dei rapporti sintattici lordine delle parole assume una funzione di primo piano.

    Pertanto non stupisce la notevole diusione della dislocazione a sinistra : Oliva, glia di Pietro Salvoni, nostro fattore a Due Riviere, io la conoscevo bene, da ragazza (p. 339), S : qualche stranezza, pi duna, lavevo commessa in quegli ultimi giorni (p. 550) ; e della dislocazione a destra : Mi piacerebbe sapere comegli li ragionasse con la sua propria coscienza i furti che di continuo perpetrava a nostro danno (p. 336), Se non che, poco dopo, venne a sapere che la signora Guendalina se lo beveva di nascosto, lei, il vino (p. 338), Forse pens che a lui non li avrebbe fatti, quegli sgrai, la vedova Pesca-tore (p. 362). Potei vedere per e toccar con mano, pochi giorni dopo, che la povera fanciulla doveva proprio portarla, quella veste da camera (p. 434), Adriana gliela tolse dalla camera, quellacquasantiera (p. 445).

    Anche se non rientrano propriamente nellambito della stilizzazione del parlato, opportuno ricordare qui alcune costruzioni prolettiche che vedono lanteposizione di una proposizione completiva al proprio reggente : Quanto con un siatto precettore do-vessimo prottar nello studio, non sar dicile immaginare (p. 33), Perch leggesse cos forte, non saprei (p. 365) ; o di una soggettiva: Per, senta : che un sornione non si pu mettere in dubbio (p. 453). Unaltra particolare dislocazione topologica consiste nellisolamento, allinizio del periodo, del soggetto di una subordinata : Quella giornata quasi non avvertita da me, tra le prime faccende e poi in quel sonno di piombo in cui ero caduto, chi sa intanto comera passata l, in casa Paleari ! (p. 553). Tale eetto, otte-nuto mediante unestesa interposizione, rende ecacemente il rapido succedersi delle immaginazioni nella mente del protagonista. La cui incertezza e propensione a mutare giudizi e punto di vista sono interpretate a giusto titolo dalluso ripetuto della correctio : Lidea, o piuttosto, il consiglio di scrivere mi venuto dal mio reverendo amico don

    548, 553), gattaccio (p. 388), occhiatacce (p. 357) ; A-ino : bellina (p. 370), bestiolina (p. 48), cagnolino (p. 49), crea-turina (p. 370), faccina (p. 534), lanternino (p. 444), nonnina (p. 37), cfr. coricino straziato (QSG, p. 660) ; A-uccio : carnucce (p. 370), divanuccio (p. 345), giornaluccio (p. 400), quattrinucci (p. 378), rendituccia (p. 357), misera stazionuccia (p. 397), stipendiuccio (p. 429), cfr. povera cara animuccia bella (QSG, p. 665).

    34 Cfr. Spruzzolava ancora dalle nuvole che simporporavano [...] unacquerugiola gelida e pungente (VG, p. 2).

  • maurizio dardano22

    Eligio Pellegrinotto (p. 32), Dopo alcune sere, latteggiamento, il tratto della signori-na Caporale erano radicalmente mutati a mio riguardo (p. 455), Un sussulto di gioja, anzi un impeto di pazzia minvest, mi sollev (p. 547).

    Unanaloga funzione svolta dalle parentetiche, che assumono forme diverse e si dispongono in diversi contesti, promuovendo talvolta il passaggio alla metanarrazio-ne : Lasci tuttavia nellagiatezza la moglie e i due gli : Mattia (che sarei io, e fui) e Roberto, maggiore di me di due anni (p. 325), per conto dun negoziante di Liverpool (sanno anche questo ! e il nome ?), dun negoziante di Liverpool, che aveva noleggiato il vapore (p. 325) ; attuando lo spostamento dellasse temporale : Zia Scolastica (lho saputo dipoi) voleva a tutti i costi che mia madre riprendesse marito (p. 328) ; introdu-cendo un diverso codice linguistico : mia moglie intanto (sit venia verbo) receva di l (p. 360). La funzione esplicativa di cio, normale in una frase come : Ma poich linten-zione in fondo era buona, di tenermi cio compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo (p. 484), sovradeterminata nel passo che segue, dove spezzoni frastici ruotano intorno al connettivo, isolato dalla punteggiatura e posto nel mezzo di due periodi.

    Quel giorno, per, nel vasto salone splendidamente arredato non trovammo nessuno. Cio, no. Cera, nel mezzo, un cavalletto, che reggeva una tela a met abbozzata, la quale voleva essere il ritratto di Minerva, della cagnetta di Pepita, tutta nera, sdrajata su una poltrona tutta bianca, la testa allungata su le due zampine davanti (p. 534).

    La punteggiatura realizza la frase segmentata, esalta il carattere parlato della scrittura pirandelliana. Nel passo che segue le virgole servono a isolare, evidenziandoli, due mo-dalizzatori (forse e tutta un tratto), due gerundive (smettendo e scongiurandomi) e le due serie ternarie nali (lontano, lontano, lontanoe subito, subito, subito), che interpretano la carica emotiva della confessione, riferita mediante il dil, di un personaggio femmi-nile.

    Eppure, forse, non sarebbe accaduto nulla di grave, se una mattina Romilda (eravamo alla Sta e avevamo lasciato la madre ad ammirare il molino), tutta un tratto, smettendo lo scherzo troppo ormai prolungato sul suo timido amante lontano, non avesse avuto unimprovvisa convulsione di pianto e non mavesse buttato le braccia al collo, scongiurandomi tutta tremante che avessi piet di lei ; me la togliessi comunque, purch via lontano, lontano dalla sua casa, lontano da quella sua madraccia, da tutti, subito, subito, subito (pp. 348-349).

    Leetto-punteggiatura va insieme alleetto-ripetizione ; entrambi cooperano nel ren-dere incerto il conne tra narrato e argomentazione, tra riessione e dialogo. Vediamo altri esempi disolamento di un avverbio o di un modalizzatore allinterno della frase : Non dir che, alla lettura, mi tranquillassi : non potevo (p. 554), Quando, nalmente, il servo venne ad aprire il cancello [] mi sembr [] chio tornassi veramente dallal-tro mondo (p. 555). Entrambi questi elementi si ritrovano spesso anche allinizio della frase : In fondo, ero gi un po stanco di quellandar girovagando sempre solo e muto (p. 48). Un eetto particolare pu essere ottenuto anche separando un determinante dal determinato : Un brivido mi colse, di sgomento, che fece dun subito insorgere con impeto rabbioso tutte le mie vitali energie (p. 545) o ponendo un aggettivo isolato alla ne della frase : e spesso mi avveniva di scrollar le spalle, seccato (p. 47). Anche luso dellaccapo, ripetuto e in successione, persegue particolari ni della rappresentazione. Cos accade nellepisodio di Ponte Molle :

    poi gli occhi mi sasarono su lombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla ; inne alzai un piede rabbiosamente su essa. Ma io no, io non potevo calpestarla, lombra mia. / Chi era

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    pi ombra di noi due ? io o lei ?/ Due ombre !/ L, l per terra ; e ciascuno poteva passarci sopra : schiacciarmi la testa, schiacciarmi il cuore : e io, zitto ; lombra, zitta. / Lombra dun morto : ecco la mia vita/ (p. 523).

    La ripetizione riguarda sia componenti frastici sia porzioni pi o meno estese di testo : se ne possono distinguere pertanto varie modalit. La semplice replica di un vocabo-lo: Linverno, linverno mispirava queste riessioni malinconiche (p. 42), E ora io, dopo un anno e pi di forzato silenzio, provavo un gran piacere a parlare, a parlare (p. 454). Il cosiddetto foderamento : Non tera bastato, di, esserti introdotto in casa mia come un ladro per insidiarmi la gliuola e rovinarmela ? Non tera bastato ? (p. 353), s, cera un po di nebbia, cera (p. 49), pareva subito un altro : un ragazzino pareva (p. 423). Come appare dallultimo esempio, la ripetizione produce talvolta il chiasmo, fenomeno tuttaltro che raro nel FMP : Han bisogni lor proprii e loro proprie aspira-zioni le anime (p. 459), la testa di unombra, e non lombra duna testa (p. 524), non sapevo che mi agitasse di pi, ma eran forse una cosa sola : ansiosa rabbia, rabbiosa ansia (p. 56) ; sul chiasmo si pu fondare lo snodo di un collegamento sintattico : non potei impedire che non le apparissi almeno turbato. Turbata era anche lei, ma dal pudore (p. 52), quel povero giovane, il quale tuttavia non mispirava piet : piet, l dentro, mispi-rava soltanto Adriana (p. 538).

    Particolare rilievo hanno quelle ripetizioni che servono a collegare tra loro tipi di-scorsivi diversi. Una ripresa argomentativa prosegue il dd : E ti par poco ? / Non pareva molto, per dir la verit (p. 39). Unesclamazione conclude uno svolgimento narrativo : [mio padre] aveva scritto da Buenos Aires una lettera al nonno/ Ah, un nonno, un nonno io volevo proprio averlo conosciuto (p. 42). In una delle esternazioni losoche (in dd) di Anselmo Paleari la ripetizione, per cinque volte, della formula C logica ? avvia quattro periodi e conclude, circolarmente, lintervento. Le battute dello scambio dialogico che segue si chiudono per tre volte sullinterrogazione Dov lanima ? (pp. 440-44). Queste simmetrie alleggeriscono il peso del discorso, accentuandone la messa in scena. Il parlato riette su se stesso, si sovradetermina, sviluppando la propria stilizzazione.35 In treno, Mattia Pascal mette in scena la lettura, dal giornale, del proprio suicidio : Lessi [...]. Rilessi con piglio feroce e col cuore in tumulto [...]. E rilessi anco-ra una volta la notizia sbalorditoja . La domanda che Mattia Pascal rivolge a se stesso replicata : Io ? [...] Io ? . Questo interrogarsi sulla propria identit , al tempo stesso, drammatico e comico. Egli vorrebbe che alla scena assistessero degli spettatori (senza i quali la recita perde la sua attrattiva) ; ma i compagni di viaggio dormono ; allora ha la tentazione di scuoterli, svegliarli, per gridar loro che non era vero (pp. 394-395).

    La stilizzazione del parlato pirandelliano va confrontata con quanto accade, in simili circostanze, nei Promessi sposi e nelle Confessioni di Nievo. Allosteria della Luna piena il debol parere di Renzo, si articola sulluso ripetuto del che, su segnali discorsivi (ora, ah, ah) e sulla ripetizione delle parole : e dove dice prigione, prigione ; e dove dice galera, galera ; e dire ai podest che faccian davvero . Carattere diverso ha il racconto del mer-cante sullassalto del forno al Cordusio (cap. xvi) : e costoro (avevano il diavolo addosso vi dico, e poi cera chi gli aizzava), costoro, dentro come disperati ; piglia tu, che piglio anchio .36 Maggiori diversit presenta il parlato di Ntoni, quando, in una condizione di degrado morale, prende anche lui a predicare : E poi ? e la dote di Mena ? e la dote

    35 Cfr. Molini (993, p. 93).36 Per i due passi dei Promessi sposi, vedi Manzoni (995, pp. 208, 244) ; per il commento al Cap. xiv, cfr.

    ivi, pp. 207-208. Si noti che Manzoni fa grande uso di basta, connettivo conclusivo e terminativo, Pirandello invece abbonda con lecco, presentativo ed esplicativo.

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    di Lia ? Ah, sangue di Giuda ladro ! che malasorte la nostra ! .37 Nievo, che inaugura il rapporto tra la variet e libert linguistica e la costruzione romanzesca a narratore interno , fa s che limmediatezza, a volte sventata della Pisana si esprim[a] in una lingua mossa e veloce, con grande ricchezza di interiezioni (il ricorrente Oh bella !) e modi del parlato .38

    5. Tradizione e innovazione

    Gli studiosi della lingua di Pirandello si sono nora soermati su singoli aspetti del suo personalissimo stile, ma per analizzare approfonditamente la scrittura del nostro autore (del quale importante considerare la formazione italiana ), giova osservarne anche gli aspetti particolari, che appaiono vari e a volte dissonanti. Accanto ai caratteri innovativi del parlato, vi sono quelli conservativi, risalenti alla lingua letteraria tra-dizionale : in eetti frattura e continuit si alternano nella lingua e nello stile del romanzo.39

    Per quanto riguarda la graa, ricordiamo alcuni fenomeni. Uso della j per rappre-sentare, nei casi previsti da una tradizione consolidata, la semiconsonante : bujo (p. 324), ajuto (p. 355), pajo (p. 327), gioja (p. 43), gajezza (p. 362), ingoj (p. 335), vassojo (p. 344), operaj (p. 536), lampionajo (p. 322), sbalorditoja (p. 395), projettiamo (p. 487).40 Plurale in -ii : negozii (p. 325), sacrizii (p. 326), sgrai (p. 362). Mancata univerbazione : pur troppo (p. 388), in ne (p. 550). I- prostetica : in iscena (p. 505), in istrada (p. 33), per ispasso (p. 485), ma per sfogar (p. 355).

    I casi di apocope dopo le consonanti r e n sono numerosi ; riguardano linnito : esser condotto (p. 323), visitar la mamma (p. 327), a goder con pi agio (p. 344), per aver maggior liber-t (p. 348), rilegger la notizia (p. 395) ; il verbo nito (soprattutto allinizio del periodo) : non eran da burla (p. 33), tien sospeso (p. 420), Eran quattro (p. 449), Son forse di Roma (p. 445), Eran forse denari (p. 530) ; alcuni sostantivi : il padron di casa (p. 445), scrittor di commedie (p. 579) ; alcuni aggettivi : particolar sapore (p. 323) ; si vedano anche : cel narrava (p. 40), men lontana (p. 444) ; sono numerosi i casi di apocope postvocalica : a suoi discorsi (p. 444), de viandanti (p. 524), in n de conti (p. 528), co miei nuovi modi risoluti (p. 475), tutti que miei biglietti di banca (p. 55) ; lapocope sillabica appare in : a pie (p. 563).

    presente il dittongo mobile o / uo : sonatore (p. 442) ma suona (p. 408), scotendolo (p. 558) ma scuoterli (p. 395), moveva (p. 504) ma muove (p. 507), votarsi (p. 355) ma vuoto (p. 328). Costante il dittongo in gliuolo (p. 568), gliuola (p. 568), giuochi (p. 44). Ben nota lalternanza gittare / gettare : si gitt (p. 352) ma gett (p. 535), gittarlo (p. 546, ma cfr., ivi, gettato, gettar via). Giovane lunica forma presente nel FMP, mentre in VG, QSG e UNC giovane si alterna con giovine. Per il consonantismo, sono da notare : lassimilazione in enimmi (p. 333), da cfr. con domma (VG, p. 374) e la scempia in inalzata (p. 53), ma innamo-rare e derivati ricorrono costatemente.

    Nelle preposizioni articolate si hanno numerosi casi di graa analitica : a gli occhi di lei (p. 532), de la morte (p. 42), de la sera (p. 55), de la mia illusione (p. 523) ; su le tempie (p. 535), su la spalla (p. 572), con su le labbra (p. 574), su i casi miei (p. 577) : cfr. su la moglie (VG, p.

    37 Nel cap. xiii dei Malavoglia (Verga 972, p. 228) : cfr. Asor Rosa (995a, p. 784).38 Mengaldo (2003, p. 268). 39 Sulla formazione italiana di Pirandello, cfr. Bruni (994). Di Continuit e frattura nella prosa italia-

    na fra Otto e Novecento ha parlato Serianni (993, p. 565).40 una scelta alla quale lautore rimase puntigliosamente fedele (Bruni 994, p. 25) e cfr. Serianni

    (2002, p. 289). Riporto alcuni esempi ricavati dai VG : migliaja (p. 357), pajo (p. 36), ajutava (p. 363), gajo (p. 366), solfaraj (p. 368), operaj (p. 369), corridoj (p. 379).

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    374). Nel passaggio alla seconda edizione il fenomeno si riduce ; ma rimangono tuttavia incongruenze : mi stringevo nelle spalle (p. 39) ma mi strinsi ne le spalle (p. 425). Sono comuni alluso del tempo forme come : su pel tavolone (p. 322), pe suoi commerci (p. 326), pel collo (p. 534), pei capelli (p. 546).

    Tra le forme verbali segnaliamo : un isolato io era (p. 408), ma altrimenti sempre ero e avevo ; tre occorrenze di sieno (pp. 320, 484, 578) ; lassenza di siano. Con loccasione si notino altri fenomeni : un caso di verbo essere con pronome dativale : e io non saprei proprio dire chio mi sia (p. 578) ; la scelta dellausiliare in : e sar come non ci avessimo mai conosciuto (p. 573) ; il participio presente con reggenza verbale : spirante delizia da tutto il volto (p. 333) ; il costrutto mi faccio a narrarlo (p. 320).

    Lenclisi pronominale libera assente ; ma il gerundio con pronome enclitico ricorre con discreta frequenza : non trovandomi l entro, morto, n avendosi daltra parte tracce o notizie di me (p. 392), Mi nacque l per l lidea [...] di far perdere ad Adriana ogni stima di me, perch non mi amasse pi, dimonstrandomele falso, duro, volubile, interes-sato (p. 53), Accostandomisi, tutto tremante e sospeso, come una cagna (p. 566).

    Un tratto conservativo si percepisce nel tto uso dei pronomi personali soggetto.4 Le interrogative possiedono spesso il pronome personale posposto al verbo : Che cosa ero io, se non un uomo inventato ? (p. 44), doveva ella credere [...] ? (p. 529), la ve-rit potevo io dirgliela ? (p. 530), poteva egli sul serio esser geloso di costei ? (p. 466). Come pronomi soggetto egli e lui convivono. Esempi di egli allinizio del periodo : Egli era riuscito in quella triste notte a impedire che linfelice riducesse ad eetto il violento proposito (p. 40), Ecco, s, egli aveva dato tanti dispiaceri al nonno (p. 42), Ora egli minacciava senza requie il suocero di riprendersi la glia (p. 48) ;42 si noti in un partico-lare contesto, egli seguito da unapposizione : Egli, il marchese dAuletta, si trovava in quel momento a passare di l (p. 536) ; nello stesso episodio ricorre lunico esempio di ei, rintracciabile nel romanzo : ci chei leggeva (p. 536).43 Egli appare preferibilmente in determinati contesti ; per es., in una proposizione relativa : la notizia chegli diceva antichissima (p. 407) ; dopo un gerundio : arrampicandocisi egli stesso (p. 33) ; dopo il verbo delle didascalie che accompagnano il dd : sospir egli allora, accigliandosi (p. 426), mi domand egli un giorno (p. 440), osserv egli, scotendo il capo (p. 444) ; anche se in questultimo caso la concorrenza con la forma obliqua lui forte : fece lui tranquillamente (p. 367), disse lui (p. 387), riprese lui (p. 560). La forma obliqua con funzione di soggetto appare, oltre che nelle posizioni pi consuete (dopo anche, nem-meno, neanche), in posizione postverbale e in contesti marcati :44 si mise daccordo con gli strozzini, e compr lui, senza gurare, le case (p. 354), non aveva pi nulla, lui, da dare alla moglie (p. 357), il tradimento invece laveva fatto lui a me (p. 36), perch [...] non laveva sposata lui, Romilda (p. 362), preferendo distruirmi lui (p. 45), E lo ripuliva lui, lo rimetteva a posto lui (p. 469) ; appare anche nellinterrogazione : Lo aveva scagliato lui ? (p. 509) ; nella frase nominale : lui, cos sordo (p. 426, in una paren-tetica), Come ! avventure amorose, lui ? (p. 426) ; e anche (ma raramente) in posizione iniziale : Lui mi ha assicurato che lei doveva essere suo parente (p. 479). Il pronome

    4 Cfr. Bstrom (972), DAchille (990, pp. 33-34), Antonelli (2003, p. 30 sgg., e 220).42 Tuttavia dal controllo degli apparati di Pirandello (973) risultano anche vari esempi di soppressione del

    pronome personale soggetto : Possedevamo terre e case (p. 326) Noi possedevamo terre e case ; Non aveva voluto nemmeno mandarci (p. 330) Ella non aveva voluto ; proveresti ritegno [...] ? (p. 347) proveresti tu ritegno [...] ? ; perch mi addormentai (p. 394) perch io mi addormentai.

    43 Questo ei sembra essere un unicum, non solo nel FMP, ma tenendo conto anche di QSG, VG, UNC. 44 Antonelli (2003, p. 32) ; sul carattere deittico dei pronomi lui e lei, vedi Durante (970). Registro un altro

    esempio di lui soggetto : e lui gongolava (VG, p. 35).

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    attribuito a referenti non umani esso, anaforico proprio di uno stile tradizionale, che vuole evitare la ripetizione dello stesso vocabolo a breve distanza : A diciottanni min-vase la faccia un barbone rossastro e ricciuto, a scpito del naso piuttosto piccolo, che si trov come sperduto tra esso e la fronte spaziosa e grave (p. 333), Ogni oggetto in noi suol trasformarsi secondo le immagini chesso evoca (p. 420) ; accade tuttavia che due norme possano convivere nella stesa frase : mi mettevo a conversar con lui, col canarino : gli rifacevo il verso con le labbra, ed esso veramente credeva che qualcuno gli parlasse (p. 430).

    La stessa tipologia ritroviamo con il pronome femminile : ella era riuscita a scoprire (p. 328), due vecchie serve chella trattava come parenti (p. 327), Ebbene, e non mi aveva ella detto che volentieri avrebbe arontato lo scandalo ? (p. 529). Essa, costante con referenti non umani, variante minoritaria, con referente umano : Pare che essa [...] si fosse messo in capo di fargli sposare la propria gliuola (p. 342), Ma chi era quel-luomo con cui essa parlava ? (p. 46), Forse si aspettava di morire anchessa (p. 327). Plurale : e anche esse non avevano forza di vagire (p. 370), Mi avevano ucciso davve-ro ! Ed esse, esse sole si erano liberate di me (p. 546). Lei appare in contesti marcati : Certo non poteva credere neanche lei, chio avessi davvero ritrovato il denaro (p. 529), Era il colmo, questo, della persecuzione che una moglie possa esercitare sul proprio marito : liberarsene lei, riconoscendolo morto nel cadavere dun povero annegato (p. 54). Notevole il passo in cui il pronome lei riferito a un inanimato : Lei sola, l dentro, quella pallottola davorio [...] pareva giocasse [...] / Lei sola : non certo quelli che la guar-davano, sospesi nel supplizio che cagionava loro il capriccio di essa (p. 37).

    Luso di essi appare in pochi passi : essi colgono frutti (p. 367), mi osservavano e sorridevano anchessi (p. 392) ; loro usato soprattutto in posizione postverbale : si ccavano loro nelle trappole (p. 366), perch lo vedono loro (p. 486), Quel Max lo avevano inventato loro (p. 507), non ci seran mica buttate loro (p. 5). La forma da-tivale di terza persona distingue il maschile dal femminile ; la sesta persona loro : E se per poco avessi loro scoperto il mio vero stato (p. 542), la sorte che pende loro sul capo (p. 563), come a uno specchio che sia posto loro davanti (Avvertenza, p. 583).

    Nelle interrogative che cosa si alterna con che : Che cosa erano mai undicimila lire ? (p. 388), Che cosa desidera ? (p. 432), ma Che gli aveva detto di me la Caporale ? (p. 466). Accanto ai numerosi esempi di ci presentativo Cera poi, davanti al divanuccio sgangherato, un tavolinetto con le quattro zampe dorate (p. 345), Non cera via di mezzo : losofo dovevo essere per forza (p. 406), Ma c forma e forma [...] c il sasso e letere (p. 440), si hanno esempi di verbo essere puro : Fra coloro che pi spesso ve-nivano a visitar la mamma era una sorella di mio padre (p. 327), Tra i pochi che non vollero farsi vedere, oltre ai miei creditori, fu Batta Malagna (p. 577). presente anche il ci raorzativo : Ma nella gora del molino, l alla Sta, ci avevano buttato me quelle due buone donne (p. 5), da cfr. con : Ecco, io vi sono stato ! (p. 420).

    Tiriamo le somme. Innovazione e conservazione sono compresenti anche ai livelli della microsintassi e della morfologia : ne risultano forme alternative e talvolta delle incongruenze. Le une e le altre hanno un riscontro nel procedere non sempre lineare delle varianti redazionali.45 Bisogna tener conto anche di due modi della scrittura piran-

    45 Negli apparati di Pirandello (973) si notano variazioni nella punteggiatura, univerbazioni di preposi-zioni articolate ; persistono, tuttavia, alcuni casi di grae analitiche. Per quanto riguardo il lessico, i casi di deletteralizzazione (per es., possa capitare, p. 352 possa occorrere ; mi sentii allargare il petto, p. 432 mi sentii slargare ; nalmente, p. 348 nanche) si alternano con esempi della tendenza opposta (per es., viso smunto, p. 334 faccia smunta faccina smunta ; recapito, p. 343 indirizzo). Non assente lintensicazione espressi-va : aveva gridato in faccia (p. 352) aveva detto ; trovai quasi asserpolato (p. 464) trovai seduto. Tra le variazio-

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    delliana : da una parte, la sua capacit di aderire costantemente alle situazioni, dallaltra lintento ludico, sempre in agguato : appare, per es., nella ripresa ironica della retorica di quel linguaggio giornalistico, che pure lo scrittore considerava un modello valido per il rinnovamento della lingua scritta.46

    6. Lessico

    Nel lessico di Pirandello narratore gli studiosi hanno individuato varie componenti.47 Con riferimento allintera opera del nostro, M. Pster ha riconosciuto : i) trasformazio-ni dal dialetto siciliano ; ii) elementi toscani o pseudo-toscani ; iii) arcaismi letterari ; iiii) creazioni isolate. Nel romanzo giovanile Il turno (895) S. C. Sgroi ha distinto ben sei registri stilistici diversi .48 Per quanto riguarda il FMP, si propongono qui di seguito alcune note.

    Scelte parlate spiccano gi nelle prime pagine : Nessuno prima di lui sera curato di sapere [...] che razza di libri quel Monsignore avesse donato al Comune (p. 32). Una certa espressivit ottenuta mediante luso di particolari verbi : al quale la zitellona sca-raventava le lodi pi sperticate (p. 329), non riuscendo ad appioppare a mia madre il suo prediletto Pomino (p. 333), Volevo proprio che la maestra Caporale mi spiattellasse l, in presenza dAdriana, chella mi avrebbe amato, anzi mi amava (p. 457), Subito per mi sovvenne la scusa che io ero pure in ballo l (p. 462), dove si nota una dissonanza stilistica : il letterario mi sovvenne, appare nel FMP soltanto due volte (contro vari casi di ricordare).49

    I modi del parlato emergono da vari indizi. Oltre ai molteplici segnali discorsivi che abbiamo gi ricordato, pensiamo a scelte del tipo : che centra ? (p. 323), Perch sta a Roma lei, signor Meis ? (p. 444), Ora sta a vedere (p. 509), Non ci mancava altro (p. 59), Ci vado di mezzo (p. 542) ; da notare anche luso di perbacco.50 Sincontrano vari toscanismi : assaettandosi (p. 469), cempennante (p. 448), n punto n poco (p. 446), sbrendolato (p. 474). Particolari eetti di connotazione sono ottenuti mediante i nume-rosi alterati,5 responsabili di particolari variazioni tonali. Si ricordi la serie di varianti su lanterna gi cit. ; signicativi appaiono anche altri fenomeni : le riprese del tipo contento cos ? Ma s, contentone (p. 499) e il passaggio, nelle riessioni di Mattia, da una denominazione come legnetto allespressivo decrepito calessino sgangherato (p. 398) ; un intento ludico appare in alcune neoformazioni come : ajuto-agente (p. 550), lanterninosoa (p. 484), sarto-barbieria (p. 406).

    ni sintattiche in direzione letteraria ricordiamo il passaggio dalla paratassi allipotassi (non gli sarebbe costato sacrizii di alcuna sorte, poich era lautamente remunerato, p. 326 non gli sarebbe costato sacrizii di alcuna sorte : era lautamente remunerato ; Il Bermudez col faccione rosso, perch teneva tra le dita un ammifero, sorrideva, p. 499 Il Bermudez teneva tra le dita un ammifero e sorrideva) e lintroduzione di un costrutto assoluto (Venduto luno e laltro, serano forse aggiustati alla meglio, p. 55 avevano venduto luno e laltro e serano aggiustati alla meglio). La tendenza opposta rappresentata, al livello microsintattico, dalla saltuaria soppressione del pro-nome personale soggetto (vedi nota 42) e dall introduzione di deittici : sintende di chi, quel povero Pomino ! (p. 329) sintende di chi, povero Pomino ! Un tratto conservativo lanticipazione dellaggettivo: particolar sapore (p. 322), le mie vitali energie (p. 545), strampalate ipotesi (p. 553); cfr. anche tragicamente morto (p. 553).

    46 Cfr. Serianni (993, pp. 570-57). 47 Criteri per interpretare i letteralismi di Pirandello sono esposti da Altieri Biagi (980, p. 65 sgg.), la

    mediet della sua lingua anche la scelta epistemologica dello scrittore-losofo (Eadem, p. 89).48 Cfr. Pster (994) e Sgroi (990). 49 Nella produzione precedente la non omogeneit dello stile appare con maggiore evidenza ; cfr. per es :

    per provvedere alla meglio e salvare alluopo, come suol dirsi, capra e cavoli (Es, p. 05).50 Che centra ricorre nove volte (cfr. lisolato : Che ci ha a vedere ? p. 542) ; perbacco raggiunge 0 occor-

    renze, ma assente in Es. 5 Vedi la nota 33.

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    A fronte degli elementi di parlato si ritrovano vari letteralismi come : la trista ragna ordita da quel laido vecchio (p. 347), tempestoso mareggiamento di pensieri (p. 400), presso al ponte che ritiene per una pescaja limpeto delle acque che vi fremono irose (p. 45), i vedovi, chio mi sappia, non sogliono levarsi lanellino di fede (p. 45). Toni dannunziani nei quali forse lecito intravedere un intento parodico impreziosisco-no i pensieri amorosi di Adriano Meis (pp. 455-456). Uno stesso latinismo ricorre in con-testi diversi : questa miserrima vita nostra (p. 445), miserrima tazza di ca (p. 572). Come si gi accennato, le due varianti tematiche cambiare e cangiare si alternano libe-ramente.52 Sarebbe utile ssare qualche corrispondenza lessicale tra questo romanzo e le altre opere narrative di Pirandello. Nel FMP incontriamo : fantasima (due volte), ma altrove la forma di gran lunga predominante fantasma (una situazione analoga ritro-viamo in Verga) ; sartore (due volte), una sola volta sarto, che altrove la forma normale ; cuna due volte nel FMP e tre volte nelle novelle, ma altrove sempre culla. Dallosserva-zione di alcune varianti morfologiche, come abbadarci (p. 509), forestiere (p. 422), gomita (p. 354, ma gomiti in Es, p. 203), ordegno (p. 535), passiamo a considerare letteralismi come : addogliato (p. 362), alleviarsi (p. 50), arrangolato (p. 545), artigliar (p. 490), dipoi (p. 328), di-viata diritta (p. 362), egra triste (p. 54), inchinevole (p. 423), indarno (p. 487), lezii (p. 450), rosignolo (p. 357), tallir germogliare (p. 330), verun (p. 59).53 Rientra nelluso letterario del tempo la scelta di connettivi quali : donde (pp. 52, 576 e passim), giacch (pp. 32, 352 e passim) ; lunico esempio di perciocch (p. 367) ha probabilmente valore evocativo (nel passo si parla di un antico trattato) ; nanche (p. 34) presente anche in Verga.

    7. Fenomeni di allineamento : la frase nominale e la parentetica

    Allineare i componenti del periodo, semplicandone la struttura, agendo quindi in sen-so contrario alla complessit subordinativa, unoperazione messa in atto pi volte nel FMP. Per raggiungere questo obiettivo opera in prima linea la paratassi, uno dei fattori pi importanti della modernit della scrittura pirandelliana. Unanalisi approfondita di questo fenomeno non pu prescindere da un confronto con le varie forme di ipotassi (vedi 9). Occupiamoci ora di due particolari strutture allineanti : la frase nominale e la parentetica.

    necessario distinguere tra nominalizzazioni e frasi nominali [= fn]. Le prime, nei testi narrativi, riguardano in primo luogo i sostantivi astratti verbali in funzione appo-sitiva e indipendente (Herczeg, 967, p. 80 sgg.), i quali hanno unimportante funzione gerarchico-informativa : servono infatti a qualicare, con una marca nominale, quanto il testo ha esposto in precedenza.54 Nellambito della fn rientrano anche i monoremi costituiti da interiezioni ed esclamazioni, che sono a tutti gli eetti componenti essen-ziali della scrittura pirandelliana.

    Presente sia nel dialogato sia nella narrazione, la fn realizzata con una notevole variet di forme e di funzioni.55 Dal punto di vista formale consideriamo la diversa

    52 Cangiare ampiamente attestato, a vari livelli, nella prosa di quegli anni ; si vedano i precedenti primot-tocenteschi, nella prosa epistolare : Antonelli (2003, pp. 67, 22). Nel caso di Pirandello, che di cangiare fa uso anche nella corrispondenza privata, possibile pensare anche a un inusso del siciliano canciari. Secondo Altieri Biagi (980, p. 68), cangiare alternativa non marcata di cambiare .

    53 Un probabile fraintendimento si ritrova in mi recai addosso il pastrano (p. 532) ; in italiano antico recarsi addosso a qualcuno valeva importunarlo con richieste insistenti: vedi il Grande Dizionario delle Lingua Italiana, fondato da S. Battaglia, Torino, Utet, alla voce recare, n. 28.

    54 Ferrari (2003, p. 275).55 Vediamo tre esempi di fn in Es : Ges, Ges ! un breve saluto, la mattina, con le labbra strette, e via (p.

    0), Nessuna distrazione, neppure momentanea (p. 8), a un tratto, silenzio, nellaltra stanza (p. 205).

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    estensione delle strutture, la presenza o assenza di accessori. Tre sono le funzioni prin-cipali della fn : i) commento nale, ii) proseguimento di un evento (o di unazione), iii) descrizione (per lo pi ambientale). Lo studio del dinamismo informativo, fondato sulla coppia tema-rema, costituisce la prospettiva pi adatta per cogliere fenomeni di rilevanza testuale e pragmatica.

    Per commentare e concludere quanto stato esposto in precedenza, la fn appare in varie circostanze. In apertura di capitolo istituisce un legame con quanto precede : Quaranta giorni al bujo / Riuscita, oh, riuscita benissimo loperazione (p. 482) ; qui laccapo isola il riepilogo dal giudizio. Pi brevi i commenti ad alcune sequenze testuali. Dopo aver ascoltato le panzane del cavalier Lenzi, lio narrante aggiunge : Av-vilimento e stizza (p. 427) ; allimmaginato matrimonio con Alessandra segue il grido liberatorio : Aperte le nestre, festa per tutti ! (p. 5) ; il triste meditare sulla propria inesistenza si conclude con : Lombra di un morto : ecco la mia vita (p. 523).

    Nel proseguire lo svolgimento di un evento o di unazione la fn ha spesso una nalit esplicativa : Per il momento, il suo compito era ben denito : lotta senza quartiere, l, nel campo clericale (p. 534) o argomentativa ; questultima modalit si ha, per esempio, quando, lautore, avendo recuperato nellAvvertenza il proprio ruolo, annulla la mario-netta di se stesso con un rapido scatto : e poi, alla ne, il calcio che manda allaria tutta la baracca (p. 584). Nei pensieri di Mattia Pascal lo sviluppo del ragionamento subisce spesso una contrazione nominale :

    Io allora gli domandai che intenzioni avesse : la madre, s, aveva tutta laria dessere una strega ; ma la gliuola, ci avrei giurato, era onesta. Nessun dubbio su le mire infami del Malagna ; bisognava dunque, a ogni costo, al pi presto, salvare la ragazza (p. 346).

    Ma soprattutto nellenumerazione di oggetti, azioni ed eventi signicativi che la fn, associata a particolari segnali discorsivi, raggiunge particolari eetti di rappresentazio-ne teatrale. Ecco Adriano Meis prepararsi al nto suicidio :

    Qua, dissi, quasi inconsciamente, tra me, su questo parapetto il cappello il bastone S ! Comesse l, nella gora del molino, Mattia Pascal ; io, qua, ora, Adriano MeisUna volta per uno ! Ritorno vivo ; mi vendicher ! (p. 546).

    Nel rievocare eventi trascorsi, nellimmaginare scene che avvengono altrove la serie di sostantivi esprime lesaltazione nervosa del protagonista :

    Quella giornata quasi non avvertita da me, tra le prime faccende e poi in quel sonno di piombo in cui ero caduto, chi sa intanto comera passata l, in casa Paleari ! Rimescolo, sbalordimento, curio-sit morbosa di estranei, indagini frettolose, sospetti, strampalate ipotesi, insinuazioni, vane ricerche ; e i miei abiti e i miei libri, l guardati con quella costernazione che ispirano gli oggetti appartenenti a qualcuno tragicamente morto (p. 553).

    Oltre a marcare una successione di movimenti o di azioni ( Pass un carro : rimasi l fermo, apposta : prima il cavallo, con le quattro zampe, poi le ruote del carro p. 523), la FN serve per abbozzare rapide descrizioni, simili a didascalie teatrali : Spalancamento docchi e di bocca di Marianna Dondi e anche di mia moglie (p. 392), Finanziera e cappellaccio a larghe tese (p. 406) ; ma nel descrivere lattraente Oliva intervengono signicative interiezioni : Come rideva ! Due ciriege, le labbra. E che denti ! (p. 340). Pi disteso anche perch realizzato mediante lapposizione nominale anticipata56

    56 In questo costrutto Herczeg (967, p. 2) vedeva un mezzo grammaticale che facilita lespressione del pensiero dellautore ; Ferrari (2003, pp. 247-25), invece, ne evidenzia la predicativit globale , la quale trasforma un predicato in s narrativo in predicato descrittivo, uno stato di cose in una propriet .

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    appare il ritratto comico di Pomino : Omino lindo, aggiustato, dagli occhietti ceruli mansueti, credo che sincipriasse e avesse anche la debolezza di passarsi un po di ros-setto, appena appena, un velo, su le guance (p. 329). Invece nel descrivere laspetto di Papiano, il segmento nominale posposto alla frase verbale : Aveva circa quarantanni, Papiano, ed era alto di statura e robusto di membra : un po calvo, con un grosso pajo di ba brizzolati appena appena sotto il naso, un bel nasone dalle narici frementi ; occhi grigi, acuti e irrequieti come le mani (p. 468).

    Alla variet di forme assunte dalla fn corrisponde luso frequente di parentetiche, che aiutano a snellire la struttura dei periodi. Sinseriscono brevi commenti nella linea di unesposizione dubitativa e rammemorativa, che perviene spesso alla demisticazione del perbenismo :57 Qualcuno vorr bene compiangermi (costa cos poco), immagi-nando latroce cordoglio [...] e vorr pur bene indignarsi (costa anche meno) (p. 39), non forse vero che mai luomo tanto appassionatamente ragiona (o sragiona, che lo stesso), come quando sore (Avvertenza, p. 58). La presenza di esclamazioni e dinterrogazioni allinterno della parentesi conferma che a muovere le scelte stilistiche ancora una volta la ripresa stilizzata di modi del parlato : Parlando pianissimo e sfug-gendo di guardarmi (chi sa che impressione le feci in prima !), mintrodusse, attraverso un corridojo bujo, nella camera che dovevo prendere in atto (p. 432). Tra parentesi compaiono anche segmenti alloglotti : unapposizione in francese per illustrare il sog-getto di un libro (p. 439) e una citazione latina (p. 360) che abbiamo gi ricordato.

    8. Fenomeni dimplicazione : strutture ternarie, proposizioni infinitive, gerundive e participiali

    Come controparte alla sintassi franta del parlato, fattore dinamico della scrittura piran-delliana, ritroviamo, in vari livelli di micro- e macrosintassi, fenomeni che predispongo-no il testo a una strutturazione ordinata dei componenti. In prima posizione appaiono quattro costruzioni : i) la struttura ternaria (di sostantivi, verbi, aggettivi e di segmenti periodali), poi, su piani di maggiore complessit, alcuni tipi di ii) proposizioni innitive, iii) gerundive e iiii) participiali.

    Nel periodo il frequente tricolon ha spesso una funzione di chiusura, che risalta dopo la presenza di pi sequenze testuali. signicativo che allinizio e alla ne del roman-zo, il protagonista-attore compaia nello s