Riassunto filosofia Socrate (Federica Angioni)

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    SOCRATE

    1.La vita e la figura di SocrateLa personalit di Socrate segna un momento fondamentale, non solo della filosofiagreca, ma dell'intera storia intellettuale dell'Occidente; infatti, la sua vita e la suaparola, sono state talmente profonde che sono state paragonate a quelle di un Cristo o

    di un Buddha. Di Socrate sappiamo abbastanza poco: egli nacque nel 470 o nel 469 adAtene, in cui comp i suoi studi giovanili, studi geometria ed astronomia.Socrate si tenne lontano dalla vita politica attiva: la sua vocazione era la filosofia,intesa come un esame incessante di se stesso e degli altri. Per dedicarsi alla ricercafilosofica, Socrate trascur ogni attivit pratica e visse in semplicit con la moglieSantippe e i figli. Tuttavia la sua figura non ha nessuno dei tratti convenzionali con cuila tradizione delineava gli altri sapienti: la stessa apparenza fisica di Socrate andavacontro l'ideale ellenico dell'anima saggia in un corpo bello e armonioso; Socrate,infatti, era brutto e assomigliava a un Sileno.Eppure Socrate, che ha dedicato la sua esistenza alla filosofia ed morto per essa,non scrisse nulla. Egli non scrisse nulla poich ritenne che la ricerca filosofica nonpoteva essere condotta o continuata da uno scritto. Per Socrate nessuno scritto pu

    suscitare e dirigere il filosofare; lo scritto pu comunicare una dottrina, non stimolarela ricerca.

    2.Il problema delle fonti e l'enigma di Socrate

    Le testimonianze classicheIl fatto che Socrate non abbia lasciato nulla di scritto genera delle grosse difficoltnella ricostruzione del suo pensiero, anche per il fatto che le testimonianze indiretteche possediamo non sono coerenti tra di loro. Tuttavia possiamo basarci sulletestimonianze di:

    Aristofane: la testimonianza di Aristofane, contenuta nella commedia Le Nuvole,risale ai tempi dello stesso Socrate. Aristofane delinea Socrate come unintellettuale innovatore, accomunandolo ai Sofisti e presentandolo come unchiacchierone che infonde insegnamenti corruttori ai giovani. Appare evidenteche tale testimonianza sia una contraffazione. Tuttavia, nonostante Aristofanepresenti Socrate come peggior sofista, ci presenta un quadro storicamenteaccettabile di quelle che furono la formazione e le posizioni di Socrate tantoche, sia pur alla rovescia, il Socrate che Aristofane presenta coincide il Socratespregiudicato e critico di tutti i chiacchieroni del bene, della tradizione, dellasanit, che mette in discussione tutti gli insegnamenti, che irrita e favergognare di s la gente che credeva di sapere.

    Policrate: nella Accusa contro Socrate del 393, Policrate accusa Socrate di averdisprezzato le procedure della democrazia e nello stesso tempo, esprimendo ilpunto di vista della restaurazione democratica, si trova d'accordo con Aristofanenel rinfacciare a Socrate di aver corrotto i giovani e aver insegnato credenzecontrarie allo stato.

    Senofonte e i socratici minori: Senofonte ci presenta un Socrate per lo pimoralista e predicatore; i socratici minori ci danno poche notizie e per lo piestremizzano qualche aspetto del pensiero socratico.

    Platone: egli, nei suoi dialoghi, ci offre la pi suggestiva ed amorosapresentazione di Socrate, da cui scaturita l'immagine tradizionale diquest'ultimo.

    Aristotele: egli schematizza Socrate come lo scopritore del concetto e il

    teorico della virt come scienza.

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    Le fonti e la critica odiernaPur riconoscendo la centralit della testimonianza platonica tra tutte le fonti, il fattoche non esistano scritti di Socrate ha spinto alcuni studiosi a ritenere impossibile ogniricostruzione del Socrate storico; per tale motivo si arrivati a confermare che lafilosofia di Socrate e rimarr un enigma insoluto. Ma allaffermazione che di Socratenon si conosca niente poich le fonti a noi giunte sono solo delle interpretazioni dellasua figura, si pu obbiettare che:1) di Socrate non si sa n tutto n niente, bens qualcosa, ossia tesi generalitramandate a noi dalle testimonianze e dalla tradizione;2) lammettere che Platone e le altre fonti abbiano interpretato Socrate nonequivale a dire che lo abbiano travisato;3) sulla base dell'esame comparato dalle varie fonti possibile capire, in generale,fino dove arrivato Socrate e dove invece giunto Platone:4) prima di Socrate, nella cultura greca e nei filosofi, mancavano alcuni motivi chetroviamo solo dopo Socrate e che le fonti riferiscono esplicitamente a lui;bisogna mantenere vivo il problema Socrate, pur essendo coscienti dellaproblematicit e nondefinitivit di ogni ricostruzione.

    3. La posizione storica di Socrate

    Socrate e l'Illuminismo greco; Socrate, i Sofisti e PlatonePer comprendere adeguatamente la figura di Socrate indispensabile centrarnel'esatta collocazione storica e filosofica. Socrate affonda le sue radici nel mondoculturale di quell'Illuminismo greco di cui i Sofisti sono i maggiori rappresentanti.Infatti Socrate legato alla Sofistica da una serie di rapporti, che sono:

    l'attenzione per l'uomo e il disinteresse per le indagini intorno al cosmo; la tendenza a cercare nell'uomo, e non fuori di esso, i criteri del pensiero edell'azione;

    l'atteggiamento spregiudicato e la mentalit razionalistica, anticonformistica edantitradizionalistica, portata a mettere tutto in discussione e non accettare nulla senon attraverso la critica e la discussione;

    l'inclinazione verso la dialettica e il paradosso.Ci che, invece, lo allontana dai Sofisti, :

    un pi sofferto amore della verit e il rifiuto di ridurre la filosofia a retorica; il tentativo di andare oltre il realismo conoscitivo e morale in cui si erasviluppata la sofistica post-protagorea.In Socrate, infatti, vi l'esigenza di far partorire agli uomini delle verit comuni, che,al di l dei loro soggettivi punti di vista, possano intellettualmente avvicinarli tra loro.Socrate quindi contemporaneamente figlio e avversario della sofistica. Inoltre importante distinguere ci che accomuna Socrate con Platone, ovvero lesigenza di unsuperamento del relativismo sofistico, e ci che li differenzia, ovvero lumanesimo che presente in Socrate e non in Platone.

    4. La filosofia come ricerca e dialogo sui problemi dell'uomo

    Sembra quasi certo che in un primo momento della sua vita Socrate ebbe un interesseper i naturalisti e per la loro indagine naturalistica. Ma deluso da tali indagini, il filosofosi convinse che alla mente umana sfuggono inevitabilmente i perch ultimi delle cosee che ad essa non dato di conoscere con certezza l'Essere e i princpi del mondo.Abbandonate tali indagini, Socrate cominci ad intendere la filosofia come unindagine

    in cui luomo, facendo se stesso problema, tenta con la ragione di chiarire s a sestesso, rintracciando il significato profondo del proprio esseruomo. Per questo Socratefece suo il motto delloracolo di Delfi conosci te stesso, vedendo in esso lamotivazione ultima del filosofare. Per Socrate lessere uomo costituito dal rapporto di

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    s con gli altri e, di conseguenza, egli fonda la sua filosofia sul dialogo interpersonalein cui ognuno affronta e discute le questioni relative alla propria umanit. In talecolloquio Socrate ha posto il valore stesso dell'esistenza: Una vita senza esame non degna di essere vissuta.

    5. I momenti del dialogo socratico

    Il non-saperePer Socrate la prima condizione della ricerca e del dialogo filosofico la coscienzadella propria ignoranza. Quando Socrate conobbe la risposta dellOracolo di Delfi, chelo proclamava il pi sapiente fra gli uomini, lo interpret come se avesse voluto direche sapiente solo chi sa di non sapere. Sostenere che vero sapiente unicamentechi sa di non sapere anche un modo polemico per dire che il filosofo genuino coluiche ha compreso che circa le cause e le strutture del Tutto non si pu dire nulla consicurezza. Tale affermazione, per, non equivale ad un'interpretazione di Socrate inchiave scettica poich egli, seppur agnostico per quanto riguarda le questionicosmologiche ed ontologiche, non lo sui problemi etico-esistenziali; per tale motivo,

    se riferita all'uomo, la formula socratica assume il significato di una denuncia polemicadi tutta quella categoria di individui che pretendono di saperla lunga sull'uomo,credendosi in possesso di salde certezze sulla vita. Tuttavia Socrate non intendeescludere la possibilit di una ricerca sulluomo, anzi la incoraggia poich solo chi sa dinon sapere cerca di sapere, mentre chi si crede gi in possesso della verit, non sarspinto a cercarla. Quindi la tesi socratica del non sapere non una professione discetticismo, poich spinge ad indagare, ma solamente sui problemi fondamentalidelluomo, ponendo dei limiti alla ricerca la quale non pu spingersi fino alle supremerealt di natura metafisica.

    L'ironiaNell'esame cui Socrate sottopone gli altri, coinvolgendo anche se stesso, la sua primapreoccupazione di renderli consapevoli della loro ignoranza. A tale scopo egli usal'ironia, ovvero quel gioco di parole o teatro di finzioni attraverso cui il filosofogiunge a mostrare il non-sapere in cui si trovano. L'ironia dunque il metodo utilizzatoda Socrate per svelare all'uomo la sua ignoranza e per gettarlo nel dubbio enell'inquietudine, impegnandolo nella ricerca. Facendo ironicamente finta di nonsapere, Socrate chiede al proprio interlocutore, per lo pi un personaggio illustre, dispiegargli ci in cui egli competente; dopo una lunga adulazione del suo sapere,comincia a martellarlo di domande. Con l'utilizzo dellarma del dubbio e dellaconfutazione delle deboli risposte ricevute, il filosofo pu mostrare alla persona che glista difronte l'inconsistenza delle sue persuasioni, provocando in lui vergogna. Inquesto modo, il filosofo arrivare al suo scopo principale: invogliare alla ricerca del vero.

    Lironia , quindi, una specie di sofistica nobile che tende alla purificazione e allaliberazione di ogni convinzione del vivere quotidiano.

    La maieuticaTutto ci non significa che Socrate, dopo aver fatto il vuoto nella mente del discepolo,si proponga di riempirla con una sua verit, quasi fosse un sorta di lavaggio delcervello; Socrate, infatti, non vuole stimolare dall'esterno una propria dottrina, masoltanto stimolare lascoltatore a ricercarne una propria. Da ci la celebre maieutica,larte di far partorire. Cos come la madre, una levatrice che aiutava le donne apartorire i bambini, Socrate era un ostetrico di anime, ovvero, aiutava gli intelletti apartorire il loro genuino punto di vista sulle cose. La verit deve essere una conquistapersonale e la filosofia unavventura della mente di ciascuno; la vera educazione ,quindi, sempre autoeducazione, ossia un processo in cui il discepolo, grazieall'opera del maestro, viene aiutato a maturare autonomamente dal proprio interno.

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    6. Socrate e le definizioni

    Il concettoNella struttura a spirale del dialogo socratico, fatto di domande, risposte e obiezioniche si ripetono in continuazione, il punto focale l'interrogativo ti sti (che cos?),ossia la richiesta di una definizione precisa di ci di cui si sta parlando. Spesso, adomande come cos la virt?, veniva data una risposta a Socrate che era pi chealtro unelencazione di esempi di virt; a Socrate, per, non interessano degliesempi, ma una definizione precisa di virt. Ai lunghi discorsi ammaliatori dei sofisti(macrologie), Socrate contrappose discorsi brevi (brachilogie), fatti di battute corte eveloci, volte ad obbligare lavversario a risposte precise, che mostreranno lasuperficialit delle proprie convinzioni e si dispone ad una pi sentita ricerca. Ladomanda che cos? rivela, dunque, due volti: uno negativo, che mette in crisi ildialogante spogliandolo delle proprie certezze, e uno positivo che mira a condurre ildialogante verso una definizione soddisfacente dellargomento trattato. Aristoteleattribuisce a Socrate il ragionamento induttivo, il quale porta ad unaffermazionegenerale che esprime il concetto, cio la definizione della cosa.

    Il concetto e il relativismo sofisticoSocrate, contro i sofisti, ha sentito il bisogno di portare un po' d'ordine nel discorsointerpersonale e ha visto la necessit di una precisazione linguistica dei concetti perpermettere agli uomini di intendersi meglio fra loro e per trovare un punto d'accordocapace di superare le dissonanze delle loro opinioni. Cos, con Socrate, comincia adelinearsi quella reazione al relativismo linguistico, conoscitivo e morale sofistico.

    Tuttavia Socrate non ha costruito una scienza delle definizioni o un concetto delconcetto, e tanto meno ha inteso la definizione come una forma di sapere assoluto.Lunico modo per centrare storicamente Socrate, quello di cogliere i complessi esottili rapporti che lo uniscono e nello stesso tempo lo distanziano nettamente daisofisti e da Platone.

    7. La morale di Socrate

    La virt come ricercaLa morale di Socrate intende la virt come ricerca e come scienza. La virt era intesa,dai Greci, come il modo di essere ottimale di qualcosa; riferita alluomo, la virt era ilmodo migliore di essere uomo e di comportarsi nella vita. Tradizionalmente, la virtveniva considerata come qualcosa di dato, ossia qualcosa di garantito dalla nascita odagli di. I Sofisti, invece,sostenevano che la virt fosse un valore, un fine, chedevessere umanamente cercato e conquistato con sforzo ed impegno; essa dipende

    dalleducazione, in quanto virtuosi si nasce e non si diventa, e vi si arriva attraverso lapaidia (cultura). Socrate, come i Sofisti, sostiene che la virt non un dono gratuito,ma una faticosa conquista.

    La virt come scienzaInoltre, Socrate sostiene che la virt (intesa come arte del ben vivere e del bencomportarsi) sempre una forma di sapere, ossia un prodotto della mente. Socratetenta di sottoporre la vita al dominio dellintelletto; infatti, dal punto di vista socratico,per essere uomini nel modo migliore indispensabile filosofare nel senso pi vasto deltermine. Tanto pi che per Socrate non esistono n il Bene n la Giustizia come entitassolute con cui commisurare le nostre azioni, in quanto il bene e il giusto sono valoriumani che scaturiscono dal nostro ragionare. Per Socrate, infatti, non c una formulache stabilisca cos il bene, ma il bene ci che ragioniamo di caso in caso: il saperesocratico sapere quando bene fare questa o quella azione; ecco quindi ilrazionalismo morale di Socrate.

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    Unicit e insegnabilit della virtIntesa come sapere razionale, la virt socratica pu essere insegnata e comunicata atutti e deve costituire un patrimonio per ogni uomo. Infatti, secondo Socrate, bisognache ciascuno impari, oltre al proprio mestiere, anche il mestiere di vivere, ossia lascienza del bene e del male; uomo e filosofo sono, quindi, la medesima cosa. Da taleconcezione della virt Socrate trae alcune conclusioni. Innanzitutto la virt unica, inquanto ci che gli uomini chiamano le virt sono nient'altro che il plurale diquell'unica virt che la scienza del bene, senza la quale le virt particolaricesserebbero di esistere poich, ad esempio, comportarsi da giusti o da coraggiosisignifica sapere quando e come bene esserlo.

    Virt, felicit e politicitIn secondo luogo, Socrate, tende a far coincidere il campo delle virt propriamenteumane con i valori dell'interiorit e della ragione, cio con l'anima. Secondo Socrate iveri valori non sono quelli legati alle cose esteriori (ricchezza, fama, potenza) enemmeno quelli legati al corpo (saluta fisica, bellezza, vigoria), ma solamente quellilegati all'anima. Questa tendenza socratica ad esaltare i valori dell'interiorit e del

    sapere non autorizza tuttavia un'interpretazione ascetica del suo messaggio;Socrate, infatti, ritiene che la morale non sia un esercizio di autocommiserazione,bens un modo di essere che mira alla utilit e alla felicit della vita. Solo ilvirtuoso che segue la ragione felice, mentre il non-virtuoso che segue l'istinto e nonragiona non lo . In poche parole, Socrate non intende abolire i valori vitali delbenessere, del vigore, ecc., ma sottoporli alla disciplina della ragione che li fardiventare dei beni maggiori. In terzo luogo, la virt di cui parla Socrate, tende arisolversi nella politicit, poich, essendo l'uomo un essere sociale, l'arte del saperevivere si concretizza nell'arte del sapere vivere con gli altri. Una politica cos intesamira a quel ragionare-insieme sulle Cose della citt da cui deve scaturire il benecomune.

    I paradossi dell'etica socraticaDalla teoria della virt come scienza, Socrate ne fa derivare i paradossi secondo cuinessuno pecca volontariamente e chi fa il male, lo fa per ignoranza del bene. Contali tesi, Socrate intende dire che nessuno fa il male volontariamente o sapendo difarlo, poich chi opera il male semplicemente un individuo che ignora quale sia ilvero bene; infatti chi agisce fa sempre ci che per lui bene. Di conseguenza, se, adesempio, scambia un vizio per un bene, ci dovuto alla sua ignoranza che, al di l diun'apparenza momentanea di piacere, non sa cogliere la futura realt di patimento. Unaltro paradosso del socratismo la massima secondo cui preferibile subire il maleche commetterlo. Tale principio si connette al Vangelo laico di Socrate, basato sullaconvinzione che solo la virt e la giustizia rendono l'uomo felice, mentre l'immoralit e

    l'ingiustizia gli portano solo infelicit.

    8. La discussione critica sulla morale di Socrate: le accuse diintellettualismo, formalismo e relativismo

    Il razionalismo morale di Socrate, che identifica la virt come sapienza e il vizio comeignoranza, stato accusato di sopravvalutare troppo la funzione dell'intelletto nelcomportamento umano, dimenticando la presenza della volont e la forza della parteistintiva-affettiva della nostra psiche. Di conseguenza, Socrate stato tacciato diintellettualismo etico, poich egli, non distinguendo fra intelletto e volont o nondando sufficiente importanza ai fattori emotivi, avrebbe esagerato la potenza dellaragione. Un'altra imputazione che si rivolta a Socrate quella di formalismo etico,in quanto egli, limitandosi a dire che la virt coincide con la scienza, non definirebbe inconcreto la virt e non specificherebbe il comportamento che ogni uomo dovrebbe

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    seguire. Tuttavia, tale accusa risulta essere un fraintendimento poich Socrate vollelimitarsi ad offrire all'uomo lo schema generale del ben comportarsi e volle invogliarel'uomo a ragionare su quale sia il bene di volta in volta, senza pretendere di stabilirequale sia il bene concreto. Questo razionalismo etico non deve essere confuso con unaforma di soggettivismo o relativismo morale che lascerebbe l'uomo privo di saldi criteri; infatti, l'imperativo socratico di agire secondo ragione, facendo scaturire il bene divolta in volta, si accompagna alla convinzione che il bene sia morale solo se rispetta lapropria e l'altrui dignit.

    9. La religione di Socrate

    Socrate tende a dare alla sua opera un carattere religioso; egli, infatti, considera ilfilosofare come una missione che gli stata affidata da una divina, e parla di undemone che lo consiglia in tutti i momenti decisivi della sua vita, guidandolo nellescelte. Questo demone pu essere interpretato come la voce della coscienza, anchese, molto probabilmente, esso pi della semplice voce della coscienza: il concettoreligioso, non semplicemente morale. Egli, per obbligo del buon cittadino, prestava un

    ossequi agli dei; ma, ammettendo solo la divinit, ritiene gli dei solo manifestazioni diquestultima. La divinit quindi garante dellordine del mondo, della giustizia e delbene ed custode del destino degli uomini. Dunque, la religiosit di Socrate, non sibasa su credenze, ma anima la ricerca filosofica.

    10. La morte di Socrate

    L'accusaGli insegnamenti e le idee di Socrate erano ormai diffuse ad Atene, quando tredemocratici (Meleto, Anito e Licone) lo denunciarono alla citt con laccusa di nonriconoscere gli dei tradizionali della citt, ma di introdurne di nuovi, e corrompere igiovani; pena: la morte. Di fronte a tali accuse, Socrate poteva tentare di scagionarsi oscappare da Atene, ma non volle e continu a sostenere il suo compito educativo neiconfronti degli Ateniesi dichiarando che non lo avrebbe mai lasciato poich era unordine divino. Socrate, con una piccola maggioranza, fu riconosciuto colpevole; tralandare in esilio e proporre una pena adeguata al verdetto, egli, sarcasticamente,disse di esser degno di essere nutrito a spese pubbliche nel Pritano come si facevaper i grandi della citt. A tale affermazione segu una nuova accusa con maggioranzapi ampia e con pena di morte.

    Le cause storiche e politiche del processoNella paradossale affermazione di qualche filosofo che sostiene che la cosa piimportante della vita di Socrate fu la sua morte, c' qualcosa di vero: infatti Socrate

    deve ringraziare il suo processo e la sua morte per la fama che gli hanno comportato.La morte e il processo di Socrate, per molti anni, sono apparsi poco chiari, ma oggi sicollocano in un preciso contesto storico-politico della Grecia Antica. Atene era appenauscita dal regime oligarchico e filospartano dei Trenta Tiranni, e aveva appenarestaurato una democrazia particolarmente conservatrice che si chiudeva nei confrontidelle novit rivoluzionarie di qualsiasi tipo. Di conseguenza, un uomo come Socrate,indipendente in fatto di religione e spregiudicato in filosofia, poteva apparire unelemento particolarmente pericoloso. Gli studiosi attuali, tuttavia, pensano chelaccusa a Socrate sia stata solo un pretesto giuridico dietro cui si celava un piremoto motivo di ostilit dei democratici nei confronti del filosofo: in primo luogo,infatti, Socrate concepiva il governo come arte e competenza da affidare a pochepersone solidamente preparate in materia; in secondo luogo, Socrate erainequivocabilmente legato da rapporti di amicizia con esponenti della giovent ultra-aristocratica di Atene che aveva ordito il colpo di stato dei Trenta Tiranni.

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    Significati filosofici e idealiLa morte di Socrate, che fu costretto a bere la velenosa cicuta, ha un alto significatoideale ed esistenziale, poich testimonia la piena fedelt di Socrate a s stesso e aisuoi princpi teorici. Platone ci presenta Socrate come un uomo che, avendo insegnatola giustizia ed il rispetto delle leggi, non poteva, con una fuga, essere ingiusto verso leleggi di Atene e smentire, nel momento decisivo, tutta la sua opera di maestro. PerSocrate chi rifiuta le leggi del proprio Stato o della propria civilt cessa di essereuomo; le leggi si possono cambiare e migliorare, ma non violare, altrimenti verrebbemeno la stessa vita in societ.

    Tale tesi di Socrate ci permette di capire perch tra il morire restando fedele al suopensiero, e salvarsi venendo meno a questultimo, scelse la prima opzione. Ma questamorte, al di l del caso specifico di Socrate, manifesta il tragico soccomberedell'intellettuale nei confronti del potere organizzato delle forze politiche. Per questomotivo, Socrate apparso il primo martire del pensiero occidentale, ed il suo nome divenuto un esplicito atto di condanna delle prepotenze dei politici, ed un appello allasalvaguardia dell'autonomia dell'intellettuale nei confronti del potere.