Eckhart Meister Sermoni Tedeschi

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    INDICE

    Unus deus et pater omnium 3Ave, gratia plena 5Jsus hiez sine jngern fgn 8Sant Paulus sprichet: intuot iu inniget iu Kristum 10

    Moyses orabat dominum deum suum 12Mulier, venit hora et nunc est, quando veri adoratores adorabunt patrem in spiritu et veritate 14Nolite timere eos qui corpus occidunt, animam autem occidere non possunt 16Hoc est praeceptum meum 18Ego elegi vos de mundo 20Convescens praecepit eis, ab Ierosolymis ne discederent etc. 22Praedica verbum 24

    Iustus in perpetuum vivet, et apud dominum est merces eius 26Adolescens, tibi dico: surge 28Mortuus erat et revixit, perierat et inventus est 30Alle gleichen Dinge 33Beati pauperes spiritu, quia ipsorum est regnum coelorum 35Dum medium silentium tenerent omnia et nox in suo cursu medium iter haberet etc. 38In omnibus requiem quaesivi 43Gott hat die Armen 45

    Euge, serve bone et fidelis 47Gott ist diu minne 50Scitote, qui a prope est regnum dei 52

    Modicum et iam non videbitis me 54Modicum et non videbitis me 57Surrexit autem Saulus de terra apertisque oculis nihil videbat 59Videns Iesus turbas, ascendit in montem etc. 62

    Dilectus deo et hominibus 64Videte, qualem caritatem dedit nobis pater, ut filii dei nominemur et simus 66

    Ecce mitto angelum meum 69

    Missus est Gabriel angelus 71Laudate coeli et exultet terra. Ego sum lux mundi 72Homo quidam erat dives 74Quis putas puer iste erit? Etenim manus domini cum ipso est 76

    Renovamini spiritu mentis vestrae 78Puella, surge 80

    Intravit Iesus in quoddam castellum, et mulier quaedam, Martha nomine, excepit illum etc. 82

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    Unus deus et pater omnium

    Ho pronunciato in latino una parola, detta da san Paolo nella Epistola: Un Dio e Padre di tutti,benedetto al di sopra di tutti, attraverso tutti ed in noi tutti. Dal Vangelo prendo un'altra parola,detta da nostro Signore: Amico, vai pi in alto, sali pi in alto.

    Nella prima, detta da Paolo, Un Dio e Padre di tutti, egli tace una paroletta, che racchiude in sun cambiamento. Quando dice: un Dio, intende con ci che Dio Uno in se stesso, e separato datutto. Dio non appartiene ad alcuno, e nessuno gli appartiene; Dio Uno. Boezio dice: Dio Uno, enon muta. Tutto quel che Dio ha creato, lo ha creato soggetto al mutamento. Tutte le cose, in quantocreate, portano sulle spalle la mutabilit.

    Questo vuol dire che noi dobbiamo essere Uno in noi stessi, e separati da tutto, costantementeimmobili, dobbiamo essere una sola cosa con Dio. Al di fuori di Dio, non v' che il nulla. Perci impossibile che in Dio possa avvenire qualche cambiamento o modificazione. Ci che cerca un al-tro luogo fuori di s, si modifica. Dio ha tutte le cose in se stesso in pienezza; perci non cerca nien-te fuori di se stesso, ma solo nella pienezza, come la cosa in Dio. Come Dio porti ci in se stesso,nessuna creatura pu comprenderlo.

    Un secondo insegnamento, quando dice: Padre di tutti, tu sei benedetto. Questa parola porta ins un cambiamento. Quando dice Padre, in ci siamo inclusi noi tutti. Se egli nostro Padre, noisiamo suoi figli, e cos sia l'onore sia la vergogna che gli si danno, vanno al nostro cuore. Quando ilbambino vede quanto caro al padre, sa perch gli obbligato a vivere puro e innocente. Per questomotivo, anche noi dobbiamo vivere in purezza, giacch Dio stesso dice: Beati i puri di cuore, per-ch vedranno Dio. Cosa la purezza del cuore? purezza del cuore quel che isolato e separatoda tutte le cose corporee, e raccolto e racchiuso in se stesso, e quello che, da questa purezza, si gettain Dio e l viene unito. David dice: sono pure ed innocenti quelle opere che sgorgano e si compiononella luce dell'anima; ancora pi innocenti quelle che permangono all'interno, nello spirito, e nonescono. Un Dio e Padre di tutti.

    L'altra parola: Amico, vai pi in alto, sali pi in alto. Delle due parole, io ne faccio una. Quan-do dice: Amico, vai pi in alto, sali pi in alto, questo un dialogo dell'anima con Dio, in cui le risposto: Un Dio e Padre di tutti. Un maestro dice: l'amicizia risiede nella volont. In quanto l'a-micizia risiede nella volont, essa non unisce. Altre volte io ho detto: l'amore non unisce; esso uni-sce nella operazione, ma non nell'essere. Perci dice: Un Dio; Vai pi in alto, sali pi in alto.Nel fondo dell'anima non pu giungere altro che la pura divinit. Perfino l'angelo pi alto, per quan-to vicino sia a Dio, e a lui imparentato, con tutto quel che di Dio ha in s - il suo operare sempre inDio, egli unito a Dio nell'essere, non nell'operare; egli permane incessantemente all'interno di Dio: davvero cosa mirabile, quanto nobile sia quest'angelo - tuttavia non pu entrare nell'anima. Unmaestro dice: tutte le creature, che hanno in s la differenza, non sono degne che Dio operi in esse.L'anima in se stessa, l dove al di sopra del corpo, tanto pura e fine da non accogliere niente al-

    tro che la nuda, pura divinit. E neppure Dio pu penetrarvi, se prima non gli tolto tutto quel chegli si aggiunto. Perci le fu risposto: Un Dio.San Paolo dice: Un Dio. Uno qualcosa di pi puro della bont e della verit. Bont e verit

    non aggiungono niente, esse aggiungono nel pensiero; quando si pensa, si aggiunge. L'Uno, invece,non aggiunge nulla, l dove in se stesso, prima di effondersi nel Figlio e nello Spirito santo. Percidisse: Amico, sali pi in alto. Un maestro dice: l'Uno una negazione della negazione. Se dicoche Dio buono, qualcosa gli si aggiunge. L'Uno, invece, una negazione della negazione ed unaprivazione della privazione. Cosa significa Uno? Uno significa ci cui niente aggiunto. L'animacoglie la divinit, come essa pura in s, dove niente le aggiunto, niente pensato. L'Uno una ne-gazione della negazione. Tutte le creature portano in s una negazione: l'una nega di essere l'altra.Un angelo nega di essere un altro. Dio, invece, ha una negazione della negazione; egli Uno, e nega

    tutto il resto, perch niente al di fuori di Dio. Tutte le creature sono in Dio e sono la sua propriadivinit. e questo significa la pienezza, come sopra ho detto. Egli un Padre della intera divinit.Dico perci una divinit, perch l niente sgorga, niente viene toccato o pensato. Nel fatto di negare

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    qualcosa a Dio - ad esempio la bont, ma in verit non posso negare nulla a Dio -, dunque nel fattodi negare qualcosa a Dio, io concepisco qualcosa che egli non ; e proprio questo deve sparire. Dio Uno, una negazione della negazione.

    Un maestro dice che la natura dell'angelo non svolge alcuna operazione o potenza, essa non co-nosce che Dio. Essi non sanno niente altro. Perci disse: Un Dio, Padre di tutti; Amico, sali pi

    in alto. Alcune potenze dell'anima prendono dall'esterno, come l'occhio: per quanto sottile sia quelche esso prende, scartando la parte pi grossolana, deve pur prendere dall'esterno qualcosa che ha ache fare col qui e con l'ora. La conoscenza, invece, e l'intelletto, scartano tutto e prendono quel chenon ha a che fare col qui e con l'ora: in questa ampiezza l'intelletto tocca la natura angelica. Tutta-via, riceve qualcosa dai sensi; ci che i sensi portano dall'esterno, l'intelletto lo accoglie. Questo nonlo fa la volont; in questo aspetto la volont pi nobile dell'intelletto. La volont non prende altro-ve che nel puro conoscere, dove non si d n qui n ora. Dio vuol dire: per quanto alta e pura sia lavolont, deve salire pi in alto. una risposta, quando Dio dice: Amico, sali pi in alto, e parteci-perai all'onore.

    La volont vuole la beatitudine. Mi fu chiesta la differenza tra grazia e beatitudine. La grazia,come noi qui la esperimentiamo in questa vita, e la beatitudine, come la possiederemo pi avanti

    nella vita eterna, si rapportano l'un l'altra come la fioritura al frutto. Quando l'anima tutta piena digrazia e, di tutto quel che in essa, niente le resta che la grazia non operi e compia, allora non vienead effetto nulla nell'anima, senza che la grazia compia quel che l'anima deve operare. Ho gi dettospesso: la grazia non opera alcunch, ma piuttosto essa versa completamente ogni ornamento nell'a-nima; questa la pienezza nel regno dell'anima. Io dico: la grazia non unisce l'anima a Dio, ma piuttosto un compimento; questa la sua opera, riportare l'anima a Dio. L essa partecipa del fruttodella fioritura. In quanto la volont vuole la beatitudine, ed essere unita con Dio, ed in tal modosollevata in alto - in una volont di tale purezza, Dio si insinua; similmente, in quanto l'intellettocoglie Dio cos puramente, come egli la verit, in tanto Dio si insinua nell'intelletto. Ma quandoegli penetra nella volont, essa deve elevarsi.

    Perci dice: Un Dio, Amico, sali pi in alto.Un Dio: nel fatto che Dio Uno, compiuta la divinit di Dio. Io dico: Dio non potrebbe mai

    generare il suo Figlio unigenito, se non fosse Uno. Dal fatto che Dio Uno, egli attinge tutto quelloche opera nelle creature e nella divinit. Io dico pi oltre: Dio solo ha l'unit. L'unit il modo diessere proprio di Dio: da essa Dio deriva di essere Dio, altrimenti non lo sarebbe. Tutto quel che numero, dipende dall'Uno, e l'Uno non dipende da nulla. Regno di Dio e sapienza e verit sono pro-prio una sola cosa in Dio; non solo Uno, ma l'Unit. Dio ha tutto quel che ha nell'Uno e ci Uno inlui. I maestri dicono che il cielo compie il suo circolo per portare tutte le cose all'Uno, e per questosi muove cos velocemente. Dio ha ogni pienezza come Uno, e la natura di Dio dipende dal fattoche Uno - e questa la beatitudine dell'anima, questo il suo ornamento e il suo onore. Egli disse:Amico, sali pi in alto, cos ti verr fatto onore. Onore e ornamento dell'anima che Dio sia Uno.

    Dio agisce come se fosse Uno per piacere all'anima, come se si adornasse perch l'anima si invaghi-sca di lui solo. Perci l'uomo ora vuole una cosa, ora un'altra; ora si esercita nella saggezza, ora nel-l'arte. Finch non possiede l'unit, l'anima non giunge mai alla pace, finch tutto divenga una cosasolo in Dio. Dio Uno; questa la beatitudine dell'anima, il suo ornamento e la sua pace. Un mae-stro dice: in tutte le sue opere, Dio ha in vista tutte le cose. L'anima tutte le cose. Dio versa semprenell'anima ci che, di tutte le cose sotto di essa, la parte pi nobile, pi pura, pi alta. Dio tuttoed Uno.

    Un Dio, Padre di tutti, ci aiuti a diventare una sola cosa con Dio. Amen.

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    Ave, gratia plena

    Questa parola, che ho detta in latino, sta nel santo Vangelo, e significa: Salute, piena di grazia,il Signore con te!. Lo Spirito santo giunger dall'alto, dal trono pi alto, e verr in te dalla luce

    dell'eterno Padre.Da qui sono da comprendere tre cose. In primo luogo: l'umilt della natura dell'angelo. In secon-

    do luogo: che esso si riconosceva indegno di chiamare per nome la madre di Dio. In terzo luogo:che egli rivolse la parola non solo a lei, ma a una grande moltitudine: a ogni anima buona che desi-dera Dio.

    Io dico: se Maria non avesse prima generato spiritualmente Dio, egli non sarebbe mai nato cor-poralmente da lei. Una donna disse a nostro Signore: Beato il corpo che ti port. Allora disse no-stro Signore: Non solo beato il corpo che mi ha portato; beati sono coloro che ascoltano la paroladi Dio e la conservano. di maggior valore, per Dio, essere generato spiritualmente da ogni vergi-ne, ovvero da ciascuna anima buona, che l'esser nato corporalmente da Maria.

    Con ci da capire che noi dobbiamo essere un unico Figlio generato eternamente dal Padre.Quando il Padre gener tutte le creature, mi gener, ed io fluii all'esterno con tutte le creature, e tut-tavia rimasi all'interno, nel Padre. Proprio come la parola che ora parlo: sorge in me, poi indugionella rappresentazione, infine la pronuncio e voi tutti la ricevete; tuttavia, in senso proprio, essapermane in me. Cos io sono rimasto nel Padre. Nel Padre sono le immagini originarie di tutte lecreature. Questo legno qui ha una immagine spirituale in Dio, ed essa non solamente razionale,ma pura ragione.

    Il pi grande bene che Dio abbia concesso all'uomo, fu quello di incarnarsi. Voglio ora raccon-tarvi una storia, che qui si addice molto bene. C'era una volta un ricco signore ed una ricca signora.Accadde alla signora un incidente, per cui perse un occhio; per questo era molto afflitta. Venne dalei l'uomo e disse: Signora, perch siete cos afflitta? Non dovete amareggiarvi per aver perduto

    l'occhio. Allora lei disse: Signore, non mi affligge la perdita dell'occhio, ma molto di pi mi an-gustio perch penso che mi amerete di meno. Allora lui disse: Signora, io vi amo. Non moltotempo dopo egli stesso si cav un occhio, venne dalla donna e disse: Signora, perch crediate chevi amo, mi sono fatto simile a voi; anche io ora ho soltanto un occhio. Cos l'uomo: non potevacredere che Dio tanto lo amasse, finch questi, infine, non si cav un occhio, ovvero assunse la na-tura umana. Questo significa: Divenuto carne. Nostra Signora disse: Come pu accadere que-sto?. L'angelo rispose: Lo Spirito santo verr dall'alto in te, dal trono pi alto, dal Padre della luceeterna.

    In principio. Un bambino ci nato, un figlio ci dato; un bambino secondo la piccolezzadella natura, un figlio secondo l'eterna divinit. I maestri dicono: tutte le creature operano per gene-rare, esse vogliono divenire uguali al padre. Un altro maestro dice: ogni causa operante opera per il

    suo scopo finale, per trovare in esso riposo e pace. Un maestro dice: tutte le creature operano se-condo la loro prima purezza e secondo la loro pi alta perfezione. Il fuoco, in quanto fuoco, non in-fiamma; cos puro e sottile che non brucia; piuttosto: la natura del fuoco infiamma e versa nel le-gno secco la sua natura e la sua chiarezza, secondo la sua perfezione pi alta. Lo stesso ha fatto Dio.Egli ha creato l'anima secondo la sua pi alta perfezione, ed ha versato in essa tutta la sua chiarezzanella prima purezza, ed tuttavia rimasto senza commistione.

    Ho detto di recente in qualche luogo: quando Dio fece tutte le creature, aveva prima generatoqualcosa di increato, che portava in s le immagini originarie di tutte le creature - e questa la scin-tilla, come dissi nel convento dei Santi Maccabei, se vi ricordate. Questa piccola scintilla cos af-fine a Dio, che un uno unico, senza distinzioni, che porta in s le immagini originarie di tutte lecreature, immagini senza immagine e al di sopra dell'immagine.

    Ieri fu posta nella scuola tra grossi teologi una questione. Io dissi: Mi meraviglio che la Scrittu-ra sia tanto ricca di contenuto e che tuttavia nessuno sia capace di penetrarne la pi piccola parola.Se voi mi chiedete, dal momento che sono figlio unigenito, eternamente generato dall'eterno Padre,

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    se dunque io sia stato eternamente Figlio in Dio, vi rispondo: s e no. S, come Figlio secondo il fat-to che il Padre mi ha eternamente generato, ma non Figlio, in quanto non generato.

    In principio. Con ci ci dato capire che noi siamo un unico Figlio, che il Padre ha generatoeternamente dalla nascosta oscurit dell'eterno nascondimento, permanente tuttavia nel primo prin-cipio della prima purezza, che pienezza di ogni purezza. Qui ho eternamente riposato e dormito

    nella nascosta conoscenza dell'eterno Padre, permanendo interiormente inespresso. Da questa pu-rezza egli mi ha eternamente generato come suo Figlio unigenito nell'immagine della sua eterna pa-ternit, perch io divenga Padre e generi colui dal quale sono generato. Proprio come se uno stessedi fronte a un alto monte e gridasse: Sei tu l?, la risonanza e l'eco gli risponderebbero: Sei tul?,e se gridasse: Vieni fuori! l'eco risponderebbe: Vieni fuori!. S, se in questa luce si vedes-se un pezzo di legno, esso diverrebbe un angelo dotato di intelligenza, e non solo dotato di intelli-genza, ma diverrebbe puro intelletto nella prima purezza, che la pienezza di ogni purezza. Cos faDio: egli genera suo Figlio unigenito nella parte pi alta dell'anima. Con lo stesso movimento concui egli genera in me il Figlio unigenito, io lo genero di ritorno nel Padre. Questo non diverso daquel che avvenne quando Dio gener l'angelo, mentre egli era generato dalla Vergine.

    Mi venne l'idea, alcuni anni or sono, che qualcuno poteva chiedermi una volta perch ogni filo

    d'erba diverso dall'altro, ed avvenne poi che mi fu chiesto perch sono dissimili l'uno dall'altro.Allora dissi: ancora pi stupefacente che tutti i fili d'erba si assomiglino tanto. Un maestro disse:che tutti i fili d'erba siano cos dissimili, deriva dalla sovrabbondanza della bont divina, che Dioriversa in tutte le creature con abbondanza, perch la sua gloria divenga tanto pi manifesta. Ma ioallora dissi: ancor pi stupefacente che tutti i fili d'erba siano cos simili; come tutti gli angeli nel-la prima purezza sono un solo angelo, proprio una sola cosa, cos anche tutti i fili d'erba sono unonella prima purezza, e tutte le cose l sono Uno.

    Mi veniva talora il pensiero, mentre venivo qui, che l'uomo nella temporalit pu giungere alpunto di poter costringere Dio. Se io, stando qui sopra, dicessi a uno: Vieni su!,questo sarebbedifficile per lui. Ma se io dicessi: Siediti qui in basso!,questo sarebbe facile. Cos fa Dio. Quandol'uomo si umilia, Dio nella sua propria bont non pu trattenersi dall'abbassarsi e dall'effondersi nel-l'uomo umile, ed al pi piccolo si comunica nel modo pi grande, e si dona a lui completamente.Quel che Dio d, il suo essere, e il suo essere la sua bont e la sua bont il suo amore. Dall'a-more vengono tutte le gioie e tutti i dolori. In cammino, mentre dovevo venire qui, mi accadde dipreferire non venirci, perch sarei stato bagnato di lacrime per l'amore. Lasciamo stare qui la que-stione di quando voi siete stati bagnati di lacrime per amore. Gioia e dolore vengono dall'amore.L'uomo nondeve temere Dio, perch chi lo teme lo fugge. Questo timore un timore dannoso. giusto il timore, quando si teme di perdere Dio. L'uomo non deve temerlo, deve amarlo, perch Dioama l'uomo con tutta la sua pi alta perfezione. I maestri dicono che tutte le cose agiscono con lavolont di generare, e vogliono divenire simili al padre, e dicono anche: la terra fugge il cielo; sefugge verso il basso, giunge al cielo dal basso, se fugge verso l'alto, giunge alla parte inferiore del

    cielo. La terra non pu fuggire tanto verso il basso, che il cielo non fluisca in essa ed imprima in es-sa la sua potenza e la renda feconda, le piaccia o no. Cos avviene anche all'uomo, che immagina disfuggire a Dio, e non pu; tutti i luoghi lo manifestano. Si immagina di sfuggire a Dio, e corre nelsuo seno. Dio genera in te suo Figlio unigenito, ti piaccia o no, che tu dorma o vegli; egli compiequel che gli proprio. Ho detto di recente che, se l'uomo non avverte ci, la colpa nel fatto che al-la sua lingua attaccato dello sporco, ovvero le creature; proprio come accade a un uomo per il qua-le tutti i cibi sono amari e non trova sapore in essi. Di che cosa la colpa, se un cibo non ci piace?La colpa nel fatto che non vi abbiamo messo il sale. Il sale l'amore divino. Se avessimo l'amoredivino, gusteremmo Dio e tutte le opere compiute da lui, accoglieremmo da Dio tutte le cose ed o-pereremmo le stesse opere che egli opera. In questa uguaglianza noi tutti siamo un unico Figlio.

    Quando Dio cre l'anima, la cre secondo la sua pi alta perfezione, perch fosse fidanzata col

    suo unigenito Figlio. In quanto egli lo sapeva bene, volle uscire dalla sua segreta stanza del tesorodella eterna paternit, nella quale aveva dormito eternamente, permanendo interiormente inespresso.In principio: nel primo principio della purezza prima, l il Figlio ha aperto la tenda della sua eterna

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    gloria, ed uscito dall'Altissimo, perch voleva portare in alto la sua amica, cui il Padre lo avevaunito fin dall'eternit, in modo da ricondurla nella suprema altezza, dalla quale era venuta. In un al-tro luogo sta scritto: Guarda, il tuo re viene da te. Perci egli usc, e venne saltando come un ca-priolo, e pat per amore il suo tormento, e non usc senza voler rientrare nella stanza con la sua fi-danzata. Questa stanza la silenziosa oscurit della nascosta paternit. L, dove egli usc dall'Altis-

    simo voleva rientrare con la fidanzata nella purezza suprema, e voleva mostrarle la nascosta intimitdella sua divinit nascosta, dove egli riposa con se stesso e con tutte le creature.In principio, significa un inizio di tutto l'essere, come ho detto nella scuola. Inoltre io dissi: un

    termine di tutto l'essere, giacch il primo principio in vista dello scopo finale. Dio stesso non ripo-sa l dove egli il primo inizio, ma riposa l dove egli scopo finale e quiete di tutto l'essere; noncome se questo essere venisse annientato, perch l viene invece compiuto nel suo scopo ultimo,secondo la sua pi alta perfezione. Quale lo scopo finale? la nascosta oscurit dell'eterna divini-t, che sconosciuta: mai fu conosciuta n mai lo sar. Dio permane l sconosciuto in se stesso, e laluce dell'eterno Padre ha brillato l eternamente, ma le tenebre non comprendono la luce.

    Che la verit, di cui ho parlato, ci aiuti a giungere a questa verit. Amen.

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    chiesto a me, avrei risposto di s. Ma ora dico: No!, perch cos la verit aggiunta in pi. Ora imaestri lo prendono in quanto Uno, perch l'Uno Uno pi veramente di ci che unito. A ci che Uno, tolta ogni altra cosa; anzi, quel che tolto identico a quel che aggiunto, per il fatto cheimplica una mutabilit.

    E se non n bont, n essere, n verit, n Uno, che cosa dunque? il nulla, n questo n

    quello. Se tu pensi ancora che qualcosa, non quello. Dove dunque l'anima deve cogliere la veri-t? Non la trova l dove essa stabilita nell'unit, nella prima purezza, nell'impressione della puraessenza? Non trova l la verit? No, non trova l da cogliere la verit; ma piuttosto di l che pro-cede la verit, di l che uscita.

    San Paolo fu rapito al terzo cielo. Quali sono i tre cieli? Notatelo bene! Il primo un distacco daogni corporalit, il secondo un allontanamento da tutto quel che immagine, il terzo una conoscen-za pura e diretta in Dio. Si pone questa questione: se Paolo fosse stato toccato al momento in cui erarapito, avrebbe sentito? Io dico di s. Quando era stretto nel recinto della divinit, se lo si fosse toc-cato con la punta di un ago, se ne sarebbe reso conto; infatti sant'Agostino, nel libro sull'anima e lospirito, dice: l'anima creata come in un punto tra il tempo e l'eternit; con i suoi sensi inferiori agi-sce nel tempo e nelle cose temporali; con la potenza superiore coglie le cose eterne, fuori del tempo.

    Perci io dico: se si fosse toccato Paolo con la punta di un ago durante il suo rapimento, se ne sa-rebbe reso conto, perch la sua anima permaneva nel corpo come la forma nella materia, e come ilsole rischiara l'aria e l'aria rischiara la terra, il suo spirito riceveva la pura luce di Dio, e l'anima lariceveva dallo spirito, e il corpo dall'anima. Cos chiarito come san Paolo fu rapito e tuttavia rima-neva l. Era rapito in quanto spirito, rimaneva l in quanto anima.

    L'altra questione questa: la conoscenza di san Paolo era nel tempo o fuori del tempo? Io dico:era fuori del tempo, perch egli non conosceva con la mediazione degli angeli, che sono creati neltempo, ma conosceva in Dio, che fu prima del tempo, e che il tempo non tocca.

    La terza questione questa: era egli in Dio o Dio in lui? Io dico: la conoscenza di Dio era in lui,ed egli si conosceva come se non fosse in Dio. Ecco un paragone: il sole brilla attraverso il vetro efa uscire l'acqua dalla rosa; questo a motivo della finezza della materia del vetro e della potenza ge-neratrice del sole, che il sole genera nel vetro, e che il vetro non genera nel sole. Lo stesso avvennea san Paolo: quando il chiaro sole della divinit gli attravers l'anima con la sua luce, il fiotto d'a-more della divina contemplazione fu spinto fuori della rosa luminosa del suo spirito. Perci il profe-ta dice: L'impeto del fiotto rende lieta la mia citt, ovvero la mia anima. Cos fu per lui, a motivodella chiarezza della sua anima: l'amore la penetr, grazie alla potenza generatrice della divinit.

    L'unione con il corpo fuorvia; fa s che la conoscenza dell'anima non sia cos pura come quelladell'angelo; ma, in quanto si conosce senza oggetti materiali, in tanto si come l'angelo. L'animaconosce dall'esterno, Dio conosce in se stesso, da se stesso, giacch l'origine di tutte le cose. CheDio ci aiuti a giungere eternamente a questa origine. Amen.

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    Sant Paulus sprichet: intuot iu inniget iu Kristum

    San Paolo dice: Prendete in voi, accogliete interiormente il Cristo. Quando l'uomo si distaccada se stesso, accoglie interiormente il Cristo, Dio, la beatitudine e la santit. Se un giovane dicesse

    delle cose strane, le si crederebbero, ma san Paolo promette delle grandi cose e voi lo credete appe-na. Ti promette Dio, la beatitudine e la santit, se ti distacchi da te stesso. strano: se l'uomo devedistaccarsi da se stesso, per questo fatto riceve interiormente il Cristo, la santit e la beatitudine, ed molto grande. Il profetasi stupisce di due cose. La prima : che fa Dio con le stelle, la luna e il so-le? L'altro stupore relativo all'anima: Dio ha fatto e fa grandissime cose con e per essa, giacch faper essa quel che in suo potere. Fa molte e grandi cose per essa, e di essa si occupa totalmente, equesto a causa della grandezza in cui fatta. Notate in che misura essa grande! Io formo una lette-ra secondo il modello che la lettera ha in me, nella mia anima, e non secondo la mia anima. Lo stes-so per Dio. Egli ha fatto tutte le cose secondo l'immagine di esse che in lui, e non secondo sestesso. Ne ha fatte alcune in particolare secondo quel che fluisce da lui, come la bont, la sapienza,e ci che si dice di Dio, ma l'anima l'ha fatta non solo secondo l'immagine che in lui, o secondoquel che fluisce da lui e quel che si dice di lui; molto di pi: l'ha fatta secondo se stesso, secondotutto quel che egli , la sua natura, il suo essere, la sua operazione che fluisce da lui e che permanein lui, secondo il fondo in cui permane in se stesso, in cui genera il suo Figlio unigenito, da cui sieffonde lo Spirito santo; secondo questa operazione che fluisce da lui ed in lui permane, che Dioha creato l'anima.

    naturale, sempre e per tutte le cose, che le pi elevate fluiscano nelle pi basse, finch le pibasse sono rivolte verso le pi elevate, perch le pi elevate non ricevono mai dalle pi basse, ma,al contrario, le pi basse ricevono dalle pi elevate. Ora Dio, essendo al di sopra dell'anima, fluiscesempre nell'anima, e non pu mai venirle meno. L'anima s, pu venir meno a lui, ma, finch l'uomosi tiene al di sotto di Dio, riceve continuamente l'influsso divino, puro, proveniente da Dio, se non si

    sottomette a nessun'altra cosa: n al timore n all'amore, n al dolore,n ad alcun'altra cosa che nonsia Dio. Gttati dunque totalmente, assolutamente, al di sotto di Dio, e riceverai l'influsso divino

    nella sua totalit e purezza. In che modo l'anima riceve da Dio? L'anima riceve da Dio non comeuna cosa estranea - ad esempio, l'aria riceve la luce del sole come una cosa estranea. Ma l'anima nonriceve Dio come una cosa estranea, n come se fosse al di sotto di lui, perch quel che al di sottodi un'altra cosa, le estraneo e lontano. I maestri dicono che l'anima riceve come una luce riceve lu-ce, giacch allora non v' niente di estraneo e lontano.

    V' nell'anima qualcosa in cui Dio nella sua nudit, ed i maestri dicono che senza nome alcu-no. Questo qualcosa , e tuttavia non ha essere proprio, perch non n questo n quello, n qui nl, perch ci che in altro, e quello in questo; infatti ci che , lo in quello, e quello in questo,giacch quello fluisce in questo, e questo in quello. Abbandonatevi l in Dio, dice san Paolo, nella

    beatitudine, perch qui l'anima prende tutta la sua vita e il suo essere, ed l che essa aspira la suavita e il suo essere, giacch questo totalmente in Dio, ed ogni altra cosa di essa all'esterno; perquesto motivo, grazie a questo, l'anima costantemente in Dio, a meno che essa non lo porti all'e-sterno, o non si spenga in essa.

    Un maestro dice che questo qualcosa talmente presente a Dio, che non pu mai distogliersi dalui, e che Dio gli sempre presente ed interiore. Io dico che Dio, continuamente ed eternamente, stato presente in questo qualcosa, e che in esso l'uomo uno con Dio. Non v' qui affatto bisogno digrazia, perch la grazia creata, e niente di creato interviene qui, perch nel fondo dell'essere divi-no, dove le tre Persone sono un solo essere, l'anima una secondo questo fondo. Perci, se lo vuoi,sono tue tutte le cose, e Dio. Distccati dunque da te stesso e da tutte le cose, e da tutto quel che seiin te stesso, e cogliti secondo quel che sei in Dio.

    I maestri dicono che la natura umana non ha niente a che fare col tempo, che assolutamente in-tangibile e che molto pi intima all'uomo e vicina a lui di quanto egli non lo sia a se stesso. PerciDio prese la natura umana in s e la un alla sua persona. Allora la natura umana divenne Dio, per-

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    ch egli assunse la natura umana nella sua essenza, e non un essere umano particolare. Perci, sevuoi essere lo stesso Cristo e Dio, distaccati da tutto quel che il Verbo eterno non ha assunto in s. IlVerbo eterno non ha assunto in s un essere umano; distccati perci da tutto quel che uomo in tee da tutto quel che sei, ed assumiti soltanto secondo la natura umana, perch allora sarai nel Verboeterno ci che la natura umana in lui. Infatti la tua natura umana e la sua non sono diverse, sono

    una: ci che essa nel Cristo, lo in te. Per questo motivo io dissi a Parigi che nell'uomo giusto sicompie tutto quello che la sacra Scrittura e i profeti hanno detto. Se infatti tu sei quel che devi esse-re, compiuto in te tutto quel che detto nell'Antico e nel Nuovo Testamento.

    Come devi essere? Lo si pu capire in due modi, secondo la parola del profeta: nella pienezzadei tempi, il Figlio fu inviato. Pienezza dei tempi si intende in due modi. Una cosa nella suapienezza quando alla sua fine, come lo il giorno alla sera. Ugualmente il tempo nella sua pie-nezza quando completamente distaccato da te. L'altro senso questo: quando il tempo alla suafine, nell'eternit, allora il tempo del tutto concluso, perch non v' pi n prima n poi. Allora tut-to nuovo e attuale, e tu hai in una contemplazione in atto tutto quel che mai fu e che mai sar. Lnon v' n prima n poi, tutto attuale, e in questa contemplazione in atto io possiedo tutto. lapienezza dei tempi, e cos tutto bene per me, ed io sono davvero il Figlio unigenito e il Cristo.

    Che Dio ci aiuti a giungere a questa pienezza dei tempi. Amen.

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    Moyses orabat dominum deum suum

    Ho detto in latino una paroletta, che scritta nella Lettura di oggi, e che significa: Mos prega-va Dio, suo Signore: Signore, perch rivolgi il tuo sdegno contro il tuo popolo?. Allora Dio rispose

    e disse: Mos, lasciami irritare, accordami, concedimi, permettimi di irritarmi e di vendicarmi sulpopolo. E Dio fece una promessa a Mos e disse: Ti porter in alto, ti far grande, moltiplicher latua schiatta e ti far signore di un grande popolo. Mos disse: Signore, cancellami dal libro dei vi-venti, o risparmia il popolo!

    Cosa significa, quando dice: Mos pregava Dio, suo Signore? Davvero, se Dio deve essere tuosignore, tu devi essere suo servo; ma se operi la tua opera per il tuo proprio utile, o per il tuo piace-re, o per la tua beatitudine, non sei davvero suo servo; infatti cos non cerchi solo l'onore di Dio, mail tuo proprio utile. Perch dice: Dio, suo Signore? Se Dio vuole che tu sia malato, e tu invecevuoi esser sano; se Dio vuole che il tuo amico muoia, e tu invece vuoi che viva contro la volont diDio, davvero Dio non il tuo Dio. Se ami Dio e sei malato - in nome di Dio! Se ti muore un amico -in nome di Dio! Se perdi un occhio - in nome di Dio! Un tale uomo sarebbe come deve essere. Seinvece sei malato e preghi per la salute, la tua salute ti pi cara di Dio, ed allora egli non il tuoDio: il Dio dei cieli e della terra, ma non il tuo Dio.

    Notate ora che Dio dice: Mos, lasciami irritare. Potreste dire: perch Dio si adira? Per nessunaltro motivo che la perdita della nostra beatitudine, giacch egli non cerca la sua; tanto per Dio doloroso che noi agiamo contro la nostra beatitudine. Niente di pi penoso poteva accadere a Diodel martirio e della morte di nostro Signore Ges Cristo, suo Figlio unigenito, che egli pat per lanostra beatitudine. Notate ora che Dio dice: Mos, lasciami irritare. Vedete allora che cosa puun uomo buono presso Dio! verit certa e necessaria: chi abbandona completamente il proprio vo-lere a Dio, lo cattura, lo lega, in modo tale che Dio non pu fare altro che quello che l'uomo vuole.A chi rinuncia completamente al proprio volere, Dio d in cambio il suo proprio volere, tanto com-

    pletamente che la volont di Dio diviene propriet dell'uomo, e Dio ha giurato in se stesso di noncompiere altro che quel che l'uomo vuole; infatti Dio non diventa bene proprio di nessuno che nonsia prima diventato bene proprio di Dio. Sant'Agostino dice: Signore, tu non diventi bene proprio dinessuno, che non sia prima diventato tuo proprio bene. Noi assordiamo Dio giorno e notte dicendo:sia fatta la tua volont! Ma quando la volont di Dio si compie, ci irritiamo. e questo ingiusto.Quando il nostro volere diventa volont di Dio, bene; ma quando la volont di Dio diventa la no-stra, molto meglio. Se la tua volont diventa volont di Dio e poi sei malato, non vorresti esser sa-no contro la volont di Dio, ma piuttosto vorresti che sia volont di Dio il tuo esser sano. E quandole cose ti vanno male, vorresti che la volont di Dio fosse che ti andassero bene. Se invece la volon-t di Dio diventa la tua, e tu diventi malato - in nome di Dio! Ti muore un amico - in nome di Dio! verit certa e necessaria: se tutte le pene dell'inferno e del purgatorio e tutte le pene del mondo vi

    fossero legate, la volont vorrebbe soffrire eternamente e continuamente con la volont di Dio nellepene dell'inferno, le considererebbe come beatitudine, rinuncerebbe nella volont di Dio a tutta labeatitudine e la perfezione di nostra Signora e di tutti i santi, e vorrebbe rimanere nella pena eternae nell'amaro tormento per sempre, e non potrebbe distogliersi di l neppure un attimo; s, non po-trebbe avere neppure il pensiero di volere qualcos'altro. Se la volont diviene una con quella di Dio,in modo da essere un unico Uno, allora il Padre dei cieli genera il Figlio unigenito in s ed in me.Perch in s ed in me? Perch io sono una cosa sola con lui; egli non mi pu escludere; ed in questaoperazione lo Spirito santo riceve il suo essere, e il suo agire, e il suo divenire, da me come da Dio!Perch? Perch io sono in Dio. Se non riceve da me, non riceve neppure da Dio; egli non pu esclu-dermi, in nessun modo.

    La volont di Mos era tanto completamente diventata volont di Dio, che l'onore di Dio nel po-

    polo gli era pi caro della propria beatitudine. Dio fece a Mos una promessa, ma questi non vi pre-st attenzione; s, anche se Dio gli avesse promesso la sua intera divinit, Mos non gli avrebbepermesso di irritarsi. Invece Mos preg Dio dicendo: Signore, cancellami dal libro dei viventi. I

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    maestri pongono la questione: amava Mos il suo popolo pi di se stesso? Rispondono: no! InfattiMos sapeva benissimo che, se cercava l'onore di Dio nel popolo, era con ci pi vicino a Dio chese avesse tralasciato l'onore di Dio nel popolo e cercata la propria beatitudine. Cos deve essere unuomo buono, tale da cercare in ogni azione non il proprio bene, ma solo l'onore di Dio. Finch tu,nelle tue opere, sei rivolto a te stesso o ad un uomo pi che a un altro, il volere di Dio non ancora

    diventato il tuo volere.Nostro Signore dice nel Vangelo: La mia dottrina non la mia dottrina, ma di colui che mi hamandato. Cos deve comportarsi un uomo buono: la mia opera non la mia opera, la mia vita non la mia vita. Se io mi comporto cos, tutta la perfezione e la beatitudine di san Pietro, e di san Paoloquando tese la testa, e tutta la beatitudine che hanno ottenuto in tal modo rendono beato me quantoloro, ed io ne sar partecipe, come se avessi compiuto di persona tali opere. Ancora di pi: tutte leopere mai compiute da tutti i santi e gli angeli, ed anche quelle che mai comp Maria, madre di Dio,mi daranno eterna gioia, come se io stesso le avessi compiute.

    Io dico ora: umanit e uomo sono due cose distinte. L'umanit in se stessa cos nobile, chela sua parte pi alta ha uguaglianza con gli angeli e parentela con la divinit. La pi grande unitche Cristo ha avuto col Padre, per me possibile, se riesco ad abbandonare il questo ed il quello ed

    a cogliermi in quanto umanit. Tutto quello che Dio ha dato al Figlio suo unigenito, lo ha dato al-trettanto completamente a me, senza nulla di meno: s, me lo ha dato in grado pi alto; ha dato allamia umanit in Cristo pi che a lui, giacch a lui non ha dato nulla, dal momento che gi lo avevadall'eternit nel Padre. Se io ti colpisco, colpisco innanzitutto un Burcardo o un Enrico, e solo in se-guito l'uomo. Dio non fa cos. Egli assunse in primo luogo l'umanit. Chi un uomo? Chi ha ilproprio nome secondo Ges Cristo. Perci nostro Signore dice nel Vangelo: Chi tocca uno di que-sti qui, mi ferisce nell'occhio.

    Ora ripeto: Mos preg Dio, suo Signore. Molta gente prega Dio per tutto quello che egli pucompiere, ma non vogliono dare a Dio tutto quello che essi possono; vogliono aver parte con Dio,ma dare a lui solo le cose di minor valore. La prima cosa che Dio d, sempre se stesso. E se tu haiDio, hai con Dio tutte le cose. Io ho detto a volte: chi ha Dio ed insieme tutte le cose, non ha nientedi pi di chi ha Dio soltanto. Ora aggiungo: mille angeli sono nell'eternit un numero non maggioredi due o uno, perch nell'eternit non c' numero: essa al di l del numero.

    Mos pregava Dio, suo Signore. Mos significa: chi stato sollevato dall'acqua. Ora parlerdi nuovo del volere. Se uno desse via cento marchi d'oro per Dio, sarebbe un grosso fatto e sembre-rebbe qualcosa di significativo; ma io dico: se avessi la volont di donare i cento marchi - ammet-tendo di possederli -, e questa volont fosse perfetta, avrei gi pagato Dio veramente, ed egli do-vrebbe ricompensarmi, come se gli avessi dato cento marchi. Ancora di pi io dico: se avessi la vo-lont, possedendo l'intero mondo, di rinunciarvi per Dio, avrei offerto a Dio un mondo intero, ed e-gli mi dovrebbe ricompensare proprio come se gli avessi dato un intero mondo. S, io dico: se il pa-pa fosse abbattuto dalla mia mano, senza che ci fosse avvenuto per mia volont, mi accosterei al-

    l'altare e direi nondimeno messa! Io dico: l'umanit altrettanto perfetta nel pi povero e disprez-zato degli uomini, quanto nel papa o nell'imperatore; e infatti l'umanit in se stessa mi pi caradell'uomo che porto in me stesso.

    La verit, di cui ho parlato, ci aiuti a diventare cos uniti a Dio. Amen.

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    Mulier, venit hora et nunc est, quando veri adoratores adorabunt patrem in spiritu et

    veritate

    Questo sta scritto nel Vangelo di san Giovanni. Dal lungo discorso prendo solo una paroletta.

    Nostro Signore disse: Donna, verr il tempo, ed proprio ora, in cui i veri adoratori adoreranno ilPadre in spirito e verit, e tali adoratori il Padre cerca.

    Notate ora la prima paroletta che dice: Il tempo verr, ed proprio ora. Chi vuole adorare ilPadre, deve trasportarsi nell'eternit col suo desiderio e con la sua fiducia. C' una parte pi alta del-l'anima, che sta elevata al di sopra del tempo, e che non sa niente del tempo e del corpo. Tutto quelche avvenuto da mille anni - il giorno che fu mille anni or sono - nell'eternit non pi lontano delmomento in cui sono ora; ed anche il giorno che verr tra mille anni, o tanto lontano quanto tu puoicontare, non pi lontano, nell'eternit, di questo momento in cui sono ora.

    Egli dice che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verit. Cosa la verit? La verit tanto nobile, che, se Dio potesse allontanarsi dalla verit, io mi attaccherei alla verit e lascereiDio; giacch Dio la verit, e tutto quel che nel tempo, o tutto quel che Dio ha creato, non la ve-rit.

    Ora dice: adoreranno il Padre. Ah, quanti sono quelli che adorano una scarpa o una vacca, e sene curano; gente davvero insensata. Se tu preghi Dio per le creature, tu chiedi il tuo proprio danno,perch, in quanto la creatura creatura, essa porta amarezza e danno e male e disagio in s. Avvieneperci giustamente a questa gente, quando riceve danno e amarezza. Perch? Ma perch lo hannorichiesto!

    Ho detto a volte: chi cerca Dio e qualcos'altro insieme, non trova Dio; chi invece cerca veramen-te Dio soltanto, trova Dio e non Dio solo, perch tutto quel che Dio pu offrire, egli lo trova insiemea Dio. Se tu cerchi Dio per il tuo utile proprio, o per la tua beatitudine, davvero tu non cerchi Dio.Perci egli dice che i veri adoratori adorano il Padre, e dice bene. Se tu dicessi ad un uomo buono:

    Perch cerchi Dio?, egli risponderebbe: Perch Dio!; e Perch cerchi la verit? - Perch la verit - e Perch cerchi la giustizia? - Perch la giustizia. Un tale uomo sarebbe nel giu-sto. Tutte le cose che stanno nel tempo hanno un perch. Chi, ad esempio, chiedesse ad un uomoperch mangia, avrebbe in risposta: Per avere forza, e Perch dormi? - Per lo stesso motivo!.E cos stanno le cose per tutto quel che nel tempo. Ma chi chiedesse ad un uomo buono: Perchami Dio?, avrebbe per risposta: Non lo so; per Dio stesso!, e Perch ami la verit? - Per laverit! - e Perch ami la giustizia? - Per la giustizia! - e Perch ami la bont? - Per la bon-t! - e Perch vivi? - In verit, non lo so! Ma vivo volentieri!.

    Un maestro dice: chi viene toccato, anche solo una volta, dalla verit e dalla giustizia e dallabont, non pu distogliersene neppure per un attimo, anche se gli costasse tutta la pena dell'inferno.Ed inoltre dice: se un uomo toccato da queste tre cose - la verit, la giustizia, la bont - gli im-

    possibile distogliersene, quanto a Dio impossibile distogliersi dalla sua divinit.Un maestro dice che il bene ha tre aspetti. Il primo aspetto l'utile, il secondo il piacere, il terzola convenienza. Perci nostro Signore dice: adoreranno il Padre. Perch dice il Padre? Se tucerchi il Padre, ovvero Dio solo, tu trovi, insieme a Dio, tutte le cose che egli pu offrire. una ve-rit sicura, necessaria ed autenticata nella Scrittura, ma, se non fosse scritto, sarebbe vero lo stesso:se Dio avesse ancora di pi, non potrebbe nascondertelo, ma dovrebbe manifestartela, e te lo dona.Ho detto altre volte: te lo dona, e te lo dona come una nascita.

    I maestri dicono che l'anima ha due volti: quello superiore contempla sempre Dio; quello inferio-re guarda verso il basso e guida i sensi. Il volto superiore, che la parte pi alta dell'anima, sta nel-l'eternit e non ha niente a che fare col tempo, e non sa niente del tempo o del corpo. Ho detto altrevolte che in esso c' qualcosa nascosto, come una origine di tutti i beni e come una luce risplenden-

    te, che risplende sempre, e come un ardente incendio, che sempre brucia; e questo incendio non altro che lo Spirito santo.

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    I maestri dicono che dalla parte superiore dell'anima sgorgano due potenze. La prima la volon-t, la seconda l'intelletto. La perfezione maggiore di queste potenze, sta in quella pi alta, che l'in-telletto. Esso non pu mai trovare requie. Esso non tende a Dio in quanto Spirito santo, e neppurein quanto Figlio; esso fugge il Figlio. Esso non vuole neppure Dio in quanto Dio. Perch? Perchanche cos ha un nome. E, se vi fossero mille di, esso anderebbe sempre oltre, perch lo vuole l

    dove egli non ha nome. Vuole qualcosa di pi nobile, di migliore di Dio, in quanto ha nome. Cosavuole allora? Non lo sa: lo vuole secondo il suo esser Padre. Perci dice san Filippo: Signore, mo-straci il Padre, e questo ci basta!. Esso lo vuole in quanto midollo da cui ha origine la bont, inquanto nocciolo da cui la bont si produce: lo vuole in quanto radice, vena in cui zampilla la bont:e l soltanto egli Padre.

    Ora dice nostro Signore: Nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e nessuno conosce il Figlio,se non il Padre. In verit, se dobbiamo conoscere il Padre, dobbiamo esser figli. Una volta ho pro-nunciato tre parolette; prendetele come tre piccanti noci moscate e bevete subito dopo. Per la prima:se vogliamo esser figli, bisogna avere un Padre, giacch nessuno pu dire di esser figlio se non haun padre; e nessuno padre se non ha un figlio. Se il padre morto, si dice: Era mio padre. Se ilfiglio morto, si dice: Era mio figlio. Infatti, la vita del figlio dipende dal padre, e la vita del pa-

    dre dipende dal figlio; perci nessuno pu dire di essere figlio, senza avere un padre. veramenteFiglio quell'uomo che opera tutte le sue opere per amore. Per la seconda: quello che rende princi-palmente l'uomo figlio, l'identit di animo. Se malato, l'esser tanto volentieri malato, quanto sa-no, e sano quanto malato. Se muore l'amico suo - in nome di Dio! Se gli viene cavato un occhio - innome di Dio! Per la terza: quel che deve avere un figlio, di non poter chinare la testa altro che susuo padre. Ah, come nobile quella potenza che sta elevata al di sopra del tempo e senza luogo! In-fatti, mentre sta elevata sopra il tempo, contiene ogni tempo racchiuso in s, ed tutto il tempo. Perquanto poco un uomo possieda di quel che al di sopra del tempo, comunque diventerebbe ricco inbreve; infatti, quel che di l dal mare , per quella potenza, non pi lontano di quel che ora pre-sente. Perci egli dice: Tali persone cerca anche il Padre.

    Vedete, cos che Dio ci vezzeggia, ci supplica, perch non pu attendere che l'anima si allonta-ni dalla creatura e se ne liberi. verit certa e necessaria che Dio ha tanto bisogno di cercarci, comese la sua intera divinit dipendesse da questo. Dio pu fare a meno di noi tanto poco, quanto noipossiamo fare a meno di lui, perch, anche se noi potessimo distoglierci da Dio, egli non potrebbemai distogliersi da noi. Io dico: non voglio pregare Dio perch mi dia; non voglio neppure lodarloperch mi ha dato, voglio piuttosto pregarlo che mi renda degno di ricevere, e voglio lodarlo perchla sua natura e il suo essere sono tali che egli deve dare. Chi volesse togliere questo a Dio, lo prive-rebbe del suo proprio essere e della sua propria vita.

    Che la verit di cui ho parlato ci aiuti ad essere in tal modo veramente Figli. Amen.

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    Nolite timere eos qui corpus occidunt, animam autem occidere non possuntNon temete chi vi vuole uccidere nel corpo, giacch lo spirito non uccide lo spirito. Lo spirito

    d vita allo spirito. Chi vi vuole uccidere, il sangue e la carne. Cosa carne e sangue, insieme

    muore. La parte pi nobile nella creatura il sangue, se esso vuole rettamente; ma il sangue anchela parte pi trista nella creatura, se vuole malvagiamente. Se il sangue vince la carne, l'uomo umi-le, paziente, casto, ed ha in s tutte le virt. Se invece la carne vince il sangue, l'uomo diviene su-perbo, iracondo e impudico, ed ha in s tutti i vizi. Qui viene lodato san Giovanni. Non posso lodar-lo pi di quanto Dio stesso lo avrebbe lodato.

    Fate ora attenzione! Vi dir qualcosa che non ho ancora mai detto. Quando Dio cre il cielo, laterra e tutte le creature, non oper niente; non aveva niente da operare, non v'era in lui opera di al-cun genere. Allora Dio disse: Vogliamo fare un'immagine. Creare cosa semplice; lo si fa quan-do e come si vuole. Ma quel che io faccio, lo faccio io stesso e con me stesso ed in me stesso, e limprimo completamente la mia immagine. Noi vogliamo fare un'immagine: non tu, Padre, nep-pure tu, Figlio, e neppure tu, Spirito santo, ma noi, nella decisione della santa Trinit, vogliamo far-ci un'immagine. Quando Dio fece l'uomo, oper nell'anima l'opera identica a se stesso, la sua operaoperante, la sua opera sempiterna. L'opera era cos grande, da non essere altro che l'anima, e l'animanon era niente altro che l'opera di Dio. La natura di Dio, il suo essere e la sua divinit, dipendonodal fatto che egli deve operare nell'anima. Benedetto, benedetto sia Dio! Quando Dio opera nell'a-nima, allora ama la sua opera.

    Dove l'anima in cui Dio opera la sua opera, l l'opera cos grande, da non essere altro che l'a-more; l'amore, a sua volta, non altro che Dio. Dio ama se stesso, la sua natura, il suo essere e lasua divinit. Nell'amore in cui Dio ama se stesso, ama tutte le creature, non in quanto creature, main quanto Dio. Nell'amore in cui Dio ama se stesso, ama tutte le cose.

    Voglio dirvi ancora qualcosa che non ho mai detto. Dio gusta se stesso. Nell'atto del gustare se

    stesso, egli gusta tutte le creature. Nell'atto in cui gusta se stesso, gusta tutte le creature, non inquanto creature, ma le creature in quanto Dio. Nell'atto di gustare se stesso, gusta tutte le cose. Fateora attenzione! Tutte le creature dirigono il loro corso verso la loro pi alta compiutezza. Ora viprego: ascoltate, nell'eterna e sempre duratura verit e nell'anima mia! Di nuovo vi dir qualcosache non ho mai detto: Dio e la Divinit sono separati l'un l'altra cos ampiamente come il cielo lo dalla terra. Dico ancora di pi: l'uomo interiore e l'uomo esteriore sono separati l'un l'altro cos am-piamente come il cielo lo dalla terra. Ma Dio lo molte migliaia di miglia in pi: Dio si forma e sidissolve.

    Ora torno indietro alla mia parola: Dio gusta se stesso in tutte le cose. Il sole getta la sua chiaraluce su tutte le creature: quella che riceve la luce del sole, lo attira in s, e tuttavia esso non perdeniente della sua potenza luminosa.

    Tutte le creature si privano della propria vita per il proprio essere. Tutte le creature si portano nelmio intelletto, per essere in me spiritualmente. Io soltanto procuro di nuovo tutte le creature a Dio!Guardate cosa voi tutti fate!

    Ora torno indietro al mio uomo interiore ed esteriore. Guardo i gigli nel campo, il loro chiarosplendore, il loro colore e tutte le foglie. Ma il loro odore non vedo. Perch? Perch l'odore in me.D'altra parte: quel che dico, in me, ed io lo dico fuori di me. Tutte le creature hanno sapore inquanto creature per il mio uomo esteriore, come il vino, il pane, la carne. Per il mio uomo interiore,invece, niente ha sapore in quanto creatura, ma solo come dono di Dio. Il mio uomo pi intimo, poi,non le gusta come dono di Dio, ma come eterne.

    Prendo una catinella d'acqua, vi metto dentro uno specchio e la pongo sotto la sfera del sole; al-lora dal disco e dal fondo del sole esso getta la sua chiara luce, e tuttavia in ci non svanisce. Il rag-

    gio di ritorno dello specchio nel sole sole nel sole, e tuttavia lo specchio quello che . Cos anche con Dio. Dio nell'anima con la sua natura, col suo essere e con la sua divinit, e tuttavia egli non l'anima. Il raggio di ritorno dell'anima Dio in Dio, e tuttavia essa quello che .

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    Dio si forma, dove tutte le creature esprimono Dio: l si forma Dio. Quando io ero ancora nelfondo, nel terreno, nella corrente e nella fonte della divinit, nessuno mi chiedeva dove volessi an-dare o cosa facessi: l non v'era nessuno che mi potesse interrogare. Ma quando fluii all'esterno, tut-te le creature dissero: Dio! Se qualcuno mi chiedesse: Fratello Eckhart, quando venite da casa?,allora vi sono stato dentro. Cos parlano tutte le creature di Dio. E perch non parlano della divi-

    nit? Tutto quello che nella divinit, uno, e di ci non si pu parlare. Dio opera, la divinit nonopera, non ha niente da operare, in lei non alcuna opera; mai ha guardato ad un'opera. Dio e la di-vinit sono separati dall'agire e dal non agire. Quando io ritorno in Dio e non rimango fermo l,la mia irruzione molto pi nobile del mio efflusso. Io solo porto tutte le creature dal loro esserespirituale nel mio intelletto, perch siano una cosa sola in me. Quando pervengo nel fondo, nel ter-reno, nella corrente e nella fonte della divinit, nessuno mi chiede da dove venga o dove sia stato.Nessuno l ha sentito la mia mancanza, e l Dio si dissolve.

    Chi ha compreso questa predica, a lui la concedo pienamente. Se non vi fosse stato nessuno qui,avrei dovuto predicare a questa cassetta per le offerte. V' della povera gente che torna a casa e di-ce: Voglio sedere in qualche luogo, consumare il mio pane e servire Dio!. Ma io dico nella veriteterna che questa gente deve rimanere smarrita e non pu mai raggiungere e conquistare quel che

    raggiungono gli altri, che seguono Dio nella povert e in terra straniera. Amen.

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    Hoc est praeceptum meum

    Ho detto in latino tre parolette, che sono scritte nel Vangelo. La prima paroletta, che dice nostroSignore, questa: Il mio comandamento che vi amiate l'un l'altro, come io vi ho amati. In se-

    condo luogo egli dice: Vi ho chiamati miei amici, perch tutto quello che ho udito dal Padre, vel'ho manifestato. In terzo luogo dice: Vi ho scelti, perch andiate e portiate frutto, e il frutto per-manga presso di voi. Notate ora la prima paroletta, che egli dice: Questo il mio comandamen-to. A questo proposito voglio dirvi qualcosa, perch permanga presso di voi. Questo il miocomandamento, che vi amiate. Cosa vuol dire con ci, dicendo: che vi amiate? Vuole dire unaparoletta alla quale dovete fare attenzione: l'amore completamente puro, nudo, distaccato in sestesso. I migliori maestri dicono che l'amore con cui amiamo lo Spirito santo. Ve ne sono alcuni,che volevano contraddirli. Ma questo sempre vero: ogni movimento per cui siamo mossi all'amo-re, compiuto soltanto dallo Spirito santo. L'amore nel suo essere pi puro, completamente distac-cato in se stesso, non altro che Dio. I maestri dicono: il fine dell'amore, per cui l'amore compietutte le sue opere, la bont, e la bont Dio. Quanto poco il mio occhio pu parlare e la mia linguariconoscere i colori, altrettanto poco l'amore pu inclinarsi verso una cosa diversa dalla bont e daDio.

    Fate ora attenzione! Cosa vuol dire col fatto di prendere tanto sul serio che noi amiamo? Vuoledire: l'amore, con cui amiamo, deve essere cos puro, nudo, distaccato, da non dover essere inclinaton verso di me, n verso il mio amico, n verso ci che vicino. I maestri dicono che non si potreb-be chiamare buona nessuna buona opera e nessuna virt potrebbe chiamarsi virt, se non fosserocompiute nell'amore. La virt cos nobile, cos distaccata, cos pura, cos nuda in se stessa, chenon conosce niente di meglio di se stessa e di Dio.

    Ora dice nostro Signore: Questo il mio comandamento. Se qualcuno mi ordinasse qualcosache per me dolce, utile, e in cui sta la mia felicit, ci mi sarebbe caro. Quando ho sete, la bevanda

    mi comanda; quando ho fame, mi comanda il cibo. Cos fa anche Dio, cos dolcemente, che questointero mondo non pu offrire niente di simile. L'uomo che ha gustato una sola volta questa dolcez-za, veramente non pu distogliersi col suo amore dalla bont e da Dio, cos come Dio non pu di-stogliersi dalla sua divinit; per lui pi facile rinunciare a se stesso e a tutta la sua beatitudine, epermanere col suo amore nella bont e in Dio.

    Ora dice nostro Signore: che vi amiate l'un l'altro. Sarebbe questa davvero una nobile vita, unabeata vita! Non sarebbe forse una nobile vita, se ciascuno tendesse alla pace del suo prossimo comealla sua propria, e il proprio amore fosse cos nudo e puro e distaccato in se stesso, da non tenderead altro che alla bont e a Dio? Se un uomo buono chiedesse: Perch ami la bont? - Per la bon-t stessa! - Perch ami Dio? - Per Dio stesso!. E se il tuo amore tanto puro, distaccato, nudoin se stesso, che tu non ami altro che la bont e Dio, allora certa verit che tutte le virt mai opera-

    te dall'uomo ti appartengono in modo cos perfetto, come se tu stesso le avessi compiute, ed anchein modo pi puro e migliore. Che il papa sia papa, gli causa spesso grande fatica; ma tu possiedi lasua virt in modo pi puro e assoluto, e nella pace, ed essa appartiene pi a te che a lui, in quanto iltuo amore cos puro, cos nudo in s, che tu non hai niente altro in vista e non ami altro che labont e Dio.

    Ora dice nostro Signore: come io vi ho amati. Come ci ha amati Dio? Ci ha amati quando noneravamo, e quando eravamo suoi nemici. Tanto bisogno ha Dio della nostra amicizia, che egli nonpu attendere che lo preghiamo: egli ci viene incontro e ci prega di essere suoi amici, perch deside-ra da noi che noi vogliamo che egli ci perdoni. Perci dice giustamente nostro Signore: mio vo-lere che voi preghiate per quelli che vi fanno del male. Molto seriamente dobbiamo preoccuparcidi pregare per quelli che ci fanno del male. Perch? Per compiere la volont di Dio, e non aspettare

    di essere pregati; noi dovremmo dire: Amico, perdonami di averti afflitto. Altrettanto seriamentedovremmo comportarci riguardo alla virt: pi grande lo sforzo, e pi grande dovrebbe essere ilnostro serio tendere alla virt. Il tuo amore deve essere in tal modo uno, perch l'amore non vuole

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    essere in nessun altro luogo, se non l dove uguaglianza e unit. Fra un signore e il suo servo nonv' pace, perch non v' uguaglianza. Una donna ed un uomo sono diversi l'uno dall'altra, ma nel-l'amore sono affatto uguali. Perci la Scrittura dice giustamente che Dio ha preso la donna dalla co-stola e dal fianco dell'uomo, ma non dalla testa o dai piedi, perch dove sono due v' manchevolez-za. Perch? Perch l'uno non l'altro, e questo non, che crea la distinzione, non altro che amarez-

    za, perch l non v' la pace. Se io tengo una mela in mano, essa piacevole per gli occhi, ma labocca privata della sua dolcezza. Al contrario, se la mangio, privo gli occhi del piacere che primaprovavo. Cos non possono stare insieme due cose, perch una deve perdervi il proprio essere.

    Perci dice nostro Signore: Amatevi l'un l'altro!, il che significa: l'uno nell'altro. A questo pro-posito si esprime molto bene la Scrittura. San Giovanni dice: Dio amore, e chi nell'amore, inDio, e Dio in lui. Dice davvero molto bene! Se Dio fosse in me e io non fossi in Dio, o se io fossiin Dio e lui non fosse in me, tutto sarebbe diviso. Ma se Dio in me e io sono in Dio, allora io nonsono di meno, e Dio non pi alto. Potreste ora dire; Signore, tu dici che devo amarti, ma io nonposso amare! A questo proposito opportunamente si esprime nostro Signore, quando dice a san Pie-tro: Pietro, mi ami tu? - Signore, sai bene che ti amo. Se me lo hai concesso, ti amo; se non melo hai concesso, non ti amo.

    Notate ora la seconda paroletta che egli dice: Vi ho chiamati miei amici, perch vi ho manife-stato tutto quel che ho udito dal Padre mio. Fate caso che egli dice: Vi ho chiamati miei amici.Nella stessa origine, in cui ha origine il Figlio, dove il Padre esprime la sua parola eterna, dallo stes-so cuore scaturisce anche, e fluisce, lo Spirito santo. Se lo Spirito santo non fosse scaturito dal Fi-glio, non si sarebbe potuta conoscere distinzione tra il Figlio e lo Spirito santo. Quando predicai perla festa della Trinit, dissi una paroletta in latino; che il Padre aveva dato al Figlio suo unigenito tut-to quello che poteva - la sua intera divinit, la sua intera beatitudine -, e non aveva tenuto niente perse stesso. Allora nacque una questione: gli ha dato anche la sua propria essenza? Io risposi di s,perch l'essenza del Padre, che la generazione, non niente altro che Dio; gi ho detto che eglinon ha tenuto niente per s. Davvero, io dico: la radice della divinit, egli la esprime pienamente nelFiglio. Perci dice san Filippo: Signore, mostraci il Padre, e questo ci basta!. Un albero, che portafrutti, offre questi suoi frutti. Chi mi d il frutto, non mi d l'albero, ma chi mi d l'albero e le radicie il frutto, mi ha dato di pi.

    Ora dice nostro Signore: Vi ho chiamati miei amici. Davvero, Dio ci chiama suoi amici inquella stessa nascita in cui il Padre genera il Figlio unigenito, e gli dona la radice e la sua intera di-vinit e beatitudine, e non tiene niente per s. Anche se di questo discorso tu non intendi e com-prendi nulla, c' comunque nell'anima una potenza - della quale ho parlato qui di recente, quandopredicai -, che completamente distaccata e pura in se stessa, e strettamente imparentata alla naturadivina: in questa potenza ci viene compreso. Molto giustamente egli ci dice: Perci vi ho rivelatotutto quel che ho udito dal Padre. Dice: quel che ho udito. Il parlare del Padre il suo generare,l'udire del Figlio il suo esser generato. Egli dice: tutto quello che ho udito dal Padre. S, tutto

    quello che ha udito dal Padre fin dall'eternit, ce lo ha rivelato, e non ha nascosto niente. Io dico: seavesse udito mille volte di pi, ce lo avrebbe rivelato, senza nascondere niente. Cos anche noi nondobbiamo nascondere niente di fronte a Dio; dobbiamo manifestargli tutto quel che possiamo of-frirgli. Perch se tu tenessi qualcosa per te stesso, altrettanto perderesti della tua eterna beatitudine,dal momento che Dio non ci ha nascosto nulla del suo. Questo sembra un discorso duro a diversepersone, ma tuttavia nessuno deve disperare. Pi che ti dai a Dio, e pi che Dio ti d in contraccam-bio se stesso; quanto pi ti distacchi da te stesso, tanto pi grande la tua eterna beatitudine. Di re-cente, mentre recitavo il Paternoster, che Dio stesso ci ha insegnato, mi venne il pensiero: quandonoi diciamo; venga il tuo regno, sia fatta la tua volont!, preghiamo con ci continuamente Dioche egli ci tolga a noi stessi.

    Non voglio ora pi parlare della terza paroletta che egli dice: Vi ho scelti - saziati, quietati, for-

    tificati -, perch andiate e portiate frutto e il frutto permanga presso di voi. Nessuno per conoscequesto frutto, se non Dio solo.Che l'eterna verit, di cui ho parlato, ci aiuti a giungere a questo frutto. Amen.

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    Ego elegi vos de mundo

    Queste parole, che ho pronunciato in latino, si leggono oggi nel santo Vangelo per il giorno difesta di un santo, il cui nome era Barnaba, e la Scrittura dice comunemente che era un apostolo. No-

    stro Signore dice: Io vi ho eletti, vi ho scelti in mezzo al mondo intero e a tutte le cose create, per-ch portiate molto frutto e il frutto rimanga vostro; infatti rende davvero felici il portare frutto e ilpermanere di questo frutto. Permane il frutto a chi permane nell'amore. A conclusione di questoVangelo dice nostro Signore: Amatevi l'un l'altro, come io vi ho amati in eterno; come mio Padreeternamente mi ha amato, cos vi ho amati. Osservate il mio comandamento, cos da permanere nelmio amore. Tutti i comandamenti di Dio provengono dall'amore e dalla bont della sua natura,perch, se non venissero dall'amore, non potrebbero essere comandamenti di Dio. Il comandamentodi Dio proprio la bont della sua natura, e la sua natura la sua bont nel comandamento. Chidunque dimora nella bont della sua natura, dimora nell'amore di Dio; ma l'amore non ha alcun per-ch. Se io avessi un amico e lo amassi per avere del bene da lui secondo il mio pieno volere, alloranon amerei il mio amico, bens me stesso. Devo amare il mio amico per la sua propria bont, per lasua propria virt, e per amore di tutto quello che egli in se stesso; perch soltanto in questo modoche ho appena detto lo amerei veramente. Proprio cos avviene per l'uomo che permane nell'amoredi Dio, senza cercare nulla di suo n in Dio, n in se stesso, n in alcuna cosa, e che ama Dio soltan-to per la sua bont, per la bont della sua natura e per amore di tutto quello che Egli in se stesso. Equesto il vero amore.

    L'amore per la virt un fiore, un ornamento, una madre di tutte le virt, di ogni perfezione ebeatitudine, perch Dio, e Dio il frutto di ogni virt; Dio rende feconde tutte le virt, ed unfrutto delle virt, e questo frutto permane per l'uomo. Sarebbe davvero soddisfacente se permanesseil frutto, per un uomo che ha operato per amore di quel frutto. Se vi fosse un uomo, proprietario diuna vigna o di un campo, che lo lasciasse al suo servo perch questi lo coltivasse e ne conservasse il

    frutto, dandogli anche tutto quel che necessario per la coltivazione, sarebbe davvero piacevole peril servo che il frutto gli rimanesse senza alcuna spesa propria. Cos davvero soddisfacente perl'uomo, dimorare nel frutto della virt senza avere alcuna noia o fastidio, in quanto ha abbandonatose stesso e tutte le cose.

    Ora dice nostro Signore: A chi rinuncia a qualcosa per amor mio e per amore del mio nome, iorender il centuplo e la vita eterna. Ma se tu ti distacchi da qualcosa per il centuplo o per la vita e-terna, non ti sei distaccato da nulla, e, neppure per una ricompensa mille volte pi grande, ti sei di-staccato da nulla. Tu devi abbandonare te stesso, completamente, ed allora sei davvero distaccato.Una volta, non molto tempo fa, venne da me un uomo, e mi disse che aveva dato via grosse cose inaveri, in possedimenti, allo scopo di salvare l'anima. Allora io pensai: quanto poco, e che cose insi-gnificanti tu hai lasciato! una cecit e una stoltezza, finch tu presti una qualche attenzione a quel

    che hai lasciato. Ma se ti sei distaccato da te stesso, tu sei davvero distaccato.L'uomo che si distaccato da se stesso, cos puro che il mondo non pu sopportarlo. Ho dettoqui una volta, non molto tempo fa; chi ama la giustizia, di lui la giustizia si prende cura, ed egli vie-ne preso dalla giustizia, ed una sola cosa con la giustizia. L'ho gi scritto una volta nel mio libro:l'uomo giusto non serve n Dio n le creature, perch libero; e quanto pi vicino alla giustizia,tanto pi vicino alla libert, e tanto pi la stessa libert. Tutto quel che creato, non libero.Finch sopra di me qualcosa che non Dio stesso, ci mi opprime, per quanto piccolo o comun-que sia; fosse anche lo stesso intelletto e l'amore, in quanto creato e non Dio stesso, mi opprime,perch non libero.

    L'uomo ingiusto serve la verit, gli sia gioia o dolore, e serve l'intero mondo e tutte le creature,ed un servo del peccato.

    Mi venuto una volta il pensiero, non molto tempo fa: che io sia uomo, lo ha in comune con meanche un altro uomo; che io veda, abbia l'udito, mangi e beva, lo fanno anche gli animali; ma che iosono io, questo appartiene a me soltanto, e a nessun altro uomo, n ad angelo n a Dio, se non nella

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    Convescens praecepit eis, ab Ierosolymis ne discederent etc.

    Queste parole, che ho pronunciato in latino, si leggono alla messa di questa festa; san Luca scri-ve che nostro Signore, quando volle salire al cielo, mangi con i suoi discepoli e comand loro di

    non ritirarsi da Gerusalemme, ma di aspettare la promessa del Padre, che avevano udito dalla suabocca, giacch entro pochi giorni sarebbero stati battezzati nello Spirito santo.

    Allora egli parla della promessa o del voto del Padre. Anche a noi fatta questa promessa, di do-ver essere battezzati nello Spirito santo, e di ricevere da lui il dono di abitare al di sopra del tempo,nell'eternit. Nelle cose temporali lo Spirito santo non pu essere ricevuto n dato. Se l'uomo si di-stoglie dalle cose temporali e si rivolge in se stesso, scorge una luce celeste, venuta dal cielo. Essa al di sotto del cielo, e tuttavia dal cielo. In questa luce l'uomo trova soddisfazione, e nondimeno es-sa corporea; dicono che sia materia. Un pezzo di ferro, la cui natura quella di cadere, si leva inalto, contro la sua natura, e si attacca alla pietra del magnete, a causa dell'influsso nobile che la pie-tra ha ricevuto dal cielo.

    Dove la pietra si volge, l si volge sempre anche il ferro. Lo stesso fa lo spirito: non si lascia ap-pagare da quella luce, ma penetra in alto, attraverso il firmamento ed il cielo, fino a giungere a quel-lo spirito che muove il cielo; e dal movimento del cielo verdeggia e si ricopre di foglie tutto quelche nel mondo. Ma neppure questo basta allo spirito, che si spinge pi avanti, nel vertice e nellaprima sorgente, da cui lo spirito ha la sua scaturigine.

    Questo spirito deve oltrepassare ogni numero, penetrare attraverso ed oltre ogni molteplicit; al-lora esso viene penetrato da Dio; ma mentre egli penetra in me, io penetro in lui! Dio conduce que-sto spirito nel deserto e nell'unit di se stesso, dove egli un puro Uno e scaturisce in se stesso.Questo spirito non ha un perch: se dovesse avere un perch, anche l'Unit dovrebbe avere il suoperch. Questo spirito sta in unit e libert.

    Dicono i maestri che la volont cos libera, che nessuno pu costringerla, se non Dio solo. Ma

    Dio non costringe la volont, piuttosto la pone nella libert, in modo tale che essa non vuole altroche ci che Dio stesso, e che la libert stessa . Lo spirito non pu volere altro che quel che Diovuole, e questa non la sua assenza di libert, ma la sua libert originaria.

    Dicono alcune persone: avendo Dio e l'amore di Dio, posso fare tutto quel che voglio. Esse noncomprendono bene la parola. Finch tu puoi qualcosa contro Dio o contro il suo comandamento,non hai l'amore di Dio, anche se puoi ingannare il mondo facendo credere di averlo. L'uomo che stanella volont di Dio e nell'amore di Dio, trova gioia nel compiere tutto quel che caro a Dio, e nel-l'abbandonare tutto quel che a lui contrario; gli anche impossibile tralasciare qualcosa che Diovuole faccia, come compiere qualcosa contro di lui. Proprio come uno che ha le gambe legate nonpu camminare, cos impossibile all'uomo che sta nella volont di Dio compiere qualcosa di catti-vo. Uno disse: se anche Dio avesse comandato di fare il male e di evitare la virt, non potrei co-

    munque compiere il male! Nessuno infatti ama la virt, se non egli stesso la virt. L'uomo, che haabbandonato se stesso e tutte le cose, che non cerca in nessuna cosa il suo bene proprio, e che com-pie tutte le opere senza un perch e soltanto per amore, un tale uomo morto per l'intero mondo, evive in Dio, e Dio in lui.

    Dicono alcune persone; voi ci fate dei bei discorsi, ma di ci noi non percepiamo niente! Di que-sto mi lamento anche io. Questo essere cos nobile e tuttavia cos comune, che non hai bisogno ndi un soldo n di un mezzo centesimo per comprarlo. Se tu hai soltanto una giusta tendenza ed unlibero volere, lo possiedi. L'uomo, che ha abbandonato cos tutte le cose nel loro essere inferiore edin quanto transitorie, le riceve tutte quante di nuovo in Dio, dove esse sono la verit. Tutto quelloche qui morto, lass la vita, e tutto quello che qui materiale, , l in Dio, Spirito. Come sequalcuno versasse dell'acqua pura in un vaso puro, assolutamente pulito, e ve la tenesse immobile, e

    poi un uomo piegasse al di sopra il suo volto, lo vedrebbe nel fondo proprio come in se stesso. Cideriva dal fatto che l'acqua chiara, pura e immobile. Lo stesso avviene per quegli uomini che per-mangono nella libert e nell'unit di se stessi. E se ricevono Dio nella quiete e nella pace, lo devono

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    anche ricevere nell'inquietudine e nell'agitazione; allora va bene. Va invece male, se lo accolgonomeno nell'agitazione e nell'inquietudine che nella quiete e nella pace. Sant'Agostino dice: chi infa-stidito dal giorno e annoiato dal tempo, si rivolga a Dio, in cui non v' lunghezza di tempo, in cuitutte le cose si trovano in pace. Chi ama la giustizia, preso dalla giustizia e diventa la giustizia.

    Nostro Signore dice: Non vi ho chiamati servi, vi ho chiamati amici, perch il servo non sa cosa

    il suo signore vuole. Anche un mio amico potrebbe sapere qualcosa che io non so, in quanto nonme lo ha voluto rivelare. Ma nostro Signore disse: Tutto quello che ho udito dal Padre mio, ve loho rivelato. Mi meraviglio ora di certi chierici, che sono bene istruiti e vogliono essere grandi chie-rici, e che si soddisfano in breve e si fanno ingannare, interpretando la parola di nostro SignoreTutto quel che ho udito dal Padre mio, ve lo ho annunciato, come se volesse dire che ci ha rivela-to quanto ci necessario qui, nel nostro cammino, per la eterna beatitudine. Io non ritengo che siada interpretare cos, perch non la verit. Perch Dio diventato uomo? Perch io venga generatocome lo stesso Dio. Dio morto, perch io muoia al mondo intero e a tutte le cose create. Cos bi-sogna intendere la parola pronunciata da nostro Signore: Tutto quel che ho udito da mio Padre, vel'ho manifestato. Cosa ode il Figlio dal Padre? Il Padre non pu fare altro che generare, il Figlionon pu che essere generato. Tutto quel che il Padre ha e che , l'abisso senza fondo dell'essere di-

    vino e della divina natura, tutto lo genera nel suo Figlio unigenito. Questo ode il Figlio dal Padre;questo ci ha rivelato, perch noi possiamo essere lo stesso Figlio. Tutto quello che ha il Figlio, lo hadal Padre, essere e natura, perch possiamo essere lo stesso Figlio unigenito. Nessuno ha lo Spiritosanto, senza essere il Figlio unigenito. Dove lo Spirito santo viene spirato, lo spirano il Padre ed ilFiglio, perch questo essenziale e spirituale. Tu puoi ricevere s i doni dello Spirito santo o la so-miglianza con esso, ma ci non dura, incostante. Proprio come quando un uomo diventa rosso epallido di vergogna: questa una cosa che capita, e poi passa. Ma l'uomo che rosso e bello per na-tura, lo rimane sempre. Lo stesso per l'uomo che l'unigenito Figlio: lo Spirito santo permane inlui essenzialmente. Perci nel libro della Sapienza scritto: Ti ho generato oggi nello splendoredella mia luce eterna, nella pienezza e nella chiarezza di tutti i santi. Egli lo genera ora ed oggi. una nascita nella divinit; allora sono battezzati nello Spirito santo; questa la promessa che ilPadre ha fatto loro. Dopo questi giorni, che non sono molti o pochi: questa la pienezza delladivinit, ove non giorno n notte; qui, ci che mille miglia lontano da me, mi cos vicino co-me il luogo dove ora sono; qui la pienezza e la gioia della intera divinit; qui l'Unit. Finch l'a-nima percepisce qualche differenza, non come deve essere; finch guarda qualcosa all'esterno oall'interno, non v' ancora l'Unit. Maria Maddalena cercava nostro Signore nel sepolcro, cercava unmorto e trov due angeli vivi: perci rimase sconsolata. Dissero allora gli angeli: Perch ti afflig-gi? Chi cerchi, donna?, come se avessero voluto dire: Tu cerchi un morto e trovi due vivi. Ellaavrebbe allora potuto rispondere: Proprio questo il mio lamento e la mia amarezza, che io trovidue mentre uno solo cercavo!. Finch una qualche differenza di qualche cosa creata pu gettareuno sguardo nell'anima, ci riesce di dolore per essa. Io dico, come ho gi detto spesso: dove l'ani-

    ma ha il suo essere naturale, creato, non v' verit. Dico che v' qualcosa al di sopra della naturacreata dell'anima. Alcuni chierici non comprendono che vi sia qualcosa tanto imparentato con Dio ecos uno. Esso non ha nulla in comune con alcunch. Tutto quel che creato, nulla, ma esso lon-tano ed estraneo da ogni creatura e da ogni creaturalit. un Uno in se stesso, che non accoglieniente dall'esterno di se stesso.

    Nostro Signore sal al cielo, al di sopra di ogni luce, di ogni comprensione, di ogni intendimento.L'uomo, che cos trasportato in alto al di sopra di ogni luce, abita nell'Unit. Perci dice san Paolo:Dio abita in una luce inaccessibile, e che in se stesso un puro Uno. L'uomo deve dunque essereucciso, completamente morto, non essere niente in se stesso, del tutto estraneo ad ogni rassomi-glianza ed a nessuno simile, e allora davvero simile a Dio. Infatti, propriet di Dio e sua natura l'essere dissimile e non somigliare a nessuno.

    Che Dio ci aiuti ad essere uno in quella Unit che Dio stesso. Amen.

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    Praedica verbum

    Oggi e domani si legge una paroletta a proposito del mio signore san Domenico. San Paolo lascrive nell'Epistola e significa: Pronuncia la parola, esprimila, producila, genera la parola!. una

    cosa meravigliosa che rimanga all'interno qualcosa che fluisce all'esterno. Che la parola fluisca al-l'esterno e tuttavia permanga all'interno, davvero straordinario. Che tutte le creature fluiscano al-l'esterno e permangano tuttavia all'interno, davvero straordinario. Quel che Dio ha dato e quelloche ha promesso di dare, davvero straordinario, inconcepibile, incredibile. Ed giusto che sia co-s, perch, se fosse comprensibile e credibile, non andrebbe bene. Dio in tutte le cose. Pi dentrole cose, e pi ne fuori; pi all'interno, e pi all'esterno. Ho gi detto altre volte che Dio creaquesto intero mondo assolutamente in questo ora. Tutto quello che Dio ha creato seimila e pi annior sono, quando fece il mondo, Dio lo crea ora tutto quanto. Dio in tutte le cose; ma in quanto Dio divino e razionale, in nessun luogo egli cos propriamente come nell'anima, e negli angeli, sevuoi: nella parte pi intima e nella parte pi alta dell'anima. E quando dico pi intimo, intendo laparte pi alta; quando dico pi alto, intendo la parte pi intima dell'anima. Nella parte pi intimae pi alta dell'anima: le intendo entrambe come una cosa sola. L, dove non penetr mai il tempo,dove non risplendette mai un'immagine: nella parte pi intima ed alta dell'anima Dio cre l'interomondo. Tutto quello che Dio ha creato da seimila anni, e tutto quello che creer tra mille anni, se ilmondo durer ancora tanto, Dio lo crea nella parte pi intima ed alta dell'anima. Tutto il passato,tutto il presente, tutto il futuro, Dio lo crea nella parte pi intima dell'anima. Tutto quello che Dioopera in tutti i santi, lo opera nella parte pi intima dell'anima. Il Padre genera il Figlio nella partepi intima dell'anima, e genera te come non inferiore al Figlio suo unigenito. Se devo essere figlio,devo esserlo in quello stesso essere in cui egli Figlio, ed in nessun altro. Se devo essere uomo, nonposso esserlo nell'essere di un animale, ma devo esserlo nell'essere di un uomo. Se poi devo esserequest'uomo, devo esserlo in questo essere di quest'uomo. San Giovanni ora dice: Voi siete figli di

    Dio.Parla la parola, pronunciala, esprimila, producila, genera la parola!. Pronunciala. Ci che detto dall'esterno, grossolano; ma quella parola pronunciata interiormente. Pronunciala!, si-gnifica che devi diventare interiore di ci che in te. Il profeta dice: Dio disse una cosa, e io ne in-tesi due. Questo vero: Dio dice sempre e soltanto una cosa. Il suo dire uno soltanto. In questounico dire, egli dice suo Figlio, ed insieme lo Spirito santo e tutte le creature, e vi soltanto un solodire in Dio. Ma il profeta dice: Udii due cose, il che significa: ho inteso Dio e la creatura. L do-ve Dio la pronuncia, essa Dio, ma qui creatura. La gente si immagina che Dio sia diventato uo-mo solo laggi. Non cos, perch Dio diventato uomo altrettanto qui quanto l, ed diventatouomo per poterti generare come suo Figlio unigenito, e niente di meno.

    Ieri sedevo in un luogo, e l pronunciai una paroletta, che scritta nel Paternoster e che suona:

    Sia fatta la tua volont!. Meglio per sarebbe: Divenga la volont tua!: che la mia volont di-venga la sua, che io diventi lui, questo vuol dire il Paternoster. Questa parola ha due significati. Ilprimo: Dormi di fronte a tutte le cose!, che significa che non devi sapere niente n sul tempo nsulle creature, n sulle immagini. I maestri dicono: se un uomo, che dormisse profondamente, dor-misse cento anni, non saprebbe di nessuna creatura, n del tempo, n delle immagini; allora puoicapire cosa Dio opera in te. Perci dice l'anima nel libro dell'amore: Io dormo, e il mio cuore ve-glia. Se dunque le creature dormono in te, puoi percepire quello che in te opera Dio.

    In secondo luogo la parola significa: Sforzati in tutte le cose!. E questo ha tre significati in s.Significa qualcosa come: Trova il tuo vantaggio in tutte le cose!, ovvero: cogli Dio in tutte le co-se, perch Dio in tutte le cose. Sant'Agostino dice: Dio ha creato tutte le cose, non che le abbia fat-te divenire e poi abbia proseguito il suo cammino, ma rimasto in esse. La gente immagina di avere

    di pi, se ha le cose insieme a Dio, di quanto avrebbe con Dio senza le cose. Questo sbagliato,perch tutte le cose insieme a Dio non sono di pi di Dio solo; e se uno che avesse il Figlio, ed ilPadre con esso, immaginasse di avere di pi che avendo il Figlio soltanto, sarebbe nel torto. Infatti

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    il Padre con il Figlio non di pi che il Figlio solo, e, reciprocamente, il Figlio con il Padre non dipi del Padre solo. Prendi perci Dio in tutte le cose, e questo un segno del fatto che egli ti ha ge-nerato come figlio unigenito, e niente di meno.

    Il secondo significato questo: ama Dio sopra ogni cosa, e il tuo prossimo come te stesso!, equesto un comandamento di Dio. Ma io dico che non solo un comandamento, ma anche un dono

    che Dio ha fatto, e che ha promesso di fare. Se tu preferisci che cento marchi siano tuoi piuttostoche di un altro, non sei nel giusto. Se tu ami una persona pi di un'altra, sei nel torto, e lo stesso seami tuo padre o tua madre o te stesso pi di un altro uomo. E se trovi preferibile la beatitudine in testesso piuttosto che in un altro, non sei nel giusto. Dio ne guardi! Cosa dite? Non deve la beatitu-dine mia essermi pi cara che quella di un altro?. Molte persone istruite non lo comprendono, epensano sia molto difficile. Ma non difficile, facilissimo. Voglio mostrarti che non difficile.Vedete, la natura persegue due fini in ogni membro che opera nell'uomo. Il primo fine che ha in vi-sta nel suo operare, servire al corpo nel suo insieme, e poi a ciascun membro da solo, come in sestesso e non meno di se stesso, ed ha, nel suo operare, in vista se stesso non pi di un altro membro.Molto di pi questo deve valere nel campo della grazia! Dio deve essere una regola ed un fonda-mento del tuo amore. La prima intenzione del tuo amore deve essere diretta solo verso Dio, e poi sul

    tuo prossimo come te stesso e non meno di te stesso. E se ami la beatitudine in te pi che in un al-tro, un torto, perch tu ami te stesso, e, dove tu ami te stesso, l non Dio il tuo puro amore. Seinvece tu ami la beatitudine in san Pietro e in san Paolo come in te stesso, tu possiedi la loro stessabeatitudine. E se ami la beatitudine negli angeli e in nostra Signora come in te, tu godi la stessa bea-titudine loro in senso proprio: essa tua come loro. Perci si dice nel libro della Sapienza: Lo hafatto simile ai suoi santi.

    Il terzo significato questo: ama Dio ugualmente in tutte le cose, ovvero: ama Dio altrettanto vo-lentieri nella povert come nella ricchezza, nella malattia come nella salute, nella tentazione comefuori della tentazione, nel dolore o fuori del dolore. S, tanto maggiore il dolore, tanto minore epi leggero, come due secchi: pi pesante l'uno, pi leggero l'altro, e pi che l'uomo abbandona, pigli diventa facile abbandonare. Ad un uomo che ama Dio sarebbe altrettanto facile abbandonare l'in-tero mondo, quanto un uovo. Pi egli abbandona, pi gli diventa facile abbandonare, come agli apo-stoli: maggiori dolori avevano, e pi facilmente li sopportavano.

    Sforzati in tutte le cose, significa: quando ti trovi in cose molteplici e non nel puro Uno, fai ituoi sforzi, ovvero sforzati di compiere il tuo dovere in tutte le cose. Questo significa: solleva la te-sta! E ci ha due significati. Il primo : abbandona tutto quel che tuo e consegnati a Dio, in modoche egli divenga bene tuo proprio come bene suo proprio, e Dio per te come lo per s, e non dimeno. Ci che mio, non lo ho da nessuno; ma se lo ho da un altro, non mio: e piuttosto di coluida cui lo ottengo. Il secondo significato : dirigi tutte le tue opere verso Dio. Ci sono molte personeche non lo comprendono, e questo non mi sembra strano; infatti l'uomo, per comprendere ci, deveessere molto distaccato, ed elevato al di sopra di tutte le cose mondane.

    Ci aiuti Dio a giungere a questa perfezione. Amen.

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    Iustus in perpetuum vivet, et apud dominum est merces eius

    Si legge oggi nell'Epistola una paroletta, che dice il sapiente: Il giusto vive nell'eternit.A volte ho spiegato cosa un uomo giusto, ma ora lo dico in un altro senso: un uomo giusto

    quello che formato e trasformato nella giustizia. Il giusto vive in Dio e Dio in lui, perch Dio vie-ne generato nel giusto ed il giusto in Dio. Dio viene generato in ogni virt del giusto e viene ralle-grato da ogni virt del giusto; e non solo da ogni virt, ma anche da ogni opera del giusto, per quan-to piccola sia, che viene operata dal giusto e nella giustizia: da essa Dio rallegrato, anzi riempitodi gioia, perch non rimane nulla nel suo fondo che non frema di gioia. Le persone rozze devonocrederlo, ma quelle illuminate devono saperlo.

    Il giusto non cerca niente con le sue opere. Quelli che cercano qualcosa con le loro opere, o cheagiscono per un qualche perch, sono servi e mercenari. Perci, se vuoi essere formato e trasforma-to nella giustizia, non cercare niente con le tue opere e non mirare a nulla, n nel tempo n nell'eter-nit, n ricompensa n beatitudine, n questo n quello, giacch tali opere sono davvero tutte morte.S, lo dico: anche se tu prendi Dio come fine, tutte le opere che puoi compiere per questo sono mor-te, e tu guasti cos le buone opere. E non solo guasti le opere buone, ma anche compi peccato; infattiagisci come un giardiniere, che doveva piantare un giardino, ma che ha sradicato gli alberi e vuoleper questo anche una ricompensa. Cos tu guasti le buone opere. Perci, se vuoi vivere e vuoi chevivano le tue opere, devi essere morto ed annientato per tutte le cose. proprio della creatura com-piere qualcosa da qualcosa, ma proprio di Dio compiere qualcosa dal nulla. Se perci Dio devecompiere qualcosa in te o con te, tu devi previamente essere diventato nulla. Va' dunque nel tuoproprio fondo, e l opera: le opere che l tu compi, sono tutte viventi. Perci detto Il giusto vi-ve: per il fatto che giusto, perci opera, e le sue opere vivono.

    Dice il sapiente: La sua ricompensa presso il Signore. Due parole su questo. Quando dicepresso, intende che la ricompensa del giusto l dove Dio stesso; infatti la beatitudine del giu-

    sto e quella di Dio sono una sola beatitudine, giacch il giusto beato l dove Dio beato. Dice sanGiovanni: La parola era presso Dio. Anche egli dice presso, e perci il giusto uguale a Dio,perch Dio la giustizia. Per questo motivo chi nella giustizia in Dio ed Dio.

    Ora parlo ancora della parola giusto. Non dice l'uomo giusto e neppure l'angelo giusto,ma soltantoil giusto. Il Padre genera il Figlio come il giusto, e il giusto come figlio; infatti tutte levirt del giusto, ed ogni opera compiuta dalla virt del giusto, non sono altro che la generazione delFiglio da parte del Padre. Perci il Padre non ha mai quiete: sempre in caccia e si sforza perch ilFiglio sia generato in me. Come si dice nella Scrittura: N per Sion tacer, n per Gerusalemmeavr quiete, finch il giusto non si manifesti e riluca come una folgore. Sion significa altezza del-la vita, e Gerusalemme significa altezza della pace. In Verit, n per l'altezza della vita, n perl'altezza della pace, Dio ha mai riposo, ma sta sempre in caccia e si sforza perch il giusto divenga

    manifesto. Nel giusto non deve operare niente altro che Dio. Infatti le tue opere sono tutte morte,finch un qualche motivo esterno ti spinge ad agire; ed anche se Dio ti spinge ad agire dall'esterno,davvero sono tutte morte queste opere. Se invece le tue opere devono vivere, Dio deve interiormen-te sospingerti nel pi profondo dell'anima, dove esse devono vivere: l la tua vita, e l soltanto tuvivi.

    Io dico: se una virt ti sembra pi grande di altra e tu ne pregi una pi di un'altra, tu non la amicos come essa nella giustizia, e Dio non opera ancora in te. Infatti, finch l'uomo pregia o ama dipi una virt, non le ama e le coglie come esse sono nella giustizia, e neppure egli giusto, perchil giusto ama ed opera tutte le virt nella giustiz