Stragi di Parigi «Trasformare cuori di pietra» · cuore di chi prospera e lucra sulle guerre –...

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DI V ANESSA RICCIARDI obbiamo «trasformare i cuori di pietra in cuori di carne». Mercoledì 18 novembre, pochi giorni dopo le stragi di Parigi, il cardinale Agostino Vallini, presiedendo la preghiera dei vespri per la pace in Siria e in Iraq nella basilica dei Santi Quattro Coronati, ha esortato i fedeli a testimoniare il Vangelo e non perdere di vista l’amore di Dio: «Se siamo capaci di scorgere in queste tragedie immani della storia umana l’immagine di Cristo risorto, noi, nella logica della fede, sapremo rispondere». La preghiera, organizzata dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese e dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, ha riunito i fedeli per commemorare le vittime del terrore in Siria e Iraq ma anche a Parigi; accanto a Vallini, l’arcivescovo eletto di Bologna Matteo Zuppi e Paolo Lojudice, vescovo ausiliare per il settore Sud di Roma, che prende il posto di monsignor Zuppi nel coordinamento del Centro missionario diocesano. Ancora, alla preghiera hanno preso parte i fratelli delle Chiese orientali presenti a Roma e fra Firas Lutfi, francescano minore siriano in procinto di partire per Aleppo. Il primo a parlare è stato proprio fra Lutfi. «Non è la prima volta che vado – ha raccontato -: vado a dare una mano ai miei fratelli religiosi e al mio popolo. C’è l’indigenza, il bisogno più assoluto di tutto: acqua, elettricità, medicine. Il bisogno di acqua tormenta le famiglie», ma è la violenza che costringe a scappare. «Fondamentalismo, fanatismo, terrore», scandisce fra Lutfi. Intere famiglie abbandonano tutto: «Non ci sono posti dove rifugiarsi, sono costretti ad attraversare il Mediterraneo. Per fare questo viaggio arrivano a vendere tutti i loro averi». In meno di un gorno intere popolazioni che hanno abitato un’area per secoli vengono sterminate. «Un vescovo siriano davanti alle telecamere urlava e piangeva. Chiedeva: “Perché la presenza cristiana che per due millenni ha fatto solo del bene in quella pianura in questo momento cruciale della storia deve scappare?”». Il frate ha poi ricordato le parole del Papa: «Francesco l’ha detto: è la bramosia, l’attaccamento al denaro a livello mondiale che non dà valore alla dignità di ogni uomo a causare tutto questo». La situazione è sempre più difficile: «Siamo in un tunnel. Non sappiamo se siamo all’inizio, a metà, o alla fine. Vorremmo uscire tutti quanti al più presto possibile; intanto i siriani, gli iracheni, tutti gli innocenti sono con Gesù che grida sul golgota il suo desiderio di pace». Ma non bisogna perdere la speranza: «Per fortuna ci sono fratelli e sorelle che testimoniano la loro fede, la loro speranza in un Dio che vince l’odio e la morte stessa e sono disposti a seguirlo fino a dare la propria vita per il Vangelo», ha concluso il frate. «Perché gli innocenti soffrono, perché tanti morti, perché il commercio di armi? – ha chiesto ancora Vallini durante la meditazione -. Perché il mondo così evoluto vive e prospera sul sangue degli innocenti?». Non esiste una sola vera spiegazione: «Potremmo fare tante analisi, tutte avrebbero un’anima di verità. Potremmo analizzare le scelte politiche, l’incapacità di chi ci governa di trovare una via comune, la durezza del cuore di chi prospera e lucra sulle guerre – accusa il cardinale -: tanti si arricchiscono, diventano capitalisti, grandi capitalisti; non solo singoli ma anche grandi governi». L’unica risposta possibile è la fede: «Purtroppo oggi tanti cuori sono di pietra. Non c’è una spiegazione, c’è il mistero dell’amore di Cristo, che dice, nell’abbandono, nella guerra, senz’acqua, senza pane, nella paura, nell’angoscia, “io ci sono per te”». D amour sera toujours plus fort». L’amore sarà sempre più forte. Lunedì sera, nella chiesa nazionale di Fran- cia a Roma, San Luigi dei Francesi in Campo Marzio, il rettore, don François Bousquet, ha pregato così, leggendo le parole scrit- te dai fedeli per le vittime degli attentati di Parigi. Sono paro- le d’amore, di speranza, ma anche di smarrimento e di voglia di andare avanti. «Sono troppo triste», scrive in francese qual- cun altro, ma «Signore, dacci la forza» scrive più d’uno. Le preghiere sono per le famiglie di chi ha perso i propri cari alla sala concerti Bataclan o nelle strade dell’undicesimo ar- rondissement parigino o fuori dallo Stade de France. La pre- ghiera si alza anche per chi ha ucciso: «Prego per la redenzio- ne dei terroristi», legge ancora il rettore. Fraire Jean-Marie Lau- rent Mazas, rettore della chiesa di San Nicola dei Lorenesi, che ha celebrato insieme a don Bousquet, era a Parigi la notte de- gli attentati: «Tutta la notte si sentivano le ambulanze e le si- rene in un silenzio di morte, è stato molto angosciante - ha raccontato - ma mentre a gennaio dopo l’attentato alla reda- zione di Charlie Hebdo l’hashtag su twitter è stato #Jesui- sCharlie, questa volta è stato #prayforParis». La preghiera ha unito il mondo. In certe situazioni, spiega il rettore, «l’uomo si sente nudo, e l’unico che può aiutarlo è Dio». Per Bousquet la religione non ha niente a che vedere con que- sta guerra: «Non è uno scontro fra religioni. I terroristi sono banditi, non sanno niente della religione, sono fanatici, non sono religiosi». La paura, spiega Mazas, è inevitabile: «Quan- do si pensa a quella tragica notte si guarda al crocifisso e vie- ne da chiedersi "perché permetti questo?", la commozione è normale. Siamo tutti commossi da questa vicenda, ma non cre- do che la paura prenderà il sopravvento, credo che la libertà, l’amore, la pace sia molto più forte. Ci vorrà tempo, ma vin- cerà». Alla veglia è intervenuto anche l’incaricato d’affari di Francia in Vaticano, François-Xavier Tilliette. A pregare insieme francesi, italiani e tedeschi, uniti nel cor- doglio. «Amore e fratellanza di tutta l’umanità» è quello che vogliono i fedeli nei messaggi lasciati nell’angolo della chiesa dove sono messi a disposizione carta e penna: «Luogo di pre- ghiera per le vittime degli attentati di Parigi», segnala un car- tello vicino a una piccola bandiera francese listata a lutto. Dopo la cerimonia, nessuno ha molta voglia di parlare, ma Syl- vain cerca di spiegare: «Ho vissuto trent’anni a Parigi, abito a Roma da tre anni. Adesso è importante essere uniti - ha gli oc- chi lucidi ma sorride -, tutto il mondo era veramente con la Francia. Quello che è successo è stato qualcosa di terribile per i valori della libertà e dell’amore per la vita». Vanessa Ricciardi L « Anno XLII • Numero 40-41 • Domenica 22 novembre 2015 ROMA SETTE l’evento. La celebrazione dei vespri per la pace presieduta dal cardinale vicario Vallini Stragi di Parigi «Trasformare cuori di pietra» On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Francesco: «A volte il nome di Dio usato col cuore chiuso» DI ROBERTA PUMPO ampane suonate a festa, un lungo applauso, i volti gioiosi di grandi e bambini. Così Papa Francesco è stato accolto, domenica pomeriggio, nella chiesa evangelica luterana di via Sicilia. Il Pontefice è stato ricevuto con il cardinale vicario Agostino Vallini dal pastore Jeans-Martin Kruse: in chiesa c’erano, tra gli altri, il cardinale Walter Kasper, l’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede Annette Schavan, il vescovo Josef Clemens. «I volti radiosi che vede qui – ha detto il pastore luterano – esprimono meglio di ogni parola quanto lei sia benvenuto tra noi e quanto ci rallegriamo di questa sua visita. Ma il nostro pensiero oggi va a Parigi e tutta la nostra compassione è per le vittime: confidiamo che Gesù ha vinto il mondo e perciò non ci facciamo condizionare dalla paura». Nei fatti che hanno sconvolto Parigi, ha osservato Francesco rispondendo ad alcune domande dei presenti, «il cuore era chiuso. E anche il nome di Dio a volte viene usato per chiudere il cuore». Francesco è il terzo Papa che fa visita alla comunità Luterana di Roma. Il primo, nel 1983, fu Giovanni Paolo II; poi nel 2010 Benedetto XVI. Per Kruse l’incontro evidenzia che «l’unità non è un futuro lontano» e alla base di questo cammino verso l’unità della cristianità ci sono «il dialogo e la preghiera». Un dialogo che Francesco ha aperto subito con la comunità luterana, che a Roma conta circa 500 fedeli, rispondendo ad alcune domande. «La cosa che mi piace di più nell’essere Papa è fare il parroco – ha detto a Julius, di nove anni -. Stare con i bambini, parlare con loro, perché da loro s’impara tanto. Non mi piace molto il lavoro di ufficio, ma devo farlo. Mi piaceva insegnare il catechismo ai bambini e la domenica celebrare la Messa con loro. Mi piace fare il Papa con lo stile del parroco. Mi sento bene quando visito gli ammalati, quando parlo con le persone tristi e disperate e mi piace anche andare in carcere. Ma no che mi portino in galera! – ha aggiunto ridendo -. Ogni volta che entro in un carcere mi domando: “Perchè loro sì e io no?” Ed è lì che sento la salvezza di Gesù Cristo: è Lui che mi ha salvato e mi ha preso per mano. Se un Papa non fa il parroco, il vescovo, il pastore, sarà una persona importante e intelligente, ma non penso che nel suo cuore possa essere felice». Il pontefice ha lasciato in sospeso la domanda di Anke de Bernardinis, sposata con un cattolico italiano che gli chiedeva cosa dovevano fare per partecipare insieme alla Comunione. «Non è semplice rispondere, soprattutto davanti ad un teologo come il cardinale Kasper. Ho paura – ha scherzato il Papa -: la vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Fate riferimento al battesimo. Quando voi pregate insieme, quel battesimo cresce e quando insegnate ai vostri figli chi è e da dove viene Gesù, è lo stesso sia in “lingua” luterana sia cattolica. C’è un solo battesimo, un solo Signore, una sola fede. Parlate con il Signore e andate avanti». Gertrud Wiedmer, tesoriera della comunità e impegnata nel progetto “Orsacchiotto”, che sostiene 80 madri nordafricane con figli, ha chiesto cosa possono fare come cristiani affinché le persone non si rassegnino o non erigano nuovi muri. «Fate l’ultimo – ha detto il Papa –. Lavate i piedi. Lui ha dato l’esempio. Servizio ai fratelli, ai più bisognosi». Durante la funzione è stato letto il brano del Vangelo sul giudizio finale (Matteo 25, 31-46). «Il giorno del giudizio – ha affermato Francesco parlando a braccio – noi, luterani e cattolici, da che lato saremo? A destra o a sinistra? Ci sono stati tempi brutti fra noi, delle persecuzioni: pensate ai tanti che sono stati bruciati vivi. Dobbiamo chiederci perdono per quello scandalo della divisione. A me piace chiedere al Signore – ha continuato – che ci aiuti a camminare insieme. Un vostro grande teologo ha detto che c’è l’ora della diversità riconciliata nel Signore, quel Dio che è venuto da noi per servire e non per essere servito». C Un pensiero alle stragi d’oltralpe nella visita alla comunità evangelica luterana di via Sicilia. «Chiederci perdono per lo scandalo della divisione, Dio ci aiuti nel cammino» Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 La veglia di preghiera promossa a San Luigi dei Francesi I fedeli scrivono: «L’amour sera toujours plus fort» seguito dell’invito del Rabbino capo e della comunità ebraica di Roma, papa Francesco si recherà in visita al Tempio Maggiore nel pomeriggio di domenica 17 gennaio 2016. L’annuncio, di mercoledì scorso, è della Sala stampa della Santa Sede. Si tratta della terza visita di un Papa al Tempio Maggiore di Roma, dopo quelle di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. «La visita - prosegue la nota - sarà caratterizzata dall’incontro personale del Papa con i rappresentanti dell’ebraismo e i membri della Comunità». Pubblicato il calendario delle celebrazioni presiedute dal Papa nei mesi di dicembre e gennaio. Martedì 8 dicembre alle 9.30, presiederà in piazza San Pietro la Messa per l’inizio del Giubileo della Misericordia con l’apertura della Porta santa della Basilica Vaticana. Alle 16.00, il tradizionale atto di venerazione all’Immacolata in Piazza di Spagna. Domenica 13 alle 9.30, sarà a San Giovanni in Laterano per l’apertura della Porta santa; contemporaneamente (ore 10.30) il cardinale James Harvey aprirà quella della basilica di San Paolo fuori le Mura, di cui è arciprete. Giovedì 24 alle 21.30, papa Francesco celebra nella Basilica Vaticana la Messa della Notte di Natale. Venerdì 25, solennità del Natale del Signore, alle 12 si affaccia dalla loggia centrale della basilica per la benedizione "urbi et orbi". Domenica 27 dicembre alle 10, la Messa per le famiglie nella festa della Santa Famiglia. Giovedì 31 alle 17, sempre in San Pietro, presiede i primi vespri nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum in ringraziamento per l’anno trascorso. Venerdì primo gennaio 2016 alle 10, la Messa a San Pietro nella solennità di Maria Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace, con la presenza dei Pueri Cantores per la chiusura del loro congresso internazionale. Alle 17 dello stesso giorno, Francesco celebra la Messa con l’apertura della Porta santa nella basilica di Santa Maria Maggiore. Mercoledì 6, alle 10, celebra a San Pietro la Messa nella solennità dell’Epifania del Signore. Infine, Domenica 10, Festa del Battesimo del Signore, alle 9.30, nella Cappella Sistina, la Messa con amministrazione del Battesimo ad alcuni bambini. A Il Papa sarà il 17 gennaio alla Sinagoga di Roma Le celebrazioni previste a dicembre e a gennaio Due immagini della celebrazione presieduta mercoledì dal cardinale Vallini nella chiesa dei Santi Quattro Coronati (Foto Gennari) Il Papa nella chiesa luterana di via Sicilia

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DI VANESSA RICCIARDI

obbiamo «trasformare icuori di pietra in cuoridi carne». Mercoledì 18

novembre, pochi giorni dopole stragi di Parigi, il cardinaleAgostino Vallini, presiedendola preghiera dei vespri per lapace in Siria e in Iraq nellabasilica dei Santi QuattroCoronati, ha esortato i fedeli atestimoniare il Vangelo e nonperdere di vista l’amore di Dio:«Se siamo capaci di scorgere inqueste tragedie immani dellastoria umana l’immagine diCristo risorto, noi, nella logicadella fede, sapremorispondere». La preghiera,organizzata dal Centro per lacooperazione missionaria trale Chiese e dall’UfficioMigrantes della diocesi diRoma, ha riunito i fedeli percommemorare le vittime delterrore in Siria e Iraq ma anchea Parigi; accanto a Vallini,l’arcivescovo eletto di BolognaMatteo Zuppi e PaoloLojudice, vescovo ausiliare peril settore Sud di Roma, cheprende il posto di monsignor

Zuppi nel coordinamento delCentro missionario diocesano.Ancora, alla preghiera hannopreso parte i fratelli delleChiese orientali presenti aRoma e fra Firas Lutfi,francescano minore siriano inprocinto di partire per Aleppo.Il primo a parlare è statoproprio fra Lutfi. «Non è laprima volta che vado – haraccontato -: vado a dare unamano ai miei fratelli religiosi eal mio popolo. C’è l’indigenza,il bisogno più assoluto ditutto: acqua, elettricità,medicine. Il bisogno di acquatormenta le famiglie», ma è laviolenza che costringe ascappare. «Fondamentalismo,fanatismo, terrore», scandiscefra Lutfi. Intere famiglieabbandonano tutto: «Non cisono posti dove rifugiarsi,sono costretti ad attraversare ilMediterraneo. Per fare questoviaggio arrivano a vendere tuttii loro averi». In meno di ungorno intere popolazioni chehanno abitato un’area persecoli vengono sterminate.«Un vescovo siriano davantialle telecamere urlava e

piangeva. Chiedeva:“Perché la presenzacristiana che per duemillenni ha fatto solodel bene in quellapianura in questomomento crucialedella storia devescappare?”». Il frateha poi ricordato leparole del Papa:«Francesco l’ha detto:è la bramosia,l’attaccamento aldenaro a livellomondiale che non dàvalore alla dignità diogni uomo a causare

tutto questo».La situazione è sempre piùdifficile: «Siamo in un tunnel.Non sappiamo se siamoall’inizio, a metà, o alla fine.Vorremmo uscire tutti quantial più presto possibile; intantoi siriani, gli iracheni, tutti gliinnocenti sono con Gesù chegrida sul golgota il suodesiderio di pace». Ma nonbisogna perdere la speranza:«Per fortuna ci sono fratelli esorelle che testimoniano laloro fede, la loro speranza inun Dio che vince l’odio e lamorte stessa e sono disposti aseguirlo fino a dare la propriavita per il Vangelo», haconcluso il frate. «Perché gliinnocenti soffrono, perchétanti morti, perché ilcommercio di armi? – hachiesto ancora Vallini durantela meditazione -. Perché ilmondo così evoluto vive eprospera sul sangue degliinnocenti?». Non esiste unasola vera spiegazione:«Potremmo fare tante analisi,tutte avrebbero un’anima diverità. Potremmo analizzare lescelte politiche, l’incapacità dichi ci governa di trovare unavia comune, la durezza delcuore di chi prospera e lucrasulle guerre – accusa ilcardinale -: tanti siarricchiscono, diventanocapitalisti, grandi capitalisti;non solo singoli ma anchegrandi governi». L’unicarisposta possibile è la fede:«Purtroppo oggi tanti cuorisono di pietra. Non c’è unaspiegazione, c’è il misterodell’amore di Cristo, che dice,nell’abbandono, nella guerra,senz’acqua, senza pane, nellapaura, nell’angoscia, “io cisono per te”».

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amour sera toujours plus fort». L’amore sarà semprepiù forte. Lunedì sera, nella chiesa nazionale di Fran-

cia a Roma, San Luigi dei Francesi in Campo Marzio, il rettore,don François Bousquet, ha pregato così, leggendo le parole scrit-te dai fedeli per le vittime degli attentati di Parigi. Sono paro-le d’amore, di speranza, ma anche di smarrimento e di vogliadi andare avanti. «Sono troppo triste», scrive in francese qual-cun altro, ma «Signore, dacci la forza» scrive più d’uno. Le preghiere sono per le famiglie di chi ha perso i propri carialla sala concerti Bataclan o nelle strade dell’undicesimo ar-rondissement parigino o fuori dallo Stade de France. La pre-ghiera si alza anche per chi ha ucciso: «Prego per la redenzio-ne dei terroristi», legge ancora il rettore. Fraire Jean-Marie Lau-rent Mazas, rettore della chiesa di San Nicola dei Lorenesi, cheha celebrato insieme a don Bousquet, era a Parigi la notte de-gli attentati: «Tutta la notte si sentivano le ambulanze e le si-rene in un silenzio di morte, è stato molto angosciante - haraccontato - ma mentre a gennaio dopo l’attentato alla reda-zione di Charlie Hebdo l’hashtag su twitter è stato #Jesui-sCharlie, questa volta è stato #prayforParis».La preghiera ha unito il mondo. In certe situazioni, spiega ilrettore, «l’uomo si sente nudo, e l’unico che può aiutarlo è Dio».Per Bousquet la religione non ha niente a che vedere con que-

sta guerra: «Non è uno scontro fra religioni. I terroristi sonobanditi, non sanno niente della religione, sono fanatici, nonsono religiosi». La paura, spiega Mazas, è inevitabile: «Quan-do si pensa a quella tragica notte si guarda al crocifisso e vie-ne da chiedersi "perché permetti questo?", la commozione ènormale. Siamo tutti commossi da questa vicenda, ma non cre-do che la paura prenderà il sopravvento, credo che la libertà,l’amore, la pace sia molto più forte. Ci vorrà tempo, ma vin-cerà». Alla veglia è intervenuto anche l’incaricato d’affari diFrancia in Vaticano, François-Xavier Tilliette.A pregare insieme francesi, italiani e tedeschi, uniti nel cor-doglio. «Amore e fratellanza di tutta l’umanità» è quello chevogliono i fedeli nei messaggi lasciati nell’angolo della chiesadove sono messi a disposizione carta e penna: «Luogo di pre-ghiera per le vittime degli attentati di Parigi», segnala un car-tello vicino a una piccola bandiera francese listata a lutto.Dopo la cerimonia, nessuno ha molta voglia di parlare, ma Syl-vain cerca di spiegare: «Ho vissuto trent’anni a Parigi, abito aRoma da tre anni. Adesso è importante essere uniti - ha gli oc-chi lucidi ma sorride -, tutto il mondo era veramente con laFrancia. Quello che è successo è stato qualcosa di terribile peri valori della libertà e dell’amore per la vita».

Vanessa Ricciardi

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Anno XLII • Numero 40-41 • Domenica 22 novembre 2015

ROMA SETTE

l’evento.La celebrazione dei vespri per la pace presieduta dal cardinale vicario Vallini

Stragi di Parigi«Trasformarecuori di pietra»

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

Francesco: «A volte il nome di Dio usato col cuore chiuso»

DI ROBERTA PUMPO

ampane suonate a festa, un lungoapplauso, i volti gioiosi di grandi ebambini. Così Papa Francesco è stato

accolto, domenica pomeriggio, nella chiesaevangelica luterana di via Sicilia. Il Pontefice èstato ricevuto con il cardinale vicario AgostinoVallini dal pastore Jeans-Martin Kruse: in chiesac’erano, tra gli altri, il cardinale Walter Kasper,l’ambasciatore tedesco presso la Santa SedeAnnette Schavan, il vescovo Josef Clemens. «Ivolti radiosi che vede qui – ha detto il pastoreluterano – esprimono meglio di ogni parolaquanto lei sia benvenuto tra noi e quanto ci

rallegriamo di questa sua visita. Ma il nostropensiero oggi va a Parigi e tutta la nostracompassione è per le vittime: confidiamo cheGesù ha vinto il mondo e perciò non cifacciamo condizionare dalla paura». Nei fattiche hanno sconvolto Parigi, ha osservatoFrancesco rispondendo ad alcune domande deipresenti, «il cuore era chiuso. E anche il nomedi Dio a volte viene usato per chiudere ilcuore». Francesco è il terzo Papa che fa visitaalla comunità Luterana di Roma. Il primo, nel1983, fu Giovanni Paolo II; poi nel 2010Benedetto XVI. Per Kruse l’incontro evidenziache «l’unità non è un futuro lontano» e allabase di questo cammino verso l’unità dellacristianità ci sono «il dialogo e la preghiera». Undialogo che Francesco ha aperto subito con lacomunità luterana, che a Roma conta circa 500fedeli, rispondendo ad alcune domande. «Lacosa che mi piace di più nell’essere Papa è fare ilparroco – ha detto a Julius, di nove anni -. Starecon i bambini, parlare con loro, perché da loros’impara tanto. Non mi piace molto il lavoro diufficio, ma devo farlo. Mi piaceva insegnare il

catechismo ai bambini e la domenica celebrarela Messa con loro. Mi piace fare il Papa con lostile del parroco. Mi sento bene quando visitogli ammalati, quando parlo con le persone tristie disperate e mi piace anche andare in carcere.Ma no che mi portino in galera! – ha aggiuntoridendo -. Ogni volta che entro in un carcere midomando: “Perchè loro sì e io no?” Ed è lì chesento la salvezza di Gesù Cristo: è Lui che mi hasalvato e mi ha preso per mano. Se un Papanon fa il parroco, il vescovo, il pastore, sarà unapersona importante e intelligente, ma nonpenso che nel suo cuore possa essere felice». Ilpontefice ha lasciato in sospeso la domanda diAnke de Bernardinis, sposata con un cattolicoitaliano che gli chiedeva cosa dovevano fare perpartecipare insieme alla Comunione. «Non èsemplice rispondere, soprattutto davanti ad unteologo come il cardinale Kasper. Ho paura –ha scherzato il Papa -: la vita è più grande dellespiegazioni e interpretazioni. Fate riferimento albattesimo. Quando voi pregate insieme, quelbattesimo cresce e quando insegnate ai vostrifigli chi è e da dove viene Gesù, è lo stesso sia in

“lingua” luterana sia cattolica. C’è un solobattesimo, un solo Signore, una sola fede.Parlate con il Signore e andate avanti». GertrudWiedmer, tesoriera della comunità e impegnatanel progetto “Orsacchiotto”, che sostiene 80madri nordafricane con figli, ha chiesto cosapossono fare come cristiani affinché le personenon si rassegnino o non erigano nuovi muri.«Fate l’ultimo – ha detto il Papa –. Lavate ipiedi. Lui ha dato l’esempio. Servizio ai fratelli,ai più bisognosi». Durante la funzione è statoletto il brano del Vangelo sul giudizio finale(Matteo 25, 31-46). «Il giorno del giudizio – haaffermato Francesco parlando a braccio – noi,luterani e cattolici, da che lato saremo? A destrao a sinistra? Ci sono stati tempi brutti fra noi,delle persecuzioni: pensate ai tanti che sonostati bruciati vivi. Dobbiamo chiederci perdonoper quello scandalo della divisione. A me piacechiedere al Signore – ha continuato – che ciaiuti a camminare insieme. Un vostro grandeteologo ha detto che c’è l’ora della diversitàriconciliata nel Signore, quel Dio che è venutoda noi per servire e non per essere servito».

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Un pensiero alle stragi d’oltralpenella visita alla comunità evangelicaluterana di via Sicilia. «Chiederciperdono per lo scandalo delladivisione, Dio ci aiuti nel cammino»

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma; [email protected]. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491

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La veglia di preghiera promossa a San Luigi dei FrancesiI fedeli scrivono: «L’amour sera toujours plus fort»

seguito dell’invito del Rabbino capo e della comunitàebraica di Roma, papa Francesco si recherà in visita alTempio Maggiore nel pomeriggio di domenica 17

gennaio 2016. L’annuncio, di mercoledì scorso, è della Salastampa della Santa Sede. Si tratta della terza visita di unPapa al Tempio Maggiore di Roma, dopo quelle di GiovanniPaolo II e di Benedetto XVI. «La visita - prosegue la nota -sarà caratterizzata dall’incontro personale del Papa con irappresentanti dell’ebraismo e i membri della Comunità».Pubblicato il calendario dellecelebrazioni presiedute dal Papa neimesi di dicembre e gennaio. Martedì 8dicembre alle 9.30, presiederà in piazzaSan Pietro la Messa per l’inizio delGiubileo della Misericordia conl’apertura della Porta santa della BasilicaVaticana. Alle 16.00, il tradizionale attodi venerazione all’Immacolata in Piazzadi Spagna. Domenica 13 alle 9.30, sarà aSan Giovanni in Laterano per l’aperturadella Porta santa; contemporaneamente(ore 10.30) il cardinale James Harveyaprirà quella della basilica di San Paolofuori le Mura, di cui è arciprete. Giovedì

24 alle 21.30, papa Francesco celebra nella Basilica Vaticanala Messa della Notte di Natale. Venerdì 25, solennità delNatale del Signore, alle 12 si affaccia dalla loggia centraledella basilica per la benedizione "urbi et orbi". Domenica27 dicembre alle 10, la Messa per le famiglie nella festa dellaSanta Famiglia. Giovedì 31 alle 17, sempre in San Pietro,presiede i primi vespri nella solennità di Maria SantissimaMadre di Dio e il Te Deum in ringraziamento per l’annotrascorso. Venerdì primo gennaio 2016 alle 10, la Messa a

San Pietro nella solennità di MariaMadre di Dio e Giornata mondiale dellaPace, con la presenza dei Pueri Cantoresper la chiusura del loro congressointernazionale. Alle 17 dello stessogiorno, Francesco celebra la Messa conl’apertura della Porta santa nella basilicadi Santa Maria Maggiore. Mercoledì 6,alle 10, celebra a San Pietro la Messanella solennità dell’Epifania del Signore.Infine, Domenica 10, Festa delBattesimo del Signore, alle 9.30, nellaCappella Sistina, la Messa conamministrazione del Battesimo adalcuni bambini.

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Il Papa sarà il 17 gennaio alla Sinagoga di RomaLe celebrazioni previste a dicembre e a gennaio

Due immagini della celebrazione presieduta mercoledì dal cardinale Vallini nella chiesa dei Santi Quattro Coronati (Foto Gennari)

Il Papa nella chiesa luterana di via Sicilia

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Pellegrinaggi:al centro c’èla misericordia

Le giornate di lavori concluse mercoledì dallapartecipazione all’udienza del Santo PadreL’intervento di Ravasi e la Messa di Fisichella

Parolin: luogo per convertire il cuoreI lavori del convegno teologico-pastoraledell’Opera romana verso il Giubileo Due immagini del convegno dell’Opera romana: sopra il cardinale Parolin e monsignor Andreatta, in basso il cardinale Vallini

DI MARIAELENA FINESSI

el cristianesimo, la misericordiaè la consapevolezza d’essereamati e perdonati da Dio». Così

il cardinale Pietro Parolin, segretario diStato vaticano, spiega uno dei due concetti– l’altro è il pellegrinaggio – di cui si èdiscusso, quest’anno, nel convegnoteologico-pastorale dell’Opera romanapellegrinaggi. Tre giornate aperte lunedì alThe Church Village e concluse mercoledìcon la partecipazione all’udienza delSanto Padre. Dedicate al confronto sugliaspetti spirituali, teologici ma ancheorganizzativi del settore. «Il NuovoTestamento considera la vita comepellegrinaggio e il cristiano è chiamato amantenere una certa distanza da ciò che locirconda. Non certo dalle leggi della cittàin cui vive – precisa il porporato – o dalleregole dello Stato d’appartenenza». Èpiuttosto una «distanza di prospettiva»,perché «i cristiani abitano la loro terra dastranieri, obbediscono alle leggi vigentima ispirandosi a leggi superiori».Passando in rassegna il valore che manmano il pellegrinaggio ha assunto nelcorso dei secoli, il cardinale vede un«denominatore comune». È «il distaccodalla quotidianità e dalla trama deipercorsi profani per andare inveceincontro a Dio». Avviene una«conversione», una «trasformazione delcuore». Sorta di «clinica specializzata», illuogo del pellegrinaggio è «un richiamo arivedere le scelte della propria vita,secondo coscienza». «Comporta lariconciliazione», precisa il cardinale

N«Gianfranco Ravasi, presidente delPontificio Consiglio della cultura, citandola parabola che lui definisce «piùcorrettamente del prodigo e non del figlioprodigo». Questi ritorna – raccontal’evangelista Luca – perché si è convertito.Nel linguaggio anticotestamentario,infatti, “convertirsi” è “shuv”, spiegaRavasi, che letteralmente «significa“ritornare” sulla pista che si era». «Lamisericordia - aggiunge - è un’esperienzafondamentale del pellegrinaggio, tant’èche la comunità ecclesiale deve praticarein questo periodo anche talune operespirituali e corporali perché l’unità dimisura, nel giudizio finale, è quanto si èamato». La celebrazione della Messaconclude la prima giornata (la seconda èsintetizzata nell’articolo accanto), che ha visto

intervenire anche Ruth Dureghello,presidente della Comunità ebraica diRoma, e il rabbino Benedetto CarucciViterbi, preside delle scuole dellaComunità, ad illustrare il tema delconvegno (“Pellegrinaggio e misericordianelle tre grandi religioni monoteiste”)nell’ottica dell’ebraismo. A presiedere laliturgia, l’arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio per lapromozione della nuova evangelizzazione,cui spetta anche l’organizzazione delGiubileo. «Non dobbiamo cedere allatentazione di impedire l’incontro con ilSignore», ammonisce parlando deisacerdoti, «perché siamo “amministratori”della misericordia di Dio, che è vicinanzaall’uomo, soprattutto quando è lontano,perché è solo o è nel peccato».

Infopoint per i pellegrinira il centro storico, le stazioni ferro-viarie e gli aeroporti, l’Opera romana

pellegrinaggi mette a punto per il Giubi-leo 14 info point. Si potrà usufruire disconti e di particolari agevolazioni sul sog-giorno (anche in accordo con Federal-berghi) acquistando l’Omnia card.Nei prossimi giorni, verrà lanciata un’Appche consentirà al pellegrino di avere ac-canto a sé una guida virtuale, che si atti-verà non appena ci si troverà a passarenelle vicinanze di un particolare luogo diculto o di un’opera d’arte conservata nel-

le belle chiese del centro cittadino.Per coloro che vorranno raggiungere labasilica di San Pietro sono stati concepi-ti quattro percorsi: due «cammini papa-li», che partono da San Giovanni in Late-rano, il «cammino del pellegrino» ugual-mente dalla basilica Lateranense e il«cammino mariano» da Santa Maria Mag-giore. Quanto alle altre iniziative giubilaridell’Orp, ad agosto è previsto il pellegri-naggio diocesano a Lourdes, ad ottobre enovembre a Fatima e in Terra Santa in-sieme ai pellegrini delle tre grandi reli-gioni monoteiste.

T

La celebrazione del cardinale Valliniella seconda giornata del convegno dell’Opera romanapellegrinaggi, il cardinale vicario Agostino Vallini, nel

corso della Messa celebrata il 17 novembre, ricorda i tre veriobiettivi di un pellegrinaggio. Il primo consiste nell’offriread ognuno «l’occasione di incontrare il Signore». Il secondoè di «far comprendere e sperimentare che il pellegrinaggionon è una vacanza a contenuto religioso», al termine dellaquale «tutto ritorna, più o meno, come prima»: al contrario,«l’obiettivo che Gesù si è prefisso» è di fare di ciascun uomo,e quindi anche del pellegrino, «un discepolo», cioè«mostrare che la misura alta della vita cristiana è possibile atutti». Infine, «il pellegrinaggio deve aprirci alla carità», peragire nel bene, come samaritani, verso chi soffre. E maicome oggi, conclude il cardinale, «c’è un bisogno enorme diseminare amore intorno a noi». Il Giubileo è allora «unagrazia che può aiutarci a comprendere che saremo tanto piùcristiani quanto più la carità di Cristo plasma la nostra vita ela rende operosa di misericordia». Metafora della vita, il

pellegrinaggio è dunque «una decisioneradicale - aggiunge monsignor LiberioAndreatta, vicepresidente e amministratoredelegato dell’Orp -, l’abbandono di tutti iluoghi consueti, di tutte le abitudini, unarottura dello scorrere normale del tempo equindi una rottura irreversibile». Nelconvegno, protagonisti del dibattito sonoesponenti delle tre grandi religionimonoteiste. Dopo la visione ebraica ecristiana, nella prima giornata, al tavolo deirelatori si sono avvicendati, il 17 novembre,l’imam Izzeddin Elzir, a capo dell’Unionedelle Comunità Islamiche d’Italia, e ilcardinale Jean-Louis Tauran, titolare deldicastero pontificio per il Dialogointerreligioso.

Mariaelena Finessi

N

160 parrocchiecoinvolte dalServizio diocesano«Chiediamoun piccolo segnodi appartenenza»

Sostentamento clero, oggi la sensibilizzazioneDI LORENA LEONARDI

aggiore trasparenza nelladestinazione dei fondidell’otto per mille» e

«monitoraggio delle modalità diutilizzo dei fondi»: sono alcune tra lepriorità individuate dal Serviziodiocesano per la promozione delsostegno economico alla Chiesacattolica. A spiegarlo è PierluigiProietti, l’incaricato diocesano delServizio, evidenziando l’importanzadella giornata di oggi che, come ogniultima domenica del tempo ordinario,è dedicata, sia a livello diocesano chenazionale, alla sensibilizzazione per leofferte a sostegno dei sacerdoti. Daquando è nato, nel 2011, il Servizio(www.sovvenirediocesidiroma.it), leparrocchie coinvolte sono

M«progressivamente arrivate a quota 160,e sono stati attivati percorsi dicollaborazione con diverse realtàecclesiali, dal Movimento dei Focolarial Cammino Neocatecumenale, per unincremento medio annuo dei fondiraccolti di circa il 30% nella domenicadedicata al sostegno dei sacerdoti.Ogni parrocchia, oggi, sarà attrezzataper il programma di sensibilizzazione,con locandine promozionali e tavoliinformativi. «Ma il momento focalesarà l’offerta, mediante il cosiddetto"obolo della vedova", un piccolosegno di appartenenza alla famigliaecclesiale. Non chiediamo - spiegaProietti - di essere generosi, perchéconosciamo bene le tante difficoltà delperiodo. Invitiamo tutti, però, asentirsi parte della grande famigliadella Chiesa, e per farlo basta anche

un euro». A Roma la raccolta in questadomenica è cresciuta dai 20mila euronel 2012 ai 34mila euro nel 2014. Mac’è ancora tanto da fare: basti pensareche le offerte per i sacerdoti copronosoltanto il 3,7% del fabbisogno per iloro stipendi, che vanno da circa 900euro mensili per i preti appenaordinati fino a poco meno di 1.400euro per i vescovi vicini alla pensione.«Bisogna così attingere ai fondidell’8xmille per coprire il divario».Inoltre le firme dell’8xmille alla ChiesaCattolica diminuiscono di circa il 3%ogni anno e a Roma sono il 73% dellefirme espresse, con un andamentopeggiore della media nazionale.«Quello che ci impegniamo apromuovere - prosegue Proietti - è un"cammino di fratellanza" con i nostriparroci, basato su una relazione di

amicizia e di fiducia reciproca, perchépossano avere gli strumenti ancheeconomici per fare il bene comune.Così collaboriamo a costruire laChiesa "in uscita, inquieta e libera" dicui parla papa Francesco». E se a voltele notizie di cronaca lasciano l’amaroin bocca, non bisogna scoraggiarsi: «Cisono tanti preti che svolgono unservizio encomiabile. Vannovalorizzate le realtà, e sono diverse,dove i sacerdoti si spendono per laloro gente essendo padri, amici,fratelli». Contribuire al sostentamentodel clero è possibile direttamente inoccasione di questa giornata che ormaida quatto anni è un appuntamentoper la Chiesa romana, ma anche viainternet, mediante bollettino postale orecandosi presso l’Istituto diocesano,in Vicariato.

Domenica la Messaper don Santoroa 10 anni dalla morte

er il decimo anniversario del-l’assassinio di don Andrea San-

toro, ucciso in Turchia nel febbraio2006, sono previsti eventi di rifles-sione e preghiera per approfondirela sua spiritualità. Il primo è in pro-gramma domenica 29 novembre aSanta Croce in Gerusalemme. Alle17.30 il cardinale Beniamino Stel-la, prefetto della Congregazione peril Clero, terrà una meditazione sul-la preghiera di don Andrea. Intro-duce monsignor Feroci. Alle 19 ilcardinale presiederà la Messa.In uscita il libro di don Andrea Unfiore dal deserto - Preghiere dal dia-rio: ne parleremo sul prossimo nu-mero di Roma Sette.

P

Per il segretariodi stato vaticanogli itinerarireligiosiesprimono«il distacco dallaquotidianitàe dalla trama deipercorsi profaniper andareincontro a Dio»

2 Domenica22 novembre 2015

memoria

la scheda

MARINA TOMARRO

na Chiesa che vuole stare al passocon i tempi per diventare semprepiù prossima agli ultimi, ai poveri,

a coloro che vivono nelle periferie e di cuinessuno ascolta il grido. È questal’immagine che viene fuori dal 5°Convegno ecclesiale nazionale "In GesùCristo il nuovo umanesimo" che si èconcluso a Firenze venerdì 13 novembre.«Questo meeting è stato molto costruttivo- spiega don Filippo Morlacchi, direttoredell’Ufficio per la pastorale scolastica edelegato diocesano a Firenze - perché si è

verificato un reale scambio di opinioni,che ne ha fatto un evento ecclesialeproficuo. Sicuramente, la giornata crucialeè stata quella con papa Francesco. Neglianni passati, solitamente, il Santo Padrechiudeva il convegno, invece questa voltaha scelto di aprirlo lasciandoci in questomodo delle linee guida su cui poi lavorarenei giorni successivi». E papa Francesco,nell’intervento tenuto di martedì 10, nelduomo di Santa Maria del Fiore, hainvitato i presenti a partire dall’umanità diCristo che con la sua sofferenza diventamodello per la collettività intera. «Il Papa -sottolinea Morlacchi- ci ha indicato laEvangelii gaudium come strumento di unavera conversione pastorale, invitando laChiesa a riprendere il cammino con unostile di maggiore povertà». E riferendosi adalcune notizie uscite in quei giornichiarisce: «Si diceva che era statorottamato un vecchio stile di Chiesa,legato forse troppo con gli interessi di

natura politica. In parte sicuramente puòessere vero, nel senso che il Papa ha dettoche sono cambiati i tempi, dato che alcunieventi hanno portato a vedere tutto conuno sguardo differente. Proprio da questonasce allora la nuova logica di papaFrancesco, che è quella dell’abbandono edell’affidamento totale al Signore. Equindi anche una nuova visione sullamissione evangelizzatrice che ne escerinnovata». Durante il convegno, tante letestimonianze offerte. Tra loro anchequella di Pierluigi e Gabriella Proietti, chehanno avuto la gioia di poter testimoniarela bellezza delle sfide quotidiane dellafamiglia alla presenza di papa Francesco:«Per noi è stato un dono poter raccontarela nostra vita al Papa - racconta Pierluigi -,quando alla fine della nostratestimonianza il Santo Padre è venuto adabbracciarci è stata per noi un’emozionefortissima che non dimenticheremo mai.La famiglia oggi ha più che mai bisogno

della prossimità della Chiesa, ma nonsolo. È necessario un lavoro di rete perdare una mano a quei nuclei in difficoltà elavorare sulla formazione di coppie chepossano essere di sostegno ad altre». Sullelinee guida delineate durante quellegiornate, il prossimo 3 dicembre alSeminario Romano Maggiore, saràorganizzato un incontro con tutti idelegati che hanno partecipato alConvegno di Firenze. «Il cardinale Vallini -spiega ancora don Morlacchi - ci darà delleindicazioni per rendere fecondi quei fruttianche a Roma. Non si parte da zerocertamente, la diocesi deve trovare il mododi far collimare la strategia pastoraleadottata negli ultimi anni con questenuove proposte. Io credo che dovremolavorare su tre obiettivi: l’eredità pastoraledegli anni passati, il Giubileo e lacostruzione di un uomo nuovo, partendoproprio da questo stile di povertà che papaFrancesco ha ribadito con insistenza».

U

La riflessione del delegatodiocesano don Filippo Morlacchi«Rendere fecondi frutti a Roma»La testimonianza di Proietti

Convegno di Firenze, verso una missione rinnovata

Un momento della visita del Papa a Firenze

Page 3: Stragi di Parigi «Trasformare cuori di pietra» · cuore di chi prospera e lucra sulle guerre – accusa il cardinale -: tanti si arricchiscono, diventano capitalisti, grandi capitalisti;

DI CHRISTIAN GIORGIO

colpi ben assestati di mazzetta escalpello rimbombano tra le muradella basilica di San Giovanni in

Laterano. Sono le 17.15 di lunedì 16novembre quando la Porta santadella cattedrale di Roma inizia aessere liberata dal muro di mattoniche dal 2000 ha tenuto sigillata lasua parte interna. Dopo la preghierainiziale del cardinale vicarioAgostino Vallini, arciprete dellabasilica, tocca agli operai dei servizitecnici del Governatorato della Cittàdel Vaticano abbattere il murocostruito al termine dell’Anno santodel 2000. Ad assistere, accanto alcardinale Vallini, il CapitoloLateranense, il maestro delleCelebrazioni liturgiche del Papa,monsignor Guido Marini, e ilpresidente del Pontificio consiglioper la promozione della nuovaevangelizzazione, l’arcivescovo RinoFisichella. Erano presenti anchedecine di fedeli e diversi turisti che,trovandosi a passare per una visita inbasilica, per caso si sono imbattutiin un evento storico. La Porta santadi San Giovanni, infatti, è la prima -tra quelle delle basiliche papaliromane - a essere smurata in vistadel Giubileo della misericordia. Unavolta staccata la lapide con la grandecroce, che campeggia sulla partecentrale della parete, gli operaihanno proceduto a recuperare la"capsa", la cassetta di zincoall’interno della quale, nel 2000,venne conservato il verbalecertificante la chiusura della porta.Oltre ad esso, la cassetta di zinco

I

San Giovanni«Smurata»la primaPorta santa

La cerimonia con un momento di preghieraguidato dal cardinale Vallini, arciprete dellacattedrale, davanti all’arcivescovo Fisichellae al maestro delle celebrazioni pontificie Marini

Sopra, a sinistra e in basso tre momenti della «recognitio» della Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano

conteneva anche la chiave dellaPorta santa e 41 medaglie con lostemma papale di Giovanni Paolo II:una d’oro coniata nel 2000, 23d’argento come gli anni delpontificato di Wojtyla ai tempidell’ultimo Giubileo, e 17 in bronzo,una per ogni anno trascorso dal1983, Giubileo della redenzione, al2000. Al termine della giornata, laporta è stata completamente liberata.Una volta ripetuto il rito anche nellealtre basiliche romane, tutto ilmateriale contenuto nelle cassette dizinco verrà consegnato a papaFrancesco. Il Pontefice aprirà la Portasanta di San Giovanni in Laterano ilprossimo 13 dicembre, 592 annidopo il suo predecessore, papaMartino V, che per la prima voltanella storia degli anni giubilari, nel1423, aprì la Porta santa della

cattedrale di Roma. Nella BasilicaVaticana, invece, l’apertura dellaPorta santa è attestata per la primavolta nel Natale del 1499 (a destral’articolo sulla "recognitio" dei giorniscorsi ). In quella occasione papaAlessandro VI volle infatti che laporta venisse aperta non solamente aSan Giovanni in Laterano, ma anchenelle altre basiliche romane: SanPietro, Santa Maria Maggiore e SanPaolo fuori le Mura. La basilicalateranense sarà, per la diocesi, ilcuore del Giubileo. Durante l’Annosanto, due volte al giorno, alle 10 ealle 17.30, sarà prevista lacelebrazione giubilare. In basilica èstato attivato un servizio diprenotazioni on line per ritipenitenziali e celebrazionedell’Eucaristia ([email protected]).

Video su www.romasette.it

La «recognitio» nelle altre tre basilichea recognitio della Porta santa diSan Pietro è avvenuta mercoledì

alla presenza del cardinale arcipreteAngelo Comastri. Dopo una preghierainiziale, quattro sampietrini hannoestratto la cassetta metallicacustodita nel muro. All’interno, i"documenti" dell’ultimo Giubileo, tracui la chiave che aprirà la Porta santa,le maniglie e la pergamena del rogito.La cassetta, che è stata portata inprocessione fino alla Sala capitolare,è stata aperta con la fiammaossidrica. Alla recognitio era presente,

oltre al maestro dellecerimonie liturgiche delPapa, monsignor GuidoMarini, anchel’arcivescovo RinoFisichella, presidentedel Pontificio Consiglioper la promozione dellanuova evangelizzazione.Giovedì 19, la«ricognizione» è statafatta a Santa MariaMaggiore, domani a SanPaolo fuori le Mura.

L

3 Domenica22 novembre 2015

il rito

immagine di due giovani con lozaino in spalla campeggia sullasezione "Registrazione pellegrini" del

sito del Giubileo della Misericordia,www.im.va. È quella dove dovrannoregistrarsi i pellegrini che vorrannopartecipare ai grandi eventi con il SantoPadre durante l’Anno santo e che vorrannopassare la Porta santa della Basilica di SanPietro. Sul sito gestito dal PontificioConsiglio per la promozione della nuovaevangelizzazione - responsabiledell’organizzazione del Giubileo - èdisponibile per loro anche un’area

’L

Registrazione necessaria pervarcare la Porta santa di SanPietro. Il sito www.im.va in 7lingue. Le altre informazioni

riservata, con login e password. Tuttavia,nella prima fase saranno sufficienti soloalcuni dati a coloro che vorranno registrarsial sito come responsabili di un gruppo: èsufficiente inserire nome, nazione, città,lingua parlata, tipologia di registrazione. Inuna seconda fase, sarà possibile iscrivere ilgruppo ad un grande evento del Giubileooppure al pellegrinaggio alla Porta santa diSan Pietro. Ogni registrazione, vienechiarito, permetterà di iscrivere un sologruppo per ciascuno evento opellegrinaggio. L’intento è quello digarantire un’adeguato svolgimento delpellegrinaggio, in un clima di preghiera. Aciò contribuiranno anche gli spazi adisposizione dei pellegrini per laconfessione, l’adorazione e la catechesi,specie per quanto riguarda i gruppiorganizzati. Spazi individuati in tre chiese,San Salvatore in Lauro (accanto a via deiCoronari), San Giovanni dei Fiorentini (apochi metri da via Giulia e dal

Lungotevere) e Santa Maria in Vallicella (apiazza della Chiesa Nuova), anche perchévicine al Centro del pellegrino, che saràallestito a Castel Sant’Angelo, e da cui èpossibile andare a piedi senza problemifino alla Porta santa della basilica di SanPietro. Per varcarla - ha più volte chiarito ilpresidente del Pontificio Consiglio,l’arcivescovo Rino Fisichella - non ci saràbisogno di nessun biglietto. Ma della solaregistrazione sul sito. I gruppi diocesani odi parrocchie, associazioni e movimentisono invitati quindi dal dicastero vaticanoalla registrazione per ricevere l’indicazionedel giorno e dell’ora in cui attraversare laPorta Santa, mentre i singoli potrannorecarsi al centro di accoglienza ubicato alnumero 7 di via della Conciliazione per lostesso motivo. L’iscrizione ad un eventocomporta automaticamente anche l’accessoalla Porta santa, durante l’evento, nei tempie modalità che saranno indicati agli iscritti.Sarà possibile prenotare il pellegrinaggio

scegliendo il giornodesiderato e specificando lapreferenza tra mattina (7-13) oppure pomeriggio(13.30-17) ma ovviamente,prima di procedere allaprenotazione, sarànecessario verificare ladisponibilità della dataprescelta. Nei giorni in cui sisvolgeranno le udienzegenerali del mercoledì, leudienze giubilari del sabato(una al mese, dal 30gennaio 2016), i grandi eventi e altrecelebrazioni con la presenza del SantoPadre, non sarà possibile prenotare ilpellegrinaggio attraverso la Porta santa,poiché sarà riservato a quanti partecipano atali eventi. Il sito www.im.va, disponibile insette lingue (italiano, inglese, spagnolo,portoghese, francese, tedesco e polacco),offre una guida dettagliata per la

On line la prenotazione del pellegrinaggio

registrazione. Sulle sue pagine è possibileconsultare il calendario delle celebrazionipresiedute dal Santo Padre e le indicazioniper la partecipazione e ogni altracomunicazione ufficiale relativa al Giubileoche avrà inizio il prossimo 8 dicembre conl’apertura della Porta santa della basilica diSan Pietro.

Pietro Mariani

università. L’icona di Mariapellegrina nelle cappellanie

giovani.Sussidio per adolescentiLiturgia della Parola a San Pio

niziare il cammino delperiodo dell’Avvento condue intenzioni nel cuore:

la preparazione al Natale equella del Giubileo dellaMisericordia che inizia ilprossimo 8 dicembre. Sonoquesti i propositi cheanimano la veglia diAvvento, promossa

I

dall’Ufficio diocesano per lapastorale universitaria, chesi terrà sabato prossimo alle19, nella cappelladell’Università La Sapienza,in piazzale Aldo Moro. Lacelebrazione, rivolta a tuttigli universitari degli ateneiromani, sarà presieduta dalvescovo ausiliare LorenzoLeuzzi e vedrà la presenzadell’icona di Maria SedesSapientiae - donata agliuniversitari di tutto ilmondo nel 2000 da sanGiovanni Paolo II - chequest’anno, in occasione delGiubileo, andrà pellegrinain tutte le cappellanie dellaSapienza. «Il pellegrinaggio

dell’icona - sottolinea donElio Lops, referente per leattività culturali dellapastorale universitaria -vuole essere un messaggiodi speranza rivolto non soloai giovani che frequentanol’università più antica dellacapitale ma a tutti i giovani.È l’invito della Madre aseguire suo Figlio perdiventare costruttori di unnuovo umanesimo». Dopola veglia, saranno benedettianche i locali ristrutturatinella cripta della cappellauniversitaria. «Per noi -spiega il vicecappellanopadre Leonardo Vezzani,gesuita - è moltoimportante. I lavori sonostati fatti anche dai nostriragazzi che hannoritinteggiato le pareti eaggiustato gli arredamenti

del locale, perché per loroquesta è una seconda casa,dove vengono a studiare,ma anche a passare insiemeil loro tempo libero». Tra lenovità della ristrutturazionec’è anche una piccolacappella: «Volevamo donarea questi giovani - continuapadre Leonardo - unambiente raccolto dovepotessero pregare emeditare senza esseredisturbati, in silenzio.Inoltre abbiamo costruitoanche una piccola cucina,in modo che possanopassare insieme momentidi condivisione econvivialità, proprio comesuccede in una casa. Ilnostro obiettivo infatti èfarli sentire qui accolti, lanostra in fondo è unagrande famiglia».

Sabato alle ore 19la veglia d’Avventoalla Sapienza con ilvescovo Leuzzi daràil via all’itinerarioper il Giubileo

on il tempo forte dell’Avvento,l’«Itinerario per gli adolescenti» pen-

sato dal Servizio diocesano per la pa-storale giovanile si arricchisce di un ul-teriore strumento: "La parola agli ado-lescenti". È una proposta per i gruppi dianimazione costruita attorno ai quattroVangeli delle domeniche di Avvento. Ilsussidio può essere scaricato dal sitowww.pastoralegiovanileroma.it.Sempre in occasione dell’Avvento, il 12dicembre, nella parrocchia di San Pioda Pietrelcina, ci sarà una celebrazionedella Parola durante la quale verrannoaccolti e presentati i nuovi gruppi post-cresima che si stanno formando. «Saràanche l’occasione - dice don Antonio Ma-gnotta, incaricato del Servizio per la pa-storale giovanile - per dare ufficialmen-te il via al Giubileo con gli adolescenti

C

della diocesi». Il Vicariato sta organiz-zando dei pullman per prelevare i di-versi gruppi nelle parrocchie, per que-sto è necessario iscriversi ([email protected]) indicando,entro il 4 dicembre, il numero dei par-tecipanti con l’età e i riferimenti degli a-nimatori. Dal 18 dicembre inizierannoi fine settimana dedicati al Giubileo. Peri giovani dai 18 anni sarà possibile for-mare piccoli gruppi di preghiera all’in-terno dei quali vivere anche l’esperien-za giubilare con il passaggio della Portasanta di San Giovanni. Il ritiro si apre al-le 16 del venerdì e si conclude in basili-ca alle 18 di domenica.Dal 28 al 30 dicembre, ci sarà poi la pos-sibilità di vivere «un’esperienza pensa-ta per parrocchie con piccoli numeri - ag-giunge don Magnotta -, o a livello inter-parrocchiale». In questo solco si inseri-sce il campo invernale degli adolescen-ti ad Assisi: anche per questo appunta-mento è necessario iscriversi via e-mail,entro il 12 dicembre.

"La parola agli adolescenti"è il sussidio della pastoralegiovanile costruito attornoai quattro Vangelidelle domeniche di Avvento

Page 4: Stragi di Parigi «Trasformare cuori di pietra» · cuore di chi prospera e lucra sulle guerre – accusa il cardinale -: tanti si arricchiscono, diventano capitalisti, grandi capitalisti;

Cinque diaconi permanenti:ieri l’ordinazione a San Giovanni

a mia chiamata a diventare diacono è arri-vata due volte: una prima negli anni ’80, ma

ero troppo giovane e preso da altri impegni, quindinon volli ascoltarla. Poi cinque anni fa, e allora nonho avuto dubbi, il mio è stato un sì immediato al Si-gnore». Racconta così la sua vocazione Mario Bar-borini, della parrocchia di San Liborio, ordinato dia-cono ieri sera nella basilica di San Giovanni in Late-rano dal cardinale vicario Agostino Vallini insiemead altri quattro: Riccardo Baccani (Santa Margheri-ta Alacoque); Danilo Cartacci (Santi Fabiano e Ve-nanzio); Giustino Trincia (Santa Maria Madre dellaProvvidenza); Graziano Giannini (San Giuda TaddeoApostolo). «Nella mia parrocchia - continua Mario -sono sempre stato attivo nel servizio pastorale, perme era una chiamata insieme a quella matrimo-niale! Mi sono occupato della preparazione ai sa-cramenti, sia per la cresima, soprattutto per coloroche ci arrivano da adulti, sia seguendo le coppie chesi apprestano a far battezzare i loro figli». E il cam-mino di Mario è stato supportato dai sacerdoti del-la sua parrocchia che lo hanno sempre sostenuto edincoraggiato, dalla sua famiglia, ma anche dai col-leghi di lavoro: «Lavoro in un ministero - spiega -, al-l’inizio avevo pudore a raccontare ai colleghi quelloche mi stava succedendo. Quando lo hanno scoper-to, sono stati tutti molto contenti e questo mi hacommosso. Abbiamo formato un piccolo gruppo dipreghiera e tutte le mattine ci riuniamo per qualcheminuto per recitare insieme le lodi». Impegnativa èla formazione per diventare diacono, che esige unapreparazione di cinque anni: «In genere - spiegamonsignor Nicola Filippi, delegato diocesano per ildiaconato permanente - queste persone sono tuttesegnalate dai loro parroci. C’è un primo colloquio e

un anno di accompagnamentoin cui cerchiamo di approfondi-re le ragioni per cui hanno ac-colto questo invito. Li introdu-ciamo alla preghiera liturgica ead avvicinarsi con maggiore fre-quenza al sacramento della ri-conciliazione. Successivamenteinizia il cammino di formazionevero e proprio. Il primo anno c’èun introduzione alla storia diquesto ministero e a quello chesi andrà a svolgere. Dal secondoal quarto anno, invece, seguonogli studi teologici e l’ultimo an-

no è previsto il completamento della formazione incui si riprendono gli ambiti del ministero». Ma an-che le famiglie sono coinvolte. «A questo proposito- continua Filippi - organizziamo un incontro di for-mazione rivolto proprio alle mogli, che spesso col-laborano con il marito nelle attività parrocchiali». Delresto, il ruolo del diacono sta diventando sempre piùimportante. «Diacono - conclude don Nicola - vuoldire ministro della carità, infatti spesso sono vicini atutte quelle forme di povertà materiale e spiritualeche si incontrano nella città. Si occupano della pre-parazione ai sacramenti, possono leggere il Vange-lo e tenere l’omelia, amministrare il battesimo, ce-lebrare il rito delle esequie e della sepoltura. I nuo-vi diaconi sono tutti professionisti, sposi e padri. Dob-biamo essere grati al Signore per questo dono».

Marina Tomarro

Samir: «Osare di più nel dialogo con i musulmani»

ffrire amicizia, visitare le famiglie,coinvolgere i ragazzi nell’oratorio,creare un legame con i genitori nel-

le scuole: impegni come questi, da partedelle parrocchie, verso i musulmani posso-no essere un fattore positivo di accoglienzae integrazione. Serve «osare di più», una«pastorale coraggiosa», fatta ad esempioanche di corsi di lingua italiana o di teatro.Nella consapevolezza che l’Islam è unarealtà complessa, con un «progetto globa-le», dove «tutto nella vita delle persone èreligione» e che «occorre aiutare i musul-mani a reinterpretare il Corano». A indica-re questa strada ai sacerdoti del clero di

Roma è uno dei massimi esperti cattolicidi Islam, il gesuita padre Samir Khalil Sa-mir, 77 anni, egiziano, filosofo, teologo, i-slamista, docente al Pontificio Istituto O-rientale di Roma e al Centre Sèvres di Pari-gi, e autore di decine di libri. Protagonista,giovedì scorso, del secondo appuntamentospeciale per la formazione permanente delclero alla Pontificia Università Lateranense,è stato definito dal cardinale vicario Valli-ni, che ha introdotto l’incontro, «un pozzodi scienza e d’esperienza». Definizioneconfermata, da un lato, dalla "lezione" ini-ziale sui cinque grandi precetti della fede i-slamica (la professione di fede, la preghie-ra, il digiuno, l’elemosina e il pellegrinag-gio alla Mecca), dall’altro dai numerosi e-pisodi raccontati dal gesuita sulle sue espe-rienze in vari Paesi del mondo, dalla Fran-cia al Libano alla tormentata Siria, e dallaconcretezza della sua testimonianza. Finoalla più dura attualità, quella degli attenta-ti di Parigi. «Anche quello è Islam - hachiarito Samir -, è un aspetto dell’Islam.

L’Occidente è visto come miscredente. Civedono nuovi pagani da convertire contutti i mezzi, e questo dà la spinta a farsiuccidere, a diventare martiri per andare inparadiso. Più barbari sono, così pensano,più efficaci diventano». E la «jihad» è con-siderata «il sesto precetto della fede islami-ca». Dietro c’è un lavoro accurato di indot-trinamento per la diffusione di un pensie-ro radicale negli ultimi decenni. «Ci sonomigliaia di occidentali jihadisti pronti acombattere, decine a Molenbeek, in Belgio,frutto di un lavaggio del cervello», sottoli-nea Samir. «L’Arabia Saudita - unico Paeseal mondo che non ha una Costituzione -ha finanziato scuole islamiche ovunque. Eciò che dice l’imam è legge, valuta lui se unatto è lecito o illecito. Loro sanno comeprendere i ragazzi». Da qui l’importanza diintegrarli. «Finché sono isolati, sono po-tenziali terroristi». Sull’atteggiamento datenere verso l’Isis, padre Samir non usamezzi termini: «Se vogliamo la pace, civuole una forza militare. Gli altri Paesi isla-

mici hanno paura, non hanno un esercitocapace, tranne i curdi. Le armi all’Isis arri-vano dall’Occidente, finanziate dall’ArabiaSaudita e dagli altri Paesi della penisola a-rabica. La situazione non è disperata ma èdifficile». Sul futuro nessun ottimismo difacciata. «L’unica soluzione - afferma padreSamir - è ripensare il Corano. Servirannoalcuni decenni di cammino. L’ha detto an-che il presidente egiziano al-Sisi, serve una"rivoluzione" dentro l’Islam. Occorre aiu-tare i musulmani a trovare la vera etica,che è quella dell’amore». Nell’incontro del-la Lateranense non manca un pensiero perpadre Paolo dall’Oglio, anch’egli gesuita,scomparso in Siria dal luglio 2013. Samir,suo amico, confessa quanto il confratellofosse convinto della sua «vocazione profe-tica» da vivere in Siria, nonostante tutte ledifficoltà. Nessuno ormai ha notizie di lui,e quelle ricevute finora sono contradditto-rie, prevale tuttavia il pessimismo sulla suasorte. «Spero di vederlo - confida - ma for-se sarà in un altro mondo». (R. S.)

O

Vallini: oggi più che maic’è bisogno del Giubileo

L’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Università Lateranense (Foto Gennari)

DI ALESSANDRO FILIPPELLI

ggi più che mai c’è bisognodel Giubileo, proprioadesso in cui i rapporti fra

gli uomini sembrano contrastanti finoal punto di arrivare alla violenza e alsangue». Sono le parole del cardinalevicario, Agostino Vallini, intervenutomartedì all’inaugurazione del nuovoanno accademico della PontificiaUniversità Lateranense, il 243° dallasua fondazione, in veste di grancancelliere dell’ateneo. È statal’occasione per evidenziarel’importanza dell’Anno Santostraordinario, ormai alle porte, a pochigiorni dagli attentati che hanno colpitoParigi. «Non bisogna cedere al timore:questa barbarie accaduta a Parigi, che ciaddolora, ci fa pensare, chiamando incausa tutti i responsabili del mondo e isingoli cittadini - ha affermato Vallini -,non deve condizionare un eventocome il Giubileo». L’importanza ditenere il Giubileo è stata ribadita anchedal presidente della Cei, il cardinaleAngelo Bagnasco, presente all’evento,che ha definito l’Anno Santo «unagrande grazia da vivere fino in fondo».Inoltre, ha aggiunto il porporato,«annullare il Giubileo sarebbetotalmente sbagliato, sarebbe unagrande delusione per il popolo di Dioe per tutti noi. Quelli di Parigi - hadetto ancora il presidente Cei - sonofatti tragici e barbari. Ora bisognareagire prendendo le cose con serietà,senza panico». Tra i presenti allacerimonia di apertura dell’annoaccademico, anche il commissariostraordinario di Roma Francesco PaoloTronca, che nel suo intervento haevidenziato quanto «la città siaorgogliosa e onorata di poter ospitare imomenti più significativi delGiubileo», aggiungendo che «la culturaè l’arma più efficace contro qualsiasitipo di crimine, capace di sconfiggere lefalse ideologie, la barbarie, la violenzafine a se stessa a cui si sta assistendo inquesti giorni». Proprio per questo, haaffermato il cardinale Vallini nel suodiscorso all’assemblea, «anchel’università è chiamata a formareuomini misericordiosi come il Padre, al

fine di plasmare i cuori, affinché nonsiano chiusi in uno sterileprovincialismo, ma aperti al mondo,cioè alla nostra "casa comune"».Quella "casa comune" di cui ha parlatopapa Francesco nell’enciclica Laudatosi’, e che il cardinale Angelo Bagnasconella Lectio magistralis ha definito«non un’enciclica "verde" ma unosguardo sacro sul mondo, cioè umile,intelligente, onesto e religioso». Quindidi fronte ai disastri che stannosfigurando il pianeta, «il Papa - haaffermato il presidente della Cei - cichiede una conversione dello sguardocome premessa di comportamentinuovi per contrastare quella deriva chesta alla radice di un "umano" smarrito

e angosciato e di una società debole eindividualista». Bagnasco ha invitato letre facoltà della Lateranense - teologia,filosofia e diritto - ad essere «laboratoriprivilegiati per riformulare epromuovere» quell’«umanesimo pienoe nuovo di cui abbiamo parlato alConvegno della Chiesa italiana aFirenze». «Le sfide odierne - haaggiunto il presidente della Cei -asseriscono di volere riformulare l’abcdell’alfabeto umano, i fondamentidell’esistenza, la grammatica dellapersona, della vita e della morte, dellafamiglia e della libertà, dell’amore edella sessualità, riducendo tutto aprocesso culturale». Per questo, hadetto citando la Laudato si’, papa

4 Domenica22 novembre 2015

«La barbarie di Parigi non devecondizionare l’Anno santo», chiarisceil cardinale vicario all’inaugurazione

dell’anno della Lateranense. La lectiodi Bagnasco sulla «Laudato si’»,l’intervento del rettore dal Covolo

la novità

Francesco afferma che «l’ecologiaumana implica qualcosa di moltoprofondo», ribadendo quanto detto daBenedetto XVI, e cioè che «anchel’uomo possiede una natura che deverispettare e non può manipolare apiacere». Secondo il rettore dell’ateneo,il vescovo Enrico dal Covolo, «in unmondo che si è ammalato, per evitareche muoia occorre una trasformazioneradicale del nostro modo di essere e diagire, come singoli e come collettività».Allora, ha aggiunto dal Covolo,«l’appello di papa Francesco a questa"conversione cosmica", interpellaanche la Lateranense, affinché possacontribuire a pensare il "come" di unnuovo mondo possibile».

DI MARTA ROVAGNA

na parrocchia ricca di vocazioniquella di San Clemente, alquartiere Valli/Conca d’Oro, che

stamattina riceve la visita pastorale delcardinale vicario Agostino Vallini inoccasione della festa patronale. Il nuovoparroco, don Remo Chiavarini, si èinsediato nel mese di ottobre e raccogliel’eredità di una parrocchia con un grandepassato, soprattutto relativo agli anni ’70e ’80, periodo in cui San Clemente erauna delle realtà romane più attive. «Sonoarrivato da poco - ci racconta don Remo-, la parrocchia negli ultimi anni haavuto dei momenti di difficoltà, non lonego, ma sono fiorite anche diversevocazioni di sacerdoti e suore. Vogliamorimboccarci le maniche per valorizzarequello che c’è oggi e accogliere le

persone che negli anni si sono un po’allontanate e che ora hanno voglia dilavorare per costruire insieme». Sono duele linee guida che intende seguire ilnuovo parroco: lo studio della dottrinasociale della Chiesa attraversol’esortazione apostolica Evangelii gaudiume una riflessione approfondita sullamisericordia nell’anno giubilare dedicatoproprio a questo dono di Dio. «Abbiamomesso in calendario un incontro al meseper riavvicinarci alle origini dellaparrocchia, da sempre impegnataattivamente nel sociale - spiega ancora ilparroco -. Il primo appuntamento saràcon don Ciotti, il mio desiderio èproprio quello di vivificare una bellarealtà e una bella comunità». Il solcosociale di San Clemente ce lo raccontaSilvano Podda, catechista negli anni ’70 eprimi anni ’80 in parrocchia: «Mi sono

reso disponibile per ricominciare acollaborare in una realtà che ho sempreamato molto. Con don Remo siamosulla stessa lunghezza d’onda, abbiamoil comune desiderio di ritornare allospirito di servizio e missione di 30 annifa, con l’obiettivo centrale di vivere unavita di parrocchia inclusiva, dove tutti sisentano accolti e dove ci sia spazio perognuno». Don Remo intende rilanciareanche le celebrazioni eucaristicheattraverso una maggiore cura dellaliturgia e momenti di riflessione intornoalla Parola di Dio con una lectio divina ilgiovedì sera. «C’è molto da fare -conclude il parroco - ma sono fiduciosonel futuro perché San Clemente è unaparrocchia ricca di risorse». Oggi SanClemente ha dieci comunitàneocatecumenali: circa 250 persone chevivono il cammino di iniziazione

cristiana fondato da Kiko Arguello e chequi hanno cresciuto figli e nipotini.«Siamo in parrocchia dal 1984 - raccontaMarco Veronesi, responsabile dellaprima comunità - e nel corso di questianni abbiamo visto dei frutti bellissimi:oltre alle vocazioni posso dire che il"miracolo" maggiore è proprio vederecome i nostri figli vivano come cristianiin una società difficile e spesso ostile.Un’altra testimonianza molto bella èvedere come le famiglie restino unite inun contesto in cui le separazioni e idivorzi sono spesso una realtànumericamente importante». Dallecomunità sono nate diverse vocazioni:sacerdoti, due suore, una oggi badessaalle clarisse di Alcamo e l’altrafrancescana in Terra Santa, oltre afamiglie che sono state inviate comemissionarie all’estero.

U

San Clemente mette al centro la «Evangelii gaudium»

Lo studio del documento del Papae la riflessione sulla misericordiale linee guida della parrocchia delquartiere Valli/Conca d’Oro. Unafucina di vocazioni. Sono attivedieci comunità neocatecumenali

L’incontro del gesuita con il cleroSull’Isis: «Se vogliamo la pace,ci vuole una forza militare»L’invito a «ripensare il Corano»Un pensiero per Dall’Oglio

Padre Samir Khalil Samir

Page 5: Stragi di Parigi «Trasformare cuori di pietra» · cuore di chi prospera e lucra sulle guerre – accusa il cardinale -: tanti si arricchiscono, diventano capitalisti, grandi capitalisti;

DI ANTONELLA GAETANI

iamo arenati in unapalude». Così il sociologoMaurizio Fiasco,

commentando la situazione dellacapitale, in particolare, e del Paese ingenerale. «La lettera che il cardinalevicario Agostino Vallini haindirizzato alla città proponeun’analisi molto attenta sullenervature scoperte di Roma».Qual è, secondo lei, la fasciasociale che più sta pagando questasituazione di stagnazione?Sono i giovani adulti "over 35", chesi affacciano all’età matura vivendonell’incertezza e nella frustrazione.Non è stato riconosciuto loro né unruolo né un progetto di vita. E diquesto porta la responsabilità laclasse dirigente. E così questagenerazione resta sospesa amezz’aria alla ricerca delusa di unarealizzazione.Questo ha creato un conflittogenerazionale?Se andiamo a scavare nel sensocomune degli adulti "realizzati",notiamo un certo fastidio verso lenaturali aspirazioni giovanili aessere riconosciuti, a lasciareun’impronta nel presente. Nonviene consegnato un mandato. Eanche nell’organizzazione deisistemi dell’economia edell’amministrazione pubblica nonsi offrono pari opportunità per tutti.Ne deriva una sorta di familismo diritorno. Chi può, provvede agarantire uno standard di sicurezza,occupando porzioni dell’uno odell’altro sistema, per sé e per ipropri familiari.Il cardinale nella sua lettera haparlato di anemia spirituale.Secondo lei da cosa è causata?Le classi colte hanno fortiresponsabilità. A dispetto dellamodernità, che dovrebbe produrremescolanza sociale, permane unaloro netta separazione dalla basedella piramide. Un profondodisinteresse, a sua volta causa edeffetto del degrado della tempra delceto politico. Un circolo vizioso: la

S«mancanza di valori della politica haallontanato da essa figure ecomponenti sociali qualificate eintegre. Politica per puro interessepersonale e tornaconto equivale aespellere il valore della gratuità,emarginando le persone connotateda spirito di servizio. Ma l’impegnosolidaristico e davvero gratuito èsoprattutto un bisognointrapersonale. Se si consuma talenegazione, la persona si sentesqualificata, usata, negata.L’altro anello fragile èl’educazione?Educare vuol dire rendere i giovaniprotagonisti, farli sentire "dentro"un progetto. È questo mandato cheli responsabilizza. Se vengonopreclusi i canali per tradurloconcretamente, le energie si perdonoe il processo educativo si distorce. Seall’adolescente viene negata, osqualificata l’esperienzadell’impegno nella gratuità, lo siferisce nel formarsi dellapersonalità.E a questo punto si aprono leporte a devianze di massa, comeper esempio la diffusione delgioco d’azzardo. Che dimensioniha nella nostra città?Le famiglie riversano nell’azzardo diStato circa 5 miliardi e 200 milionidi euro in un anno (il 12% dellaspesa privata per tutti i consumi).Sono in funzione 25 milaapparecchi di slotmachine, circa 300 sale dagioco specializzate,un’infinità di punti didistribuzione di tagliandidi lotterie e scommesse.Quale classe sociale si ètrovata in difficoltà cosìda allargare la fascia deipoveri?Lo stato di disagioriguarda sia i lavoratoridipendenti che gliautonomi. Compreseprofessionalità di altolivello come architetti,avvocati, giornalisti,commercialisti econsulenti. Sembra

paradossale, ma la drasticadiminuzione di domanda diprestazioni e di servizi per ledifficoltà economiche delle famigliemeno abbienti - le cureodontoiatriche sono diminuite dioltre il 50% - ha avuto ripercussionigravi anche su parte dei ceti mediprofessionali. Si può fare molto percontrastare tale deriva. Conprocedure formali e sociali peralleggerire il carico dei debiti allefamiglie. Interventi analoghi ci sonoin alcuni Paesi e funzionano.Quali altre categorie sono statecolpite?Oltre a quelle citate, c’è il popolo deipiccoli commercianti o artigiani:meccanici, carrozzieri, parrucchieri elavoratori o lavoratrici a giornata.Così si creano altre vulnerabilità.Quali?Prende avvio e si diffonde unbusiness che approfitta delle moltesituazioni di indebitamentofamiliare. Pensiamo alla crescita deicompro oro, alle truffe e all’usura.Da non trascurare chel’allargamento delle fasce di povertàspinge a ridurre, e di tanto, le risorsedestinate al soccorso dei poveritradizionali. L’indizio più evidente?Lievitano rabbia e risentimento.Intervista integrale il 24 su romasette.it

Fiasco:«SiamonellapaludeC’è rabbiae risentimento»

Anche il ceto medio è indebolitoella vita sociale di Roma cresce la realtàdrammatica della povertà delle famiglie, che

negli ultimi anni si è estesa anche a settori del cetomedio». È uno dei passaggi della sezione della "Letteraalla Città" dedicata alle vecchie e nuove povertà, laprima delle cinque sfide indicate nel documentofirmato dal cardinale vicario Vallini e dal Consigliopastorale diocesano. Vengono inoltre messi in evidenzala condizione «preoccupante» di tanti anziani chevivono in solitudine, il problema del lavoro, l’«invasivadiffusione» del gioco d’azzardo, la situazione di padri emadri separati, immigrati e senza dimora. Auspicandola promozione di luoghi dove cittadini volontari sipongano al servizio di quanti vivono in disagio.

N«Piazza S. Pietro, per l’8pronti presepe e albero

resepe e albero di Natale inpiazza San Pietro saranno

pronti per l’8dicembre, iniziodelGiubileo straordinario della Mi-sericordia. Lo comunica il Go-vernatorato della Città del Vati-cano. L’albero di Natale è dona-to quest’anno dalla Baviera - unabete rosso a due punte, alto 32metri, ridotto a 25 per permet-terne il trasporto - ed è arrivatoa Roma nei giorni scorsi per es-sere poi innalzato nella piazza.Il presepe è un omaggio prove-

niente dall’arcidiocesi e dallaProvinciaAutonomadi Trento, incollaborazione con l’Associazio-ne Amici del Presepio di Tesero.La sacra rappresentazione ripro-duce le caratteristiche costruzio-ni rurali trentine. Si compone di24 figure a grandezza naturale,in legno scolpito edipinto, e pre-senta due gruppi principali: laNatività conMaria, Giuseppe e ilBambino al centro della scena ei tre Magi in arrivo per l’adora-zione; completano la scenogra-fia alcuni personaggi con abbi-gliamento tipico dei paesi dolo-mitici del Trentinodellametàdel

Novecento.Quest’anno, inoltre, l’albero diNatale risulterà più colorato: al-cune delle sfere che lo decore-ranno saranno riproduzionidi la-vori in argilla creati da bambiniin cura presso i reparti oncologi-ci di alcuni ospedali italiani, raf-figuranti i loro sogni e desideri.PapaFrancescoavràmododi ab-bracciare alcuni di questi bam-bini durante l’udienza del 18 di-cembre per la presentazione uf-ficiale dei doni.L’illuminazione di albero e pre-sepe avverrà nel pomeriggio del18 dicembre alle ore 16.30.

P

Sotto il sociologo Maurizio Fiasco, che haricevuto martedì da Mattarella l’onorificenza diUfficiale dell’Ordine al merito della Repubblica

IlCifcompie70anni:«Laforzadiesserci»

«Lettera allaCittà» / 2Il sociologoparla dellacrisi a Roma. «Apagaresoprattutto gli "over 35",

incertezza e frustrazioneIl disagio riguarda tuttiOccorre contrastare talederiva, alleggerire i debiti»

5 Domenica22 novembre 2015

curiositàla scheda

Il Centro italiano femminile,che festeggia con tre giornatedi riflessione, ha accompagnatola crescita culturale delle donne

all’insegna dello slogan "Laforza di esserci" che il Centroitaliano femminile festeggia tra

pochi giorni i suoi settant’anni divita. Una celebrazione a livellonazionale, in tre giornate, a partireda venerdì 27, con l’apertura in unasede prestigiosa, il Senato dellaRepubblica. Sarà infatti la salacapitolare presso il chiostro delconvento di Santa Maria sopraMinerva a ospitare i lavori dellaconferenza. L’associazione, nata nel1944, è stata tra i protagonisti dellarinascita del Paese. Accompagnò ledonne italiane nella loro crescitaculturale ed economicaassecondandone la richiesta diriconoscimento dei diritti esoprattutto una serie di realizzazionilegislative che mettevano in praticail dettato della parità tra uomo e

donna sancito dalla Costituzione. Eancora l’istituzione del corpo dipolizia femminile nel 1963,l’accesso delle donne in tutte lecarriere, la pensione alle casalinghe,finalmente approvata sempre nel1963, che riconosceva il valore dellavoro domestico; tutte le leggidirettamente portate avanti daesponenti del Cif. Inoltre, lapartecipazione alla Conferenza Onudi Pechino sulla Donna, alla qualeprese parte l’allora presidentenazionale Maria Chiaia. E saràproprio lei, autrice del saggio"Donne d’Italia", a delinearevenerdì gli aspetti salienti dellastoria associativa in un’intervista diChiara Geloni. Dopo l’interventodella storica Liviana Gazzettasull’«aprirsi del fronte politico per ledonne cattoliche nel primo ’900».

Ad aprire i lavori, sarà invece lapresidente nazionale del Cif, MariaPia Campanile Savatteri, che inoccasione dell’ultimo congressonazionale ebbe a dire: «Il diffondersidel degrado, della prostituzione, lapresenza di una cultura della donnaancora oggetto di proprietà ci rivelache il desiderio di autonomia delledonne non poggia sui valori eticidel riconoscimento e del rispettodella propria dignità né sui valoridella solidarietà, della gratuità, delfarsi carico; dimensioni chesappiamo costitutive dell’umano,ma che sono la diversità e ladifferenza delle donne. Per questo ilCif è ancora valido, anzi necessario,proprio per denunciarel’incongruenza di questi modelliattuali, per orientare la cultura versoi punti fermi della dignità umana, i

diritti della persona, il benecomune».Da venerdì, quindi, spazio allacelebrazione del settantesimoanniversario, anche con gliinterventi del procuratore nazionaleantimafia aggiunto GiustoSciacchitano e dell’economistaLeonardo Becchetti. Il giorno dopo ilavori si sposteranno alla Casa TraNoi (via Monte del Gallo 113). Allerelazioni della teologa MarinellaPerroni e della giornalista MariaMichela Nicolais (Sir) seguirà lapresentazione di una ricerca suiservizi e sugli archivi del Cif.Domenica 29 la conclusione dellatre giorni con la Messa e unintervento dell’economista suorAlessandra Smerilli sui "poteri"controcorrente.

Laura Benedetti Esposito

È

«Commossidallamisericordia»: laCaritaslanciasei incontrineisettoriperl’Avvento

ei incontri nei settori della diocesi per glianimatori pastorali, guidati dai vescovi

ausiliari. È l’iniziativa “Commossi dallamisericordia” della Caritas diocesana perl’Avvento di fraternità, un percorso dicondivisione per promuovere la riflessione sulleopere di misericordia nelle comunitàparrocchiali. «Commuovere - spiega monsignorEnrico Feroci - è un verbo che indica unapartecipazione emotiva e affettiva, versoqualcosa o qualcuno, che suscita sentimenti diintensa e appassionata adesione. Un’azione cheprende visceralmente e mette in movimento inostri sentimenti più profondi; che ci fa toccarecorde dell’animo spesso inesplorate. Ma allostesso tempo con questo verbo indichiamo ilsollevarsi, lo scuotersi e il mettersi inmovimento “con”, che non è solo sentimentoma azione e dinamica concreta». Nell’Avvento,tempo in cui le comunità si preparano adaccogliere il mistero dell’Incarnazione, gli

S incontri della Caritas invitano le comunità anarrare le esperienze e le fatiche nel vivere lacommozione verso chi domanda e chi offre lasua misericordia. Un’azione di discernimento edi riflessione che verrà proposta alle parrocchieanche con percorsi che continueranno dopol’Avvento e per tutta la Quaresima. Il frutto diquesto lavoro verrà partecipato a livellodiocesano durante la veglia di preghierapromossa il 17 marzo 2016 in occasione delGiubileo degli operatori della carità. Gli incontridi Avvento si svolgeranno, tutti alle ore 19, neiseguenti giorni: 26 novembre al Santuario delDivino Amore (settore Sud interno); il 27 nellaparrocchia di San Romano Martire (settoreNord) e a Santa Lucia (Ovest); il 1 dicembre aSanta Croce in Gerusalemme (Centro); il 3dicembre a Santa Monica a Ostia (settore Sudesterno); il 4 dicembre nella Parrocchia DioPadre Misericordioso (Settore Est).

Alberto Colaiacomo

Piano freddo a sostegno dei senza dimorai intensifica l’attività dellaCaritas diocesana a

sostegno delle persone senzadimora. Nei mesi più freddi ilservizio notturno si fa piùconsistente. In questi giorni sista predisponendol’equipaggiamento per leuscite notturne, che garantiscaanche la distribuzione alcancello dell’Ostello perquanti non trovano postodentro e la fornitura per ilcentro di accoglienza cheverrà attivato da dicembre2015 a marzo 2016.Particolarmente urgente ladonazione di coperte e sacchia pelo, per i quali è statoattivato un servizio di raccoltaall’Ostello Don Luigi Di Liegro,in via Casilina 144, tutte lesere dalle 19 alle 23.30.

S

Il programma da giovedì 26 novembre

Gli incontri previsti per l’Avvento sisvolgeranno tutti alle ore 19. Il 26 alDivino Amore; il 27 a San RomanoMartire e a Santa Lucia; il 1dicembre a Santa Croce inGerusalemme; il 3 dicembre a SantaMonica a Ostia; il 4 a Dio PadreMisericordioso.

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6 Domenica22 novembre 2015

MortomonsignorMarcelloGiannini - LaMessa per il saluto delle parrocchie del centro all’arcivescovoZuppiAdorazione: corso aSanGiorgio -Giubileo, incontri aReginadegli Apostoli - Festa del Libro aSantaMonica

luttoMORTO MONSIGNOR MARCELLOGIANNINI. Celebrate venerdì a SantaMaria in Trastevere le esequie dimonsignor Marcello Giannini, mortoa 74 anni. Nato a Roma, era statoordinato il giugno 1975 a San Pietro.Per 10 anni vicario parrocchiale a SanLeone I, dal 1986 al 2002 fu rettoredella chiesa di Sant’Agata a Trastevere,fu direttore della Pia Associazione delSacro Cuore di Gesù, primiceriodell’arciconfraternita del SantissimoSacramento e di Maria Santissima delCarmine, assistente ecclesiasticodiocesano del Movimento Lavoratoridi Azione cattolica e direttorenazionale del centro giovanileintitolato a Paolo VI.

formazioneADORAZIONE EUCARISTICA: CORSO A SANGIORGIO. Lunedì 30 novembre emartedì 1 dicembre, alle ore 20,30,presso la parrocchia di San Giorgio adAcilia, è in programma un corso dievangelizzazione. Obiettivo: formareun gruppo di laici della parrocchia e diparrocchie vicine per collaborare allamissione eucaristica della prefetturaXXVII mirata a far nascere l’adorazioneeucaristica perpetua a San Giorgio. Ilcorso, aperto a tutti, offre le basi percomprendere il significato e il valoredell’Eucaristia. Info da don AlbertoPacini: [email protected].

celebrazioni e incontriCONVEGNI/1: LA «DIGNITATIS HUMANAE»ALL’UNIVERSITÀ LATERANENSE. Martedì24 e mercoledì 25, dalle 9.15,all’Università Lateranense, unconvegno su «Bene comune, dignità elibertà tra ragioni e regole» a 50 annidalla dichiarazione DignitatisHumanae e a dieci dalla morte di sanGiovanni Paolo II. Tre sessioni: «Dirittie dignità tra persona ed istituzione»;«Dignità, iniziativa economica einclusione sociale»; e «Bene comune:presupposti e modalità». Tra i relatori,Luca Diotallevi (Roma Tre); NicolaAntonetti (Università di Parma);l’economista Stefano Zamagni; FabioPammolli (Institute Advanced Studiesdi Lucca)

CONVEGNI/2: SVILUPPO E LOTTA ALLAFAME A REGINA APOSTOLORUM EUNIVERSITÀ EUROPEA. Giovedì 26, dalle10.30, all’Ateneo Pontificio ReginaApostolorum e all’Università Europeadi Roma (via degli Aldobrandeschi190), si svolgerà il convegno «Sviluppoagricolo e lotta alla fame. L´appellodell’enciclica "Laudato si’ di PapaFrancesco» della Missione permanentedella Santa Sede.

CONVEGNI/3: GIOCO D’AZZARDO.Giovedì 26 alle 17, alla Regione Lazio(via Rosa Raimondi Garibaldi, 7)l’Istituto di Studi Politici S.Pio Vpresenta il volume «Giochi di Stato. Ilgioco d’azzardo, da vizio privato avirtù nazionale» a cura di BenedettoCoccia. Ne parleranno: il sociologoMaurizio Fiasco, il giornalista CarloCefaloni, monsignor Enrico Feroci,direttore della Caritas diocesana; ElisaManna, del Censis. Modera MarcoTarquinio, direttore di Avvenire.

SALUTO DELLE PARROCCHIE DEL CENTROALL’ARCIVESCOVO ZUPPI. Giovedì 26,alle 18.30, la basilica dei Santi XIIApostoli (piazza omonima) ospiterà laMessa di saluto delle parrocchie delcentro storico all’arcivescovo eletto diBologna, Matteo Zuppi.

LECTIO DIVINA A SANTA MARIA INTRASPONTINA. Lectio divina a SantaMaria in Traspontina, in via dellaConciliazione. Venerdì 27 alle 18.30, ilsalmo «Sovrabbondare nell’amore».(1Ts 3,11-4,12).

VENERDÌ 27Alle 18 celebra la Messa aSant’Andrea delle Fratte.

SABATO 28Alle 10, incontra i volontari dellaRegione Lazio per il Giubileo.

SI PARLA DEL GIUBILEO A SANTA MARIAREGINA DEGLI APOSTOLI. Venerdì 27 elunedì 30, alle 20.30, nella parrocchiadi Santa Maria Regina degli Apostoli(via Antonino Pio, 75), si svolgerannoi primi due di sei incontri inpreparazione al Giubileo dellaMisericordia «Momento straordinariodi Grazia e di rinnovamentospirituale». Filo conduttore della serata«Il significato storico del Giubileo». Neparlerà il paolino don LuigiGiovannini, esperto in Storia dellaChiesa.

«MARIA MADRE DI MISERICORDIA» ASANTA MARIA IN VIA LATA. Sabato 28,dalle 16, nella basilica di Santa Mariain via Lata, in via del Corso 306, sisvolgerà il primo di una serie diincontri che si concluderanno nelprossimo marzo, sul tema «MariaMadre di Misericordia. Nel Giubileostraordinario della Misericordia»,promossi dal Centro di culturaMariana «Madre della Chiesa».Relatore dell’appuntamento diapertura, l’oblato padre SalvatorePerrella, preside della FacoltàTeologica «Marianum», che parlerà su«La Mater Misericordiae, nel magisteropontificio postconciliare».

PELLEGRINAGGIO SULLE ORME DEL BEATOANGELO PAOLI. Sabato 28 novembre èin programma il pellegrinaggio sulleorme del beato Angelo Paoli. Partenzaalle 9 davanti alla chiesa di SanMartino ai Monti (viale del MonteOppio, 28).

culturaINAUGURAZIONE DELLA 40MA MOSTRADEI «100 PRESEPI». Giovedì 26 alle 11,nella basilica di Santa Maria delPopolo, si terrà la cerimoniainaugurale della 40ma esposizioneinternazionale dei «100 Presepi». Lamostra si svolgerà nelle Sale delBramante in Piazza del Popolo, saràvisitabile fino al 10 gennaio e raccoglie170 presepi provenienti da tutto ilmondo. Parteciperà alla cerimonial’arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio perla promozione della nuovaevangelizzazione. I bambini dellascuola d’infanzia «Antonio MariaGianelli» interpreteranno il presepevivente.

PRESENTAZIONE LIBRO «NACQUI SENZASAPERLO» ALL’UNIVERSITÀ SALESIANA.Sabato 28, alle 10.30, all’UniversitàPontificia Salesiana (piazzadell’Ateneo Salesiano, 1), saràpresentato il libro «Nacqui senzasaperlo. Incontro con Paolo Del Vaglioangelo dell’ umorismo», di RenatoCiavola. Nell’occasione Paolo Zuccato,prefetto della Biblioteca «Don Bosco»dell’Ups, inaugurerà la mostradedicata al vignettista, con tavoleoriginali provenienti dal Fondo «PaoloDel Vaglio» della Biblioteca degliAutori.

TORNA LA FESTA DEL LIBRO A SANTAMONICA, OSTIA. Sabato 28 e domenica29, presso il teatro della parrocchia diSanta Monica ad Ostia, avrà luogo laXV Festa del Libro e della letteratura.La manifestazione vuole essereun’occasione di solidarietà. Infatti incambio di generi alimentari destinatialle famiglie assistite dalla Caritas, sipotranno portare a casa dei libri diseconda mano, ma in ottimo stato.Inoltre si svolgerà una raccolta fondiper il rinnovo di una adozione adistanza in Malawi.

AI SACRI CUORI GESÙ E MARIA RASSEGNADI MUSICA CLASSICA.Questa sera alle17.30, ai Sacri Cuori di Gesù e Maria(via Magliano Sabina, 33), si svolgeràil terzo appuntamento musicale«Vietato l’abito scuro!». Protagonistadella serata il recital chitarristico diFlavio Nati, che eseguirà musiche diBach, Josè, Regondi e Sor. Ultimoappuntamento, domenica 29, conmusiche dal Barocco Europeo.

solidarietàDONAZIONI DI SANGUE NELLEPARROCCHIE.Oggi, in occasione della98ª giornata della donazione delsangue per il fondo parrocchiale, saràpossibile donare il sangue a SantaMaria Regina Mundi a Torre Spaccata(via Alessandro Barbosi, 6). Mentredomenica 29, con AdSpem delPoliclinico Umberto I, sarà possibiledonare nella parrocchia di Santa Mariadella Presentazione (via diTorrevecchia) e al SantissimoRedentore a Val Melaina (via MonteRuggero). Sempre il 29, grazie all’Aviscomunale, nella parrocchia di SanBasilio (piazzale Recanati,1).

le sale dellacomunità:i programmi

DELLE PROVINCIE Da mer. 25 a dom. 29V. Delle Provincie, 41Taxi Teherantel. 06.44236021 Ore 16.30-18.30-

20.30-22.30Seduto al volante del suo taxi, Jafar Panahipercorre le animate strade di Teheran. In balia deipasseggeri che si susseguono e si confidano con lui,il regista tratteggia il ritratto della società iranianadi oggi, tra risate ed emozioni. Panahi è statocondannato dall’Iraniana a 20 anni di proibizionedi girare film, scrivere sceneggiature e rilasciareinterviste, pena la detenzione per sei anni. Ma ilregista ha deciso di continuare a sfidare il divieto.

DON BOSCO Giov. 26 e ven. 27V. Publio Valerio, 63 Padri e figlietel. 06.71587612 Ore 18-21Padri e figlie – Fathers & Daughters è una storiad’amore tra un padre e una figlia che vivono aNew York City. È un racconto originale che sisvolge su due piani paralleli ma lontani nel tempo.La trama infatti si sposta avanti e indietro tra glianni ‘80, il periodo in cui Jake Davis, romanzierepremio Pulitzer rimasto vedovo, lotta contro unserio disturbo mentale mentre cerca di crescere nelmiglior modo possibile la figlioletta Katie di 5anni. 25 anni dopo, Katie è una splendida ragazzache vive a Manhattan, da anni lontana dal padre,combatte ancora i demoni della sua infanziatormentata e l’incapacità di abbandonarsi ad unastoria d’amore.

Sab. 28e dom. 29, ore 16Inside Out

cinema

Arte e disabili:mostra al Maxxi

ino al 17 gennaio,César Meneghetti

presenta al Maxxi unanuova seriedi operena-tedall’incontro conper-sone disabili. Durata 4anni, la fase di ricercaha coinvolto più di 200persone con disabilitàmentale di Roma, at-traverso un lavoro rea-lizzato con i laboratorid’arte di Sant’Egidio.

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hilip Levine (nella foto),scomparso qualche mesefa a 87 anni, era figlio di

ebrei russi emigrati negli StatiUniti. Perse il padre dabambino. Fu la madre che nesostenne l’ambizioneletteraria. I libri di WaltWhitman («il mio anticoeroe») lo segnarono in

profondità: soprattutto l’idea che si potessetrovare la propria voce interiore scavando nellavita quotidiana, anche minuta, tra le «foglied’erba», per l’appunto. Cerchi una tromba persuonare l’inno nazionale? Ti basta guardare adue passi da te. Il luogo dove abiti: Detroit. Nellacittà di Henry Ford, l’uomo che forgiò il tempocon le sue mani, Levine scopre se stesso,lavorando come operaio nelle grandi officine, coifinestrini scheggiati, sotto il cielo nero difuliggine che nasconde le stelle degli antenati.Tale consapevolezza non gli fa reclinare il caponell’indulgenza sentimentale. Lo spinge

piuttosto verso i compagni di viaggio: storditidalla fatica e tuttavia animati da una specie difervore. Sin dalle pagine iniziali della sua ultimaopera poetica,Notizie del mondo (Mondadori, pp.157, 18 euro, traduzione di Giuseppe Strazzeri),Levine mette agli atti due notevoli intuizioni. Laprima è una secca contrapposizione alla retoricain stile Woody Guthrie: «Devi ricordarti chequesta non è la tua terra. / Non è di nessuno,come il mare accanto a cui vivevi un tempo /pensando fosse tuo». La seconda, raccolta comeun diamante sulle rive del Baltico, dovesalparono i suoi padri emigranti in America, è laperenne lezione dell’oceano: «Le onde portanofuori / e niente torna indietro». In questisplendidi versi alcuni personaggi restanoindelebili: il vecchio zio diviso fra i ricordiancestrali della madre Russia, con la baracca e ilupi ai margini del bosco, e il destinodell’Autoricambi, «chino sul mestiere sbagliato /nel posto sbagliato»; il fratello maggiore, tornatodalla Seconda guerra mondiale, carico di silenziomentre cammina accanto al più piccolo rimasto

a casa, «tenuti insieme da ciò che non possiamocondividere»; gli amici di stagioni trascorse chesembrano ferite inguaribili nella memoria. Lapoesia finale,Magia, risulta in questo senso forsela più bella. Philip Levine parte da un luogo ogginon più attivo, il Michigan Central Terminal, chechiunque di noi può vedere cliccando su Google,nei cui pressi da ragazzo aveva lavorato portandoa spasso gli animali di un circo. Quella vecchiastazione ferroviaria era stata il teatro della suagiovinezza, al tempo in cui scaricava casse diliquore nei magazzini adiacenti. Gli albanesi siazzuffavano con gli irlandesi, i semiarticolatiparcheggiavano su Fort Street e il vecchio Careysuonava la musica leggendaria di Lester Young.Era un mondo in cui un peso medio messicanoti poteva prendere a pugni solo perché avevidetto che si può scrivere "cattolico" senza "C"maiuscola, al quale i nipoti del poeta mostranodi non credere. Tutto finì di colpo quando Careypartì per la guerra di Corea. Tornò e fece a pezzi isuoi vecchi 78 giri.

Eraldo Affinati

P«Notiziedelmondo»,lalezionediPhilipLevinelibri cultura

DI ROBERTA PUMPO

isate, commozione,divertimento, riflessione.Questi i sentimenti,

apparentemente contrastanti,vissuti giovedì sera nellaparrocchia San Tommaso Moroin occasione della proiezione diSe Dio vuole. Un film che havisto per la prima volta dietro lamacchina da presa losceneggiatore Edoardo Falcone,vincitore del David diDonatello e del Nastrod’Argento come migliore registaesordiente. La pellicola - chevede come protagonisti MarcoGiallini e AlessandroGassmann - è stata proiettatanell’ambito del cineforum “Igrandi registi italiani”, una delletante iniziative rivolte all’interacomunità parrocchiale, inparticolare ai giovani e agliuniversitari per la familiarità

con i temi trattati nel film: ilcontrasto tra alta borghesia eceto basso, tra scienza e fede, trail chirurgo che si crede Dio e ilsacerdote che lo prende permano e, senza lunghi sermonio catechesi, semplicemente conil suo esempio, lo porta ariscoprire la sua umanità e ariconoscerla nelle persone chelo circondano. Vale la penaricordare in breve la trama.Tommaso (Marco Giallini),cardiochirurgo cinico e ateoconvinto, è sposato con Carla(Laura Morante). Hanno duefigli: Bianca (Ilaria Spada),interessata solo alla moda, eAndrea (Enrico Oetiker),studente di Medicina fino aquando non incontra donPietro Pellegrini (AlessandroGassmann), parroco diperiferia, e decide di entrare inseminario e diventare sacerdote.Una doccia fredda per

Tommaso, che avrebbepreferito un figlio gay piuttostoche prete. Avvicina conl’inganno don Pietro, pensandodi scoprire i suoi “scheletrinell’armadio” e convincere ilfiglio a cambiare idea, ma larealtà gli riserverà delle soprese.Alla proiezione del film, oltre alregista Falcone, già co-sceneggiatore delle commedieNessuno mi può giudicare, Stailontana da me, Ti ricordi di me?,erano presenti il produttoreMario Gianani e GiampaoloLetta, produttorecinematografico evicepresidente e amministratoredelegato di Medusa Film.«Volevamo raccontare un pretediverso dall’immagine classica estereotipata che si ha delsacerdote - ha detto Falcone -. Eparlare di un tema poco trattatonel cinema, soprattutto nellacommedia: quello della

spiritualità. Anni fa hoincontrato don Fabio Rosini esono rimasto colpito dal suoapproccio nello spiegare ilVangelo. Quando abbiamoscritto la sceneggiatura mi sonoricordato di lui». Unacommedia schietta, rivolta atutta la famiglia, che vuoleabbattere ogni pregiudizio eportare lo spettatore a porsidelle domande. A partire dalfinale che viene lasciato aperto.«Abbiamo girato due finali - hadetto Falcone - ma poiabbiamo deciso di lasciare alpubblico l’interpretazionemigliore. Vogliamo che chi vedeil film faccia le sue riflessioni».Da monsignor Andrea Celli,parroco di San Tommaso Moro,un plauso al regista che ha«girato un film che riaccreditala figura del sacerdote, che nonchiede nulla in cambio ma èsempre disponibile con tutti».

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«SeDiovuole», ilpretesenzastereotipi

Il regista Falcone ospite a SanTommasoMoro: «Anni fa hoincontrato don Fabio RosiniPer scrivere la sceneggiaturami sono ricordato di lui»

Una scena del film "Se Dio vuole"

Parkinson,beneficiodall’attivitàfisica

a Malattia di Parkinson (MP) è una malattia degenerati-vadel sistemanervoso centrale, causatadallaperditapro-

gressiva di cellule dopaminergiche nei circuiti dei gangli del-labase, cruciali per laprogrammazionee l’esecuzionedeimo-vimenti. È una malattia frequente: colpisce 20 persone su100.000 nella popolazione generale, 1-2% sopra i 65 anni. InItalia ci sono almeno 300.000malati di Parkinson, ma la po-polazione invecchia, e il numero è destinato a raddoppiarenei prossimi 20 anni. L’età d’esordio è intorno ai 60 anni, tut-tavia un paziente su 4 ha meno di 50 anni, e 1 su 10 menodi 40. Una risposta univoca sulle cause non c’è.L’esordiopuòessere insidiosoenonportare subito il pazientedal neurologo: dolori muscolari e rigidità di una spalla o di-sturbi dell’umore. Il tremorea riposopuònonesserepresente,e comunque non è il segno più importante. Infatti, sono ilrallentamento dei movimenti e la perdita di iniziativa mo-toria ad essere cruciali per la diagnosi; ad essi si associanotremore a riposo e rigidità.La diagnosi è clinica, l’evoluzione lenta, la buona rispostapersistente alla terapia e alcuni esami strumentali aiutanonella diagnosi differenziale con altre malattie che provoca-no rallentamento, rigidità e tremore.Accanto ai sintomi motori del Parkinson esistono un com-plesso di sintomi nonmotori sumolti ambiti: disturbi dell’u-more e del sonno, sintomi cardiovascolari, gastrointestinalie genitourinari e sensitivi, faticabilità. Lamalattia si cura confarmaci che vicariano l’effetto dei trasmettitori che si ridu-cono nel sistema nervoso, in particolare della dopamina. Idosaggi devono essere adeguati a controllare i sintomi macontenuti, per limitare i possibili effetti collaterali. In fase a-vanzata, vi sono terapie di secondo livello.Il trattamento deve iniziare al più presto! Ritardarlo nel pa-ziente parkinsoniano non è utile in termini di sopravviven-za e di qualità della vita. Quando e come iniziare la terapiadipende da tanti fattori.È importante la riabilitazione e, più in generale, l’attività fi-sica.Non solo la fisioterapia classicamaanche le terapie com-plementari sono formidabili alleati nella cura del Parkinson.Laddove la riabilitazione mira a potenziare muscoli, rende-re più elastiche le articolazioni, rendere più sicuro il passo epiù chiara la voce e sicura, le terapie complementari sonopraticate in gruppo, aiutano la socializzazione,migliorano l’u-more e la qualità della vita. Qualche esempio: teatroterapia,danzaterapia, Taichi, Nordic walking, pilates… il messaggioè chiaro: bisogna muoversi!

Anna Rita BentivoglioRicercatore Istituto di Neurologia, Univ. Cattolica

Martina PetraccaSpecialista in formazione, Istituto di Neurologia

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