Liceo B. Cavalieri, via Madonna di campagna, Pallanza (VB ... DI... · Con l'unificazione...

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Giovedì 15 marzo 1861 anno 1 n.1 copia gratuita IL GAZZETTINO DELL'ITALIA UNITA Liceo B. Cavalieri, via Madonna di campagna, Pallanza (VB) III A cl ESCLUSIVA INTERVISTA DOPPIA! CAVOUR Vittorio Emanuele e Garibaldi si confessano! Le molte facce del presidente A pagina 2 A pagina 4 L'OPINIONISTA: L'Italia è unita... UN GRANDE PROBLEMA: IL L'Italia tra 150 anni, d i Alessio Garzonio ... ma con ancora questioni da risolvere BRIGANTAGGIO “Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861". Queste sono state le parole pronunciate dal Parlamento ieri per decretare ufficialmente la nascita dell'Italia, uno stato unito da nord a sud, con leggi uniche e un unico popolo ad abitarlo. Alcuni problemi ancora scottanti stanno però minando la serenità del nostro neonato paese: la povertà e il brigantaggio del meridione, il deciso contrasto da parte dello stato pontificio, le incomprensioni dovute al fatto che non tutti i cittadini italiani conoscono correttamente la lingua Italiana, e si concentrano principalmente su dialetti locali. Di Alessia Guerzone Il brigantaggio per i pochi che non lo sanno è precisamente: una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di derubare poveri viandanti ma purtroppo molto spesso prende connotati di natura politico- sociale, soprattutto nel Sud Italia, infatti proprio in queste parti fino a poco tempo fa pare che questi “briganti” fossero guidati da gruppi rivoluzionari che miravano a rovesciare l’ormai sconfitto regime borbonico, causa di malcontento per le pesanti tasse e le dure repressioni. Ma già da qualche giorno si sta assistendo ad uno scambio di ruoli infatti la maggioranza di questi gruppi di briganti sono andati ad ingrossare le file degli “unificatori” e sono protetti sotto l’ala affettuosa e permissiva dello Stato. Invece i filo-borbonici si sono sparpagliati per le campagne quasi a prendere il posto dei loro vecchi oppositori e a contrastare il fragile esercito statale. Naturalmente questi nuovi gruppi insurrezionali “filo-borbonici” hanno già trovato numerose alleanze: primo fra tutti lo Stato pontificio che vede in questa nuova Italia un potenziale e pericoloso nemico, seconda, ma non per questo meno importante la Spagna, che con la scusa di proteggere lo stato cattolico di Roma ha l’intenzione di ampliare la sua sfera d’influenza su tutta l’Italia e infine lo stesso governo borbonico ormai in esilio spera di restaurare il suo potere. Questa è l’analisi realistica del brigantaggio nel Meridione, queste informazioni saranno presto censurate poiché “giustamente” il nostro amato governo preferisce dire che l’Italia è unita e gli italiani sono entusiasti di questo nuovo assetto politico ma il nostro è e sarà, per tutto il tempo che potremo stampare, un giornale che espone i fatti per quello che sono e non per quello che dovrebbero essere.

Transcript of Liceo B. Cavalieri, via Madonna di campagna, Pallanza (VB ... DI... · Con l'unificazione...

Giovedì 15 marzo 1861 anno 1 n.1 copia gratuita

IL GAZZETTINO DELL'ITALIA UNITALiceo B. Cavalieri, via Madonna di campagna, Pallanza (VB)III A cl

ESCLUSIVA INTERVISTA DOPPIA! CAVOUR Vittorio Emanuele e Garibaldi si confessano! Le molte facce del presidente A pagina 2 A pagina 4

L'OPINIONISTA: L'Italia è unita... UN GRANDE PROBLEMA: IL

L'Italia tra 150 anni, d i Alessio Garzonio ... ma con ancora questioni da risolvere BRIGANTAGGIO

“Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861". Queste sono state le parole pronunciate dal Parlamento ieri per decretare ufficialmente la nascita dell'Italia, uno stato unito da nord a sud, con leggi uniche e un unico popolo ad abitarlo.Alcuni problemi ancora scottanti stanno però minando la serenità del nostro neonato paese: la povertà e il brigantaggio del meridione, il deciso contrasto da parte dello stato pontificio, le incomprensioni dovute al fatto che non tutti i cittadini italiani conoscono correttamente la lingua Italiana, e si concentrano principalmente su dialetti locali.

Di Alessia Guerzone

Il brigantaggio per i pochi che non lo sanno è precisamente: una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di derubare poveri viandanti ma purtroppo molto spesso prende connotati di natura politico-sociale, soprattutto nel Sud Italia, infatti proprio in queste parti fino a poco tempo fa pare che questi “briganti” fossero guidati da gruppi rivoluzionari che miravano a rovesciare l’ormai sconfitto regime borbonico, causa di malcontento per le pesanti tasse e le dure repressioni.Ma già da qualche giorno si sta assistendo ad uno scambio di ruoli infatti la maggioranza di questi gruppi di briganti sono andati ad ingrossare le file degli “unificatori” e sono protetti sotto l’ala affettuosa e permissiva dello Stato. Invece i filo-borbonici si sono sparpagliati per le campagne quasi a prendere il posto dei loro vecchi oppositori e a contrastare il fragile esercito statale.Naturalmente questi nuovi gruppi insurrezionali “filo-borbonici” hanno già trovato numerose alleanze: primo fra tutti lo Stato pontificio che vede in questa nuova Italia un potenziale e pericoloso nemico, seconda, ma non per questo meno importante la Spagna, che con la scusa di proteggere lo stato cattolico di Roma ha l’intenzione di ampliare la sua sfera d’influenza su tutta l’Italia e infine lo stesso governo borbonico ormai in esilio spera di restaurare il suo potere.Questa è l’analisi realistica del brigantaggio nel Meridione, queste informazioni saranno presto censurate poiché “giustamente” il nostro amato governo preferisce dire che l’Italia è unita e gli italiani sono entusiasti di questo nuovo assetto politico ma il nostro è e sarà, per tutto il tempo che potremo stampare, un giornale che espone i fatti per quello che sono e non per quello che dovrebbero essere.

INTERVISTA DOPPIAVITTORIO EMANUELE II E

GARIBALDI

Questo nuovo giornale è stato creato in onore e in analisi di questa nuova Italia finalmente unita. Sì! per quelli che ancora non lo sanno la nostra Italia, divisa, sfruttata e monopolizzata da persone più o meno degne di governare parti di un paese importante come il nostro, da oggi è un'unica grande nazione. Però dobbiamo dire che questa Italia, voluta o non voluta che sia, ha ancora molti problemi: dalla questione meridionale, con i filo borbonici e il brigantaggio, ad un nord poco entusiasta di questa unità e una politica economica, sociale ed estera che si deve ancora formare. Ma noi semplici uomini che ci dilettiamo a fantasticare sul nostro futuro possiamo immaginarci, sperare, credere nell’Italia futura. Allora con la mia mente mi catapulterò un secolo e mezzo avanti nella speranza di trovare tutto quello che sogno di vedere dell’Italia.Sogno una nazione con un popolo, ed un popolo che si riconosca in una nazione, in un paese dove non devo sentire la parola “questione meridionale” o “questione settentrionale” ma dove possa sentire la parola “questione italiana” (sperando che sia una “questione positiva”). Mi piacerebbe poter vedere uno stato che non venga usato, deriso o inascoltato dagli altri paesi ma che venga rispettato, che sia ritenuto una sorgente di ispirazione, che scelga alleanze giuste, utili ed idonee. Vorrei vedere un paese senza distinzioni siano esse sociali o ideologiche; vorrei vedere un paese che dà alla cultura e all’istruzione il peso adeguato, vorrei vedere un paese senza problemi economici o che comunque si organizzi nel tentativo di aiutare le classi più povere e indifese per fare ripartire la situazione, vorrei vedere, ma forse anche solo sentire o assaporare la sensazione di un paese unito, di un popolo unito, ma anche soltanto di un piccolo gruppo di persone che alzandosi alla mattina possa dire con orgoglio “Io sono italiano”.

RIEPILOGO DEI RECENTI AVVENIMENTI

Cosa pensa dell'Unità d'iItalia? Crede durerà?

Garibaldi:

Buongiorno, io credo sia un grande passo avanti per il nostro paese, la nascita dell'Italia unita avrà un importante peso nella storia.Ne sono certo, nonostante la popolazione sia molto eterogenea, non si possono scordare i motivi e gli ideali che ci hanno unificato, quindì l'unità durerà.Se alcune minoranze dovessero far leva su i sentimenti poco nobili, alla fine tutto quello per cui abbiamo combattuto e sacrificato un'esistenza prevarrà...ne sono certo.L'unico mio rammarico è che il plebiscito non sia stato eseguito da un'assemblea costituente, in cui magari si poteva scegliere tra monarchia e repubblica.

Vittorio Emanuele:

Buongiorno, credo che l'unificazione dell'Italia sia stata una grande cosa, e porterà alla ribalta il nostro Paese nel Mondo intero.Secondo la mia opinione, che per altro ho sostenuto fino dall’inizio, sarebbe stata meglio un'Italia assolutistica, il paese avrebbe avuto maggiore stabilità.

Cosa ne pensa della politica estera intrapresa da Cavour?

Garibaldi:

Non ho mai ritenuto Il Conte mio nemico, nonostante la sua evidente avversione nei confronti delle mie idee e della spedizione dei Mille, ma mi vedo costretto affermare che il suo unico obbiettivo sia stato rafforzare i rapporti con la Francia, niente di significativo a mio parere.

Vittorio Emanuele:

I rapporti tra me e il Conte sono sempre stati difficili, non siamo mai stati in grado di lavorare veramente insieme, eccetto in questa circostanza. Ho sostenuto fin dall'inizio la politica di Cavour, specialmente appoggiando la Guerra di Crimea del 1854.

Quale potrebbe essere la soluzione della questione meridionale?

Garibaldi:

Mi rendo conto che con l'unificazione del paese il brigantaggio è divenuto un problema molto sentito. Ciò è dato dall'evidente disagio sociale della popolazione del Mezzogiorno, che hanno visto aumentare i loro obblighi e doveri senza alcuna ricompensa.Per questa situazione mi prendo le mie responsabilità e per attenuare questo problema cercheremo di mantenere le nostre promesse.

Vittorio Emanuele:

Con l'unificazione dell'Italia il brigantaggio, fenomeno già presente prima, è divenuto incontrollabile, probabilmente perchè vi sono troppe differenze tra la popolazione, troppe incomprensioni e tutto questo si sarebbe risolto più facilmente se vi fosse stato un potere assolutistico.

Quali motivazioni la spinsero ad intraprendere la Spedizione dei Mille e come si comportarono la monarchia e Cavour nei suoi confronti?

Garibaldi:

Compii questa missione sapendo che avrebbe provocato un “effetto valanga”, chiamando a raccolta il popolo per liberare la Sicilia e per mettere fine al Regno borbonico.Cavour non era assolutamente d’accordo, perché temeva un rafforzamento dei democratici repubblicani e le proteste della Francia, Vittorio Emanuele II invece era favorevole perché la mia impresa avrebbe rafforzato il ruolo guida dei Savoia nel processo di unificazione.

Pensa che sia stato importante l'incontro di Teano?

Vittorio Emanuele:

Questo incontro è stato molto importante per me, poichè mi ha aiutato a sistemare le incomprensioni sorte con Garibaldi durante questo lungo e difficile periodo.Io e il comandante dei volontari garibaldini abbiamo avuto una conversazione molto interessante della quale non vi dirò assolutamente niente. Probabilmente questo incontro è stato importante anche per lui e per L'Italia.

Di Alice Iolita

18202 luglio Insurrezioni nel Regno delle Due Sicilie

18219 marzo Insurrezione nel Piemonte

23 marzo Le truppe austriache entrano a Napoli

2 aprile Entrano in Piemonte

18313 febbraio Insurrezione nello Stato della Chiesa

6 marzo Intervento austriaco

26 marzo Resa degli insorti

184616 giugno Elezione di Pio IX

184810 febbraio Il Re delle Due Sicilie concede la Costituzione

14 febbraio Pio IX concede la Costituzione

17 febbraio Il Granduca di Toscana concede la Costituzione

24 febbraio Proclamazione della Repubblica in Francia

5 marzo Carlo Alberto concede lo Statuto

11 marzo Insurrezione a Vienna

18-22 marzo Le Cinque Giornate di Milano

23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria

29 aprile Pio IX annuncia il ritiro delle sue truppe

15 maggio Colpo di Stato reazionario a Napoli

18 maggio Il Re delle Due Sicilie ritira le sue truppe

30 maggio Peschiera si arrende ai Piemontesi

25 luglio Sconfitta piemontese a Custoza

4 agosto Gli Austriaci rientrano in Milano

9 agosto Armistizio tra Austria e Piemonte

184927 gennaio Il Granduca di Toscana lascia Firenze

9 febbraio Proclamazione della Repubblica a Roma

12 marzo Ripresa delle ostilità tra l'Austria e il Piemonte

23 marzo Sconfitta piemontese a Novara

1 aprile Le dieci giornate di Brescia

2 luglio I francesi entrano a Roma

28 luglio Ritorno del Granduca di Toscana

23 agosto Resa di Venezia

18525 novembre Cavour presidente del Consiglio

185515 gennaio Il Piemonte interviene nella guerra di Crimea

185625 febbraio-20aprile Congresso della Pace a Parigi

14 gennaio Attentato Orsini

21 luglio Colloquio di Plombières tra Napoleone III e Cavour

185923 aprile Ultimatum austriaco a Torino

11 giugno Il Duca lascia Modena

12 giugno Il legato Pontificio espatria

24 giugno Batenze

4 giugno Sconfitta austriaca a Magenta

8 giugno Entrata di Napoleone III e Vittorio Emanuele II in Milano

9 giugno La battaglia di Solferino e San Martino

11 luglio Armistizio di Villafranca

13 luglio Dimissioni di Cavour

186020 gennaio Ritorno di Cavour alla presidenza del consiglio

11 marzo Plebisciti per l'annessione al Piemonte in Emilia e Toscana

5 maggio Parte da Quarto la Spedizione dei Mille

11 maggio Garibaldi arriva a Marsala

15 maggio Battaglia di Calatafini

27 maggio Presa di Palermo

7 settembre Garibaldi entra in Napoli

11 settembre L'esercito piemontese entra nello Stato pontificio

18 settembre Sconfitta dei papalini a Castelfidardo

22 ottobre Plebiscito per l'annessione di Napoli e della Sicilia

2 novembre Plebiscito per l'annessione delle Marche e dell'Umbria

7 novembre Incontro fra Garibaldi e Vittorio Emanuele a Teano

186114 marzo PROCLAMAZIONE DEL REGNO D'ITALIA

CAVOURle molte facce del primo presidente

del consiglio italiano!

E Cavour l'ha due donneBun bun bun

e Cavour l'ha due donneTrallallà

e Cavour l'ha due donneuna sza e l'auta 'd là

La Venesia è la più bellaBun bun bun

la Venesia è la più bellaTrallallà

la Venesia è la più bellae Cavour sa i fa l'amur

La Venesia l'è maladaBun bun bun

la Venesia l'è maladaTrallallà

la Venesia l'è maladae Cavour l'è muribund

Dove l'ha seppel' VenesiaBun bun bun

dove l'han seppellì VenesiaTrallallà

dove l'han seppellì Venesiasa i è nà tre pum granà

Custi pum l'à 'l foie largheBun bun bun

custi pum l'à 'l foie largheTrallallà

custi pum l'à 'l foie largheca i fan umbra a la città

Questo canto rappresenta Cavour tra due donne, ovvero le personificazioni di Roma e Venezia. Paragone casuale?

GRANDE STATISTA E... GRANDE SEDUTTOREdi Ludovica Franchetti Pardo

Le storie d'amore del nostro Cavour iniziarono a Genova, dove egli incontrò Anna Schiaffino, figlia del console di Francia e moglie del Marchese Giustiniani. Fu un incontro fatale per entrambi. Anna era cresciuta a Parigi; a differenza di Camillo aveva ricevuto un'educazione artistica completa, suonava il piano e parlava quattro lingue. Il suo carattere era influenzato dalla grande stagione del Romanticismo francese: aveva un'anima inquieta, incapace di provare serenità, ed amò Camillo in modo assoluto e al tempo stesso morboso. Cavour fu molto coinvolto da questa relazione, ma sempre a modo suo: non era in grado di sacrificare la propria indipendenza per una donna. Per questo motivo non si sarebbe mai sposato. La Giustiniani era affamata di passioni forti, senza compromessi: credeva nella repubblica, aveva ideali di fratellanza e uguaglianza, e manifestava le proprie idee in modo clamoroso. Per esempio, nel 1831, mentre la città era in lutto per la morte di Carlo Felice, lei si presentò a teatro con un abito a colori sgargianti. Lo scandalo fu enorme, tanto che i suoi stessi genitori la fecero rinchiudere: era già da tempo considerata “squilibrata”. La relazione tra Camillo e Anna sarà tormentata e discontinua; la donna apparirà frequentemente nella villa del conte, e ad ogni incontro saranno passioni forti, seguite da struggenti addii. Si dice anche che nel salotto di Anna, Cavour abbia addirittura incontrato Mazzini.

Durante la sua permanenza a Grinzane, egli ricevette una lettera di Anna: aveva problemi di salute, e temeva di morire. Camillo si precipitò nella capitale sabauda. Iniziò così un nuovo stadio molto doloroso della loro relazione. Il marito di Anna sapeva della relazione tra i due, ma non fece nulla per impedirla. Anna però preparava la fuga. In quel caso le leggi della società obbligavano il marito a seguirla,a trovarla e forse anche a uccidere entrambi. Ad Anna questa consuetudini parevano meschine, e tuttavia il marchese e Cavour riuscirono a farla ragionare. Del resto neppure il suo amante era un esempio di fedeltà. Il quegli stessi mesi aveva conosciuto, a Valdieri, Clementina Guasco di Castelletto, che si trovava lì per le cure termali. La Guasco era una donna certamente meno tormentata della Giustiniani, ma anche più spudorata e esibizionista: non si fece problemi a scambiare pubblicamente effusioni con il giovane conte che l'accompagnava nei suoi giri di piacere. Ovviamente anche lei era sposata. A Camillo piacevano così perché gli permettevano di non legarsi troppo: l'indipendenza prima di tutto! Non fu tuttavia una Passione duratura: la vita di Cavour è infatti piena di donne sposate, impetuose, che provano per lui sentimenti intensi, ricambiate da un amante scettico, mai disposto a darsi completamente o a rinunciare a un'altra possibile conquista. Nel suo periodo di permanenza a Parigi ebbe qualche relazione con donne sposate. Fra quelle Mélanie Waldor che era più vecchia di lui di quindici anni, ed in passato era stata l'amante di Alexandre Dumas. Cavour non aveva un particolare amore per la letteratura, eppure, per uno strano gioco del destino, si ritrovò protagonista di uno dei libri di Mélanie, Alphonse et Juliette, nel quale l'autrice descrive la relazione con Camillo trasfigurandolo in un giovane pallido dagli occhi scuri, i capelli neri, i boccoli e l'aria tormentata. Ultimamente, Cavour sta intrecciando una relazione con una misteriosa ballerina, Bianca Ronzani, moglie dell'impresario del Teatro Regio di Torino e già amante di Vittorio Emanuele! Di questa donna sappiamo pochissimo, ci è ignota anche la sua origine. Di certo Camillo non parla mai con nessuno di questa relazione, che è comunque assai chiacchierata. Per sottrarsi agli sguardi di una città di provincia, Cavour regalò alla Ronzani un'isolata villa in collina dove spesso va a trovarla la sera! Quest'ultimo amore non è meno intenso di quelli della giovinezza. Camillo confida all'amante anche questioni che riguardano la politica internazionale: Bianca, ad esempio, sapeva dell'incontro di Plombières prima che i ministri del governo ne fossero informati. Nelle lettere indirizzate all'amante, Cavour dà pieno sfogo alla passione.

ANALISI GRAFOLOGICAdi Ludovica Franchetti Pardo

La grafia di Cavour riflette le sue doti di uomo politico: intelligenza acuta, equilibrio, determinazione, magnanimità, come si evince della larghezza di lettere, tra lettere e tra parole, superiore ai 5/10. La scrittura minuta con disuguaglianze nelle lettere rivela grande intuizione, spirito di osservazione, notevole capacità di analisi, ma anche di sintesi, estrema precisione che non sconfina mai nella pedanteria, pensiero penetrante e profondo, raffinatezza di critica e di ragionamento. Il “diplomatico” Cavour sa gestire con prudenza le relazioni interpersonali, conservando sempre la giusta misura nei suoi atteggiamenti e comportamenti. Il gesto grafico, accurato, non gettato via o trasandato, procede con fluidità ed eleganza. Ciò rivela una personalità dignitosa e composta, signorilità nei modi, cortesia e discrezione, ma anche, all'occorrenza, fermezza e avvedutezza. Il conte di Cavour accetta volentieri le adulazioni; se ne serve, tuttavia, soprattutto per scopi politici e tende a trattare con diffidenza l'adulatore. Sebbene la scrittura riveli un soggetto abbastanza giudizioso, si riscontrano anche dei tratti indicativi di un indomito spirito ribelle. Sappiamo, comunque, che Cavour sa trovare un certo equilibrio tra l'irrequietezza interiore e l'ordine a cui lo chiamava il ruolo di uomo di stato, riuscendo a frenare con fermezza la sua impulsività. La firma è affine al testo e conferma le caratteristiche intellettive e temperamentale già rilevate, evidenziando, inoltre, la fiducia nelle proprie risorse e negli obiettivi che si prefigge, l'onestà morale e professionale, la stabilità e la coerenza delle idee, le doti di diplomazia. L'immenso statista, non a caso, ama ripetere; “ormai conosco l'arte di ingannare i diplomatici: dico la verità e sono certo che non mi credono”.

CARTA ASTRALEdi Ludovica Franchetti Pardo

Personalità contraddittoria e carismatica quella di Camillo Benso conte di Cavour, o almeno così sembra emergere dall'analisi astrologica. Nato a Torino il 10 agosto 1810, con Sole ascendente nel Leone, segno di Fuoco, mostra un carattere autoritario, accentratore, sicuro, indipendente, istintivo, a volte iracondo e amante del rischio, tuttavia cosciente della sua unicità. Al tempo stesso viene descritto come un pragmatico stratega, determinato nel tessere e rapporti umani e politici che hanno reso l'Italia unita, come suggeriscono la posizione di Marte in aspetto armonico con Saturno, e il bel trigono formato da Venere in Vergine con Giove nel Toro. Il conte di Cavour è, dunque, un personaggio versatile, che alterna irrequietezza e sfrenatezza – soprattutto lo è stato negli anni giovanili, quando trascorreva ore al tavolo da gioco, o indulgendo in segrete passioni e nei piaceri della tavola – a un grande rigore politico, a un particolare talento per i numeri e a una tensione finalizzata, che lo inducono a dedicarsi ininterrottamente al lavoro. Si dice che anche l'aspetto gioviale, spesso sorridente, nasconda in realtà un animo contraddittorio e problematico che, in alcuni momenti, gli ha fatto meditare il gesto estremo. Può capitare a chi nasce sotto il segno del Leone quando si accorge di essere uscito di scena. Ciononostante, l'amore per la vita, per i piaceri e per le mondanità, oltre alla passione per la politica, lo aiutano sempre a tornare alla ribalta. Anche in politica è un giocatore, potendo avvalersi dell'aiuto di Giove in X Casa. Le sue scelte e le sue azioni non sono mai frutto di un presupposto ideologico costruito, ma della capacità e dell'intelligenza di saper cogliere il momento politico, nella consapevolezza che “ogni giro di carte può essere differente dal precedente al successivo”.