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Solidarietà con LETTERA 2014 L’ AMERICA LATINA IL MONDO CI PIACE CON TANTI COLORI

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Solidarietà con L E T T E R A 2 0 1 4

L’AMERICA LATINA

IL MONDO CI PIACE CON TANTI COLORI

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Grupo de jóvenes latinoamericanos e italianos que promueve laparticipación y la expresión juvenil animando un centro de es-cucha y de agregación abierto todos los sábados. Si tienes ganade colaborar, compartir tus ideas y experiencias o hablar de di-ficultades… ¡Te esperamos!

CENTRO DE ESCUCHA PARA JÓVENES Y ADOLESCENTESSábado de 16:00 a 18:00 horas

CENTRO DE AGREGACIÓN JUVENILSábado de 18:00 a 20:00 horasCONTACTOS

389.9387849 • [email protected] Cesare Baronio, 61 - 00179 Roma (M A “Furio Camillo”)

jovenesen.roma

JOCAJóvenes Con Actitud

SERVICIO DE ORIENTACIÓN PSICOLÓGICACENTRO DE APOYO PARA FAMILIAS MIGRANTES Y PAREJAS MIXTAS

en colaboración con

Settore Territorio

Ofrecemos un servicio de orientación psicoló-gica gratuito a personas, familias migrantes yparejas de diferente nacionalidad (parejasmixtas) para ayudarles a superar difficulda-des como:• choque cultural• conflictos de pareja• conflictos con los hijos• problemas con familiares y parientes• inserción escolar y laboral

• marginación y aislamiento social• soledad, tristeza, ansiedad, confusión, miedo a lo

desconocido, inadaptación socio-familiar, etc.

Servicio de Orientación Psicológica Via Cesare Baronio, 61 - 00179 Roma (M A “Furio Camillo”)

Martes y Jueves de las 15:00 a las 17:00 horasEl jueves por la tarde de las 17:00 a las 19.00 se realizan grupos de auto/mutua-ayuda

Para informacionesLic. Leticia Marín, Psicóloga Cell. 328.5759351

Sede legaleVia Federico De Roberto, 33

00137 Roma (Italia)Sede operativa

Via Cesare Baronio, 61 00179 Roma (M A “Furio Camillo”)

Tel. +39 347 8236976+39 347 5730360

[email protected]

QUILOMBOVia Cesare Baronio e dintorni…

di Giulia Tosti

Vi avevamo annunciato tempo fa che il S.A.L., dopo più diquindici anni di attività, aveva finalmente una sedeoperativa; bene, è passato più di un annodall’inaugurazione della nostra “casa” e possiamo provare atracciare un primo bellissimo bilancio!Sono state molte le attività che abbiamo realizzato econdiviso, grandi momenti di sensibilizzazione e diformazione che hanno avuto un largo seguito.Stiamo divenendo, giorno dopo giorno, un cuore pulsantedi via Cesare Baronio: con il sostegno dell’ ex IX municipio edi alcuni dei nostri partner del progetto “Buen Vivir”,abbiamo coinvolto la gente del quartiere in una bellissimafesta di piazza a Giugno per diffondere la cultura e i valoridella società boliviana. In effetti siamo riusciti a realizzare unevento di grandi proporzioni con dibattiti in piazza, musica,balli e tanto tanto divertimento! Abbiamo realizzato poi unmercatino di Natale l’8 dicembre e con il ricavato ottenutoabbiamo finanziato parte dei nostri progetti.La nostra sede è stata, e ancora sarà, il centro di moltissimidibattiti, presentazioni e confronti; durante l’anno ospitacorsi di spagnolo, servizi di orientamento psicologico permigranti e coppie miste ed è il luogo di incontro per giovanilatinoamericani e italiani. Abbiamo ospitato momenti divera e profonda condivisione, che hanno permessol’avvicinamento di tutti a quella che è la realtà dei nostriprogetti: molti hanno potuto toccare con mano e vedereconcretamente il nostro impegno in Italia e il valore deiprogetti sostenuti in America Latina. E hanno ancheconosciuto lo spirito collaborativo e di amicizia e i valori checi uniscono tutti!L’obiettivo che ci eravamo dati lo scorsoanno è così pienamente raggiunto: la nostra “casa” èdavvero diventata un Centro Culturale e Sociale attivo.Quilombo, così l’abbiamo chiamata, è pienamente attiva!Ovviamente è ancora molto quello che dobbiamo evogliamo fare e sarà necessario molto impegno e fatica, masappiamo che la nostra e vostra “casa” è qui pronta adaccoglierci come ha sempre fatto quest’anno. Se non l’avete ancora conosciuta venite a trovarci!Se invece la conoscete già siamo sicuri che tornerete acondividere con noi ancora molti momenti.

Vi aspettiamo

La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinitoConfucio

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3LETTERA S.A.L 2014

T ra tutto quello che succede intorno a noi e nelmondo, in mezzo ai fatti di ogni giorno, tra icambiamenti e la complessità dei fenomeni il rischio è

non capirci più niente… e decidere di smettere di leggere larealtà, di viverla, di volerla trasformare.Stare insieme, tra noi e con voi, come S.A.L. è invece uncontinuo invito a non mollare. Camminare insieme ai nostriamici e compagni di strada latinoamericani è un continuorichiamo a non perdere la speranza e il coraggio di volerlatrasformare la realtà, di viverla e abitarla senza fuggirne.Per questo è bello quando ci troviamo insieme nelle nostreserate o iniziative pensate per conoscere la societàlatinoamericana e accogliere qualche ospite che ci visitavenendo ad esempio dal Salvador o dalla Bolivia. È belloquando ci date una mano per la diffusione dell’artigianatoscegliendolo come regalo per Natale o come bomboniera peri vostri eventi familiari. È davvero camminare insieme ecoinvolgere altre persone quando riusciamo a distribuire1.700 uova di Pasqua solidali a favore dei bambini e deiragazzi lavoratori della Colombia. È iniziare a migliorare ilnostro mondo quando, insieme, creiamo e realizziamoincontri nelle scuole, concerti, attività teatrali con bambini,giovani e adulti.Noi del S.A.L. siamo giovani e adulti: anche i nostri amicilatinoamericani, qui a Roma o in America Latina, sonogiovani e adulti. Insieme cerchiamo di non fuggire, di nonritirarci e di non rinchiuderci nelle vite personali: sarebbe

come morire… La realtà infatti occorreleggerla, viverla, attraversarla, incontrarla,

puntare a migliorarla e farlo insieme. Non è benefuggirla perché è inutile e molto provvisorio. Prima o poi ciòche è reale e sta intorno a noi, ciò che la storia stamaturando, ci troverà, ci chiederà conto e dovremo dare unarisposta. Nella realtà e della realtà, infatti, siamo responsabili,cioè abili per rispondere. Possiamo dare una risposta senzatirarci indietro o spostarci da un’altra parte… e questo valeanche per gli altri che in qualche modo sono responsabili dinoi e della nostra realtà. Sappiamo che il primo passo per vivere tutto ciò è svilupparela capacità di leggersi, scoprire le proprie luci e le proprieombre, le qualità che abbiamo e i limiti o le paure cheportiamo dentro di noi. Occorre anche viversi, vivere ciò cheabbiamo e siamo: non lasciar morire ciò che sogniamo, ciòche abbiamo in cuore di realizzare.Infine la realtà possiamo veramente migliorarla etrasformarla e l’unico modo sensato, umano e liberante èfarlo insieme. In Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia,Ecuador, El Salvador, Messico, Perù e Uruguay abbiamotrovato gente che crede in questo e cerca di viverlo ognigiorno. Anche in Italia c’è tanta gente così… Voi, noi, tanticome noi…

Alessandra, Alessandro e Yesenia, Cristiano, Daniela, Elisabetta, Fabrizio, Francesca, Francesco, Giulia, Marco,

Loredana, Lorenzo, Luca, Samuela

La realtà… e noi!

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S.A.L. propone percorsi di formazione per Istituti Scolastici didiverso ordine e grado semi-strutturati e pensati per essereadattati alla diversità dei contesti e dei destinatari (bambini,ragazzi, giovani, programmi scolastici, ecc.). Utilizziamo unametodologia basata sull’apprendimento cooperativo e sullapedagogia dinamica ed esperienziale. L’obiettivo è chestudenti e docenti sperimentino l’attenzione al mondo el’osservazione della realtà, elaborino e vivano percorsi di analisie lettura critica, progettino e promuovano in chiave dialogicaazioni responsabili e solidali. Gli itinerari proposti sono formatida un minimo di 3 ad un massimo di 6 incontri interattivi.Riteniamo di dover progettare e costruire insieme tali percorsi,ben conoscendo la capacità, la competenza e le risorse di tantidocenti e studenti oltre alla loro grande creatività e generosità.È pertanto possibile organizzare insieme molti itinerari. Leprincipali tematiche che possiamo affrontare riguardano:

• Ambiente e beni comuni• Diritti dei bambini e degli adolescenti• Diritti dei popoli indigeni• Diritto e protagonismo delle donne• Diritti umani e legalità• Economia e commercio equo e solidale• Intercultura• Solidarietà internazionale• Storia, geografia e cultura dell’America LatinaAltre tematiche possono esse concordate con i dirigentiscolastici, i docenti e i responsabili della formazione, tenendopresento i POF, i programmi annuali e i curricula didattici.

Per ulteriori approfondimenti sui percorsi, obiettivi,metodologie e materiali didattici, rimandiamo al nostro sitointernet www.saldelatierra.org sezione Progetto Scuole.

Lavorare CON e non PER…

Ho conosciuto il S.A.L. tramite una mia amica, vo-lontaria presso l’Associazione già da tempo. La prima cosa chemi ha colpito oltre ai loro valori che si sposavano perfetta-mente con i miei ideali di cooperazione, è stato l’impegno, lapassione e l’entusiasmo con cui le persone che collaborano avario titolo con il S.A.L. portano avanti i loro progetti, ognunosecondo le proprie possibilità e competenze. S.A.L. è un’Asso-ciazione che lavora CON le realtà locali, a Roma o in AmericaLatina e ogni progetto, strategia, attività o evento è fruttodella condivisione e dello scambio di idee. È facile invece tro-vare chi, anche facendo del bene, lavora PER l’altro, in un at-teggiamento sostitutivo e assistenzialista. Inoltre al S.A.L. ho incontrato persone che mi stanno aiutandoa valorizzare le mie competenze.Quest’esperienza mi sta permettendo di entrare in contattocon una realtà, quella dell’America Latina, della cooperazionee dell’intercultura qui da noi che non conoscevo bene, o di cuiavevo cognizioni solo a livello teorico: con loro ho la possibi-lità di mettermi in gioco come persona, testando le mie cono-scenze e competenze. Questo mi sta dando la possibilità dicrescere non solo a livello “professionale” ma anche e soprat-tutto a livello personale, offrendomi ogni giorno nuovi spuntidi riflessione.

Francesca Pupa

STAGE CON L’ASSOCIAZIONE S.A.L.Ma anche esperienza di volontariato e tirocinio

La crescentedisparità tra il Nord e il Sud del mondopone quotidianamente nuove sfide all’economia, alla politica ealla convivenza civile. La formazione nell’ambito dellacooperazione e della solidarietà internazionale vede pertantonumerosi studenti impegnati in Corsi di Laurea, Dottorati eMaster finalizzati a creare nuove professionalità e competenze inquesto campo. Noi S.A.L. crediamo fortemente nelle potenzialità dei giovani enell’importanza di vivere esperienze dirette in questo campo chepossano essere sia momenti di formazione professionale che dicrescita umana. Per questo motivo da alcuni anni ci siamo residisponibili ad accogliere richieste di Stage universitari, di Tirocinioe volontariato presso la nostra associazione a Roma o nellecomunità locali in America Latina. Dal 2006 è possibile realizzare con noi Stage all’estero e Tirociniin Italia avendo il S.A.L. già realizzato convenzioni stabili otemporanee con l’Università degli Studi di Roma “Sapienza”,“Tor Vergata” e “Roma Tre”. Questa disponibilità ha giàpermesso a diversi studenti di svolgere esperienze di ricerca emonitoraggio dei nostri progetti sia presso le comunità locali danoi sostenute in America Latina sia nelle diverse attività chesvolgiamo a Roma e in Italia.

4 LETTERA S.A.L 2014

A SCUOLAINSIEMEL’offerta formativa del S.A.L. per le scuole

Contatti per Stage, Tirocini: Loredana [email protected] - tel. 349.14177080

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5LETTERA S.A.L 2014

A cura di Luca Pandolfi e Loredana Ruiraccogliendo una conversazionefatta tutti insieme inAssociazione

A tutti noi è successo di migrare.Siamo passati da un’età ad un’altra ea volte con una certa difficoltà,dovendo imparare cose nuove e modidiversi di fare o di comportarsi. Amolti di noi è successo di cambiareambiente, amici, famiglia, quartiere,città… qualcuno di noi ha anchecambiato il paese dove vivere. Loabbiamo fatto per diversi motivi. Lo abbiamo fatto cercando una vitamigliore, oppure per necessità,dovendo (e anche volendo) lasciareuna vita che sembrava non dessemolte opportunità. Qualcuno tra noilo ha fatto fuggendo, dovendofuggire da guerre, persecuzionipersonali, politiche, etniche,religiose. Alcuni di noi, migrando,hanno cambiato radicalmente lapropria vita. Altri lo hanno fatto conpiù calma, passando da unasituazione all’altra e rendendosiconto dei cambiamenti piano piano.Alla fine, più o meno dolorosa, più omeno repentina, tutti abbiamoun’esperienza di migrazione:basterebbe pensarci un po’…Questa migrazione, ad alcuni li haportati lontani dalla propria città odal proprio paese di nascita edall’ambiente, dalla cultura, dal tipodi società dove erano nati. Perparlare dell’Italia e degli Italianiquesto è successo a molti nostri

bisnonni, a molti nonni e anche ainostri genitori. Dalla campagna allacittà, da una città all’altra, dal Sud alNord, dall’Italia verso altri paesi. Dal1860 al 1985 sono emigrati dall’Italia29 milioni di persone. Molti altri sonoemigrati negli anni successivi.Attualmente sono iscritti comeItaliani residenti all’estero più di 4milioni di persone e sono tanti quelliche vanno via ogni anno. Solo nel2013 ne sono partiti “ufficialmente”132.179, in crescita (+3,1%) rispettoal 2012. (Fonte: CEI - FONDAZIONE

MIGRANTES, Rapporto italiani nelMondo, Tau Editrice 2013). Ma inrealtà la gente che cambia città,paese, condizione di vita è molta dipiù.Cambiare età, posto di lavoro,amicizie, città o paese di residenza èqualcosa che succede a molti nelmondo, possiamo dire un po’ a tutti.Succede, è successo, a molti nostriamici latinoamericani o anche di altripaesi. Alcuni sono venuti in Italia,quel posto che molti,sbrigativamente, definiscono il“nostro” paese… come se lo avesserocomprato, come se fosse “proprietà”

di qualcuno, come se lo custodisserodavvero bene questo paese. A voltequalcuno immagina il “nostro”paese come una torta da mangiare,un posto da sfruttare: è mio! Me lomangio io!! Non voglio dividerlo controppe persone!!! Ma ogni terra èun luogo fatto per accogliere gliuomini e le donne, gli anziani, gliadulti, i ragazzi e i bambini senzadistinzione di colore della pelle,sesso, religione o età. Si tratta diimparare a stare insieme e a trovareun luogo e un posto degno per tutti.Come fare? Forse un primo passo èconoscersi e per conoscersi occorreascoltarsi, condividere, dedicarsitempo e umanità. Si pensa che i“migranti” siano “loro”… “altri”,ma forse è bene iniziare a pensareche lo siamo un po’ tutti epotremmo iniziare proprio daquesto: raccontarci le nostre storie dimigrazione, piccola o grande, feliceo faticosa.

Purtroppo la realtà dei “migranti” inItalia è per lo più vista in altro modo:una questione usata per fini politicie propagandistici, per scatenare

SIAMO TUTTI MIGRANTINelle età della vita, nella storia di ciascuno di noi, per le strade del mondo

...tutti abbiamoun’esperienza dimigrazione

Le radici sono importanti nella vita di un uomo ma noi uomini nonsiamo alberi. Noi abbiamo le gambe, non le radici, e le gambesono fatte per andare altrove.

Pino Cacucci, Un po' per amore, un po' per rabbia, Feltrinelli, 2008

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6 LETTERA S.A.L 2014

chiedere, ma deve solo rispettare leleggi, i costumi e le tradizioni delpaese ospitante. Devono essere unuomo o una donna o un minore insilenzio che “deve integrarsi”. Èassente di fatto una relazioneparitaria, basata sul dialogo el’ascolto, sull’idea che insiemecostruiamo la società italiana dioggi e di domani: a nostro parerenessuno deve assimilarsi a nessuno enessuno è chiamato ad “integrarsi”in una molto teorica e univoca mainesistente società italiana.Dobbiamo invece trovare il modo dicostruirla insieme e di farla piùaccogliente, solidale, viva ecorresponsabile: in questo avremmomolto da imparare da molti amici“migranti”.

Parlando con amici latinoamericanici raccontano che nella relazionecon molti italiani quasi mai vienechiesto loro di narrare, raccontare,condividere la propria storia, leragioni della migrazione, lasituazione familiare, la scuola e laqualifica professionale che hannoconseguito nel paese di origine, iloro sogni o le loro sofferenze: nonlo si fa per “discrezione”, per unostile individualista e sempre più

paure e reazioni immotivate didifesa, fatto che rallenta o nega ilpercorso di acquisizione dei Diritti,che non sono solo degli immigratima di una intera societàdemocratica, di un paese edell’Uomo. Chi siano veramente, dadove provengano, perché, quantorealmente si fermino in Italia rimanespesso oscuro o conosciuto dai pochiaddetti ai lavori (Ministero degliInterni, associazioni, mondo delsociale). Si immagina che sbarchinoda “carrette del mare” (in realtà solotra il 3 e il 6%) ma più del 90%, negliultimi dieci anni è arrivatonormalmente con un aereo (il 73% aMalpensa o Fiumicino), con un treno,un pullman o una nave (Fonte:Ministero degli Interni). Molti hannogià amici o parenti in Italia e spessohanno semplicemente ricongiunto lafamiglia. Non è solo sui numeri realie le forme dell’ingresso in Italia chec’è molta ignoranza, indifferenza,pressapochismo. Anche quandovivono tra “noi”, nell’appartamentoaffianco, come colleghi di lavoro ocome persone impiegate in qualcheservizio per la nostra famiglia, anchedi queste persone molti “italiani”non sanno niente. Non gli interessa.Non sono persone ma “forzalavoro”, possibilmente da pagaremeno, possibilmente in nero. Esembrano essere trasparenti. Sichiede loro di rispettare le nostreregole (quali? Quali rispettiamonoi?), il nostro stile di vita (quale? Lostili di vita di chi?), di conoscere lanostra lingua e le nostre abitudini…Nessuno gli chiede la loro storia:perché lasciano il proprio paese, leproprie case e famiglie per andare avivere in un paese nuovo? Chi sono?Cosa sognano? Come vivono? Molterisposte ci sorprenderebbero. Lariflessione che scaturiscedall’osservazione delle personeintorno a noi (fortunatamente nontutte) è quella di trovarsi in unasocietà che non sa dare una rispostaa queste domande e non sembramotivata a farlo. Non ci si ponequeste domande ma ci si nascondedietro certezze costruite da un’abilepolitica che vuole il migrante comecolui che non deve parlare o

chiuso nel privato (anche traitaliani), in fondo non lo si fa perindifferenza. Gli “immigrati”, comeli chiamiamo, sono “persone” conuna storia da raccontare, con unbagaglio di esperienze e sofferenze,con un coraggio che non è comune econ la voglia di creare per sé e peraltri una vita migliore. Conoscono opresto conosceranno più linguerispetto a molti di “noi” Italiani.Hanno capacità di impresa, diiniziativa, di resistenza e di sobrietà:lavorano spesso per mantenere sestessi e le loro famiglie, non solo inItalia ma anche nel paese diprovenienza. Molti, sempre di più,sono nati in Italia o vi sono cresciutie questo è il paese della loro vita ein gran parte della loro cultura. Se sene andassero, non diciamo tutti maanche solo la metà, il sistemaindustriale, agricolo, assistenziale,familiare e previdenziale italianocollasserebbe in pochissimo tempo.

Ma ogni terra è un luogo fatto peraccogliere gli uominie le donne

Dobbiamo trovare ilmodo di costruireinsieme una societàpiù accogliente esolidale

Intervento di Susy Fantino, Presidente del Municipio Roma VII alla festa del “Buen Vivir” a piazza C. Baronio organ

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7LETTERA S.A.L 2014

Perché negare tutto questo? Quandoci soffermiamo a riflettere sulleconseguenze economiche dellapresenza e del lavoro migrante inItalia ci accorgiamo che un’entrataimportante nelle casse dello Stato èdata dai contributi del lavoro degliimmigrati e che il loro lavoro è parteintegrante e fondamentaledell’economia italiana. La loropresenza sta anche trasformando earricchendo la solidarietà tra lepersone, la cultura e la societàitaliana, da sempre frutto di intrecci,fusioni, complementarietà.

In un mondo globalizzato dove tuttosi muove al di là dei confini nazionali(immagini, denaro, merci, musica...)solo gli uomini non possono essereliberi di andare, anzi: solo gli uominiimpoveriti non possono muoversi.Paradossi di una cultura diffusa cheha declassato il valore dell’uomorispetto alle cose. Eppure è dalla

COME SI DIVENTA ITALIANIdi Alessia Armini

Chi è cittadino italiano oggi? Chi nasce da padre o madre cittadiniitaliani. Così afferma l’art.1 della legge n.91/92 sulla cittadinanza inItalia. Questo è il principio dello ius sanguinis (diritto di sangue, che sibasa sull’ele mento di discendenza o filiazione). Ma poniamo il caso cheun bambino non erediti la cittadinanza dai genitori, come puòacquisirla?• per adozione• per matrimonio (dopo due anni)• per beneficio di legge (a 18 anni)• per naturalizzazione• dopo un periodo di residenza stabilito dalla legge (almeno 10 anni in

Italia se cittadino extracomunitario e 4 anni se cittadino europeo)• per eminenti servizi resi all’ItaliaQuesto vuol dire per esempio che un minore nato in Italia che vogliaacquisire la cittadinanza deve dimostrare una residenza legale econtinuativa di 18 anni. Oppure che uno straniero possa acquisire lacittadinanza per naturalizzazione e quindi tutti i diritti che neconseguono, solo dopo una lunga residenza di 10 anni.L’Italia è uno dei paesi con le norme più restrittive in termini diacquisizione di cittadinanza e lo ius soli (diritto di suolo, acquisizionedella cittadinanza per nascita sul territorio) è presente solo in formaresiduale. La legge 91 del 1992 indica il principio dello ius sanguinis come unicomezzo di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita, mentrel’acquisto automatico della cittadinanza iure soli continua a rimanerelimitato ai figli di ignoti, di apolidi, o ai figli che non seguono lacittadinanza dei genitori (art.1.1.b).Anche la Spagna adotta come principio lo ius sanguinis e solo in formaresiduale lo ius soli, ma il suo è un ordinamento più “morbido”, in quantosono spagnoli i nati in Spagna da genitori stranieri se almeno uno di loroè nato in Spagna, oppure se sono entrambi privi di cittadinanza o ancorase la legislazione di nessuno di loro attribuisce al figlio la cittadinanza.Dove è la differenza? Un’apertura dell’ordinamento spagnolo versol’integrazione delle seconde generazioni che in Italia manca, visto che nonsi acquisisce la cittadinanza per nascita sul territorio neanche se uno deigenitori è nato in Italia.Perché fare un confronto tra Italia e Spagna? Perché entrambi sono paesiche fino al secolo scorso erano di emigrazione e la scelta dello ius sanguinisera dettata dalla volontà di mantenere legami con i figli nati all’estero daicittadini emigrati. Ora le cose sono cambiate, ma non la legge.Paradossalmente è più facile acquisire la cittadinanza italiana per idiscendenti dei cittadini italiani (anche di grado superiore al secondo)che non sono nati né mai vissuti in Italia, che per un figlio di genitoristranieri nato in Italia e sempre vissuto in Italia. In un provvedimento del Consiglio dei Ministri (4 agosto 2006) vieneintrodotta una nuova ipotesi di ius soli: l’acquisizione della cittadinanzada parte di chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui uno almeno,sia residente legalmente in Italia da cinque anni senza interruzioni, almomento della nascita.Con oltre 1 milione di minori di origine straniera che vive in Italia,400.000 dei quali sono nati nel nostro Paese, c’è da chiedersi se siaabbastanza!

... solo gli uominiimpoveriti non possono muoversi

nizzata da S.A.L. il 13-6-2013

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8 LETTERA S.A.L 2014

notte dei tempi che gli esseri umaninon sono fermi in uno spazio delmondo ed è grazie a questo che lostesso mondo si è popolato e leculture si sono trasformate earricchite. Perché allora nonpermettere ad una donna, ad unuomo di scegliere la propria vita e ilpaese dove stare? Nessuno puòdecidere dove nascere, ma dovrebbepoter decidere dove andare. Lenostre società hanno bisogno di unarivoluzione culturale e umana che sipossa poi tradurre in nuove leggi.Siamo sempre più dell’idea cheoccorra promuovere e costruire ognigiorno la convivenza interculturaleeliminando quelle normative chesviliscono, opprimono eabbandonano gli esseri umani.

NAUFRAGHIdi Francesco Monti e Luca Pandolfi

Le leggi italiane sull'immigrazione sono state al centrodi un acceso e controverso dibattito a seguito deldrammatico naufragio di Lampedusa in cui persero lavita circa 300 persone. I superstiti vennero prima soc-corsi e quindi denunciati per immigrazione clandestinasecondo la Legge n. 94 del 2009 facente parte del chia-mato “Pacchetto Sicurezza”. La risposta politica a que-sta immane tragedia e palese ingiustizia, si concretizzònella derubricazione del cosiddetto “reato di clandesti-nità” a mero illecito amministrativo, sulla base di unemendamento presentato dal Governo Letta. La norma che prevedeva la persecuzione penale di co-loro che entravano o permanevano illegalmente in Ita-lia, era il frutto di una politica sanzionatoria di stampodemagogico che costituiva il tentativo di acquisire ilconsenso sociale attraverso la criminalizzazione degliimmigrati irregolari, additati come pericolosi nemicidella sicurezza nazionale.Il reato di clandestinità si configurava come una presun-zione di criminalità, dal momento che l'immigrato clan-destino era considerato soggetto incline a commetterereati semplicemente per la sua condizione personale. La pena prevista era esclusivamente pecuniaria (da 5 a10 mila euro), sanzione che lo Stato per evidenti motivinon avrebbe mai potuto incassare, ed era previstal’espulsione con accompagnamento alla frontiera incaso di recidiva: anche questo provvedimento è sempre

stato di difficile esecuzione. La principale funzione chetale disciplina avrebbe dovuto assolvere era quella discoraggiare i migranti decisi a raggiungere l'Italia.È evidente come questa politica negli anni non abbiafatto altro che soffiare sul fuoco della xenofobia e del-l'intolleranza, arrivando a minare le basi del valore pri-mario della solidarietà umana: basti pensare che eranopreviste sanzioni per coloro che avessero prestato soc-corso o assistenza a clandestini in difficoltà. Tale quadro normativo si presentava poi ancor più insi-dioso in un paese la cui coesione sociale era, ed è tut-t'ora, messa a dura prova dalla crisi economica.La decisione di trasformare parzialmente il reato diclandestinità (resta infatti in vigore in tutti i suoi mal-funzionamenti la legge Bossi-Fini) non rappresenta ilpunto di arrivo di una serie di riforme necessarie sultema dell’immigrazione ma solo un timidissimo e tar-divo inizio. La vicenda ha posto finalmente in lucecome una regolamentazione di quel tipo, oltre a esserepalesemente illogica e terribilmente costosa in terminidi risorse pubbliche destinate ad una moltitudine diprocessi, fosse anche indegna di un paese, come l'Ita-lia, che si trova al centro del Mediterraneo e che do-vrebbe fare della contaminazione culturale, dellasolidarietà e della cooperazione tra i popoli le lineeguida del suo cammino nella Storia. Forse chi rischia diperdere la sua umanità siamo noi e chi va alla derivasenza una politica seria e umana è proprio l’Italia: naufraghi siamo anche un po’ noi.

Nessuno può decideredove nascere, ma dovrebbe poter decidere dove andare

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9LETTERA S.A.L 2014

PROGETTI IN AMERICA LATINAOgni progetto è un ponte per la comunicazione e lo scambio diesperienze, tra persone oppure…nella rete!

Bolivia

SUMAQ QAMANA “BUON VIVERE”Luogo: Centrale agraria“Tres Rios”, Settore Illimanidel Sud Municipio diLambate, Municipio diIrupana, Dipartimento di La PazOrganizzazione responsa-bile: Associazione Contexto Settore: Promozione della donna e dell’autonomiaindigenaBeneficiari: diretti: 240donne, 140 leaders indigeni, 165bambini e bambine; indiretti: 4 comunità di 500 famiglie.Contributo S.A.L. per il 2014: € 4.000

Il progetto ha l’obiettivo di promuovere la par-tecipazione delle donne e delle autorità indi-gene di 4 comunità rurali estremamente povereed isolate nella costruzione del “buon vivere”(in lingua Aymara: Sumaq Qamaña) nel loroterritorio, ovvero uno sviluppo armonico dellesocietà locali che valorizzi i saperi e le organiz-zazioni tradizionali e sappia utilizzare le inno-vazioni produttive ed organizzative nel rispettodell’ambiente e della persona.

Per conoscere Contexto:http://contextobo.wordpress.com

I progetti che sosteniamo in America Latina rappresentano per la nostra associazione un ponte di solida-rietà con le esperienze portate avanti dalle comunità e dalla società civile latinoamericana. Un ponteche può essere percorso in entrambi i sensi da tutti i protagonisti, italiani e latinoamericani.Dall’incontro nasce la collaborazione: grazie ai nostri viaggi, conosciamo le realtà locali e ne condivi-diamo problemi e sogni. Grazie alle visite in Italia di rappresentanti dei progetti riusciamo a comunicarescelte, valori e testimonianze di vita da cui abbiamo molto da apprendere. Con il passare del tempo co-struiamo, così, un rapporto di conoscenza profonda e di fiducia con i nostri referenti, che diffondiamoanche alle nostre reti di contatti. Per questo, per ogni progetto trovate, dove è esistente, la pagina webo facebook dei nostri partner in America Latina. Potrete contattarli anche voi…

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10 LETTERA S.A.L 2014

Cile

RIPRENDIAMOA CANTARE INLINGUA WILLICHEProduzione e diffusionedi materiale didatticomusicale per bambini inlingua WillicheLuogo: Isola di ChiloéOrganizzazioneresponsabile: Consejo General de CaciquesWilliche de ChiloéSettore: EducazioneBeneficiari: Scuole Bilinguedell’Isola di Chiloé.Contributo S.A.L. per il 2014: € 4.000

Il popolo Williche dell’Isola di Chiloé, nel Sud del Cile, giàda molti anni lavora alla difesa, al riscatto e al recuperonella vita quotidiana della lingua e della tradizione lette-raria e musicale ancestrale. Dal 1992 nelle scuole primarie cilene con più del 20% di

bambini di ascendenza indigena è obbligatorio l’insegna-mento della lingua originaria accanto allo spagnolo. Esi-stono tuttavia pochi materiali per la lingua Williche diChiloé adattati alla didattica infantile. Il progetto vuoledare un contributo finanziario alla produzione di un CDmusicale per bambini in lingua indigena. Il CD sarà fruttodi una ricerca partecipata che coinvolga i bambini e leloro famiglie, i docenti delle scuole e le autorità tradizio-nali locali.

Brasile

CASA VIDHALuogo: Salvador,Stato di BahiaOrganizzazioneresponsabile: IBCM -Instituição BeneficenteConceição MacedoSettore: Promozione della sa-lute e reinserimento socialeBeneficiari: circa 70 bambiniche convivono con il problemaHIV/AIDSContributo S.A.L. per il 2014: € 3.000

“Casa Vidha” è un centro diurnoche nasce nel 1989 con l’obiettivodi accompagnare e sostenere lavita e lo studio di alcuni bambinidella periferia di Salvador deBahia che hanno contratto il virusHIV o che convivono con questamalattia nel loro contesto familiare. Attua inoltre percorsi di assistenza alle rispettive fami-glie, che si trovano in forte stato di povertà, attraversogruppi di convivenza, laboratori di generazione delreddito, servizi di orientamento ed aiuti concreti per lenecessità più urgenti.

Per conoscere IBCM: http://instituicaoconceicaomacedo.blogspot.it

In un Brasile che sembrecontinuare a cresceredi Riccardo Mulas

“In un Brasile che continuaa crescere economicamentee a raggiungere risultati dasempre sperati ma mai sfio-rati, una parte importantedi popolazione continua arimanere indietro, dimenti-cata, abbandonata, motivodi fastidio per un paese chein questi anni si è aperto eancora si aprirà al mondocon eventi sociali, religiosi emanifestazioni sportive digrande importanza. In que-sta realtà complessa e con-traddittoria s'inserisce unodei tanti progetti della Insti-tuição Beneficente Conceição Macedo (IBCM) a favore dei più de-boli, il centro diurno Casa Vidha, che da più di 25 anni accoglienei suoi spazi bambini e adolescenti che vivono o convivono con ilvirus HIV/AIDS nella città di Salvador de Bahia.Recentemente, il centro si è trasferito nel quartiere centrale diNazarè, dove una piccola palazzina di due piani, donazione delGoverno, ospita ora le attività del progetto, che garantisce aquasi settanta tra bambini e adolescenti un accompagnamentoquotidiano, con attività ludiche e terapeutiche e numerosegite.Casa Vidha sopravvive grazie alle generose donazioni di tantiamici, tra i quali S.A.L. Onlus, che ogni anno aiuta la IBCM nellosviluppo di questo importante progetto.”

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Colombia

COMUNICHIAMOI NOSTRI DIRITTI- V AnnualitàFormazione di bambini eragazzi nei linguaggi dellacomunicazioneLuogo: Dipartimenti di Bogotá e BoyacáOrganizzazione responsabile: CEPALC - Centro Popular para América Latina de ComunicaciónSettore: EducazioneBeneficiari: 180 bambiniappartenenti a settori popolariContributo S.A.L. per il 2014: €2.000

Nel 2014 continua il nostroappoggio ai progetti di formazionealla pace, alla non violenza, alladifesa dei diritti e alla comunicazionedemocratica dell’Associazione CEPALC, progettirealizzati attraverso i laboratori di comunicazionepopolare. Destinatari sono bambini e ragazzi che siabiliteranno all’uso dei mezzi di comunicazione:teatro, marionette, radio, tv e internet vengonoappresi con metodi partecipativi capaci di liberarela creatività e la libertà dei bambini e dipromuovere la riflessione, la comunicazione e ladifesa dei diritti umani fondamentali.

Per conoscere CEPALC: www.cepalc.org

di Amparo Beltran, CEPALC

Nel 2013, nel nostro programma di “Comunicazione, valori ediritti” realizzato con gruppi di bambini e bambine dei set-tori impoveriti di alcune città colombiane, abbiamo privile-giato due aspetti che a nostro avviso sono molto importantiin un paese come la Colombia. Il nostro Paese ha soffertouna guerra prolungatasi per più di 50 anni: ora, grazie ai ne-goziati tra il governo e il principale gruppo guerriglieroFARC, si presenta la possibilità di un accordo politico tra ledue parti. Questo potrebbe permetterci di iniziare a vivereun’autentica tappa per la ricostruzione della pace e i bam-bini non possono essere pensati solo come gli spettatori diquesto processo o i beneficiari finali.È fondamentale che i bambini e le bambine s’impegnino adessere “seminatori” dei valori della pace e della convivenza

nelle scuole, nei quartieri dove vivono, nelle loro famiglie:tutto questo facendo dell’arte espressa nei diversi linguaggidella pittura, della musica, del teatro, della radio, il mezzo dicomunicazione più appropriato per “contagiare” con semidi pace, perdono e riconciliazione il territorio nazionale chetanto ne ha bisogno.Ed è fondamentale che i bambini e le bambine non solo co-noscano i loro diritti ma che altresì informino e sensibilizzinola società dove questi diritti subiscono una sistematica viola-zione: non solo i diritti dei bambini ma anche quelli di altrigruppi della nostra società come gli afrodiscendenti, gli indi-geni, il popolo dei diversamente abili e soprattutto le donnee l’immensa massa di impoveriti moltiplicatasi in Colombiacome prodotto del modello economico vigente.Nel 2013 abbiamo accompagnato più di 150 bambini e bam-bine di Bogotá e del vicino dipartimento di Boyacá in percorsiformativi e anche nel 2014 ci stiamo impegnando a fare lostesso. Da quanto fatto fin ora sono nate numerose iniziativee si è ottenuto un impatto sociale molto interessante: pro-grammi radiofonici curati sistematicamente da bambini in al-cune radio locali a Boyacá, eventi teatrali di strada realizzatisempre da bambini e ragazzi in 30 quartieri diversi di Bogotáe perfino una Novena religiosa per il Natale 2013 dedicata aidiritti promossa in alcune comunità ecclesiali.No, non possiamo pensarli solo come destinatari… I bambinie le bambine sono veramente soggetti e protagonisti delcambiamento e del processo di pace.

Senza il contributo deibambini e delle bambine è impossibile costruire la pace in Colombia

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12 LETTERA S.A.L 2014

A SCUOLA DI DIGNITÀProgetto di formazione integrale e protagonismo dibambini, bambine e adolescenti lavoratoriLuogo: Bogotá, quartiere di Patio BonitoOrganizzazione responsabile: Fondazione “PequeñoTrabajador” Settore: EducazioneBeneficiari: 90 bambini, bambine e adolescentilavoratoriContributo S.A.L. per il 2014: € 10.000 (diviso tra ilsostegno all’attività scolastica e quello relativo alla microimpresa di carta riciclata e tipografia)

Il progetto ha l’obiettivo di difendere, sostenere epromuovere le capacità di iniziativa economica e la

formazione di bambini e ragazzi lavoratori, figli dirifugiati, che collaborano all’economia familiare e cercanodi completare gli studi. Il contesto è quello di elevataviolenza ed esclusione sociale che caratterizza la capitaledello stato colombiano.

DIRITTO ALL’AZIONEATTIVANDO DIRITTIEducazione, accompagnamento scolastico,promozione dei diritti ed economia alternativaLuogo: Bogotá, Municipio di Bosa e Municipio di Soacha Organizzazione responsabile: Fondazione “EscuelaViajera”Settore: Educazione, Economia solidaleBeneficiari: 110 bambini e bambine dai 5 ai 17 anni, insituazione di esclusione per povertà e violenza; 15 donne(scelte tra i nuclei familiari dei bambini)Contributo S.A.L. per il 2014: € 5.000

La “Escuela Viajera” ha come sua principale attività illavoro educativo, l’accompagnamento scolastico e lapromozione sociale di bambini/e, adolescenti che sitrovano in situazioni di vulnerabilità dovute al conflittoarmato o alla povertà estrema. Accanto a questa attività viene svolto un servizio dianimazione e promozione delle loro famiglie attraversolaboratori artigianali produttivi e momenti di formazioneper adulti per il riscatto della cultura, dell’economiaalternativa e della dignità delle classi popolari.

Per conoscere la Escuela viajera: http://escuelaviajeraencolombia.blogspot.it

Pequeño Trabajador

Alejandro Martinez, coordinatore della Fondazione Pe-queño Trabajador, analizza la situazione socio-economicodella Colombia: Con un discorso conciso ci dice: “La mise-ria e la povertà colombiana hanno fondamentalmentedue origini: l’accumulazione della ricchezza e la limita-tezza del modello democratico. L’accumulazione della ric-chezza si ottiene a partire da una forma di vivere lademocrazia: per controllare i movimenti sociali e i cam-biamenti si ricorre alla violenza e si ha un conflitto ende-mico armato, espressione della lotta politica, che inColombia si protrae da 50 anni. La guerra, infatti, è unostrumento centrale per produrre miseria, povertà e do-lore. Si calcola che tra i 4 milioni di desplazados a causadella guerra interna (trad. ita. sfollati, profughi, ad oggiquasi il 10% della popolazione colombiana), un milione emezzo sono di bambini. La maggior parte di questi 4 mi-lioni di profughi si accalca nelle periferie delle grandicittà.Nei quartieri popolari di Bogotá si trovano moltissimibambini e bambine che vivono in famiglie di desplazadose generalmente si trovano nella condizione o nella neces-sità di lavorare: spesso hanno già avuto precedenti espe-rienze di lavoro. Il gruppo di bambini e bambine

lavoratori accompagnati dalla scuola del Pequeño Traba-jador diventa quindi uno spazio umano dove i bambinipossono trovare familiarità, affetto, tenerezza e la forzacome bambini e anche come lavoratori, per sentirsi rico-nosciuti come persone”.

Spazio umano per ritrovare affetto, familiarità e riconoscimento

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13LETTERA S.A.L 2014

a cura di Elisabetta Gabatel

Padre Antonio Bonanomi, missionario della Consolata,una vita spesa in Colombia, ci dà una lettura moltopersonale sulla realtà di violenza in Colombia. “InColombia non c’è un conflitto, ma diversi conflitti. Duesono alla base di tutti gli altri: il conflitto etnico-culturale, iniziato con la conquista e rafforzatosi con lacolonizzazione e le varieinvasioni, ovvero ilconflitto fra i ‘bianchi’vincitori che hannooccupato le istituzionidello Stato, e gli ‘indios’e i ‘negri’, vinti emarginalizzati. Unconflitto di società,culture, modelli disviluppo, in condizioni digrande disuguaglianza. Il secondo è il conflittosociale, conseguenza diun modello di sviluppocapitalista neo-liberale,che ha trasformato laColombia in uno deipaesi più iniqui, con unabisso fra ricchi e poveri.Questi due conflitti,specialmente il conflittosociale, sono alla basedei vari conflitti armatiche hannoaccompagnato la storiadella Colombia e di moltialtri paesi del Sud eCentro America”. Inquesto clima la Escuela Viajera continua il suo viaggio trale differenti zone di periferia di Bogotá, continuando ariflettere su “come affrontare le nuove sfide. In primis laproblematica dell’aumento della violenza e l’oppressionedelle mafie locali, che aumenta, purtroppo...”, come cidice Cristiano Morsolin, giornalista ed educatore nellascuola. Cristiano ci mostra una realtà che diventa semprepiù problematica e violenta: ad esempio “…nel quartierepopolare de La Vega, quartiere emarginato e di estremaperiferia dove la scuola svolge le sue attività, i maestriche insegnano della scuola media vengono scortati dallapolizia come il parroco che celebrava la messa per ilquartiere, fin quando, a Natale, le minacce e gli episodidi violenza e la paura hanno di fatto emarginato ibambini, isolando e rendendo inaccessibile la zona”.Inoltre “La Vega è una palude e i Signori della Guerra

hanno deciso che diventi un immondezzaio, dove stannodepositando illegalmente rifiuti e dove spessoincendiano i rifiuti. Il fumo denso che si produce entranella scuola elementare e media e crea grandi problemiagli alunni”. Alla solitudine che disorienta, la rispostadegli educatori della Escuela Viajera diventa un punto diriferimento per i bambini: “sentiamo la responsabilità diandare avanti per far crescere nuovi cittadini attivi checostruiscano pace nel loro territorio”. In quest’ottica nel2013 sono ricominciati i laboratori settimanali per 100bambini circa, inoltre continuano le attività pedagogichecon i vari gruppi costruendo una programmazioneiniziale insieme ai bambini, a partire dalle loro necessitàe sogni. Continuano i vari laboratori educativi “perpromuovere la creatività, per la gestione non-violentadei conflitti, per l’armonia e il rispetto della naturanell’ottica del Buen Vivir. In ogni incontro iniziamocommentando un racconto o una fiaba per promuoverel’animazione a partire dall’immaginario che sviluppanocon la fantasia per andare oltre la loro dura realtà eimmaginarsi un territorio diverso.

È il nostro impegnoper seminare pacepur sapendo chesvegliare lecoscienze, formarecittadini attivi, daràfastidio ai Signoridella Guerra”. Fondamentale nellascuola è il lavoro inrete, puntostrategico peraffrontare laviolenza e nonsoccombere: unavolta al meseinfatti, i bambinidella scuolapartecipanoall’incontro di“actoria social”(protagonismosociale e cittadino)con altri 50 bambinidel Centro diComunicazionePopolare Cepalc edi altre

organizzazioni sociali. “Perché si arrivi alla pace –sottolinea Padre Antonio Bonanomi – è necessariocambiare il modello di sviluppo, consolidare uno Statosociale di diritto, difendere i diritti delle minoranze,stabilire una politica ambientale chiaramente schierataa tutela degli interessi della Nazione, toccare gliinteressi dei grandi latifondisti, imprenditori ebanchieri, porre dei limiti agli investimenti delle grandicompagnie multinazionali straniere e avviare unprocesso concreto per superare l’ingiusto divario traricchi e poveri. Per questo, per superare il conflitto etnico-culturale,sociale, economico, politico e armato, è indispensabileche tutte le istituzioni dello Stato siano coinvolte neldialogo per arrivare a un vero cambiamento che rendala pace possibile”.

La Escuela Viajera nella Colombia di oggiAndare insieme ai bambini oltre la loro dura realtà

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14 LETTERA S.A.L 2014

Vuoi accompagnare con € 450 o € 840 l’anno scolastico di un bambino o un ragazzo di El Sal-vador? A seconda della scelta potrai sostenere interamente o parzialmente un borsa ver-sando ogni mese, anche tramite un Bonifico Periodico, € 20, € 35 o € 70. Un piccolo segnocostante di solidarietà che non ci impoverisce ma fa crescere molto la vita e la dignità diuna ragazza o di un ragazzo in El Salvador.INSIEME SI PUÒ. FATE “SQUADRA”… con famiglie di amici o colleghi!!! Condividete e assu-mete insieme l’impegno e la gioia di sostenere un ragazzo agli studi. Dove uno non arrivaci si arriva insieme!!!

INSIEME PER LO STUDIO E LA DIGNITÀSosteniamo la campagna di appoggio alle Borse di Studio

Se vuoi maggiori informazioni scrivici a [email protected]

oppure chiama la Bottega “Ujamaa” di Via Muzio Scevola, 7 – Roma.

Telefona allo 06.92599642o scrivi a [email protected]

Potrai utilizzare il nostro CCP 25848698 specificando nella causale

“Borse di Studio Salvador”,oppure il nostro CCB,

IBAN IT 45 Z 05018 03200 000000110222

El Salvador

EDUCARE, COSCIENTIZZARE,ORGANIZZARESostegno alle denunce e alle mobilitazioni comunitarie indifesa dell’ambiente

Luogo: Comunità rurali nei Dipartimenti diChalatenango, Cuscatlán, San VincenteOrganizzazione responsabile: Servizio alleComunità di Base (SER.CO.BA)Settore: Educazione e Difesa dei benicomuniBeneficiari: 495 animatori e responsabili dicomunitàContributo S.A.L. per il 2012: € 2.600

Il progetto, che vede SER.CO.BA già attivo da molti anniin questo settore, ha l’obiettivo di sostenerel’organizzazione comunitaria contadina che subisce leconseguenze negative degli accordi internazionali dilibero scambio e dei cambiamenti climatici. A questospesso si aggiunge lo sfruttamento minerario eidrogeologico indiscriminato che danneggia soprattuttola comunità più povere e isolate. Il progetto propone dirafforzare, in questi contesti, la conoscenza della realtà edei propri diritti e sostenere la mobilitazione collettiva.

Per conoscere SER.CO.BA.: http://sercoba.blogspot.it

CENTRO PASTORALE COMUNITARIO “MONS. OSCAR ROMERO”Un centro di aggregazione e formazione integraleper Jardines de Colón

Luogo: Colonia Jardines de Colón, Dipartimento di LaLibertadOrganizzazione responsabile: Comunità Ecclesiale diBase “Oscar Romero” di Jardines de Colón con l’appoggio

della Fundación Hermano Mercedes Ruiz (FUNDAHMER)Settore: Economia Solidale, Educazione e Promozionedella donnaBeneficiari: 50 famiglie della Comunità Ecclesiale di Base(CEB) “Oscar Romero” Contributo S.A.L. per il 2014: € 3.000in collaborazione con La Comunità dei Salvadoregnia Roma

Il Centro di Aggregazione e Formazione Integrale diJardines di Colón è luogo di animazione per le famigliedella CEB “Oscar Romero”. Il Centro è utilizzato daigiovani per momenti formativi, da gruppi organizzati didonne per formazione alla microimpresa e alla tutela deidiritti, dagli anziani come luogo di ritrovo e sostegnoreciproco. È anche pensato come centro per accogliereriunioni di altre comunità e ospitare volontari stranieri inservizio presso la comunità. La struttura nel corso deglianni si è arricchita di spazi, di un campo di basket e di unforno utilizzato dalle donne per la produzionecomunitaria di pane e dolci.

Per conoscere la CEB di Jardines:www.facebook.com/ceb.monsenorromerojardines

BORSE DI STUDIO PER GIOVANI E RAGAZZI delle comunità Los Naranjos, Las Mesas e Sacacoyo. In collaborazione con la Bottega CEeS “Ujamaa” e laParrocchia San Giuseppe Moscati di Roma.

Luogo: Los Naranjos, Las Mesas e Sacacoyo, DipartimentoLa Libertad.Organizzazione responsabile: Fundación HermanoMercedes Ruiz (FUNDAHMER).Settore: Educazione.Beneficiari: 8 adolescenti e giovani.Finanziamento previsto per il 2012: € 5.955

Continuiamo ad accompagnare il Comité de Becas diFUNDAHMER sostenuto dalla Bottega “Ujamaá” diCiampino e dalla Parrocchia di S. Giuseppe Moscati. UnComité de Becas (comitato per le borse di studio) è unapiccola organizzazione partecipativa che accompagna iragazzi di varie comunità nel loro accesso allo studio. A

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La cosa che stupisce di più volendo parlare del Salvador è...non riuscire a trovare notizie aggiornate in Italiano su que-sto paese. Se si va in rete si possono trovare articoli brevi suun’eruzione vulcanica o su qualche omicidio tra bande gio-vanili ma comunque non sono notizie utili a “capire” cosasucceda davvero e come vivano i nostri amici salvadoregninel loro paese. Un modo per aggiornarci sulla situazionereale è stato farcela raccontare da coloro che vivono lì. Ab-biamo chiesto così ad Armando Marquez, caro amico delS.A.L. e tra i coordinatori di FUNDAHMER, uno dei nostripartner, di descriverci quanto sta accadendo in Salvador.El Salvador ha appena vissuto un intenso periodo elettoralein vista delle presidenziali. Dal 2009, dopo quasi due decadidi dominio del partito di destra ARENA, al governo delPaese vi è l’FMLN. Il “Frente Farabundo Martí para la Libe-ración Nacional” (FMLN) era un gruppo di insorti e quindiguerriglieri, diventato partito nel 1992, dopo la fine dellasanguinosa guerra civile, che vide ampi settori della popo-lazione civile delle città e soprattutto delle campagne con-trapporsi ai settori benestanti e accomodati dell’oligarchiasalvadoregna, appoggiati e finanziati dagli USA. La campa-gna di Sánchez Cerén, nuovo candidato del FLMN, è statafavorita dalle politiche di welfare messe in atto già dal go-verno uscente di Mauricio Funes, di cui Sánchez Cerén eravicepresidente. Ciò ha avvicinato anche parte della classemedia e imprenditoriale alla base elettorale del Frente, soli-tamente rappresentata dalle classi popolari, contadine, po-vere e subalterne: l’orizzonte è un Salvador ancora piùequo e accogliente per tutti. Nel 2012 è stata firmata una tregua tra i due principaligruppi criminali del paese, Mara Salvatrucha e Barrio 18,con l’appoggio del governo uscente di Mauricio Funes. IlSalvador è uno dei paesi con il tasso di omicidi più alto del

mondo e, dopo la tregua, il tasso di omicidi si è parzial-mente ridotto. Sánchez Cerén, che è stato un leader dei ri-belli durante la guerra civile, sostiene che programmi diwelfare e sostegno all’istruzione pubblica possano aiutarea ridurre il fenomeno delle maras (bande criminali giova-nili), che è favorito dalla povertà, dalla mancanza di lavorodegno e dalla mancanza d’istruzione. Già il governo Funesaveva realizzato avanzamenti significativi e concreti nelladiffusione e nel finanziamento dell’istruzione e della sanitàpubblica migliorando anche la dinamica delle microimpreseagricole: questo gran parte della popolazione lo ha speri-mentato concretamente.Armando ci ha informato di come la popolazione abbiapotuto e voluto partecipare alla campagna elettorale po-tendo seguire dibattiti pubblici in piazza, alla radio e intv, e incrementando una cultura partecipativa. La que-stione “elezioni” è stata fondamentale per El Salvadorche si trovava davanti due scenari possibili: uno che pro-muoveva l’autodeterminazione, la continuazione dei pro-cessi di welfare e quindi il sostegno per i più poveri e perle dinamiche sociali ed economiche di partecipazione; l’al-tro pronto a sostenere e assecondare politiche capitalisti-che nazionali e internazionali che favorivano losfruttamento indiscriminato delle risorse interne, facendocrescere i fenomeni di immigrazione e disuguaglianza eaumentino criminalità e violenza. Ad esempio, in anniprecedenti, avendo preferito, usare la repressione controle bande giovanili si è ottenuto solo di inasprire le lororeazioni; si sono anche scoperti fenomeni di corruzione dimembri della polizia o dell’esercito con la collusione diparti dello Stato affinché il fenomeno della violenza rima-nesse alto e così giustificare programmi di sicurezza atti arestringere le libertà civili.Il 9 marzo Salvador Sánchez Cerén ha vinto le elezioni conpoco più del 50% dei consensi rispetto al candidato delladestra. Nonostante l’esiguo scarto di voti con il quale ilnuovo Presidente del Salvador è stato eletto, ci augu-riamo che la sua esperienza insieme ad una buona squa-dra di governo possano aiutare il più piccolo ma piùpopoloso paese del Centro America a trovare le stradedella pace, del bene comune e della giustizia sociale.

causa del costo della scuola e della situazione di povertàdelle famiglie, il progetto prevede una borsa di studioannuale di circa € 450 per le Scuole Superiori e di € 840per gli studi universitari. La borsa copre il costo diacquisto dei libri, i trasporti, l’immatricolazione e partedelle spese di alloggio presso un centro urbano diversodalla comunità rurale di residenza dello studente di scuolasuperiore o universitario. Nella quota, una piccola partedel finanziamento, sostiene le attività di formazione el’accompagnamento al Comitato di giovani cheFUNDAHMER realizza nelle tre comunità.

UNA MAESTRA PER “LOS NARANJOS”A cura del gruppo di scambio fraterno della ParrocchiaSan Giuseppe Moscati di Roma.

Luogo: Comunità “Los Naranjos”, Dipartimento LaLibertad.Organizzazione responsabile: Fundación HermanoMercedes Ruiz (FUNDAHMER).Settore: Educazione.Beneficiari: 25 bambini e ragazzi della comunità.Contributo per il 2011: € 3.800

La Parrocchia di San Giuseppe Moscati, legata da anni inuna relazione di solidarietà con la comunità di base “LoNaranjos”, è impegnata nel sostegno della piccola scuoladella comunità frequentata da circa 25 bambini e ragazziin una classe pluri-grado che va dall’asilo al nono anno diistruzione. Il sostegno garantisce lo stipendio di unamaestra locale ed un contributo per il trasporto.

Per conoscere FUNDAHMER: www.fundahmer.org.es

El Salvador oggi

a cura di Samuela Filippi Farmar

Desiderio di pace, giustizia, partecipazione

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P E R C O R S I E P R O P O S T E

16 LETTERA S.A.L. 2012

>Più solidi e solidali,nonostante la crisi!

BILANCIO 2013Oltre € 50.000 di contributi dai sostenitori è un bel traguardoper la nostra associazione! E’ frutto del lavoro di rete e dell’at-tivazione di tanti grani di SAL. I progetti in America Latinasono finanziati all’85% da donazioni e il 30% dei fondi co-prono i costi della raccolta, ma questi ultimi comprendonol’acquisto di prodotti per le Uova di Pasqua da progetti equo-solidali in America Latina. I progetti in Italia corrispondono aiservizi interculturali realizzati in collaborazione con la Caritasdi Roma. La perdita è pari all’avanzo ottenuto nel 2012 e di-pende dall’utilizzo di quei fondi nell’anno successivo.

Descrizione Generale di cui per

Solidarietà Internazionale:

di cui per progetti in

Italia:

Raccolta fondi

Contributi dai sostenitori 50.742 50.055 0

di cui: donazioni 25.918 25.918 0

raccolte pubbliche 16.687 16.175 512

5 per mille 2011 7.962 7.962 0

quote associative 175 0,00 175

Contributi da enti 27.350 10.050 17.300

di cui: pubblici 0 0,00 0

privati 27.350 10.050 17.300

Totale Proventi 78.092 60.105 17.987

Uso delle risorse

Contributi a progetti in America Latina 47.226 47.226 0

Costi 40.725 22.197 18.528

di cui: costi di organiz. 17.478 16.573 905

costi di amministr. 9.503 5.109 4.394

pubblicazioni 1.631 515 1.116

personale 12.113 0 12.113

Totale Costi 87.951 69.423 18.528

Perdita annuale -9.859 -9.318 -541

Bilancio provvisorio

Al momento della dichiarazione dei redditipuoi donare il 5 X 1000 delle tue imposteal S.A.L. mettendo la tua firma nel riqua-

dro dedicato alle Onlus e scrivendo il nostro codice fiscale 97183960588

Non ti costerà nulla, sono tasse che pagheresticomunque, ma potrai sostenere i nostri

progetti in America Latina.

DONAZIONI e CONTRIBUTI • Dalla tua banca, con un bonifico a favore

del nostro conto presso BANCA POPOLARE ETICA

IBAN IT 45 Z 05018 03200 000000110222

• Alla posta, con un versamento a favore del c.c.p. n° 25848698 intestato

all’Associazione S.A.L. Onlus

INCONTRO CON LA REALTÀ LATINO AMERICANA I nostri progetti di promozione, sviluppoe aiuto umanitario nasconodall’incontro, dal dialogo e dallacondivisione con le realtà locali deiPaesi che abbiamo conosciuto nei

nostri viaggi. Lo scambio e lacondivisione sono la fonte attraverso

la quale si individuano, insieme ainostri referenti locali, esigenze enecessità e si scelgono obiettivi,strategie e scadenze.

PROTAGONISMO E AUTOGESTIONE LOCALE

I progetti sono pensati, realizzati e gestitidalle medesime realtà che ricevono i nostri

contributi raccolti durante le varie iniziative.Solitamente noi e loro scegliamo un "terzo"

referente locale che faccia da garante e daaccompagnatore del progetto.

PREFERENZA PER PROGETTI COMUNITARI Facciamo particolare attenzione e diamo la precedenza aprogetti che sostengano il lavoro collettivo e le dinamichecomunitarie o che educhino a questo tipo di esperienza

che riteniamo fondamentale per la lotta all'ingiustizia socialee all'impoverimento.

INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE IN ITALIA La sensibilizzazione e la formazione nella realtà culturale,sociale e politica nella quale viviamo sono obiettivifondamentali del nostro lavoro. Cerchiamo di far conoscere erendere noto tutto ciò che, dell'America Latina, solitamenteva perso tra le maglie dell’informazione ufficiale.

PROTAGONISMO DELLE COMUNITÀ LATINOAMERICANE CHE VIVONO IN ITALIA Crediamo nei diritti, nella dignità e nel protagonismo deipopoli latinoamericani anche quando vivono insieme a noinel nostro paese. Per questo spesso progettiamo erealizziamo insieme a loro le nostre iniziative a Roma e inItalia.

COLLABORAZIONE CON ALTRE REALTÀCollaboriamo con altre realtà italiane e straniere chelavorano con e per l’America Latina. Riteniamo utile essereinsieme strumento di promozione e pressione nella societàcivile e portare avanti un'azione politica chiara e concretasulle questioni ancora aperte della pace, dell'uguale dignitàdei popoli, della giustizia sociale ed economica.

DONA IL 5 X 1000 AL S.A.L.

I criteri che guidanoil nostro impegno

“Ustedes son la sal de la tierra. Y si la sal se vuelve desabrida¿con que se la puede devolver el sabor? Ya no sirve para nada,si no para echarla a la basura o para que la pise la gente”

Mt 5.13

stampato in digitale da inprinting srl su carta ecologica chiroeco