Il dio egiziano Min e la lattuga. Un contributo etnobotanico a un enigma dell’egittologia

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ARCHEOLOGIA "A'FRICANA SAGGI OCCASIONALI

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Giorgio Samorini. Il dio egiziano Min e la lattuga. Un contributo etnobotanico a un enigma dell’egittologia

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ARCHEOLOGIA "A'FRICANASAGGI OCCASIONALI

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Giorgio Samorini

IL DIO EGIZIANO MIN E LA LATTUGA -UN CONTRIBUTO ETNOBOTANICOA UN ENIGMA DELL'EGITTOLOGIA

Résumé - Depuis un siècle, les Egyptologues débattent sur le valeur de la plante associée audieu ithyphallique Min, représenté comme <<laitue»toutefois avec l' emploi des dates botanistesincomplètes ou faux. Avec cet article, l' auteur met à disposition des spécialistes un ensemble dedates corrects ethnobotaniques sur la laitue et offre une solution psycho -pharmacolo gique à l' é-nigmatique "plante de Min".

Abstract - Egyptologists have been discussing for a century about the meaning ofthe plant (inter-preted as a "lettuce") related to the God Min basing their thesis on incomplete or wrong botanicdata. In this article the author puts correct ethno-botanic data about the lettuce at the researchers'disposal and suggests a psycho-pharmacological solution to the "Min 's plant" enigma.

Min è una delle più antiche divinità egizia-ne ed una delle prime ad essere rappresen-tate antropomorficamente. Divinità dellafertilità e della fecondità umana, animalee vegetale, pur non appartenendo al-l'Enneade del pantheon egizio, fu una divi-nità importante a partire dall' AnticoRegno sino al periodo greco-romano. Per2500 anni Min esercitò la sua influenzasulle credenze religiose e sull'immagina-rio popolare in diverse regioni dell'Egitto:inizialmente adAchmin e Coptos, in segui-to anche a Menphis, Abydos, Tebe e nelperiodo greco-romano a Dendra, Edfu ePhilae (Helch & Otto 1982: IV, 137).Achmin era la capitale del nomo 9, notocome "provincia di Min".Le origini di Min sono ancora discusse fragli studiosi. Hummel (1986) ritiene non di-mostrabile 1'ipotesi di una derivazioneesterna e propende per un dio "autoctono"in cui sarebbero riconoscibili arcaiche ca-ratteristiche della cultura megalitica medi-

terranea. Il medesimo studioso proponeuna derivazione del nome Min (Mnw) dal-le antiche parole mediterranee mn, "fisso,permanente" e mnw, "monumento".La maggior parte degli studiosi concordatuttavia per un' origine esterna di Min,un'introduzione che sarebbe avvenuta intempi molto arcaici della formazione dellacultura egiziana, attraverso la probabile mi-grazione di popolazioni che provenivano daquel territorio che le antiche testimonianzechiamavano Punto La sua localizzazionegeografica è stata molto discussa, con unapropensione per i territori a sud dell'Egitto;recentemente è stata proposta l'Etiopia me-ridionale, nel territorio compreso fra il NiloBlu e il Mar Rosso (Fattovich 1991).Le più antiche raffigurazioni di Min sonoattestate in reperti archeologici ad Abydose Saqqara e sono datati alla II Dinastia, conprobabili riferimenti che raggiungono la IDinastia (McFarlane 1990).Min è una divinità complessa, in cui con-

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Fig. 1- Effige deldio Min con due deisuoi attributiprincipali:l'itifallismo e piantedi lattuga stilizzatesopra una specie dialtare collocatodietro alla divinità.Parete posterioredella seconda cortedel Ramesseo diTebe (da James2002, p. 154,particolare).

Fig. 2 - Statuetta diMin-Amun provenienteda Tebe, alt. 22 cm.XXVlo Dinastia,Londra, BritishMusewn (da Robins1997, p. 229,jì.g. 275).

fluiscono diverse caratteristiche; una dellepiù arcaiche parrebbe essere quella noma-dica, che lo vede divinità tutelare di caro-vanieri, viandanti e pastori, particolarmen-te adorato nel deserto orientale, lungo levie di comunicazione fra la valle del Niloed il Mar Rosso; ad esempio nello GuadiHammamat, dove sono stati ritrovati im-portanti documenti archeologici relativi aquesta divinità.Il geroglifico per Min è rappresentato dadue punte di freccia in opposizione fra loro,con un piccolo cerchio al centro. Possibileraffigurazione della folgore impugnata dal-le divinità del cielo, come simbolo di Minla sua forma ha subito una progressiva mo-difica, studiata da Wainwright (1931).Pur essendo il nome del dio riportato in nu-merosi testi religiosi e templari, e ci sianopervenuti diversi inni ad esso dedicati(Gauthier 1931b), conosciamo poco deisuoi racconti e associazioni mitologiche.Nel corso dell'XI Dinastia Min subìun'importante unione sincretica con il dioAmmone: entrambi sono itifallici e godo-no del titolo di Kamutef, "Toro di sua ma-dre" (Wainwright 1934). Anche l'attributovegetale di Min -la lattuga - viene conser-vato in questo processo di sincretismo.Nell'arte templare egizia sono riportate al-cune scene relative a cerimonie religioseassociate a Min: riguardano feste religioseimportanti, probabilmente riconducibili aicerimoniali dell'incoronazione e di cui ri-conosciamo alcuni momenti qualil'''Uscita di Min" e la "Scalata di Min", at-tentamente studiati da Gauthier (1931 a,c).L'iconografia di Min è rimasta pressochéinvariata nel corso del suo culto millenario(fig. 1).Il corpo è disarticolato ai fianchi e ha un ge-nerale aspetto mummiforme; è palesementeitifallico; porta sul capo una corona costi-tuita da due piume di falco, accompagnate avolte a un disco solare; dalla regione dellanuca scende un nastro che percorre la schie-na; ha la barba; con il braccio destro solle-vato impugna un flagello; il braccio e lamano sinistra sono poco visibili nelle raffi-gurazioni pittoriche e in bassorilievo, men-tre la loro presenza e funzione si palesanoosservando la statuaria di Min: la mano si:-nistra sorregge il fallo alla sua base (fig. 2).

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Dietro all' effige di Min è frequentementerappresentato uno dei suoi due attributi piùcaratteristici: un' edicola dalla curiosa for-ma allungata, oppure un piedistallo sor-montato da piante di lattuga.La lattuga è la pianta di Min per eccellenza equesta insolita associazione fra una divinitàitifallica e la lattuga è stata variamente inter-pretata dagli studiosi, formulando ipotesiche restano, a mio parere, insufficienti, inquanto basate su dati etnobotanici incomple-ti o errati. Questo è uno di quei casi in cui so-lo una concreta operazione interdisciplinare,focalizzata sulla creazione di un' area comu-ne di dati e conoscenze archeologi che ed et-nobotaniche su cui sviluppare le indagini,può portate al chiarimento del problema diquesta associazione.Tale accostamento appare ancor più enigma-tico se si considera il fatto che la lattuga ègeneralmente conosciuta come pianta dallevirtù anafrodisiache, mentre una delle carat-teristiche più evidenti di Min è 1'itifallismo.È ben testimoniato il fatto che l'offerta dellalattuga al dio aveva lo scopo di fare eseguireal suo membro 1'atto sessuale (Defossez1985: 1, n. 2).Tornando ai due attributi che accompagnanole effigi di Min, l'edicola a forma allungata,terminante superiorn1ente con una protube-ranza anch'essa allungata, riporta a una ten-da nomadica o a una portantina come luogodi culto del dio. Questa struttura sarebbe col-legata all'elemento rituale della "Scalata diMin" (Helch & Otto 1980, III: 454-5). La"tenda" allungata è a volte sostituita da unpalo che, secondo Wainwright (1935: 165),sarebbe 1'elemento essenziale ed originale

Fig. 3 - L'edicolaassociata al dio Minnella sua fasestilisticamente esimbolicamente piùevoluta, che comprende,oltre a una specie ditenda nomadicaallungata, un palosormontato da unbucranio e da un nastroavvolto a spirale (daHumme11997, AnankeEdiz., Torino, p. 33, fig.15/4).

Fig. 4 - Diverseraffigurazionistilizzate dellepiante di lattugheassociate al dioMin: a) e c) daGauthier 1931a, p.162; b) edj) daRtitsch 1995, p.212; d) ed e) daKeùner 1924, p.142,fig. 1e3; g) daeh. Kuentz 1971,tav. 20, riprodottoin Moens 1985 fig.2,p.65(particolare).

dell'intera edicola di Min. A paJ.tiredalla XIIDinastia l'edicola viene dotata di una portadi ingresso, su cui sono poste un paio di cor-na di bue (bucranio), legate con un nastro aJ.'-rotolato a spirale (fig. 3).L'altro attributo raffigurato frequentementedietro a Min, che qui ci interessa particolar-mente, è il piedistallo sormontato dalle pian-te di lattuga. Quando raffigurata in associa-zione con Min, la forma più comune dellapianta è quella di un alberello appuntito, ci-pressoide, con decorazioni interne che haJ.1-no lo scopo di rappresentare il fogliame eche nei tempi più recenti tendono a sparire,offrendo quindi ancor di più 1'aspetto di unalbero appuntito stilizzato.Nella prima fase dell'Egittologia questosimbolo vegetale fu effettivamente interpre-tato come cipresso, sicomoro e palma. Il pri-mo studioso che identificò la pianta comelattuga parrebbe essere stato Victor Loret nel1892 (cit. in Defossez 1985). Keimer (1924)identificò il vegetale come "lattuga egizia-na", cioè Lactuca sativa L. Koemoth (1994:40) la identifica come L. sativa varolongiflo-raLam.Le lattughe in relazione a Min sono rappre-sentate sopra un piedistallo, che può averela forma di un altare - riconosciuto daKeimer (1924: 14) come di legno - o di unacappella dotata di porta e scalinata (fig. 4).Nell'area interna del piedistallo-altare è difrequente disegnata una griglia quadrango-

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Fig. 5-Raffigurazione dicoltivazione di uncampo di lattuga;particolare dallatomba n. 3 di BeniHasan, cameraprincipale, pareteoccidentale (daNewberry 1893, tav.XXIX).

Fig. 6 - Altare condue piante dilattuga e al centro ilfiore stilizzato dellaninfea azzurra (daWinkilson 2003, p.93, particolare).

lare, che rappresenta il campo coltivato alattughe visto dall'alto, dove ogni quadra-tino è identificabile con una singola aiuolao area destinata alla coltivazione di unapianta. Tale interpretazione è deduci biledall' osservazione dei dipinti che riportanoscene di coltivazione, annaffiatura e rac-colta della lattuga, come quelle presentinelle tombe di Beni Hasan (di cui una ri-prodotta in fig. 5). In queste immagini ilcampo coltivato a lattuga è disegnato in

Fig. 7-Particolare di

una scena dellafesta religiosa

"Uscita diMin", conuomini che

trasportano inprocessione

una portantinacon piante di

lattuga (daRobins 1997, p.

172,fig·20I).

prospettiva verticale e con la griglia qua-drangolare delimitante le singole aiuole.A volte, in mezzo alle lattughe associate aMin è raffigurato un altro motivo vegetalefortemente stilizzato, identificato daKeimer (1924: 141) come "giglio del sud"o ninfea (fig. 6). Si tratta della specie psi-coattiva "ninfea azzUlTa" (vedi oltre).Ritroviamo la lattuga nelle complesse sce-ne della festa religiosa della "Uscita diMin", dove, a lato di una gigantesca statua

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del dio portata in processione, segue ungruppo di uomini che trasportano su unaportantina delle lattughe di grandi dimen-sioni (fig. 7).In altre scene il faraone tiene fra le maniqueste piante nell' atto di offrirle a Min(Belluccio 1995: 19 e fig. 4).Oltre che in associazione con Min, a parti-re dall' Antico Regno la lattuga è larga-mente raffigurata fra gli oggetti delle tavo-le stracolme di offerte per le divinità. È perlo più disegnata come mazzo (o forse piùprecisamente come singola pianta) di colo-re aZZUlTOo verde in cima al cumulo di og-getti, subito sotto al mazzo di ninfee chegeneralmente sovrastano l'intero tavolodelle offerte. A volte le lattughe si trovanofra gli elementi disegnati in posizione ver-ticale sotto al tavolino, accanto a conteni-tori per il vino e altri liquidi cerimoniali(fig. 8).Un modello di faience di lattuga, di epocatarda, è stato identificato fra i reperti degliscavi del tempio di Min e Isis a Coptos(Adams 1980).Sono stati evidenziati alcuni aspetti poconoti di Min, dai quali si dedulTebbe che,nel vedere la lattuga, il viso del dio si illu-mina, e che gli uomini gli offrono la piantaaffinché ne mangi (la "mastichi" o la"aspiri") ed è a conseguenza di ciò che ilsuo membro si erige. Uno degli scopi di ta-le erezione è di carattere punitivo, per ter-rorizzare e, forse, simbolicamente sodo-mizzare i nemici vinti. Min appare nelleiscrizioni anche come "Signore del Fallo"(Belluccio 1995: 27).I reperti materiali di lattuga sono rari, pervia della veloce decomposizione a cui èsoggetto un vegetale come l'insalata. Sonostati identificati alcuni semi di Lactuca sp.,conservati presso l'Agyptisches Museumund Papyrusssamlung di Berlino e alcunisemi del periodo romano conservati alDokki Agricultural Museum del Cairo(Germer 1985: 185). Gli antichi Egizi usa-vano anche i semi della pianta, da cui rica-vavano un olio; un impiego forse più anti-co dell'uso delle foglie come alimento.È il caso di precisare che l'addomestica-mento delle specie selvatiche di lattuga,che diede forma alla comune insalata, sideve proprio agli Egiziani (Lindquist

1960); la lattuga coltivata sarebbe derivataper selezione direttamente dalla Lactucaserriola L., la più comune fra le specie sel-vatiche del bacino del MeditelTaneo(Whitaker 1969: 263).Gli antichi Egiziani rivolsero una partico-lare attenzione alle amare lattughe selvati-che, che coltivarono e da cui ottennero perselezione la più tenera e appetitosa lattugada orto (L. sativa). Dall'Egitto, la lattugada orto si diffuse in seguito fra le culturedel MeditelTaneo e, più tardi, di tutto ilmondo. Si tratta di un'acquisizione agrico-la di fondamentale importanza per la dietae l'economia alimentare degli Egiziani enon sorprende il fatto che questa pianta siastata associata e messa sotto tutela di unadivinità.Come già sottolineato, l'elemento sorpren-dente e in un gualche modo contraddittoriodi tale associazione è l'itifallismo del diocausato dalla lattuga. Altri dubbi sorgonodomandandosi quali specie di lattuga - sequella coltivata o quella selvatica - sianoraffigurate insieme a Min o fra le offertenei tavoli cerimoniali. Osservando inoltre idati etnobotanici sul genere Lactuca, cheevidenziano proprietà psicoattive associatea queste piante - proprietà largamente

Fig. 8 - Particolaredi pittura delsarcofago diTashaenkheperconrappresentazioni dilattughe econtenitori perbevande fermentate(Bologna, MuseoCivicoArcheologico, inv.KS 1961,provenienza Tebe(?), XlI-X1WDinastia, riprodottoin: AA. VV 1990, p.209, fig. 158).

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Fig. 9, 10,11 -Tagliando ilfustofiorifero di L.serriola, come ditutte le altre speciedi lattuga,selvatiche ecoltivate, nefuoriesce un latticebianco cheimbrunisce all'ariaper dare unasostanza resinosaamara, illattucario,ampiamente usatacome medicinaanalgesica nelleculture classiche emedievali europee.

ignorate dagli studiosi che si sono occupa-ti della lattuga di Min - appare chiaro chequesta divinità non è semplicemente un diotutelare di un'importante pianta da orto eche il suo rapporto con il vegetale è più in-timo di quanto sinora riconosciuto.Nelle culture greca e romana e nel corso ditutto il Medioevo europeo le lattughe - siale varietà coltivate che le specie selvatiche- furono considerate dotate di proprietàanafrodisiache.Dioscoride (Il, 125) riporta che "il seme[di lattuga domestica] bevuto caccia le im-maginazioni libidinose del sonno, et prohi-bisce l'uso di Venere". Plinio identificavauna varietà di lattuga chiamata astytis ("a"privativo con la radice di styo, "sono inerezione", con valore quindi come anafro-disiaco), e talvolta eunuchion, "perché

smorza moltissilno l'impulso sessuale"(Plinio, Hist.Nat., XIX, 126-7).Tagliando i fusti fioriferi di queste lattughefuori esce un lattice bianco che, raccolto elasciato asciugare, produce una sostanzabruna resinosa, chiamata lattucario (figg.9, lO, Il).Questo era considerato, oltre che anafrodi-siaco, dotato di proprietà narcotico-sedati-ve simili a quelle dell' oppio, riconosciutedalla farmacopea moderna. Le proprietàoppiacee sono attribuite particolarmente allattucario ricavato da Lactuva virosa L.,una lattuga selvatica europea; sono usatecome medicine soporifere e sedative ancheL. serriola e la medesima lattuga da orto,L. sativa.Mattioli (Mat.med., CXXV :276-8) ripor-tava che le facoltà della lattuga "sono al-quanto simili a quelle del papavero: ed im-però sono alcuni, che ne meschiano il suolatte con il meconio, che si fa de' i papave-ri". Castore Durante (Herb.nov., p. 230),seguendo autori precedenti, riportava che"il succo [di lattuga] provoca il sonno ap-plicato alle tempie". Ancora oggi,nell'Italia meridionale, nei casi di insonniae inequietezza dei bambini, viene dato lo-ro un succhiotto di pezza imbevuto di suc-co di papavero (papagna), oppure di un de-cotto di lattuga (cfr. es. Guerci 1990: 261;Santeramo 1931: 35).Nel corso dell'Ottocento il lattucario erausato in terapia come sostituto dell'oppio esi sviluppò una piccola industria in Franciae in Germania per la sua produzione (Coxe

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1799; Harlam 1986).È forse per via delle sue proprietà sopori-fere che la lattuga ha acquisito sin dall' an-tichità una valenza funebre, come piantaassociata al mondo dell'eterno sonno, allamedesima guisa del papavero da oppio.Ancora oggi in alcune regioni dellaCalabria è rimasta l'usanza, nel giorno deimorti, di mangiare lattuga e di bere vinopresso le tombe dei parenti defunti, doveentrambi questi alimenti hanno valenza diofferta funebre in quanto "cibo dei morti".A Cosenza, nel giorno dei morti si prepara-no le "insalate dei morti" e la lattuga vi ri-entra come ingrediente principale(Lombardi-Satriani & Meligrana 1996: 76e 142).La valenza funebre della lattuga risale pro-babilmente alla cultura greca, con il rac-conto mitologico della morte di Adone, fi-glio di Myrrha. La dea Afrodite aveva na-scosto il giovinetto sotto delle lattughe eun cinghiale, nel cibarsene, lo ferì a morte;oppure, secondo un' altra versione, la dealo avrebbe nascosto nella lattuga per sot-trarlo ai colpi dell'animale. "La lattuga èun cibo da cadaveri", riportava Ebulo (fr.14 Kock, II 169), mentre Ateneo (Il; 69c)riferiva che l'immagine di Adone nascostosotto una lattuga era espressione poetico-allegorica dell'impotenza sessuale prodot-ta dall'uso continuato di questa verdura(Detienne 1975: 88-9). Detienne fa notarecome, nelle diverse versioni del mito,Adone finisce sempre in un cespo di lattu-ga, selvatica o coltivata, e che "la lattugaappare selvatica (hémeros) quando Adonevi si rifugia per sottrarsi al cinghiale, maforse è coltivata (agrfa) quando serve daletto funebre per Adone (... )" Galeno ripor-tava che ai suoi tempi si distingueva anco-ra la lattuga selvatica (thridakfn_) da quel-la da orto (thrfdax)" (ibid. :95-6, n. 49).Ciò suggerisce cautela nell' identificazionedella specie, quando si ha a che fare con lalattuga, compresa quella raffigurata nel-l'arte egizia: la "lattuga" delle fonti icono-grafiche e letterarie antiche non va sempreintesa come lattuga da orto, coltivata, L.sativa, bensì, verificate anche le loro piùsignificative proprietà psicoattive e medi-cinali, come lattughe selvatiche delle spe-cie L. virosa e L. serriola.

In Egitto, la lattuga selvatica più comuneera ed è L. serriola (fig. 12).L. virosa non è presente nella flora egizia-na e non lo era nemmeno ai tempi antichidella cultura egiziana (Tackholm 1974:608-10). È importante acquisire questo da-to botanico fra gli egittologi, onde evitareulteriori confusioni interpretative.Gli antichi Egiziani scoprirono le proprietàpsicoattive e medicinali della specie selva-tica L. serriola, oltre all'utilizzo dell'oliodei suoi semi; la coltivarono e la seleziona-rono sino a creare la specie da orto L. sati-va. La specie selvatica è amara, il suo latti-ce è farmacologicamente più attivo diquello della specie coltivata e la pianta ècaratterizzata - a differenza di tutte le altrespecie europee ed egiziane del genere - dauna distinta tonalità glauca, un colore az-zurrino che ne facilita l'identificazione neiprati. Nella pittura egiziana antica la lattu-ga associata a Min è dipinta di azzurro;quelle raffigurate nei tavoli delle offerte ilpiù delle volte sono anch' esse dipinte delmedesimo colore: un dettaglio che confer-ma la sua identificazione con la "specie az-zun"a" del genere, cioè L. serriola. Neglialtri casi la lattuga nelle pitture è dipinta di

Fig. 12 - Pianta diLactuca serriola L.,la specie piùcomune di lattugaselvatica in Egitto edalla quale gliantichi Egizianiselezionarono percoltivazione laspecie di lattuga daorto, L. sativa L.

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Fig. 13 - Diverseraffigurazioni dipiante di lattuga,colorate di azzurroo verde, dall'artefuneraria egiziana.

verde. È possibile che la differenza di colo-re, azzurro o verde, rispecchi l'intenziona-le rappresentazione delle due diverse spe-cie, rispettivamente quella selvatica e quel-la coltivata (fig. 13).Dall' osservazione di numerosi documentiiconografici, sono portato a dedurre che lalattuga associata a Min è essenzialmente, ocomunque lo era originalmente, quella sel-vatica; un dato che concorda con la genera-le interpretazione culturale di un vegetalepsicoattivo come emanazione diretta diuna divinità, se non addirittura come "cibodegli dei" (Samorini 1995).Nella mitologia egiziana, la lattuga è pre-sente in una delle vicende dello scontro fraHorus e Seth. L'ignaro Seth si ciba di pian-te di lattuga impregnate del liquido semi-naIe di Horus.Agli antichi Egiziani era ben chiara la dif-ferenza fra lattuga selvatica e coltivata ed èassai probabile che ciò comportasse una di-versificazione a livello culturale e cultuale.Ciò sarebbe confermato dal testo geroglifi-co noto come "divieto di Philae", inciso suilati di una porta del tempio di Philae, cheelenca un insieme di piante e animali la cuiintroduzione e consumazione nel tempioerano interdetti. La prima delle piante elen-cate è stata identificata da Aufrère (1986)come Lactuca virosa. Tale identificazione èelTonea a livello di specie, in quanto nonpresente nell' antica flora egiziana, ma restaCOlTettaa livello di genere e con quel termi-ne molto probabilmente si intendeva L. ser-riola. È significativo il fatto che la lattugaselvatica sia elemento di interdizione reli-

giosa, attestata nel tempio di Philae comein un papiro conservato al Cairo (n.86637ro; cfr. Aufrère 1986: 2) e ciò farebbededurre un suo uso sacramentale in deter-minati contesti rituali.Sempre Aufrère ha il merito di aver evi-denziato le differenze fra due diversi nomicon cui era chiamata la lattuga. Il nome piùcomune, 'bw, va associato alla pianta colti-vata, mentre l'altro, riportato nell'interdi-zione di Philae, va riservato alla speciespontanea. Il nome della specie coltivatanon è sinora apparso negli antichi testi me-dici egizi, mentre quello della specie selva-tica è presente in abbondanza nelle ricettemediche come vermifugo e analgesico(ibid.: 4): un dato che concorda con la ri-conosciuta maggior efficacia terapeuticadelle specie di lattuga selvatiche rispetto aquella delle varietà orticole. La Belluccio(1995: 256) ha evidenziato il fatto che ne-gli inni dedicati a Min la lattuga è chiama-ta - oltre che 'bw (forma plurale di 'b) -anche con i termini smw, mnhp, hnw.Mnhp significa "afrodisiaco".La confusione fra le due specie - quella"selvatica" e quella "coltivata" - è dovutaal fatto che la prima era anch'essa coltiva-ta per esclusivi scopi liturgici nei campi at-tigui ai tempI i di Min, mentre negli orti co-muni veniva seminata la lattuga "coltiva-ta", cioè da insalata.In un papiro berlinese (n. 3027) la "lattugaamara" (cioè quella selvatica) è usata insostituzione del papavero per addormenta-re il bambino, sulle cui tempie veniva spal-mato il suo succo; una considerazione ag-

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giuntiva riporta che il pianto del bambinoera considerato un segno negativo in quan-to manifestazione di possessione demonia-ca (ibid.: 6). Oltre a sorprendere il ritrova-mento delle radici storiche dell'usanza diaddormentare i bambini con succo di papa-vero o di lattuga (come riscontratonell'Italia meridionale e tramandato dagliautori classici greco-latini; vide supra),sorge il dubbio che tale pratica non avesseoriginalmente il semplice scopo di tran-quillizzare l'infante così da permettere allamadre di svolgere le sue faccende (comeregistrato ad es. in provincia di Taranto,cfr. Grassano 1999), bensì che potesse ave-re valenze purificatrici ed esorciste.Oggigiorno in Egitto v' è ancora l'usanza dicondire certi cibi con la lattuga selvatica enell' Alto Egitto dalla scorza di alcune vaIie-tà di lattuga si ricava un' emulsione lattigino-sa grassa (Aufrère 1986: 4). È inoltre tuttoraben diffusa la credenza nelle proprietà ferti-lizzanti e afrodisiache della lattuga selvaticae coltivata: "chi lnangia tanta lattuga cOineinsalata avrà una prole numerosa" (Keimer1924: 143): un dato etnografico in netta con-traddizione con il caso riportato dal famosobotanico Linneo, di un Inglese che desidera-va avere figli e a cui fu consigliato dal suomedico che "l'unico modo di aver bambiniera quello di fermare l'assunzione di lattu-ga, di cui abusava" (Scotti 1872).Questa opposta valenza fra la cultura egi-ziana e quella europea nei confronti delleproprietà afrodisiache della lattuga restanoda spiegare. È stato qui chiarito il fatto chela più importante - da un punto di vistafarmacologico e storico - lattuga selvaticaeuropea, L. virosa, non è presente nella flo-ra egiziana, in cui era ed è invece presenteL. serriola; questa differenza di specie nongiustifica tuttavia la contraddizione evi-denziata, in quanto entrambe le specie con-tengono i medesimi principi attivi e sonodotate di affini proprietà farmacologiche.Gli studiosi che si sono sino ad oggi preoc-cupati di questa contraddizione tendonoper lo più a risolverla "culturalmente". PerKeimer (1924) l'associazione dell' itifalli-cità di Min con la lattuga è spiegabile con-siderando il lattice di questa pianta comesimbolo dello "spenna divino" e di fertili-tà. Di opinione simile è Germer (1980: 86),

per il quale "si può escludere con notevolecertezza che nell' an.çico Egitto la lattugavenisse utilizzàta conte afrodisiaco";un'affermazione discordante con i dati et-nografici specifici della valle del Nilo.Defossez (1985) associa l'eretismo di Mincon la velocità di crescita e di "erezione"del gambo fiorifero della lattuga. Questainfatti, sia coltivata che selvatica, appareinizialmente con il noto aspetto di cespo diinsalata, ma a un certo punto dalla regionecentrale del cespo si erge velocemente unfusto che può raggiungere l'altezza di 150cm e oltre, al culmine del quale si sviluppal'apparato sessuale della pianta, con fiori,frutti e semi. Anche J.R. Barlan, pur rico-noscendo le proprietà psicoattive della lat-tuga e un loro ruolo nel simbolismo diMin, propone un'interpretazione culturaledella differenza fra le proprietà afrodisia-che e anafrodisiache della lattuga, in Egittoe in Europa: "Questo mostra che la gentecrede proprio ciò che vuoI credere"(Barlan 1986: 9). Ancor più recentemente,Koemoth (1994: 40-2) ritiene che "la ra-gione delle proprietàfertilizzanti attribuitea questa pianta [in Egitto] sono da ricer-care nel contesto storico-religioso più chein quello farmacologico".La studiosa che maggiormente si è avvici-nata alla soluzione dell' enigma della lattu-ga di Min è Adriana Belluccio (1995), laquale riconosce la pianta del dio itifallicocome appartenente al gruppo delle droghevegetali psicoattive, visionarie e afrodisia-che. Purtroppo, le sue esigue conoscenze dibotanica ed etnobotanica le fanno confon-dere le specie da orto e quelle selvatiche inun'unica pianta "lattuga" e non le permet-tono di riconoscere le proprietà psicoattivedelle lattughe selvatiche: "Evidentemente,la leggenda in questione deriva da un' erra-ta identificazione della pianta di Min,quando oramai era cessata la sua coltiva-zione, ma non la fama che l'aveva accom-pagnata" (Belluccio 1995: 30). L'enigmadella lattuga di Min sarebbe quindi da attri-buire a un errore di identificazione deglistessi Egiziani antichi: un'ipotesi difficil-mente sostenibile, dal momento che, comescrive la medesima studiosa: "non si com-prende come mai gli Egizi, così attenti allamedicina e allafarmacopea, abbiano potu-

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to perpetuare il grosso equivoco di ritenerela lattuga atta ad esercitare gli effetti 'stu-.pefacenti' descritti nelle scene di offerta"(id. :15). La studiosa conclude prOponendola sua identificazione con il silfio: un'ipote-si che non si accorda con le recenti acquisi-zioni su questo antico medicinale mediter-raneo (Beltrami 1989; Koerper & Kolls1999; Roselli 2001).Che il lattice bianco viscoso della lattuga siastato posto in relazione con lo sperma delladivinità è assai probabile. Quest' associazio-ne non può tuttavia da sola giustificare l'inti-mo rapporto di Min con la lattuga, bensì ap-pare come una relazione simbolica subordi-nata a motivazioni più profonde o più "diret-te". Non va dimenticato che gli antichiEgiziani ritenevano che il dio acquisiva laqualità itifallica mediante la somministrazio-ne della lattuga offerta dagli uomini.Pur riconoscendo la generale importanzadelle diversità culturali nell' interpretazio-ne delle differenze' etnologiche, nel casodella lattuga rientrano, a mio parere, dellecause farmacologiche e più specificata-mente psicofarmacologiche. Ho già evi-denziato la sottovalutazione degli effettipsicoattivi della lattuga da parte degli stu-diosi che hanno discusso il problema; èpossibile approfondire ulteriormente laquestione osservando più da vicino gli ef-fetti della lattuga e dellattucario.Dalla cultura greco-romana alla medicinaottocentesca, in Europa gli effetti della lat-tuga sono stati impropriamente paragonatia quelli dell'oppio. La lattuga e soprattuttoillattucario ricavato dal suo lattice manife-stano effetti parzialmente simili a quellidell' oppio in certi quantitativi (do saggiche potremmo definire "terapeutici"),mentre, a dosaggi più elevati, subentranonegli effetti componenti stimolanti e allu-cinatorie. Questa relazione dose/effettotroverebbe riscontro e giustificazione nellacomposizione chimico-farmacologica deidiversi principi attivi presenti nella lattuga(per un' esposizione più particolareggiata,cfr. Festi & Samorini 2004 e Ratsch &Miiller-Ebeling 2003: 442-4).Un'incontestabile differenza d'effetto fralattuga e papavero da oppio consiste nellanotevole midliasi (dilatazione della pupilla)osservabile con dosaggi anche bassi di lattu-

cario, a confronto con il restringimento pu-pillare caratteristico degli oppiacei. Unacomponente psicoattiva non oppiacea, bensìstimolante e allucinogena degli effetti dellattucario è riscontrata nei casi di intossica-zione accidentale acuta registrati dalla lette-ratura medica nel corso degli ultimi due se-coli (cfr. Boe 1877; Spadari et al. 2003).In base a questi dati, è possibile formulareun'ipotesi che spieghi la diversità di cre-denze sulla lattuga partendo da una diffe-renza farmacologica: mentre in Europaerano d'uso comune le "dosi terapeuti-che", dagli effetti narcotico-sedativi eanalgesici, fra gli antichi Egiziani eranooriginalmente in uso dosaggi più forti, chepotremmo chiamare "dosi egizie", dalleproprietà stimolanti e allucinogene. Le dif-ferenti interpretazioni culturali hanno fattoil resto: i dosaggi egizi comportavanoesperienze psichi che - interpretate religio-samente - e fisiche, da cui l'itifallismo diMin; mentre in Europa, essendo noti sologli effetti analgesici e "simil-oppiacei"della lattuga, si affermò la credenza nellesue proprietà anafrodisiache.Molti aspetti del rapporto di Min, e più ingenerale degli antichi Egiziani con la lattu-ga, restano oscuri. Non ci è pervenuta unachiara mitologia delle origini di questa rela-zione e del suo periodico rinsaldamento at-traverso le cerimonie religiose e le liturgiegiustificate dagli eventi mitici (Samorini1995). È anche difficile dare una rispostacerta alla questione da quando la lattuga siastata associata a Min. Nel suo aspetto più ar-caico di dio nomadico, Min è principalmen-te collegato all'edicola con la tenda a formaallungata e la lattuga parrebbe essere stataaccostata al dio in un momento successivo,sebbene sempre nelle fasi arcaiche della for-mazione della cultura egiziana.Sarebbe interessante poter indagare sullecause generali che fecero sì che gli antichiEgiziani rivolgessero l'attenzione versouna pianta selvatica dal sapore amaro sgra-devole (L. serriola). Ancor prima che permotivi alimentari (come insalata), è proba-bile che questa pianta abbia attratto l'atten-zione per l'olio dei suoi semi e per le pro-prietà analgesico-oppiacee (a dosaggi me-dio-bassi) e stimolanti-allucinogene (a do-saggi maggiori) del suo lattice. Anche i

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semi del genere Lactuca sono dotati di pro-prietà analgesiche, riconosciute sin dal-l'antichità (cfr. es. Sayyah et al. 2004).In queste pagine non v'è lo spazio per dis-cutere il più generale rapporto degliEgiziani antichi con le droghe psicoattive,di cui il presente studio sulla lattuga puòessere considerato un singolo capitolo. Sitratta di un rapporto complesso, diversifi-cato in almeno una dozzina di droghe psi-coattive ricavate da fonti vegetali: mandra-gora, ninfea azzurra, papavero da oppio,giusquiamo, cannabis, rota siriaca, birre didattero, orzo e melagrana, vini di palma ed'uva, e la lattuga selvatica (cfr. es.Cranach 1981; Riitsch 1995). Questa ete-rogeneità di droghe psicoattive si riflettevain un diversificato impiego sociale, che ve-deva il consumo di alcune di queste riser-vate all' élite prelatizia e a rigorosi momen-ti cerimoniali religiosi, mentre altre eranod'uso comune fra la popolazione.Fra le altre droghe dell'antico Egitto, vanàla pena qui ricordare la ninfea azzuna(Nymphaea caerulea Sav.), da non confon-dere sia nel nome che nell'iconografia conil loto (Nelumbo nucifera Gaertn.); que-st' ultima specie, d'origine asiatica, èun'introduzione tardiva del periodo roma-no (cfr. Keimer 1948). Le radici e i petalidella ninfea azzuna sono dotati di proprie-tà psicoattive e la loro influenza nell' arte enelle credenze religiose degli antichiEgiziani è stata studiata da Emboden(1978, 1981). In alcune raffigurazioni del-la lattuga rappresentata dietro al dio Minappare il fiore di una ninfea azzuna stiliz-zata; questo accostamento iconograficopotrebbe riflettere associazioni simbolichee anche psicofarmacologiche, con combi-nazione delle due droghe per ricavarne ef-fetti sinergici - un' operazione molto co-mune nell'uso tradizionale degli agentipsicoattivi. Ma queste conoscenze intimedel rapporto dell'antico uomo egizio con lesue piante visionarie sono probabilmentedestinate a restare nell' oblio.

Ringraziamenti: al botanico FrancescoFesti del Museo Civico di Rovereto per leutili indicazioni sulla diffusione del genereLactuca in Egitto e a Valentina Cultreraper la revisione del testo.

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