Brai, M. Et Al. Le Pietre e La Storia. 2006
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INTRODUZIONE
Nel settore dei beni culturali, la complessit delle proble-
matiche connesse alla salvaguardia del bene storico-arti-
stico, alla sua preservazione e fruizione al pubblico, rendeessenziale luso di tecniche di indagini non distruttive e
non invasive, ai fini della diagnosi dello stato di salute del
bene stesso. A ci si aggiunge la necessit della stesura di
precise linee guida per una corretta progettazione di un
eventuale intervento di restauro.
Nellambito della collaborazione scientifica avviata tra il
Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative dellUniver-
sit di Palermo e il Centro Regionale per la Progettazione
e il Restauro della Regione Siciliana, particolare atten-
zione stata rivolta allo studio di rocce sedimentarie sici-
liane utilizzate nei beni culturali.
Allo studio partecipano inoltre il Dipartimento Chimica eFisica della Terra ed Applicazioni alle Georisorse Naturali
LE PIETRE E LA STORIAM. Brai*, C. Di Stefano, T. Schillaci*
STUDIO DI ROCCE SEDIMENTARIE UTILIZZATE NEI BENI CULTURALI IN SICILIA
e il Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina
Legale dellUniversit di Palermo, il Dipartimento di Fi-
sica dellUniversit di Bologna e il Dipartimento di
Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dellU-
niversit di Siena.In Sicilia sono presenti numerose unit geologiche, le
quali forniscono al paesaggio una relativa complessit.
Lorigine prevalentemente di tipo sedimentario.
E ben noto che le rocce sedimentarie, rispetto ai depositi
metamorfici e vulcanici, possono presentarsi maggior-
mente tenere e, quindi, con una discreta facilit ad essere
modellate. Questa lavorabilit, caratteristica e vantaggio
delle rocce sedimentare, tuttavia un inconveniente ri-
spetto alla loro utilizzazione per il patrimonio culturale,
poich questi materiali evidenziano spesso unelevata po-
rosit, con distribuzione e dimensione dei pori che por-
tano al loro deterioramento per assorbimento dacqua.Negli ultimi anni diventato urgente effettuare in questi
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Scientifica
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siti uno studio dettagliato sul loro stato di salute, riconsi-
derando allo stesso tempo le tecniche volte alla prote-
zione da differenti contaminanti dei materiali da costru-
zione.
Sono state scelte alcune aree archeologiche della Sicilia
particolarmente esposte ad un rischio integrato derivante
dallazione di agenti inquinanti e da problematiche di sta-
bilit locale del territorio. Gli studi compiuti sono stati ri-
volti essenzialmente alle rocce sedimentarie siciliane: le
arenarie di Agrigento e di Cusa, il travertino di Alcamo e
le calcareniti di Scicli. Nelle aree considerate numerose
sono le testimonianze del periodo Greco-Romano: i tem-
pli di Agrigento e di Selinunte, il tempio ed il teatro di Se-
gesta. Le calcareniti di Scicli sono invece rappresentative
del periodo barocco della Val di Noto.
1 MATERIALI E METODI
Sono state effettuate analisi in laboratorio, ai fini della ca-
ratterizzazione geochimica e di struttura porosa su rocce
campionate in cave e in aree archeologiche e rappresen-
tative dei materiali da costruzione dei monumenti storici.
A tale scopo sono state utilizzate differenti tecniche fisi-
che quali la fluorescenza X (XRF), la diffrattometria X
(XRD), la microscopia ottica e a scansione elettronica, la
porosimetria Hg, il metodo gravimetrico, la Risonanza
Magnetica Nucleare in imaging e rilassometria (MRI e
MRR) e la Tomografia Computerizzata (TC).Nella tabella sotto sono riportati i siti di campionamento,
la litologia e la corrispondente area archeologica nelle
quali le rocce considerate furono usate per la costruzione
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S
cientifica
Sito di Campionamento Litologia Area Archeologica
Villaseta (AG1) Calcarenite 1 Agrigento
Villaseta (AG2) Calcarenite 2 Agrigento
Agrigento (AG3) Calcarenite 3 Agrigento
Alcamo (TP1) Travertino 1 Segesta
Alcamo (TP2) Travertino 2 Segesta
Cusa (TP3) Calcarenite 4 Selinunte
Scicli (RG) Calcarenite 5 Noto
dei templi e di altri edifici.
I dati ottenuti saranno inseriti in un database e servi-
ranno alla valutazione degli indici di rischio per redigere
le linee guida per una adatta terapia di preservazione e
di un eventuale intervento di restauro.
1.1 XRD, XRF
La caratterizzazione mineralogica e geochimica stata
effettuata mediante le tecniche di diffrattometria X
(XRD) e fluorescenza X (XRF).
Le misure XRD sono state effettuate con un diffrattome-
tro Philips X PERT, impostando una tensione di 40 kV e
una corrente di 20 mA allanodo di rame, con una velo-
cit di rotazione della slitta portacampione di 2/min.
Per le misure XRF stato utilizzato lo strumento PhilipsPW1400. I valori di tensioni e di corrente usati erano
compresi nel range 30-50 kV e 30-50 mA rispattiva-
mente. E stato utilizzato lanodo di cromo per gli ele-
menti leggeri e quello di tungsteno per i pesanti. I valori
ottenuti sono stati corretti per la LOI (Loss Of Ignition) e
sono mostrati nei successivi paragrafi.
Entrambe le misure sono state effettuate mediante stru-
mentazione fissa da laboratorio.
Per confronto sono state effettuate misure con uno stru-
mento XRF portatile Lithos 3000 (Assing).
1.2 MICROSCOPIA OTTICA, SEM, POROSIMETROHG, METODO GRAVIMETRICO
Lo studio delle propriet porosimetriche, distribuzione
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zione
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dei pori e cinetica di assorbimento capillare, stato effet-
tuato mediante luso di tecniche fisiche integrate. Nel pre-
sente paragrafo vengono esposte alcune di esse, riman-
dando ai successivi la descrizione delle altre tecniche
usate.
Le osservazioni al microscopio ottico e al microscopio a
scansione elettronica (SEM) permettono di osservare a
scale differenti frammenti prelevati dai campioni. Sono
state effettuate sezioni sottili e osservate al microscopio in
luce polarizzata.
Misure con il porosimetro Hg PW2000 (Carlo Erba), for-
niscono la distribuzione del raggio dei colli di accesso ai
pori, la valutazione della porosit media e della porosit
percentuale.
Il metodo gravimetrico (UNI 10859:2000), ha permessola valutazione dellindice di capillarit e di assorbimento
capillare.
Ulteriori misure sono attualmente in corso per la valuta-
zione del raggio medio dei colli di accesso ai pori dei
campioni considerati.
1.3 MRI E MRR
Studi sulla distribuzione dei pori e di cinetica di assorbi-
mento sono state effettuati anche mediante lutilizzo di
tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare in imaging(MRI) e rilassometria (MRR).
Le misure MRI sono state effettuate mediante un ARTO-
SCAN (Esaote Italy), un tomografo NMR per arti, costi-
tuito da un magnete permanente di 0.2 T (gradiente di in-
tensit di 15 mT/m) corrispondente a 8 MHz per 1H. I
campioni erano di forma cilindrica, aventi un diametro e
unaltezza di 10 cm rispettivamente. Sono state acquisite
slices continue di 5 mm di spessore con la sequenza mul-
tislice Spin Echo (SE) impostando un tempo di eco TE =
10 ms e un tempo di ripetizione TR = 900 ms. La dimen-
sione del voxel era di 0.5x0.5x5 mm3.
Le acquisizioni delle immagini sono state effettuate sui
campioni originali, tranne i campioni provenienti da Agri-gento, dai quali sono state estratte carote cilindriche di
diametro e altezza di 10 cm rispettivamente.
Nei campioni asciutti, limbibizione di acqua nei cam-
pioni stata effettuata in condizioni di vuoto e successi-
vamente sono stati avvolti in film di plastica, per evitare
levaporazione dellacqua. In particolare, il campione
Travertino 1 stato tenuto in acqua durante la misura a
causa delle larghe e numerose cavit.
Le misure MRR sono state effettuate mediante un rilasso-
metro alla frequenza di Larmor di 20 MHz per mezzo di
un rilassometro basato sul campo elettromagnetico varia-ble Jeol equipaggiato con Spinmaster, una stazione di ac-
quisizione dati della Stelar (Mede, Pavia, Italy).
Decadimenti di rilassamento trasversali furono acquisiti
per mezzo della sequenza pulsata Carr-Purcell-Mei-
boom-Gill (CPMG). Le curve di rilassamento longitudi-
nale furono acquisite mediante sequenze di Inversion Re-
covery.
Le curve sperimentali sono state analizzate sullassun-
zione di distribuzioni continue dei tempi di rilassamento
per mezzo del software UPEN, un algoritmo di penaliz-
zazione inversa per i dati di decadimento multiesponen-
ziali.Per le misure MRR sono stati prelevati campioni cilin-
drici mediante carotaggio delle dimensioni di 7 mm di
diametro e di altezza, e quindi sono stati saturati in acqua
con la procedura gi descritta nel caso delle misure MRI.
1.4 TC E IMAGING
Le acquisizioni TC sono state effettuate mediante un to-
mografo multidetettore Philips Brilliance 40. Sono stati
preparati diversi campioni per ciascun luogo di prove-
nienza e su ciascuno di questi sono state realizzate imma-
gini TC costituite da 60 diverse slices di spessore 0.7 mm.Dopo il contatto con lacqua, le immagini registrate a
tempi differenti, prima e dopo il trattamento con materiali
protettivi, sono state utilizzate per la valutazione della di-
stribuzione e della dimensione media dei pori.
Luso di adeguati filtri digitali e di tecniche di ricostru-
zione computerizzata, supportata dalluso di strumenti in-
formatici dedicati e sviluppati allo scopo di analizzare
mediante TC imaging le evoluzioni dinamiche del fronte
di bagnamento, permette la caratterizzazione delle cineti-
che di assorbimento per capillarit nelle rocce sedimenta-
rie. La valutazione del numero di Hounsfield1 sulla strut-
tura a voxel delle immagini 3D dei campioni permettonouna stima della distribuzione della quantit di acqua al-
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cientifica
* Universit di Palermo, Dipartimento di Fisica e Tecnologie Relative
BIBLIOGRAFIA
[1] T. Schillaci, M. Brai et al., Environmental risk assesment
around archeological areas of Sicily, Geoitalia 2005
[2] T. Schillaci, M. Brai et al., Studio integrato di rocce sedimen-
tarie da cave siciliane di interesse storico-artistico, SIF XCI
Congresso nazionale
[3] T. Schillaci, Maria Brai et al., Integrated techniques to evaluate
the features of sedimentary rocks of archeological areas of Sicily,
Quaderni di Scienza della Conservazione Pitagora Editrice (in
press)
[4] Nobel Lectures, Physiology or Medicine 1971-1980, Editor
Jan Lindsten, World Scientific Publishing Co., Singapore, 1992
[5] R.Bellotti et al., A completely automated CAD system for mass
detection in a large mammographic database (submitted to Me-
dical Physics in 19 October 2005)
linterno degli spazi porosi.Allo scopo di ottimizzare la risoluzione delle immagini, i
valori di tensione e corrente allanodo sono stati settati ri-
spettivamente a 140 kV e 600 mA, con una collimazione
geometrica del fascio X di 40 mm x 0.625 mm.
I campioni, tagliati in blocchi di dimensioni 50mm x
50mm e unaltezza di 30 mm, sono stati posti in un con-
tenitore di plexiglas, interponendo della carta da filtro ba-
gnata con acqua distillata. Le immagini sono state acqui-
site a tempi sequenziali (con intervalli variabili tra 30
sec15 min) dopo il contatto con acqua.
CONCLUSIONI
I risultati preliminari fin ora ottenuti confermano la con-
siderevole eterogeneit delle rocce sedimentarie per po-
rosit e per capacit di intrappolare acqua, anche nel caso
di caratteristiche mineralogiche e chimiche molto simili.
I dati ottenuti dallapplicazione di differenti tecniche pos-
sono fornire unindicazione sui trattamenti protettivi poco
invasivi pi appropriati. Gli studi sono tuttora in corso e
i risultati finali saranno pubblicati in riviste specialistiche
e scientifiche.
1 Il numero di Hounsfield definito come, H= 1000 dove
w, air, e sono i coefficienti di assorbimento lineare dellacqua, del-laria e della sostanza di interesse.
-ww-air