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Storia Romana Avanzato I Storia Romana magistrale a.a. 2019/2020 Introduzione alla religione di Roma antica (1)

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Storia Romana Avanzato IStoria Romana magistrale

a.a. 2019/2020

Introduzione alla religione di Roma antica (1)

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Manuali, raccolte di studi, enciclopedie ed introduzioni alla religione romana

- C. Ando, Roman Religion, Edimburgh 2003- M. Beard, J. North, S. Price, Religions of Rome, I. A History; II. A Sourcebook, Cambridge 1998 (I vol., trad. fr. 2006)- M. Bettini, Elogio del politeismo, Bologna 2014- M. Bettini, Dèi e uomini nella Città. Antropologia, religione e cultura nella Roma antica, Roma 2015- C. Bonnet, E. Sanzi (edd.), Roma, la città degli dèi. La capitale dell’Impero come laboratorio religioso, Roma 2018- J. Champeaux, La religione romana, Bologna 2002 (orig. Paris 1998)- G. De Sanctis, La religione a Roma, Roma 2012- K. Latte, Römische Religionsgeschichte, München 1960- S. Montero, S. Perea, Romana religio/Religio Romanorum. Diccionario bibliográfico de religión romana, Madrid 1999 - J. Rüpke, La religione dei Romani, Torino 2004 (orig. München 2001)- J. Rüpke, Superstitio: devianza religiosa nell’impero romano, Roma 2014 (orig, 2011)- J. Rüpke, Pantheon. Una nuova storia della religione romana, Torino 2018 (orig. 2016)- J. Scheid, Religion et pieté à Rome, Paris 2001 (2ed.)- J. Scheid, La religion des Romains, 3° éd., Paris 2017- J. Scheid, Rites et religion à Rome, Paris 2019- ThesCRA = Thesaurus Cultus et Rituum Antiquorum, 2004 -- G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, München 1912 (2ed.)

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Studi sulla religione, luoghi di culto, epigrafia del sacro in età repubblicana (selezione)

M. Aberson, Temples votifs et butin de guerre dans la Rome républicaine, Rome 1994F.G. Cavallero, Arae sacra. Tipi nomi atti funzioni e rappresentazioni degli altari romani, Roma 2018F. Coarelli, Il Foro Romano, I-II, Roma 1983-1985F. Coarelli, I santuari del Lazio in età repubblicana, Roma 1987F. Coarelli, Il Foro Boario dalle origini alla fine della Repubblica, Roma 1988F. Coarelli, Il Campo Marzio, Roma 1997F. Coarelli, Palatium. Il Palatino dalle origini all’Impero, Roma 2012F. Coarelli, Collis. Il Quirinale e il Viminale nell’antichità, Roma 2014F. Coarelli, Initia Isidis. L’ingresso dei culti egiziani a Roma e nel Lazio, Lugano 2019C. DI FA Z IO , Latinorum sacra. Il sistema religioso delle città latine: luoghi, culti, pratiche, Roma 2019A. Grandazzi, Urbs. Histoire de la ville de Rome, des origines à la mort d’Auguste, Paris 2017J. North,, Religion in Republican Rome, in CAH (2ed.), VII,2, Cambridge 1990, pp. 573-624E.M. Orlin, Temples, Religion and Politics in the Roman Republic Leyden 1997J. Rüpke, Religion in Republican Rome: Rationalization and Ritual Change, Philadelphia 2012S. Panciera, Le iscrizioni votive latine, in Scienze dell’Antichità, 3-4, 1989-1990, 905-914M. Torelli, Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimonio tra archeologia e storia, Roma 1984M. Torelli, La forza della tradizione. Etruria e Roma: continuità e discontinuità agli albori della storia, Milano 2011A. Ziolkowski, The Temples of Mid-Republican Rome and their Historical and Topographical Context, Roma 1992Sacra nominis Latini (Atti Convegno, Roma 2009), Napoli 2012

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religióne s. f. [dal lat. religio -onis, prob. affine a religare «legare», con riferimento al valore vincolante degli obblighi e dei divieti sacrali]. – 1. a. Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità; r. positiva, rivelata; r. naturale, che si ritiene conforme alla natura e alla ragione umana, costituita da alcune nozioni semplici e universalmente accessibili: esistenza di Dio, immortalità dell’anima, alcune leggi morali essenziali (la teologia cattolica distingue la r. naturale come acquisizione della ragione umana dalla r. soprannaturale fondata sulla rivelazione da parte di Dio di verità inaccessibili alla ragione umana nello stato presente). Con uso più ristretto, nel linguaggio com., il rispetto e il timore stesso della divinità e dei principî religiosi. b. Il complesso dei dogmi, dei precetti, dei riti che costituiscono un dato culto religioso. c. letter. Rito religioso.2. Nel diritto canonico, denominazione tradizionale (oggi sostituita con istituto di vita consacrata) di una società riconosciuta dall’autorità ecclesiastica, i cui membri (detti religiosi) siano legati dai voti pubblici di povertà, castità, obbedienza, secondo le norme della società stessa, allo scopo di realizzare la perfezione evangelica e di condurre opera di apostolato.3. fig., letter. o elevato. Venerazione, profondo rispetto, devota osservanza; più raram., scrupolo religioso, sentimento di religiosità. In usi enfatici, nella locuz. avv. con religione, con grande scrupolo e con devoto raccoglimento.

(da http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/Religione/)

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Introduzione alla religione romana: terminologia

ReligioA – timore degli dèi che impedisce di andare contro le norme divine, scrupolo, tabù1. impedimento, deterrente, scrupolo, timore; 2. timore degli dèi, devozione timorosa, religione; 3. santità, rispettabilità, venerabilità; 4. (meton.) sacrilegio, maledizione (come effetto o punizione dell’assenza di timore degli dèi)B – Timore degli dèi o interpretazione della volontà divina che si concretizza in norme comportamentali.1. Manifestazione divina (che implica osservanza); 2. norma sacra, vincolo (che incute timore o rispetto)C. Osservanza del culto e organizzazione di esso1. Osservanza dei riti o dei precetti religiosi; 2. pratica religiosa, rito, cerimonia; 3. culto, sistema religioso, religione (anche con gen.); 4. oggetto di culto; 5. luogo di cultoD. Osservanza scrupolosa degli obblighi nei confronti di dèi e uomini (scrupolosità, rispetto, anche con gen.)E (latino ecclesiastico): 1. rispetto religioso, devozione, sentimento religioso; 2. via religiosa, professione religiosa; 3. dignità religiosa, posizione della Chiesa

(da G.B. Conte, E. Pianezzola, G. Ranucci, Il Latino. Vocabolario della lingua latina, Firenze 2010 (3 ed.), pp. 1311-1312, s.v. religio)

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Religio: etimologie antiche (religio come obbligo rituale, cultus deorum)

< relegere (raccogliere a ritroso, riprendere indietro, ripercorrere, raccogliere)Si sottolinea lo scrupolo dell’osservanza

< religare (legare dietro, incatenare, legare)Si evidenzia i legami tra uomini e dèi

Cic., de natura deorum 2.72In realtà non solo i filosofi, ma anche i nostri antenati hanno distinto la superstitio dalla religio. Coloro i quali pregavano e facevano sacrifici tutti i giorni perché i figli gli sopravvvissero, furono chiamati superstitiosi, termine che più tardi assunse un significato più ampio; invece quelli che riconsideravano con attenzione e per così dire ripensavano di nuovo (tamquamrelegerent) tutto ciò che riguardava il culto degli dèi, furono chiamati religiosi dal verbo relegere, come elegante deriva dal verbo eligere (scegliere), diligente dal verbo diligere (amare), intelligente dal verbo intelligere (capire); in tutte queste parole c’è lo stesso valore di legere che è insito in religiosus. In questo modo il termine superstizioso acquistò una connotazione negativa, mentre religioso una positiva (trad. G. De Sanctis)

Cic., Inv. 2.161Religio curam caerimoniamque superioris cuiusdam naturae, quam divinam vocant affert.

Serv., ad Aen. 8.349Religio id est metus, ab eo quod mentem religet (= lega) dicta

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Superstitio1. superstizione, credulità; 2. timore religioso / venerazione di (+ gen.); 3. adesione scrupolosa; 4. (meton.) credenza o pratica superstiziosa); 5. culto o pratica religiosa (straniera o non ortodossa)(da Conte – Pianezzola – Ranucci 2010, , p. 1493 s.v. superstitio)

Sacer / sacrumIl termine sacer attiene alla sfera della proprietà; è sacer tutto quello che è considerato come proprietà degli deiMacr., Sat. 3.3.2: Sacrum est, ut Trebatius libro primo de religionibus refert, quidquid est quod deorum habeturGai, Inst. 2.4: sacrae sunt quae dis superis consacratae sunt; Dig. 1.8.6.2-3: sacrae autem res sunt hae, quae publice consecratae sunt, non privatae: si quis ergo privatim sibi sacrumconstituerit, sacrum non est, sed profanumFest., p. 424 Lindsay: Gallus Aelius ait sacrum esse, quodcumque modo atque instituto civitatis consecratum sit, sive ara, sivesignum, sive locus, sive pecunia, sive quid aliud, quod diis dedicatum atque consecratum sit [cioè cerimonie pubbliche che trasferiscono la proprietà degli oggetti agli dèi]La proprietà degli dèi, che è sacer, è considerata come inviolabile, intoccabile; la nozione di sacer può applicarsi ai luoghi, agli uomini e alle cose. Secondo una antica tradizione, il colpevole di certi crimini era votato agli dei (sacratio), soprattutto a quelli inferi; questo ad es. accadeva a chi osasse attentare all’incolumità dei tribuni della plebe (sancti o sacrosancti)

CIL, I2 2901 a = XV 6184; cfr. G. Colonna, in Amore per l’antico. Studi di Antichità in ricordo di Giuliano de Marinis, Roma 2014, vol. 1, pp. 15-23

z(a)kr(a)

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CIL, I (2ed.) 580 cfr. pp. 722, 877 (colino di bronzo; Cortona, dintorni)

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brocca di bronzo dall’alveo del Tevere (1921)CIL, I (2ed.), 2518 cfr. p. 964

POPLICA EX AIDI SVMANIansa di provenienza incertaCIL, I (2ed.,) 2922 b (Roma?)

sacer/publicus

cippo in alfabeto latino e lingua umbra (da Assisi)Toce / stahu(= publice sto)Screhto est. Lingua e scrittura degli Umbri, Perugia 2011, p. 58 nr. 43 (metà/fine II sec. a.C.)

terminus rinvenuto tra Assisi e Bastia UmbraAger emps et / termnas oht(retie) / C. V. Uistinie Ner. T. Babr(ie) / maronatei / Uois Ner. Propartie / T. U. Uoisiner / sacre stahu (= sto sacralmente)Screhto est. Lingua e scrittura degli Umbri, Perugia 2011, p. 58 nr. 43 (metà/fine II sec. a.C.)

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Pecunia dei / pecunia sacra/de stipe

CIL X, 6505 = I (2 ed.), 1506 (2) cfr. p. 1001(Cora, architrave della porta della cella, tempio dei Castori)

[M. ? C]alvius P.f. P.n., C. Geminius C f. Mateiclus aedemCastoris Pollucis de s(enatus) s(ententia) faciendam pequn(ia) sac[r(a)] coeravere.[M.] Calvius M.f. P. n., C. Crassicius P. f. C. n. Verris de s(enatus) s(ententia) prob[aver(unt) d]edicar(unt)q(ue).

CIL VI, 39803(Roma, Isola Tiberina, nei pressi di S. Bartolomeo)

------ / [L. V]al[eriu]s L.f.Flaccus, / aid(iles), d[e] stipe Aesculapi / faciundum locavere / eidem pr(aetores) probavere.

G. Bodei Giglioni, Pecunia fanatica. L’incidenza economica dei templi laziali, in Riv. Stor. Ital., 89, 1977, pp. 33-76

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CIL 14, 2906 a = I (2ed.), 1461 a cfr. p. 994(Praeneste, area vigna Scavalli, ex Torcioli -tra la via degli Arcioni e la strada di San Rocco)

C Magulnius C.f.Scato Maxs(imus),C. Saufeius C.f.Flaccus,pr(aetores),sacraverunt.

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Profanus/sacer

Fest., p. 256 LindsayMacr., Sat. 3.3.4: Profanum omnes paene consentiunt id esse quod extra fanaticamcausam sit, quasi porro a fano et a religione secretum. Cuius significatus exemplum executus est, cum de luco et aditu inferorum sacro utroque loqueretur:— Procul, o procul este profani, Conclamat vates, totoque absistite luco. 4 Eo acceditquod Trebatius profanum id proprie dici ait quod ex religioso vel sacro in hominumusum proprietatemque conversum est, quod apertissime poeta servavit, cum ait:Faune, precor, miserere, inquit, tuque optima ferrum / Terra tene, colui vestros si semper honores: / Quos contra Aeneadae bello fecere profanos /.Dixerat enim:Sed stirpem Teucri nullo discrimine sacrumSustulerant,unde ostendit proprie profanatum, quod ex sacro promiscuum humanisactibus commodatum est.

R. Schilling, Sacrum et profanum. Essai d’interpretation, in Idem, Rites, cultes, dieuxde Rome, Paris 1979, pp. 54-70 (orig. 1961)

Lapides profaneis, intus sacrum

Tibur – area del santuario di Hercules Victor?CIL, XIV 3575 = I (2ed.) 1486 cfr. p. 999 = AE 1988, 287

Quattro cippi di travertino posti ai quattro angoli di un recinto in opera reticolata nell’area sacra dei «Quattro tempietti – Ostia

CIL, XIV 4292 = I (2ed.) 3024; cfr. F. Van Haeperen, FTD – Regio I Ostie, Porto, Roma 2019, pp. 69 e 72

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Lex aedis Furfensis – verbale della dedica di una aedes di iuppiter Liber (Furfo, Vestini; 13 luglio 58 a.C.)(CIL, IX 3513 cfr. pp. 680, 697, 1644)Cfr. U. Laffi, La lex aedis Furfensis, in Idem, Studi di Storia Romana e di Diritto, Roma 2001, pp. 515-544)

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Lucio Aieno, figlio di Lucio, Quinto Bebazio, figlio di Sesto dedicarono (dedicarunt) il tempio (aedem) di GioveLibero in Furfo, il terzo giorno avanti le idi di Quintile, essendo consoli Lucio Pisone e Aulo Gabinio, nel meseFlusaris, il quinto giorno comiziale, presentate le seguenti norme, secondo i seguenti limiti, , come le modanaturepiù esterne fatte in pietra per questo tempio e come presso questo tempio e le scale da strutturare in pietra siergono le colonne, al di qua delle scale verso il tempio e i pali (infissi) nel suolo e i tavolati. Che toccare, riparare imuri, riparare il tetto, portar via, fissare, eseguire lavori di manovalanza (?), usare il ferro, spostare, rimettere a

posto <sia lecito> e sarà conforme alle leggi divine (fas). Se qualche oggetto sarà stato dato in dono, donatoe dedicato a questo tempio, che sia lecito farne uso, venderlo; ove sarà stato venduto sarà profano(profanum esto <cioè riconvertito in hominum usum proprietatemque>). La vendita, la locazione sarà dicompetenza dell’edile, chiunque (gli abitanti de-) il villaggio di Furfo abbiano eletto, purché (gli edili) sianoconsapevoli che (vendono, locano) l’oggetto in questione senza violazione delle leggi umane e di quelle divine; unaltro non potrà. Il denaro che sarà stato ricavato, con questo denaro sarà lecito acquistare, prendere in affitto,

dare in affitto, cedere, perché questo tempio sia fatto migliore, più decoroso; il denaro che sarà dato perqueste operazioni, sarà profano, se non si sarà agito dolosamente. Ciò che sarà stato acquistato in bronzo o inargento con quel denaro, il qual denaro sarà stato dato a questo tempio, ciò che sarà stato acquistato, per questioggetti varrà lo stesso regime, come se fosse stato dedicato. Se qualcuno qui avrà sottratto un oggetto sacro, saràdi competenza dell’edile infliggere una multa (multatio esto) dell’ammontare che vorrà; e in relazione a ciò, ilvillaggio di Furfo, a maggioranza, i Fificulani e i Taresuni se vorranno assolvere o condannare, sarà lecito. Sequalcuno presso questo tempio avrà fatto un sacrificio (rem divinam) a Giove Libero o al genio di Giove, le pelli e icuoi saranno del santuario (fanei)(traduzione di Umberto Laffi)

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Religiosus1. Pieno di scrupoli religiosi, superstizioso; 2. scrupoloso, attento; 3. (di persone) devoto, religioso; 4. (di cose) adibito al culto, venerabile, sacro, santo; 5. consacrato agli dei Mani (Gaius. Inst. 2.4)(Conte – Pianezzola – Ranucci 2010, p. 1311, s.v. religiosus)

Il termine designa i luoghi o gli oggetti marcati dalla morte: ad es. i luoghi colpiti dal fulmine (fulgur conditum) o le tombe

Sanctus1. santo, inviolabile, sacro (valenza giuridico-religiosa). 2. sacro, augusto, venerando. 3 (in senso morale) puro, onesto, virtuoso; 4. (di una legge) stabilito, definito; 5. (sost. Neutro) cosa santa, luogo sacro(Conte – Pianezzola – Ranucci 2010, p. 1366, s.v. sanctus)

Fest., p. 420 LindsaySanto (Sanctus) è ciò la cui violazione è sanzionata con una pena, una sanctioMacr., Saturn. 3.3.5Sanctum est, ut idem Trebatius libro decimo Religionum refert, interdum idem quod sacrum idemque quod religiosum, interdum, aliud, hoc est nec sacrum nec religiosum, est.

Rientrano in questa categoria, tra le res sanctae: il pomerium, le cinte murarie, alcune categorie di leggi, i trattati, i tribuni della plebe (sacrosancti ‘inviolabili e quindi puri’, garantiti da una sacratio), gli ambasciatori del popolo romano, l’imperatore (in quanto detentore di tribunicia potestas); la qualità può applicarsi anche alle tombe e alle cose sacre, e talora alle stesse divinità (anche come epiteto divino)