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Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 1 di 86
TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA
SEZIONE ………CIVILE
§ § § § §
GIUDICE ISTRUTTORE
CONS. DOTT. …………….
§ § § § §
R.G. N. ............
...............
CONTRO
........................... E .....................
§ § § § §
RELAZIONE DI CONSULENZA TECNICA
CON RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI
1. PREMESSA
Il giorno 18 settembre 2014, il Giudice del Tribunale di Roma, Sezione
XIII Civile, Cons. Dott. ……….., conferiva a noi, Ing. ................... e
.............., l’incarico di Consulenti Tecnici di Ufficio per il ricorso RG n.
........................, promosso dalla Sig.ra ...................... contro ............... .... e
......................., per accertare i danni causati dagli allagamenti avvenuti nei
giorni 16 settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22 febbraio 2010 nella
porzione immobiliare di sua proprietà sita in Roma, Via ..................
Al momento del conferimento dell’incarico il Giudice formulava ai CTU il
seguente quesito:
“I consulenti tecnici di ufficio nominati, con relazione scritta e
informatica, effettuato ogni utile accertamento, anche presso Uffici
Pubblici (Vigili del Fuoco, Roma Capitale, Procura della Repubblica di
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 2 di 86
Roma, etc.) presso i quali sono autorizzati ad estrarre copia, con l’ausilio
occorrendo, e previa autorizzazione del giudice in presenza di spese
superiori ad € 3.000 importo entro il quale le spese potranno essere
anticipate dagli stessi consulenti, di tecnici o ditte specializzate, previa
occorrendo indagini e saggi invasivi, descriveranno lo stato dei luoghi (in
generale le caratteristiche urbanistiche dell’area e degli immobili, anche
abusivi e condonati, che vi insistono) ove si è verificato l’evento dannoso
ed ogni altro necessario, in particolare a titolo esemplificativo, il
depuratore e l’impianto di sollevamento Progressiva 0.000.
Descriveranno l’immobile dell’attrice ed il collegamento del predetto con
la rete fognaria, nonché tempi, modalità, luoghi e cause o concause
dell’allagamento del 9.1.2010; indicheranno se nell’immobile dovessero
essere, secondo norme urbanistiche applicabili alla fattispecie, e vigenti, e
fossero (o meno) presenti sistemi antirigurgito.
Se il depuratore è a sistema misto con sforatori di piena o è previsto per
sole acque nere.
In quest’ultimo caso se nei due tre anni precedenti il fatto (ed a tutt’oggi)
nel depuratore si riversassero o meno acque chiare.
In caso positivo come lavorava in tale condizione l’impianto di
depurazione e di sollevamento.
In questo secondo caso se tale sistema sia o meno appropriato per un
contesto urbanistico quale quello di via ....................
Descriveranno se nel contesto territoriale limitrofo siano usuali e diffusi
smaltimenti separati per acque meteoriche e nere.
Se il giorno dell’evento il depuratore e l’impianto di sollevamento abbiano
funzionato e/o se quest’ultimo non sia stato interessato da black-out.
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In questo caso diranno i CTU le cause del mancato funzionamento, la
durata dello stesso, le conseguenze a ciò connesse.
Sulla base degli atti e delle norme chi è il soggetto deputato alla
costruzione dei depuratori ed in concreto chi ha realizzato (vale a dire
quale ente) l’attuale depuratore.
I CTU, prenderanno posizione sulla natura, quantità e durata delle
precipitazioni del giorno del fatto con prospetto comparativo per un
periodo temporale significativo.
Infine accerteranno, descriveranno e quantificheranno i danni subiti
dall’immobile (e suoi contenuti documentati) dell’attrice”.
Nel prosieguo in alcuni passi indicheremo con “attrice” la Sig.ra
.................. e con “convenuto” ..........................
2. ESAME DEGLI ATTI
Prima di effettuare i sopralluoghi presso gli immobili di proprietà dei
ricorrenti, abbiamo esaminato gli atti del ricorso per conoscere le
lamentele denunciate e i danni subiti.
2.1. CITAZIONE DELLA SIG.RA ...............
La Sig.ra ..................... è proprietaria dell’appartamento sito nel Comune
di ROMA CAPITALE, Municipio ……., località …….., Via ................,
costituito da un immobile residenziale unifamiliare, ad un unico piano
terra (senza piano interrato), non rialzato da terra, composto di due camere,
soggiorno, disimpegno, bagno e cucina, con annessa circostante corte,
censito nel NCEU del Comune di Roma al foglio ....., particella ...., sub ....
graffata con la particella ..... sub ...., zona …., Cat. A/2, classe 7, vani 5,
RC € ......
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L’immobile ha un giardino di pertinenza e vi si accede mediante un cortile
in comune con un’altra palazzina situata sulla stessa Via ........., la cui
funzione è essenzialmente quella di un percorso carrabile, con passo
carrabile sulla stessa strada, distinto con il civico n. ........
Secondo l’attrice, nei giorni 16 settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22
febbraio 2010 in presenza di forti temporali con notevoli precipitazioni
piovose, la strada Via .........., e tutta la zona circostante, si è
completamente allagata interessando l’interno di tutte le unità immobiliari
che avevano comunicazione con tale strada, e tra queste anche l’abitazione
della Sig.ra ......... al civico n. ........... della stessa strada, con l’annessa
corte circostante.
In particolare l’attrice nell’atto di citazione denuncia che il 16 settembre
2009 “A CAUSA DI FORTI PIOGGE, IL SISTEMA FOGNARIO DELLA
ZONA NON RICEVEVA PIÙ E ACQUE NERE FUORIUSCIVANO DAI
POZZETTI PROVOCANDO L’ALLAGAMENTO DELL’INTERA
ABITAZIONE DELLA SIG.RA .............”.
Ed ancora denuncia che il 09 gennaio 2010: “IN SEGUITO AD UNA
ONDATA DI MALTEMPO E CONDIZIONI METEO AVVERSE
VERIFICATOSI NELLA NOTTATA ALCUNE ABITAZIONI IN ZONA
INFERNETTO CIVICO ..., CIVICO ... E CIVICO ...DI VIA ..............., SI
ERANO ALLAGATE NEI PIANI INTERRATI CON ACQUA FINO A
CIRCA 2 MT DI ALTEZZA”.
La denuncia prosegue illustrando i danni per allagamento di altre
abitazioni della zona circostante.
Sempre la Sig.ra ......., nel ricorso denuncia che il 22 febbraio 2010 si
verificava un altro allagamento sulla Via ………… durante il quale
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intervenivano i carabinieri della stazione di Casalpalocco ed un autospurgo
dell’ACEA.
La citazione contiene anche la perizia tecnica con determinazione dei
danni subiti dalla Sig.ra .......... stimati dapprima in € 120.147,13 e poi
aggiornati con altra perizia tecnica in € 122.567,13.
Nella sostanza, la citazione nei confronti della ...... .... è dovuta alla
mancanza di intervento dell’impianto di sollevamento, di proprietà e di
gestione della stessa azienda.
Durante le forti piogge nei giorni indicati dalla Sig.ra ...., l’impianto di
sollevamento ....., situato sulla Via ............, a pochi metri di distanza dal
suo terreno e dalla sua abitazione, non ha funzionato provocando i rigurgiti
della fognatura delle acque nere che fa capo a tale impianto, con la
fuoriuscita di liquami dai pozzetti e dai servizi sanitari. In altre parole è
stato il mancato funzionamento dell’impianto di sollevamento che ha
provocato l’allagamento della zona e quindi i danni all’interno della
proprietà ............................
La citazione, a supporto delle proprie tesi, riporta anche un estratto
dell’archiviazione che ha disposto il GIP in sede penale, secondo la quale:
“gli episodi avvenuti il 09/01/2010 e 22/02/2010 potevano ricondursi ad
un episodio materiale di danneggiamento e che poteva riconoscersi
valenza causale (di concausa) alla mancata e tempestiva attivazione
manuale della centrale di sollevamento dell’impianto .........”, per poi
proseguire ancora: “La posizione di garanzia che è pur sempre
riconoscibile in capo alla .......... è idonea a fondare, in ipotesi, una
responsabilità civile (nella misura in cui essa sia concretamente
ascrivibile a tale società) ma non è presupposto giuridico per configurare
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una responsabilità per danneggiamento che il codice penale sanziona
come delitto.”
In base alla copia dell’atto di acquisto allegata al ricorso, la Sig.ra ..... ha
acquistato la casa e il terreno di pertinenza il 13 aprile 2007 dal Sig.
............ ed è distinta al Catasto fabbricati del Comune di Roma al foglio ...,
particella ...., sub .... graffata con la particella .... sub .....
Dall’atto di acquisto risulta che la casa è stata costruita in assenza di
concessione edilizia ed è stata oggetto di richiesta di concessione in
sanatoria presentata al Comune di Roma il ........ 2004 con prot. ...........
2.2. COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA DELLA ....
Nella propria comparsa, la ................, dopo aver ricordato i termini
dell’archiviazione disposta dal GIP per il parallelo procedimento penale,
che tra l’altro, da una attenta lettura, sarebbero a favore della .............. e
non contro, come invece vorrebbe dimostrare la citazione dell’attrice,
descrive sommariamente la funzione dell’impianto di sollevamento delle
acque nere posto a valle della rete fognaria della zona ………... Tale
impianto è denominato “Progressiva 0.000” e si trova proprio in Via ....
(ndr: è la zona più bassa di tutto …………). La sua funzione è quella di
sollevare le acque nere domestiche per poterle far arrivare con successivi
sollevamenti e pendenze fino al depuratore di……..
In particolare in detta descrizione, la comparsa riporta: “I criteri costruttivi
della fognatura sono tali da consentire con corretto apporto delle sole
acque nere, anche in ipotesi di un prolungato fermo dell’impianto di
sollevamento, l’accumulo dei liquami all’interno del collettore fognario
e della vasca di carico dello stesso impianto, senza alcuna tracimazione”.
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Sempre secondo la comparsa ..... il mancato funzionamento del sollevatore
è conseguito dal fatto che “la rete fognaria era ed è diffusamente ed
impropriamente utilizzata per convogliare e scaricare acque di pioggia e
di falda raccolte nel bacino a monte dell’impianto.”
Queste acque meteoriche, insieme a quelle dovute anche ad abitazioni
abusive, determinano “un ingente ed improprio apporto di acque chiare
nella fognatura nera.”
Questa situazione era ben nota al Comune di Roma già dall’aprile 2008, in
quanto richiese alla ....... una planimetria generale della zona ed indisse
una gara per lo studio finalizzato al risanamento dell’area.
La comparsa sostiene che l’evento atmosferico era di tale consistenza ed
imprevedibilità da assumere il carattere di forza maggiore o caso fortuito.
Per quanto riguarda le lamentele della Sig.ra ....., la ........ sostiene che
dall’atto di acquisto dell’immobile, questo si trova a piano terra e quindi
risulterebbe “a quota inferiore a quella di massima piena prevista per la
fognatura,” di conseguenza “se l’attore avesse adottato il sistema di
antirigurgito prescritto al fine di evitare allagamenti, non avrebbe subito
alcun allagamento.”
In altre parole, la comparsa della ............. imputa l’evento dannoso in capo
all’attore che con il suo comportamento omissivo (assenza di valvola
antirigurgito) avrebbe determinato il danno, ancora più grave se nel corso
del giudizio si accertasse che l’attore abbia abusivamente allacciato alla
fognatura lo scarico delle acque bianche in maniera impropria.
Se poi dovesse essere riconosciuto un nesso con la mancanza della
fognatura delle acque bianche, questo dovrebbe essere imputato a ...........
che era a conoscenza del problema della zona fin dal 2008.
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2.3. COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA DI .........
La Comparsa di ................... riferisce che il danno lamentato è dovuto ad
una interruzione della linea elettrica che non ha fatto funzionare l’impianto
di sollevamento e ad un ritardato intervento per l’azionamento manuale
dell’impianto stesso, che se attuato tempestivamente non avrebbe causato
l’evento dell’allagamento. Per questo motivo l’unico responsabile
dell’allagamento, secondo ........., è la ................. …., la quale era, ed è,
“concessionaria del servizio manutenzione e conservazione in efficienza
dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad
usi civici, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.”
Quindi nessun addebito può essere imputato a .......... in quanto già
all’epoca dell’evento il servizio idrico integrato era stato affidato per la
relativa sorveglianza e manutenzione alla ......................
Per quanto riguarda gli allacci abusivi che la .......... denuncia che ci siano
stati nella fognatura delle acque nere, .......... osserva che questi non
possono essere imputati a sua responsabilità ma che fanno capo alla .......
stessa, e se ci sono abusi nei tratti di fognatura su suolo privato questi
devono essere imputati ai singoli proprietari dei lotti interessati e non in
capo a ...............................
Per quanto riguarda la possibile assenza dei dispositivi antirigurgito,
............... fa presente che questi sono obbligatori in base alla Deliberazione
del Consiglio Comunale n. 6 del 22 gennaio 2004, nella quale all’art. 8 si
dispone che “i fognoli privati devono essere sempre muniti di dispositivi
atti ad evitare rigurgiti e conseguenti allagamenti dei piani scantinati,
detti dispositivi devono essere sempre mantenuti in perfetto stato di
efficienza a cura dei proprietari, restando a loro carico ogni
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responsabilità per danni in caso di rigurgito per funzionamento in
pressione della fognatura comunale.”
Per questo motivo, ............. riterrà l’attrice responsabile del danno dalla
stessa denunciato, qualora si dovesse riscontrare l’assenza, o la cattiva
manutenzione, del sistema antirigurgito.
Per quanto riguarda poi l’eccezionalità delle piogge di quei giorni, queste
sono da considerare come evento fortuito o di forza maggiore idonei ad
interrompere il nesso di causalità, poiché le forti piogge hanno investito
tutta la città di Roma con carattere di assoluta straordinarietà e quindi il
Comune non può essere ritenuto responsabile dei danni cagionati da eventi
atmosferici eccezionali.
Per l’assenza degli elementi di prova per la domanda di risarcimento, in
quanto non sarebbe stato fornita la prova della responsabilità del Comune
convenuto, ................, in merito al risarcimento richiesto dall’attrice,
rigetta la domanda di traslazione della responsabilità.
3. SOPRALLUOGHI
Il 06 ottobre 2014 alle ore 16,10, noi CTU, Ing. .......... e Ing. ...........,
abbiamo congiuntamente effettuato il primo incontro presso lo studio
dell’Ing. .......... alla presenza del Consulente tecnico della ......., Ing. ....., e
del Consulente tecnico della Sig.ra ...., Arch. ......... Nessuno è intervenuto
per conto del .................
Dopo la lettura dei quesiti posti ai due CTU, una copia dei quali è
consegnata ai due CTP, abbiamo richiesto agli stessi di reperire tutta la
documentazione tecnica in loro possesso ed in particolare all’Ing. ...... la
documentazione tecnica delle opere fognarie della zona interessata e del
tracciato fino all’impianto di depurazione e all’Arch. ........ la
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documentazione riguardante l’immobile della Sig.ra ..........., come il
progetto approvato per l’imbocco in fogna e l’autorizzazione all’allaccio e
l’attestato di avvenuto allaccio e quanto altro possa essere utile in
relazione all’atto di citazione.
Il 30 ottobre 2014 alle ore 16,00 abbiamo ripreso l’incontro presso lo
stesso studio alla presenza dell’Ing. ........... e dell’Arch. ..........
L’Ing. ......... ha consegnato ai CTU e al CTP della Sig.ra ......... i seguenti
documenti di carattere tecnico:
- planimetria della rete fognaria della parte Nord della
……..Circoscrizione;
- planimetria della rete fognaria della parte Sud della ……..
Circoscrizione (All. 1);
- autorizzazione allo scarico, elenco degli impianti di sollevamento del
Comune di Roma inviato alla Provincia di Roma del 29 settembre 2010
prot. 662 (All. 2);
- schema funzionale a blocchi degli impianti di sollevamento (All. 3);
- autorizzazione della Provincia di Roma allo scarico delle acque del
depuratore di ……. nel fiume Tevere (DD RU 7869 del 04/11/2011)
(All. 4);
- lettera dell’Autorità di bacino del 27/03/2012 inviata anche all’ACEA
11/04/2012 prot. 12773 (All. 5);
- studio del Prof. Ing. .............. sugli eventi del 21 agosto 2005 e del 06
novembre 2005 (All. 6).
L’Arch. ......... ha consegnato ai CTU e al CTP della ...... i seguenti
documenti:
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- elenco di copie dei documenti del Municipio ………. inviati
all’Avvocatura (5 documenti + fotocopie del progetto di imbocco in
fogna e relazioni) (All. 7);
- copia dell’attestato di imbocco in fogna della ...... del .. prot. ... (All. 8).
L’Ing. ........... nel consegnare la planimetria della zona SUD ha spiegato
come funziona l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” situato con
accesso diretto dalla Via ........ ed ha fatto presente che la portata di calcolo
dell’impianto di sollevamento, in funzione degli abitanti della zona (circa
13.000 abitanti, con la loro dotazione giornaliera di 327 litri/ab ricavata
dalla quantità di acqua potabile erogata dall’ACEA ATO 2 Spa in questa
zona di interesse in base alle bollette del servizio idrico), è di 40 litri/s (s
sono i secondi), mentre in condizioni di secca (senza pioggia) la portata
nell’impianto risulta essere di circa 90 (novanta) litri/s. In pratica, rispetto
al valore di calcolo (40 litri/s) si registra nel periodo di secca, cioè quando
non piove, una portata (90 litri/s) maggiore del doppio del valore di
calcolo.
L’impianto ha quattro pompe (tre in funzione e una di riserva) che hanno
una portata complessiva fino a 600 litri/s per sollevare le acque e farle
arrivare fino al depuratore di Ostia; l’eventuale eccedenza fino ad ulteriori
1.060 litri/s è sollevata con le pompe di emergenza detto di by pass (due in
funzione ed una di riserva) e scaricata nel vicino fosso del CBTAR
denominato Canale ……… fino al Canale dei Pescatori.
Quindi l’Ing. ............. dichiara che fino a circa 1.660 litri/s il sistema
dell’impianto funziona ma oltre questa soglia il sistema va in crisi.
Le pompe sono alimentate con energia elettrica di rete e con un gruppo
elettrogeno di emergenza.
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Per sapere bene come ha funzionato l’impianto nei giorni in cui si sono
verificati gli eventi di cui è causa, i CTU hanno chiesto all’Ing. .......... di
effettuare un sopralluogo presso l’impianto “PROGRESSIVA 0.000” e di
avere il report relativo ai giorni dell’evento.
Il 21 novembre 2014, alle ore 10,00, come convenuto nel precedente
incontro, noi CTU abbiamo ripreso il sopralluogo presso l’impianto di
sollevamento “Progressiva 0.000” in Via ............... (foto 1, 2), alla
presenza dell’Ing. ......, del Sig. ......... responsabile della manutenzione
dell’impianto in esame, dell’Arch. ........., CTP di Roma Capitale e
dell’....... L’Ing. ......... ci ha consegnato in fotocopia il registro
dell’impianto presso il depuratore di Ostia (All. 9), la scheda di intervento
e reperibilità (All. 10) (il responsabile della sala che chiama la squadra), la
scheda di manutenzione e il registro dell’impianto di Ostia del giorno
dell’evento (All. 11).
L’Ing. ....... e il Sig. ......... ci hanno spiegato il funzionamento
dell’impianto con le quattro pompe (3+1) (foto 3, 4) per il sollevamento
delle acque nere che per caduta naturale, arrivano al successivo impianto
denominato “Progressiva 2.000” e poi al depuratore di Ostia, e con le tre
pompe (2+1) (foto 5, 6, 7), dette di “by pass” per lo scarico di emergenza
delle acque in eccesso nel vicino canale del CBTAR denominato “Canale
Primario di Levante” che attraversa la Via ......... (foto 8, 9, 10, 11) e che
versa nell’impianto di sollevamento a monte del Canale …….. (zona Via
del …………….).
Siamo saliti sulla copertura di questo impianto di emergenza dove sono
visibili le tre tubazioni di sollevamento (foto 5, 6, 7) e la griglia di
trattenimento dei rifiuti solidi (foto 12, 13).
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E’ stato poi visitato il punto del Canale Primario di Levante dove arriva la
tubazione Ø 800 in PVC proveniente dall’impianto di emergenza del
“Progressiva 0.000” (foto 9, 14).
Abbiamo quindi visitato la proprietà della Sig.ra ............... in Via
..................... (foto 15).
L’ingresso carrabile ha una servitù di parcheggio per l’edificio confinante
(foto 15), al termine del quale c’è il cancello di proprietà esclusiva della
Sig.ra ....... (foto 16) sul quale la proprietaria ha fatto istallare una sorta di
paratia in acciaio con cerniera sul lato destro per rendere impermeabile il
resto del viale di accesso (foto 17).
Poiché abbiamo riscontrato che l’intero viale di accesso appare in discesa
verso la casa della Sig.ra ........... (foto 17), abbiamo ritenuto necessario
battere, ma, non essendo probanti i dati riscontrati a causa dell’assenza di
apparecchiature di misurazione idonee, si è deciso di rilevare le quote in
un successivo sopralluogo, per il quale abbiamo fatto presente non sarebbe
stata necessaria la presenza dei CTP.
Le acque meteoriche raccolte dalla griglia davanti la casa (foto 17, 18)
sono sollevate da una pompa immersa nel pozzetto accanto alla griglia
stessa (foto 19) supportata anche da un gruppo elettrogeno (foto 18), che
con una tubazione in PEAD per acqua (polietilene ad alta densità: tubo di
colore nero con riga azzurra) (foto 20, 21) le convoglia all’esterno del
giardino, in una zona ribassata, attraverso un foro alla base del muro di
recinzione (foto 21).
Sullo stesso muro ci sono altre due asole con griglie piccole (foto 22, 23)
per smaltire le acque meteoriche che cadono sulla copertura della casa e
sul giardino, quando quest’ultimo tende ad allagarsi (foto 24).
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Durante il sopralluogo sono state scattate alcune foto alle parti visitate, tra
cui la valvola di ritegno sulla tubazione di scarico delle acque nere
dell’appartamento della Sig.ra ...... (foto 25).
L’Arch. ....... ha fatto presente che l’abitazione della Sig.ra ......non ha il
piano seminterrato.
La Sig.ra ........ ci ha fatto visitare l’appartamento dove è appena visibile
sulla parte bassa delle murature la zona che è stata interessata
dall’allagamento (foto 26, 27, 28, 29, 30) e che è stata oggetto di ripristino
con la nuova tinteggiatura delle pareti.
Il 03 dicembre 2014, previa comunicazione alla Sig.ra ......... e ai CTP,
alle ore 10,15 ho effettuato il sopralluogo presso l’abitazione della Sig.ra
......... per battere le quote dalla strada di Via .......... lungo il corridoio di
ingresso con civico n. 80, fino alla casa e sul giardino, compresi i tre fori
presenti sul muro di recinzione posteriore.
Al sopralluogo è stato presente l’Arch. ..... mentre gli altri CTP e l’Ing.
........ hanno comunicato la loro assenza per impegni precedentemente
assunti.
Per battere le quote ci siamo avvalsi di due persone operanti nel settore
dell’edilizia, i quali, con l’ausilio di una livella ad acqua e di una livella
metallica, hanno battuto la quota di 1,00 m sul cancello d’ingresso (civico
n. 80) e poi, a distanza di circa 10,00 m per ogni battuta, sono state rilevate
le altezze dal virtuale piano di 1,00 m ed è stato rilevato che la base della
parete della casa della Sig.ra .......... è a 1,26 m da tale piano virtuale, cioè è
più bassa di 26 cm rispetto al piano del cancello sulla strada.
La griglia accanto al cancello della proprietà, è a 1,31 m dal piano di
riferimento, quindi la griglia è più bassa di 31 cm rispetto alla quota
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d’ingresso da Via .............., mentre il piano dello stesso cancello di
proprietà è a 1,165 m , cioè è più basso di 16,5 cm rispetto alla quota
d’ingresso da Via ......; la parte esterna della griglia davanti la casa è a 1,33
m dallo stesso piano di riferimento, cioè è più bassa di 33 cm rispetto al
piano del cancello di Via .............
L’angolo della veranda è a 1,265 m e così tutto il marciapiede perimetrale
della casa, per cui si può considerare tutto in piano (1,265 m è preso
all’angolo tra parete della casa e marciapiede perimetrale).
La base del lampione al centro del giardino è a 1,36 m, quindi è circa 10
cm più basso del piano del marciapiede, e più basso di 36 cm rispetto al
piano del cancello di Via .......................
Rispetto al livello virtuale di 1,00 m i tre fori presenti sul muro di
recinzione posteriore (foto 21, 22, 23) sono a: -1,36 m (quello dove esce il
tubo in PEAD) (foto 21), a -1,405 m il foro intermedio (foto 22), a -1,40 m
il foro vicino alla casa (foto 23). Quindi i tre fori hanno la base più bassa
di circa 10-14 cm rispetto al piano del marciapiede della casa e sono circa
36-40 cm più bassi rispetto al piano del cancello di Via ...........
Il diametro dei tre fori è di circa 10 cm.
Lungo il tratto del cortile carrabile in comune con l’edificio confinante
(foto 15) ci sono alcuni pozzetti con griglia per la raccolta delle acque
meteoriche (foto 15, 31, 32, 33) ed un altro pozzetto con griglia è presente
nel viale interno alla proprietà della Sig.ra ............... (foto 34).
Prima di effettuare il rilievo delle quote si è avvertito il rumore del
funzionamento delle due pompe di by pass, cioè quelle di emergenza
dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000”. Per questo motivo si è
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visionato l’argine del Canale ……….. dove sono state viste uscire dalla
tubazione le acque sollevate dalle due pompe (foto 35, 36, 37).
E’ piovuto durante tutta la notte fino alle ore 9,00 del mattino.
Come si può rilevare dal confronto tra le foto scattate il 21 novembre 2014
(foto 9, 10, 11, 14) e le foto scattate il 03 dicembre 2014 (foto 35, 36, 37),
il livello del ………….. è salito di circa 25-30 cm (non è stato possibile
effettuare una misura precisa). Questo vuol dire che il canale è già oggetto
di immissione di acque meteoriche a monte dello scarico delle pompe di
by pass.
Alle ore 10,15 del giorno del sopralluogo, la strada Via ......... presentava il
tratto in prossimità della curva davanti al cancello dell’impianto di
sollevamento dell’ACEA allagato per una altezza di circa 3-4 cm (foto 38,
39, 40, 41). Evidentemente in quel tratto la strada ha una depressione per
cui le acque piovane si accumulano facilmente. Davanti al cancello con il
civico n. 80 (ingresso carrabile verso l’abitazione della Sig.ra .............),
poco distante dalla zona allagata (nella foto 40 il cancello n. 80 è dietro al
furgone) non ho riscontrato allagamenti.
E’ comunque facile immaginare cosa succede in questo tratto di strada
quando le precipitazioni piovose sono assai maggiori di quelle del 02
dicembre 2014 e quando l’impianto di sollevamento non funziona.
4. CONSIDERAZIONI
Negli ultimi sette-otto anni il litorale romano, e comunque anche l’intera
città di Roma, è stato oggetto di fenomeni temporaleschi di particolare
intensità. Le piogge molto intense sono concentrate in brevi periodi di
tempo causando allagamenti anche di particolare rilievo con ingenti danni
sia alle infrastrutture sia ai beni privati.
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Ovviamente gli effetti di quelle che vengono oramai comunemente
chiamate, in modo improprio ma suggestivo, “bombe d’acqua”, sono
ancora più eclatanti e dannosi laddove sono completamente assenti i
sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, dette anche
“acque chiare” o “acque bianche”.
Il termine “bombe d’acqua” probabilmente ha un’origine più che altro
giornalistica, ma riesce a far comprendere che si tratta di precipitazioni
piuttosto cospicue che avvengono in tempi ristretti. In sostanza si tratta di
precipitazioni molto intense. Si può dire che il termine più appropriato sia
quello di “precipitazioni con alta intensità” cioè molta pioggia in un tempo
brevissimo.
E’ intuitivo che una certa quantità di pioggia se cade in un tempo lungo ha
effetti poco dannosi in quanto il terreno ha il tempo sufficiente per
assorbire l’acqua e farla arrivare alle falde sotterranee. Questo tempo di
drenaggio è detto anche “tempo di corrivazione”.
Se invece la stessa quantità di pioggia cade in un tempo molto ristretto, il
terreno, che ha sempre lo stesso tempo di corrivazione, non riesce ad
assorbire la quantità di acqua caduta per cui si formano gli allagamenti.
Oltre a questo aspetto di carattere naturale, interviene anche l’effetto
antropico, cioè la copertura da parte dell’uomo della superficie del terreno
drenante. Ci riferiamo soprattutto alle strade asfaltate, agli edifici con le
loro coperture, ai marciapiedi intorno agli edifici e a tutte le altre superfici
che vengono “impermeabilizzate” nell’ambito delle urbanizzazioni.
In questo modo le superfici drenanti diminuiscono in maniera rilevante, le
piogge cadono, più o meno, nella stessa quantità, che va quindi ad
interessare superfici drenanti minori.
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Purtroppo, per varie ragioni, tra cui anche quelle delle poche risorse
economiche a disposizione delle amministrazioni locali, nel processo delle
urbanizzazioni vengono trascurate le opere per la raccolta e lo smaltimento
delle acque bianche o meteoriche
Le strade sono necessarie per la viabilità e la sicurezza, l’energia elettrica
con l’acqua potabile e le fognature delle acque nere sono necessarie per la
vivibilità e per l’igiene degli edifici e la salute delle persone, per cui la
raccolta e lo smaltimento delle acque bianche subisce un rallentamento e
passa in secondo ordine.
Solo recentemente, anche a causa di fatti di cronaca drammatici causati da
alluvioni ed allagamenti, il trattamento delle acque bianche sta suscitando
un nuovo interesse.
C’è da dire che gli enti preposti al controllo per la regimentazione delle
acque meteoriche già da tempo hanno effettuato studi per la realizzazione
delle opportune opere per ridurre al minimo il rischio di allagamenti, ma
poi la carenza delle risorse economiche per gli investimenti necessari ha
determinato il forte rallentamento delle opere.
Lo stesso Comune di Roma, in altre zone diverse da quella in esame, con i
dipartimenti specifici ha individuato le carenze strutturali ed ha proposto
gli interventi, ma poi le difficoltà di bilancio hanno impedito il
compimento di quanto rilevato ed auspicato.
Come si vedrà meglio in seguito, lo stesso impianto denominato
“Progressiva 0.000”, inizialmente adibito al sollevamento di sole acque
nere, è stato realizzato e poi potenziato per far fronte a portate d’acqua
notevolmente superiori a quelle che avrebbe dovuto sollevare sulla base
dell’acqua consumata dal quartiere e delle conseguenti acque reflue. Per
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cui l’amministrazione preposta alla gestione del servizio idrico integrato
comprendente anche il trasporto e la depurazione delle acque reflue, cioè
la ........................, è intervenuta per far fronte a problemi sorti per un
utilizzo improprio delle reti di fognatura da essa gestiti.
Per meglio comprendere la situazione specifica della zona è necessario
fare un quadro dello sviluppo urbanistico che essa ha avuto nel corso degli
ultimi quaranta anni.
4.1. SVILUPPO URBANISTICO DELLA ZONA
Via ............. si trova nella parte bassa, cioè la più depressa, del quartiere
Infernetto, località dell’attuale Municipio …… (gia Municipio …….)
situata ad Est del Viale ............ (zona a sinistra procedendo verso mare).
La superficie dell’intero comprensorio, che a Nord e a Est confina con la
........., a Sud con la ................. e ad Ovest con ......, ha un’estensione di
circa 1.100 Ha (ettari).
In origine, il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Roma,
approvato con DPR del 1965 e successive varianti generali, per la zona già
prima ancora denominata Infernetto, prevedeva più destinazioni
urbanistiche, e precisamente:
E1 = Espansione con piani comprensoriali unitari,
F2 = Ristrutturazione urbanistica - aree di completamento,
G4= Case unifamiliari con giardino,
G5= Verde privato organizzato,
M1= Servizi pubblici di carattere generale,
M2= Servizi privati,
H2= Agro romano vincolato.
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Circa la metà di tutta la zona dell’Infernetto era, ed è, soggetta al vincolo
archeologico e paesaggistico, di cui il DM del 1954 e a vincoli di rispetto
con la tenuta presidenziale..
Le dimensioni di ciascuna destinazione urbanistica erano tali da richiedere
lo strumento attuativo, cioè per l’edificazione occorreva prima
l’approvazione di una lottizzazione convenzionata e poi sarebbe stato
possibile ottenere le licenze edilizie poi divenute concessioni edilizie.
Solo una piccola zona destinata a E1 è riuscita ad ottenere la lottizzazione
convenzionata e poi le licenze o concessioni edilizie. Questa zona è
denominata “Riserva ………..”.
Fino a circa il 1990 nessuna altra zona dell’Infernetto ha ottenuto le
autorizzazioni per l’edificazione regolare.
Fino a quel momento tutta l’edificazione, costituita prevalentemente da
case unifamiliari, bifamiliari, e qualche piccola palazzina con 4-5
appartamenti, è stata realizzata senza concessione edilizia; in altre e più
significative parole, l’edificazione eseguita fino a quel momento è stata
abusiva, costituendo quella che, con molto eufemismo, è stata denominata
“edilizia sorta spontaneamente”.
La Regione Lazio, con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 4777 del
03 agosto 1983, ha perimetrato tutte le zone del Comune di Roma
interessate dal fenomeno dell’edilizia sorta spontaneamente, individuando
una nuova destinazione urbanistica con la lettera “O”, predisponendo così
il Comune di Roma alla redazione di singoli piani particolareggiati che
consentissero il recupero urbanistico di ciascuna zona perimetrata con la
realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione primaria e la possibilità di
edificare regolarmente sui lotti ancora liberi.
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La zona dell’………. è stata perimetrata all’interno della nuova
destinazione “O” ed individuata con il numero …….. “………”.
La superficie della perimetrazione è dell’ordine di circa 534 Ha, rispetto ai
totali 1.100 Ha dell’intero comprensorio compreso tra Viale …………, la
tenuta presidenziale di ………. e la pineta di ………….
Successivamente il Comune di Roma, con deliberazione del Consiglio
Comunale n. …….. del …….., ha approvato il Piano Particolareggiato
……. ………. che ha permesso l’esecuzione di tutte le opere di
urbanizzazione primaria quali: fogne delle acque nere, strade,
illuminazione pubblica, rete dell’acqua potabile, gas.
La rete per la raccolta e lo smaltimento delle acque bianche non è stata
realizzata.
Il numero degli abitanti previsti dal PP …….. rinnovato è di circa 20.500,
mentre il numero degli abitanti considerati per il dimensionamento iniziale
dell’impianto Progressiva 0.000 è stato di 13.000, a cui si devono
aggiungere gli abitanti fuori dello stesso PP e dei toponimi, che possono
essere valutati in altri 3.000, per un totale di circa 23.500 abitanti.
Nel marzo 2003 è stato adottato il nuovo Piano Regolatore di Roma che ha
destinato la zona a “Città della Trasformazione - Ambiti a pianificazione
particolareggiata definita” mantenendo sostanzialmente invariata la
destinazione del PP ……., ma introducendo i toponimi, cioè
l’individuazione di altre aree fuori del PP …….. che erano state interessate
da edificazione abusiva e che devono essere oggetto di ulteriori piani
particolareggiati.
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Il nuovo piano regolatore (PR) è stato approvato con deliberazione del
Consiglio comunale di Roma n. 18 il 12 febbraio 2008, e la zona qui
interessata ha mantenuto le caratteristiche urbanistiche del PR adottato.
Nel frattempo il PP ……. era decaduto per la scadenza decennale (erano
venuti meno soprattutto i vincoli per l’esproprio) per cui il nuovo PP è
stato adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. …… del ……
ed è stato definitivamente approvato dalla Giunta Regionale con
deliberazione n. 15 del 15 febbraio 2013.
4.2. SITUAZIONE IDROGEOLOGICA DELLA ZONA
In grandi linee si può capire la notevole trasformazione urbanistica che ha
subito tutta la zona dell’………, che fino alla fine degli anni ’70 aveva
pochissima edificazione e le strade esistenti erano quasi tutte sterrate ad
eccezione della strada principale che porta al cancello della tenuta
presidenziale, denominata Viale di …….. che era asfaltata. La maggior
parte del terreno era drenante ed assorbiva anche in tempi relativamente
brevi le precipitazioni atmosferiche.
Inoltre, la presenza dei canali del Consorzio di bonifica, che allora si
chiamava Consorzio di Bonifica Ostia e Maccarese (CBOM), ed ora si
chiama Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano (CBTAR),
permetteva il deflusso verso l’impianto di sollevamento di Canale dei
Pescatori (Via del …………) o verso il mare Tirreno.
Questa originaria situazione permetteva inoltre alle piogge, una volta
assorbite dal terreno, di alimentare costantemente la prima falda
sotterranea, che nella zona ha una profondità variabile da 1,50 m a 3,00 m,
e la successiva falda posta ad una profondità di circa 7,00 m. Queste due
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falde di acqua dolce avevano anche la funzione di barriera alla vicina falda
marina.
Con l’incontrollato sviluppo dell’abusivismo edilizio e poi con lo sviluppo
regolato dal …….., le superfici drenanti sono notevolmente diminuite.
Basti considerare che lo sviluppo delle strade pubbliche interne al ……..
ha una superficie complessiva di circa 46 Ha, a cui si devono aggiungere
le superfici delle strade private che si può ipotizzare nell’ordine di altri 7
Ha. Se poi si prendono in considerazione le superfici delle strade asfaltate
fuori del …….., queste superfici non più drenanti quasi si raddoppiano.
In pratica le superfici complessive destinate alla viabilità sono dell’ordine
del 10% di tutta la superficie dell’…………. di 1.100 Ha, cioè circa 110
Ha. Naturalmente a queste si devono aggiungere tutte le superfici non
drenanti costituite dalle coperture degli edifici, dalle pavimentazioni
interne ai singoli lotti, le cui piogge intercettate, se tutto va bene, vengono
smaltite sulle strade o nei canali di bonifica, ma purtroppo, molto spesso,
vengono immesse in fogna insieme alle acque di falda che spesso vanno ad
interessare i piani seminterrati degli edifici, per cui sono sollevate e
smaltite come le altre.
In questa situazione si hanno due ordini di problemi, da una parte il
ripristino delle falde sta venendo meno, anche per la presenza di diffusi
pozzi, spesso abusivi, per l’irrigazione dei giardini, con il rischio di
fenomeni di subsidenza (abbassamento del terreno per la diminuzione
della pressione esercitata dall’acqua negli spazi interstiziali) e di
salinizzazione delle falde sotterranee, per cui nei prossimi venti anni
potrebbero arrecare seri problemi alla statica degli edifici ora esistenti
specialmente se fondati con fondazioni superficiali, dall’altra aumentano
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sempre di più gli allagamenti delle strade e dei lotti privati con immediato
interessamento soprattutto dei piani interrati e seminterrati degli edifici.
Il problema degli allacci abusivi alle fognature delle acque reflue, o nere,
per l’immissione delle acque meteoriche era già noto all’amministrazione
comunale come risulta dalla nota del ………, prot. ………(All. 12)
emessa dal Dipartimento XII, Lavori Pubblici e Manutenzione Urbana, II
UO B, Opere Igieniche e Ciclo delle Acque, Vigilanza ACEA ATO 2 Spa,
Servizio I, Impianti Idrici e Fognari, con la quale si denuncia che
nell’entroterra del Municipio …….. (ora Municipio ……..) a causa del
rilevante fenomeno dell’abusivismo edilizio molte costruzioni sono state
poi condonate senza richiedere il regolare nulla osta di imbocco in fogna e
che molti residenti hanno impropriamente convogliato le acque chiare
provenienti da terrazzi e balconi nella rete fognaria nera provocandone il
sovraccarico.
La stessa nota evidenzia che molti residenti non hanno dotato il proprio
impianto fognante dei dispositivi idonei ad impedire il reflusso delle
fognature in pressione nei vani più bassi delle abitazioni.
4.3. QUALITA’ DELLE ACQUE DI PROGRESSIVA 0.000
L’impianto di sollevamento gestito dall’ACEA ATO 2 Spa è denominato
“Progressiva 0.000” e, dal punto di vista plano-altimetrico della zona, si
trova nella parte più bassa del PP ………. in modo che tutta la rete delle
acque nere di tale PP scorra per gravità fino a questo impianto.
Tutte le acque che arrivano all’impianto “Progressiva 0.000” vengono
sollevate da due gruppi di pompe, con una parte inviata, mediante una
tubazione in pressione al successivo impianto denominato “Progressiva
2.000” e successivi sollevamenti, al depuratore di ……., ed un’altra parte
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inviata in un vicino canale di bonifica del CBTAR denominato “Canale
Primario di Levante”.
La tubazione della fognatura pubblica ha il diametro DN 1.000 con una
portata massima di 1.660 litri/s.
La struttura si trova nell’angolo della Via ............ quando questa strada
dalla direzione perpendicolare al Viale ............. diventa parallela. Si trova
a circa 50 metri dal cancello con civico n. .......... della Sig.ra .......
L’impianto comprende due gruppi di pompe sommerse di sollevamento e
un gruppo elettrogeno di emergenza.
Un gruppo di pompe è composto da quattro pompe di sollevamento di cui
tre in esercizio ed una di riserva che entra in funzione quando una delle
altre tre ha problemi o è in manutenzione. Le acque sollevate da questo
gruppo sono quelle che poi arrivano al depuratore di Ostia.
La portata complessiva di questo gruppo è di 600 litri/s, cioè l’impianto
solleva in un secondo 600 litri di acque nere provenienti dalle fogne nere
del PP ……….. Infernetto.
L’altro gruppo è composto da tre pompe sommerse di sollevamento di cui
due in esercizio ed una di riserva che viene utilizzata quando una delle
altre due è ferma.
La portata complessiva di questo secondo gruppo di pompe è di circa
1.060 litri/s.
Questo gruppo entra in funzione automaticamente quando le acque “nere
miste alla bianche” che arrivano all’impianto superano la portata di 600
litri/s e non possono essere sollevate dal primo gruppo.
Le acque sollevate dal secondo gruppo vengono trasportate mediante una
tubazione del diametro Ø 800 (800 mm) in PVC lunga circa 85 m nel
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vicino canale di bonifica denominato “Canale ……….” che a sua volta le
convoglia nell’impianto di sollevamento di Via del …….. (il centro del
CBTAR) per poi essere ulteriormente scaricate nel Canale dei ………. In
pratica il secondo gruppo solleva l’eccedenza oltre i 600 litri/s, cioè 1.060
litri/s, che viene inviata a mare, senza alcun trattamento.
A questo proposito occorre fare alcune precisazioni sulla qualità delle
acque sollevate dall’impianto “Progressiva 0.000”.
Innanzi tutto l’impianto non effettua depurazione delle acque ma soltanto
il loro sollevamento. Prima di ciascuno dei due gruppi di pompe c’è una
grossa griglia di acciaio che ha il compito di trattenere tutti gli oggetti di
dimensione elevata che possono essere trasportati dalla rete fognaria quali
rami, bottiglie di plastica e di vetro, oggetti vari di forme e dimensioni
diverse. Non avviene alcun trattamento. Per cui nelle risposte ai quesiti
non verrà preso in considerazione il termine “depuratore” ma solo quello
di “sollevamento”.
Gli studi fatti dall’ACEA ATO 2 Spa per il dimensionamento di tutta la
rete fognante del PP ……. e delle zone che presto subiranno la variante
urbanistica con la regolarizzazione dell’esistente e la possibilità di ulteriori
edificazioni, hanno tenuto conto di una portata finale delle acque reflue di
circa 40 litri/s. In altre parole la portata massima effettiva delle fognature
delle acque nere della zona dell’Infernetto è di appena 40 litri/s.
Questo dato è stato ricavato prendendo in considerazione la quantità di
acqua potabile che la stessa Azienda fornisce agli abitanti della zona
dell’………, ad essa è stato apportato un coefficiente correttivo per tenere
conto che non tutta l’acqua potabile va poi a finire nelle fogne, e poi è stata
divisa per il tempo espresso in secondi.
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In base a questo calcolo la portata finale, cioè quella che arriva
all’impianto “Progressiva 0.000”, dovrebbe essere di 40 litri/s.
In realtà nel periodo di secca, come può essere quello estivo, soprattutto di
giugno e luglio, la portata è dell’ordine di 90 litri/s, cioè più del doppio di
quella calcolata. In altre parole nelle fogne nere va a finire una quantità di
acqua maggiore di quella fornita dall’ACEA ATO 2 Spa mediante il suo
acquedotto cittadino.
E’ intuitivo che nelle fogne delle acque nere vengono versate altre acque.
Nel periodo di secca questo maggior quantitativo di acqua presente nelle
fognature nere potrebbe essere dovuto alle acque di falda che vengono
sollevate per mantenere asciutti i locali seminterrati presenti in quasi tutte
le abitazioni dell’Infernetto (ci sono pochissimi locali completamente
interrati).
Queste acque di falda, specialmente nella parte bassa di tutto il
comprensorio, cioè quella verso mare, sono spesso superficiali, nel senso
che si trovano a poco meno di 1,50-2,00 m al di sotto del piano di
campagna, per cui i piani seminterrati, che arrivano a meno 1,80 m, con le
fondazioni che scendono di ulteriori 40-50 cm, posso risentire di fenomeni
di capillarità (umidità di risalita) oppure, se la soletta di fondazione e le
pareti perimetrali non sono perfettamente impermeabili, addirittura
possono avere anche copiose infiltrazioni.
Per questo motivo vengono realizzati pozzetti più bassi del piano
seminterrato dove pompe sommerse costantemente aspirano l’acqua per
abbassarne il livello.
Queste acque purtroppo vengono versate nelle fognature private interne ai
lotti, che a loro volta sono regolarmente allacciate alla fognatura pubblica.
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Nel periodo invernale l’aumento della portata dell’acqua alla “Progressiva
0.000” raggiunge livelli esasperati a causa dell’immissione abusiva in
fogna di tutte le acque bianche raccolte dalle coperture degli edifici privati
e dai cortili e marciapiedi interni agli stessi lotti privati.
Qualche volta viene immessa in fogna anche l’acqua raccolta da alcune
strade, con interventi di allaccio eseguiti abusivamente da ignoti che
evidentemente non vogliono le strade piene d’acqua.
Come già detto tutto il comprensorio dell’Infernetto non ha la rete di
fognatura per le acque bianche. In pratica c’è la stessa situazione che c’è
ad ………, dove lo smaltimento delle acque meteoriche raccolte dalle
strade e dalle coperture degli edifici avviene mediante pozzetti assorbenti
presenti ai lati del marciapiede dove sono le così dette caditoie.
Oramai anche ad ………. avviene il costante allagamento di molte strade
che in particolari eventi coinvolge anche i locali interrati destinati a
parcheggio, con ingenti danni alle autovetture.
Con questo sistema le fognature delle acque nere dell’Infernetto sono
diventate “miste” cioè contengono acque nere e acque bianche.
L’inserimento delle acque bianche all’interno delle fogne delle acque nere
oltre a determinare una insufficienza delle sezioni delle condotte –
vogliamo ricordare che in genere le sezioni delle fogne delle acque nere
sono assai più piccole delle sezioni delle condotte delle acque bianche –
che facilmente entrano in pressione creando anche danni alle strutture
fognarie, provoca un cattivo funzionamento dei fanghi attivi che sono alla
base del trattamento operato dai depuratori. Quando grosse quantità di
acqua arrivano ai depuratori i fanghi attivi vengono lavati e il processo di
digestione viene alterato fino all’inefficienza.
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Questo problema è assai noto per cui, laddove è possibile, si cerca sempre
di creare i così detti “sfioratori”, cioè quei sistemi che oltre una certa
portata separano il quantitativo d’acqua eccedente e lo smaltiscono senza
farlo arrivare al depuratore convogliandolo nei canali o nei fossi più vicini
per portarlo direttamente nei grossi fiumi e al mare.
Questo sistema, che a prima vista potrebbe determinare un inquinamento
dei fiumi e del mare, viene accettato dalle norme quando il quantitativo
d’acqua bianca immesso nella fognatura supera di 15 volte il quantitativo
di acque nere a cui viene associato. In pratica questo sistema degli
sfioratori è del tutto lecito in quanto l’acqua bianca immessa “diluisce” i
liquami fino a renderli pressoché innocui per la salute pubblica.
Ovviamente il sistema degli sfioratori è utilizzato in situazioni di
emergenza.
Nel caso qui in esame il sistema dello sfioratore nella “Progressiva 0.000”
è realizzato mediante il secondo gruppo di pompe, quello con la portata di
1.060 litri/s (l’eccedenza dei 600 litri/s che sono sollevati dal primo
gruppo di pompe), che solleva l’eccedenza, appunto di 1.060 litri/s e la
smaltisce nel vicino canale di bonifica del CBTAR mediante la conduttura
del diametro Ø 800.
Proprio nel giorno del rilievo delle quote altimetriche dal cancello civico
80 alla casa della Sig.ra ...., poiché per tutta la nottata aveva piovuto, il
secondo gruppo di pompe è entrato in funzione e si è avuto modo di
vedere l’eccedenza oltre i 600 litri/s essere versata nel Canale …………del
CBTAR.
L’ACEA ATO 2 Spa, ha fatto eseguire uno studio sulle caratteristiche
dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” in relazione agli eventi
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meteorologici avvenuti il 21 agosto 2005 e il 06 novembre 2005, redatto
dal Prof. Ing. .................... (All. 6).
Lo studio, oltre a documentare il perfetto funzionamento dell’impianto di
sollevamento “Progressiva 0.000”, mette anche in evidenza i problemi
idrogeologici della zona dell’Infernetto e l’utilizzo anomalo cui l’impianto
stesso è sottoposto da circa un decennio ed inoltre, sulla base delle note del
Comune di Roma e dell’Autorità ATO 2 Lazio Centrale, in queste ultime
suggeriscono gli interventi strutturali che andrebbero fatti per ridurre il
rischio di allagamenti e rigurgiti in presenza di forti precipitazioni piovose.
Il Prof. ........ ricorda che i sistemi antirigurgito erano già prescritti dall’art.
8 del “Regolamento per la disciplina degli allacci degli scarichi nella
pubblica fognatura” approvato con deliberazione del Consiglio Comunale
del 14 novembre 1980 n. 4346.
Il Prof. ......., nella sua relazione sull’impianto Progressiva 0.000, ricorda
ancora quanto ebbe modo di esprimere l’AUTORITA’ ATO 2 Lazio
Centrale, Roma, Segreteria Tecnica Operativa (STO) nella nota prot. 101-
06 del 03 aprile 2006 (All. 13), per la zona di Acilia, che secondo il
redattore dello studio si potrebbe estendere a tutta la realtà del Municipio
………, ed in particolare alla zona dell’Infernetto.
Il Prof. ........ testualmente riporta un passo della nota suddetta:
“ ...sembra palese che la risoluzione degli annali problemi fognari della
zona di Acilia, possa avvenire solo provvedendo contemporaneamente a:
- spostare i deflussi del bacino dell’adduttrice di Ponte Ladrone II lotto
al depuratore di Roma Sud, sottraendoli al depuratore di Ostia;
- eliminare eventuali strozzature nella rete fognaria esistente;
- eliminare gli allacci abusivi di acque bianche alla rete nera;
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- inserire accorgimenti meccanici antirigurgito;
- realizzare brevi tronchi di fognature bianche per il drenaggio di
strade, tetti e piazzali per convogliare le acque bianche verso la rete
superficiale esistente (il Municipio ……. è un’area coperta da
numerosi fossi e canali di bonifica, e lo smaltimento delle acque
meteoriche verso questi drenaggi naturali appare la soluzione più
congrua per la risoluzione delle ingenti difficoltà che queste acque
pluviali continuano a creare alla rete fognaria attualmente esistente
sul territorio);
- stabilire se gli scarichi di tali fognature bianche debbano essere
considerati scarichi a tutti gli effetti, con le conseguenze dovute “al
nuovo D.Lgs 152/06”;
- sistemare i fossi esistenti tenendo conto delle attuali e delle future
estensioni urbanistiche;
- stabilire le linee di progettazione delle nuove fognature nell’area in
esame, decidendo se continuare la politica delle fognature separate.
E’ evidente che le competenze delle questioni elencate sono plurime e non
ricadono su un unico soggetto”.
A parte gli interventi di natura strutturale sulla rete delle fognature, gli
elementi principali di questo elenco che si potrebbero attuare per ridurre il
rischio di allagamento sono sostanzialmente:
- eliminare gli allacci abusivi di acque bianche alla rete nera;
- inserire accorgimenti meccanici antirigurgito;
- realizzare brevi tronchi di fognature bianche per il drenaggio di
strade, tetti e piazzali per convogliare le acque bianche verso la rete
superficiale esistente;
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 32 di 86
- sistemare i fossi esistenti tenendo conto delle attuali e delle future
estensioni urbanistiche.
Dal 24 maggio 2006, giorno della relazione del Prof. ........., non risulta che
siano stati fatti passi significativi per eliminare, o quanto meno ridurre, i
fenomeni di allagamento in presenza di precipitazioni piovose molto
intense.
Relativamente agli eventi dei due giorni di forti piogge (21 agosto 2006 e
06 novembre 2006) il Prof. ........ sostanzialmente esclude qualsiasi
responsabilità della ........ ed attribuisce i fenomeni di allagamento e
rigurgito alle anomale immissioni di acque chiare (acqua di pioggia) nella
rete fognante delle acque reflue che, nonostante i sistemi di sollevamento
dell’impianto Progressiva 0.000 che possono sollevare fino a 1.660 litri/s,
in presenza di forti precipitazioni entrano in pressione e rigurgitano
all’esterno.
In ultimo il redattore dello studio sostiene che i problemi di allagamento e
rigurgito possono essere risolti solo con l’adeguamento del sistema di
smaltimento delle acque chiare, che al momento attuale (2006) non rientra
nelle competenze del gestore (ndr: ........).
4.4. EVENTI PIOVOSI NEL PERIODO DENUNCIATO
Il 09 gennaio 2010 la Sig.ra ........ ha denunciato l’allagamento subito dalla
sua casa durante un evento piovoso di particolare intensità.
Per verificare cosa sia effettivamente successo quel giorno, e comunque
anche nei mesi e negli anni successivi, sia nella zona di Ostia, sia nella
zona di Acilia, abbiamo consultato l’Ufficio Idrografico e Mareografico di
Roma della Regione Lazio, che costantemente pubblica on line i risultati
registrati dai pluviometri sparsi in diverse località di Roma in cui la
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pioggia caduta viene misurata in mm per metro quadrato. In altre parole i
dati dei pluviometri indicano l’altezza che ha raggiunto l’acqua caduta in
un ipotetico metro quadrato nel giorno consultato.
I pluviometri che sono stati presi in considerazione sono quelli di Ostia e
di Acilia. Non c’è un pluviometro di riferimento per la zona
dell’Infernetto, per cui occorre prendere in considerazione i dati di quello
di Ostia e di Acilia e fare eventualmente delle elaborazioni, tenendo conto
che Acilia ha le caratteristiche meteorologiche più simili a quelle
dell’Infernetto essendo più nell’entroterra rispetto ad Ostia.
Il pluviometro di Ostia il giorno 09 gennaio 2010 (All. 14) ha registrato la
caduta di 32,6 mm di acqua che è risultato essere il dato più elevato di
tutto il mese di gennaio 2010 in cui la quantità di acqua complessivamente
caduta è stata di 47 mm. In pratica il giorno 09 gennaio è caduta il 70%
dell’acqua caduta nell’intero mese.
C’è un altro dato interessante per la zona di Ostia, in tutto l’anno 2010 il
09 gennaio è stato il giorno con più pioggia, infatti il giorno dello stesso
anno in cui c’è stata pioggia di una certa consistenza è stato il 20
novembre con 21,8 mm di pioggia caduta, quindi assai di meno di quella
del 09 gennaio. Un altro giorno di allagamento denunciato dall’attrice è il
22 febbraio 2010 in cui ad Ostia sono caduti 19,6 mm di acqua, comunque
minore di quelli caduti il 09 gennaio.
Un altro giorno ancora denunciato dall’attrice è il 16 settembre 2009 (All.
14), in cui il pluviometro di Ostia ha registrato 22,2 mm e il giorno prima
(15 settembre) aveva registrato addirittura 36,8 mm. Verrebbe da pensare
che forse il giorno al quale ha fatto riferimento la Sig.ra ............. sia il 15 e
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non il 16 settembre, oppure che la pioggia del 15 settembre abbia fatto
sentire i suoi effetti il giorno dopo.
Ad Acilia il giorno 09 gennaio 2010 (All. 14) sono caduti 25 mm su un
totale dell’intero mese di 79,2 mm, quindi in quel giorno è caduto il 31%
dell’acqua dell’intero mese di gennaio.
Il 22 febbraio 2010, sempre ad Acilia, sono caduti 26,8 mm di acqua,
quindi leggermente di più di quella caduta il 09 gennaio.
Nello stesso anno 2010 ad Acilia ci sono stati molti giorni in cui la pioggia
ha avuto precipitazioni più o meno simili:
− il 09 marzo 20,6 mm
− il 27 aprile 22,6 mm
− il 15 maggio 22,4 mm
− il 30 luglio 20,2 mm
− il 01 novembre 24,8 mm
− il 08 novembre 26,8 mm
− il 20 novembre 26,4 mm
− il 28 novembre 35,6 mm
− il17 dicembre 37,8 mm
− il 24 dicembre 30,4 mm
in nessuno di questi giorni sono stati lamentati allagamenti dall’attrice.
Il 16 settembre 2009 (All. 14) ad Acilia sono caduti 23,2 mm di pioggia,
ma il precedente 13 settembre erano caduti 34 mm di pioggia.
Nei mesi successivi, ad Acilia ci sono stati altri giorni di piovosità rilevanti
ma che evidentemente non hanno avuto riscontri nella zona dell’Infernetto.
Per rispondere compiutamente ai quesiti, abbiamo estratto i dati dei
pluviometri di Ostia e di Acilia a partire dal 2006 fino al 2014 (All. 14).
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 35 di 86
Dall’esame di questi dati abbiamo così potuto rilevare alcuni giorni in cui
la piovosità è stata davvero rilevante fino a raggiungere la consistenza di
veri e propri fortunali da considerare come eventi di forza maggiore che
hanno anche spinto il Comune di Roma ad avvertire i cittadini che
avessero subito danni che potevano richiedere i risarcimenti.
Ci riferiamo in particolare all’avviso pubblicato on line dal Comune di
Roma per gli allagamenti del 17 ottobre 2008 e 13 novembre 2008, con il
quale si informavano i cittadini che avevano subito danni a presentare la
denuncia all’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile e al
Municipio di appartenenza (All. 15).
Il giorno 17 ottobre 2008 il pluviometro di Acilia aveva registrato la
caduta di 86,4 mm, e il 13 novembre 2008 la caduta di 103,8 mm di acqua.
Negli stessi giorni il pluviometro di Ostia registrava cadute di pioggia
meno intense, infatti 17 ottobre registrava 25,2 mm e il 13 novembre 62
mm.
L’anno 2008 per la zona di Acilia è risultato quello con più precipitazioni
atmosferiche con 1.072,2 mm di pioggia. Nello stesso anno 2008 ad Ostia
sono caduti 642,2 mm di pioggia.
Il giorno 20 ottobre 2011 su tutto il litorale romano si è abbattuto uno dei
fortunali più intensi degli ultimi dieci anni e ad Ostia sono stati registrati
98,4 mm di pioggia e ad Acilia 159,2 mm. In quel giorno ad Acilia è
caduto l’85% delle piogge cadute nel mese di ottobre, e circa il 25% delle
piogge cadute in tutto il 2008.
Uno dei giorni più piovosi negli ultimi dieci anni è stato il 31 gennaio
2014, nel quale ad Ostia sono caduti 152 mm di pioggia, circa il 71% delle
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piogge dell’intero mese di gennaio, e ad Acilia sono caduti 139 mm di
pioggia.
In questo giorno, nella zona dell’Infernetto, specialmente nella parte bassa
e quindi vicino a Via ............. ci sono stati molti allagamenti, ma non
risulta che la Sig.ra ............. abbia lamentato allagamenti nella sua casa.
E’ anche vero che dal giorno dell’allagamento del gennaio 2008 la Sig.ra
............. ha attuato una serie di difese come la realizzazione di un muretto
in cemento armato e il montaggio di paratie sul suo cancello che immette
all’interno della proprietà, le quali hanno ridotto sensibilmente la
possibilità che le acque provenienti dalla strada Via ............. possano
entrare ed allagare la casa, che come appresso si vedrà è ribassata di circa
26 cm rispetto alla strada.
Si riporta qui di seguito il prospetto delle piogge complessive, espresse in
mm, cadute su Ostia e su Acilia dal 2006 al 2011 e nel 2014, in quanto i
dati degli anni 2012 e 2013 sono privi delle registrazioni di alcuni mesi.
Anno Ostia Acilia
2006 536,6 497
2007 383,6 425,4
2008 642,2 1.072,2
2009 531,0 797,4
2010 431,8 877,0
2011 428,4 648,6
2014 1.131,4 1.132,2
Si vede subito che la zona di Acilia risulta interessata da una maggiore
quantità di pioggia caduta nell’anno. Questo dato si può riferire anche alla
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 37 di 86
zona dell’Infernetto che ha caratteristiche meteorologiche simili a quelle di
Acilia.
Occorre rilevare che la Sig.ra ............. ha denunciato gli allagamenti per
alcuni giorni, ma non ha denunciato allagamenti nei giorni in cui ci sono
state le piogge più intense.
Questo aspetto, unitamente a quanto ci ha riferito il CTP della .............,
Ing. ............., fa ritenere che l’allagamento del 09 gennaio 2010 sia dovuto
anche ad altre concause che appresso verranno esaminate.
4.5. POSIZIONE ALTIMETRICA DELLA CASA .............
RISPETTO ALLA STRADA VIA .............
Con il rilievo altimetrico eseguito dalla Via ............. (All. 16), in
corrispondenza del civico n. ............., cioè il cancello d’ingresso con
parcheggio comune verso la proprietà della Sig.ra ............., abbiamo
appurato che il marciapiede perimetrale dell’abitazione dell’attrice si trova
26 cm più basso della quota della strada Via ............. presa
immediatamente accanto al cancello civico 80.
Il cancello interno della proprietà esclusiva della Sig.ra ............. (quello
dove ha montato le paratie stagne), ha la base ad una quota inferiore di
16,5 cm rispetto alla stessa strada e i bordi laterali ad una quota inferiore di
31 cm sempre rispetto alla strada; per meglio dire il cancello della
proprietà esclusiva della Sig.ra ............. si trova su un dosso di
calcestruzzo che è 16,5 cm più basso della strada, mentre le basi del dosso
sono più basse di 31 cm rispetto alla stessa strada (All 16). Il giardino della
Sig.ra ............. è ancora più basso della strada di circa 40 cm (All. 17).
Pertanto, quando la strada Via ............. si è allagata in modo più o meno
uniforme, l’acqua è entrata nel passo carrabile di accesso e di parcheggio
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 38 di 86
(civico n. 80) ed ha raggiunto il cancello di proprietà, allora non stagnato,
invadendo tutto il giardino ed entrando all’interno della casa che si
trovava, e si trova ancora, 26 cm più bassa.
C’è da rilevare che la Via ............., almeno nel tratto che da Via di ………
arriva all’impianto “Progressiva 0.000”, quindi il tratto che passa proprio
davanti al civico 80, non ha cunette laterali che possano in qualche modo
far defluire le acque meteoriche verso il non lontano canale di bonifica
dove scarica il secondo gruppo di pompe dello stesso impianto.
Non è da escludere che quando la strada Via ............. si è allagata, anche le
zone immediatamente limitrofe hanno subito allagamenti, come i lotti
circostanti la proprietà della Sig.ra ............., e quindi l’acqua potrebbe
essere entrata nella proprietà anche attraverso altri ingressi.
C’è da ricordare che nella zona posteriore al muro di recinzione della
proprietà dell’attrice abbiamo riscontrato la presenza di una sorta di
palude, peraltro assai suggestiva, ma che potrebbe essere stata interessata
dallo stesso tipo di allagamento ed aver riversato parte delle sue acque
all’interno del giardino e dell’abitazione. Durante i rilievi, a causa del
terreno assai accidentato, non abbiamo potuto battere le quote dell’acqua
presente, ma abbiamo potuto osservare che il dislivello tra il giardino della
Sig.ra ............. con i tre fori presenti sul muro di recinzione e la quota
della così detta “palude” è apparentemente maggiore dei 26 cm riscontrati
con la strada Via ..............
Non crediamo che l’aspetto urbanistico riferito specificatamente
all’abitazione possa avere un significato particolare in questa controversia,
ma riteniamo doveroso segnalare che l’abitazione della Sig.ra ............. è
stata costruita senza concessione edilizia e per essa è stata presentata dal
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 39 di 86
precedente proprietario la richiesta di concessione in sanatoria il 22 luglio
2004 con prot. 528884 ai sensi della legge 24 novembre 2003 n. 326. La
relativa concessione in sanatoria non è stata ancora rilasciata.
La stessa legge precisa che non sono suscettibili di sanatoria gli immobili
costruiti in zone soggette a vincoli ambientali e paesistici sulla base di
leggi statali e regionali (art. 32, punto 27, lettera d); la zona in cui si trova
l’abitazione della Sig.ra ............. è soggetta al vincolo archeologico e
paesistico di PRG (DM del 20 ottobre 1954).
4.6. STATO DELL’IMPIANTO PROGRESSIVA 0.000
Il CTP della ............., Ing. ............., il 21 novembre 2014 ci ha consegnato
le fotocopie della scheda di registro del 08 gennaio 2010, della scheda di
registro del 09 gennaio 2010 e della scheda di intervento effettuato il 09
gennaio 2010 presso l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000”.
Dall’esame della scheda di intervento in reperibilità del 09 gennaio 2010
(All. 10) e della scheda n. 250696 dello stesso giorno, risulta che dalla
centrale di controllo del Depuratore di Ostia (Via Tancredi Chiaraluce) alle
ore 4,30 del 09 gennaio 2010 è stato riscontrato all’Infernetto
nell’impianto di sollevamento Progressiva 0.000 il massimo livello con
mancanza di rete (il massimo livello è stato rilevato anche nell’impianto
Paperacchio che qui non interessa).
Con la scheda d’intervento (All. 10) il capoturno dell’impianto di
depurazione di Ostia, una volta rilevata l’anomalia per via telematica, alle
ore 4,30 ha autorizzato l’intervento da parte della squadra di manutenzione
disponibile.
Nella stessa scheda viene riportata la lavorazione eseguita tratta dalla
scheda che viene redatta dal capo squadra che ha effettuato l’intervento di
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 40 di 86
manutenzione (All. 10). In questo caso il caposquadra era il Sig. .............
il quale ha registrato come anomalia riscontrata: “IMP. MAX LIVELLO X
MANCANZA DI RETE”, mentre come descrizione dell’intervento ha
riportato:
“CONTROLLO IMPIANTO E RIPRISTINARE MANCANZA RETE”.
L’inizio dell’Ordine di lavoro è datato 09 gennaio 2010 e la fine è datata
09 gennaio 2010 (All. 10).
Le note che riguardano la descrizione dell’intervento eseguito riportano:
“Trovato interruttore interno sollevamento in S.T. (scatto termico) si
ripristina lo stesso e l’impianto rientra in funzione alle ore 5,50 + si
verifica funzionamento g.e. (generatore elettrico) ok + si esegue pulizia
impianto e strada sporca da liquami tramite autospurgo”.
Alla fine della scheda d’intervento redatta dal capo turno dell’impianto di
depurazione viene riportata la lavorazione eseguita, così come l’ha redatta
il capo squadra del personale intervenuto, in più il capo turno ha aggiunto
alla descrizione “.........+ pulizia sonda ultrasuoni.”.
Appare quindi di capire che tra il 08 gennaio e il 09 gennaio nell’impianto
Progressiva 0.000 sia intervenuto un blocco della rete di alimentazione
elettrica e che non sia partito il gruppo elettrogeno (generatore elettrico)
che normalmente garantisce la continuità del funzionamento delle pompe
anche quando la corrente elettrica di rete viene meno.
E’ quindi questa la concausa che, unitamente alla forte precipitazione
avvenuta in quel giorno, ha determinato l’allagamento della zona.
4.7. SVILUPPO DELL’ALLAGAMENTO DENUNCIATO
Occorre ricordare che la portata massima delle acque nere sollevate
dall’impianto Progressiva 0.000 è di 1.660 litri/s (è la portata massima
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della tubazione di arrivo della fognatura pubblica costituita da un DN
1.000), di cui una parte inviati al depuratore di Ostia con il sollevamento di
600 litri/s e parte inviati al Canale ……….. del CBTAR con il
sollevamento di 1.060 litri/s. Per cui in caso di blocco dell’impianto questo
enorme quantitativo di acque, prevalentemente piovane, non viene
sollevato e tutte le fogne della rete dell’Infernetto vanno in pressione.
Naturalmente entrano in pressione le parti di fognatura più basse cioè
quelle che si trovano in prossimità dell’impianto di sollevamento, e con
una pressione che aumenta sempre di più man mano che il resto della
fogna entra in pressione.
Questa pressione si esprime in termini di centimetri, o metri, e rappresenta
l’altezza che raggiunge l’acqua nel punto in cui la fogna ha un’uscita.
Per essere più chiari, se la fogna ha una pressione interna di 1,50 m e
scorre alla profondità di 1,50 m non ci sarà fuoriuscita di liquami da
eventuali innesti nella fognatura stessa; ma se la profondità della fogna è
di 1,00 m e il bagno più basso si trova a 0,40 m sopra la stessa fogna
necessariamente ci sarà fuoriuscita di liquami in quanto la pressione è
maggiore dell’altezza massima in quel punto.
Per far fronte a questo problema, spesso presente soprattutto negli edifici
dove ci sono piani seminterrati con bagni o altre forme di scarico in fogna,
il Comune di Roma e la stessa ACEA ATO 2 Spa, prima di consentire
l’allaccio del fognolo privato nella fognatura pubblica richiedono
l’istallazione a monte dell’allaccio di una valvola di ritegno, o valvola di
non ritorno, che, in caso di fogna in pressione, impedisca ai liquami di
tornare indietro ed allagare tali locali seminterrati.
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Nel caso presente, la Sig.ra ............. aveva a suo tempo istallato questa
valvola di ritegno della quale è stata riscontrata la presenza e la
funzionalità, ma il rigurgito e il conseguente allagamento non è avvenuto
attraverso i sanitari dell’appartamento dell’attrice, ma da quei pozzetti più
o meno diffusi all’interno dei lotti della zona con i quali si scaricano
irregolarmente le acque piovane all’interno della fogna pubblica.
Questi pozzetti sono a livello del piano terra e spesso non sono dotati della
valvola di ritegno in quanto non scaricano acque nere, per cui
rappresentano il primo sfogo dei liquami in pressione nella fognatura
pubblica. E’ da questi pozzetti che è avvenuta la fuoriuscita dei liquami
che hanno invaso le strade e i lotti privati, allagando anche le case laddove
il loro dislivello dalle strade è pochissimo o addirittura negativo come nel
caso dell’abitazione della Sig.ra ............. che risulta più bassa di 26 cm
della strada Via ..............
A tutto questo si deve anche aggiungere la mancanza ai lati di tale strada di
un sistema di deflusso delle acque meteoriche verso uno dei canali di
bonifica della zona.
Abbiamo detto che l’allagamento della zona dell’Infernetto si è verificato
per la coincidenza di due eventi quali la forte precipitazione avvenuta tra il
08 e il 09 gennaio 2010 e il blocco delle pompe dell’impianto “Progressiva
0.000” causato dalla mancanza di energia elettrica e dal mancato
funzionamento del gruppo elettrogeno. Per quanto riguarda l’allagamento
subito dall’abitazione della Sig.ra ............., c’è un ulteriore elemento che
ha aggravato la situazione e favorito l’ingresso dei liquami dentro la casa,
rappresentato dal dislivello di 26 cm tra la strada Via ……. e il piano
dell’abitazione.
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Il fatto che il piano terra dell’abitazione dell’attrice sia più basso di 26 cm
non rappresenta una colpa per l’attrice stessa in quanto la casa è stata
costruita circa 14 cm più in alto rispetto al terreno di proprietà. Quando la
casa è stata costruita non c’erano ancora le quote stradali definite e
certamente non si pensava alla possibilità che la zona si potesse allagare
per la fuoriuscita di liquami anche perché allora non c’erano le fogne
pubbliche.
4.8. DANNI PROVOCATI ALLA CASA
Per la presenza del dislivello tra l’abitazione della Sig.ra ............. e la
strada Via ............., misurato in 26 cm (per la precisione 26,5 cm) le acque
meteoriche miste a liquami sono entrate dal passo carrabile con civico 80
ed hanno invaso il percorso carrabile fino all’abitazione interessando
l’interno per un’altezza di almeno 26-27-28 cm.
Pertanto i danni che sono stati provocati all’interno della casa hanno
riguardato:
- intonaci delle pareti bagnati per almeno 26-28 cm con possibilità di
risalita dell’acqua per capillarità fino a 50 cm;
- putrescenza ed ammaloramento delle porte e dei mobili che sono stati
immersi in acqua e liquami;
- sporcizia sui pavimenti e sugli infissi;
- suppellettili ed arredi.
Nel fascicolo di parte della Sig.ra ............. è contenuta la perizia di stima
dei danni redatta dall’Ing. ............., corredata di molte fotografie e dei
costi necessari per il ripristino.
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In tali costi sono anche contenuti gli importi per alcune opere di
contenimento e di prevenzione per impedire che avvengano altri
allagamenti all’interno della proprietà dell’attrice.
Tali opere sono state, e lo saranno, sicuramente efficaci per gli eventi
calamitosi che hanno interessato dopo il 2010 la zona.
Riteniamo che i costi relativi alle opere di prevenzione non debbano
rientrare tra i costi relativi ai danni provocati dall’allagamento del 09
gennaio 2010.
Per quanto riguarda i danni alle suppellettili e agli arredi, riteniamo che
quelli oggettivamente da riconoscere siano quelli direttamente interessati
dall’allagamento, cioè quelli situati al di sotto dei 25-30 cm del livello che
quel giorno avevano raggiunto le acque all’interno della casa.
L’Ing. ……….riporta nell’ultima pagina della sua perizia di stima il
prospetto dei costi per i danni subiti con l’importo complessivo di €
120.147,13 (comprensivo di IVA del 20% in quanto antecedente
all’aumento al 22%), poi aggiornato con successiva perizia di stima del 02
marzo 2012 ad € 122.567,13, comprensivo di IVA.
Il prospetto dei costi di € 120.147,13 (doc. 11 del fascicolo di parte) è
composto da 12 voci dettagliate nella perizia.
Il primo elenco riporta un costo complessivo di € 25.973,90 riguardante
libri, suppellettili, stoviglie, mobili di arredo, apparecchiature telefoniche
ed audio.
Occorre ricordare che l’allagamento della casa aveva raggiunto un livello
di circa 20-25 cm di altezza, corrispondente alla quota di ribassamento
della casa rispetto alla quota della strada Via ............. davanti al civico ….,
per cui appare logico considerare come danneggiate tutte quelle cose che
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potevano trovarsi sommerse dai liquami o che in qualche modo potessero
risentire del livello dei liquami fino ad un massimo di 45-50 cm.
Ovviamente se un mobile è danneggiato alla sua base è plausibile ritenere
che sia stato interamente danneggiato, invece le suppellettili, i libri, e
quanto altro poteva stare ad altezza oltre i 40-50 cm, c’è da ritenere che
non abbia subito rilevanti danni.
Inoltre nel valutare l’entità del danno è necessario considerare anche la
vetustà di ciò che è stato danneggiato.
Nell’elenco dei costi di ripristino l’Ing. ............. ha inserito molti
preventivi soprattutto per la valutazione del costo dei mobili. Dobbiamo
ritenere che tali costi siano comprensivi di IVA e comunque che in sede di
acquisto possano subire anche qualche ribasso.
Con queste considerazioni, e soprattutto non avendo a disposizione gli
oggetti danneggiati, ma solo alcune fotografie allegate alla perizia dell’Ing.
............., riteniamo congruo considerare una riduzione del 50% di quanto
stimato. Per cui al primo elenco della perizia dell’Ing. ............. può essere
attribuito il valore complessivo e forfettario di € 13.000,00.
La stessa cosa vale per il secondo elenco riguardante la camera da letto.
A nostro avviso, e senza voler mancare di rispetto a nessuno, dalla
descrizione delle suppellettili descritte dall’Ing. ............., sembra che tutto
fosse a terra o comunque in posizione al di sotto dei 50 cm dal pavimento.
Anche per questo secondo elenco riteniamo congrua una riduzione del
50% di quanto stimato dal tecnico incaricato dall’attrice e quindi il valore
complessivo e forfettario di € 16.500,00.
Anche per la camera degli ospiti di cui il terzo elenco, del quale non
abbiamo trovato tutti gli allegati di riferimento, riteniamo che una
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 46 di 86
valutazione ridotta del 50% sia sufficientemente congrua e quindi il valore
complessivo e forfettario di € 9.000,00.
Per il bagno, visto che il valore maggiore è costituito da un mobile a pezzo
unico, riteniamo che la riduzione del 40% possa essere considerata
congrua e quindi il valore complessivo e forfettario di € 4.000,00.
La stessa valutazione riteniamo si possa applicare all’elenco relativo alla
cucina in cui i pezzi più pregiati sono rappresentati dalle apparecchiature,
per cui con la riduzione del 40% si ha un valore complessivo e forfettario
di € 6.600,00.
Per l’elenco delle porte e finestre si ritiene congrua una riduzione del 30%
per cui il valore complessivo e forfettario di € 3.000,00.
Per l’elenco dei danni al giardino occorre prendere in considerazione solo
alcune voci, mentre altre, come lo spostamento delle piante per far posto
alla costruzione del muro di sicurezza, non riteniamo che debbano essere
considerate in quanto gli interventi eseguiti dall’attrice per aumentare la
sicurezza non rientrano nei danni.
Pertanto a questo elenco deve essere sottratto il costo più significativo di €
3.500,00, per cui resta un costo arrotondato di € 100,00.
Per le pulizie di casa stimate dal tecnico in € 2.711,54, riteniamo che il più
costo congruo sia dato dalle due fatture della ............. in quanto le altre
spese riguardano prodotti della casa che non possono essere valutati come
danni. Pertanto il costo da prendere in considerazione ed arrotondato è di €
1.600,00 comprensivo di IVA.
Per l’elenco dei costi per la messa in sicurezza (muretti, griglie, ecc.), non
riteniamo che rientrino nell’ambito dei danni. L’esecuzione di queste
lavorazioni, seppure apprezzabili ed efficienti, come peraltro dimostrato
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 47 di 86
dai successivi allagamenti della zona, non riteniamo che debbano essere
considerati come costi di danni subiti in quei giorni, ma solo come opera
di miglioria della casa. Pertanto a questo elenco deve essere attribuito il
costo zero.
Il costo del ripristino dell’impianto elettrico riteniamo che sia congruo e
quindi possiamo attribuire alla riparazione di questo danno l’importo
complessivo e forfettario di € 1.460,00 (comprensivo di IVA).
Per il costo delle ulteriori spese, non riteniamo che sia da considerare
come costo di un danno la spesa di € 800,00 per l’alimentazione presso
ristoranti. Pertanto il costo di questo elenco riteniamo che sia congruo per
€ 430,00.
Per il costo di ripristino delle murature (lavori edili) interessate
dall’allagamento riteniamo congrua una riduzione del 20% sull’importo
stimato dal tecnico, che con l’arrotondamento è di € 4.500,00
comprensivo di IVA.
Lo stesso tecnico ha poi periziato un importo di € 2.420,00 per l’acquisto
da parte dell’attrice di un gruppo elettrogeno. Riteniamo che tale costo non
possa rientrare tra i costi dei danni, in quanto si tratta di una miglioria che,
sebbene apprezzabile e forse anche necessaria, non rientra nell’ambito dei
quesiti posti dal Giudice Istruttore.
Per quanto sopra esposto riteniamo che il costo degli interventi per riparare
i danni e per il risarcimento di quanto andato deteriorato o distrutto sia di €
60.190,00 arrotondato a € 60.200,00 (Euro sessantamiladuecento/00)
comprensivo di IVA.
5. RISPOSTA AL QUESITO
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 48 di 86
Per chiarezza di esposizione abbiamo suddiviso il quesito in più punti
secondo l’ordine con cui è stato posto dal Giudice Istruttore, e più
precisamente:
a) stato dei luoghi e caratteristiche urbanistiche;
b) l’impianto di sollevamento Progressiva 0.000;
c) descrizione dell’immobile dell’attrice;
d) collegamento con la rete fognaria;
e) tempi, modalità, luoghi, cause e concause dell’allagamento del
09.01.2010;
f) presenza o meno del sistema antirigurgito;
g) se l’impianto depuratore è a sistema misto con sfioratori di piena o
è previsto per sole acque nere;
h) se nei due-tre anni precedenti il fatto (ed a tutt’oggi) nel
depuratore si riversassero o meno acque chiare;
i) come lavorava in tale condizione l’impianto di depurazione e di
sollevamento;
j) se tale sistema sia o meno appropriato per un contesto urbanistico
quale quello di via .............;
k) se nel contesto territoriale limitrofo siano usuali e diffusi
smaltimenti separati per acque meteoriche e nere;
l) se il giorno dell’evento il depuratore e l’impianto di sollevamento
abbiano funzionato e/o se quest’ultimo non sia stato interessato da
black-out;
m) cause del mancato funzionamento e la durata dello stesso;
n) conseguenze connesse al mancato funzionamento;
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o) soggetto deputato alla costruzione dei depuratori ed in concreto
chi ha realizzato l’attuale depuratore;
p) natura, quantità e durata delle precipitazioni del giorno del fatto
con prospetto comparativo per un periodo temporale significativo;
q) danni subiti dall’immobile (e suoi contenuti documentati)
dell’attrice.
5.a. STATO DEI LUOGHI E CARATTERISTICHE
URBANISTICHE
La zona dell’Infernetto è stata caratterizzata da una forte espansione
dell’abusivismo edilizio e dalla successiva edificazione regolare mediante
il Piano Particolareggiato PP ………….
L’ACEA ATO 2 Spa nell’ambito del piano di risanamento delle borgate ha
realizzato la rete delle acque reflue (nere) che dapprima ha servito solo
l’area del PP ……..e poi si è estesa anche ad altre zone limitrofe
interessate da quelle aree che sono state ulteriormente oggetto di
espansione abusiva (toponimi). In sostanza la rete attuale fa fronte ad un
insediamento di circa 20.500 abitanti, che a breve potrebbe arrivare intorno
ai 23.500 abitanti.
Il dimensionamento della rete delle acque reflue va ben oltre i quantitativi
prevedibili in base alla quantità di acqua potabile che l’ACEA ATO 2 Spa
fornisce nella zona (327 litri/ab x giorno). Infatti il quantitativo di acque
reflue che dovrebbero arrivare all’impianto di sollevamento “Progressiva
0.000” è previsto in 40 litri/s mentre in periodo di secca (estate) si registra
la portata di 90 litri/s. E‘ evidente che nella fogna delle acque reflue
vengono immessi altri tipi di acque che non hanno necessità di essere
trattate al depuratore di Ostia. Ci riferiamo alle acque di falda o acque
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superficiali che vengono immesse abusivamente nella rete delle acque
nere.
Questo fenomeno diventa ancora più accentuato ed esasperato nel periodo
invernale quando nelle rete della acque nere vengono immesse
illegalmente anche le acque chiare o acque meteoriche.
Tutta la zona dell’Infernetto, come tutta la zona del Municipio ……., ora
Municipio ……., compresa …….., è priva di fognature di raccolta e di
smaltimento delle acque chiare.
Ad Ostia ci sono i pozzetti assorbenti ai lati dei marciapiedi che
disperdono nella sabbia le acque di pioggia. Una volta il sistema
funzionava, ma con l’aumento delle superfici impermeabili anche la
cittadina di Ostia risente negativamente dell’assenza di uno specifico
impianto fognante per le acque chiare.
All’Infernetto il problema è ancora più sentito in quanto il terreno di
natura sabbiosa-argillosa con forti lenti di torba riduce notevolmente il
tempo di assorbimento dei terreni permeabili. L’aumento poi delle
superfici impermeabili (coperture, terrazzi, balconi, piazzali e strade)
concentra le acque meteoriche e favorisce gli allagamenti.
5.b. L’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO PROGRESSIVA 0.000
L’…………ha realizzato, ampliato e gestito l’impianto di sollevamento
denominato “Progressiva 0.000”, che non è un impianto di depurazione,
ma un impianto che solleva le acque reflue in modo che possano partire da
una quota più alta e raggiungere attraverso altri impianti di sollevamento il
depuratore di Ostia.
L’impianto si trova pressoché alla base altimetrica di tutta la zona
dell’Infernetto, cioè nella posizione più a Sud in prossimità della pineta di
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Castel Porziano. In pratica tutta la rete delle acque reflue creata
dall’………..nell’ambito del piano di risanamento della borgata
dell’Infernetto fa capo all’impianto “Progressiva 0.000”.
L’impianto è stato dimensionato per il sollevamento di portate maggiori di
quella di progetto e nel tempo è stato ulteriormente potenziato.
Attualmente l’impianto è costituito da due gruppi di pompe. Il primo
gruppo comprende quattro pompe di cui tre di esercizio ed una di riserva
che hanno il compito di sollevare la portata di 600 litri/s e farla defluire
attraverso una tubazione in pressione verso il successivo impianto
denominato “Progressiva 2.000” e poi ancora fino ad arrivare al depuratore
di Ostia.
Il secondo gruppo è composto da tre pompe dette di “by pass” di cui due in
esercizio ed una di riserva, che hanno il compito di sollevare le eventuali
portate in eccedenza per una portata massima di 1.060 litri/s, per farle
defluire nel vicino (è distante circa 85 metri) Canale ……… del CBTAR,
mediante il quale, per gravità, arrivano all’impianto di sollevamento di Via
del ………. dove si trova l’impianto centrale del CBTAR che scarica nel
Canale dei Pescatori.
Le enormi portate cui fa fronte l’impianto “Progressiva 0.000” sono
soprattutto rappresentate dalle acque meteoriche che illegalmente vengono
immesse nelle fogne delle acque reflue.
Basti ricordare che le portate delle acque nere, calcolate per circa 13.000
abitanti, arrivano a 40 litri/s, e che con il previsto ampliamento del PP
…… potranno al massimo raddoppiare, mentre già solo nel periodo estivo
(secca) arrivano a 90 litri/s, e nel periodo invernale spesso superano la
portata massima dell’impianto (1.660 litri/s).
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Quando ci sono forti precipitazioni, soprattutto se molto intense (brevi
periodi), l’assenza di un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle
acque meteoriche, provoca l’allagamento delle strade e dei terreni ancora
liberi, inoltre molti residenti della zona hanno convogliato, in modo del
tutto irregolare, le acque meteoriche che interessano i loro lotti nella
fognatura pubblica, mandando in crisi l’impianto “Progressiva 0.000”
quando la portata complessiva della fognatura supera la portata
complessiva che le pompe istallate possono sollevare.
Se a tutto questo si aggiungono fatti accidentali come l’interruzione della
corrente elettrica e il mancato funzionamento del gruppo elettrogeno,
anche portate minori di 1.660 litri/s possono provocare i danni di
allagamento della zona.
5.c. DESCRIZIONE DELL’IMMOBILE DELL’ATTRICE
La Sig.ra ............. è proprietaria di una abitazione unifamiliare disposta
tutta sul piano terra, senza alcun piano interrato.
L’ingresso avviene sul passo carrabile di Via ............. n. ............., dove il
primo tratto di tale passo è in comune con l’edificio accanto.
La proprietà inizia in corrispondenza del cancello sul quale la Sig.ra
............., dopo gli eventi lamentati, ha fatto istallare una sorta di paratia per
contenere eventuali acque provenienti dalla Via ..............
La Sig.ra ............. ha acquistato la casa e il terreno di pertinenza il
………. dal Sig. ............. ed è distinta al Catasto fabbricati del Comune di
Roma al foglio ............., particella ............., sub …. graffata con la
particella ………..
L’abitazione è composta di due camere, soggiorno, disimpegno, bagno e
cucina, con corte, per un totale di n. 5 vani catastali.
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Dall’atto di acquisto risulta che la casa è stata costruita in assenza di
concessione edilizia ed è stata oggetto di richiesta di concessione in
sanatoria presentata al Comune di Roma il ………. con prot. ……… e non
ancora rilasciata.
L’abitazione ha il piano terra che è ribassato di circa 26 cm (per la
precisione 26,5 cm) rispetto al piano del cancello civico …..su Via
…………
Il giardino circostante l’abitazione, sempre di proprietà dell’attrice, è
ribassato di 14 cm rispetto al piano della casa e quindi di circa 40 cm
rispetto alla Via ……….
Il giardino ha tre fori del diametro di circa 10 cm situati alla base del muro
di recinzione posteriore che permettono alle acque meteoriche di defluire
verso una zona paludosa che si trova ad una quota più bassa del giardino
stesso.
Poco prima della casa, sul percorso di accesso, la Sig.ra ……… ha fatto
istallare una griglia di raccolta delle acque meteoriche collegata ad un
pozzetto nel quale c’è una pompa sommersa che solleva le acque bianche e
le scarica mediante una tubazione in PEAD in uno dei tre fori posti alla
base del muro di recinzione posteriore.
La fogna privata della Sig.ra ……….. è dotata della valvola di ritegno o di
non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i rigurgiti della
fogna pubblica quando questa entra in pressione.
5.d. COLLEGAMENTO CON LA RETE FOGNARIA
La fognatura privata dei servizi igienici e della cucina dell’abitazione della
Sig.ra……… è collegata alla fognatura privata del vicino edificio facente
parte della particella 339 del foglio 1081, il cui allaccio alla fognatura
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pubblica è stato richiesto dalla Sig.ra …….. il …… con prot. ….. del
Municipio ……, che è stato poi autorizzato dall’……..Spa il …….. con
prot. …….
Il progetto allegato alla richiesta di allaccio non prevede l’istallazione della
valvola di non ritorno, anche se il nulla osta dell’ACEA ATO 2 Spa
prescrive che venga istallato il dispositivo atto ad evitare eventuali
rigurgiti.
Non risulta tra i documenti in atti l’attestato dell’ACEA ATO 2 Spa di
avvenuto allaccio.
La fogna privata della Sig.ra ………. è dotata della valvola di ritegno o di
non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i rigurgiti della
fogna pubblica quando questa entra in pressione.
5.e. TEMPI, MODALITA’, LUOGHI, CAUSE E CONCAUSE
DELL’ALLAGAMENTO DEL 09.01.2010
Nel primo mattino del 09 gennaio 2010, durante un temporale di media
intensità, per il quale sono stati registrati dal pluviometro di Acilia 25 mm
di pioggia, la sala di controllo del depuratore di Ostia in Via Tancredi
Chiaraluce, alle ore 4,30 registrava ……. nell’impianto di sollevamento
denominato “Progressiva 0.000” in Via ………., consistente ………...
Veniva avvertita la squadra di manutenzione che alle ore 5,50 ripristinava
…………… e la …………, più altre operazioni di pulizia e manutenzione.
Il blocco delle pompe di sollevamento (600 litri/s) e di by pass (restante
portata fino a 1.060 litri/s) era stato causato probabilmente da un fulmine
che aveva fatto scattare l’interruttore di protezione dell’impianto e
l’interruttore di protezione del gruppo elettrogeno. Il contemporaneo
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blocco dei due interruttori di protezione (magnetotermici) è stata la causa
che ha provocato il blackout in tutte le pompe.
L’afflusso di acque nere (in piccola parte) e di acque meteoriche (in
maggior parte) ha fatto andare in pressione tutta la parte terminale della
rete di fognatura gestita dall’…………., cioè quella parte di rete più bassa
vicina all’impianto “Progressiva 0.000”, per cui la parte alta dell’Infernetto
(quella verso Roma) non ha risentito degli effetti di questo blackout.
Le fogne in pressione hanno quindi rigurgitato il loro contenuto (acque
bianche e nere) attraverso tutti gli scarichi più o meno regolari. Gli scarichi
regolari, quindi delle sole acque nere, che avevano in dotazione la valvola
di non ritorno hanno risentito in minima parte del rigurgito, mentre gli
stessi scarichi, ma privi della valvola di non ritorno, hanno subito il
rigurgito nelle parti più basse della fognatura interna privata. Quindi se
qualche abitazione di queste aveva il bagno al piano interrato o
seminterrato il rigurgito ha provocato gli allagamenti degli ambienti.
Per le abitazioni senza valvola di non ritorno, o di ritegno, al piano terra il
rigurgito non si dovrebbe essere verificato, sempre che la pressione non
risulti con una prevalenza superiore all’altezza del water o dello scarico
della vasca o dello scarico della doccia e del bidet. In altre parole la
pressione all’interno della fognatura se ha una prevalenza di altezza
superiore a quello dello scarico più basso il rigurgito avviene con il
versamento dei liquami negli ambienti.
Nel caso della Sig.ra ……….la sua abitazione è circa 26 cm più bassa
della strada …………, ritenendo che la profondità della fognatura sia
dell’ordine di 1,50 m, è sufficiente una pressione con prevalenza 1,24 m
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(1,50 - 0,26 m) per far rigurgitare lo scarico più basso a piano terra, per
esempio la vasca o la doccia.
Ma la Sig.ra ……… aveva la valvola di non ritorno, che abbiamo
riscontrato presente nella sua fognatura privata, per cui il rigurgito non si
dovrebbe essere verificato.
Purtroppo è accertato che nella fogna pubblica delle acque nere vengono
illegalmente immessi scarichi di acque meteoriche, o bianche, provenienti
dai lotti privati (anche nel cortile antistante il cancello della Sig.ra ……..
ci sono pozzetti di raccolta di acque meteoriche di cui non è stato possibile
accertare lo scarico, ma si ritiene che questo avvenga nella fognatura delle
acque nere). Quindi dai pozzetti di scarico delle acque bianche, e da quelli
delle acque nere privi di valvola di non ritorno, sono sicuramente avvenuti
i rigurgiti della fognatura pubblica che hanno provocato gli allagamenti
lamentati.
Pertanto, l’allagamento subito dall’abitazione della Sig.ra ……….il 09
gennaio 2010 è stato provocato dalle acque nere e bianche che hanno
rigurgitato dalla fognatura pubblica attraverso tutti gli scarichi illegali
della zona intorno a Via ………, e attraverso gli scarichi privi della
valvola di non ritorno. Ovviamente per primi hanno rigurgitato gli scarichi
illegali vicino all’impianto “Progressiva 0.000” e quindi vicino
all’abitazione dell’attrice, poi, con il passare del tempo, aumentando la
pressione all’interno della fognatura, i rigurgiti si sono verificati
progressivamente risalendo verso monte della stessa fognatura pubblica,
fino a quando l’impianto di sollevamento è stato rimesso in funzione (ore
5,50 del 09 gennaio 2010).
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 57 di 86
E’ evidente che questo allagamento è stato ulteriormente accentuato dalla
posizione della casa ribassata di 26 cm, ma questo non può costituire un
elemento a carico della proprietaria, la quale aveva il regolare allaccio alla
fognatura e la presenza lungo la conduttura della valvola di non ritorno per
non subire i rigurgiti. Se le acque non fossero entrate dalla strada e dalle
zone confinanti, a loro volta allagate dalla strada, l’abitazione della Sig.ra
…………non avrebbe subito l’allagamento lamentato.
Per sintetizzare, si può dire che il blackout dell’impianto “Progressiva
0.000” ha provocato il riempimento della fognatura che è andata in
pressione e, attraverso gli scarichi abusivi di acque meteoriche e attraverso
gli scarichi privi di valvola di non ritorno, ha rigurgitato dai pozzetti a
quota zero e dagli scarichi più bassi dei servizi igienici.
La causa principale della crisi della fognatura è la completa assenza della
rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e la notevole
quantità di acqua meteorica che viene giornalmente immessa nella
fognatura delle acque nere. Il blackout dell’impianto “Progressiva 0.000”
ha determinato la pressione all’interno della fognatura pubblica delle
acque nere con il conseguente rigurgito all’esterno delle acque da questa
raccolte.
5.f. PRESENZA O MENO DEL SISTEMA ANTIRIGURGITO
La fogna privata della Sig.ra ………, come già detto, è dotata della valvola
di ritegno o di non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i
rigurgiti della fogna pubblica quando questa entra in pressione.
La detta fognatura è a sua volta allacciata alla fognatura privata del
confinante edificio che è allacciata alla fognatura pubblica su Via ………
in base alle autorizzazioni di cui sopra.
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5.g. SE L’IMPIANTO DEPURATORE E’ A SISTEMA MISTO CO N
SFIORATORI DI PIENA O E’ PREVISTO PER SOLE ACQUE
NERE
Come chiarito nelle precedenti CONSIDERAZIONI l’impianto
“Progressiva 0.000” non è un impianto di depurazione ma è un impianto di
sollevamento che è stato progettato e costruito per sollevare le acque nere
della rete fognaria delle acque reflue o nere della zona dell’Infernetto.
Poiché la parte terminale della fognatura pubblica delle acque nere
dell’Infernetto viene a trovarsi ad una quota più bassa dei successivi
sistemi di allaccio al depuratore di Ostia, è necessario sollevare le acque
reflue per poi scaricarle a quota più alta verso il successivo impianto
denominato “Progressiva 2.000” per poi proseguire verso altri impianti
fino al depuratore di Ostia in Via Tancredi Chiaraluce.
Le acque reflue provenienti da tutta l’area dell’Infernetto dovevano avere
dapprima una portata di circa 40 litri/s, poi con l’ampliamento del PP
……. la portata dovrebbe arrivare a circa 80 litri/s.
Con l’esame delle portate nel periodo estivo (periodo di secca) l’ACEA
ATO 2 Spa ha rilevato una portata di 90 litri/s, ed in futuro si prevede che
nel periodo estivo arrivi intorno ai 130 litri/s, riscontrando così la presenza
di numerosi allacci abusivi che scaricano nella fognatura pubblica delle
acque reflue le acque di falda. Tale fenomeno si è accentuato in maniera
esponenziale nel periodo invernale dove le portate in ingresso all’impianto
“Progressiva 0.000” sono risultate nell’ordine di 1.500-1.600 litri/s,
dimostrando inequivocabilmente che nelle fogne delle acque nere “ignoti”
avevano allacciato gli scarichi delle acque meteoriche raccolte delle
coperture dei propri edifici e dai vari piazzali ed altre aree impermeabili.
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Tali allacci, seppure non giustificati e tanto meno autorizzati,
evidentemente dipendono anche dall’assenza nella zona di un sistema di
raccolta e smaltimento delle acque meteoriche dette anche acque chiare.
Per far fronte a questa anomalia, cioè l’immissione nella fogna delle acque
nere delle acque chiare, l’ACEA ATO 2 Spa ha potenziato le pompe di
sollevamento istallando un primo gruppo di quattro pompe, tre in funzione
ed una di riserva, che sollevano la portata di circa 600 litri/s verso il
depuratore di Ostia, ed un secondo gruppo di pompe, dette di “by pass”
composto da tre pompe, due in funzione ed una di riserva, che sollevano la
portata eccedente di 1.060 litri/s e la scaricano nel vicino Canale ………
del CBTAR, che a sua volta scarica nell’impianto di sollevamento del
Canale dei Pescatori.
Si può dire che l’impianto “Progressiva 0.000” oramai solleva le acque
miste che nel periodo invernale diventano prevalentemente “chiare”
proprio per il notevole apporto che viene convogliato nelle fogne
originariamente destinate esclusivamente alle acque reflue.
5.h. SE NEI DUE-TRE ANNI PRECEDENTI IL FATTO (ED A
TUTT’OGGI) NEL DEPURATORE SI RIVERSASSERO O MENO
ACQUE CHIARE
Gli allagamenti denunciati dall’attrice si sono verificati nei giorni 16
settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22 febbraio 2010, quindi tra il
settembre 2009 e il febbraio 2010.
Già negli anni precedenti, cioè dal 2006, l’impianto “Progressiva 0.000”
funzionava, come tuttora funziona, come impianto di sollevamento di
acque miste in quanto le acque di arrivo erano in parte costituite dalle
acque reflue di tutta la zona dell’Infernetto ed in massima parte dalle acque
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meteoriche che non hanno mai avuto un apposito sistema di raccolta e di
smaltimento.
Le portate delle acque reflue, calcolate sulla base dell’acqua potabile
fornita alla zona dalla stessa ACEA ATO 2 Spa, sono state dell’ordine di
40 litri/s, che con l’allargamento della rete potranno arrivare ad un
massimo di 80 litri/s. In realtà già nel periodo estivo queste portate
arrivavano a 90 litri/s, senza l’allargamento della rete, e nel periodo
invernale arrivavano, ed arrivano, portate dell’ordine di 1.500-1.600 litri/s.
5.i. COME LAVORAVA IN TALE CONDIZIONE L’IMPIANTO DI
DEPURAZIONE E DI SOLLEVAMENTO
Come già detto l’impianto “Progressiva 0.000” non è un impianto di
depurazione ma è un impianto di sollevamento. Esso ha il compito di
sollevare le acque della rete fognante delle acque reflue dell’Infernetto per
portarle alla quota tale da raggiungere per gravità naturale il successivo
impianto di sollevamento per poi arrivare al depuratore di Ostia.
Quando l’ACEA ATO 2 Spa ha riscontrato che le portate di arrivo
all’impianto erano di gran lunga superiori alle portate previste per il
sistema delle acque reflue è stata costretta a potenziare l’impianto e a far
fronte alla situazione che si era venuta a creare specialmente nel periodo
invernale quando le precipitazioni piovose sono assai più accentuate.
Attualmente l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è composto
sostanzialmente da due gruppi di pompe di sollevamento e da un gruppo
elettrogeno. Il sistema è sottoposto al telecontrollo che fa capo alla sala
operativa che ha sede nel depuratore di Ostia in Via Tancredi Chiaraluce.
Eventuali anomalie del sistema vengono rilevate nella sala operativa e il
capo turno, in funzione del rilevamento, invia una squadra sul posto per
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 61 di 86
controllare l’origine e la causa dell’anomalia e per intervenire di
conseguenza ripristinando la funzionalità regolare.
Il primo gruppo di pompe è composto da quattro pompe sommerse di cui
tre in funzione sequenziale ed una di riserva che viene messa in funzione
quando una delle altre tre è in manutenzione. La portata complessiva di
queste tre pompe è di 600 litri/s, quindi di gran lunga superiore alla portata
normale delle acque reflue valutata intorno ai 40 litri/s.
Le tre pompe, più quella di riserva, sollevano le acque, che ora possiamo
anche definire “miste” per convogliarle verso il successivo impianto di
sollevamento denominato “Progressiva 2.000”, che a sua volta le solleva
per poi farle proseguire verso altri impianti ed infine nel depuratore di
Ostia.
Il secondo gruppo di pompe, detto anche di “by pass” è composto da due
pompe in esercizio ed una di riserva utilizzata quando una delle altre due è
in manutenzione. La portata complessiva di queste due pompe è di 1.060
litri/s. Questo secondo gruppo di pompe entra in esercizio quando
l’afflusso dalla rete delle acque reflue (miste ad acque meteoriche) supera
la portata di 600 litri/s, cioè quando la portata è maggiore di quella che può
sollevare il primo gruppo di pompe.
Le acque così sollevate vengono inviate mediante una condotta lunga circa
85 metri nel vicino Canale ………. del CBTAR, il quale, per gravità
naturale, le trasporta fino al centro di sollevamento di Dragoncello meglio
noto come inizio del Canale ………., e di lì vengono inviate al mare.
In pratiche le tre pompe (2 + 1) di by pass funzionano come una sorta di
sfioro, cioè l’eccedenza del quantitativo inviato al depuratore viene
smaltito direttamente al mare.
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 62 di 86
Da un punto di vista normativo, questa possibilità di smaltire l’eccedenza
direttamente al mare è data dalla bassa concentrazione delle acque reflue
rispetto alla portata complessiva.
Infatti, essendo la portata effettiva delle acque reflue di 40 litri/s, quando
entrano in funzione le pompe di by pass che scaricano direttamente a mare,
vuol dire che la portata ha superato i 600 litri/s, cioè le acque reflue
rappresentano poco meno di 1/15 della portata complessiva. Tale
parametro consente lo smaltimento senza trattamento di depurazione.
Ovviamente, nel periodo invernale tale parametro è ulteriormente
abbassato in quanto la portata nei periodi di pioggia può salire oltre i 1.000
litri/s con un rapporto inferiore a 1/20.
Occorre mettere in evidenza che in queste condizioni la rete delle acque
reflue lavora male perché la portata complessiva mette a dura prova tutte le
tubazioni della rete nera. E’ appena il caso di ricordare che le sezioni delle
tubazioni delle acque nere sono generalmente assai più piccole di quelle
delle reti di acque bianche, proprio perché le portate delle acque reflue
sono quasi sempre costanti nell’anno e non soggette a forti picchi. Invece
le tubazioni delle reti di acque bianche, proprio perché soggette ad
improvvise ed elevate portate, hanno bisogno di sezioni molto più grandi.
Quindi le sezioni delle fognature delle acque reflue dell’Infernetto devono
sopportare per molti giorni dell’anno improvvise e forti “piene” con il
rischio anche di rotture strutturali.
Inoltre le portate maggiorate dall’afflusso delle acque meteoriche mettono
in difficoltà il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione di
Ostia che non è dimensionato per il trattamento di acque miste. Infatti le
grosse quantità di acque meteoriche riducono notevolmente il
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funzionamento dei fanghi attivi che devono “digerire” i batteri delle acque
reflue. In pratica con la presenza delle acque meteoriche i fanghi attivi
vengono “dilavati” riducendo la loro capacità di trattamento.
5.j. SE TALE SISTEMA SIA O MENO APPROPRIATO PER UN
CONTESTO URBANISTICO QUALE QUELLO DI VIA ……..
Come riportato nella descrizione urbanistica della zona, l’……….oramai
rappresenta una grossa borgata, peraltro tra le migliori di tutte quelle
sottoposte al recupero urbanistico, che andrà presto incontro ad un numero
complessivo di residenti intorno a 23.500 abitanti.
Le condizioni geologiche dei terreni (sabbiosi-argillosi con lenti di torba) e
la notevole diminuzione dei terreni permeabili determinerà sempre di più
problemi di allagamenti e di rigurgiti delle fognature delle acque reflue.
Queste ultime sono state inizialmente dimensionate per un numero di circa
13.000 abitanti per poi ampliarle fino a circa 23.500 abitanti.
Non sono state certo dimensionate per raccogliere le acque meteoriche che
cadono su una superficie complessiva dell’ordine di 1.000 Ha, tra aree
dotate di piano attuativo ed altre aree limitrofe.
Pertanto l’attuale sistema di smaltimento delle acque reflue, miste alle
acque meteoriche immesse senza alcun criterio ma in modo del tutto
abusivo, non è affatto appropriato per una realtà come quella
dell’Infernetto.
Gli stessi studi del Comune di Roma e dell’ACEA ATO 2 Spa hanno
accertato che per risolvere il problema degli allagamenti nella zona, tra le
altre cose, occorre realizzate una efficiente rete di raccolta e smaltimento
delle acque meteoriche, indipendente da quella delle acque reflue,
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utilizzando anche la rete di canali per il drenaggio della bonifica gestita dal
CBTAR.
In questo contesto Via ……….. si trova in una situazione particolarmente
delicata in quanto è alla base della rete delle acque reflue dell’Infernetto,
cioè si trova proprio dove è l’impianto di sollevamento “Progressiva
0.000”, per cui al primo avviso di blocco dell’impianto la zona va in tilt e
si allaga.
L’assenza di qualsiasi tipo di drenaggio, anche sulle strade, determina
l’immediato allagamento quando le fogne rigurgitano in presenza di forti
ed improvvise piogge.
5.k. SE NEL CONTESTO TERRITORIALE LIMITROFO SIANO
USUALI E DIFFUSI SMALTIMENTI SEPARATI PER ACQUE
METEORICHE E NERE
Nella zona dell’Infernetto non ci sono sistemi separati di smaltimento delle
acque reflue e delle acque meteoriche. Solo lungo Viale di ………. ci sono
lateralmente delle caditoie che smaltiscono le acque meteoriche raccolte
dalla strada nel laterale canale di bonifica che ha poi esito nel canale
denominato ……….. con esito al mare all’interno della riserva
presidenziale. Il resto di tutto il comprensorio denominato Infernetto è
privo di qualsiasi sistema di raccolta e smaltimento delle acque
meteoriche.
In altri termini le acque di precipitazione vengo smaltite per assorbimento
dei terreni liberi, oppure vengono immesse più o meno abusivamente nei
vari canali di bonifica della zona, oppure, come già specificato, vengono
immesse in maniera del tutto abusiva nelle fognature pubbliche delle
acque nere create nell’ambito del piano di risanamento delle borgate.
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 65 di 86
Al di là del Viale …………, ci sono due grosse lottizzazioni, denominate
rispettivamente “………..” e “…….”, che hanno una propria rete di
raccolta delle acque meteoriche che ha esito nei canali del CBTAR della
zona. Tali reti sono state create nell’ambito dell’attuazione delle rispettive
convenzioni urbanistiche.
Le altre zone edificate, ma non ancora completamente urbanizzate, situate
verso Ovest, non hanno un proprio sistema di raccolta delle acque
meteoriche il cui smaltimento avviene per assorbimento nei terreni liberi
oppure con allacci abusivi nei canali di bonifica.
5.l. SE IL GIORNO DELL’EVENTO IL DEPURATORE E
L’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO ABBIANO FUNZIONATO
E/O SE QUEST’ULTIMO NON SIA STATO INTERESSATO DA
BLACK-OUT
Dai report consegnati dall’………risulta che il ………, la centrale di
telecontrollo del depuratore di Ostia, cui fanno capo tutti gli impianti di
sollevamento gestiti dall’…….., alle ore 4,30 ha registrato una anomalia
all’impianto “Progressiva 0.000” costituita dal raggiungimento del
massimo livello della acque raccolte nella vasca di carico da cui aspirano
le pompe di sollevamento e dall’interruzione di energia elettrica causata
dall’apertura del circuito da parte dell’interruttore di protezione
(interruttore magnetotermico) e da parte dell’interruttore di protezione del
gruppo elettrogeno. Il mancato funzionamento delle pompe di
sollevamento verso il depuratore di Ostia e delle pompe di by pass verso il
Canale ……….., hanno messo in pressione la fognatura pubblica con il
conseguente rigurgito all’aperto delle acque in essa presenti.
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5.m. CAUSE DEL MANCATO FUNZIONAMENTO E LA DURATA
DELLO STESSO DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO
L’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è andato in blackout il
……….. a causa di un evento imprevedibile, probabilmente un fulmine,
che ha fatto scattare (aprire) il circuito di alimentazione elettrica e il
collegamento con il gruppo elettrogeno. La completa mancanza di energia
elettrica non ha fatto entrare in funzione le pompe di sollevamento dirette
verso il depuratore e le pompe di by pass per lo sfioro nel Canale
…………
L’interruzione di energia elettrica è stata avvertita nella sala di
telecontrollo dell’impianto del depuratore di Ostia alle ore 4,30. Il
ripristino dell’energia elettrica è avvenuto alle ore 5,50 dello stesso giorno
09 gennaio 2010.
5.n. CONSEGUENZE CONNESSE AL MANCATO
FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO
Il mancato funzionamento delle tre pompe di sollevamento e delle due
pompe di by pass ha provocato l’innalzamento del livello nella vasca di
carico delle pompe e quindi ha provocato il riempimento delle tubazioni
della fognature delle acque nere con il conseguente aumento della
pressione interna.
L’aumento della pressione è avvenuto dal fondo della rete delle fognature,
cioè partendo dalla “Progressiva 0.000” fino a tornare pian piano verso
monte durante il tempo di non funzionamento delle pompe.
La pressione idrostatica all’interno della fognatura si sviluppa in modo
radiale, cioè su tutta la superficie laterale della tubazione; per cui quando
la pressione trova un innesto di uno scarico, qualunque esso sia, va ad
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occupare tale spazio riempiendo tutta la tubazione fino a quando la sua
pressione diventa come quella atmosferica; a quel punto si ferma.
Nelle zone vicino alla “Progressiva 0.000” la pressione è alta, mentre nelle
parti di tubazione più distanti la pressione è minore. Man mano che passa
il tempo la pressione vicina alla “Progressiva 0.000” aumenta sempre di
più a causa del continuo apporto di acqua e la pressione aumenta anche
lungo la fognatura precedendo verso monte.
Le conseguenze di questo aumento di pressione sono i rigurgiti di tutti gli
scarichi presenti lungo il tratto di fognatura in pressione e quindi gli
allagamenti che si riversano nelle aree circostanti; anche la rete privata
delle acque nere può rigurgitare se non ci sono le valvole di non ritorno.
5.o. SOGGETTO DEPUTATO ALLA COSTRUZIONE DEI
DEPURATORI ED IN CONCRETO CHI HA REALIZZATO
L’ATTUALE DEPURATORE
Il soggetto deputato alla costruzione delle reti fognarie pubbliche (bianche
e nere) e dei depuratori, nonché proprietario, è il Comune di Roma, oggi
ROMA CAPITALE, il quale ha demandato, mediante una convenzione, la
gestione e la manutenzione del sistema idrico integrato, comprendente le
acque nere, l’ACEA ATO 2 Spa, come risulta dalla Convenzione di
Gestione del Servizio Idrico Integrato approvata con deliberazione del
Consiglio Comunale n. 6 del 22 gennaio 2004 (doc. 1 del fascicolo di
Roma Capitale).
In altre parole ROMA CAPITALE è la proprietaria degli impianti di
depurazione come l’impianto del depuratore di Ostia in Via Tancredi
Chiaraluce situato a Nord di Ostia ed è la proprietaria degli impianti di
raccolta, sollevamento e smaltimento delle acque nere. Le reti di raccolta e
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smaltimento delle acque bianche, laddove esistenti, sono sempre di
proprietà di ROMA CAPITALE e ad essa sono rimaste in carico.
La manutenzione, la custodia e la gestione degli impianti relativi alla
raccolta e smaltimento con depurazione delle acque nere è demandata
all’ACEA ATO 2 Spa.
La costruzione, la gestione e la manutenzione delle reti di raccolta e
smaltimento delle acque meteoriche, o bianche, interne al territorio
comunale, è in carico a ROMA CAPITALE.
L’attuale impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è stato realizzato
ed ampliato dall’ACEA ATO 2 Spa in funzione delle esigenze, anche per
l’illecito apporto delle acque meteoriche, nell’ambito del piano di
risanamento delle borgate.
5.p. NATURA, QUANTITÀ E DURATA DELLE PRECIPITAZIONI
DEL GIORNO DEL FATTO CON PROSPETTO COMPARATIVO
PER UN PERIODO TEMPORALE SIGNIFICATIVO
Le precipitazioni piovose del 09 gennaio 2010 non hanno avuto carattere
eccezionale in quanto sono state dell’ordine di 25 mm, che comunque per
il 2010 rappresentano una quantità significativa, tenendo conto che solo in
altri sei giorni del 2010 ci sono state precipitazioni più consistenti, quali:
22 febbraio 2010 con 26,8 mm
08 novembre 2010 con 26,8 mm
20 novembre 2010 con 26,4 mm
28 novembre 2010 con 35,6 mm
17 dicembre 2010 con 37,8 mm
24 dicembre 2010 con 30,4 mm.
In nessuno di questi giorni è stato lamentato alcun allagamento.
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Prima e dopo il 2010 ci sono stati eventi atmosferici davvero eccezionali
che hanno messo in ginocchio l’intera città di Roma, e soprattutto il
litorale romano, ma per questi eventi non è stato lamentato alcun
allagamento.
Ci riferiamo ai seguenti giorni in cui il pluviometro di Acilia ha registrato:
− il 17 ottobre 2008 la caduta di 86,4 mm,
− il 13 novembre 2008 la caduta di 103,8 mm,
− il 20 ottobre 2011 la caduta di 159,2 mm,
− il 31 gennaio 2014 la caduta di 139 mm.
In questi giorni l’attrice non ha lamentato alcun allagamento nella propria
casa.
Le quantità di pioggia precipitate nel corso degli anni sono così distribuite:
Anno Ostia Acilia
2006 536,6 497
2007 383,6 425,4
2008 642,2 1.072,2
2009 531,0 797,4
2010 431,8 877,0
2011 428,4 648,6
2014 1.131,4 1.132,2
Per gli anni 2012, 2013 mancano le registrazioni delle piogge di alcuni
mesi.
5.q. DANNI SUBITI DALL’IMMOBILE (E SUOI CONTENUTI
DOCUMENTATI) DELL’ATTRICE
Per quanto riguarda la determinazione dei costi per la riparazione dei danni
provocati dagli allagamenti lamentati dalla Sig.ra ………., abbiamo avuto
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 70 di 86
a disposizione solo la perizia giurata dell’Ing. ………. allegata all’atto di
citazione come doc. 11, corredata di fotografie dello stato dei luoghi e di
quanto andato deteriorato o distrutto.
Non è stato quindi possibile osservare direttamente i danni, anche perché,
come è ovvio e naturale, la Sig.ra ………. ha provveduto subito, a sue
spese, ad effettuare le riparazioni e ad acquistare quanto perduto.
L’elenco dei costi sostenuti dalla Sig.ra ……….. è stato descritto dal
tecnico incaricato e riportato in un prospetto alla fine della perizia giurata.
L’importo complessivo di tale elenco è di € 120.147,13, successivamente
integrato con altra perizia giurata per l’acquisto del gruppo elettrogeno di €
2.420,00 (doc. 15 dell’atto di citazione).
Al primo elenco di importo maggiore abbiamo apportato delle riduzioni,
descritte per ciascun gruppo di voci, per tenere conto sia di quanto
effettivamente rientrante nei danni come per esempio la costruzione dei
muretti di protezione e delle griglie di raccolta, sia per tenere conto della
vetustà di quanto danneggiato o andato distrutto.
Relativamente all’acquisto del gruppo elettrogeno non abbiamo preso in
considerazione il relativo importo poiché si tratta di una miglioria e non di
un danno subito a causa dell’allagamento.
Nel capitolo CONSIDERAZIONI è stato determinato l’importo di
ciascuna voce e l’importo complessivo del costo di riparazione e ripristino
in € 60.200,00 comprensivo di IVA.
Nel seguente prospetto viene riportato lo stesso schema dell’Ing. …….. ma
con gli importi da noi determinati in € 60.190,00, poi arrotondato a €
60.200,00:
Camera da pranzo € 13.000,00
Ing. Paolo Morelli e-mail: info@morelliprogettisti.it - pec: studio.morelli@pec.ording.roma.it Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: pasquale.ricciardi@tin.it – pec: pasquale.ricciardi@legalmail.it Pagina 71 di 86
Camera da letto € 16.500,00
Camera ospiti € 9.000,00
Bagno € 4.000,00
Cucina € 6.600,00
Porte e finestre € 3.000,00
Giardino € 100,00
Spese pulizia di casa € 1.600,00
Lavori per la messa in sicurezza € 0.00
Impianto elettrico € 1.460,00
Ulteriori spese € 430,00
Lavori edili € 4.500,00
Totale € 60.190,00
arrotondato a € 60.200,00
6. CONCLUSIONI ALLA BOZZA DI RELAZIONE INVIATA
ALLE PARTI
La presente relazione di Consulenza tecnica viene inviata per pec ai tre
Consulenti tecnici di parte in formato pdf, in modo che possano redigere
le loro osservazioni o note critiche da sottoporre poi ai CTU per le
successive risposte.
7. OSSERVAZIONI DELLE PARTI
Il 24 febbraio 2015, abbiamo inviato, per posta elettronica certificata (pec),
ai tre CTP, Arch. ……….., Ing. ……… (con mail normale) e Arch.
……… e ai tre legali delle parti, la bozza della nostra relazione di
Consulenza tecnica completa degli allegati dal n. 1 al n. 20.
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Il 25 marzo 2015, abbiamo ricevuto dall’Arch. ………., CT di ROMA
CAPITALE, la sua relazione tecnica in merito alla nostra bozza di
relazione di Consulenza (All. 21).
Il 09 aprile 2015, abbiamo ricevuto dall’Ing. ………., CTP ……… le sue
osservazioni alla nostra bozza di relazione di Consulenza (All. 22).
Il 09 aprile 2015, abbiamo ricevuto dall’Arch. ………, CTP della Sig.ra
…….. le sue note critiche alla nostra bozza di relazione di Consulenza
(All. 23).
Le osservazioni inviateci dai CTP e le seguenti risposte, si devono
considerare come parte integrante ed inscindibile della nostra relazione
tecnica definitiva di Consulenza redatta per rispondere ai quesiti che il
Giudice Istruttore ci ha posto al momento del conferimento dell’incarico.
7.1. OSSERVAZIONI DELL’ARCH. ………….
Il CTP di ROMA CAPITALE, Arch. ……….., nella sua relazione tecnica
riassume brevemente quanto emerso durante i sopralluoghi e quanto
riportato nella bozza di relazione di Consulenza, mettendo in evidenza che
la Via …….. è una strada privata aperta al pubblico transito.
In altre parole, la strada interessata ancora non rientra tra le aree pubbliche
ufficialmente passate in proprietà di ROMA CAPITALE.
Quanto riferisce il CTP rappresenta una situazione assai diffusa in tutto il
territorio del Comune di ROMA CAPITALE, specialmente nelle 84
borgate, dette anche perimetrazioni, che sono soggette al recupero
urbanistico conseguente alla edificazione spontanea (abusivismo edilizio)
verificatasi specialmente tra gli anni ’60 e gli anni ’90 dello scorso secolo.
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Addirittura la presenza di strade ancora private è frequente anche in parti
della città consolidata, come per esempio Ostia Lido, Acilia, ed altre zone
similari di Roma.
Tuttavia, con l’apertura al pubblico transito e con la costruzione di alcune
opere di urbanizzazione, ROMA CAPITALE deve comunque intervenire
laddove si ravvisino situazioni di pericolo di qualsiasi genere, come nel
caso gli allagamenti.
Non ci sembra che la relazione dell’Arch. ……….. contenga particolari
osservazioni o note critiche alle quali si debba rispondere.
Il contenuto della relazione rispecchia sostanzialmente quanto riportato
nella nostra bozza di relazione di Consulenza, per cui non riteniamo di
dover rispondere ulteriormente in modo specifico.
7.2. OSSERVAZIONI DELL’ING. MASSIMO SPIZZIRRI
Il CTP dell’…………, Ing. ………, nelle sue osservazioni approfondisce
alcuni aspetti cruciali trattati nella nostra relazione di Consulenza, ed
allega alle proprie osservazioni la copia della Convenzione di Gestione,
con allegati, che disciplina il rapporto con l’utenza.
Si tratta della Convenzione di Gestione del Servizio Idrico Integrato che
regola i rapporti con il Comune di Roma per la gestione dell’acqua
pubblica e delle reti delle acque reflue.
Il documento che allega è della Segreteria Tecnico Operativa (STO)
dell’………..(All. 22).
Al punto 1. delle sue osservazioni l’Ing. ………… chiarisce le
competenze delle acque bianche, riportando inizialmente i tre tipi di
fognature più usuali e cioè, la fognatura mista, la fognatura delle acque
nere e la fognatura delle acque bianche.
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Subito dopo il CTP fa riferimento al rapporto che esiste tra ROMA
CAPITALE e l’ …………. mediante la “Convenzione di gestione del
Sistema Idrico Integrato”, cioè dell’atto con cui ROMA CAPITALE ha
demandato all’………. la gestione delle acque reflue e delle acque
potabili.
In questo riferimento il CTP riporta alcuni passi del Disciplinare Tecnico
allegata alla Convenzione:
Con questa enunciazione il CTP in sostanza fa rilevare che, nel caso
specifico, la competenza dell’……….riguarda la gestione delle sole acque
reflue e delle acque che in qualche modo possono interessare le fognature
di sua gestione (punto “f” dell’elenco) con esclusione della gestione del
controllo dei sistemi drenanti superficiali delle acque.
E’ una precisazione utile, ma di questo tipo di competenza si è trattato
nella relazione, anche perché nella zona non ci sono sistemi drenanti
ufficiali, escludendo le responsabilità dell’……in merito ai sistemi di
raccolta e trattamento delle acque meteoriche o bianche.
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Al punto 2. il CTP ricorda che la zona è completamente priva di sistemi di
raccolta delle acque meteoriche e spesso queste sono convogliate
impropriamente nella rete delle acque nere la cui progettazione e
dimensionamento è stato limitato solo a smaltire questo tipo di acque.
Al punto 3. il CTP fa una precisazione sul sistema di sollevamento della
“Progressiva 0.000” in particolare precisa che lo scarico di emergenza che
solleva le acque in eccedenza e le scarica nel vicino canale di bonifica
assolve ad una mera difesa della funzionalità dell’impianto in situazioni
non sopportabili dal sistema fognario delle acque nere e non rappresenta
affatto uno scaricatore di piena (tipico delle fognature miste).
Precisa il CTP che laddove abbiamo parlato di autorizzazioni allo scarico
nel vicino canale di bonifica non sarebbe un termine corretto in presenza di
un rapporto di diluizione delle acque nere trasportate in ragione di 1:15, e
comunque il sistema di sollevamento riesce ad assolvere a compiti che
vanno ben oltre quelli specifici dell’……… garantendo l’allontanamento
di grandi masse d’acqua di natura meteorica.
Al punto 4. ribadisce che l’interruzione elettrica con blocco di tutte le
pompe di sollevamento della “Progressiva 0.000” è stato un caso del tutto
fortuito dovuto ad un fulmine e quindi per una causa di forza maggiore.
Pur non essendoci alcuna osservazione da parte del CTP, dobbiamo far
presente la delicatezza e la sensibilità della zona bassa dell’Infernetto dal
punto di vista idrogeologico ed antropico, per cui la “Progressiva 0.000” in
effetti dovrebbe essere dotata di sistemi di autocontrollo che permettano in
tempi assai rapidi il ripristino dello stato di funzionamento dell’intero
impianto, senza correre rischi di allagamenti o di altri eventi conseguenti.
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Al punto 5. l’Ing. ……… ricorda che l’intervento di ripristino
dell’efficienza dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è
avvenuto in un’ora e venti minuti, cioè il tempo intercorso tra l’allarme
registrato nella sala di telecontrollo (ore 4,30 del 09 gennaio 2010) presso
il depuratore di Ostia (Via Tancredi Chiaraluce, vicino all’argine del
Tevere) e il completamento dell’intervento effettuato dalla squadra di
intervento e manutenzione (ore 5,50 del 09 gennaio 2010).
Il CTP fa inoltre presente che la Convenzione di Gestione del Servizio
Idrico Integrato alla scheda 7 prevede che le ore necessarie per l’intervento
non devono essere superiori a 12, mentre nel caso specifico l’intervento è
avvenuto entro una ora e venti minuti (All. 22).
Non riteniamo di dover dare una risposta a questa osservazione in quanto
non riferita alla nostra bozza di Consulenza.
Al punto 6. Il CTP di …………., mette in evidenza che se nella rete
fognante dell’Infernetto non fossero state inserite le acque meteoriche
della zona, il sistema di accumulo presente alla base delle pompe di
sollevamento, aveva una tale capacità di ricevere le acque nere per il
periodo di interruzione delle pompe (un’ora e venti minuti) senza che
potessero fuoriuscire liquami non sollevati.
Per confermare questa affermazione l’Ing. ………….allega un grafico di
una prova eseguita con le pompe ferme dove si misura il tempo in cui le
acque reflue raggiungono le varie altezze nella vasca di accumulo (All. 22)
Anche su questo punto non riteniamo di dover dare alcuna risposta in
quanto non c’è una osservazione specifica riferita alla nostra bozza di
relazione di Consulenza.
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Al punto 7. l’Ing. …….. conclude respingendo qualsiasi responsabilità o
colpa, a carico dell’ACEA ATO 2 Spa, in merito all’accaduto.
Il nostro compito è quello di esaminare gli atti ufficiali e lo stato dei
luoghi, cioè le caratteristiche dell’impianto “Progressiva 0.000”, le sue
funzioni, le anomalie che abbiamo riscontrato, il blocco delle pompe di
sollevamento e l’allagamento ad esso conseguente, con l’individuazione
dei danni provocati alla ricorrente.
I fatti sono stati ampiamente dimostrati, e tra l’altro riconosciuti dallo
stesso CTP dell’…………, per cui sullo svolgimento di quanto accaduto
non ci sembra che ci siano contrasti. Per quanto riguarda il riconoscimento
delle responsabilità, ovviamente, sarà il Giudice Istruttore ad esprimersi.
7.3. NOTE CRITICHE DELL’ARCH. …………
Il CTP della Sig.ra ………., Arch. ……………, nelle sue note critiche
evidenzia che l’unica causa concreta dei danni verificatisi nella proprietà
della sua assistita è stata il blackout elettrico nell’impianto di sollevamento
delle acque nere di Progressiva 0.000.
Nella nostra relazione di Consulenza tale causa è stata ampiamente
illustrata e documentata con il report dell’intervento effettuato nella prima
mattinata del 09 gennaio 2010 (ore 5,50).
Ma abbiamo anche evidenziato lo stato generale della zona ed in
particolare le condizioni anomale in cui opera la rete di raccolta e di
allontanamento delle acque reflue, la quale è impropriamente utilizzata
anche per lo smaltimento delle acque meteoriche. Infatti la rete è diventata
una sorta di fognatura mista con un rapporto tra acque nere ed acque
meteoriche raccolte di 1:17,5. In altre parole, per ogni litro di acque reflue
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ci sono circa 17,5 litri di acque meteoriche, ovviamente quando ci sono
forti precipitazioni.
Il CTP rileva che se anche l’impianto fosse stato di capacità adeguate, il
blackout elettrico avrebbe comunque provocato lo stesso allagamento e lo
stesso danno.
In realtà l’impianto ha delle vasche di accumulo che, in presenza di soli
liquami (acque reflue), avrebbe sopportato lo stesso blackout elettrico
senza alcuna tracimazione ed allagamento.
Resta comunque inoppugnabile che l’allagamento si è verificato per
l’interruzione del funzionamento delle pompe di sollevamento causata
dalla mancanza di energia elettrica nell’impianto stesso.
C’è comunque da rilevare che la stessa Sig.ra …….. denuncia allagamenti
anche in giorni in cui nell’impianto non c’è stato alcun blackout (16
settembre 2009 e 22 febbraio 2010).
Come riportato nella relazione di Consulenza, la causa dell’allagamento è
il blackout dell’impianto Progressiva 0.000, ma c’è la concausa non
indifferente dell’anomalo funzionamento della rete delle acque nere che
ricevono impropriamente una grande quantità delle acque meteoriche che
interessano la zona dell’Infernetto.
Indubbiamente l’impianto, proprio per la sua peculiarità, in quel momento
nota a tutti gli enti interessati (Comune di Roma, ACEA ATO 2 Spa,
CBTAR, Regione Lazio) doveva avere un sistema di autocontrollo e di più
rapida rimessa in esercizio.
Al primo capoverso di pag. 3 delle sue note critiche, il CTP afferma che a
pag. 55 della nostra relazione di Consulenza abbiamo affermato: “ non
risulta tra i documenti in atti l’attestato dell’ACEA ATO 2 Spa di avvenuto
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allaccio.”, quando invece lo stesso CTP, in sede di sopralluoghi, ci ha
fornito una copia di tale attestato, di cui abbiamo riportato la consegna
nella stessa nostra relazione.
Dobbiamo chiarire che la nostra affermazione sull’assenza di tale attestato
voleva mettere in evidenza che questo documento non era presente “negli
atti della causa”, nel senso che non lo abbiamo trovato nel fascicolo di
parte.
Non abbiamo messo in contestazione la presenza di tale documento, ma
abbiamo solo evidenziato un aspetto di natura procedurale.
Il documento lo abbiamo dettagliatamente descritto, come pure abbiamo
evidenziato che l’attestato riguarda l’imbocco in fogna dell’edificio che si
trova davanti alla casa della Sig.ra ………… e non riguarda direttamente
l’abitazione della ricorrente. Infatti la fognatura delle acque reflue della
Sig.ra ……… non è allacciata direttamente nella fogna pubblica, ma è
allacciata alla fognatura privata della Sig.ra ………. (titolare dell’attestato
dell’ACEA) che a sua volta ha esito nella fognatura pubblica, come
attestato dal documento cui il CTP fa riferimento.
Al secondo capoverso di pag. 3, il CTP contesta che nella determinazione
dei danni non abbiamo tenuto conto dei costi sostenuti dalla ricorrente per
“difendersi” da possibili successivi allagamenti, e quindi tali costi non
sono migliorie.
Il quesito del Giudice Istruttore richiede la determinazione dei danni è non
di ciò che la Sig.ra ……. ha realizzato per proteggere la propria
costruzione. Interventi che abbiamo constatato hanno anche avuto un buon
esito in situazioni meteorologiche difficili. L’esecuzione di quelle opere di
protezione hanno salvaguardato la proprietà ……… da successivi
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allagamenti avvenuti nella zona (non dovuti ad alcun blackout
dell’impianto di sollevamento).
Non riteniamo quindi che debbano essere presi in considerazione i costi
sostenuti per le difese passive messe in atto dalla ricorrente.
In questo contesto rientra anche la spesa di approvvigionamento del
gruppo elettrogeno istallato dalla Sig.ra ………, che riteniamo non
rimborsabile.
Quanto ai danni subiti dagli arredi e dalle suppellettili, il CTP ci attribuisce
affermazioni incomplete o che non abbiamo reso, come: “i danni alle
suppellettili e agli arredi situati sopra i 25/30 cm dal pavimento non
valgono.”
In effetti nel capitolo 4.8. DANNI PROVOCATI ALLA CASA abbiamo
affermato:
“Per quanto riguarda i danni alle suppellettili e agli arredi, riteniamo che
quelli oggettivamente da riconoscere siano quelli direttamente interessati
dall’allagamento, cioè quelli situati al di sotto dei 25-30 cm del livello che
quel giorno avevano raggiunto le acque all’interno della casa.”.
Ma abbiamo anche aggiunto, e tenuto conto nei conteggi dei danni:
“.........per cui appare logico considerare come danneggiate tutte quelle
cose che potevano trovarsi sommerse dai liquami o che in qualche modo
potessero risentire del livello dei liquami fino ad un massimo di 45-50 cm.
Ovviamente se un mobile è danneggiato alla sua base è plausibile ritenere
che sia stato interamente danneggiato, invece le suppellettili, i libri, e
quanto altro poteva stare ad altezza oltre i 40-50 cm, c’è da ritenere che
non abbia subito rilevanti danni.”
Pertanto, quanto affermato dal CTP è privo di qualsiasi fondamento.
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Come già espresso nel capitolo 4.8. sono stati presi in considerazione tutti
i danni denunciati dall’Ing. …….. nella sua perizia giurata, ma sono state
apportate le detrazioni dovute a quanto non danneggiato e alla vetustà di
quanto danneggiato, anche in considerazione di preventivi e non di fatture
di acquisto.
Riteniamo che l’importo dei danni, da noi determinato in € 60.200,00, sia
congruo, in relazione a quanto denunciato con la perizia giurata dell’Ing.
…….., e alle dimensioni dell’abitazione della Sig.ra …., tuttavia, anche in
relazione alle precisazioni fatte dal CTP Arch. ……. e al fatto che la
proprietaria ha già provveduto al ripristino integrale della sua abitazione
con spese soggette ad IVA, riteniamo che a tale importo si possa
aggiungere l’aliquota dell’IVA al 20% (questa era l’aliquota in quel
periodo), valutando quindi il risarcimento onnicomprensivo per i danni
subiti nell’importo di € 72.240,00, arrotondato a € 72.000,00.
Nelle conclusioni delle note critiche, il CTP riferisce di alcuni aspetti
contraddittori circa quanto da noi riportato, sempre al capitolo 4.8.
“Al primo elenco di importo maggiore abbiamo apportato delle riduzioni,
descritte per ciascun gruppo di voci, per tenere conto sia di quanto
effettivamente rientrante nei danni come per esempio la costruzione dei
muretti di protezione e delle griglie di raccolta, sia per tenere conto della
vetustà di quanto danneggiato o andato distrutto.”.
Può anche darsi che l’espressione non sia molto lineare, ma
l’interpretazione autentica è che in quell’elenco dove abbiamo apportato le
riduzioni abbiamo tenuto conto dei danni effettivi, delle opere che non
erano oggetto di rimborso e delle opere che erano oggetto di vetustà.
Le opere riguardanti protezioni passive non sono state contabilizzate.
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A conclusione delle risposte alle note critiche del CTP Arch. ………, pur
considerandole di interesse e di chiarimento a quanto effettivamente
accaduto, non riteniamo che possano modificare di molto quanto riportato
nella nostra relazione, specialmente nell’ambito della quantificazione dei
danni, tuttavia riteniamo che all’importo originariamente calcolato in €
60.200,00, si possa aggiungere l’aliquota dell’IVA al 20%, che la Sig.ra
CAVALLARO avrà dovuto spendere senza alcuna possibilità di recupero,
per cui, a parziale correzione di quanto riportato al capitolo 5.q. l’importo
complessivo dei danni subiti è determinato in € 72.240,00 arrotondato ad €
72.000,00 (Euro settantaduemila/00).
8. CONCLUSIONI
In base a quanto rilevato nel corso della Consulenza tecnica, e sulla base
delle osservazioni dei CTP delle tre parti e delle risposte a tali
osservazioni, confermiamo quanto già riportato nelle conclusioni della
bozza di relazione di Consulenza tecnica e possiamo così riassumere:
a) la zona dell’Infernetto si trova in particolari situazioni idrogeologiche,
accentuate e rese più gravose dalla forte antropizzazione che ha subito
negli ultimi cinquanta anni, con una espansione urbanistica irregolare e
non programmata;
b) la casa della Sig.ra ……… si trova nella zona più bassa dell’Infernetto,
assai vicina all’impianto di sollevamento gestito dall’ACEA ATO 2
Spa, e risulta ribassata di circa 26 cm rispetto al piano della strada Via
……………….;
c) le opere di urbanizzazione di tutta la zona, la cui superficie complessiva
è di circa 1.000 ettari, non sono state completate, tanto che non esiste
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una rete di raccolta delle acque meteoriche, a fronte della notevole
diminuzione della superficie naturale assorbente;
d) l’opera di urbanizzazione primaria come la rete di raccolta e
smaltimento delle acque reflue civili (acque nere) è stata realizzata in
quasi tutta la zona dell’………., con possibili ulteriori ampliamenti per
quelle zone (toponimi) ancora in fase di approvazione;
e) il dimensionamento dell’impianto di sollevamento delle acque reflue
(Progressiva 0.000), gestito dall’ACEA ATO 2 Spa, nell’ambito della
Convenzione di Gestione del Servizio Idrico Integrato approvata con
deliberazione del Consiglio Comunale di Roma n. 6 del 22 gennaio
2004 (doc. 1 del fascicolo di Roma Capitale), è ampiamente superiore
ai fabbisogni legati esclusivamente al trattamento di dette acque reflue,
mentre entra in crisi per i notevoli ed irregolari apporti di acque
meteoriche che avvengono da parte di ignoti lungo tutta la rete;
f) l’ACEA ATO 2 Spa ha istallato nella PROGRESSIVA 0.000 un
sistema di pompe e di linea di by pass per salvaguardare il sistema di
trattamento e di depurazione delle acque nere e nello stesso tempo per
smaltire le eccedenze verso gli impianti del Consorzio di bonifica
(CBTAR) per poi recapitarli al mare; l’attuale sistema, a fronte di una
portata media delle acque reflue, che in periodo di magra (estate) arriva
ad un massimo di 90 litri/s, riesce a sopperire a portate massime nel
periodo invernale di 1.660 liti/s, quindi con un rapporto di 1:17,5;
g) in questo contesto il Comune di Roma (ROMA CAPITALE) non ha
eseguito interventi significativi, o comunque dimostrati in questa
Consulenza, che abbiano permesso la risoluzione del problema, o
quanto meno la sua mitigazione, lasciando interamente all’ACEA ATO
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2 Spa la gestione anche di situazioni particolarmente gravose in
presenza di eventi atmosferici particolarmente pesanti;
h) in presenza di forti precipitazioni piovose la zona dell’…….., come
peraltro le zone di Ostia Lido, di Ostia Antica, di Dragona, di Stagni di
Ostia, sia per la loro depressione rispetto al mare, sia per la completa
assenza di una rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, va
spesso in crisi, anche con allagamenti di estrema pericolosità per la
pubblica incolumità e per le opere antropiche;
i) nonostante la presenza dell’impianto di sollevamento Progressiva
0.000, che comunque riesce a sopperire alle carenze di natura
strutturale presenti nella zona, sarebbe necessario un programma di
riqualificazione idrogeologica con la realizzazione, ovviamente nel
tempo, di una nuova rete di raccolta dedicata esclusivamente alle acque
chiare, peraltro facilitata anche dalla presenza di numerosi cabali di
bonifica;
j) il fenomeno dell’allagamento lamentato dalla ricorrente è avvenuto
nelle prime ore del 09 gennaio 2010 in presenza di piogge, ed è stato
causato da un blackout elettrico subito all’impianto Progressiva 0.000
dove per circa un’ora e venti minuti tutte le pompe si sono fermate
(quattro di sollevamento al depuratore e tre di by pass); intorno alle
5,50 del 09 gennaio 2010 è stato ripristinato il corretto funzionamento
delle pompe di sollevamento e l’allagamento della zona bassa
dell’Infernetto ha cominciato a diminuire;
k) gli innegabili danni provocati all’abitazione della ricorrente sono stati
da noi quantificati in € 72.000,00 (Euro settantaduemila/00)
onnicomprensivi (compresa IVA di allora).
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Con la presente relazione tecnica riteniamo di aver risposto ai quesiti con
il solo fine del raggiungimento della verità, e riconsegniamo i fascicoli di
causa a suo tempo consegnatici dai legali delle parti, restando a completa
disposizione per qualsiasi chiarimento.
Ringraziamo il Giudice Istruttore, Cons. Dott. ………, per la fiducia
concessaci e porgiamo i nostri ossequi.
ALLEGATI
All. 1: planimetria della rete fognaria;
All. 2: autorizzazione allo scarico;
All. 3: schema funzionale a blocchi degli impianti di sollevamento;
All. 4: autorizzazione della Provincia di Roma;
All. 5: lettera dell’Autorità di bacino del 27/03/2012;
All. 6: studio del Prof. Ing. …………;
All. 7: elenco di copie dei documenti del Municipio …… inviati
all’Avvocatura;
All. 8: copia attestato imbocco in fogna dell’ACEA;
All. 9: registro impianto depuratore di Ostia;
All. 10: scheda di intervento e reperibilità;
All. 11: scheda di manutenzione e registro impianto di Ostia del giorno
dell’evento;
All. 12: nota del 06 marzo 2006, prot. 13056 emessa dal Dipartimento XII;
All. 13: nota prot. 101-06 del 03 aprile 2006 AUTORITA’ ATO 2 Lazio;
All. 14: pluviometri Ostia e Acilia anni 2006-2014;
All. 15: avviso del Comune di Roma per gli allagamenti del 17/10/2008 e
13/11/2008;
All. 16: rilievo altimetrico dislivello tra ………. e casa ………..;
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All. 17: prospetto casa ………. e muro di recinzione;
All. 18 : n. 41 foto stampate al computer;
All. 19 : n. 10 pagine di verbali di sopralluogo;
All. 20: invio bozza relazione alle parti;
All. 21: relazione dell’Arch. ……….;
All. 22: osservazioni dell’Ing. …………;
All. 23: note critiche dell’Arch. …………...
Roma, 28 aprile 2015
I Consulenti tecnici d’Ufficio
Ing. ………………..
Ing. Paolo MORELLI