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Ing. Paolo Morelli e-mail: [email protected] - pec: [email protected] Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: [email protected] – pec: [email protected] Pagina 1 di 86 TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA SEZIONE ………CIVILE § § § § § GIUDICE ISTRUTTORE CONS. DOTT. ……………. § § § § § R.G. N. ............ ............... CONTRO ........................... E ..................... § § § § § RELAZIONE DI CONSULENZA TECNICA CON RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI 1. PREMESSA Il giorno 18 settembre 2014, il Giudice del Tribunale di Roma, Sezione XIII Civile, Cons. Dott. ……….., conferiva a noi, Ing. ................... e .............., l’incarico di Consulenti Tecnici di Ufficio per il ricorso RG n. ........................, promosso dalla Sig.ra ...................... contro ............... .... e ......................., per accertare i danni causati dagli allagamenti avvenuti nei giorni 16 settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22 febbraio 2010 nella porzione immobiliare di sua proprietà sita in Roma, Via .................. Al momento del conferimento dell’incarico il Giudice formulava ai CTU il seguente quesito: “I consulenti tecnici di ufficio nominati, con relazione scritta e informatica, effettuato ogni utile accertamento, anche presso Uffici Pubblici (Vigili del Fuoco, Roma Capitale, Procura della Repubblica di

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TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA

SEZIONE ………CIVILE

§ § § § §

GIUDICE ISTRUTTORE

CONS. DOTT. …………….

§ § § § §

R.G. N. ............

...............

CONTRO

........................... E .....................

§ § § § §

RELAZIONE DI CONSULENZA TECNICA

CON RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI

1. PREMESSA

Il giorno 18 settembre 2014, il Giudice del Tribunale di Roma, Sezione

XIII Civile, Cons. Dott. ……….., conferiva a noi, Ing. ................... e

.............., l’incarico di Consulenti Tecnici di Ufficio per il ricorso RG n.

........................, promosso dalla Sig.ra ...................... contro ............... .... e

......................., per accertare i danni causati dagli allagamenti avvenuti nei

giorni 16 settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22 febbraio 2010 nella

porzione immobiliare di sua proprietà sita in Roma, Via ..................

Al momento del conferimento dell’incarico il Giudice formulava ai CTU il

seguente quesito:

“I consulenti tecnici di ufficio nominati, con relazione scritta e

informatica, effettuato ogni utile accertamento, anche presso Uffici

Pubblici (Vigili del Fuoco, Roma Capitale, Procura della Repubblica di

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Roma, etc.) presso i quali sono autorizzati ad estrarre copia, con l’ausilio

occorrendo, e previa autorizzazione del giudice in presenza di spese

superiori ad € 3.000 importo entro il quale le spese potranno essere

anticipate dagli stessi consulenti, di tecnici o ditte specializzate, previa

occorrendo indagini e saggi invasivi, descriveranno lo stato dei luoghi (in

generale le caratteristiche urbanistiche dell’area e degli immobili, anche

abusivi e condonati, che vi insistono) ove si è verificato l’evento dannoso

ed ogni altro necessario, in particolare a titolo esemplificativo, il

depuratore e l’impianto di sollevamento Progressiva 0.000.

Descriveranno l’immobile dell’attrice ed il collegamento del predetto con

la rete fognaria, nonché tempi, modalità, luoghi e cause o concause

dell’allagamento del 9.1.2010; indicheranno se nell’immobile dovessero

essere, secondo norme urbanistiche applicabili alla fattispecie, e vigenti, e

fossero (o meno) presenti sistemi antirigurgito.

Se il depuratore è a sistema misto con sforatori di piena o è previsto per

sole acque nere.

In quest’ultimo caso se nei due tre anni precedenti il fatto (ed a tutt’oggi)

nel depuratore si riversassero o meno acque chiare.

In caso positivo come lavorava in tale condizione l’impianto di

depurazione e di sollevamento.

In questo secondo caso se tale sistema sia o meno appropriato per un

contesto urbanistico quale quello di via ....................

Descriveranno se nel contesto territoriale limitrofo siano usuali e diffusi

smaltimenti separati per acque meteoriche e nere.

Se il giorno dell’evento il depuratore e l’impianto di sollevamento abbiano

funzionato e/o se quest’ultimo non sia stato interessato da black-out.

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In questo caso diranno i CTU le cause del mancato funzionamento, la

durata dello stesso, le conseguenze a ciò connesse.

Sulla base degli atti e delle norme chi è il soggetto deputato alla

costruzione dei depuratori ed in concreto chi ha realizzato (vale a dire

quale ente) l’attuale depuratore.

I CTU, prenderanno posizione sulla natura, quantità e durata delle

precipitazioni del giorno del fatto con prospetto comparativo per un

periodo temporale significativo.

Infine accerteranno, descriveranno e quantificheranno i danni subiti

dall’immobile (e suoi contenuti documentati) dell’attrice”.

Nel prosieguo in alcuni passi indicheremo con “attrice” la Sig.ra

.................. e con “convenuto” ..........................

2. ESAME DEGLI ATTI

Prima di effettuare i sopralluoghi presso gli immobili di proprietà dei

ricorrenti, abbiamo esaminato gli atti del ricorso per conoscere le

lamentele denunciate e i danni subiti.

2.1. CITAZIONE DELLA SIG.RA ...............

La Sig.ra ..................... è proprietaria dell’appartamento sito nel Comune

di ROMA CAPITALE, Municipio ……., località …….., Via ................,

costituito da un immobile residenziale unifamiliare, ad un unico piano

terra (senza piano interrato), non rialzato da terra, composto di due camere,

soggiorno, disimpegno, bagno e cucina, con annessa circostante corte,

censito nel NCEU del Comune di Roma al foglio ....., particella ...., sub ....

graffata con la particella ..... sub ...., zona …., Cat. A/2, classe 7, vani 5,

RC € ......

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L’immobile ha un giardino di pertinenza e vi si accede mediante un cortile

in comune con un’altra palazzina situata sulla stessa Via ........., la cui

funzione è essenzialmente quella di un percorso carrabile, con passo

carrabile sulla stessa strada, distinto con il civico n. ........

Secondo l’attrice, nei giorni 16 settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22

febbraio 2010 in presenza di forti temporali con notevoli precipitazioni

piovose, la strada Via .........., e tutta la zona circostante, si è

completamente allagata interessando l’interno di tutte le unità immobiliari

che avevano comunicazione con tale strada, e tra queste anche l’abitazione

della Sig.ra ......... al civico n. ........... della stessa strada, con l’annessa

corte circostante.

In particolare l’attrice nell’atto di citazione denuncia che il 16 settembre

2009 “A CAUSA DI FORTI PIOGGE, IL SISTEMA FOGNARIO DELLA

ZONA NON RICEVEVA PIÙ E ACQUE NERE FUORIUSCIVANO DAI

POZZETTI PROVOCANDO L’ALLAGAMENTO DELL’INTERA

ABITAZIONE DELLA SIG.RA .............”.

Ed ancora denuncia che il 09 gennaio 2010: “IN SEGUITO AD UNA

ONDATA DI MALTEMPO E CONDIZIONI METEO AVVERSE

VERIFICATOSI NELLA NOTTATA ALCUNE ABITAZIONI IN ZONA

INFERNETTO CIVICO ..., CIVICO ... E CIVICO ...DI VIA ..............., SI

ERANO ALLAGATE NEI PIANI INTERRATI CON ACQUA FINO A

CIRCA 2 MT DI ALTEZZA”.

La denuncia prosegue illustrando i danni per allagamento di altre

abitazioni della zona circostante.

Sempre la Sig.ra ......., nel ricorso denuncia che il 22 febbraio 2010 si

verificava un altro allagamento sulla Via ………… durante il quale

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intervenivano i carabinieri della stazione di Casalpalocco ed un autospurgo

dell’ACEA.

La citazione contiene anche la perizia tecnica con determinazione dei

danni subiti dalla Sig.ra .......... stimati dapprima in € 120.147,13 e poi

aggiornati con altra perizia tecnica in € 122.567,13.

Nella sostanza, la citazione nei confronti della ...... .... è dovuta alla

mancanza di intervento dell’impianto di sollevamento, di proprietà e di

gestione della stessa azienda.

Durante le forti piogge nei giorni indicati dalla Sig.ra ...., l’impianto di

sollevamento ....., situato sulla Via ............, a pochi metri di distanza dal

suo terreno e dalla sua abitazione, non ha funzionato provocando i rigurgiti

della fognatura delle acque nere che fa capo a tale impianto, con la

fuoriuscita di liquami dai pozzetti e dai servizi sanitari. In altre parole è

stato il mancato funzionamento dell’impianto di sollevamento che ha

provocato l’allagamento della zona e quindi i danni all’interno della

proprietà ............................

La citazione, a supporto delle proprie tesi, riporta anche un estratto

dell’archiviazione che ha disposto il GIP in sede penale, secondo la quale:

“gli episodi avvenuti il 09/01/2010 e 22/02/2010 potevano ricondursi ad

un episodio materiale di danneggiamento e che poteva riconoscersi

valenza causale (di concausa) alla mancata e tempestiva attivazione

manuale della centrale di sollevamento dell’impianto .........”, per poi

proseguire ancora: “La posizione di garanzia che è pur sempre

riconoscibile in capo alla .......... è idonea a fondare, in ipotesi, una

responsabilità civile (nella misura in cui essa sia concretamente

ascrivibile a tale società) ma non è presupposto giuridico per configurare

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una responsabilità per danneggiamento che il codice penale sanziona

come delitto.”

In base alla copia dell’atto di acquisto allegata al ricorso, la Sig.ra ..... ha

acquistato la casa e il terreno di pertinenza il 13 aprile 2007 dal Sig.

............ ed è distinta al Catasto fabbricati del Comune di Roma al foglio ...,

particella ...., sub .... graffata con la particella .... sub .....

Dall’atto di acquisto risulta che la casa è stata costruita in assenza di

concessione edilizia ed è stata oggetto di richiesta di concessione in

sanatoria presentata al Comune di Roma il ........ 2004 con prot. ...........

2.2. COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA DELLA ....

Nella propria comparsa, la ................, dopo aver ricordato i termini

dell’archiviazione disposta dal GIP per il parallelo procedimento penale,

che tra l’altro, da una attenta lettura, sarebbero a favore della .............. e

non contro, come invece vorrebbe dimostrare la citazione dell’attrice,

descrive sommariamente la funzione dell’impianto di sollevamento delle

acque nere posto a valle della rete fognaria della zona ………... Tale

impianto è denominato “Progressiva 0.000” e si trova proprio in Via ....

(ndr: è la zona più bassa di tutto …………). La sua funzione è quella di

sollevare le acque nere domestiche per poterle far arrivare con successivi

sollevamenti e pendenze fino al depuratore di……..

In particolare in detta descrizione, la comparsa riporta: “I criteri costruttivi

della fognatura sono tali da consentire con corretto apporto delle sole

acque nere, anche in ipotesi di un prolungato fermo dell’impianto di

sollevamento, l’accumulo dei liquami all’interno del collettore fognario

e della vasca di carico dello stesso impianto, senza alcuna tracimazione”.

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Sempre secondo la comparsa ..... il mancato funzionamento del sollevatore

è conseguito dal fatto che “la rete fognaria era ed è diffusamente ed

impropriamente utilizzata per convogliare e scaricare acque di pioggia e

di falda raccolte nel bacino a monte dell’impianto.”

Queste acque meteoriche, insieme a quelle dovute anche ad abitazioni

abusive, determinano “un ingente ed improprio apporto di acque chiare

nella fognatura nera.”

Questa situazione era ben nota al Comune di Roma già dall’aprile 2008, in

quanto richiese alla ....... una planimetria generale della zona ed indisse

una gara per lo studio finalizzato al risanamento dell’area.

La comparsa sostiene che l’evento atmosferico era di tale consistenza ed

imprevedibilità da assumere il carattere di forza maggiore o caso fortuito.

Per quanto riguarda le lamentele della Sig.ra ....., la ........ sostiene che

dall’atto di acquisto dell’immobile, questo si trova a piano terra e quindi

risulterebbe “a quota inferiore a quella di massima piena prevista per la

fognatura,” di conseguenza “se l’attore avesse adottato il sistema di

antirigurgito prescritto al fine di evitare allagamenti, non avrebbe subito

alcun allagamento.”

In altre parole, la comparsa della ............. imputa l’evento dannoso in capo

all’attore che con il suo comportamento omissivo (assenza di valvola

antirigurgito) avrebbe determinato il danno, ancora più grave se nel corso

del giudizio si accertasse che l’attore abbia abusivamente allacciato alla

fognatura lo scarico delle acque bianche in maniera impropria.

Se poi dovesse essere riconosciuto un nesso con la mancanza della

fognatura delle acque bianche, questo dovrebbe essere imputato a ...........

che era a conoscenza del problema della zona fin dal 2008.

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2.3. COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA DI .........

La Comparsa di ................... riferisce che il danno lamentato è dovuto ad

una interruzione della linea elettrica che non ha fatto funzionare l’impianto

di sollevamento e ad un ritardato intervento per l’azionamento manuale

dell’impianto stesso, che se attuato tempestivamente non avrebbe causato

l’evento dell’allagamento. Per questo motivo l’unico responsabile

dell’allagamento, secondo ........., è la ................. …., la quale era, ed è,

“concessionaria del servizio manutenzione e conservazione in efficienza

dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad

usi civici, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.”

Quindi nessun addebito può essere imputato a .......... in quanto già

all’epoca dell’evento il servizio idrico integrato era stato affidato per la

relativa sorveglianza e manutenzione alla ......................

Per quanto riguarda gli allacci abusivi che la .......... denuncia che ci siano

stati nella fognatura delle acque nere, .......... osserva che questi non

possono essere imputati a sua responsabilità ma che fanno capo alla .......

stessa, e se ci sono abusi nei tratti di fognatura su suolo privato questi

devono essere imputati ai singoli proprietari dei lotti interessati e non in

capo a ...............................

Per quanto riguarda la possibile assenza dei dispositivi antirigurgito,

............... fa presente che questi sono obbligatori in base alla Deliberazione

del Consiglio Comunale n. 6 del 22 gennaio 2004, nella quale all’art. 8 si

dispone che “i fognoli privati devono essere sempre muniti di dispositivi

atti ad evitare rigurgiti e conseguenti allagamenti dei piani scantinati,

detti dispositivi devono essere sempre mantenuti in perfetto stato di

efficienza a cura dei proprietari, restando a loro carico ogni

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responsabilità per danni in caso di rigurgito per funzionamento in

pressione della fognatura comunale.”

Per questo motivo, ............. riterrà l’attrice responsabile del danno dalla

stessa denunciato, qualora si dovesse riscontrare l’assenza, o la cattiva

manutenzione, del sistema antirigurgito.

Per quanto riguarda poi l’eccezionalità delle piogge di quei giorni, queste

sono da considerare come evento fortuito o di forza maggiore idonei ad

interrompere il nesso di causalità, poiché le forti piogge hanno investito

tutta la città di Roma con carattere di assoluta straordinarietà e quindi il

Comune non può essere ritenuto responsabile dei danni cagionati da eventi

atmosferici eccezionali.

Per l’assenza degli elementi di prova per la domanda di risarcimento, in

quanto non sarebbe stato fornita la prova della responsabilità del Comune

convenuto, ................, in merito al risarcimento richiesto dall’attrice,

rigetta la domanda di traslazione della responsabilità.

3. SOPRALLUOGHI

Il 06 ottobre 2014 alle ore 16,10, noi CTU, Ing. .......... e Ing. ...........,

abbiamo congiuntamente effettuato il primo incontro presso lo studio

dell’Ing. .......... alla presenza del Consulente tecnico della ......., Ing. ....., e

del Consulente tecnico della Sig.ra ...., Arch. ......... Nessuno è intervenuto

per conto del .................

Dopo la lettura dei quesiti posti ai due CTU, una copia dei quali è

consegnata ai due CTP, abbiamo richiesto agli stessi di reperire tutta la

documentazione tecnica in loro possesso ed in particolare all’Ing. ...... la

documentazione tecnica delle opere fognarie della zona interessata e del

tracciato fino all’impianto di depurazione e all’Arch. ........ la

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documentazione riguardante l’immobile della Sig.ra ..........., come il

progetto approvato per l’imbocco in fogna e l’autorizzazione all’allaccio e

l’attestato di avvenuto allaccio e quanto altro possa essere utile in

relazione all’atto di citazione.

Il 30 ottobre 2014 alle ore 16,00 abbiamo ripreso l’incontro presso lo

stesso studio alla presenza dell’Ing. ........... e dell’Arch. ..........

L’Ing. ......... ha consegnato ai CTU e al CTP della Sig.ra ......... i seguenti

documenti di carattere tecnico:

- planimetria della rete fognaria della parte Nord della

……..Circoscrizione;

- planimetria della rete fognaria della parte Sud della ……..

Circoscrizione (All. 1);

- autorizzazione allo scarico, elenco degli impianti di sollevamento del

Comune di Roma inviato alla Provincia di Roma del 29 settembre 2010

prot. 662 (All. 2);

- schema funzionale a blocchi degli impianti di sollevamento (All. 3);

- autorizzazione della Provincia di Roma allo scarico delle acque del

depuratore di ……. nel fiume Tevere (DD RU 7869 del 04/11/2011)

(All. 4);

- lettera dell’Autorità di bacino del 27/03/2012 inviata anche all’ACEA

11/04/2012 prot. 12773 (All. 5);

- studio del Prof. Ing. .............. sugli eventi del 21 agosto 2005 e del 06

novembre 2005 (All. 6).

L’Arch. ......... ha consegnato ai CTU e al CTP della ...... i seguenti

documenti:

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- elenco di copie dei documenti del Municipio ………. inviati

all’Avvocatura (5 documenti + fotocopie del progetto di imbocco in

fogna e relazioni) (All. 7);

- copia dell’attestato di imbocco in fogna della ...... del .. prot. ... (All. 8).

L’Ing. ........... nel consegnare la planimetria della zona SUD ha spiegato

come funziona l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” situato con

accesso diretto dalla Via ........ ed ha fatto presente che la portata di calcolo

dell’impianto di sollevamento, in funzione degli abitanti della zona (circa

13.000 abitanti, con la loro dotazione giornaliera di 327 litri/ab ricavata

dalla quantità di acqua potabile erogata dall’ACEA ATO 2 Spa in questa

zona di interesse in base alle bollette del servizio idrico), è di 40 litri/s (s

sono i secondi), mentre in condizioni di secca (senza pioggia) la portata

nell’impianto risulta essere di circa 90 (novanta) litri/s. In pratica, rispetto

al valore di calcolo (40 litri/s) si registra nel periodo di secca, cioè quando

non piove, una portata (90 litri/s) maggiore del doppio del valore di

calcolo.

L’impianto ha quattro pompe (tre in funzione e una di riserva) che hanno

una portata complessiva fino a 600 litri/s per sollevare le acque e farle

arrivare fino al depuratore di Ostia; l’eventuale eccedenza fino ad ulteriori

1.060 litri/s è sollevata con le pompe di emergenza detto di by pass (due in

funzione ed una di riserva) e scaricata nel vicino fosso del CBTAR

denominato Canale ……… fino al Canale dei Pescatori.

Quindi l’Ing. ............. dichiara che fino a circa 1.660 litri/s il sistema

dell’impianto funziona ma oltre questa soglia il sistema va in crisi.

Le pompe sono alimentate con energia elettrica di rete e con un gruppo

elettrogeno di emergenza.

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Per sapere bene come ha funzionato l’impianto nei giorni in cui si sono

verificati gli eventi di cui è causa, i CTU hanno chiesto all’Ing. .......... di

effettuare un sopralluogo presso l’impianto “PROGRESSIVA 0.000” e di

avere il report relativo ai giorni dell’evento.

Il 21 novembre 2014, alle ore 10,00, come convenuto nel precedente

incontro, noi CTU abbiamo ripreso il sopralluogo presso l’impianto di

sollevamento “Progressiva 0.000” in Via ............... (foto 1, 2), alla

presenza dell’Ing. ......, del Sig. ......... responsabile della manutenzione

dell’impianto in esame, dell’Arch. ........., CTP di Roma Capitale e

dell’....... L’Ing. ......... ci ha consegnato in fotocopia il registro

dell’impianto presso il depuratore di Ostia (All. 9), la scheda di intervento

e reperibilità (All. 10) (il responsabile della sala che chiama la squadra), la

scheda di manutenzione e il registro dell’impianto di Ostia del giorno

dell’evento (All. 11).

L’Ing. ....... e il Sig. ......... ci hanno spiegato il funzionamento

dell’impianto con le quattro pompe (3+1) (foto 3, 4) per il sollevamento

delle acque nere che per caduta naturale, arrivano al successivo impianto

denominato “Progressiva 2.000” e poi al depuratore di Ostia, e con le tre

pompe (2+1) (foto 5, 6, 7), dette di “by pass” per lo scarico di emergenza

delle acque in eccesso nel vicino canale del CBTAR denominato “Canale

Primario di Levante” che attraversa la Via ......... (foto 8, 9, 10, 11) e che

versa nell’impianto di sollevamento a monte del Canale …….. (zona Via

del …………….).

Siamo saliti sulla copertura di questo impianto di emergenza dove sono

visibili le tre tubazioni di sollevamento (foto 5, 6, 7) e la griglia di

trattenimento dei rifiuti solidi (foto 12, 13).

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E’ stato poi visitato il punto del Canale Primario di Levante dove arriva la

tubazione Ø 800 in PVC proveniente dall’impianto di emergenza del

“Progressiva 0.000” (foto 9, 14).

Abbiamo quindi visitato la proprietà della Sig.ra ............... in Via

..................... (foto 15).

L’ingresso carrabile ha una servitù di parcheggio per l’edificio confinante

(foto 15), al termine del quale c’è il cancello di proprietà esclusiva della

Sig.ra ....... (foto 16) sul quale la proprietaria ha fatto istallare una sorta di

paratia in acciaio con cerniera sul lato destro per rendere impermeabile il

resto del viale di accesso (foto 17).

Poiché abbiamo riscontrato che l’intero viale di accesso appare in discesa

verso la casa della Sig.ra ........... (foto 17), abbiamo ritenuto necessario

battere, ma, non essendo probanti i dati riscontrati a causa dell’assenza di

apparecchiature di misurazione idonee, si è deciso di rilevare le quote in

un successivo sopralluogo, per il quale abbiamo fatto presente non sarebbe

stata necessaria la presenza dei CTP.

Le acque meteoriche raccolte dalla griglia davanti la casa (foto 17, 18)

sono sollevate da una pompa immersa nel pozzetto accanto alla griglia

stessa (foto 19) supportata anche da un gruppo elettrogeno (foto 18), che

con una tubazione in PEAD per acqua (polietilene ad alta densità: tubo di

colore nero con riga azzurra) (foto 20, 21) le convoglia all’esterno del

giardino, in una zona ribassata, attraverso un foro alla base del muro di

recinzione (foto 21).

Sullo stesso muro ci sono altre due asole con griglie piccole (foto 22, 23)

per smaltire le acque meteoriche che cadono sulla copertura della casa e

sul giardino, quando quest’ultimo tende ad allagarsi (foto 24).

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Durante il sopralluogo sono state scattate alcune foto alle parti visitate, tra

cui la valvola di ritegno sulla tubazione di scarico delle acque nere

dell’appartamento della Sig.ra ...... (foto 25).

L’Arch. ....... ha fatto presente che l’abitazione della Sig.ra ......non ha il

piano seminterrato.

La Sig.ra ........ ci ha fatto visitare l’appartamento dove è appena visibile

sulla parte bassa delle murature la zona che è stata interessata

dall’allagamento (foto 26, 27, 28, 29, 30) e che è stata oggetto di ripristino

con la nuova tinteggiatura delle pareti.

Il 03 dicembre 2014, previa comunicazione alla Sig.ra ......... e ai CTP,

alle ore 10,15 ho effettuato il sopralluogo presso l’abitazione della Sig.ra

......... per battere le quote dalla strada di Via .......... lungo il corridoio di

ingresso con civico n. 80, fino alla casa e sul giardino, compresi i tre fori

presenti sul muro di recinzione posteriore.

Al sopralluogo è stato presente l’Arch. ..... mentre gli altri CTP e l’Ing.

........ hanno comunicato la loro assenza per impegni precedentemente

assunti.

Per battere le quote ci siamo avvalsi di due persone operanti nel settore

dell’edilizia, i quali, con l’ausilio di una livella ad acqua e di una livella

metallica, hanno battuto la quota di 1,00 m sul cancello d’ingresso (civico

n. 80) e poi, a distanza di circa 10,00 m per ogni battuta, sono state rilevate

le altezze dal virtuale piano di 1,00 m ed è stato rilevato che la base della

parete della casa della Sig.ra .......... è a 1,26 m da tale piano virtuale, cioè è

più bassa di 26 cm rispetto al piano del cancello sulla strada.

La griglia accanto al cancello della proprietà, è a 1,31 m dal piano di

riferimento, quindi la griglia è più bassa di 31 cm rispetto alla quota

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d’ingresso da Via .............., mentre il piano dello stesso cancello di

proprietà è a 1,165 m , cioè è più basso di 16,5 cm rispetto alla quota

d’ingresso da Via ......; la parte esterna della griglia davanti la casa è a 1,33

m dallo stesso piano di riferimento, cioè è più bassa di 33 cm rispetto al

piano del cancello di Via .............

L’angolo della veranda è a 1,265 m e così tutto il marciapiede perimetrale

della casa, per cui si può considerare tutto in piano (1,265 m è preso

all’angolo tra parete della casa e marciapiede perimetrale).

La base del lampione al centro del giardino è a 1,36 m, quindi è circa 10

cm più basso del piano del marciapiede, e più basso di 36 cm rispetto al

piano del cancello di Via .......................

Rispetto al livello virtuale di 1,00 m i tre fori presenti sul muro di

recinzione posteriore (foto 21, 22, 23) sono a: -1,36 m (quello dove esce il

tubo in PEAD) (foto 21), a -1,405 m il foro intermedio (foto 22), a -1,40 m

il foro vicino alla casa (foto 23). Quindi i tre fori hanno la base più bassa

di circa 10-14 cm rispetto al piano del marciapiede della casa e sono circa

36-40 cm più bassi rispetto al piano del cancello di Via ...........

Il diametro dei tre fori è di circa 10 cm.

Lungo il tratto del cortile carrabile in comune con l’edificio confinante

(foto 15) ci sono alcuni pozzetti con griglia per la raccolta delle acque

meteoriche (foto 15, 31, 32, 33) ed un altro pozzetto con griglia è presente

nel viale interno alla proprietà della Sig.ra ............... (foto 34).

Prima di effettuare il rilievo delle quote si è avvertito il rumore del

funzionamento delle due pompe di by pass, cioè quelle di emergenza

dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000”. Per questo motivo si è

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visionato l’argine del Canale ……….. dove sono state viste uscire dalla

tubazione le acque sollevate dalle due pompe (foto 35, 36, 37).

E’ piovuto durante tutta la notte fino alle ore 9,00 del mattino.

Come si può rilevare dal confronto tra le foto scattate il 21 novembre 2014

(foto 9, 10, 11, 14) e le foto scattate il 03 dicembre 2014 (foto 35, 36, 37),

il livello del ………….. è salito di circa 25-30 cm (non è stato possibile

effettuare una misura precisa). Questo vuol dire che il canale è già oggetto

di immissione di acque meteoriche a monte dello scarico delle pompe di

by pass.

Alle ore 10,15 del giorno del sopralluogo, la strada Via ......... presentava il

tratto in prossimità della curva davanti al cancello dell’impianto di

sollevamento dell’ACEA allagato per una altezza di circa 3-4 cm (foto 38,

39, 40, 41). Evidentemente in quel tratto la strada ha una depressione per

cui le acque piovane si accumulano facilmente. Davanti al cancello con il

civico n. 80 (ingresso carrabile verso l’abitazione della Sig.ra .............),

poco distante dalla zona allagata (nella foto 40 il cancello n. 80 è dietro al

furgone) non ho riscontrato allagamenti.

E’ comunque facile immaginare cosa succede in questo tratto di strada

quando le precipitazioni piovose sono assai maggiori di quelle del 02

dicembre 2014 e quando l’impianto di sollevamento non funziona.

4. CONSIDERAZIONI

Negli ultimi sette-otto anni il litorale romano, e comunque anche l’intera

città di Roma, è stato oggetto di fenomeni temporaleschi di particolare

intensità. Le piogge molto intense sono concentrate in brevi periodi di

tempo causando allagamenti anche di particolare rilievo con ingenti danni

sia alle infrastrutture sia ai beni privati.

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Ovviamente gli effetti di quelle che vengono oramai comunemente

chiamate, in modo improprio ma suggestivo, “bombe d’acqua”, sono

ancora più eclatanti e dannosi laddove sono completamente assenti i

sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, dette anche

“acque chiare” o “acque bianche”.

Il termine “bombe d’acqua” probabilmente ha un’origine più che altro

giornalistica, ma riesce a far comprendere che si tratta di precipitazioni

piuttosto cospicue che avvengono in tempi ristretti. In sostanza si tratta di

precipitazioni molto intense. Si può dire che il termine più appropriato sia

quello di “precipitazioni con alta intensità” cioè molta pioggia in un tempo

brevissimo.

E’ intuitivo che una certa quantità di pioggia se cade in un tempo lungo ha

effetti poco dannosi in quanto il terreno ha il tempo sufficiente per

assorbire l’acqua e farla arrivare alle falde sotterranee. Questo tempo di

drenaggio è detto anche “tempo di corrivazione”.

Se invece la stessa quantità di pioggia cade in un tempo molto ristretto, il

terreno, che ha sempre lo stesso tempo di corrivazione, non riesce ad

assorbire la quantità di acqua caduta per cui si formano gli allagamenti.

Oltre a questo aspetto di carattere naturale, interviene anche l’effetto

antropico, cioè la copertura da parte dell’uomo della superficie del terreno

drenante. Ci riferiamo soprattutto alle strade asfaltate, agli edifici con le

loro coperture, ai marciapiedi intorno agli edifici e a tutte le altre superfici

che vengono “impermeabilizzate” nell’ambito delle urbanizzazioni.

In questo modo le superfici drenanti diminuiscono in maniera rilevante, le

piogge cadono, più o meno, nella stessa quantità, che va quindi ad

interessare superfici drenanti minori.

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Purtroppo, per varie ragioni, tra cui anche quelle delle poche risorse

economiche a disposizione delle amministrazioni locali, nel processo delle

urbanizzazioni vengono trascurate le opere per la raccolta e lo smaltimento

delle acque bianche o meteoriche

Le strade sono necessarie per la viabilità e la sicurezza, l’energia elettrica

con l’acqua potabile e le fognature delle acque nere sono necessarie per la

vivibilità e per l’igiene degli edifici e la salute delle persone, per cui la

raccolta e lo smaltimento delle acque bianche subisce un rallentamento e

passa in secondo ordine.

Solo recentemente, anche a causa di fatti di cronaca drammatici causati da

alluvioni ed allagamenti, il trattamento delle acque bianche sta suscitando

un nuovo interesse.

C’è da dire che gli enti preposti al controllo per la regimentazione delle

acque meteoriche già da tempo hanno effettuato studi per la realizzazione

delle opportune opere per ridurre al minimo il rischio di allagamenti, ma

poi la carenza delle risorse economiche per gli investimenti necessari ha

determinato il forte rallentamento delle opere.

Lo stesso Comune di Roma, in altre zone diverse da quella in esame, con i

dipartimenti specifici ha individuato le carenze strutturali ed ha proposto

gli interventi, ma poi le difficoltà di bilancio hanno impedito il

compimento di quanto rilevato ed auspicato.

Come si vedrà meglio in seguito, lo stesso impianto denominato

“Progressiva 0.000”, inizialmente adibito al sollevamento di sole acque

nere, è stato realizzato e poi potenziato per far fronte a portate d’acqua

notevolmente superiori a quelle che avrebbe dovuto sollevare sulla base

dell’acqua consumata dal quartiere e delle conseguenti acque reflue. Per

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cui l’amministrazione preposta alla gestione del servizio idrico integrato

comprendente anche il trasporto e la depurazione delle acque reflue, cioè

la ........................, è intervenuta per far fronte a problemi sorti per un

utilizzo improprio delle reti di fognatura da essa gestiti.

Per meglio comprendere la situazione specifica della zona è necessario

fare un quadro dello sviluppo urbanistico che essa ha avuto nel corso degli

ultimi quaranta anni.

4.1. SVILUPPO URBANISTICO DELLA ZONA

Via ............. si trova nella parte bassa, cioè la più depressa, del quartiere

Infernetto, località dell’attuale Municipio …… (gia Municipio …….)

situata ad Est del Viale ............ (zona a sinistra procedendo verso mare).

La superficie dell’intero comprensorio, che a Nord e a Est confina con la

........., a Sud con la ................. e ad Ovest con ......, ha un’estensione di

circa 1.100 Ha (ettari).

In origine, il Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Roma,

approvato con DPR del 1965 e successive varianti generali, per la zona già

prima ancora denominata Infernetto, prevedeva più destinazioni

urbanistiche, e precisamente:

E1 = Espansione con piani comprensoriali unitari,

F2 = Ristrutturazione urbanistica - aree di completamento,

G4= Case unifamiliari con giardino,

G5= Verde privato organizzato,

M1= Servizi pubblici di carattere generale,

M2= Servizi privati,

H2= Agro romano vincolato.

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Circa la metà di tutta la zona dell’Infernetto era, ed è, soggetta al vincolo

archeologico e paesaggistico, di cui il DM del 1954 e a vincoli di rispetto

con la tenuta presidenziale..

Le dimensioni di ciascuna destinazione urbanistica erano tali da richiedere

lo strumento attuativo, cioè per l’edificazione occorreva prima

l’approvazione di una lottizzazione convenzionata e poi sarebbe stato

possibile ottenere le licenze edilizie poi divenute concessioni edilizie.

Solo una piccola zona destinata a E1 è riuscita ad ottenere la lottizzazione

convenzionata e poi le licenze o concessioni edilizie. Questa zona è

denominata “Riserva ………..”.

Fino a circa il 1990 nessuna altra zona dell’Infernetto ha ottenuto le

autorizzazioni per l’edificazione regolare.

Fino a quel momento tutta l’edificazione, costituita prevalentemente da

case unifamiliari, bifamiliari, e qualche piccola palazzina con 4-5

appartamenti, è stata realizzata senza concessione edilizia; in altre e più

significative parole, l’edificazione eseguita fino a quel momento è stata

abusiva, costituendo quella che, con molto eufemismo, è stata denominata

“edilizia sorta spontaneamente”.

La Regione Lazio, con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 4777 del

03 agosto 1983, ha perimetrato tutte le zone del Comune di Roma

interessate dal fenomeno dell’edilizia sorta spontaneamente, individuando

una nuova destinazione urbanistica con la lettera “O”, predisponendo così

il Comune di Roma alla redazione di singoli piani particolareggiati che

consentissero il recupero urbanistico di ciascuna zona perimetrata con la

realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione primaria e la possibilità di

edificare regolarmente sui lotti ancora liberi.

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La zona dell’………. è stata perimetrata all’interno della nuova

destinazione “O” ed individuata con il numero …….. “………”.

La superficie della perimetrazione è dell’ordine di circa 534 Ha, rispetto ai

totali 1.100 Ha dell’intero comprensorio compreso tra Viale …………, la

tenuta presidenziale di ………. e la pineta di ………….

Successivamente il Comune di Roma, con deliberazione del Consiglio

Comunale n. …….. del …….., ha approvato il Piano Particolareggiato

……. ………. che ha permesso l’esecuzione di tutte le opere di

urbanizzazione primaria quali: fogne delle acque nere, strade,

illuminazione pubblica, rete dell’acqua potabile, gas.

La rete per la raccolta e lo smaltimento delle acque bianche non è stata

realizzata.

Il numero degli abitanti previsti dal PP …….. rinnovato è di circa 20.500,

mentre il numero degli abitanti considerati per il dimensionamento iniziale

dell’impianto Progressiva 0.000 è stato di 13.000, a cui si devono

aggiungere gli abitanti fuori dello stesso PP e dei toponimi, che possono

essere valutati in altri 3.000, per un totale di circa 23.500 abitanti.

Nel marzo 2003 è stato adottato il nuovo Piano Regolatore di Roma che ha

destinato la zona a “Città della Trasformazione - Ambiti a pianificazione

particolareggiata definita” mantenendo sostanzialmente invariata la

destinazione del PP ……., ma introducendo i toponimi, cioè

l’individuazione di altre aree fuori del PP …….. che erano state interessate

da edificazione abusiva e che devono essere oggetto di ulteriori piani

particolareggiati.

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Il nuovo piano regolatore (PR) è stato approvato con deliberazione del

Consiglio comunale di Roma n. 18 il 12 febbraio 2008, e la zona qui

interessata ha mantenuto le caratteristiche urbanistiche del PR adottato.

Nel frattempo il PP ……. era decaduto per la scadenza decennale (erano

venuti meno soprattutto i vincoli per l’esproprio) per cui il nuovo PP è

stato adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. …… del ……

ed è stato definitivamente approvato dalla Giunta Regionale con

deliberazione n. 15 del 15 febbraio 2013.

4.2. SITUAZIONE IDROGEOLOGICA DELLA ZONA

In grandi linee si può capire la notevole trasformazione urbanistica che ha

subito tutta la zona dell’………, che fino alla fine degli anni ’70 aveva

pochissima edificazione e le strade esistenti erano quasi tutte sterrate ad

eccezione della strada principale che porta al cancello della tenuta

presidenziale, denominata Viale di …….. che era asfaltata. La maggior

parte del terreno era drenante ed assorbiva anche in tempi relativamente

brevi le precipitazioni atmosferiche.

Inoltre, la presenza dei canali del Consorzio di bonifica, che allora si

chiamava Consorzio di Bonifica Ostia e Maccarese (CBOM), ed ora si

chiama Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano (CBTAR),

permetteva il deflusso verso l’impianto di sollevamento di Canale dei

Pescatori (Via del …………) o verso il mare Tirreno.

Questa originaria situazione permetteva inoltre alle piogge, una volta

assorbite dal terreno, di alimentare costantemente la prima falda

sotterranea, che nella zona ha una profondità variabile da 1,50 m a 3,00 m,

e la successiva falda posta ad una profondità di circa 7,00 m. Queste due

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falde di acqua dolce avevano anche la funzione di barriera alla vicina falda

marina.

Con l’incontrollato sviluppo dell’abusivismo edilizio e poi con lo sviluppo

regolato dal …….., le superfici drenanti sono notevolmente diminuite.

Basti considerare che lo sviluppo delle strade pubbliche interne al ……..

ha una superficie complessiva di circa 46 Ha, a cui si devono aggiungere

le superfici delle strade private che si può ipotizzare nell’ordine di altri 7

Ha. Se poi si prendono in considerazione le superfici delle strade asfaltate

fuori del …….., queste superfici non più drenanti quasi si raddoppiano.

In pratica le superfici complessive destinate alla viabilità sono dell’ordine

del 10% di tutta la superficie dell’…………. di 1.100 Ha, cioè circa 110

Ha. Naturalmente a queste si devono aggiungere tutte le superfici non

drenanti costituite dalle coperture degli edifici, dalle pavimentazioni

interne ai singoli lotti, le cui piogge intercettate, se tutto va bene, vengono

smaltite sulle strade o nei canali di bonifica, ma purtroppo, molto spesso,

vengono immesse in fogna insieme alle acque di falda che spesso vanno ad

interessare i piani seminterrati degli edifici, per cui sono sollevate e

smaltite come le altre.

In questa situazione si hanno due ordini di problemi, da una parte il

ripristino delle falde sta venendo meno, anche per la presenza di diffusi

pozzi, spesso abusivi, per l’irrigazione dei giardini, con il rischio di

fenomeni di subsidenza (abbassamento del terreno per la diminuzione

della pressione esercitata dall’acqua negli spazi interstiziali) e di

salinizzazione delle falde sotterranee, per cui nei prossimi venti anni

potrebbero arrecare seri problemi alla statica degli edifici ora esistenti

specialmente se fondati con fondazioni superficiali, dall’altra aumentano

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sempre di più gli allagamenti delle strade e dei lotti privati con immediato

interessamento soprattutto dei piani interrati e seminterrati degli edifici.

Il problema degli allacci abusivi alle fognature delle acque reflue, o nere,

per l’immissione delle acque meteoriche era già noto all’amministrazione

comunale come risulta dalla nota del ………, prot. ………(All. 12)

emessa dal Dipartimento XII, Lavori Pubblici e Manutenzione Urbana, II

UO B, Opere Igieniche e Ciclo delle Acque, Vigilanza ACEA ATO 2 Spa,

Servizio I, Impianti Idrici e Fognari, con la quale si denuncia che

nell’entroterra del Municipio …….. (ora Municipio ……..) a causa del

rilevante fenomeno dell’abusivismo edilizio molte costruzioni sono state

poi condonate senza richiedere il regolare nulla osta di imbocco in fogna e

che molti residenti hanno impropriamente convogliato le acque chiare

provenienti da terrazzi e balconi nella rete fognaria nera provocandone il

sovraccarico.

La stessa nota evidenzia che molti residenti non hanno dotato il proprio

impianto fognante dei dispositivi idonei ad impedire il reflusso delle

fognature in pressione nei vani più bassi delle abitazioni.

4.3. QUALITA’ DELLE ACQUE DI PROGRESSIVA 0.000

L’impianto di sollevamento gestito dall’ACEA ATO 2 Spa è denominato

“Progressiva 0.000” e, dal punto di vista plano-altimetrico della zona, si

trova nella parte più bassa del PP ………. in modo che tutta la rete delle

acque nere di tale PP scorra per gravità fino a questo impianto.

Tutte le acque che arrivano all’impianto “Progressiva 0.000” vengono

sollevate da due gruppi di pompe, con una parte inviata, mediante una

tubazione in pressione al successivo impianto denominato “Progressiva

2.000” e successivi sollevamenti, al depuratore di ……., ed un’altra parte

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inviata in un vicino canale di bonifica del CBTAR denominato “Canale

Primario di Levante”.

La tubazione della fognatura pubblica ha il diametro DN 1.000 con una

portata massima di 1.660 litri/s.

La struttura si trova nell’angolo della Via ............ quando questa strada

dalla direzione perpendicolare al Viale ............. diventa parallela. Si trova

a circa 50 metri dal cancello con civico n. .......... della Sig.ra .......

L’impianto comprende due gruppi di pompe sommerse di sollevamento e

un gruppo elettrogeno di emergenza.

Un gruppo di pompe è composto da quattro pompe di sollevamento di cui

tre in esercizio ed una di riserva che entra in funzione quando una delle

altre tre ha problemi o è in manutenzione. Le acque sollevate da questo

gruppo sono quelle che poi arrivano al depuratore di Ostia.

La portata complessiva di questo gruppo è di 600 litri/s, cioè l’impianto

solleva in un secondo 600 litri di acque nere provenienti dalle fogne nere

del PP ……….. Infernetto.

L’altro gruppo è composto da tre pompe sommerse di sollevamento di cui

due in esercizio ed una di riserva che viene utilizzata quando una delle

altre due è ferma.

La portata complessiva di questo secondo gruppo di pompe è di circa

1.060 litri/s.

Questo gruppo entra in funzione automaticamente quando le acque “nere

miste alla bianche” che arrivano all’impianto superano la portata di 600

litri/s e non possono essere sollevate dal primo gruppo.

Le acque sollevate dal secondo gruppo vengono trasportate mediante una

tubazione del diametro Ø 800 (800 mm) in PVC lunga circa 85 m nel

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vicino canale di bonifica denominato “Canale ……….” che a sua volta le

convoglia nell’impianto di sollevamento di Via del …….. (il centro del

CBTAR) per poi essere ulteriormente scaricate nel Canale dei ………. In

pratica il secondo gruppo solleva l’eccedenza oltre i 600 litri/s, cioè 1.060

litri/s, che viene inviata a mare, senza alcun trattamento.

A questo proposito occorre fare alcune precisazioni sulla qualità delle

acque sollevate dall’impianto “Progressiva 0.000”.

Innanzi tutto l’impianto non effettua depurazione delle acque ma soltanto

il loro sollevamento. Prima di ciascuno dei due gruppi di pompe c’è una

grossa griglia di acciaio che ha il compito di trattenere tutti gli oggetti di

dimensione elevata che possono essere trasportati dalla rete fognaria quali

rami, bottiglie di plastica e di vetro, oggetti vari di forme e dimensioni

diverse. Non avviene alcun trattamento. Per cui nelle risposte ai quesiti

non verrà preso in considerazione il termine “depuratore” ma solo quello

di “sollevamento”.

Gli studi fatti dall’ACEA ATO 2 Spa per il dimensionamento di tutta la

rete fognante del PP ……. e delle zone che presto subiranno la variante

urbanistica con la regolarizzazione dell’esistente e la possibilità di ulteriori

edificazioni, hanno tenuto conto di una portata finale delle acque reflue di

circa 40 litri/s. In altre parole la portata massima effettiva delle fognature

delle acque nere della zona dell’Infernetto è di appena 40 litri/s.

Questo dato è stato ricavato prendendo in considerazione la quantità di

acqua potabile che la stessa Azienda fornisce agli abitanti della zona

dell’………, ad essa è stato apportato un coefficiente correttivo per tenere

conto che non tutta l’acqua potabile va poi a finire nelle fogne, e poi è stata

divisa per il tempo espresso in secondi.

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In base a questo calcolo la portata finale, cioè quella che arriva

all’impianto “Progressiva 0.000”, dovrebbe essere di 40 litri/s.

In realtà nel periodo di secca, come può essere quello estivo, soprattutto di

giugno e luglio, la portata è dell’ordine di 90 litri/s, cioè più del doppio di

quella calcolata. In altre parole nelle fogne nere va a finire una quantità di

acqua maggiore di quella fornita dall’ACEA ATO 2 Spa mediante il suo

acquedotto cittadino.

E’ intuitivo che nelle fogne delle acque nere vengono versate altre acque.

Nel periodo di secca questo maggior quantitativo di acqua presente nelle

fognature nere potrebbe essere dovuto alle acque di falda che vengono

sollevate per mantenere asciutti i locali seminterrati presenti in quasi tutte

le abitazioni dell’Infernetto (ci sono pochissimi locali completamente

interrati).

Queste acque di falda, specialmente nella parte bassa di tutto il

comprensorio, cioè quella verso mare, sono spesso superficiali, nel senso

che si trovano a poco meno di 1,50-2,00 m al di sotto del piano di

campagna, per cui i piani seminterrati, che arrivano a meno 1,80 m, con le

fondazioni che scendono di ulteriori 40-50 cm, posso risentire di fenomeni

di capillarità (umidità di risalita) oppure, se la soletta di fondazione e le

pareti perimetrali non sono perfettamente impermeabili, addirittura

possono avere anche copiose infiltrazioni.

Per questo motivo vengono realizzati pozzetti più bassi del piano

seminterrato dove pompe sommerse costantemente aspirano l’acqua per

abbassarne il livello.

Queste acque purtroppo vengono versate nelle fognature private interne ai

lotti, che a loro volta sono regolarmente allacciate alla fognatura pubblica.

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Nel periodo invernale l’aumento della portata dell’acqua alla “Progressiva

0.000” raggiunge livelli esasperati a causa dell’immissione abusiva in

fogna di tutte le acque bianche raccolte dalle coperture degli edifici privati

e dai cortili e marciapiedi interni agli stessi lotti privati.

Qualche volta viene immessa in fogna anche l’acqua raccolta da alcune

strade, con interventi di allaccio eseguiti abusivamente da ignoti che

evidentemente non vogliono le strade piene d’acqua.

Come già detto tutto il comprensorio dell’Infernetto non ha la rete di

fognatura per le acque bianche. In pratica c’è la stessa situazione che c’è

ad ………, dove lo smaltimento delle acque meteoriche raccolte dalle

strade e dalle coperture degli edifici avviene mediante pozzetti assorbenti

presenti ai lati del marciapiede dove sono le così dette caditoie.

Oramai anche ad ………. avviene il costante allagamento di molte strade

che in particolari eventi coinvolge anche i locali interrati destinati a

parcheggio, con ingenti danni alle autovetture.

Con questo sistema le fognature delle acque nere dell’Infernetto sono

diventate “miste” cioè contengono acque nere e acque bianche.

L’inserimento delle acque bianche all’interno delle fogne delle acque nere

oltre a determinare una insufficienza delle sezioni delle condotte –

vogliamo ricordare che in genere le sezioni delle fogne delle acque nere

sono assai più piccole delle sezioni delle condotte delle acque bianche –

che facilmente entrano in pressione creando anche danni alle strutture

fognarie, provoca un cattivo funzionamento dei fanghi attivi che sono alla

base del trattamento operato dai depuratori. Quando grosse quantità di

acqua arrivano ai depuratori i fanghi attivi vengono lavati e il processo di

digestione viene alterato fino all’inefficienza.

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Questo problema è assai noto per cui, laddove è possibile, si cerca sempre

di creare i così detti “sfioratori”, cioè quei sistemi che oltre una certa

portata separano il quantitativo d’acqua eccedente e lo smaltiscono senza

farlo arrivare al depuratore convogliandolo nei canali o nei fossi più vicini

per portarlo direttamente nei grossi fiumi e al mare.

Questo sistema, che a prima vista potrebbe determinare un inquinamento

dei fiumi e del mare, viene accettato dalle norme quando il quantitativo

d’acqua bianca immesso nella fognatura supera di 15 volte il quantitativo

di acque nere a cui viene associato. In pratica questo sistema degli

sfioratori è del tutto lecito in quanto l’acqua bianca immessa “diluisce” i

liquami fino a renderli pressoché innocui per la salute pubblica.

Ovviamente il sistema degli sfioratori è utilizzato in situazioni di

emergenza.

Nel caso qui in esame il sistema dello sfioratore nella “Progressiva 0.000”

è realizzato mediante il secondo gruppo di pompe, quello con la portata di

1.060 litri/s (l’eccedenza dei 600 litri/s che sono sollevati dal primo

gruppo di pompe), che solleva l’eccedenza, appunto di 1.060 litri/s e la

smaltisce nel vicino canale di bonifica del CBTAR mediante la conduttura

del diametro Ø 800.

Proprio nel giorno del rilievo delle quote altimetriche dal cancello civico

80 alla casa della Sig.ra ...., poiché per tutta la nottata aveva piovuto, il

secondo gruppo di pompe è entrato in funzione e si è avuto modo di

vedere l’eccedenza oltre i 600 litri/s essere versata nel Canale …………del

CBTAR.

L’ACEA ATO 2 Spa, ha fatto eseguire uno studio sulle caratteristiche

dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” in relazione agli eventi

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meteorologici avvenuti il 21 agosto 2005 e il 06 novembre 2005, redatto

dal Prof. Ing. .................... (All. 6).

Lo studio, oltre a documentare il perfetto funzionamento dell’impianto di

sollevamento “Progressiva 0.000”, mette anche in evidenza i problemi

idrogeologici della zona dell’Infernetto e l’utilizzo anomalo cui l’impianto

stesso è sottoposto da circa un decennio ed inoltre, sulla base delle note del

Comune di Roma e dell’Autorità ATO 2 Lazio Centrale, in queste ultime

suggeriscono gli interventi strutturali che andrebbero fatti per ridurre il

rischio di allagamenti e rigurgiti in presenza di forti precipitazioni piovose.

Il Prof. ........ ricorda che i sistemi antirigurgito erano già prescritti dall’art.

8 del “Regolamento per la disciplina degli allacci degli scarichi nella

pubblica fognatura” approvato con deliberazione del Consiglio Comunale

del 14 novembre 1980 n. 4346.

Il Prof. ......., nella sua relazione sull’impianto Progressiva 0.000, ricorda

ancora quanto ebbe modo di esprimere l’AUTORITA’ ATO 2 Lazio

Centrale, Roma, Segreteria Tecnica Operativa (STO) nella nota prot. 101-

06 del 03 aprile 2006 (All. 13), per la zona di Acilia, che secondo il

redattore dello studio si potrebbe estendere a tutta la realtà del Municipio

………, ed in particolare alla zona dell’Infernetto.

Il Prof. ........ testualmente riporta un passo della nota suddetta:

“ ...sembra palese che la risoluzione degli annali problemi fognari della

zona di Acilia, possa avvenire solo provvedendo contemporaneamente a:

- spostare i deflussi del bacino dell’adduttrice di Ponte Ladrone II lotto

al depuratore di Roma Sud, sottraendoli al depuratore di Ostia;

- eliminare eventuali strozzature nella rete fognaria esistente;

- eliminare gli allacci abusivi di acque bianche alla rete nera;

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- inserire accorgimenti meccanici antirigurgito;

- realizzare brevi tronchi di fognature bianche per il drenaggio di

strade, tetti e piazzali per convogliare le acque bianche verso la rete

superficiale esistente (il Municipio ……. è un’area coperta da

numerosi fossi e canali di bonifica, e lo smaltimento delle acque

meteoriche verso questi drenaggi naturali appare la soluzione più

congrua per la risoluzione delle ingenti difficoltà che queste acque

pluviali continuano a creare alla rete fognaria attualmente esistente

sul territorio);

- stabilire se gli scarichi di tali fognature bianche debbano essere

considerati scarichi a tutti gli effetti, con le conseguenze dovute “al

nuovo D.Lgs 152/06”;

- sistemare i fossi esistenti tenendo conto delle attuali e delle future

estensioni urbanistiche;

- stabilire le linee di progettazione delle nuove fognature nell’area in

esame, decidendo se continuare la politica delle fognature separate.

E’ evidente che le competenze delle questioni elencate sono plurime e non

ricadono su un unico soggetto”.

A parte gli interventi di natura strutturale sulla rete delle fognature, gli

elementi principali di questo elenco che si potrebbero attuare per ridurre il

rischio di allagamento sono sostanzialmente:

- eliminare gli allacci abusivi di acque bianche alla rete nera;

- inserire accorgimenti meccanici antirigurgito;

- realizzare brevi tronchi di fognature bianche per il drenaggio di

strade, tetti e piazzali per convogliare le acque bianche verso la rete

superficiale esistente;

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- sistemare i fossi esistenti tenendo conto delle attuali e delle future

estensioni urbanistiche.

Dal 24 maggio 2006, giorno della relazione del Prof. ........., non risulta che

siano stati fatti passi significativi per eliminare, o quanto meno ridurre, i

fenomeni di allagamento in presenza di precipitazioni piovose molto

intense.

Relativamente agli eventi dei due giorni di forti piogge (21 agosto 2006 e

06 novembre 2006) il Prof. ........ sostanzialmente esclude qualsiasi

responsabilità della ........ ed attribuisce i fenomeni di allagamento e

rigurgito alle anomale immissioni di acque chiare (acqua di pioggia) nella

rete fognante delle acque reflue che, nonostante i sistemi di sollevamento

dell’impianto Progressiva 0.000 che possono sollevare fino a 1.660 litri/s,

in presenza di forti precipitazioni entrano in pressione e rigurgitano

all’esterno.

In ultimo il redattore dello studio sostiene che i problemi di allagamento e

rigurgito possono essere risolti solo con l’adeguamento del sistema di

smaltimento delle acque chiare, che al momento attuale (2006) non rientra

nelle competenze del gestore (ndr: ........).

4.4. EVENTI PIOVOSI NEL PERIODO DENUNCIATO

Il 09 gennaio 2010 la Sig.ra ........ ha denunciato l’allagamento subito dalla

sua casa durante un evento piovoso di particolare intensità.

Per verificare cosa sia effettivamente successo quel giorno, e comunque

anche nei mesi e negli anni successivi, sia nella zona di Ostia, sia nella

zona di Acilia, abbiamo consultato l’Ufficio Idrografico e Mareografico di

Roma della Regione Lazio, che costantemente pubblica on line i risultati

registrati dai pluviometri sparsi in diverse località di Roma in cui la

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pioggia caduta viene misurata in mm per metro quadrato. In altre parole i

dati dei pluviometri indicano l’altezza che ha raggiunto l’acqua caduta in

un ipotetico metro quadrato nel giorno consultato.

I pluviometri che sono stati presi in considerazione sono quelli di Ostia e

di Acilia. Non c’è un pluviometro di riferimento per la zona

dell’Infernetto, per cui occorre prendere in considerazione i dati di quello

di Ostia e di Acilia e fare eventualmente delle elaborazioni, tenendo conto

che Acilia ha le caratteristiche meteorologiche più simili a quelle

dell’Infernetto essendo più nell’entroterra rispetto ad Ostia.

Il pluviometro di Ostia il giorno 09 gennaio 2010 (All. 14) ha registrato la

caduta di 32,6 mm di acqua che è risultato essere il dato più elevato di

tutto il mese di gennaio 2010 in cui la quantità di acqua complessivamente

caduta è stata di 47 mm. In pratica il giorno 09 gennaio è caduta il 70%

dell’acqua caduta nell’intero mese.

C’è un altro dato interessante per la zona di Ostia, in tutto l’anno 2010 il

09 gennaio è stato il giorno con più pioggia, infatti il giorno dello stesso

anno in cui c’è stata pioggia di una certa consistenza è stato il 20

novembre con 21,8 mm di pioggia caduta, quindi assai di meno di quella

del 09 gennaio. Un altro giorno di allagamento denunciato dall’attrice è il

22 febbraio 2010 in cui ad Ostia sono caduti 19,6 mm di acqua, comunque

minore di quelli caduti il 09 gennaio.

Un altro giorno ancora denunciato dall’attrice è il 16 settembre 2009 (All.

14), in cui il pluviometro di Ostia ha registrato 22,2 mm e il giorno prima

(15 settembre) aveva registrato addirittura 36,8 mm. Verrebbe da pensare

che forse il giorno al quale ha fatto riferimento la Sig.ra ............. sia il 15 e

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non il 16 settembre, oppure che la pioggia del 15 settembre abbia fatto

sentire i suoi effetti il giorno dopo.

Ad Acilia il giorno 09 gennaio 2010 (All. 14) sono caduti 25 mm su un

totale dell’intero mese di 79,2 mm, quindi in quel giorno è caduto il 31%

dell’acqua dell’intero mese di gennaio.

Il 22 febbraio 2010, sempre ad Acilia, sono caduti 26,8 mm di acqua,

quindi leggermente di più di quella caduta il 09 gennaio.

Nello stesso anno 2010 ad Acilia ci sono stati molti giorni in cui la pioggia

ha avuto precipitazioni più o meno simili:

− il 09 marzo 20,6 mm

− il 27 aprile 22,6 mm

− il 15 maggio 22,4 mm

− il 30 luglio 20,2 mm

− il 01 novembre 24,8 mm

− il 08 novembre 26,8 mm

− il 20 novembre 26,4 mm

− il 28 novembre 35,6 mm

− il17 dicembre 37,8 mm

− il 24 dicembre 30,4 mm

in nessuno di questi giorni sono stati lamentati allagamenti dall’attrice.

Il 16 settembre 2009 (All. 14) ad Acilia sono caduti 23,2 mm di pioggia,

ma il precedente 13 settembre erano caduti 34 mm di pioggia.

Nei mesi successivi, ad Acilia ci sono stati altri giorni di piovosità rilevanti

ma che evidentemente non hanno avuto riscontri nella zona dell’Infernetto.

Per rispondere compiutamente ai quesiti, abbiamo estratto i dati dei

pluviometri di Ostia e di Acilia a partire dal 2006 fino al 2014 (All. 14).

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Dall’esame di questi dati abbiamo così potuto rilevare alcuni giorni in cui

la piovosità è stata davvero rilevante fino a raggiungere la consistenza di

veri e propri fortunali da considerare come eventi di forza maggiore che

hanno anche spinto il Comune di Roma ad avvertire i cittadini che

avessero subito danni che potevano richiedere i risarcimenti.

Ci riferiamo in particolare all’avviso pubblicato on line dal Comune di

Roma per gli allagamenti del 17 ottobre 2008 e 13 novembre 2008, con il

quale si informavano i cittadini che avevano subito danni a presentare la

denuncia all’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile e al

Municipio di appartenenza (All. 15).

Il giorno 17 ottobre 2008 il pluviometro di Acilia aveva registrato la

caduta di 86,4 mm, e il 13 novembre 2008 la caduta di 103,8 mm di acqua.

Negli stessi giorni il pluviometro di Ostia registrava cadute di pioggia

meno intense, infatti 17 ottobre registrava 25,2 mm e il 13 novembre 62

mm.

L’anno 2008 per la zona di Acilia è risultato quello con più precipitazioni

atmosferiche con 1.072,2 mm di pioggia. Nello stesso anno 2008 ad Ostia

sono caduti 642,2 mm di pioggia.

Il giorno 20 ottobre 2011 su tutto il litorale romano si è abbattuto uno dei

fortunali più intensi degli ultimi dieci anni e ad Ostia sono stati registrati

98,4 mm di pioggia e ad Acilia 159,2 mm. In quel giorno ad Acilia è

caduto l’85% delle piogge cadute nel mese di ottobre, e circa il 25% delle

piogge cadute in tutto il 2008.

Uno dei giorni più piovosi negli ultimi dieci anni è stato il 31 gennaio

2014, nel quale ad Ostia sono caduti 152 mm di pioggia, circa il 71% delle

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piogge dell’intero mese di gennaio, e ad Acilia sono caduti 139 mm di

pioggia.

In questo giorno, nella zona dell’Infernetto, specialmente nella parte bassa

e quindi vicino a Via ............. ci sono stati molti allagamenti, ma non

risulta che la Sig.ra ............. abbia lamentato allagamenti nella sua casa.

E’ anche vero che dal giorno dell’allagamento del gennaio 2008 la Sig.ra

............. ha attuato una serie di difese come la realizzazione di un muretto

in cemento armato e il montaggio di paratie sul suo cancello che immette

all’interno della proprietà, le quali hanno ridotto sensibilmente la

possibilità che le acque provenienti dalla strada Via ............. possano

entrare ed allagare la casa, che come appresso si vedrà è ribassata di circa

26 cm rispetto alla strada.

Si riporta qui di seguito il prospetto delle piogge complessive, espresse in

mm, cadute su Ostia e su Acilia dal 2006 al 2011 e nel 2014, in quanto i

dati degli anni 2012 e 2013 sono privi delle registrazioni di alcuni mesi.

Anno Ostia Acilia

2006 536,6 497

2007 383,6 425,4

2008 642,2 1.072,2

2009 531,0 797,4

2010 431,8 877,0

2011 428,4 648,6

2014 1.131,4 1.132,2

Si vede subito che la zona di Acilia risulta interessata da una maggiore

quantità di pioggia caduta nell’anno. Questo dato si può riferire anche alla

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zona dell’Infernetto che ha caratteristiche meteorologiche simili a quelle di

Acilia.

Occorre rilevare che la Sig.ra ............. ha denunciato gli allagamenti per

alcuni giorni, ma non ha denunciato allagamenti nei giorni in cui ci sono

state le piogge più intense.

Questo aspetto, unitamente a quanto ci ha riferito il CTP della .............,

Ing. ............., fa ritenere che l’allagamento del 09 gennaio 2010 sia dovuto

anche ad altre concause che appresso verranno esaminate.

4.5. POSIZIONE ALTIMETRICA DELLA CASA .............

RISPETTO ALLA STRADA VIA .............

Con il rilievo altimetrico eseguito dalla Via ............. (All. 16), in

corrispondenza del civico n. ............., cioè il cancello d’ingresso con

parcheggio comune verso la proprietà della Sig.ra ............., abbiamo

appurato che il marciapiede perimetrale dell’abitazione dell’attrice si trova

26 cm più basso della quota della strada Via ............. presa

immediatamente accanto al cancello civico 80.

Il cancello interno della proprietà esclusiva della Sig.ra ............. (quello

dove ha montato le paratie stagne), ha la base ad una quota inferiore di

16,5 cm rispetto alla stessa strada e i bordi laterali ad una quota inferiore di

31 cm sempre rispetto alla strada; per meglio dire il cancello della

proprietà esclusiva della Sig.ra ............. si trova su un dosso di

calcestruzzo che è 16,5 cm più basso della strada, mentre le basi del dosso

sono più basse di 31 cm rispetto alla stessa strada (All 16). Il giardino della

Sig.ra ............. è ancora più basso della strada di circa 40 cm (All. 17).

Pertanto, quando la strada Via ............. si è allagata in modo più o meno

uniforme, l’acqua è entrata nel passo carrabile di accesso e di parcheggio

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(civico n. 80) ed ha raggiunto il cancello di proprietà, allora non stagnato,

invadendo tutto il giardino ed entrando all’interno della casa che si

trovava, e si trova ancora, 26 cm più bassa.

C’è da rilevare che la Via ............., almeno nel tratto che da Via di ………

arriva all’impianto “Progressiva 0.000”, quindi il tratto che passa proprio

davanti al civico 80, non ha cunette laterali che possano in qualche modo

far defluire le acque meteoriche verso il non lontano canale di bonifica

dove scarica il secondo gruppo di pompe dello stesso impianto.

Non è da escludere che quando la strada Via ............. si è allagata, anche le

zone immediatamente limitrofe hanno subito allagamenti, come i lotti

circostanti la proprietà della Sig.ra ............., e quindi l’acqua potrebbe

essere entrata nella proprietà anche attraverso altri ingressi.

C’è da ricordare che nella zona posteriore al muro di recinzione della

proprietà dell’attrice abbiamo riscontrato la presenza di una sorta di

palude, peraltro assai suggestiva, ma che potrebbe essere stata interessata

dallo stesso tipo di allagamento ed aver riversato parte delle sue acque

all’interno del giardino e dell’abitazione. Durante i rilievi, a causa del

terreno assai accidentato, non abbiamo potuto battere le quote dell’acqua

presente, ma abbiamo potuto osservare che il dislivello tra il giardino della

Sig.ra ............. con i tre fori presenti sul muro di recinzione e la quota

della così detta “palude” è apparentemente maggiore dei 26 cm riscontrati

con la strada Via ..............

Non crediamo che l’aspetto urbanistico riferito specificatamente

all’abitazione possa avere un significato particolare in questa controversia,

ma riteniamo doveroso segnalare che l’abitazione della Sig.ra ............. è

stata costruita senza concessione edilizia e per essa è stata presentata dal

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precedente proprietario la richiesta di concessione in sanatoria il 22 luglio

2004 con prot. 528884 ai sensi della legge 24 novembre 2003 n. 326. La

relativa concessione in sanatoria non è stata ancora rilasciata.

La stessa legge precisa che non sono suscettibili di sanatoria gli immobili

costruiti in zone soggette a vincoli ambientali e paesistici sulla base di

leggi statali e regionali (art. 32, punto 27, lettera d); la zona in cui si trova

l’abitazione della Sig.ra ............. è soggetta al vincolo archeologico e

paesistico di PRG (DM del 20 ottobre 1954).

4.6. STATO DELL’IMPIANTO PROGRESSIVA 0.000

Il CTP della ............., Ing. ............., il 21 novembre 2014 ci ha consegnato

le fotocopie della scheda di registro del 08 gennaio 2010, della scheda di

registro del 09 gennaio 2010 e della scheda di intervento effettuato il 09

gennaio 2010 presso l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000”.

Dall’esame della scheda di intervento in reperibilità del 09 gennaio 2010

(All. 10) e della scheda n. 250696 dello stesso giorno, risulta che dalla

centrale di controllo del Depuratore di Ostia (Via Tancredi Chiaraluce) alle

ore 4,30 del 09 gennaio 2010 è stato riscontrato all’Infernetto

nell’impianto di sollevamento Progressiva 0.000 il massimo livello con

mancanza di rete (il massimo livello è stato rilevato anche nell’impianto

Paperacchio che qui non interessa).

Con la scheda d’intervento (All. 10) il capoturno dell’impianto di

depurazione di Ostia, una volta rilevata l’anomalia per via telematica, alle

ore 4,30 ha autorizzato l’intervento da parte della squadra di manutenzione

disponibile.

Nella stessa scheda viene riportata la lavorazione eseguita tratta dalla

scheda che viene redatta dal capo squadra che ha effettuato l’intervento di

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manutenzione (All. 10). In questo caso il caposquadra era il Sig. .............

il quale ha registrato come anomalia riscontrata: “IMP. MAX LIVELLO X

MANCANZA DI RETE”, mentre come descrizione dell’intervento ha

riportato:

“CONTROLLO IMPIANTO E RIPRISTINARE MANCANZA RETE”.

L’inizio dell’Ordine di lavoro è datato 09 gennaio 2010 e la fine è datata

09 gennaio 2010 (All. 10).

Le note che riguardano la descrizione dell’intervento eseguito riportano:

“Trovato interruttore interno sollevamento in S.T. (scatto termico) si

ripristina lo stesso e l’impianto rientra in funzione alle ore 5,50 + si

verifica funzionamento g.e. (generatore elettrico) ok + si esegue pulizia

impianto e strada sporca da liquami tramite autospurgo”.

Alla fine della scheda d’intervento redatta dal capo turno dell’impianto di

depurazione viene riportata la lavorazione eseguita, così come l’ha redatta

il capo squadra del personale intervenuto, in più il capo turno ha aggiunto

alla descrizione “.........+ pulizia sonda ultrasuoni.”.

Appare quindi di capire che tra il 08 gennaio e il 09 gennaio nell’impianto

Progressiva 0.000 sia intervenuto un blocco della rete di alimentazione

elettrica e che non sia partito il gruppo elettrogeno (generatore elettrico)

che normalmente garantisce la continuità del funzionamento delle pompe

anche quando la corrente elettrica di rete viene meno.

E’ quindi questa la concausa che, unitamente alla forte precipitazione

avvenuta in quel giorno, ha determinato l’allagamento della zona.

4.7. SVILUPPO DELL’ALLAGAMENTO DENUNCIATO

Occorre ricordare che la portata massima delle acque nere sollevate

dall’impianto Progressiva 0.000 è di 1.660 litri/s (è la portata massima

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della tubazione di arrivo della fognatura pubblica costituita da un DN

1.000), di cui una parte inviati al depuratore di Ostia con il sollevamento di

600 litri/s e parte inviati al Canale ……….. del CBTAR con il

sollevamento di 1.060 litri/s. Per cui in caso di blocco dell’impianto questo

enorme quantitativo di acque, prevalentemente piovane, non viene

sollevato e tutte le fogne della rete dell’Infernetto vanno in pressione.

Naturalmente entrano in pressione le parti di fognatura più basse cioè

quelle che si trovano in prossimità dell’impianto di sollevamento, e con

una pressione che aumenta sempre di più man mano che il resto della

fogna entra in pressione.

Questa pressione si esprime in termini di centimetri, o metri, e rappresenta

l’altezza che raggiunge l’acqua nel punto in cui la fogna ha un’uscita.

Per essere più chiari, se la fogna ha una pressione interna di 1,50 m e

scorre alla profondità di 1,50 m non ci sarà fuoriuscita di liquami da

eventuali innesti nella fognatura stessa; ma se la profondità della fogna è

di 1,00 m e il bagno più basso si trova a 0,40 m sopra la stessa fogna

necessariamente ci sarà fuoriuscita di liquami in quanto la pressione è

maggiore dell’altezza massima in quel punto.

Per far fronte a questo problema, spesso presente soprattutto negli edifici

dove ci sono piani seminterrati con bagni o altre forme di scarico in fogna,

il Comune di Roma e la stessa ACEA ATO 2 Spa, prima di consentire

l’allaccio del fognolo privato nella fognatura pubblica richiedono

l’istallazione a monte dell’allaccio di una valvola di ritegno, o valvola di

non ritorno, che, in caso di fogna in pressione, impedisca ai liquami di

tornare indietro ed allagare tali locali seminterrati.

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Nel caso presente, la Sig.ra ............. aveva a suo tempo istallato questa

valvola di ritegno della quale è stata riscontrata la presenza e la

funzionalità, ma il rigurgito e il conseguente allagamento non è avvenuto

attraverso i sanitari dell’appartamento dell’attrice, ma da quei pozzetti più

o meno diffusi all’interno dei lotti della zona con i quali si scaricano

irregolarmente le acque piovane all’interno della fogna pubblica.

Questi pozzetti sono a livello del piano terra e spesso non sono dotati della

valvola di ritegno in quanto non scaricano acque nere, per cui

rappresentano il primo sfogo dei liquami in pressione nella fognatura

pubblica. E’ da questi pozzetti che è avvenuta la fuoriuscita dei liquami

che hanno invaso le strade e i lotti privati, allagando anche le case laddove

il loro dislivello dalle strade è pochissimo o addirittura negativo come nel

caso dell’abitazione della Sig.ra ............. che risulta più bassa di 26 cm

della strada Via ..............

A tutto questo si deve anche aggiungere la mancanza ai lati di tale strada di

un sistema di deflusso delle acque meteoriche verso uno dei canali di

bonifica della zona.

Abbiamo detto che l’allagamento della zona dell’Infernetto si è verificato

per la coincidenza di due eventi quali la forte precipitazione avvenuta tra il

08 e il 09 gennaio 2010 e il blocco delle pompe dell’impianto “Progressiva

0.000” causato dalla mancanza di energia elettrica e dal mancato

funzionamento del gruppo elettrogeno. Per quanto riguarda l’allagamento

subito dall’abitazione della Sig.ra ............., c’è un ulteriore elemento che

ha aggravato la situazione e favorito l’ingresso dei liquami dentro la casa,

rappresentato dal dislivello di 26 cm tra la strada Via ……. e il piano

dell’abitazione.

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Il fatto che il piano terra dell’abitazione dell’attrice sia più basso di 26 cm

non rappresenta una colpa per l’attrice stessa in quanto la casa è stata

costruita circa 14 cm più in alto rispetto al terreno di proprietà. Quando la

casa è stata costruita non c’erano ancora le quote stradali definite e

certamente non si pensava alla possibilità che la zona si potesse allagare

per la fuoriuscita di liquami anche perché allora non c’erano le fogne

pubbliche.

4.8. DANNI PROVOCATI ALLA CASA

Per la presenza del dislivello tra l’abitazione della Sig.ra ............. e la

strada Via ............., misurato in 26 cm (per la precisione 26,5 cm) le acque

meteoriche miste a liquami sono entrate dal passo carrabile con civico 80

ed hanno invaso il percorso carrabile fino all’abitazione interessando

l’interno per un’altezza di almeno 26-27-28 cm.

Pertanto i danni che sono stati provocati all’interno della casa hanno

riguardato:

- intonaci delle pareti bagnati per almeno 26-28 cm con possibilità di

risalita dell’acqua per capillarità fino a 50 cm;

- putrescenza ed ammaloramento delle porte e dei mobili che sono stati

immersi in acqua e liquami;

- sporcizia sui pavimenti e sugli infissi;

- suppellettili ed arredi.

Nel fascicolo di parte della Sig.ra ............. è contenuta la perizia di stima

dei danni redatta dall’Ing. ............., corredata di molte fotografie e dei

costi necessari per il ripristino.

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In tali costi sono anche contenuti gli importi per alcune opere di

contenimento e di prevenzione per impedire che avvengano altri

allagamenti all’interno della proprietà dell’attrice.

Tali opere sono state, e lo saranno, sicuramente efficaci per gli eventi

calamitosi che hanno interessato dopo il 2010 la zona.

Riteniamo che i costi relativi alle opere di prevenzione non debbano

rientrare tra i costi relativi ai danni provocati dall’allagamento del 09

gennaio 2010.

Per quanto riguarda i danni alle suppellettili e agli arredi, riteniamo che

quelli oggettivamente da riconoscere siano quelli direttamente interessati

dall’allagamento, cioè quelli situati al di sotto dei 25-30 cm del livello che

quel giorno avevano raggiunto le acque all’interno della casa.

L’Ing. ……….riporta nell’ultima pagina della sua perizia di stima il

prospetto dei costi per i danni subiti con l’importo complessivo di €

120.147,13 (comprensivo di IVA del 20% in quanto antecedente

all’aumento al 22%), poi aggiornato con successiva perizia di stima del 02

marzo 2012 ad € 122.567,13, comprensivo di IVA.

Il prospetto dei costi di € 120.147,13 (doc. 11 del fascicolo di parte) è

composto da 12 voci dettagliate nella perizia.

Il primo elenco riporta un costo complessivo di € 25.973,90 riguardante

libri, suppellettili, stoviglie, mobili di arredo, apparecchiature telefoniche

ed audio.

Occorre ricordare che l’allagamento della casa aveva raggiunto un livello

di circa 20-25 cm di altezza, corrispondente alla quota di ribassamento

della casa rispetto alla quota della strada Via ............. davanti al civico ….,

per cui appare logico considerare come danneggiate tutte quelle cose che

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potevano trovarsi sommerse dai liquami o che in qualche modo potessero

risentire del livello dei liquami fino ad un massimo di 45-50 cm.

Ovviamente se un mobile è danneggiato alla sua base è plausibile ritenere

che sia stato interamente danneggiato, invece le suppellettili, i libri, e

quanto altro poteva stare ad altezza oltre i 40-50 cm, c’è da ritenere che

non abbia subito rilevanti danni.

Inoltre nel valutare l’entità del danno è necessario considerare anche la

vetustà di ciò che è stato danneggiato.

Nell’elenco dei costi di ripristino l’Ing. ............. ha inserito molti

preventivi soprattutto per la valutazione del costo dei mobili. Dobbiamo

ritenere che tali costi siano comprensivi di IVA e comunque che in sede di

acquisto possano subire anche qualche ribasso.

Con queste considerazioni, e soprattutto non avendo a disposizione gli

oggetti danneggiati, ma solo alcune fotografie allegate alla perizia dell’Ing.

............., riteniamo congruo considerare una riduzione del 50% di quanto

stimato. Per cui al primo elenco della perizia dell’Ing. ............. può essere

attribuito il valore complessivo e forfettario di € 13.000,00.

La stessa cosa vale per il secondo elenco riguardante la camera da letto.

A nostro avviso, e senza voler mancare di rispetto a nessuno, dalla

descrizione delle suppellettili descritte dall’Ing. ............., sembra che tutto

fosse a terra o comunque in posizione al di sotto dei 50 cm dal pavimento.

Anche per questo secondo elenco riteniamo congrua una riduzione del

50% di quanto stimato dal tecnico incaricato dall’attrice e quindi il valore

complessivo e forfettario di € 16.500,00.

Anche per la camera degli ospiti di cui il terzo elenco, del quale non

abbiamo trovato tutti gli allegati di riferimento, riteniamo che una

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valutazione ridotta del 50% sia sufficientemente congrua e quindi il valore

complessivo e forfettario di € 9.000,00.

Per il bagno, visto che il valore maggiore è costituito da un mobile a pezzo

unico, riteniamo che la riduzione del 40% possa essere considerata

congrua e quindi il valore complessivo e forfettario di € 4.000,00.

La stessa valutazione riteniamo si possa applicare all’elenco relativo alla

cucina in cui i pezzi più pregiati sono rappresentati dalle apparecchiature,

per cui con la riduzione del 40% si ha un valore complessivo e forfettario

di € 6.600,00.

Per l’elenco delle porte e finestre si ritiene congrua una riduzione del 30%

per cui il valore complessivo e forfettario di € 3.000,00.

Per l’elenco dei danni al giardino occorre prendere in considerazione solo

alcune voci, mentre altre, come lo spostamento delle piante per far posto

alla costruzione del muro di sicurezza, non riteniamo che debbano essere

considerate in quanto gli interventi eseguiti dall’attrice per aumentare la

sicurezza non rientrano nei danni.

Pertanto a questo elenco deve essere sottratto il costo più significativo di €

3.500,00, per cui resta un costo arrotondato di € 100,00.

Per le pulizie di casa stimate dal tecnico in € 2.711,54, riteniamo che il più

costo congruo sia dato dalle due fatture della ............. in quanto le altre

spese riguardano prodotti della casa che non possono essere valutati come

danni. Pertanto il costo da prendere in considerazione ed arrotondato è di €

1.600,00 comprensivo di IVA.

Per l’elenco dei costi per la messa in sicurezza (muretti, griglie, ecc.), non

riteniamo che rientrino nell’ambito dei danni. L’esecuzione di queste

lavorazioni, seppure apprezzabili ed efficienti, come peraltro dimostrato

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dai successivi allagamenti della zona, non riteniamo che debbano essere

considerati come costi di danni subiti in quei giorni, ma solo come opera

di miglioria della casa. Pertanto a questo elenco deve essere attribuito il

costo zero.

Il costo del ripristino dell’impianto elettrico riteniamo che sia congruo e

quindi possiamo attribuire alla riparazione di questo danno l’importo

complessivo e forfettario di € 1.460,00 (comprensivo di IVA).

Per il costo delle ulteriori spese, non riteniamo che sia da considerare

come costo di un danno la spesa di € 800,00 per l’alimentazione presso

ristoranti. Pertanto il costo di questo elenco riteniamo che sia congruo per

€ 430,00.

Per il costo di ripristino delle murature (lavori edili) interessate

dall’allagamento riteniamo congrua una riduzione del 20% sull’importo

stimato dal tecnico, che con l’arrotondamento è di € 4.500,00

comprensivo di IVA.

Lo stesso tecnico ha poi periziato un importo di € 2.420,00 per l’acquisto

da parte dell’attrice di un gruppo elettrogeno. Riteniamo che tale costo non

possa rientrare tra i costi dei danni, in quanto si tratta di una miglioria che,

sebbene apprezzabile e forse anche necessaria, non rientra nell’ambito dei

quesiti posti dal Giudice Istruttore.

Per quanto sopra esposto riteniamo che il costo degli interventi per riparare

i danni e per il risarcimento di quanto andato deteriorato o distrutto sia di €

60.190,00 arrotondato a € 60.200,00 (Euro sessantamiladuecento/00)

comprensivo di IVA.

5. RISPOSTA AL QUESITO

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Per chiarezza di esposizione abbiamo suddiviso il quesito in più punti

secondo l’ordine con cui è stato posto dal Giudice Istruttore, e più

precisamente:

a) stato dei luoghi e caratteristiche urbanistiche;

b) l’impianto di sollevamento Progressiva 0.000;

c) descrizione dell’immobile dell’attrice;

d) collegamento con la rete fognaria;

e) tempi, modalità, luoghi, cause e concause dell’allagamento del

09.01.2010;

f) presenza o meno del sistema antirigurgito;

g) se l’impianto depuratore è a sistema misto con sfioratori di piena o

è previsto per sole acque nere;

h) se nei due-tre anni precedenti il fatto (ed a tutt’oggi) nel

depuratore si riversassero o meno acque chiare;

i) come lavorava in tale condizione l’impianto di depurazione e di

sollevamento;

j) se tale sistema sia o meno appropriato per un contesto urbanistico

quale quello di via .............;

k) se nel contesto territoriale limitrofo siano usuali e diffusi

smaltimenti separati per acque meteoriche e nere;

l) se il giorno dell’evento il depuratore e l’impianto di sollevamento

abbiano funzionato e/o se quest’ultimo non sia stato interessato da

black-out;

m) cause del mancato funzionamento e la durata dello stesso;

n) conseguenze connesse al mancato funzionamento;

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o) soggetto deputato alla costruzione dei depuratori ed in concreto

chi ha realizzato l’attuale depuratore;

p) natura, quantità e durata delle precipitazioni del giorno del fatto

con prospetto comparativo per un periodo temporale significativo;

q) danni subiti dall’immobile (e suoi contenuti documentati)

dell’attrice.

5.a. STATO DEI LUOGHI E CARATTERISTICHE

URBANISTICHE

La zona dell’Infernetto è stata caratterizzata da una forte espansione

dell’abusivismo edilizio e dalla successiva edificazione regolare mediante

il Piano Particolareggiato PP ………….

L’ACEA ATO 2 Spa nell’ambito del piano di risanamento delle borgate ha

realizzato la rete delle acque reflue (nere) che dapprima ha servito solo

l’area del PP ……..e poi si è estesa anche ad altre zone limitrofe

interessate da quelle aree che sono state ulteriormente oggetto di

espansione abusiva (toponimi). In sostanza la rete attuale fa fronte ad un

insediamento di circa 20.500 abitanti, che a breve potrebbe arrivare intorno

ai 23.500 abitanti.

Il dimensionamento della rete delle acque reflue va ben oltre i quantitativi

prevedibili in base alla quantità di acqua potabile che l’ACEA ATO 2 Spa

fornisce nella zona (327 litri/ab x giorno). Infatti il quantitativo di acque

reflue che dovrebbero arrivare all’impianto di sollevamento “Progressiva

0.000” è previsto in 40 litri/s mentre in periodo di secca (estate) si registra

la portata di 90 litri/s. E‘ evidente che nella fogna delle acque reflue

vengono immessi altri tipi di acque che non hanno necessità di essere

trattate al depuratore di Ostia. Ci riferiamo alle acque di falda o acque

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superficiali che vengono immesse abusivamente nella rete delle acque

nere.

Questo fenomeno diventa ancora più accentuato ed esasperato nel periodo

invernale quando nelle rete della acque nere vengono immesse

illegalmente anche le acque chiare o acque meteoriche.

Tutta la zona dell’Infernetto, come tutta la zona del Municipio ……., ora

Municipio ……., compresa …….., è priva di fognature di raccolta e di

smaltimento delle acque chiare.

Ad Ostia ci sono i pozzetti assorbenti ai lati dei marciapiedi che

disperdono nella sabbia le acque di pioggia. Una volta il sistema

funzionava, ma con l’aumento delle superfici impermeabili anche la

cittadina di Ostia risente negativamente dell’assenza di uno specifico

impianto fognante per le acque chiare.

All’Infernetto il problema è ancora più sentito in quanto il terreno di

natura sabbiosa-argillosa con forti lenti di torba riduce notevolmente il

tempo di assorbimento dei terreni permeabili. L’aumento poi delle

superfici impermeabili (coperture, terrazzi, balconi, piazzali e strade)

concentra le acque meteoriche e favorisce gli allagamenti.

5.b. L’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO PROGRESSIVA 0.000

L’…………ha realizzato, ampliato e gestito l’impianto di sollevamento

denominato “Progressiva 0.000”, che non è un impianto di depurazione,

ma un impianto che solleva le acque reflue in modo che possano partire da

una quota più alta e raggiungere attraverso altri impianti di sollevamento il

depuratore di Ostia.

L’impianto si trova pressoché alla base altimetrica di tutta la zona

dell’Infernetto, cioè nella posizione più a Sud in prossimità della pineta di

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Castel Porziano. In pratica tutta la rete delle acque reflue creata

dall’………..nell’ambito del piano di risanamento della borgata

dell’Infernetto fa capo all’impianto “Progressiva 0.000”.

L’impianto è stato dimensionato per il sollevamento di portate maggiori di

quella di progetto e nel tempo è stato ulteriormente potenziato.

Attualmente l’impianto è costituito da due gruppi di pompe. Il primo

gruppo comprende quattro pompe di cui tre di esercizio ed una di riserva

che hanno il compito di sollevare la portata di 600 litri/s e farla defluire

attraverso una tubazione in pressione verso il successivo impianto

denominato “Progressiva 2.000” e poi ancora fino ad arrivare al depuratore

di Ostia.

Il secondo gruppo è composto da tre pompe dette di “by pass” di cui due in

esercizio ed una di riserva, che hanno il compito di sollevare le eventuali

portate in eccedenza per una portata massima di 1.060 litri/s, per farle

defluire nel vicino (è distante circa 85 metri) Canale ……… del CBTAR,

mediante il quale, per gravità, arrivano all’impianto di sollevamento di Via

del ………. dove si trova l’impianto centrale del CBTAR che scarica nel

Canale dei Pescatori.

Le enormi portate cui fa fronte l’impianto “Progressiva 0.000” sono

soprattutto rappresentate dalle acque meteoriche che illegalmente vengono

immesse nelle fogne delle acque reflue.

Basti ricordare che le portate delle acque nere, calcolate per circa 13.000

abitanti, arrivano a 40 litri/s, e che con il previsto ampliamento del PP

…… potranno al massimo raddoppiare, mentre già solo nel periodo estivo

(secca) arrivano a 90 litri/s, e nel periodo invernale spesso superano la

portata massima dell’impianto (1.660 litri/s).

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Quando ci sono forti precipitazioni, soprattutto se molto intense (brevi

periodi), l’assenza di un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle

acque meteoriche, provoca l’allagamento delle strade e dei terreni ancora

liberi, inoltre molti residenti della zona hanno convogliato, in modo del

tutto irregolare, le acque meteoriche che interessano i loro lotti nella

fognatura pubblica, mandando in crisi l’impianto “Progressiva 0.000”

quando la portata complessiva della fognatura supera la portata

complessiva che le pompe istallate possono sollevare.

Se a tutto questo si aggiungono fatti accidentali come l’interruzione della

corrente elettrica e il mancato funzionamento del gruppo elettrogeno,

anche portate minori di 1.660 litri/s possono provocare i danni di

allagamento della zona.

5.c. DESCRIZIONE DELL’IMMOBILE DELL’ATTRICE

La Sig.ra ............. è proprietaria di una abitazione unifamiliare disposta

tutta sul piano terra, senza alcun piano interrato.

L’ingresso avviene sul passo carrabile di Via ............. n. ............., dove il

primo tratto di tale passo è in comune con l’edificio accanto.

La proprietà inizia in corrispondenza del cancello sul quale la Sig.ra

............., dopo gli eventi lamentati, ha fatto istallare una sorta di paratia per

contenere eventuali acque provenienti dalla Via ..............

La Sig.ra ............. ha acquistato la casa e il terreno di pertinenza il

………. dal Sig. ............. ed è distinta al Catasto fabbricati del Comune di

Roma al foglio ............., particella ............., sub …. graffata con la

particella ………..

L’abitazione è composta di due camere, soggiorno, disimpegno, bagno e

cucina, con corte, per un totale di n. 5 vani catastali.

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Dall’atto di acquisto risulta che la casa è stata costruita in assenza di

concessione edilizia ed è stata oggetto di richiesta di concessione in

sanatoria presentata al Comune di Roma il ………. con prot. ……… e non

ancora rilasciata.

L’abitazione ha il piano terra che è ribassato di circa 26 cm (per la

precisione 26,5 cm) rispetto al piano del cancello civico …..su Via

…………

Il giardino circostante l’abitazione, sempre di proprietà dell’attrice, è

ribassato di 14 cm rispetto al piano della casa e quindi di circa 40 cm

rispetto alla Via ……….

Il giardino ha tre fori del diametro di circa 10 cm situati alla base del muro

di recinzione posteriore che permettono alle acque meteoriche di defluire

verso una zona paludosa che si trova ad una quota più bassa del giardino

stesso.

Poco prima della casa, sul percorso di accesso, la Sig.ra ……… ha fatto

istallare una griglia di raccolta delle acque meteoriche collegata ad un

pozzetto nel quale c’è una pompa sommersa che solleva le acque bianche e

le scarica mediante una tubazione in PEAD in uno dei tre fori posti alla

base del muro di recinzione posteriore.

La fogna privata della Sig.ra ……….. è dotata della valvola di ritegno o di

non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i rigurgiti della

fogna pubblica quando questa entra in pressione.

5.d. COLLEGAMENTO CON LA RETE FOGNARIA

La fognatura privata dei servizi igienici e della cucina dell’abitazione della

Sig.ra……… è collegata alla fognatura privata del vicino edificio facente

parte della particella 339 del foglio 1081, il cui allaccio alla fognatura

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pubblica è stato richiesto dalla Sig.ra …….. il …… con prot. ….. del

Municipio ……, che è stato poi autorizzato dall’……..Spa il …….. con

prot. …….

Il progetto allegato alla richiesta di allaccio non prevede l’istallazione della

valvola di non ritorno, anche se il nulla osta dell’ACEA ATO 2 Spa

prescrive che venga istallato il dispositivo atto ad evitare eventuali

rigurgiti.

Non risulta tra i documenti in atti l’attestato dell’ACEA ATO 2 Spa di

avvenuto allaccio.

La fogna privata della Sig.ra ………. è dotata della valvola di ritegno o di

non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i rigurgiti della

fogna pubblica quando questa entra in pressione.

5.e. TEMPI, MODALITA’, LUOGHI, CAUSE E CONCAUSE

DELL’ALLAGAMENTO DEL 09.01.2010

Nel primo mattino del 09 gennaio 2010, durante un temporale di media

intensità, per il quale sono stati registrati dal pluviometro di Acilia 25 mm

di pioggia, la sala di controllo del depuratore di Ostia in Via Tancredi

Chiaraluce, alle ore 4,30 registrava ……. nell’impianto di sollevamento

denominato “Progressiva 0.000” in Via ………., consistente ………...

Veniva avvertita la squadra di manutenzione che alle ore 5,50 ripristinava

…………… e la …………, più altre operazioni di pulizia e manutenzione.

Il blocco delle pompe di sollevamento (600 litri/s) e di by pass (restante

portata fino a 1.060 litri/s) era stato causato probabilmente da un fulmine

che aveva fatto scattare l’interruttore di protezione dell’impianto e

l’interruttore di protezione del gruppo elettrogeno. Il contemporaneo

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blocco dei due interruttori di protezione (magnetotermici) è stata la causa

che ha provocato il blackout in tutte le pompe.

L’afflusso di acque nere (in piccola parte) e di acque meteoriche (in

maggior parte) ha fatto andare in pressione tutta la parte terminale della

rete di fognatura gestita dall’…………., cioè quella parte di rete più bassa

vicina all’impianto “Progressiva 0.000”, per cui la parte alta dell’Infernetto

(quella verso Roma) non ha risentito degli effetti di questo blackout.

Le fogne in pressione hanno quindi rigurgitato il loro contenuto (acque

bianche e nere) attraverso tutti gli scarichi più o meno regolari. Gli scarichi

regolari, quindi delle sole acque nere, che avevano in dotazione la valvola

di non ritorno hanno risentito in minima parte del rigurgito, mentre gli

stessi scarichi, ma privi della valvola di non ritorno, hanno subito il

rigurgito nelle parti più basse della fognatura interna privata. Quindi se

qualche abitazione di queste aveva il bagno al piano interrato o

seminterrato il rigurgito ha provocato gli allagamenti degli ambienti.

Per le abitazioni senza valvola di non ritorno, o di ritegno, al piano terra il

rigurgito non si dovrebbe essere verificato, sempre che la pressione non

risulti con una prevalenza superiore all’altezza del water o dello scarico

della vasca o dello scarico della doccia e del bidet. In altre parole la

pressione all’interno della fognatura se ha una prevalenza di altezza

superiore a quello dello scarico più basso il rigurgito avviene con il

versamento dei liquami negli ambienti.

Nel caso della Sig.ra ……….la sua abitazione è circa 26 cm più bassa

della strada …………, ritenendo che la profondità della fognatura sia

dell’ordine di 1,50 m, è sufficiente una pressione con prevalenza 1,24 m

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(1,50 - 0,26 m) per far rigurgitare lo scarico più basso a piano terra, per

esempio la vasca o la doccia.

Ma la Sig.ra ……… aveva la valvola di non ritorno, che abbiamo

riscontrato presente nella sua fognatura privata, per cui il rigurgito non si

dovrebbe essere verificato.

Purtroppo è accertato che nella fogna pubblica delle acque nere vengono

illegalmente immessi scarichi di acque meteoriche, o bianche, provenienti

dai lotti privati (anche nel cortile antistante il cancello della Sig.ra ……..

ci sono pozzetti di raccolta di acque meteoriche di cui non è stato possibile

accertare lo scarico, ma si ritiene che questo avvenga nella fognatura delle

acque nere). Quindi dai pozzetti di scarico delle acque bianche, e da quelli

delle acque nere privi di valvola di non ritorno, sono sicuramente avvenuti

i rigurgiti della fognatura pubblica che hanno provocato gli allagamenti

lamentati.

Pertanto, l’allagamento subito dall’abitazione della Sig.ra ……….il 09

gennaio 2010 è stato provocato dalle acque nere e bianche che hanno

rigurgitato dalla fognatura pubblica attraverso tutti gli scarichi illegali

della zona intorno a Via ………, e attraverso gli scarichi privi della

valvola di non ritorno. Ovviamente per primi hanno rigurgitato gli scarichi

illegali vicino all’impianto “Progressiva 0.000” e quindi vicino

all’abitazione dell’attrice, poi, con il passare del tempo, aumentando la

pressione all’interno della fognatura, i rigurgiti si sono verificati

progressivamente risalendo verso monte della stessa fognatura pubblica,

fino a quando l’impianto di sollevamento è stato rimesso in funzione (ore

5,50 del 09 gennaio 2010).

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E’ evidente che questo allagamento è stato ulteriormente accentuato dalla

posizione della casa ribassata di 26 cm, ma questo non può costituire un

elemento a carico della proprietaria, la quale aveva il regolare allaccio alla

fognatura e la presenza lungo la conduttura della valvola di non ritorno per

non subire i rigurgiti. Se le acque non fossero entrate dalla strada e dalle

zone confinanti, a loro volta allagate dalla strada, l’abitazione della Sig.ra

…………non avrebbe subito l’allagamento lamentato.

Per sintetizzare, si può dire che il blackout dell’impianto “Progressiva

0.000” ha provocato il riempimento della fognatura che è andata in

pressione e, attraverso gli scarichi abusivi di acque meteoriche e attraverso

gli scarichi privi di valvola di non ritorno, ha rigurgitato dai pozzetti a

quota zero e dagli scarichi più bassi dei servizi igienici.

La causa principale della crisi della fognatura è la completa assenza della

rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e la notevole

quantità di acqua meteorica che viene giornalmente immessa nella

fognatura delle acque nere. Il blackout dell’impianto “Progressiva 0.000”

ha determinato la pressione all’interno della fognatura pubblica delle

acque nere con il conseguente rigurgito all’esterno delle acque da questa

raccolte.

5.f. PRESENZA O MENO DEL SISTEMA ANTIRIGURGITO

La fogna privata della Sig.ra ………, come già detto, è dotata della valvola

di ritegno o di non ritorno (detta anche valvola di clapet) che impedisce i

rigurgiti della fogna pubblica quando questa entra in pressione.

La detta fognatura è a sua volta allacciata alla fognatura privata del

confinante edificio che è allacciata alla fognatura pubblica su Via ………

in base alle autorizzazioni di cui sopra.

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5.g. SE L’IMPIANTO DEPURATORE E’ A SISTEMA MISTO CO N

SFIORATORI DI PIENA O E’ PREVISTO PER SOLE ACQUE

NERE

Come chiarito nelle precedenti CONSIDERAZIONI l’impianto

“Progressiva 0.000” non è un impianto di depurazione ma è un impianto di

sollevamento che è stato progettato e costruito per sollevare le acque nere

della rete fognaria delle acque reflue o nere della zona dell’Infernetto.

Poiché la parte terminale della fognatura pubblica delle acque nere

dell’Infernetto viene a trovarsi ad una quota più bassa dei successivi

sistemi di allaccio al depuratore di Ostia, è necessario sollevare le acque

reflue per poi scaricarle a quota più alta verso il successivo impianto

denominato “Progressiva 2.000” per poi proseguire verso altri impianti

fino al depuratore di Ostia in Via Tancredi Chiaraluce.

Le acque reflue provenienti da tutta l’area dell’Infernetto dovevano avere

dapprima una portata di circa 40 litri/s, poi con l’ampliamento del PP

……. la portata dovrebbe arrivare a circa 80 litri/s.

Con l’esame delle portate nel periodo estivo (periodo di secca) l’ACEA

ATO 2 Spa ha rilevato una portata di 90 litri/s, ed in futuro si prevede che

nel periodo estivo arrivi intorno ai 130 litri/s, riscontrando così la presenza

di numerosi allacci abusivi che scaricano nella fognatura pubblica delle

acque reflue le acque di falda. Tale fenomeno si è accentuato in maniera

esponenziale nel periodo invernale dove le portate in ingresso all’impianto

“Progressiva 0.000” sono risultate nell’ordine di 1.500-1.600 litri/s,

dimostrando inequivocabilmente che nelle fogne delle acque nere “ignoti”

avevano allacciato gli scarichi delle acque meteoriche raccolte delle

coperture dei propri edifici e dai vari piazzali ed altre aree impermeabili.

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Tali allacci, seppure non giustificati e tanto meno autorizzati,

evidentemente dipendono anche dall’assenza nella zona di un sistema di

raccolta e smaltimento delle acque meteoriche dette anche acque chiare.

Per far fronte a questa anomalia, cioè l’immissione nella fogna delle acque

nere delle acque chiare, l’ACEA ATO 2 Spa ha potenziato le pompe di

sollevamento istallando un primo gruppo di quattro pompe, tre in funzione

ed una di riserva, che sollevano la portata di circa 600 litri/s verso il

depuratore di Ostia, ed un secondo gruppo di pompe, dette di “by pass”

composto da tre pompe, due in funzione ed una di riserva, che sollevano la

portata eccedente di 1.060 litri/s e la scaricano nel vicino Canale ………

del CBTAR, che a sua volta scarica nell’impianto di sollevamento del

Canale dei Pescatori.

Si può dire che l’impianto “Progressiva 0.000” oramai solleva le acque

miste che nel periodo invernale diventano prevalentemente “chiare”

proprio per il notevole apporto che viene convogliato nelle fogne

originariamente destinate esclusivamente alle acque reflue.

5.h. SE NEI DUE-TRE ANNI PRECEDENTI IL FATTO (ED A

TUTT’OGGI) NEL DEPURATORE SI RIVERSASSERO O MENO

ACQUE CHIARE

Gli allagamenti denunciati dall’attrice si sono verificati nei giorni 16

settembre 2009, 09 gennaio 2010 e 22 febbraio 2010, quindi tra il

settembre 2009 e il febbraio 2010.

Già negli anni precedenti, cioè dal 2006, l’impianto “Progressiva 0.000”

funzionava, come tuttora funziona, come impianto di sollevamento di

acque miste in quanto le acque di arrivo erano in parte costituite dalle

acque reflue di tutta la zona dell’Infernetto ed in massima parte dalle acque

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meteoriche che non hanno mai avuto un apposito sistema di raccolta e di

smaltimento.

Le portate delle acque reflue, calcolate sulla base dell’acqua potabile

fornita alla zona dalla stessa ACEA ATO 2 Spa, sono state dell’ordine di

40 litri/s, che con l’allargamento della rete potranno arrivare ad un

massimo di 80 litri/s. In realtà già nel periodo estivo queste portate

arrivavano a 90 litri/s, senza l’allargamento della rete, e nel periodo

invernale arrivavano, ed arrivano, portate dell’ordine di 1.500-1.600 litri/s.

5.i. COME LAVORAVA IN TALE CONDIZIONE L’IMPIANTO DI

DEPURAZIONE E DI SOLLEVAMENTO

Come già detto l’impianto “Progressiva 0.000” non è un impianto di

depurazione ma è un impianto di sollevamento. Esso ha il compito di

sollevare le acque della rete fognante delle acque reflue dell’Infernetto per

portarle alla quota tale da raggiungere per gravità naturale il successivo

impianto di sollevamento per poi arrivare al depuratore di Ostia.

Quando l’ACEA ATO 2 Spa ha riscontrato che le portate di arrivo

all’impianto erano di gran lunga superiori alle portate previste per il

sistema delle acque reflue è stata costretta a potenziare l’impianto e a far

fronte alla situazione che si era venuta a creare specialmente nel periodo

invernale quando le precipitazioni piovose sono assai più accentuate.

Attualmente l’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è composto

sostanzialmente da due gruppi di pompe di sollevamento e da un gruppo

elettrogeno. Il sistema è sottoposto al telecontrollo che fa capo alla sala

operativa che ha sede nel depuratore di Ostia in Via Tancredi Chiaraluce.

Eventuali anomalie del sistema vengono rilevate nella sala operativa e il

capo turno, in funzione del rilevamento, invia una squadra sul posto per

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controllare l’origine e la causa dell’anomalia e per intervenire di

conseguenza ripristinando la funzionalità regolare.

Il primo gruppo di pompe è composto da quattro pompe sommerse di cui

tre in funzione sequenziale ed una di riserva che viene messa in funzione

quando una delle altre tre è in manutenzione. La portata complessiva di

queste tre pompe è di 600 litri/s, quindi di gran lunga superiore alla portata

normale delle acque reflue valutata intorno ai 40 litri/s.

Le tre pompe, più quella di riserva, sollevano le acque, che ora possiamo

anche definire “miste” per convogliarle verso il successivo impianto di

sollevamento denominato “Progressiva 2.000”, che a sua volta le solleva

per poi farle proseguire verso altri impianti ed infine nel depuratore di

Ostia.

Il secondo gruppo di pompe, detto anche di “by pass” è composto da due

pompe in esercizio ed una di riserva utilizzata quando una delle altre due è

in manutenzione. La portata complessiva di queste due pompe è di 1.060

litri/s. Questo secondo gruppo di pompe entra in esercizio quando

l’afflusso dalla rete delle acque reflue (miste ad acque meteoriche) supera

la portata di 600 litri/s, cioè quando la portata è maggiore di quella che può

sollevare il primo gruppo di pompe.

Le acque così sollevate vengono inviate mediante una condotta lunga circa

85 metri nel vicino Canale ………. del CBTAR, il quale, per gravità

naturale, le trasporta fino al centro di sollevamento di Dragoncello meglio

noto come inizio del Canale ………., e di lì vengono inviate al mare.

In pratiche le tre pompe (2 + 1) di by pass funzionano come una sorta di

sfioro, cioè l’eccedenza del quantitativo inviato al depuratore viene

smaltito direttamente al mare.

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Da un punto di vista normativo, questa possibilità di smaltire l’eccedenza

direttamente al mare è data dalla bassa concentrazione delle acque reflue

rispetto alla portata complessiva.

Infatti, essendo la portata effettiva delle acque reflue di 40 litri/s, quando

entrano in funzione le pompe di by pass che scaricano direttamente a mare,

vuol dire che la portata ha superato i 600 litri/s, cioè le acque reflue

rappresentano poco meno di 1/15 della portata complessiva. Tale

parametro consente lo smaltimento senza trattamento di depurazione.

Ovviamente, nel periodo invernale tale parametro è ulteriormente

abbassato in quanto la portata nei periodi di pioggia può salire oltre i 1.000

litri/s con un rapporto inferiore a 1/20.

Occorre mettere in evidenza che in queste condizioni la rete delle acque

reflue lavora male perché la portata complessiva mette a dura prova tutte le

tubazioni della rete nera. E’ appena il caso di ricordare che le sezioni delle

tubazioni delle acque nere sono generalmente assai più piccole di quelle

delle reti di acque bianche, proprio perché le portate delle acque reflue

sono quasi sempre costanti nell’anno e non soggette a forti picchi. Invece

le tubazioni delle reti di acque bianche, proprio perché soggette ad

improvvise ed elevate portate, hanno bisogno di sezioni molto più grandi.

Quindi le sezioni delle fognature delle acque reflue dell’Infernetto devono

sopportare per molti giorni dell’anno improvvise e forti “piene” con il

rischio anche di rotture strutturali.

Inoltre le portate maggiorate dall’afflusso delle acque meteoriche mettono

in difficoltà il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione di

Ostia che non è dimensionato per il trattamento di acque miste. Infatti le

grosse quantità di acque meteoriche riducono notevolmente il

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funzionamento dei fanghi attivi che devono “digerire” i batteri delle acque

reflue. In pratica con la presenza delle acque meteoriche i fanghi attivi

vengono “dilavati” riducendo la loro capacità di trattamento.

5.j. SE TALE SISTEMA SIA O MENO APPROPRIATO PER UN

CONTESTO URBANISTICO QUALE QUELLO DI VIA ……..

Come riportato nella descrizione urbanistica della zona, l’……….oramai

rappresenta una grossa borgata, peraltro tra le migliori di tutte quelle

sottoposte al recupero urbanistico, che andrà presto incontro ad un numero

complessivo di residenti intorno a 23.500 abitanti.

Le condizioni geologiche dei terreni (sabbiosi-argillosi con lenti di torba) e

la notevole diminuzione dei terreni permeabili determinerà sempre di più

problemi di allagamenti e di rigurgiti delle fognature delle acque reflue.

Queste ultime sono state inizialmente dimensionate per un numero di circa

13.000 abitanti per poi ampliarle fino a circa 23.500 abitanti.

Non sono state certo dimensionate per raccogliere le acque meteoriche che

cadono su una superficie complessiva dell’ordine di 1.000 Ha, tra aree

dotate di piano attuativo ed altre aree limitrofe.

Pertanto l’attuale sistema di smaltimento delle acque reflue, miste alle

acque meteoriche immesse senza alcun criterio ma in modo del tutto

abusivo, non è affatto appropriato per una realtà come quella

dell’Infernetto.

Gli stessi studi del Comune di Roma e dell’ACEA ATO 2 Spa hanno

accertato che per risolvere il problema degli allagamenti nella zona, tra le

altre cose, occorre realizzate una efficiente rete di raccolta e smaltimento

delle acque meteoriche, indipendente da quella delle acque reflue,

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utilizzando anche la rete di canali per il drenaggio della bonifica gestita dal

CBTAR.

In questo contesto Via ……….. si trova in una situazione particolarmente

delicata in quanto è alla base della rete delle acque reflue dell’Infernetto,

cioè si trova proprio dove è l’impianto di sollevamento “Progressiva

0.000”, per cui al primo avviso di blocco dell’impianto la zona va in tilt e

si allaga.

L’assenza di qualsiasi tipo di drenaggio, anche sulle strade, determina

l’immediato allagamento quando le fogne rigurgitano in presenza di forti

ed improvvise piogge.

5.k. SE NEL CONTESTO TERRITORIALE LIMITROFO SIANO

USUALI E DIFFUSI SMALTIMENTI SEPARATI PER ACQUE

METEORICHE E NERE

Nella zona dell’Infernetto non ci sono sistemi separati di smaltimento delle

acque reflue e delle acque meteoriche. Solo lungo Viale di ………. ci sono

lateralmente delle caditoie che smaltiscono le acque meteoriche raccolte

dalla strada nel laterale canale di bonifica che ha poi esito nel canale

denominato ……….. con esito al mare all’interno della riserva

presidenziale. Il resto di tutto il comprensorio denominato Infernetto è

privo di qualsiasi sistema di raccolta e smaltimento delle acque

meteoriche.

In altri termini le acque di precipitazione vengo smaltite per assorbimento

dei terreni liberi, oppure vengono immesse più o meno abusivamente nei

vari canali di bonifica della zona, oppure, come già specificato, vengono

immesse in maniera del tutto abusiva nelle fognature pubbliche delle

acque nere create nell’ambito del piano di risanamento delle borgate.

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Al di là del Viale …………, ci sono due grosse lottizzazioni, denominate

rispettivamente “………..” e “…….”, che hanno una propria rete di

raccolta delle acque meteoriche che ha esito nei canali del CBTAR della

zona. Tali reti sono state create nell’ambito dell’attuazione delle rispettive

convenzioni urbanistiche.

Le altre zone edificate, ma non ancora completamente urbanizzate, situate

verso Ovest, non hanno un proprio sistema di raccolta delle acque

meteoriche il cui smaltimento avviene per assorbimento nei terreni liberi

oppure con allacci abusivi nei canali di bonifica.

5.l. SE IL GIORNO DELL’EVENTO IL DEPURATORE E

L’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO ABBIANO FUNZIONATO

E/O SE QUEST’ULTIMO NON SIA STATO INTERESSATO DA

BLACK-OUT

Dai report consegnati dall’………risulta che il ………, la centrale di

telecontrollo del depuratore di Ostia, cui fanno capo tutti gli impianti di

sollevamento gestiti dall’…….., alle ore 4,30 ha registrato una anomalia

all’impianto “Progressiva 0.000” costituita dal raggiungimento del

massimo livello della acque raccolte nella vasca di carico da cui aspirano

le pompe di sollevamento e dall’interruzione di energia elettrica causata

dall’apertura del circuito da parte dell’interruttore di protezione

(interruttore magnetotermico) e da parte dell’interruttore di protezione del

gruppo elettrogeno. Il mancato funzionamento delle pompe di

sollevamento verso il depuratore di Ostia e delle pompe di by pass verso il

Canale ……….., hanno messo in pressione la fognatura pubblica con il

conseguente rigurgito all’aperto delle acque in essa presenti.

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5.m. CAUSE DEL MANCATO FUNZIONAMENTO E LA DURATA

DELLO STESSO DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO

L’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è andato in blackout il

……….. a causa di un evento imprevedibile, probabilmente un fulmine,

che ha fatto scattare (aprire) il circuito di alimentazione elettrica e il

collegamento con il gruppo elettrogeno. La completa mancanza di energia

elettrica non ha fatto entrare in funzione le pompe di sollevamento dirette

verso il depuratore e le pompe di by pass per lo sfioro nel Canale

…………

L’interruzione di energia elettrica è stata avvertita nella sala di

telecontrollo dell’impianto del depuratore di Ostia alle ore 4,30. Il

ripristino dell’energia elettrica è avvenuto alle ore 5,50 dello stesso giorno

09 gennaio 2010.

5.n. CONSEGUENZE CONNESSE AL MANCATO

FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO

Il mancato funzionamento delle tre pompe di sollevamento e delle due

pompe di by pass ha provocato l’innalzamento del livello nella vasca di

carico delle pompe e quindi ha provocato il riempimento delle tubazioni

della fognature delle acque nere con il conseguente aumento della

pressione interna.

L’aumento della pressione è avvenuto dal fondo della rete delle fognature,

cioè partendo dalla “Progressiva 0.000” fino a tornare pian piano verso

monte durante il tempo di non funzionamento delle pompe.

La pressione idrostatica all’interno della fognatura si sviluppa in modo

radiale, cioè su tutta la superficie laterale della tubazione; per cui quando

la pressione trova un innesto di uno scarico, qualunque esso sia, va ad

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occupare tale spazio riempiendo tutta la tubazione fino a quando la sua

pressione diventa come quella atmosferica; a quel punto si ferma.

Nelle zone vicino alla “Progressiva 0.000” la pressione è alta, mentre nelle

parti di tubazione più distanti la pressione è minore. Man mano che passa

il tempo la pressione vicina alla “Progressiva 0.000” aumenta sempre di

più a causa del continuo apporto di acqua e la pressione aumenta anche

lungo la fognatura precedendo verso monte.

Le conseguenze di questo aumento di pressione sono i rigurgiti di tutti gli

scarichi presenti lungo il tratto di fognatura in pressione e quindi gli

allagamenti che si riversano nelle aree circostanti; anche la rete privata

delle acque nere può rigurgitare se non ci sono le valvole di non ritorno.

5.o. SOGGETTO DEPUTATO ALLA COSTRUZIONE DEI

DEPURATORI ED IN CONCRETO CHI HA REALIZZATO

L’ATTUALE DEPURATORE

Il soggetto deputato alla costruzione delle reti fognarie pubbliche (bianche

e nere) e dei depuratori, nonché proprietario, è il Comune di Roma, oggi

ROMA CAPITALE, il quale ha demandato, mediante una convenzione, la

gestione e la manutenzione del sistema idrico integrato, comprendente le

acque nere, l’ACEA ATO 2 Spa, come risulta dalla Convenzione di

Gestione del Servizio Idrico Integrato approvata con deliberazione del

Consiglio Comunale n. 6 del 22 gennaio 2004 (doc. 1 del fascicolo di

Roma Capitale).

In altre parole ROMA CAPITALE è la proprietaria degli impianti di

depurazione come l’impianto del depuratore di Ostia in Via Tancredi

Chiaraluce situato a Nord di Ostia ed è la proprietaria degli impianti di

raccolta, sollevamento e smaltimento delle acque nere. Le reti di raccolta e

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smaltimento delle acque bianche, laddove esistenti, sono sempre di

proprietà di ROMA CAPITALE e ad essa sono rimaste in carico.

La manutenzione, la custodia e la gestione degli impianti relativi alla

raccolta e smaltimento con depurazione delle acque nere è demandata

all’ACEA ATO 2 Spa.

La costruzione, la gestione e la manutenzione delle reti di raccolta e

smaltimento delle acque meteoriche, o bianche, interne al territorio

comunale, è in carico a ROMA CAPITALE.

L’attuale impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è stato realizzato

ed ampliato dall’ACEA ATO 2 Spa in funzione delle esigenze, anche per

l’illecito apporto delle acque meteoriche, nell’ambito del piano di

risanamento delle borgate.

5.p. NATURA, QUANTITÀ E DURATA DELLE PRECIPITAZIONI

DEL GIORNO DEL FATTO CON PROSPETTO COMPARATIVO

PER UN PERIODO TEMPORALE SIGNIFICATIVO

Le precipitazioni piovose del 09 gennaio 2010 non hanno avuto carattere

eccezionale in quanto sono state dell’ordine di 25 mm, che comunque per

il 2010 rappresentano una quantità significativa, tenendo conto che solo in

altri sei giorni del 2010 ci sono state precipitazioni più consistenti, quali:

22 febbraio 2010 con 26,8 mm

08 novembre 2010 con 26,8 mm

20 novembre 2010 con 26,4 mm

28 novembre 2010 con 35,6 mm

17 dicembre 2010 con 37,8 mm

24 dicembre 2010 con 30,4 mm.

In nessuno di questi giorni è stato lamentato alcun allagamento.

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Prima e dopo il 2010 ci sono stati eventi atmosferici davvero eccezionali

che hanno messo in ginocchio l’intera città di Roma, e soprattutto il

litorale romano, ma per questi eventi non è stato lamentato alcun

allagamento.

Ci riferiamo ai seguenti giorni in cui il pluviometro di Acilia ha registrato:

− il 17 ottobre 2008 la caduta di 86,4 mm,

− il 13 novembre 2008 la caduta di 103,8 mm,

− il 20 ottobre 2011 la caduta di 159,2 mm,

− il 31 gennaio 2014 la caduta di 139 mm.

In questi giorni l’attrice non ha lamentato alcun allagamento nella propria

casa.

Le quantità di pioggia precipitate nel corso degli anni sono così distribuite:

Anno Ostia Acilia

2006 536,6 497

2007 383,6 425,4

2008 642,2 1.072,2

2009 531,0 797,4

2010 431,8 877,0

2011 428,4 648,6

2014 1.131,4 1.132,2

Per gli anni 2012, 2013 mancano le registrazioni delle piogge di alcuni

mesi.

5.q. DANNI SUBITI DALL’IMMOBILE (E SUOI CONTENUTI

DOCUMENTATI) DELL’ATTRICE

Per quanto riguarda la determinazione dei costi per la riparazione dei danni

provocati dagli allagamenti lamentati dalla Sig.ra ………., abbiamo avuto

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a disposizione solo la perizia giurata dell’Ing. ………. allegata all’atto di

citazione come doc. 11, corredata di fotografie dello stato dei luoghi e di

quanto andato deteriorato o distrutto.

Non è stato quindi possibile osservare direttamente i danni, anche perché,

come è ovvio e naturale, la Sig.ra ………. ha provveduto subito, a sue

spese, ad effettuare le riparazioni e ad acquistare quanto perduto.

L’elenco dei costi sostenuti dalla Sig.ra ……….. è stato descritto dal

tecnico incaricato e riportato in un prospetto alla fine della perizia giurata.

L’importo complessivo di tale elenco è di € 120.147,13, successivamente

integrato con altra perizia giurata per l’acquisto del gruppo elettrogeno di €

2.420,00 (doc. 15 dell’atto di citazione).

Al primo elenco di importo maggiore abbiamo apportato delle riduzioni,

descritte per ciascun gruppo di voci, per tenere conto sia di quanto

effettivamente rientrante nei danni come per esempio la costruzione dei

muretti di protezione e delle griglie di raccolta, sia per tenere conto della

vetustà di quanto danneggiato o andato distrutto.

Relativamente all’acquisto del gruppo elettrogeno non abbiamo preso in

considerazione il relativo importo poiché si tratta di una miglioria e non di

un danno subito a causa dell’allagamento.

Nel capitolo CONSIDERAZIONI è stato determinato l’importo di

ciascuna voce e l’importo complessivo del costo di riparazione e ripristino

in € 60.200,00 comprensivo di IVA.

Nel seguente prospetto viene riportato lo stesso schema dell’Ing. …….. ma

con gli importi da noi determinati in € 60.190,00, poi arrotondato a €

60.200,00:

Camera da pranzo € 13.000,00

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Camera da letto € 16.500,00

Camera ospiti € 9.000,00

Bagno € 4.000,00

Cucina € 6.600,00

Porte e finestre € 3.000,00

Giardino € 100,00

Spese pulizia di casa € 1.600,00

Lavori per la messa in sicurezza € 0.00

Impianto elettrico € 1.460,00

Ulteriori spese € 430,00

Lavori edili € 4.500,00

Totale € 60.190,00

arrotondato a € 60.200,00

6. CONCLUSIONI ALLA BOZZA DI RELAZIONE INVIATA

ALLE PARTI

La presente relazione di Consulenza tecnica viene inviata per pec ai tre

Consulenti tecnici di parte in formato pdf, in modo che possano redigere

le loro osservazioni o note critiche da sottoporre poi ai CTU per le

successive risposte.

7. OSSERVAZIONI DELLE PARTI

Il 24 febbraio 2015, abbiamo inviato, per posta elettronica certificata (pec),

ai tre CTP, Arch. ……….., Ing. ……… (con mail normale) e Arch.

……… e ai tre legali delle parti, la bozza della nostra relazione di

Consulenza tecnica completa degli allegati dal n. 1 al n. 20.

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Il 25 marzo 2015, abbiamo ricevuto dall’Arch. ………., CT di ROMA

CAPITALE, la sua relazione tecnica in merito alla nostra bozza di

relazione di Consulenza (All. 21).

Il 09 aprile 2015, abbiamo ricevuto dall’Ing. ………., CTP ……… le sue

osservazioni alla nostra bozza di relazione di Consulenza (All. 22).

Il 09 aprile 2015, abbiamo ricevuto dall’Arch. ………, CTP della Sig.ra

…….. le sue note critiche alla nostra bozza di relazione di Consulenza

(All. 23).

Le osservazioni inviateci dai CTP e le seguenti risposte, si devono

considerare come parte integrante ed inscindibile della nostra relazione

tecnica definitiva di Consulenza redatta per rispondere ai quesiti che il

Giudice Istruttore ci ha posto al momento del conferimento dell’incarico.

7.1. OSSERVAZIONI DELL’ARCH. ………….

Il CTP di ROMA CAPITALE, Arch. ……….., nella sua relazione tecnica

riassume brevemente quanto emerso durante i sopralluoghi e quanto

riportato nella bozza di relazione di Consulenza, mettendo in evidenza che

la Via …….. è una strada privata aperta al pubblico transito.

In altre parole, la strada interessata ancora non rientra tra le aree pubbliche

ufficialmente passate in proprietà di ROMA CAPITALE.

Quanto riferisce il CTP rappresenta una situazione assai diffusa in tutto il

territorio del Comune di ROMA CAPITALE, specialmente nelle 84

borgate, dette anche perimetrazioni, che sono soggette al recupero

urbanistico conseguente alla edificazione spontanea (abusivismo edilizio)

verificatasi specialmente tra gli anni ’60 e gli anni ’90 dello scorso secolo.

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Addirittura la presenza di strade ancora private è frequente anche in parti

della città consolidata, come per esempio Ostia Lido, Acilia, ed altre zone

similari di Roma.

Tuttavia, con l’apertura al pubblico transito e con la costruzione di alcune

opere di urbanizzazione, ROMA CAPITALE deve comunque intervenire

laddove si ravvisino situazioni di pericolo di qualsiasi genere, come nel

caso gli allagamenti.

Non ci sembra che la relazione dell’Arch. ……….. contenga particolari

osservazioni o note critiche alle quali si debba rispondere.

Il contenuto della relazione rispecchia sostanzialmente quanto riportato

nella nostra bozza di relazione di Consulenza, per cui non riteniamo di

dover rispondere ulteriormente in modo specifico.

7.2. OSSERVAZIONI DELL’ING. MASSIMO SPIZZIRRI

Il CTP dell’…………, Ing. ………, nelle sue osservazioni approfondisce

alcuni aspetti cruciali trattati nella nostra relazione di Consulenza, ed

allega alle proprie osservazioni la copia della Convenzione di Gestione,

con allegati, che disciplina il rapporto con l’utenza.

Si tratta della Convenzione di Gestione del Servizio Idrico Integrato che

regola i rapporti con il Comune di Roma per la gestione dell’acqua

pubblica e delle reti delle acque reflue.

Il documento che allega è della Segreteria Tecnico Operativa (STO)

dell’………..(All. 22).

Al punto 1. delle sue osservazioni l’Ing. ………… chiarisce le

competenze delle acque bianche, riportando inizialmente i tre tipi di

fognature più usuali e cioè, la fognatura mista, la fognatura delle acque

nere e la fognatura delle acque bianche.

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Subito dopo il CTP fa riferimento al rapporto che esiste tra ROMA

CAPITALE e l’ …………. mediante la “Convenzione di gestione del

Sistema Idrico Integrato”, cioè dell’atto con cui ROMA CAPITALE ha

demandato all’………. la gestione delle acque reflue e delle acque

potabili.

In questo riferimento il CTP riporta alcuni passi del Disciplinare Tecnico

allegata alla Convenzione:

Con questa enunciazione il CTP in sostanza fa rilevare che, nel caso

specifico, la competenza dell’……….riguarda la gestione delle sole acque

reflue e delle acque che in qualche modo possono interessare le fognature

di sua gestione (punto “f” dell’elenco) con esclusione della gestione del

controllo dei sistemi drenanti superficiali delle acque.

E’ una precisazione utile, ma di questo tipo di competenza si è trattato

nella relazione, anche perché nella zona non ci sono sistemi drenanti

ufficiali, escludendo le responsabilità dell’……in merito ai sistemi di

raccolta e trattamento delle acque meteoriche o bianche.

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Al punto 2. il CTP ricorda che la zona è completamente priva di sistemi di

raccolta delle acque meteoriche e spesso queste sono convogliate

impropriamente nella rete delle acque nere la cui progettazione e

dimensionamento è stato limitato solo a smaltire questo tipo di acque.

Al punto 3. il CTP fa una precisazione sul sistema di sollevamento della

“Progressiva 0.000” in particolare precisa che lo scarico di emergenza che

solleva le acque in eccedenza e le scarica nel vicino canale di bonifica

assolve ad una mera difesa della funzionalità dell’impianto in situazioni

non sopportabili dal sistema fognario delle acque nere e non rappresenta

affatto uno scaricatore di piena (tipico delle fognature miste).

Precisa il CTP che laddove abbiamo parlato di autorizzazioni allo scarico

nel vicino canale di bonifica non sarebbe un termine corretto in presenza di

un rapporto di diluizione delle acque nere trasportate in ragione di 1:15, e

comunque il sistema di sollevamento riesce ad assolvere a compiti che

vanno ben oltre quelli specifici dell’……… garantendo l’allontanamento

di grandi masse d’acqua di natura meteorica.

Al punto 4. ribadisce che l’interruzione elettrica con blocco di tutte le

pompe di sollevamento della “Progressiva 0.000” è stato un caso del tutto

fortuito dovuto ad un fulmine e quindi per una causa di forza maggiore.

Pur non essendoci alcuna osservazione da parte del CTP, dobbiamo far

presente la delicatezza e la sensibilità della zona bassa dell’Infernetto dal

punto di vista idrogeologico ed antropico, per cui la “Progressiva 0.000” in

effetti dovrebbe essere dotata di sistemi di autocontrollo che permettano in

tempi assai rapidi il ripristino dello stato di funzionamento dell’intero

impianto, senza correre rischi di allagamenti o di altri eventi conseguenti.

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Al punto 5. l’Ing. ……… ricorda che l’intervento di ripristino

dell’efficienza dell’impianto di sollevamento “Progressiva 0.000” è

avvenuto in un’ora e venti minuti, cioè il tempo intercorso tra l’allarme

registrato nella sala di telecontrollo (ore 4,30 del 09 gennaio 2010) presso

il depuratore di Ostia (Via Tancredi Chiaraluce, vicino all’argine del

Tevere) e il completamento dell’intervento effettuato dalla squadra di

intervento e manutenzione (ore 5,50 del 09 gennaio 2010).

Il CTP fa inoltre presente che la Convenzione di Gestione del Servizio

Idrico Integrato alla scheda 7 prevede che le ore necessarie per l’intervento

non devono essere superiori a 12, mentre nel caso specifico l’intervento è

avvenuto entro una ora e venti minuti (All. 22).

Non riteniamo di dover dare una risposta a questa osservazione in quanto

non riferita alla nostra bozza di Consulenza.

Al punto 6. Il CTP di …………., mette in evidenza che se nella rete

fognante dell’Infernetto non fossero state inserite le acque meteoriche

della zona, il sistema di accumulo presente alla base delle pompe di

sollevamento, aveva una tale capacità di ricevere le acque nere per il

periodo di interruzione delle pompe (un’ora e venti minuti) senza che

potessero fuoriuscire liquami non sollevati.

Per confermare questa affermazione l’Ing. ………….allega un grafico di

una prova eseguita con le pompe ferme dove si misura il tempo in cui le

acque reflue raggiungono le varie altezze nella vasca di accumulo (All. 22)

Anche su questo punto non riteniamo di dover dare alcuna risposta in

quanto non c’è una osservazione specifica riferita alla nostra bozza di

relazione di Consulenza.

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Al punto 7. l’Ing. …….. conclude respingendo qualsiasi responsabilità o

colpa, a carico dell’ACEA ATO 2 Spa, in merito all’accaduto.

Il nostro compito è quello di esaminare gli atti ufficiali e lo stato dei

luoghi, cioè le caratteristiche dell’impianto “Progressiva 0.000”, le sue

funzioni, le anomalie che abbiamo riscontrato, il blocco delle pompe di

sollevamento e l’allagamento ad esso conseguente, con l’individuazione

dei danni provocati alla ricorrente.

I fatti sono stati ampiamente dimostrati, e tra l’altro riconosciuti dallo

stesso CTP dell’…………, per cui sullo svolgimento di quanto accaduto

non ci sembra che ci siano contrasti. Per quanto riguarda il riconoscimento

delle responsabilità, ovviamente, sarà il Giudice Istruttore ad esprimersi.

7.3. NOTE CRITICHE DELL’ARCH. …………

Il CTP della Sig.ra ………., Arch. ……………, nelle sue note critiche

evidenzia che l’unica causa concreta dei danni verificatisi nella proprietà

della sua assistita è stata il blackout elettrico nell’impianto di sollevamento

delle acque nere di Progressiva 0.000.

Nella nostra relazione di Consulenza tale causa è stata ampiamente

illustrata e documentata con il report dell’intervento effettuato nella prima

mattinata del 09 gennaio 2010 (ore 5,50).

Ma abbiamo anche evidenziato lo stato generale della zona ed in

particolare le condizioni anomale in cui opera la rete di raccolta e di

allontanamento delle acque reflue, la quale è impropriamente utilizzata

anche per lo smaltimento delle acque meteoriche. Infatti la rete è diventata

una sorta di fognatura mista con un rapporto tra acque nere ed acque

meteoriche raccolte di 1:17,5. In altre parole, per ogni litro di acque reflue

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ci sono circa 17,5 litri di acque meteoriche, ovviamente quando ci sono

forti precipitazioni.

Il CTP rileva che se anche l’impianto fosse stato di capacità adeguate, il

blackout elettrico avrebbe comunque provocato lo stesso allagamento e lo

stesso danno.

In realtà l’impianto ha delle vasche di accumulo che, in presenza di soli

liquami (acque reflue), avrebbe sopportato lo stesso blackout elettrico

senza alcuna tracimazione ed allagamento.

Resta comunque inoppugnabile che l’allagamento si è verificato per

l’interruzione del funzionamento delle pompe di sollevamento causata

dalla mancanza di energia elettrica nell’impianto stesso.

C’è comunque da rilevare che la stessa Sig.ra …….. denuncia allagamenti

anche in giorni in cui nell’impianto non c’è stato alcun blackout (16

settembre 2009 e 22 febbraio 2010).

Come riportato nella relazione di Consulenza, la causa dell’allagamento è

il blackout dell’impianto Progressiva 0.000, ma c’è la concausa non

indifferente dell’anomalo funzionamento della rete delle acque nere che

ricevono impropriamente una grande quantità delle acque meteoriche che

interessano la zona dell’Infernetto.

Indubbiamente l’impianto, proprio per la sua peculiarità, in quel momento

nota a tutti gli enti interessati (Comune di Roma, ACEA ATO 2 Spa,

CBTAR, Regione Lazio) doveva avere un sistema di autocontrollo e di più

rapida rimessa in esercizio.

Al primo capoverso di pag. 3 delle sue note critiche, il CTP afferma che a

pag. 55 della nostra relazione di Consulenza abbiamo affermato: “ non

risulta tra i documenti in atti l’attestato dell’ACEA ATO 2 Spa di avvenuto

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allaccio.”, quando invece lo stesso CTP, in sede di sopralluoghi, ci ha

fornito una copia di tale attestato, di cui abbiamo riportato la consegna

nella stessa nostra relazione.

Dobbiamo chiarire che la nostra affermazione sull’assenza di tale attestato

voleva mettere in evidenza che questo documento non era presente “negli

atti della causa”, nel senso che non lo abbiamo trovato nel fascicolo di

parte.

Non abbiamo messo in contestazione la presenza di tale documento, ma

abbiamo solo evidenziato un aspetto di natura procedurale.

Il documento lo abbiamo dettagliatamente descritto, come pure abbiamo

evidenziato che l’attestato riguarda l’imbocco in fogna dell’edificio che si

trova davanti alla casa della Sig.ra ………… e non riguarda direttamente

l’abitazione della ricorrente. Infatti la fognatura delle acque reflue della

Sig.ra ……… non è allacciata direttamente nella fogna pubblica, ma è

allacciata alla fognatura privata della Sig.ra ………. (titolare dell’attestato

dell’ACEA) che a sua volta ha esito nella fognatura pubblica, come

attestato dal documento cui il CTP fa riferimento.

Al secondo capoverso di pag. 3, il CTP contesta che nella determinazione

dei danni non abbiamo tenuto conto dei costi sostenuti dalla ricorrente per

“difendersi” da possibili successivi allagamenti, e quindi tali costi non

sono migliorie.

Il quesito del Giudice Istruttore richiede la determinazione dei danni è non

di ciò che la Sig.ra ……. ha realizzato per proteggere la propria

costruzione. Interventi che abbiamo constatato hanno anche avuto un buon

esito in situazioni meteorologiche difficili. L’esecuzione di quelle opere di

protezione hanno salvaguardato la proprietà ……… da successivi

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allagamenti avvenuti nella zona (non dovuti ad alcun blackout

dell’impianto di sollevamento).

Non riteniamo quindi che debbano essere presi in considerazione i costi

sostenuti per le difese passive messe in atto dalla ricorrente.

In questo contesto rientra anche la spesa di approvvigionamento del

gruppo elettrogeno istallato dalla Sig.ra ………, che riteniamo non

rimborsabile.

Quanto ai danni subiti dagli arredi e dalle suppellettili, il CTP ci attribuisce

affermazioni incomplete o che non abbiamo reso, come: “i danni alle

suppellettili e agli arredi situati sopra i 25/30 cm dal pavimento non

valgono.”

In effetti nel capitolo 4.8. DANNI PROVOCATI ALLA CASA abbiamo

affermato:

“Per quanto riguarda i danni alle suppellettili e agli arredi, riteniamo che

quelli oggettivamente da riconoscere siano quelli direttamente interessati

dall’allagamento, cioè quelli situati al di sotto dei 25-30 cm del livello che

quel giorno avevano raggiunto le acque all’interno della casa.”.

Ma abbiamo anche aggiunto, e tenuto conto nei conteggi dei danni:

“.........per cui appare logico considerare come danneggiate tutte quelle

cose che potevano trovarsi sommerse dai liquami o che in qualche modo

potessero risentire del livello dei liquami fino ad un massimo di 45-50 cm.

Ovviamente se un mobile è danneggiato alla sua base è plausibile ritenere

che sia stato interamente danneggiato, invece le suppellettili, i libri, e

quanto altro poteva stare ad altezza oltre i 40-50 cm, c’è da ritenere che

non abbia subito rilevanti danni.”

Pertanto, quanto affermato dal CTP è privo di qualsiasi fondamento.

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Come già espresso nel capitolo 4.8. sono stati presi in considerazione tutti

i danni denunciati dall’Ing. …….. nella sua perizia giurata, ma sono state

apportate le detrazioni dovute a quanto non danneggiato e alla vetustà di

quanto danneggiato, anche in considerazione di preventivi e non di fatture

di acquisto.

Riteniamo che l’importo dei danni, da noi determinato in € 60.200,00, sia

congruo, in relazione a quanto denunciato con la perizia giurata dell’Ing.

…….., e alle dimensioni dell’abitazione della Sig.ra …., tuttavia, anche in

relazione alle precisazioni fatte dal CTP Arch. ……. e al fatto che la

proprietaria ha già provveduto al ripristino integrale della sua abitazione

con spese soggette ad IVA, riteniamo che a tale importo si possa

aggiungere l’aliquota dell’IVA al 20% (questa era l’aliquota in quel

periodo), valutando quindi il risarcimento onnicomprensivo per i danni

subiti nell’importo di € 72.240,00, arrotondato a € 72.000,00.

Nelle conclusioni delle note critiche, il CTP riferisce di alcuni aspetti

contraddittori circa quanto da noi riportato, sempre al capitolo 4.8.

“Al primo elenco di importo maggiore abbiamo apportato delle riduzioni,

descritte per ciascun gruppo di voci, per tenere conto sia di quanto

effettivamente rientrante nei danni come per esempio la costruzione dei

muretti di protezione e delle griglie di raccolta, sia per tenere conto della

vetustà di quanto danneggiato o andato distrutto.”.

Può anche darsi che l’espressione non sia molto lineare, ma

l’interpretazione autentica è che in quell’elenco dove abbiamo apportato le

riduzioni abbiamo tenuto conto dei danni effettivi, delle opere che non

erano oggetto di rimborso e delle opere che erano oggetto di vetustà.

Le opere riguardanti protezioni passive non sono state contabilizzate.

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A conclusione delle risposte alle note critiche del CTP Arch. ………, pur

considerandole di interesse e di chiarimento a quanto effettivamente

accaduto, non riteniamo che possano modificare di molto quanto riportato

nella nostra relazione, specialmente nell’ambito della quantificazione dei

danni, tuttavia riteniamo che all’importo originariamente calcolato in €

60.200,00, si possa aggiungere l’aliquota dell’IVA al 20%, che la Sig.ra

CAVALLARO avrà dovuto spendere senza alcuna possibilità di recupero,

per cui, a parziale correzione di quanto riportato al capitolo 5.q. l’importo

complessivo dei danni subiti è determinato in € 72.240,00 arrotondato ad €

72.000,00 (Euro settantaduemila/00).

8. CONCLUSIONI

In base a quanto rilevato nel corso della Consulenza tecnica, e sulla base

delle osservazioni dei CTP delle tre parti e delle risposte a tali

osservazioni, confermiamo quanto già riportato nelle conclusioni della

bozza di relazione di Consulenza tecnica e possiamo così riassumere:

a) la zona dell’Infernetto si trova in particolari situazioni idrogeologiche,

accentuate e rese più gravose dalla forte antropizzazione che ha subito

negli ultimi cinquanta anni, con una espansione urbanistica irregolare e

non programmata;

b) la casa della Sig.ra ……… si trova nella zona più bassa dell’Infernetto,

assai vicina all’impianto di sollevamento gestito dall’ACEA ATO 2

Spa, e risulta ribassata di circa 26 cm rispetto al piano della strada Via

……………….;

c) le opere di urbanizzazione di tutta la zona, la cui superficie complessiva

è di circa 1.000 ettari, non sono state completate, tanto che non esiste

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una rete di raccolta delle acque meteoriche, a fronte della notevole

diminuzione della superficie naturale assorbente;

d) l’opera di urbanizzazione primaria come la rete di raccolta e

smaltimento delle acque reflue civili (acque nere) è stata realizzata in

quasi tutta la zona dell’………., con possibili ulteriori ampliamenti per

quelle zone (toponimi) ancora in fase di approvazione;

e) il dimensionamento dell’impianto di sollevamento delle acque reflue

(Progressiva 0.000), gestito dall’ACEA ATO 2 Spa, nell’ambito della

Convenzione di Gestione del Servizio Idrico Integrato approvata con

deliberazione del Consiglio Comunale di Roma n. 6 del 22 gennaio

2004 (doc. 1 del fascicolo di Roma Capitale), è ampiamente superiore

ai fabbisogni legati esclusivamente al trattamento di dette acque reflue,

mentre entra in crisi per i notevoli ed irregolari apporti di acque

meteoriche che avvengono da parte di ignoti lungo tutta la rete;

f) l’ACEA ATO 2 Spa ha istallato nella PROGRESSIVA 0.000 un

sistema di pompe e di linea di by pass per salvaguardare il sistema di

trattamento e di depurazione delle acque nere e nello stesso tempo per

smaltire le eccedenze verso gli impianti del Consorzio di bonifica

(CBTAR) per poi recapitarli al mare; l’attuale sistema, a fronte di una

portata media delle acque reflue, che in periodo di magra (estate) arriva

ad un massimo di 90 litri/s, riesce a sopperire a portate massime nel

periodo invernale di 1.660 liti/s, quindi con un rapporto di 1:17,5;

g) in questo contesto il Comune di Roma (ROMA CAPITALE) non ha

eseguito interventi significativi, o comunque dimostrati in questa

Consulenza, che abbiano permesso la risoluzione del problema, o

quanto meno la sua mitigazione, lasciando interamente all’ACEA ATO

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2 Spa la gestione anche di situazioni particolarmente gravose in

presenza di eventi atmosferici particolarmente pesanti;

h) in presenza di forti precipitazioni piovose la zona dell’…….., come

peraltro le zone di Ostia Lido, di Ostia Antica, di Dragona, di Stagni di

Ostia, sia per la loro depressione rispetto al mare, sia per la completa

assenza di una rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, va

spesso in crisi, anche con allagamenti di estrema pericolosità per la

pubblica incolumità e per le opere antropiche;

i) nonostante la presenza dell’impianto di sollevamento Progressiva

0.000, che comunque riesce a sopperire alle carenze di natura

strutturale presenti nella zona, sarebbe necessario un programma di

riqualificazione idrogeologica con la realizzazione, ovviamente nel

tempo, di una nuova rete di raccolta dedicata esclusivamente alle acque

chiare, peraltro facilitata anche dalla presenza di numerosi cabali di

bonifica;

j) il fenomeno dell’allagamento lamentato dalla ricorrente è avvenuto

nelle prime ore del 09 gennaio 2010 in presenza di piogge, ed è stato

causato da un blackout elettrico subito all’impianto Progressiva 0.000

dove per circa un’ora e venti minuti tutte le pompe si sono fermate

(quattro di sollevamento al depuratore e tre di by pass); intorno alle

5,50 del 09 gennaio 2010 è stato ripristinato il corretto funzionamento

delle pompe di sollevamento e l’allagamento della zona bassa

dell’Infernetto ha cominciato a diminuire;

k) gli innegabili danni provocati all’abitazione della ricorrente sono stati

da noi quantificati in € 72.000,00 (Euro settantaduemila/00)

onnicomprensivi (compresa IVA di allora).

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Ing. Paolo Morelli e-mail: [email protected] - pec: [email protected] Ing. Pasquale Ricciardi e-mail: [email protected] – pec: [email protected] Pagina 85 di 86

Con la presente relazione tecnica riteniamo di aver risposto ai quesiti con

il solo fine del raggiungimento della verità, e riconsegniamo i fascicoli di

causa a suo tempo consegnatici dai legali delle parti, restando a completa

disposizione per qualsiasi chiarimento.

Ringraziamo il Giudice Istruttore, Cons. Dott. ………, per la fiducia

concessaci e porgiamo i nostri ossequi.

ALLEGATI

All. 1: planimetria della rete fognaria;

All. 2: autorizzazione allo scarico;

All. 3: schema funzionale a blocchi degli impianti di sollevamento;

All. 4: autorizzazione della Provincia di Roma;

All. 5: lettera dell’Autorità di bacino del 27/03/2012;

All. 6: studio del Prof. Ing. …………;

All. 7: elenco di copie dei documenti del Municipio …… inviati

all’Avvocatura;

All. 8: copia attestato imbocco in fogna dell’ACEA;

All. 9: registro impianto depuratore di Ostia;

All. 10: scheda di intervento e reperibilità;

All. 11: scheda di manutenzione e registro impianto di Ostia del giorno

dell’evento;

All. 12: nota del 06 marzo 2006, prot. 13056 emessa dal Dipartimento XII;

All. 13: nota prot. 101-06 del 03 aprile 2006 AUTORITA’ ATO 2 Lazio;

All. 14: pluviometri Ostia e Acilia anni 2006-2014;

All. 15: avviso del Comune di Roma per gli allagamenti del 17/10/2008 e

13/11/2008;

All. 16: rilievo altimetrico dislivello tra ………. e casa ………..;

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All. 17: prospetto casa ………. e muro di recinzione;

All. 18 : n. 41 foto stampate al computer;

All. 19 : n. 10 pagine di verbali di sopralluogo;

All. 20: invio bozza relazione alle parti;

All. 21: relazione dell’Arch. ……….;

All. 22: osservazioni dell’Ing. …………;

All. 23: note critiche dell’Arch. …………...

Roma, 28 aprile 2015

I Consulenti tecnici d’Ufficio

Ing. ………………..

Ing. Paolo MORELLI