Post on 19-Jan-2017
PAESE pe PAESE NO TRIV TOUR
Il coordinamento No Triv Sannio si riunisce tutti i Giovedi alle 20.00
presso il Palazzo del Volontariato (ex Caserma VV.FF) Viale Mellusi 68, BENEVENTOwww.notrivsannio.wordpress.com
4 progetti di ricerca ed estrazione petrolifera nel Sannio e nell’Irpinia
OPERATOREOPERATORE: : Delta Energy Delta Energy s.r.l. s.r.l.
ITERITER: : permesso di permesso di esplorazione esplorazione petrolifera petrolifera conferito il conferito il 6/8/2014 dalla 6/8/2014 dalla Regione Regione Campania Campania senza senza assoggettazioassoggettazione a VIAne a VIA
Ma perché all’improvviso tutti si sono messi a cercare il petrolio o il gas
in Italia?
…..ed anche nel Sannio ed in Irpinia?
Ubicazione dei pozzi esplorativi eseguiti in Italia
(in e off shore)
5435 a terra, 5435 a terra, 1698 a mare 1698 a mare
Fonte: (http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it)(fonte ENI)
Principali bacini petroliferi
Le ricerche di petrolio e gas in Irpinia e Sannio
221133
S.ARCANGELOS.ARCANGELO T. 1 (1961) T. 1 (1961)
TRANFAGLIA 1 (1982)TRANFAGLIA 1 (1982)BENEVENTO SUD 1 (1977)BENEVENTO SUD 1 (1977)
M. TABURNO 1 (1997)M. TABURNO 1 (1997)
MORCONE 1, 1bis, 1bis app MORCONE 1, 1bis, 1bis app (1988, 1989, 1990)(1988, 1989, 1990)
CIRCELLO 1 (1976)CIRCELLO 1 (1976)
IELSI 2 (1967)IELSI 2 (1967)
IELSI 1, 1bis (1963, 1966)IELSI 1, 1bis (1963, 1966)
CASTELPAGANO 1, 2dir (1971, 1977)CASTELPAGANO 1, 2dir (1971, 1977)
MOLINARA NORD 1 (1989)MOLINARA NORD 1 (1989)BENEVENTO 1, 2, 3 BENEVENTO 1, 2, 3 (1973; 1974; 1976)(1973; 1974; 1976)
Ubicazione Pozzi esplorativiProvincia di Benevento
Bonito 001Bonito 001 (1979) (1979)
Le ricerche sono cominciate negli anni ‘60-‘70 e proseguite fino agli anni ‘90, quando sono stati realizzati una serie di pozzi esplorativi tra le Province di BENEVENTO, CAMPOBASSO ed AVELLINO. I pozzi hanno raggiunto profondità di 3000-4000 m risultando apparentemente sterili o commercialmente non sfruttabili, sia per ragioni economiche che per la scarsa qualità del prodotto da estrarre.
Casalbore 1, 2 (1961, 1963)Casalbore 1, 2 (1961, 1963)
SAN MARCO DEI CAVOTI, pozzo BENEVENTO 1-2-3)
Ha ospitato un impianto di estrazione, che è durato per una decina d’anni.
C’è stata un’epoca nella quale il Sannio ha somigliato un po’ al Texas. Nel 1981 il pozzo ‘Benevento 3’ realizzato dall’Agip a San Marco dei Cavoti produsse il primo litro di petrolio nella storia provinciale. Ne seguiranno diverse migliaia fino al 1989 quando il sito, giudicato esaurito, fu chiuso dall’ente idrocarburi. Il pozzo produceva 100 metri cubi di petrolio al giorno, l’equivalente di tre cisterne. Non è molto se si raffronta a quanto viene estratto in altre realtà Peraltro il petrolio rinvenuto qui era giudicato di scarsa qualità. Non era infatti quel fluido nero bituminoso che siamo abituati a conoscere ma un liquido di colore prevalentemente giallo, con riflessi verdi, quindi pieno di solfuri.
Foto del pozzo e degli interni
Nei terreni dei vecchi pozzi petroliferi della Montedison nel Molise, a Cercemaggiore, la
radioattività è di dieci volte superiore ai valori normali, cosi come i valori di tanti altri inquinanti.
E’ quanto emerge dai dati presentati dall’Arpa Molise
Provincia di BeneventoUbicazioni pozzi esplorativi e richieste di concessione attive
2211
33
S.ARCANGELO T. 1 (1961)S.ARCANGELO T. 1 (1961)
TRANFAGLIA 1 (1982)TRANFAGLIA 1 (1982)
BENEVENTO SUD 1 (1977)BENEVENTO SUD 1 (1977)
M. TABURNO 1 (1997)M. TABURNO 1 (1997)
MORCONE 1, 1bis, 1bis app (1988, 1989, 1990)MORCONE 1, 1bis, 1bis app (1988, 1989, 1990)
CIRCELLO 1 (1976)CIRCELLO 1 (1976)
IELSI 2 (1967)IELSI 2 (1967)
IELSI 1, 1bis (1963, 1966)IELSI 1, 1bis (1963, 1966) CASTELPAGANO 1, 2dir (1971, 1977)CASTELPAGANO 1, 2dir (1971, 1977)
MOLINARA NORD 1 (1989)MOLINARA NORD 1 (1989)BENEVENTO 1, 2, 3 (1973; 1974; 1976)BENEVENTO 1, 2, 3 (1973; 1974; 1976)
Pietra Pietra SpaccataSpaccata Case Case
CapozziCapozzi
NuscoNusco
Santa CroceSanta Croce
LOG DI POZZI PER ESPLORAZIONE PETROLIFERA
(from Ciarcia and Vitale, 2013 Sedimentary Geology)
SEZIONI GEOLOGICHE CROSTALI SEZIONI GEOLOGICHE CROSTALI DELL’APPENNINO MERIDIONALEDELL’APPENNINO MERIDIONALE
(settore Sannio-Irpinia)(settore Sannio-Irpinia)
(from Mostardini and Merlini, 1986, modified; in Ciarcia et al., 2003)
Gli obiettivi principaliobiettivi principali, ricercati nell’area in istanza di permesso di ricerca idrocarburi, sono rappresentati da:
• livelli a gas e ad idrocarburi liqulivelli a gas e ad idrocarburi liquidi nella serie calcarenitica del Terziario (Miocene);
• idrocarburi gassosi e liquidi idrocarburi gassosi e liquidi nei livelli porosi dei carbonati della piattaforma Apula in trappole strutturali.
C A T E N AAPPENNINICA
AVANFOSSABRADANICA
AVAMPAESEAPULO
(da Bosellini, 2005)
APPENNINO MERIDIONALE
SEZIONE GEOLOGICA SCHEMATICA TIRRENO-ADRIATICA
- potenziali trappole e - potenziali trappole e reservoirs -reservoirs -
(modificato da Nicolai & Gambini, 2007, in Ciarcia and Vitale, in press, Sedimentary Geology)
Pietra Pietra SpaccataSpaccata
Case Case CapozziCapozzi
CARTA DEL TOP DELLA PIATTAFORMA APULA “DEFORMATA”
NUSCONUSCO
Pietra Pietra SpaccataSpaccata
Case Case CapozziCapozzi
Santa CroceSanta Croce
NuscoNusco
1 FASE OPERATIVA DI RICERCAFASE OPERATIVA DI RICERCA:è di tipo esplorativo e prevede una serie di operazioni atte al
miglioramento delle conoscenze della situazione geologica del sottosuolo e all'identificazione di possibili accumuli di
idrocarburi economicamente sfruttabili.
Il programma lavori proposto prevede 2 fasi operative principali: una fase di esplorazione e una
fase di perforazione.
La ricerca utilizzerà metodi geofisici come il VIBROSEIS, capace di scansire i vari strati della crosta terrestre fino a profondità di alcuni
km. L’energizzatore del rilievo sismico avviene facendo propagare nel terreno attraverso una piastra vibrante appoggiata al suolo, un
impulso di breve durata di tipo ondulatorio avente un ampiezza di frequenze note (8-100 Hz).
VIBROSEIS
Potreste vederne qualcuno nei
prossimi mesi nel Sannio……
2. FASE OPERATIVA DI PERFORAZIONE 2. FASE OPERATIVA DI PERFORAZIONE Qualora gli studi svolti nella precedente fase operativa confermino le potenzialità minerarie dell'area in esame, la compagnia petrolifera si impegna a perforare almeno un pozzo esplorativo all'interno dell'area in oggetto la cui profondità finale sarà in funzione delle caratteristiche geologiche ritrovate Pietra Pietra
SpaccataSpaccata
Case Case CapozziCapozzi
È ovvio che la fase 1 serve solo per centrare meglio
l’area dove perforare (fase 2),
visto che la stratificazione geologica del
sottosuolo è già nota ai petrolieri !E poi lo Sblocca
Italia ...
CARTA DELLA PROFONDITA’ DEL TETTO DELLA PIATTAFORMA APULA, LADDOVE SI CONCENTREREBBERO I RESERVOIRS
NUSCONUSCO
E’ riconosciuto da tutti/e che l’attività petrolifera è ad alto rischio e ad alto impatto su tutte le matrici ambientali (suolo, acque, aria) oltre che su flora e fauna, e di conseguenza sulla salute umana
in tutte le fasi del in tutte le fasi del processo: dalla processo: dalla perforazione, alla perforazione, alla lavorazione, dal trasporto lavorazione, dal trasporto alla raffinazione alla raffinazione
Per raggiungere il giacimento petrolifero la trivella utilizza sostanze chimiche dette FANGHI PERFORANTI, costituiti da un liquido (acqua) reso colloidale ed appesantito con l'uso di appositi prodotti.La composizione chimica esatta di questi fanghi è coperta da segreto industriale; si sa che possono essere utilizzate una trentina di sostanze chimiche tra cui quelle tossiche (Arsenico, Cadmio, Piombo, Cromo 6, Rame, Mercurio, Selenio e Solfato di Bario.
Sono difficili e costosi da smaltire e generalmente vengono ospitati in grandi vasche per la decantazione e l’inertizzazione direttamente sul cantiere. Poi andrebbero smaltiti in discariche di rifiuti speciali.
Durante questa fase si può avere la fuoriuscita di composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici, benzene, toluene, xylene, H2S, SO2, nitrati, etilbenzene, PM, CO2.
PERFORAZIONE e sostanze chimiche inquinanti
Perforazione dei pozzi
Per misurare le proprietà fisiche degli strati rocciosi che si incontrano durante la perforazione viene utilizzato un dispositivo: l'Azimuthal Density Neutron tool (ADN).Tale dispositivo si attacca sotto la punta che scava il pozzo di petrolio e misura la densità del terreno in tempo reale risparmiando tempo e denaro. L'ADN usa l'Americio-241 che è un elemento radioattivo usato per l'emissione di raggi gamma e particelle alfa in campo medico mentre per essere usato come emettitore di neutroni (che è quello che serve per 'ADN) deve essere combinato con berillio (altamente tossico e cancerogeno) o litio (leggermente tossico).
Il Fluido estratto dal sottosuolo si compone di tre fasi: GAS, ACQUA DI FORMAZIONE e PETROLIO GREZZO
La lavorazione del petrolio consiste nella La lavorazione del petrolio consiste nella separazione delle tre fasi (separazione delle tre fasi (OLIO GREGGIOOLIO GREGGIO, , GAS GAS e e ACQUAACQUA) e si effettua sul posto) e si effettua sul posto
L’emissione di H2S è praticamente certa durante il processo di idrodesulfurizzazione. Infatti attraverso il processo Klaus (utilizzato per tale operazione) è impossibile trasformare tutta l'H2S in zolfo puro. Quindi una parte dell’H2S viene dispersa nell'aria da un inceneritore a fiammella costante.
FASI DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE: il FASI DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE: il problema dell’Idrogeno Solforato (Hproblema dell’Idrogeno Solforato (H22S)S)
Dispersione di H2S (Idrogeno Solforato) - Gas dagli ingenti effetti nocivi-.Si possono avere fuoriuscite di H2S al momento dell'estrazione o a causa di malfunzionamenti nel trasporto
L’inceneritore oltre ad H2S emette anche altri
gas (settanta inquinanti, tra cui: benzene,
formaldehyde, polyciclic aromatics hydrocarbons,
incluso naphthelene, acentaldehyde, propylene,
toluene, xylene, ethyl benzene e hexane).
Visti i numerosi e ingenti effetti nocivi dell'H2S ci si aspetterebbe una rigorosa legislazione al riguardo:• Organizzazione mondiale della sanità: 0.005 ppm di H2S• USA: Il Governo federale consiglia 0.001 ppm (Ciascuno stato decide autonomamente)Massachussetts: 0.0006 ppmOklahoma: 0.2 ppm
HH22SS Per quanto riguarda i danni alla salute umana provocati da esposizioni
croniche a basse concentrazioni e più
difficile dare dati certi e precisi,
ma studi recenti dimostrano che
l’esposizione di lunga durata o ad alte
concentrazioni possano causare problemi
neurologici, affaticamento,
debolezza, perdita della memoria, mal di testa, problemi alla vista, alla circolazione del sangue,
svenimenti.
• ITALIAITALIA: Industria non petrolifera 5 ppmIndustria petrolifera 30 ppm
1 barile di petrolio = 159 litriServono mediamente 6-7 barili d’acqua per
produrre 1 barile di petrolio cioè in media circa 1000 litri d’acqua
CONSUMO E INQUINAMENTO RISORSA ACQUA
Quest’acqua viene presa da sorgenti, invasi, ed in prevalenza dalle falde freatiche del sottosuolo. Viene immessa nel processo di estrazione e pertanto contaminata da IPA (Idrocarburi Policiclici Armomatici), metalli pesanti, VOC (Composti organici volatili) tra cui benzene, toluene, ethylbenzene e xylenes.I sistemi di depurazione non riescono a disinquinarla completamente per cui in parte viene reimpiegata nella perforazione ed in parte inertizzata e smaltita in discariche speciali.
Enorme quantità d’acqua che deve essere depurata prima di essere smaltita. Fanghi e detriti che
contengono grandi quantità di additivi chimici, sali, metalli e idrocarburi. Quest’ultimi sono rifiuti
speciali che vanno smaltiti in apposite discariche.Spesso vengono smaltiti indiscriminatamente nei corsi d'acqua, in canali di drenaggio, o su terreni
agricoli.Numerosi sono gli esempi lucani e di altri siti
RIFIUTI SPECIALI
Perdite di gas, IPA, COV, Benzene, H2S-Idrogeno SolforatoPerdite di greggio
Esempio: Trecate (Novara) nel 1994
La presenza di fluidi in pressione e gas può far esplodere la testa del pozzo, ferendo persone e immettendo inquinanti nell’ambiente circostante.. Il sottosuolo del territorio sannita ed irpino è ricco di siti dove le esalazioni gassose già di per se fuoriescono in superifcie, come le Mefite di Rocca S. Felice o le Malvizze di Castelfranco.
Altri problemi: BLOWOUT
Incremento del traffico e incidenti delle autocisterne
adibite al trasporto del petrolio estratto
PROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTOPROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTO
Trasporto attraverso oleodotto in zona ad alta sismicità Usura degli oleodotti vista la qualità del petrolio Sversamenti del greggio
PROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTOPROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTO
Il petrolio presente nel sottosuolo sannita è quasi Il petrolio presente nel sottosuolo sannita è quasi certamente simile a quello della Basilicata, certamente simile a quello della Basilicata, classificato come classificato come HEAVY, SOUR CRUDE HEAVY, SOUR CRUDE (pesante, (pesante, amaro); questo significa che presenta idrocarburi amaro); questo significa che presenta idrocarburi pesanti (C >12) e alte concentrazioni di zolfo (> pesanti (C >12) e alte concentrazioni di zolfo (> 0,5 %). 0,5 %).
PROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTOPROBLEMI CONNESSI AL TRASPORTO
Queste caratteristiche Queste caratteristiche rendono il petrolio rendono il petrolio viscoso, melmoso e viscoso, melmoso e corrosivo. corrosivo. Le tubature Le tubature degli oleodotti possono degli oleodotti possono quindi danneggiarsi con quindi danneggiarsi con conseguenti rotture e conseguenti rotture e fuoriuscite di greggifuoriuscite di greggio
Il rischio più elevato e rappresentato dalla
vicinanza delle condotte del greggio con fiumi, sorgenti,
invasi ect.
La dott. Gabriella La dott. Gabriella Cauzillo, responsabile del Cauzillo, responsabile del
Centro operativo Centro operativo regionale regionale
dell'Osservatorio dell'Osservatorio epidemiologico lucano, epidemiologico lucano, dichiara: "L'incidenza dichiara: "L'incidenza dei tumori maligni in dei tumori maligni in
Basilicata è in aumento e Basilicata è in aumento e inoltre, la velocità inoltre, la velocità dell’incremento dell’incremento
dell'incidenza da noi è dell'incidenza da noi è superiore alla media superiore alla media
nazionale".nazionale".
SALUTE
Il coordinamento No Triv Sannio si riunisce tutti i Giovedi alle 20.00 presso il Palazzo del Volontariato (ex
Caserma VV.FF) Viale Mellusi 68 a BENEVENTO
FRACKING
Gli scienziati del Servizio Geologico degli Stati Uniti hanno riscontrato una relazione tra attività sismica e una particolare tecnica di estrazione degli idrocarburi chiamata “FRACKING”, che consiste nell’iniettare ad alta pressione dei fluidi nel sottosuolo allo scopo di fratturare la roccia che così rilascia gas e petrolio. Questa tecnica comporta l’utilizzo di enormi quantità di acqua che viene poi smaltita reiniettandola nel sottosuolo.
FRACKINGIl Fracking oltre a provocare inquinamento delle acque sotterranee, provocherebbe una sorta di
effetto lubrificante lungo le faglie, diminuendo le forze di attrito e consentendo uno scivolamento e
quindi generando un terremoto.
IN ITALIA SI FA FRACKING?No. Perché si chiama in altro modoFRATTURAZIONE IDRAULICA con trivellazione orizzontale per mezzo di fucile a cariche cave perforanti
Ed inoltre c’è il rischio di “stuzzicare” le faglie che
generano terremoti?
Mappa della Classificazione Sismica aggiornata al 2012 (fonte:
www.protezionecivile.gov.it - modificata)
Le aree dei progetti ricadono in zone sismiche Le aree dei progetti ricadono in zone sismiche classificate come livello di pericolosità 1, cioè il più classificate come livello di pericolosità 1, cioè il più
elevatoelevato
La distribuzione delle sorgenti sismiche dei terremoti degli ultimi 500 anni
(con i cerchi neri gli epicentri, il riquadro rosso è l’area di Case Capozzi e
Pietra Spaccata)
Alcune delle più recenti sequenze Alcune delle più recenti sequenze sismiche nel Sanniosismiche nel Sannio
19621990
Il problema è che non è ancora certo che le attività di estrazione petrolifera possono influenzare la sismicità in quanto i petrolieri ed alcuni ricercatori affermano che in Italia attualmente non si fa Fracking e che le trivellazioni raggiungono profondità minori rispetto a quelle delle delle sorgenti dei terremoti, generalmente più profonde.
Mappa delle faglie attive dell’Italia meridionale e tabella
delle profondità dello strato sismogenetico (da Galadini et al,
2002)
Ma in qualche caso non è così…Le profondità sono state più superficiali
LE RAGIONI DEL SI ALLE TRIVELLAZIONIEconomiche
In Basilicata, lo Stato tra accise e iva nel 2010 ha incassato 1,6 miliardi, se la produzione di Eni e Total arrivasse nei prossimi anni complessivamente a 175000 barili al giorno contro gli attuali 88000, vedrebbe lievitare l’incasso a 3,5 miliardi.
Occupazionali LE RAGIONI DEL SI ALLE
TRIVELLAZIONI
la maggior parte della manodopera è
specializzata ed concentrata
prevalentemente nelle regioni settentrionali
In Val d’Agri gli occupati stabili sono 460 mentre altri sono precari e/o
subordinati
una decina per comune
Le royalties del petrolio, per un meccanismo disciplinato tra Stato e compagnie petrolifere, sono del 7% alla Regione, dell’1% a favore dei Comuni e del 3% riservato al fondo unico nazionale per il bonus benzina. Eni quantifica il gettito totale di Royalties versate nelle casse della Regione e dei Comuni interessati dal 1998 al 2011 in oltre 585milioni di euro. Di questi 86 milioni sono stati versati ai Comuni interessati dalla concessione Val d’Agri.
45 mln/anno x Regione di cui 6,6 mln/anno da dividere per i Comuni.
MA LA REALTÀ È PIÙ COMPLESSA , MA LA REALTÀ È PIÙ COMPLESSA , ANZI SEMBRA DIFFERENTEANZI SEMBRA DIFFERENTE
Dai dati dell’ultimo censimento ISTAT la regione Basilicata è: •la più povera d’Italia, con il più basso reddito pro-capite (anche 30 anni fa)•il più alto tasso di disoccupazione giovanile e tra i più bassi tassi di disoccupazione in generale (anche 30 anni fa)•Il più alto tasso di emigrazione•il più alto numero di aziende agro-zootecniche ferme o chiuse per sempre•Il più basso tasso di esportazione di prodotti agro-alimentari EVIDENTEMENTE LA RICCHEZZA VIENE SPARTITA ALTROVE
Interessante, a tal riguardo, è uno dossier stilato nell’aprile del 2010 dalla Cygam Energy, società petrolifera del Canada, che spiega perché l'Italia è terreno fertile per le multinazionali
petrolifere. Per i permessi offshore la royalty statale
sulla produzione di petrolio è solo del 5%, mentre negli altri stati le percentuali
sono vertiginosamente più alte. Qualche esempio? In Libia e in Indonesia è l’85%, in Russia e Norvegia l’80%, in
Alaska 60% e in Canada 50%.
PERTANTO LE MOTIVAZIONI PER LE TRIVELLAZIONI SONO ALTRE ….
In Italia non devono essere pagate In Italia non devono essere pagate royalties sui primi 300 mila barili di royalties sui primi 300 mila barili di
petrolio prodotto ogni anno e per petrolio prodotto ogni anno e per ogni giacimento, il che significa una ogni giacimento, il che significa una
produzione di petrolio libera da produzione di petrolio libera da royalties sui primi 822 barili al royalties sui primi 822 barili al giorno, per singolo giacimento. giorno, per singolo giacimento.
Per cui se una compagnia ha centrali Per cui se una compagnia ha centrali estrattive in diverse zone, può estrattive in diverse zone, può
portarsi a casa anche milioni di portarsi a casa anche milioni di barili all’anno senza pagare neppure barili all’anno senza pagare neppure
un centesimo.un centesimo.
Per i petrolieri c’era un solo problema: quello dei tempi lunghi italiani per le concessioni.
Fino al 2012 le richieste per le concessioni di esplorazione ed estrazione petrolifera
arrivavano ad essere approvate in un tempo medio di circa 15-20 anni.
I petrolieri hanno da sempre lamentato che in Italia le richieste rallentavano il proprio
iter autorizzativo perdendosi tra mille prescrizioni di tutti gli enti coinvolti, da
quelli ministeriali a quelli locali, trovando anche in qualche caso l’ostracismo dei
comitati locali
In Italia si producono ogni anno 105mila barili al giorno. Le riserve stimate di petrolio si attestano a 599 milioni di barili. Ai ritmi di
consumo attuali le riserve italiane si andrebbero ad esaurire in 16 anni. Le riserve
mondiali si esauriranno in 52 anni.
Rilancio della produzione nazionale di idrocarburiRilancio della produzione nazionale di idrocarburi““Non tutti sanno che l’Italia ha ingenti riserve di gas e petrolio. Non tutti sanno che l’Italia ha ingenti riserve di gas e petrolio. Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi relativamente rapidi, consentendo di soddisfare potenzialmente relativamente rapidi, consentendo di soddisfare potenzialmente circa il 20% dei consumi (dal 10% attuale). Muoversi decisamente circa il 20% dei consumi (dal 10% attuale). Muoversi decisamente in questa direzione potrebbe consentire di: attivare 15 miliardi di in questa direzione potrebbe consentire di: attivare 15 miliardi di euro di investimenti e 25.000 posti di lavoro stabili e addizionali; euro di investimenti e 25.000 posti di lavoro stabili e addizionali; ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 miliardi l’anno (aumentando quindi il PIL di quasi mezzo punto miliardi l’anno (aumentando quindi il PIL di quasi mezzo punto percentuale); ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia percentuale); ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia nazionali che locali. Per fare tutto questo dobbiamo adeguare agli nazionali che locali. Per fare tutto questo dobbiamo adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi lunghissimi concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi lunghissimi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europeenormative europee.”.”
Intervento di Corrado PasseraIntervento di Corrado PasseraMinistro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei
TrasportiTrasporti““Gli obiettivi e le priorità della nuova Strategia Energetica Gli obiettivi e le priorità della nuova Strategia Energetica
Nazionale….”Nazionale….”
Cosicchè nel 2012 …
E più recentemente……Matteo Renzi
Presidente del Consiglio“È impossibile andare a parlare di energia e ambiente in
Europa se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata. Io mi vergogno di andare
a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell’accordo Gazprom o di South Stream, quando potrei
raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40 mila persone e non lo si fa per paura delle
reazioni di tre, quattro comitatini”
E più recentemente ancora lo SBLOCCA ITALIA
Le estrazioni petrolifere vengono presentate come «progresso»,
«sviluppo», «modernizzazione»; ma è dietro l'infatuazione
generale per il "progresso" che si
nasconde il soffocamento delle nostre esistenze.
Il business dell'oro nero, ora, sta cercando di espandersi
anche attraverso lo sfruttamento delle risorse
naturali presenti nel Sannio ed in Irpinia.
Le trivelle dei petrolieri potrebbero arrivare sulle
nostre terre prima di quanto pensiamo e allora
organizzarsi per difendersi dall’ennesimo attacco alle nostre vite è doveroso e
necessario.
Antonio BavusiResponsabile scientifico del coordinamento
dei movimenti No Triv della Basilicata ‘Olambientalista’Quando Eni, Total e altri sono arrivati in Basilicata hanno fatto lo
stesso «giochino» che ho letto stanno adottando anche nel Sannio ed in Irpinia. Ovvero, enfatizzano la differenza formale tra fase di ricerca, o indagini geognostiche, e quella di estrazione vera e propria. Si tratta effettivamente di due momenti distinti che richiedono apposite autorizzazioni. Ma in pratica la separazione non è così netta, tutt’altro. Gli studi effettuati nel passato e le moderne acquisizioni scientifiche consentono di andare quasi a colpo sicuro. Le ricerche costano e anche molto. Se hanno messo gli occhi su un territorio è segno che la possibilità di trovare idrocarburi non è semplicemente eventuale ma pressoché certa. Bisogna dunque fermarli subito, nella fase preliminare, o finiranno per invadervi il territorio per anni come è accaduto qui in Basilicata.
Purtroppo spesso accade che le amministrazioni locali si lascino convincere dagli argomenti dei petrolieri: posti di lavoro, royalties in denaro, buoni benzina per gli utenti. Si vestono da sceicchi per comprare anche le coscienze dei cittadini e vincerle con la promessa di un futuro senza grattacapi. Peccato che da quel momento i problemi non finiscono ma iniziano.
«Fermare i petrolieri, senza stare troppo a sottilizzare tra ricerche e trivellazioni è possibile. Solo con una mobilitazione compatta è possibile provare a bloccarli.
I precedenti del Vallo di Diano o della Sardegna insegnano che quando la protesta è compatta riesce a stoppare anche colossi come Shell o Saras».
Il coordinamento No Triv Sannio si riunisce tutti i Giovedi alle 20.00 presso il Palazzo del Volontariato (ex
Caserma VV.FF) Viale Mellusi 68 a BENEVENTO