I VALORIE
LA PERCEZIONE DEL FUTURONEI GIOVANI
1. Valori connessi alla VITA INDIVIDUALE: famiglia, lavoro, amicizia, amore,carriera, autorealizzazione;
2. Valori di tipo EVASIVO: sport, svago, tempo libero;
3. Valori della VITA COLLETTIVA: solidarietà, eguaglianza sociale, libertà,democrazia, patria;
4. Valori legati all’IMPEGNO PERSONALE: attività politica, impegno religioso,impegno sociale, studio, interessi culturali.
RAGGRUPPAMENTO DEGLI ITEM IN CATEGORIE
Le cose importanti della vita (% di "molto importante" 15-34 anni. Campione= 3.000) (IARD 2002)
Attività politica 2,5%
Impegno religioso 10,5%
Patria 16,8%
Impegno sociale 17,2%
Attività sportive 28,7%
Studio e interessi culturali 31,7%
Successo e carriera 32,7%
Vita confortevole e agiata 34,0%
Eguaglianza sociale 47,3%
Svago nel tempo libero 47,4%
Solidarietà 48,5%
Divertimento 49,1%
Autorealizzazione 60,6%
Libertà e democrazia 63,2%
Lavoro 63,6%
Amicizia 70,3%
Amore 77,6%
Famiglia 85,9%
0,0%10,0%20,0%30,0%40,0%50,0%60,0%70,0%80,0%90,0%
100,0%
Att
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le cose importanti della vita (% di "molto importante"15-34 anni. Campione= 3000)
15-34 anni
Le cose importanti della vita (% di "molto importante" 15-34 anni. Campione= 3.000) per chi ha risposto molto importante (IARD 2006)
la salute 91,9%
la famiglia 86,5%
la pace 80,2%
la libertà 79,6%
l'amore 76,0%
le amicizie 74,3%
l'istruzione 68,1%
il lavoro 67,2%
la democrazia 66,1%
l'autorealizzazione 64,1%
il rispetto delle regole 57,3%
la sicurezza e l'ordine pubblico 52,2%
il tempo libero 51,5%
la solidarietà 47,2%
gli interessi culturali 42,7%
il divertimento 41,8%
il benessere economico 39,2%
lo sport 34,9%
l'impegno sociale 28,6%
il fare carrier 27,1%
la patria 25,7%
il guadagnare molto 25,6%
la religione 21,7%
il prestigio sociale 17,4%
l'attività politica 6,2%
0,0%10,0%20,0%30,0%40,0%50,0%60,0%70,0%80,0%90,0%
100,0%
Le cose importanti della vita (% di "molto importante" 15-34 anni. Campione= 3.000)
per chi ha risposto molto importante
15-34 anni
Relazione tra il 2002 ed il 2006
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
valori 2002
valori 2006
Nb: Nel grafico sono invertiti i dati del 2002
“Le cose importanti della vita” dal 1984 al 2000
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
1984 1987 1992 1996 2000
la famiglia
il lavoro
l'amicizia
l'attività politica
l'impegno religioso
l'impegno sociale
lo studio e interessi culturali
lo svago nel tempo libero
le attività sportive
Il superamento delle tappe di transizione all'età adulta per classi d'età nelle sei edizioni delle indagini dell'Istituto IARD (incidenze percentuali). (IARD 2002)
Uscita dal circuito formativo
Tappe di transizione ETA'
15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
1983 16,7% 39,4% 46,1% - -
1987 11,0% 30,8% 44,6% - -
1992 5,6% 25,8% 38,0% 53,1% -
1996 7,2% 32,1% 49,7% 75,6% -
2000 5,7% 28,5% 47,9% 69,9% 84,1%
2004 3,1% 24,8% 43,2% 64,5% 79,5%
CAMPIONE
1983 4.026
1987 3.133
1992 2.500
1996 2.500
2000 3.000
2004 3.000
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
1983 1987 1992 1996 2000 2004
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
Inserimento nel lavoro
Tappe di transizione ETA'
15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
1983 5,4% 18,1% 29,7% - -
1987 4,6% 15,6% 32,7% - -
1992 4,6% 15,1% 35,0% 49,7% -
1996 1,5% 10,7% 26,6% 43,9% -
2000 2,3% 21,2% 38,5% 56,6% 72,8%
2004 3,4% 18,5% 39,8% 65,2% 76,8%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
1983 1987 1992 1996 2000 2004
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
Indipendenza abitativa
Tappe di transizione ETA'
15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
1983 0,1% 2,3% 13,5% - -
1987 0,3% 2,5% 12,5% - -
1992 0,0% 3,0% 10,2% 39,0% -
1996 0,0% 2,4% 8,5% 36,2% -
2000 0,3% 2,2% 6,1% 29,7% 64,9%
2004 0,0% 1,6% 10,2% 31,6% 63,8%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
1983 1987 1992 1996 2000 2004
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
Matrimonio-convivenza
Tappe di transizione ETA'
15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
1983 0,0% 3,7% 20,2% - -
1987 0,1% 3,2% 15,3% - -
1992 0,0% 1,8% 11,4% 35,5% -
1996 0,0% 2,2% 6,8% 31,9% -
2000 0,3% 1,6% 4,8% 23,4% 59,3%
2004 0,3% 0,6% 8,4% 27,1% 60,8%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
1983 1987 1992 1996 2000 2004
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
Nascita di un figlio
Tappe di transizione ETA'
15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
1983 0,0% 2,3% 12,2% - -
1987 0,4% 1,8% 10,4% - -
1992 0,0% 1,0% 5,0% 20,6% -
1996 2,0% 2,4% 5,0% 21,6% -
2000 0,0% 0,8% 3,0% 12,2% 44,4%
2004 0,3% 0,3% 4,2% 15,7% 39,5%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
45,0%
50,0%
1983 1987 1992 1996 2000 2004
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
La tipologia giovanile sulla base del superamento delle tappe di transizione all’età adulta per alcune variabili socio-anagrafiche. (IARD 2002)
tipi sesso età
maschi femmine 15-17 18-20 21-24 25-29 30-34
studenti che vivono con i genitori 35,1% 34,9% 92,3% 65,8% 43,1% 17,9% 3,1%inattivi che vivono con i genitori 10,6% 12,0% 4,8% 11,8% 15,0% 14,6% 6,3%
lavoratori che vivono con i genitori 32,7% 19,7% 2,3% 19,9% 35,0% 36,2% 20,9%coniugati e-o con figli che vivono con i genitori 1,0% 1,0% 0,3% - 0,8% 1,0% 2,0%
single che vivono indipendenti 5,7% 2,8% 0,3% 0,8% 1,7% 7,0% 7,3%non lavoratori che vivono con una nuova
famiglia1,0% 11,5% - 0,5% 1,6% 8,1% 14,7%
lavoratori che vivono con una nuova famiglia 13,8% 18,1% - 1,1% 2,8% 15,2% 45,8%
0,0%5,0%
10,0%15,0%20,0%25,0%30,0%35,0%40,0%
maschi
femmine
per sesso
0,0%10,0%20,0%30,0%40,0%50,0%60,0%70,0%80,0%90,0%
100,0%
15-17
18-20
21-24
25-29
30-34
per età
tipi livello scolarità familiare area geografica
altomedio-
altomedio basso nord centro sud
studenti che vivono con i genitori 57,3% 48,2% 26,9% 7,9% 28,2% 30,9% 36,7%
inattivi che vivono con i genitori 6,6% 6,4% 8,9% 9,1% 3,9% 7,2% 12,4%
lavoratori che vivono con i genitori 16,7% 21,8% 33,5% 29,8% 29,9% 30,6% 23,4%
coniugati e-o con figli che vivono con i genitori 0,2% 1,0% 1,7% 3,2% 0,7% 1,7% 2,7%
single che vivono indipendenti 5,9% 5,4% 5,1% 4,9% 7,4% 6,3% 2,7%
non lavoratori che vivono con una nuova famiglia 1,9% 3,3% 6,6% 13,7% 3,7% 5,0% 9,8%
lavoratori che vivono con una nuova famiglia 11,5% 13,9% 17,4% 31,4% 25,6% 18,4% 12,3%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
alto
medio-alto
medio
basso
per livello di scolarità familiare
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
nord
centro
sud
per area geografica
Confronto di: tipologia giovanile sulla base del superamento delle tappe di transizione all'età adulta per alcune variabili socio - anagrafiche. Percentuali di composizione tra l'anno 2002 e 2006.
1 2 3 4 5 6 7
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
maschi 2006
maschi 2002
femmine 2002
femmine 2006
tipistudenti che vivono
con i genitori 1inattivi che vivono con
i genitori 2lavoratori che vivono
con i genitori 3coniugati e-o con figli
che vivono con i genitori 4
single che vivono indipendenti 5
non lavoratori che vivono con una nuova
famiglia 6lavoratori che vivono
con una nuova famiglia 7
per sessoper sesso
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
1 2 3 4 5 6 7
15-17 anno 2002
15-17 anno 2006
18-20 anno 2002
18-20 anno 2006
21-24 anno 2002
21-24 anno 2006
25-29 anno 2002
25-29 anno 2006
30-34 anno 2002
per età
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
1 2 3 4 5 6 7
alto 2002
alto 2006
medio-alto 2002
medio alto 2006
medio 2002
medio 2006
basso 2002
basso 2006
tipistudenti che vivono
con i genitori 1inattivi che vivono con
i genitori 2lavoratori che vivono
con i genitori 3coniugati e-o con figli
che vivono con i genitori 4
single che vivono indipendenti 5
non lavoratori che vivono con una nuova
famiglia 6lavoratori che vivono
con una nuova famiglia 7
per livello di scolarità familiare
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
1 2 3 4 5 6 7
nord 2002
nord 2006
centro 2002
centro 2006
sud 2002
sud 2006
per area geografia
Si diventa adulti attraverso un processo segnato da tappe, lungo un percorso diprogressiva conquista di autonomia e di assunzione di responsabilità.Gli eventi principali che caratterizzano tale processo sono:- la fine degli studi,- l’ingresso nel mondo del lavoro,- l’uscita dalla casa dei genitori,- la formazione di una propria famiglia.
Negli ultimi decenni, nelle società moderne avanzate, questo percorso è diventatosempre più lungo e incerto.La sequenza con cui vengono vissuti i passaggi da una tappa all’altra è sempremeno standardizzata e unidirezionale e anche le stesse tappe sono sempre meno
irreversibili.Per i giovani è sempre più difficile orientarsi tra vincoli e opportunità, nonchécomprendere le implicazioni delle proprie decisioni, dal momento che la società èdiventata sempre più complessa e le scelte possibili si sono ampliate.
Giovani italiani che vivono con i genitori (%) per fasce d’età:
Dagli anni ’80 e ’90, in Italia, si assiste ad un innalzamento del tasso di giovani che rinviano l’uscita dallacasa dei genitori.
All’inizio degli anni ’80 solo una donna su cinque in età 25-29 viveva ancora con i genitori, ora talevalore è di una su due.
Lo stesso vale per la popolazione maschile: si è passati dal 40% del 1981 a due giovani su tre ancora infamiglia oggi.
Se, quindi, fino a qualche decennio fa la condizione comune era quella di diventare autonomi prima dei25 anni, ora questo avviene sempre di più dopo i 30.
Non di rado, poi, dopo la fine di un rapporto di lavoro o dopo una rottura coniugale, capita che moltigiovani tornino temporaneamente a vivere con i propri genitori.
Tale fenomeno è una conseguenza sia del diverso atteggiamento dei giovani italiani verso ilprolungamento della dipendenza passiva dai genitori, sia della flessibilità del mercato del lavoro chespinge molti giovani a cambiare spesso lavoro e a valutare le opportunità anche non a corto raggio.
L’instabilità lavorativa e la conseguente precarietà economica rappresentano uno degli assi su cui si giocano molte delle fragilità che interessano i giovani e che minano i processi di transizione.
In Europa (Eu 27) gli occupanti in età attiva sono circa 212 milioni, di questi la quota di giovani 15-24rappresenta poco più del 9% a cui va aggiunto l’11% circa della classe 25-29 anni.
A livello italiano, le quote si riducono notevolmente, in particolare tra i più giovani, 5% nella fascia 15-24e 9% nella fascia 25-29 anni.
Tasso di occupazione 15-24 anni nei principali paesi europei (valori %):
Tasso di occupazione 25-29 anni nei principali paesi europei (valori %):
Il tasso di disoccupazione dei giovani è salito fino al 37% a fine del 2012 (era poco sopra al 20% nel 2007), mentre risulta pari all’11% nel resto della popolazione italiana.
Per quanto riguarda, la tipologia di contratto che investe i giovani riportiamo la seguente tabella:
Il tasso di disoccupazione dei giovani è salito fino al 37% a fine del 2012 (era poco sopra al 20% nel 2007),
mentre risulta pari all’11% nel resto della popolazione italiana.
Nel 2003, M. Benasayag e G. Schmit indicavano come una delle caratteristiche distintive dellospirito contemporaneo un cambiamento di segno nel modo di vedere il futuro, affermando che:“assistiamo nella civiltà occidentale contemporanea al passaggio da una fiducia smisurata a unadifferenza altrettanto estrema nei confronti del futuro”.Dunque, è stato chiesto ai giovani di esprimere un loro giudizio riguardo questa frase: “quandopenso al mio futuro lo vedo pieno di rischi e di incognite”.
Il rapporto con il futuro per sesso (%):“Quando penso al mio futuro lo vedo pieno di rischi e di incognite. Può dirci quanto è d’accordo con questa frase?”
Dalla ricerca, è emerso che i giovani considerano il futuro come una minaccia.La maggior parte di loro (71,2%) si trova abbastanza o molto d’accordo con l’affermazione, senzaparticolare distinzione tra uomo e donna.Sono molti di più i pessimisti (ovvero coloro che hanno risposto “Molto”), il 23,1%, rispetto agliottimisti che risultano essere il 4,9%, anche se è la voce dei pessimisti moderati (coloro chehanno risposto “Abbastanza”) a essere la prevalente, con il 48,1%.
Dalle indagini Istat rilevate, inoltre, emerge che:
- La posizione più chiaramente pessimistica tende a una leggera attenuazione nella fascia
dei 27-30enni, dove la risposta “molto” ha avuto il 21,1% dei consensi rispetto al 24,0% dei 23-26enni e il 23,4% dei 18-22enni.
- Il pessimismo è più alto tra i giovani del Sud e delle Isole, dove la risposta “molto” ha
ottenuto il 25,1%, mentre nelle altre aree si è attestata tra il 21 e il 22%.
- La risposta più pessimistica ha avuto una frequenza maggiore (25,3%) nel gruppo dei
giovani che si dichiarano atei o agnostici, rispetto alla percentuale ottenuta (21,6%) nel gruppo dei giovani che hanno dichiarato di credere nella religione cattolica (21,6%).
- Tra i giovani in possesso della laurea o del diploma di scuola superiore, la posizione
moderatamente o chiaramente pessimistica ha raggiunto nel complesso il 72% dei consensi rispetto al 70% ottenuto tra i giovani con titoli di studio più basso. Dunque, avere un titolo di studi medio-alto non sembra essere per i giovani fonte di maggiore ottimismo.
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