Il catalogo dei pesci in Isidoro

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Reinardus. Yearbook of the International Reynard Society 23 (20102011), . doi 10.1075/rein.23.01ber issn 09254757 / e-issn 15699951 © John Benjamins Publishing Company Il catalogo dei pesci in Isidoro Ferruccio Bertini L’article concerne l’évocation des poissons dans le chapitre 6 du livre XII des Etymologies d’Isidore de Séville. Il évoque de façon générale la question des sources de l’auteur, la structuration de son propos et les caractères de son discours, dont le niveau scientifique est discuté. La suite se concentre sur quelques cas de lemmes intéressants, soit par les incertitudes qu’ils recèlent, soit par les perspectives qu’ils ouvrent sur la méthode de l’encyclopédiste: il est successivement question de la moule ou musculus, des huîtres perlères ou oceloe, du crapaud ou rana rubeta, de la murena, de l’éponge de mer ou spugna. On conclut au caractère compilatoire de cette encyclopédie, qui intéresse surtout comme répertoire terminologique et comme fenêtre sur les rapports médiévaux entre réel, imaginaire et fantastique. Isidoro nelle Etymologiae dedica il capitolo 6 del libro XII alla trattazione dei pesci, categoria che viene intesa peraltro con una concezione assai duttile, nel senso che vi sono compresi genericamente tutti gli aquatilia, cioè tutti quegli animali che hanno in comune l’habitat dell’acqua. Oltre ai pesci propriamente detti, vi sono infatti i mammiferi marini (bestiae), cioè i cetacei, le foche e i delfini; gli anfibii, cioè il coccodrillo e l’ippopotamo; le conchiglie, le spugne, le tartarughe e le rane. 1 Naturalmente, trattandosi di un’opera enciclopedica, le citazioni non pos- sono essere tutte dirette; sono per lo più di seconda mano. Tra i brani desunti da altri autori quelli che non è stato possibile identificare sono un numero impo- nente: André, che ne ha contati ben 293, ritiene che questa sia soltanto “la partie visible de l’iceberg”. 2 Oltre agli autori cristiani (tra i quali, nel caso del libro XII, è particolarmente privilegiato Ambrogio), vanno ricordati i grammatici (Servio), gli autori di storie naturali (Plinio), le opere poetiche (naturalmente gli Halieutica di Ovidio) e quelle storico-geografiche (come i Collectanea rerum memorabilium di Solino). Assai discussa è la conoscenza isidoriana del Physiologus Latinus, il prototipo di tutti i Bestiari medievali, ma sembra difficile che il vescovo di Siviglia lo abbia . Cfr. Isidore de Séville, Etymologies livre XII, texte établi, traduit et commenté par J. André (Paris: Belles Lettres, 1986), Introd., p. 9. . Ibid., p. 15.

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  • Reinardus. Yearbook of the International Reynard Society 23 (20102011), . doi 10.1075/rein.23.01berissn 09254757 / e-issn 15699951 John Benjamins Publishing Company

    Il catalogo dei pesci in Isidoro

    Ferruccio Bertini

    Larticle concerne lvocation des poissons dans le chapitre 6 du livre XII des Etymologies dIsidore de Sville. Il voque de faon gnrale la question des sources de lauteur, la structuration de son propos et les caractres de son discours, dont le niveau scientifique est discut. La suite se concentre sur quelques cas de lemmes intressants, soit par les incertitudes quils reclent, soit par les perspectives quils ouvrent sur la mthode de lencyclopdiste: il est successivement question de la moule ou musculus, des hutres perlres ou oceloe, du crapaud ou rana rubeta, de la murena, de lponge de mer ou spugna. On conclut au caractre compilatoire de cette encyclopdie, qui intresse surtout comme rpertoire terminologique et comme fentre sur les rapports mdivaux entre rel, imaginaire et fantastique.

    Isidoro nelle Etymologiae dedica il capitolo 6 del libro XII alla trattazione dei pesci, categoria che viene intesa peraltro con una concezione assai duttile, nel senso che vi sono compresi genericamente tutti gli aquatilia, cio tutti quegli animali che hanno in comune lhabitat dellacqua. Oltre ai pesci propriamente detti, vi sono infatti i mammiferi marini (bestiae), cio i cetacei, le foche e i delfini; gli anfibii, cio il coccodrillo e lippopotamo; le conchiglie, le spugne, le tartarughe e le rane.1

    Naturalmente, trattandosi di unopera enciclopedica, le citazioni non pos-sono essere tutte dirette; sono per lo pi di seconda mano. Tra i brani desunti da altri autori quelli che non stato possibile identificare sono un numero impo-nente: Andr, che ne ha contati ben 293, ritiene che questa sia soltanto la partie visible de liceberg.2

    Oltre agli autori cristiani (tra i quali, nel caso del libro XII, particolarmente privilegiato Ambrogio), vanno ricordati i grammatici (Servio), gli autori di storie naturali (Plinio), le opere poetiche (naturalmente gli Halieutica di Ovidio) e quelle storico-geografiche (come i Collectanea rerum memorabilium di Solino).

    Assai discussa la conoscenza isidoriana del Physiologus Latinus, il prototipo di tutti i Bestiari medievali, ma sembra difficile che il vescovo di Siviglia lo abbia

    . Cfr. Isidore de Sville, Etymologies livre XII, texte tabli, traduit et comment par J. Andr (Paris: Belles Lettres, 1986), Introd., p. 9.

    . Ibid., p. 15.

  • Ferruccio Bertini

    consultato se non attraverso intermediarii, dato luso frequente della formula ei qui naturas animalium scripserunt. Le concordanze tra Isidoro e il Physiologus Latinus individuate dallAndr nellintero l. XII si riducono complessivamente a 7, nessuna delle quali ricorre nel capitolo 6, quello destinato appunto ai pesci e agli aquatilia. Invece, per quello che riguarda specificamente il capitolo oggetto di esame, ovvero il catalogo dei pesci, 11 citazioni sono desunte dagli autori cristiani (tutte dalle opere di Ambrogio); 6 da Servio; 28 da Plinio (o da altri autori di storie naturali o dellagricoltura); 8 da storici e geografi come Solino; 1 da altro gram-matico e scoliasta diverso da Servio.3

    Proprio perch le sue sono quasi sempre fonti indirette e Isidoro non ha la figura dello scienziato n, specificamente, dello zoologo, si assume di rado la responsabilit di respingere quanto stato tramandato come vero da altri. Inoltre a volte incorre in errate interpretazioni personali (quelle che in francese si definis-cono bvues), come nel caso della costellazione del Pesce australe, alla quale fa riferimento Servio, ad Vergili georgica IV 234, come se si trattasse di un vero pesce (Etymologiae XII 6, 32):

    Australis piscis, sive quia aquarum undam ore suscipit, sive quia tunc hic piscis oritur quo tempore tendere in occasum Pliades coeperint.4

    Nel distico georg. IV 234235 Virgilio aveva scritto:

    aut eadem (= Plias) sidus fugiens ubi Piscis aquosi tristior hibernas caelo descendit in undas.

    Come ha ben chiarito Le Boeuffle,5 in contrasto con quanto aveva affermato Paul Lejay nella sua edizione delle Georgiche6 (secondo cui Piscis avrebbe indi-cato genericamente la costellazione dei Pesci nel momento di congiunzione col sole, dal 15 febbraio al 27 marzo), qui Virgilio, che era un profondo conoscitore dellastronomia, fa riferimento alla costellazione del Pesce australe.

    Come ricorda Plinio,7 un detto popolare recita Vergiliarum occasus hiemem indicat; questo corrisponde perfettamente con quanto si afferma nel distico in

    . Ibid., p. 21.

    . Il pesce australe stato cos chiamato perch riceve nella bocca londa del mare, ovvero perch nasce nel tempo in cui le Pleiadi cominciano a tramontare (trad. di A. Valastro Canale in Isidoro di Siviglia, Etimologie o Origini, a cura di A. V. C. [Torino: UTET, 2006], II, p. 69).

    . A. Le Boeuffle, Quelques observations sur Virgile, Gorgiques, IV, 234 sg., Revues des tudes Latines 39 (1961), pp. 100105.

    . F. Plessis - P. Lejay, Oeuvres de Virgile (Paris: Hachette, 1913 [rist. anast. 1969]), ad loc.

    . Naturalis historia, II 125.

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    esame, che allude al tramonto mattutino delle Pleiadi ai primi di novembre (l8 secondo Columella XI 2, 84; l11 secondo Plinio, Naturalis historia II 125; o il 13 ancora secondo Plinio XI 42).

    Limpiego del singolare Piscis confermato dagli Astronomica di Igino,8 dove si dice solitarius figuratur; a proposito del Pesce australe anche Germanico9 usa laggettivo tristis, ancorch non riferito alla costellazione, poich scrive: tristes respicit Austros.10 Per dare lidea dellenormit dellequivoco, come se uno oggi interpretasse il rhombus, vale a dire la trottola a quattro raggi che viene adope-rata dalle streghe per compiere riti magici (secondo quanto attestano fra gli altri Properzio11 e Ovidio12), come se fosse il Pleuronectes rhombus, ovvero il pesce della cui pesca eccezionale ci narra Giovenale in una delle sue satire,13 ma noto anche a Orazio.14 Questo tipo di errori, per, non era infrequente presso gli enciclopedisti dellAntichit, se pensiamo che nella sua Historia animalium perfino il grande Aristotele si dimostra convinto che le api siano governate da un re!

    Ma torniamo alla mancanza di scientificit di Isidoro: in una voce per altri aspetti pregevole nella sua asciuttezza, quella relativa ai Delphines, il vescovo di Siviglia (citt che dista 75 km dal mare) talmente ingenuo da affermare:15 Nihil in mare velocius istis; nam plerumque salientes naves transvolant!16 Ma gi Plinio aveva affermato velocissimum omnium animalium, non solum marinorum,17 riproducendo letteralmente lespressione che si ritrova nellHistoria animalium di Aristotele:18 , ; Plinio poi continuava cos: Nam cum fame conciti fugientem in vada ima persecuti piscem

    . III 28.

    . Phaenomena 701.

    . Cfr. anche San Isidoro de Sevilla, Etimologas II (Libros XlXX), texto latino, versin espaola e ndices por J. Oroz Reta y M.A. Marcos Casquero (Madrid: Biblioteca de Autores Cristianos, 1983), p. 98.

    . III 6, 26 staminea rhombi ducitur ille rota.

    . amores I 8, 78 quid torto concita rhombo / licia; II 28, 35 deficiunt magico torti sub carmine rhombi.

    . IV 37154.

    . Epodi 2, 501; Sermones I 2, 1156; II 2, 48; II 2 956; II 8, 30.

    . Etymologiae XII 6, 11.

    . Nessun animale marino pi veloce di questo; molte volte i delfini, con i loro salti, su-perano le navi come volando (Valastro Canale, Etimologie, p. 65).

    . Naturalis historia IX 20. Cfr. anche San Isidoro de Sevilla, Etimologias, II, p. 94.

    . 631, 212.

  • Ferruccio Bertini

    diutius spiritum continuere, ut arcu missi ad respirandum emicant tantaque vi exiliunt, ut plerumque vela navium transvolent, quasi traducendo letteralmente Aristotele, nel quale la frase si concludeva cos: ... ..., dove presente una lievissima variazione (gli alberi, al posto delle vele).19

    Cito ancora un ulteriore esempio della convinta dabbenaggine di Isidoro: a proposito dellechenais (greco , latino remora), egli scrive:20 Echenais, parvus et semipedalis pisciculus, nomen sumpsit quod navem adhaerendo retin-eat. Ruant licet venti, saeviant procellae, navs tamen quasi radicata in mari stare videtur nec moveri, non retinendo, sed tantummodo adhaerendo. Hunc Latini moram appellaverunt, eo quod cogat stare navigia;21 questa citazione ricavata da Ambrogio:22 sicut brevis pisciculus echeneis tanta facilitate memoratur navem ingentem statuere ut quasi radicatam mari haerere videas nec moveri, ma da essa il vescovo spagnolo ha rimosso proprio quel memoratur con cui Ambrogio prendeva le distanze dal prodigio che stava narrando.23 Non cos Lucano,24 che scrive:

    puppim retinens Euro tendente rudentis in mediis echeneis aquis.25

    Per quanto riguarda poi la struttura morfologica dellanimale e la ventosa collocata sulla sua testa, E. De Saint-Denis scrive: [ils] sont remarquables par un disque

    . La citazione era stata ripresa quasi letteralmente da Solino (Collectanea rerum memorabil-ium 12, 3), che scriveva: Ante omnia nihil velocius habent maria, sic ut plerumque salientes trans-volent vela navium, donde laveva tratta probabilmente Isidoro. Per questo raffronto cfr. anche F. Capponi, Natura aquatilium (Plin. nat. hist. IX) (Genova: DARFICLET, 1990), pp. 55 e 57. Per un esame estremamente interessante, pur nella sua concisione, cfr. H.C. Montgomery, The fabulous dolphin, Classical Journal 61(1966), pp. 31114 con la bibliografia ivi citata.

    . Etymologiae XII 6, 34.

    . Lechenais, ossia la rmora, un pesciolino della lunghezza di mezzo piede, ha preso nome dal fatto che aderisce alle navi e le trattiene: per quanto soffino con forza i venti ed infurino le tempeste, la nave rimane immobile, quasi avesse messo le radici nel mare, e non perch la rmora eserciti su di essa una forza contraria, ma solo in quanto questo pesce aderisce al suo scafo. I latini danno allechenais il nome di mora, che significa indugio, in quanto obbliga appunto le imbarcazioni a fermarsi (Valastro Canale, Etimologie, pp. 69 e 71).

    . Hexameron V 10, 31.

    . Questa voce, inserita in una piccola scelta antologica, era stata tradotta gi da E. Brehaut, An Encyclopedist of the Dark Ages: Isidore of Seville (New York: Columbia University Press, 1912), p. 229.

    . Pharsalia VI 6745.

    . Sulle propriet magiche di questo piccolo animale marino vedi A.M. Tupet, La magie dans la posie latine (Paris: Les Belles Lettres, 1976), p. 34.

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    aplati quils portent sur la tte et qui se compose de lames cartilagineuses ... ces poissons se fixent aux rochers, aux vaisseaux ou aux autres animaux, ce qui a donn lieu la fable que la minuscule chnis pouvait immobiliser le navire le plus grand et le plus rapide.26

    In merito allidentificazione dellaranea,27 credo che si debba condividere il testo critico fornito da Andr, anzich quello assurdo comunemente stampato a partire dalledizione di Lindsay.28 Pertanto questa aranea, classificata tra i pesci, altro non che il Trachinus drago, chiamato anche in italiano tracina o pesce ragno, dal momento che vive nella sabbia dei litorali ed assai pericoloso per luomo che inavvertitamente lo calpesti, perch dotato di una pinna dorsale appuntita e velenosa, con cui ferisce come con unarma (aere va quindi inter-pretato come rame o bronzo, metaforicamente inteso nel senso di spada), provocando ferite assai dolorose.29

    A questo punto prender in esame saltuariamente alcuni lemmi di Isidoro che mi sono sembrati interessanti per diversi motivi.

    Bisogna anzitutto ribadire che il catalogo di Isidoro mostra tutte le sue debo-lezze, se lo mettiamo a confronto con la trattazione di Aristotele, che classifica gli animali in maniera razionale, descrivendo in capitoli diversi le loro caratteristiche fisiologiche organo dopo organo, funzione dopo funzione.

    Questo sistema del tutto estraneo alla mentalit di Isidoro, che prospetta un semplice elenco diviso per gruppi sulle orme della divisione di Plinio, che aveva ripartito gli animali in quattro classi: quella dei quadrupedi domestici o selvatici (l. VIII), quella degli aquatilia, che hanno come habitat comune lacqua (l. IX), quella dei volatilia, che hanno come habitat comune laria (l. X, dove sono trat-tati gli uccelli) e infine quella degli insetti (l. XI). Isidoro invece sembra basarsi su

    . Nota a Plinio, Naturalis historia IX 79. Ma cfr. anche dello stesso De Saint-Denis quan-to scrive sotto la voce echeneis nel Vocabulaire des animaux marins en latin classique (Paris: C. Klincksieck, 1947), p. 34.

    . Andr, Etymologies, p, 190, in cui il testo di Etymologiae XII 6, 18 viene pubblicato in questa forma: Aranea genus piscis dictus quod aere feriat; habet enim stimulos e quibus percutit.

    . W.M. Lindsay (ed.), Isidori Hispalensis Episcopi Etymologiarum sive Originum libri XX (Oxonii: Clarendon Press, 1911 [rist. anast. 1966]), II, nel quale, anzich quod aere si legge quod aure (cfr. per la stessa lezione la citata edizione spagnola di Oroz Reta e Marcos Casquero, p. 96, i quali per nella nota 60 affermano: No se comprende de donde Isidoro ha podido sacar la etimologia de aranea; decir quod aure feriat parece un sinsentido). Analoga difficolt interpretativa risulta a p. 66, n. 74, delledizione a cura di Valastro Canale.

    . Cfr. H.-J. Cotte, Possons et animaux aquatiques au temps de Pline (Gap: Louis Jean, 1944), pp. 789, s.v. araneus, che il termine che appare in Plinio, Naturalis historia XXXII 145.

  • Ferruccio Bertini

    criteri del tutto extrascientifici, perch anche lui suddivide gli animali in quattro gruppi distinti:

    1. Animali domestici e pacifici e animali selvatici e pericolosi.2. Una seconda divisione riguarda la taglia: gli animali pi piccoli sono collocati

    in una categoria a parte, in una sorta di raggruppamento confuso e incoerente che mescola insieme mammiferi e insetti o ancora animali domestici e ani-mali selvaggi.

    3. Terzo criterio lhabitat, anche qui con forti inesattezze, nel senso che sono presentati insieme i pesci, i mammiferi marini (cio la balene, le foche e i delfini), ma anche i grandi animali anfibi (che vivono in terra e acqua) come il coccodrillo e lippopotamo; le conchiglie, le spugne, la tartarughe e le rane.

    4. Infine gli animali sono distinti in base alla loro morfologia, anche qui con alcune commistioni singolari; per esempio alla categoria dei vermi apparten-gono anche i ragni, le sanguisughe, la cantaride, i millepiedi, la pulce; mentre tra i serpenti (De serpentibus) sono collocati i batraci, rappresentati per solo dalla salamandra, perch le ranae figurano nella categoria dei pesci; i sauri, tra i quali sono presenti la lucertola e il geco, ma non il camaleonte, che si trova tra le bestiae e, infine, i serpenti veri e propri.

    Mario Vegetti, uno studioso esperto di questi problemi di classificazione scienti-fica, afferma che nel mondo greco il fattore che accomuna di, uomini e animali il comune possesso di una dote intellettuale, la , quellintelligenza astuta di stampo prometeico che propria del polipo e della volpe come del politico, del sofista e dellartigiano.30

    Secondo Aristotele, il punto di transizione, lo snodo incerto fra uomo e animale il bambino, la cui anima si pu dire non differisca affatto da quella delle bestie.31

    Nel V secolo, per, nel mondo greco assistiamo al conflitto fra il sapere scientifico e filosofico dei Pitagorici, che da una parte proclamano il completo rispetto per gli animali, mentre dallaltra parte c il sapere dei technitai, cio quegli uomini che i Pitagorici condannano come impuri e assassini, ovvero i cacciatori, i pescatori, gli allevatori, vale a dire tutti coloro che possiedono conoscenze pratiche dellanatomia animale. A compiere lunificazione fra queste due polarit

    . Alle origini della razionalit scientifica: la classificazione degli animali, in Scienza e tec-nica nelle letterature classiche (VI Giornate filologiche genovesi, 2324 febbraio 1978), a cura di AA. VV. (Genova: DARFICLET, 1980), pp. 942 (la citazione tratta da p. 13), ripreso poi ne Il coltello e lo stilo, (Milano: Il Saggiatore, 1979).

    . Historia animalium VIII 1.

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    antinomiche proprio Aristotele, che trae dal Pitagorismo lesigenza della teoria pura, della conoscenza disinteressata, e dal sapere dei technitai desume la spregiu-dicatezza d fronte allanimale, la familiarit con il suo corpo, vivo o morto, alla quale per aggiunge una disponibilit nuova (e a loro completamente estranea) a uccidere, al solo fine di meglio conoscere.

    Cominciamo dunque da quel che Isidoro osserva a proposito del musculus, del quale dice:32 A sexu, ut musculus, quod sit ballenae masculus; eius enim coitu concipere haec belua perhibetur. Hinc et musculi coclearum, quorum lacte con-cipiunt ostreae.33 Plinio34 aveva affermato che il musculus marinus quello che precede la balena e non ha denti, ma ha al loro posto delle setole ispide; in un altro brano35 aveva sostenuto che il musculus funge da guida alla balena, ricoprendo la funzione che presso i Greci ricopriva il (vale a dire il pesce pilota), cos definito per la sua abitudine di accompagnare le navi.36 Ebbene la notizia, a parte gli aspetti assolutamente fantastici quali il concepimento delle ostriche dal liquido lattiginoso emesso dai molluschi, credibile.37 Il citato Andrews propone infatti di identificare il masculns ballenae con un cetaceo della famiglia dei balenidi.38

    A proposito delle ostriche bisogna aggiungere che n ledizione del Lindsay, che poneva il vocabolo tra due cruces, n il Thesaurus linguae Latinae forni- scono chiarimenti in merito allinterpretazione del lemma isidoriano oceloe.39 Uninterpretazione convincente ne fornisce, per, nel 1979 P.G. Maxwell-Stuart40, che afferma che questo particolare tipo di ostriche (le perlifere) sono cos chiamate

    . Isidorus, Etymologiae XII 6, 6.

    . Dal sesso hanno preso nome, per esempio, il musculus, in quanto maschio della balena; si dice, infatti, che questultimo animale concepisce unendosi sessualmente con quello. Da qui anche il nome dei musculi delle conchiglie, del latte dei quali si servono le ostriche per conce-pire (Valastro Canale, Etimologie, p. 65).

    . Naturalis historia XI 165.

    . Ibid. IX 186.

    . Traggo queste notizie da A.C. Andrews, Greek and Latin Mouse-fish and Pig-fish, Trans-action of the American Philological Association 79 (1948), pp 23253 (in particolare da p. 236).

    . Questa strana teoria ritorna nelle Etymologiae XII 6, 53: Musculi sunt, ut praediximus, cocleae quorum lacte concipiunt ostreae; et dicti musculi quasi masculi. Plinio aveva affermato invece che i muscoli nascono spontaneamente sui fondi sabbiosi (Naturalis historia IX 160).

    . Andrews, Greek and Latin Mouse-fish, p. 253.

    . Etymologiae XII 6, 49: Concarum multa genera sunt; inter quas et margaritiferae, quae oceloe dicuntur, in quorum carne pretiosus calculus solidatur.. Oceloae: a Note on Isidor of Seville, Latomus 38 (1979), p. 533.

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    perch approdano sulla spiaggia: questo infatti il significato del verbo greco kll.41

    Per quanto riguarda il lemma Equi marini, esso ripreso letteralmente da Servio,42 ma quasi certamente qui non si parla del cavalluccio marino43 (o ippo-campo), ma di una creatura mostruosa che alimenter poi i vari Bestiarii medi-evali a partire dal loro archetipo, il Liber monstrorum.

    In conclusione, vorrei citare ancora tre lemmi particolarmente interessanti: quello relativo alle ranae44 e specificamente alla rana che vive tra i rovi, cio la rana rubeta. Essa va infatti identificata col rospo, e specificamente con quel mostro che diventa il rospo cornuto quando si gonfia45, del quale si servono le streghe per preparare i filtri magici.46 Properzio sottolinea laspetto mostruoso della rana rubeta, presentata come unanomalia della natura anche per il suo aspetto repellente,47 causato dal rigonfiamento della vescica boccale dei batraci maschi, che si gonfia come un pallone, accrescendone la bruttezza.

    . Esistono molti generi di conchiglie, tra cui le margaritiferae, ossia le pirliferae, dette oceloe, nella polpa delle quali si solidifica una piccola pietra preziosa (Valastro Canale, Etimologie, p. 73).

    . Isidorus, Etymologiae XII 6, 9: Equi marini, quod prima parte equi sunt, postrema solvun-tur in piscem (I cavalli marini hanno la parte anteriore dei corpo simile a quella di un cavallo, mentre la parte posteriore termina in forma di pesce [Valastro Canale, Etimologie, p. 65]); cfr. Servius, ad Verg. georg. IV 387: Equi enim marini prima parte equi sunt, pos.trema resolvuntur in pisces.

    . Come sembra credere il pur accorto Andr, nella citata edizione (p. 188), dal momento che nella nota 340 afferma: Lhippocampe (genre Hippocampus) dans ses espces mditer-ranennes.

    . Isidorus, Etymologiae XII 6, 58: Ranae a garrulitate vocatae, eo quod circa genitales strepunt paludes et sonos vocis importunis clamoribus reddunt. Ex his quaedam aquaticae dicuntur, quaedam palustres, quaedam rubetae ob id, quia in vepribus vivunt, grandiores cunctarum (Le rane hanno preso nome dal proprio verso: quando si avvicina lepoca della riproduzione, infatti, invadono le paludi con il loro gracidare [sic! ma in realt va tradotto: Invadono col loro gracidare le zone intorno alle paludi che danno loro la vita], emettendo grida improvvise e moleste. Tra le rane, alcune sono chiamate acquatiche, altre palustri, altre ancora rubetae in quanto vivono tra i rubi, ossia tra i pruni: queste ultime sono le pi grandi di tutte [Valastro Canale, Etimologie, p. 77]).

    . Tupet, La magie, p. 66.

    . Propertius III 6, 2530.

    . Cfr. in proposito anche quanto scrivono Plinio (Naturalis historia XXXII 54) ed Eliano (Natura animalium XVII 12).

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    A proposito della murena Isidoro scrive:48 Muraenam Graeci vocant eo quod complicet se in circulos.49 La spiegazione del nome proposta in sguito da Isidoro suona cosi:50 Muraena vulgo vocatur quod scilicet auri metallo in virgulis lentescente quaedam ordinis flexuosi catena contexitur in similitudi-nem muraenae serpentis, quae ad collum ornandum aptatur. Essa deriva quindi dallinterpretazione figurata di muraena nel senso di collana a forma di murena. Ma siccome il vocabolo greco non ha affatto questo significato, lerrore di Isidoro tanto pi grave, perch egli spiega il termine greco con un significato secondario del suo imprestito latino.

    Infine una dotta citazione relativa alla spugna. Essa particolarmente lunga e ricca di citazioni di poeti e prosatori latini:51

    Sfungia a fingere, id est nitidare et extergere dicta. Afranius:

    Accedo ad te, ut ibi cervicem fingam linteo, id est extergam. Cicero: Effingebatur sfungiis sanguis, id est extergebatur. Animal autem esse docetur cruore inhaerente petris. Unde et dum absciditur sanguinem remittit.[...] Mollissimum genus penicilli vocantur eo quod aptae sint ad oculorum tumores et ad extergendas lippitudines utiles. Candidae sfungiae cura fiunt; per aestatem enim ad solem sternuntur et sicut cera Punica candorem bibunt.52

    A proposito di queste creature marine Aristotele aveva osservato53 che le spugne possiedono anche facolt percettive. Ne segno il fatto che, se avvertono che si

    . Isidorus, Etymologiae II 6, 43: I Greci danno alla murena il nome di , in quanto si piega formando circoli (Valastro Canale, Etimologie, p. 71).

    . La derivazione del vocabolo greco era gi stata segnalata da Varrone, De lingua latina V 77: Foris muraena, quod Graece.

    . Isidorus, Etymologiae XIX 31, 14: Murena nome popolare di un tipo di collana formata da delicati ramoscelli di metallo dorato uniti gli uni agli altri, in modo da formare una catena flessuosa che si adopera per adornare il collo, e che ricorda, appunto, il corpo di una murena (Valastro Canale, Etimologie, p. 617).

    . Isidorus, Etymologiae XII 6, 602.

    . La sfungia, ossia la spugna, ha preso nome dallazione di fingere, ossia di pulire e deterge-re. Scrive Afranio: Mi avvicino a te per fingere, ossia per detergere, la tua cervice con un panno di lino. E Cicerone: Effingebatur, ossia si detergeva, il sangue con delle spugne. Insegnano che questanimale aderisce alle pietre in virt del proprio sangue e che, per questo, sanguina quan-do lo si separa da quelle. [...] Il genere di spugna pi morbido prende il nome di penicillus, che significa pennello, in quanto di uso appropriato in caso di gonfiore degli occhi ed utile per detergere le cisposit. Le spugne, se curate, divengono bianche: infatti, se si espongono al sole estivo, assorbono il candore come cera fenicia (Valastro Canale, Etimologie, p. 77).

    . Historia animalium V 16, 584b, 10 ss.

  • Ferruccio Bertini

    sta per strapparle, esse si contraggono e rendono difficile loperazione. La stessa cosa fanno quando il mare agitato dal vento per non essere trascinate via.54 Ma tornando alle citazioni di Isidoro, possiamo osservare che il passo di Afranio stato emendato con la correzione effingam in luogo di fingam da A. Daviault;55 la citazione ciceroniana56 inesatta anche in Servio57 dal quale lha desunta Isidoro, perch in Cicerone si legge: Meministis tum, iudices [...] e foro spongiis effingi sanguinem (dove tra laltro effingi una correzione dello Stephanus [Estienne) per il trdito effiundi).

    La frase successiva ricavata da Plinio,58 cos come quelle che seguono immediatamente.59

    Ancora da Plinio desunto il calcolo del penultimo paragrafo:60 Animalium omnium in aquis viventium nomina centum quadraginta quattuor Plinius ait,61 divisa in generibus beluarum, serpentium communium terrae et aquae, cancrorum, concarum, lucustarum, peloridom, polipporum, solearum, lacertorum et lulliginum et huic similia; ex quibus multa quodam naturae intellectu ordinem temporum suo-rum agnoscunt, quaedam vero in suis locis sine mutatione vagantur.62

    Dopo aver osservato63 che Isidoro pu dirci che: Gli esseri umani diedero nome al bestiame, agli animali selvaggi ed agli uccelli prima che ai pesci, perch videro e conobbero prima quelli che questi. Conosciuti in seguito, poco a poco,

    . Cfr. Vegetti, Alle origini della razionalit scientifica, p. 29.

    . Ed. dei frammenti della Comoedia togata (Paris: Les Belles Lettres, 1981), fr. 415.

    . Pro Sexto 77.

    . Ad Aeneidos libros VIII 634: Cicero in Sestiana spongiis sanguis effingebatur, id est terge-batur.

    . Naturalis historia XXXI 124: Animal esse docuimus, etiam cruore inhaerente. Aliqui nar-rant [] nec avelli petris posse, ideo abscidi ac sanem remittere, e ancora IX 149: cruoris quo-que inhaereat color.

    . Ibid. XXXI 125: Mollissimum genus eorum penicilli ecc. e XXXI 123 Candidae cura fiunt + XXI 84.

    . Isidorus Etymologiae XII 6, 63.

    . Naturalis historia XXXII 142.

    . Plinio calcola in numero di centoquarantaquattro i nomi di tutti gli animali marini, divisi nei generi delle beluae, dei serpenti comuni di terra e dacqua, dei granchi, delle con-chiglie, dei gamberi, delle peloridi, dei polipi, delle sogliole, delle lacertae (sic! ma va tradotto dei lacerti), dei calamari e simili. Di tutti questi generi, molti, in virt di una certa intelli-genza naturale, conoscono un ordine temporale specifico, altri invece, vagano nel luogo in cui vivono senza subire mutazione alcuna (Valastro Canale, Etimologie, pp. 779).

    . p. 150, n. 160.

  • Il catalogo dei pesci in Isidoro

    i differenti generi di pesci, furono dati loro dei nomi in base ad una somiglianza con animali terrestri, ovvero con riferimento al loro aspetto o alle loro abitudini o al colore, alla forma, o al sesso.64

    John Henderson, in un recentissimo studio,65 afferma Isidore manages to pack in 80+ sorts of assorted sea creatures (including sardines).66 They swim and float in and between grouping and one-offs, featuring prominent homologies with terrestrian creatures, wonders and honors, a wealth of shellfish, 4 kinds of turtle, 5 of frog, a sponge world, pulled together by internal back referencing.67

    In questo modo, operando dei continui collages, per lo pi composta lenciclopedia isidoriana, che per noi ha tuttavia un grande valore anche per questo capitolo, se lo consideriamo come un repertorio terminologico, oscillante tra il reale, limmaginario e il fantastico, come abituale in gran parte della lettera-tura latina medievale. In proposito osserva Jacques Voisenet:68 La compilation assez importante de 1enciclopdiste espagnol et la simplification du moraliste, runies dans un chapitre plutt bref par rapport aux autres, traduisent bien la double attitude de lhomme mdival lgard de ce monde sous-marin: dune part lintert et mme la fascination pour ce domaine la fois si diffrent et si ressemblant au plan terrestre, et, dautre part, la profonde mconnaissance de cet espace que lon apprhende globalement et sans nuance.

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    . Valastro Canale, Etimologie, p. 63; cfr. Isidorus, Etymologiae XII 6, 4: Pecoribus autem et bestiis et volatilibus antea homines nomina imposuerunt quam piscibus, qua prius visa et cognita sunt. Piscium vero postea paulatim cognitis generibus nomina instituta sunt aut ex similitudine terrestrium animalium aut ex specie propria sive moribus seu colore, vel figura, aut sexu.

    . J. Henderson, The Medieval World of Isidore of Seville. Truth from Words (Cambridge: Cambridge University Press; 2007).

    . Isidorus, Etymologiae XII 6, 38.

    . Henderson, The Medieval World, p. 151.

    . J. Voisenet, Btes et hommes dans le monde mdival. Le bestiaire des clercs du Ve au XIIe sicle, prf. J. Le Goff (Turnhout: Brepols 2000), p. 118.

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