Focus Storia Ottobre 2014
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96
ALESSANDRO MAGNO
OLTRE I CONFINIDEL MONDO
Ottobre
2014
SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE
4,90 in Italia
DallEllesponto
allHindukush,
le imprese del
condottiero greco
tra Persiani, Medi,
Frigi e Indiani
LA TELEVISIONE
DI MUSSOLINI
Sorpresa: gi negli Anni 30 lItalia trasmetteva programmi tv. Sotto gli occhi di Benito
da Atene a Firenze, perch il genio esplose l e allora
la crisi ambientale che travolse le civilt
tradimenti e congiure nella Genova dei Doria
1870: Parigi prov a fermare Berlino. E le and molto male
-
TRENTA SECOLI DI SESSO: una raccolta di tutti i migliori articoli di Focus Storia. Da Elena di
Troia a Casanova, da Madame de Pompadour a Rudy Valentino... Dallantichit ad oggi la sorte
del mondo, in fondo in fondo, sempre stata scritta sotto le lenzuola.
FOCUS STORIA: EMOZIONANTE, SORPRENDENTE, COINVOLGENTE PIU CHE MAI
NUMERO SPECIALE - ESTATE 2014
ANCORA
IN EDICOLA
PER
QUALCHE
SETTIMAN
A
-
Il nodo gordiano, reciso con un colpo di spada. Lincontro con Diogene,
il filosofo che gli chiese
di farsi da parte per non coprirgli il
sole. La doma di Bucefalo, puledro
spaventato dalla propria ombra,
che nel ventennio successivo di-
venter il suo pi fedele compagno
in battaglia. Il colloquio con la Pizia,
costretta quasi a forza a profetizzare
la sua invincibilit... Gli aneddoti
pi o meno leggendari su Alessan-
dro Magno sono riecheggiati nei
secoli fino ai giorni nostri e danno
la misura, 23 secoli dopo, della
straordinaria forza simbolica del re
macedone. Un uomo capace, in
soli 13 anni, di portare la Grecia fino
allHindu Kush piegando gli storici
nemici persiani; un condottiero
geniale quanto attento a coltivare
il proprio mito. a lui, forse il pi
grande degli imperatori occidenta-
li, e lunico capace di sottomettere
lAsia Centrale, che dedichiamo
questo numero di Focus Storia.
Seguiteci a Oriente.
12 La Tv di BenitoI primi programmi televisivi italiani sono del 1939. Poi per arriv la guerra...
18 Congiura alla genoveseIl rocambolesco tentativo dei Fieschi di rovesciare il signore di Genova, Andrea Doria.
24 Un genio tira laltroIl talento sembra esplodere in certe epoche e luoghi: ecco perch.
84 A.D. 536. La natura si ribellaUneruzione vulcanica e il passaggio di una cometa 1.500 anni fa scrissero la Storia.
90 La guerra del II ReichIl conflitto franco-prussiano del 1870-71
96 Hai da accendere?Dalla pietra focaia allaccendino a gas, i trucchi accendifuoco.
98 Un anarchico a New YorkLa morte sospetta di Andrea Salsedo da Pantelleria, che nel 1920 vol gi dal grattacielo dellFbi.
102 Debutto col flopGli epic fails della Storia, dal semaforo al naufragio del Titanic.
IN PI...
Jacopo Loredan direttore
Alessandro contro i
Persiani, in un altorilievo
ellenistico oggi a Istanbul.
Lepopea di Alessandro
4 LA PAGINA DEI LETTORI
6 NOVIT & SCOPERTE
9 AGENDA
10 MICROSTORIA
76 UNA FOTO, UN FATTO
78 PITTORACCONTI
80 TECNOVINTAGE
81 CURIOSARIO
82 DOMANDE & RISPOSTE
110 FLASHBACK
34Alexandros, il semidio
I molti volti (contraddittori) di un condottiero che entr
nel mito mentre era ancora in vita.
40Il mondo di Alessandro
Le cartine e le date delle conquiste, dalla Macedonia allIndo.
42Professor Aristotele
Il filosofo greco fu precettore di Alessandro: ma non fu un rapporto facile.
48A casa del nemico
A tu per tu con i Persiani, il popolo che fond la prima superpotenza
dellantichit. E dei quali Alessandro fu il vero erede.
54Di padre in figlio
Filippo II, padre di Alessandro e re di Macedonia, in pochi anni sottomise
lintero Egeo. Ma chi era il suo popolo, e come viveva?
60La morsa della falange
Come in altre campagne, anche in Asia la formazione-base dei Macedoni
fu decisiva per la vittoria. E per aprire la porta della Persia.
62Oltre i confini del mondo
Nessun condottiero occidentale si era mai spinto cos a Oriente: con la
battaglia sullIdaspe la civilt greca arriv ai piedi dellHimalaya.
68Un impero multietnico
Origini, usi, costumi e destino delle genti sottomesse da Alessandro.
RUBRICHE
In copertina: Alessandro Magno durante la campagna in Asia, in una ricostruzione al computer (ILLUSTRAZIONE GRZEGORZ PDZISKI).
ottobre 2014
96
BRIDGEM
ANART
focusstoria.it
3
-
Un altro goloso: DumasA parziale integrazione del gusto-
so articolo apparso in Focus Storia
n 95 alle pagine 40-43, credo vada
aggiunto il nome di Alexandre Du-
mas padre (1802-1870) [...] che era
anche un appassionato ed esperto
cuoco. Dumas era ossessionato
dai maccheroni, portati in Francia
probabilmente allepoca in cui
Caterina de Medici era andata in
sposa a Enrico II. [...]
Non tutti sanno che lultima opera
consegnata da Dumas al suo
editore e amico Lamerre [...] fu un
voluminoso Grande dizionario di
cucina (edito in Italia da Sellerio e
da Ibis), dove la sezione relativa ai
maccheroni ricca di ricette. [...]
In una lettera pubblicata su La
Petite Presse il 1 dicembre 1868 lo
scrittore racconta invece lepisodio
culinario che caus lallontana-
mento definitivo di Dumas da
Gioachino Rossini (1792-1868). [...]
Gli abbonati del Monte-Cristo (uno
dei tanti giornali che Dumas aveva
fondato) gli avevano richiesto la
migliore ricetta di maccheroni a
lui nota. Dumas, cui difettava il
sentimento della pasta, per dirla
con parole sue, aveva saputo che
Rossini, italiano e buongustaio,
diceva di possedere una ricetta
speciale per i maccheroni. Scrisse
perci a Rossini di fornirgli gentil-
mente questa ricetta. Questi rifiut,
ma invit a cena Dumas con
pochi altri amici per permettergli
di gustare tale tesoro. La cena fu,
a dire di Dumas, mediocre. Il suo
parere fu riportato a Rossini che,
piccato, ironicamente se ne scus
con Dumas affermando di non
aver creduto di essere in obbligo di
elargire, per quella serata, una cena
sontuosa. Dumas replic con una
battuta sarcastica e Rossini se ne
ebbe tanto a male che i rapporti
tra i due [...] cessarono bruscamen-
te. In soccorso di Dumas giunse
Adelaide Ristori, famosa attrice [...],
che offr una ricetta di maccheroni,
pubblicata da Dumas (v. sotto).
Fabrizio Comparelli, Roma
Prendete una libbra di prosciutto affumicato,
rivestitene una casseruola; adagiate sul prosciutto
un pezzo di culaccio di manzo di quattro libbre,
unite un mazzetto assortito, versatevi un bicchie-
rino di acquavite o di rum, riempite i vuoti lasciati
dal manzo con dodici pomodori piuttosto grossi
e sei cipolle bianche. Versate sul tutto del brodo
preparato il giorno prima, in modo che lestremit
superiore del manzo affiori appena sulla superficie
del brodo, come uno scoglio sulla superficie del
mare. Inutile dire che la casseruola deve poter con-
tenere almeno due litri e mezzo di brodo. Lasciate
bollire per cinque ore, passate a uno staccio di crine
il sugo, ristretto e divenuto cremoso con le cipolle, i
pomodori e il prosciutto affumicato. Tutto passer
allo staccio tranne i semi dei pomodori e le parti
magre del prosciutto. Mettete da parte il sugo,
grattate una libbra di parmigiano. Poi, sul fuoco,
col parmigiano da una parte e il sugo dallaltra,
fate cuocere nellacqua salata, ammorbidita
con unabbondante noce di burro, la quantit
di maccheroni che ritenete sufficiente per i vostri
commensali. I maccheroni devono essere scelti con
molta attenzione, appena troppo grossi diventano
strozzapreti, appena troppo piccoli, sono subito
vermicelli. Quando sono cotti al punto giusto,
ma in modo che possano crescere ancora, che
crescano in corpo, come dicono gli italiani, mettete
sul fondo della zuppiera uno strato di parmigiano,
sullo strato di parmigiano adagiate con la schiu-
marola uno strato di maccheroni ben scolati; sullo
strato di maccheroni versate un mestolo di sugo,
sul sugo un altro strato di maccheroni; su questo
strato di maccheroni, un pugno di parmigiano e
cos via, alternando sempre gli strati fino al com-
pletamento della zuppiera; versate poi il resto del
sugo, del rag, del pur, non so come chiamare
questo eccellente concentrato, e servite caldo.
(Da A. Dumas, Lettere sulla cucina a un sedicente
buongustaio fiorentino, ed. Archinto).
Alexandre
Dumas padre.
Sarei curiosa di sapere qualcosa in
pi su un barattolo che ho trovato
oggi mentre mettevo in ordine la
cantina. Si tratta di un barattolo di
medie dimensioni di colore verde
militare con sopra la seguente
dicitura:
WB2
GREASE GENL. PURPOSE, NO 2
U.S. ARMY 2-108 AMEND 2
CONTENTS 1 POUND
Ovviamente si tratta di un baratto-
lo di grasso utilizzato per qualche
mezzo militare, volevo sapere se
effettivamente originale (anche
se data la patina probabilmente
risale davvero alla Seconda guerra
mondiale), magari per quale
mezzo veniv,a impiegato e, se
possibile, risalire allunit alla quale
apparteneva.
Jessica Cotti
Risponde Stefano Rossi,
esperto di storia militare.
Il barattolo sicuramente originale
ed dellUS Army (esercito Usa,
che durante la Seconda guerra
mondiale comprendeva anche
laeronautica). Non per possibile
fare una datazione precisa. Potrebbe
appartenere agli anni del conflitto,
ma anche al Dopoguerra. Le tipiche
scritte nerecon questa grafica, sul
Da dove proviene questo barattolo?
4
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le pi interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook. (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o alle-mail [email protected]
-
Il MOSTRO dI MIlANO
Impiccato l8 aprile 1862, Antonio
Boggia fu il primo serial killer dellItalia
unita. Fece a pezzi quattro persone,
suscitando lorrore dei lombardi
Aveva appena passato la ses-
santina, ma sembrava pi gio-
vane, portava i capelli bian-
chi lunghi, aveva folte soprac-
ciglia nere e piccoli occhi verdi. Di modi
calmi, con un esteriore quasi di bonariet,
esatto osservatore delle pratiche religiose,
estraneo, almeno apparentemente, a vizio-
se tendenze. Cos lo definiva il quotidia-
no La Lombardia. A vederlo non pareva
possibile che fosse un assassino. Luomo,
che si chiamava Antonio Boggia, era se-
duto in un ufficio del Palazzo di Giustizia
di Milano con laccusa di avere ucciso una
donna. Interrogato per oltre due settima-
ne continuava per a dichiararsi innocen-
te e a lamentare forti dolori alla testa. Era
il marzo del 1860 e di fronte a lui si tro-
vava il giudice che laveva fatto arrestare,
Giulio Cesare Crivelli.
Un vicino di casa del Boggia, tale Gio-
vanni Maurier, preoccupato per la pro-
lungata assenza della madre, Ester
Perrocchio, aveva sporto denun-
cia accusando Antonio. La don-
na era scomparsa da dieci me-
si e Boggia, guarda caso, aveva
ricevuto subito dopo una pro-
cura per gestire i beni della si-
gnora, in particolare il palaz-
zo di via Santa Marta.
Contro luomo cerano te-
stimonianze inequivocabili,
una su tutte quella del notaio a cui si era
rivolto per impossessarsi dei beni della
Perrocchio: Dalle di lui disposizioni (de-
posizioni, ndr) risult che la donna presen-
tatasi come la Ester Perrocchio era, non gi
ottuagenaria, ma poco pi che quaranten-
ne, riportava sempre La Lombardia. Una
svista che cost cara al Boggia, poich
consent agli inquirenti di iniziare a chiu-
dere il cerchio. Per placare Maurier, Bog-
gia gli aveva persino offerto quello stes-
so appartamento: la Perrocchio, secondo
quanto raccontava lui, aveva deciso di tra-
sferirsi a Como.
Un cadavere smembrato
in contrada Santa Marta
Mancava a questo punto solo una confes-
sione. Quando Boggia si accorse di non
avere pi scampo, e sperando in una ridu-
zione di pena, confess di avere uccisa la
Perrocchio nel maggio dellanno scorso, di
averla sepolta nella casa chessa possede-
va ed abitava in contrada di Santa Marta,
daver quindi ottenuto il mandato di pro-
cura, presentando una persona che si fa-
cesse credere essere la Perrocchio ed aver
trattati parecchi interessi della sua vittima
con questo falso mandato.
Cos il giudice, il pomeriggio di quello
stesso giorno, dispose una perquisi-
zione nella casa di via Santa Mar-
ta. Dove, scavando in un sottosca-
la, fu ritrovato il cadavere della po-
vera donna, mutilato e in stato di de-
composizione, le gambe staccate
dal busto da una parte e il cranio
dallaltra, fracassato e riempi-
to con frammenti ossei. Ester
Perrocchio non soltanto era
stata uccisa, ma anche orren-
damente fatta a pezzi.
3Ester Perrocchio
viene uccisa nella
propria abitazione.
Boggia, dopo aver
frugato in casa in
cerca di valori, si ferma
addirittura a dormire l.
2 Boggia sferra
il primo colpo
di scure contro
Angelo Ribbone, attirato
nel magazzino della
Stretta (vicolo) Bagnera
con la scusa di vendergli
alcuni tubi.
1 Antonio Boggia
un cattolico
molto devoto: qui
rappresentato mentre
porta il baldacchino
durante una processione.
Antonio
Boggia,
il primo
serial killer
italiano,
nato a Milano
nel 1799.
92
STORIE DITALIA
MILANO
Il mostro di Milano
Ho letto con molto interesse su
Focus Storia n 94 larticolo su Antonio Boggia [...]. Vorrei aggiun-
gere alcuni particolari: lesecuzione
pubblica del Boggia fu lultima
avvenuta a Milano e anche lultima
sentenza di morte del neonato Re-
gno dItalia, infatti la pena di morte
fu abolita nel 1890, salvo essere
ripristinata durante il ventennio
fascista. Poich non vi erano boia
disponibili sulla piazza di Milano,
vennero fatti venire due boia,
uno da Parma e uno da Torino. Il
patibolo venne effettivamente
eretto fra via Bligny e via Beatrice
dEste, cio fra Porta Vigentina e
Porta Ludovica, e pare che lavidit
di denaro di Boggia, che era poi il
motivo per cui aveva commesso
una serie di efferati omicidi, non
venisse meno neppure in punto di
morte, tant che chiese un com-
penso in denaro a un fotografo
che voleva immortalarlo poche ore
prima dellesecuzione.
Nonostante il suo straordinario
sangue freddo (quando gli fu
notificata la condanna a morte,
mangi un pollo freddo e si bevve
un bicchiere di rum giamaicano),
alcuni cronisti riferirono che, salito
sul patibolo, disse in dialetto mi-
lanese al boia u, me racumandi (mi raccomando) e questi, forse
non capendo, lo abbracci per
alcuni istanti prima di mettergli il
cappio intorno al collo. Ma forse si
tratta solo di una leggenda. Prima
di essere sepolto in via Gentilino, in
Porta Ticinese, gli venne spiccata
la testa dal busto. La testa venne in
seguito analizzata dal gi celebre
criminologo Cesare Lombroso [...].
Roberto Rovida, Milano
I confini mobili
del Messico
Nella cartina di Focus Storia n 88 a pag. 88, la frontiera fra Usa
e Messico indicata non quella
decisa con il Trattato di Guadalupe
Hidalgo del 2 febbraio 1848, che
correva leggermente pi a nord,
ma quella stabilita dal Trattato de
La Mesilla del 24 giugno 1853,
allorch 30.000 miglia quadrate di
territorio messicano, oggi incluse
negli Stati di Arizona e Nuovo
Messico, furono vendute agli Usa
dal dittatore messicano Antonio
Lpez de Santa Ana (il cosiddetto
Acquisto di Gadsden, dal nome
dellambasciatore americano a
Citt del Messico, che lo negozi).
Lo scopo era quello di realizzare
una linea ferroviaria dal Golfo del
Messico alla California, onde sfrut-
tare i giacimenti doro l scoperti in
quegli anni. Lo scoppio della Guer-
ra di Secessione fece s che la linea
ferroviaria fosse ultimata solo quasi
ventanni dopo, e senza passare
per i territori acquistati a quel fine.
Franco Maria Boschetto,
Lonate Pozzolo (Varese)
La fonte da noi consultata (un atlante storico statunitense)
riportava quei confini per il 1848. Tuttavia, ringraziamo come sempre il nostro assiduo lettore per le infor-mazioni aggiuntive.
Lundicesimo cannone
Vorrei aggiungere alla Top Ten dei
supercannoni (Focus Storia n 94) un undicesimo gingillo.
Mi riferisco al cosiddetto super-
cannone di Saddam Hussein, la
cui vicenda, tra la fine degli Anni
80 e linizio del Anni 90, infiamm
la diplomazia di mezzo mondo,
Italia compresa. Da quel che a oggi
dato sapere, progettato, svilup-
pato e realizzato in parte, in con-
seguenza del cosiddetto Progetto
Babilonia, esso avrebbe dovuto
dotare le forze armate irachene di
unarma a lunghissima gittata (da
1.000 mm), in grado di colpire le
nazioni confinanti (Iran, Kuwait e
Israele, su tutti), con bombe chi-
miche, batteriologiche o nucleari.
La Societ delle fucine di Terni
[...] pare avesse realizzato alcune
parti dellarma in questione, delle
quali almeno una raggiunse effet-
tivamente Baghdad (attraverso la
Giordania) [...] e di cui unaltra fu
fermata prima dellimbarco su una
nave-cargo.
Daniele Venturi
... e il dodicesimo
Nella Top Ten dei cannoni avrebbe
meritato sicuramente un posto il
Parisgeschtz, anche conosciuto
come cannone del Kaiser Gugliel-
mo, usato dallesercito tedesco nel
1918 per bombardare Parigi. Pote-
va sparare proiettili del calibro 210
mm da 119 kg a oltre 120 km, cifre
che a mio avviso gli garantiscono
un posto in quella classifica.
Lorenzo Righi
Ringraziamo i lettori per que-ste aggiunte. Segnaliamo che
della Prima guerra del Golfo Focus Storia si occupato in passato, come del cannone del Kaiser Guglielmo, anche se non si trova nella lista.
Il cannone del
Kaiser Guglielmo.
colore verde oliva militare, sono state in uso fino a tutti gli Anni 70.Inoltre, dal 1945 al 1958 in Italia esistevano dei campi Arar (Azien-da Rilievo Alienazione Residuati) dove veniva ceduto ai civili il mate-riale in surplus: automezzi, pezzi di ricambio, lubrificanti, grassi.La sigla WB2 indicava un lubrifi-cante generico (general purpose) con le specifiche militari 2-108 dellUS Army.
citato in molti manuali tecnici come lubrificante dei meccanismi pi vari (non per armi e motori) come i pezzi mobili della macchi-na per raggi X dentali in dotazione allUS Army. Per rispondere, quindi, il barattolo non apparteneva a nessun mezzo o unitparticolare: era in dotazio-ne a tutti come panacea e, essen-do di ottima produzione, era molto utile anche in ambito civile.
5
Focus Storia n 94, pag. 84: quan-do spos la cugina tredicenne, Poe aveva 27 anni, non 36. Focus Storia n 95: gli affreschi alle pagi-ne 17 e 19 sono di Agnolo Gaddi (non di Piero della Francesca, co-me invece quello a pag.14)
-
IN P
ILLO
LE
Come nella mitologia vi-chinga, il martello di Thor tornato. Sotto forma di piccolo
pendente col potere di proteg-
gere chi lo indossa. Un amuleto
scandinavo a martello stato in-
fatti ritrovato sullisola di Lolland,
in Danimarca.
Arma magica. Il piccolo pen-
daglio in bronzo, con tracce
dargento e oro, risale al X secolo
e ha una peculiarit unica: ri-
porta una scritta runica che lo
identifica come martello magico
del dio Thor, protagonista delle
saghe vichinghe. In precedenza
erano stati ritrovati un migliaio
di questi amuleti, ma nessuno di
essi riportava iscrizioni, e quindi
non si capiva di che oggetti si
trattasse. Secondo la leggenda,
il martello si chiamava Mjlnir,
ed era larma forgiata dai nani
per linvincibile dio: colpiva il
bersaglio per poi tornare, come
un boomerang, alla divinit. (a. b.)
Il martello di Thor
EmbeddedSoldati americani
avanzano in Europa
nel 1918. In alto, due
delle centinaia di opere
di artisti americani al
fronte, digitalizzate dalla
Smithsonian Institution.
CombattivoIl dio nordico Thor con la
sua arma magica, contro i
Giganti. Un amuleto a forma
di martello di Thor (sotto
a sinistra) stato
ritrovato in Danimarca.
Sotto il DuomoRecenti scavi sotto il Duomo di Milano hanno
portato alla luce resti di mura. Forse si tratta
di una cittadella medioevale, antecedente al
cantiere per la cattedrale (XIV secolo).
2Mummie prefaraonicheIn Egitto si praticava la mummificazione
gi 6.000 anni fa, circa 1.500 anni prima di
quanto creduto finora. Emerge da nuovi studi
su bende funerarie del Neolitico e Calcolitico.
1 Identikit di un medioevaleUn caso per la polizia scientifica, ma non si
tratta di un delitto. Alcuni ricercatori hanno
usato tecniche da Csi per ricostruire il viso di
uomini scozzesi vissuti tra il XIV e il XVII secolo.
3
La Grande guerra
DIGITALE
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NEL PROSSIMO
NUMERO DI FO
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STORIA, LITAL
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VIGILIA DELLA
GRANDE GUER
RA
6
-
Una nave a New YorkIl rebus dei resti rinvenuti a New York nel
2010, durante i lavori per il nuovo World
Trade Center, ha ora una soluzione: era una
nave costruita nel 1773 vicino a Philadelphia.
5Cervantes segretoLa vita di Miguel de Cervantes continua a
sorprendere. Dalle carte emerge ora che ebbe
una compagna segreta (dopo la separazione)
e che non era cos povero come si credeva.
4
Nel 1918 il Dipartimento della guerra Usa invi alcuni artisti al fronte per raccontare la vita dei soldati. Oggi quelle opere sono visibili sul Web.
La Prima guerra mon-
diale coinvolse nume-
rosi artisti provenien-
ti da tutti i Paesi belligeran-
ti: Filippo Marinetti, Umber-
to Boccioni e Giulio Sartorio
per lItalia, Guillaume Apol-
linaire per la Francia e Otto
Dix per la Germania.
Illustratori e pittori. Parte-
ciparono anche artisti ameri-
cani: il War Department ame-
ricano aveva infatti inviato
al fronte otto artisti, per do-
cumentare la guerra e pro-
durre materiale utile a scopo
propagandistico.
Erano sei illustratori di libri
e riviste: William J. Aylward,
Walter J. Duncan, Harvey T.
Dunn, George M. Harding,
Wallace Morgan, Harry E.
Townsend; un architetto e in-
cisore, J. A. Smith; e infine
un pittore, Ernest C. Peixotto.
Questi uomini, che avevano
il grado di capitano del Corpo
del Genio, ebbero carta bian-
ca (nel vero senso della pa-
rola) nel descrivere il fronte
e la vita dei soldati. Durante
tutto il 1918 e fino allarmi-
stizio, firmato in novembre,
realizzarono circa 700 opere,
usando diverse tecniche: car-
boncino, acquarello e china.
Vita e rovine. I soggetti
erano di 4 tipi: il quotidia-
no dei soldati (pulizia, ran-
cio), i combattimenti, le con-
seguenze della guerra (rovi-
ne, campi devastati) e infi-
ne mezzi, armi e tecnologia.
Per non demoralizzare lo-
pinione pubblica dOltreo-
ceano non disegnarono mai
scene con cadaveri. Le ope-
re furono inviate al Quartier
Generale americano a Chau-
mont (Francia), da l furo-
no poi trasmesse al War De-
partment di Washington D.C.
Online e offline. Nel 1920
fu organizzata una mo-
stra e successivamente le
opere vennero affidate al-
la Smithsonian Institution
di Washington. Rimasti per
quasi un secolo nei deposi-
ti dellAmerican History Mu-
seum i disegni sono stati ri-
portati alla luce recentemente
e digitalizzati. Ora sono con-
sultabili online, allindirizzo
http://collections.si.edu. Nel
2017 (centenario dellingres-
so in guerra degli Usa) sar
allestita una mostra per lan-
ciare, attraverso queste opere
particolari, uno sguardo di-
verso sulla Grande guerra.
F.-Xavier Bernard
Un sorriso smagliante doveva essere molto apprezzato anche qualche migliaio di anni fa.
Un gruppo di archeologi ha infatti
scoperto che alcuni abitanti del
Sudan di 2mila anni fa utilizzavano
diffusamente una pianta per ligie-
ne orale. Si tratta della quadrella
(sopra), erba pepa o zigolo infe-
stante (Cyperus rotundus). Uner-
baccia fastidiosa per lagricoltura
ma, a quanto pare, non per i denti.
Larbusto ha qualit antibatteriche
che hanno permesso agli abitanti
di al-Khiday di avere una dentatura
sana, come riscontrato sui 20 sche-
letri ritrovati nel sito archeologico.
Gli esperti, tra i quali anche alcuni
ricercatori italiani, hanno riscontra-
to che quella popolazione faceva
largo uso di quadrella.
Tradizione orale. Proprio grazie
alla sua capacit di contrastare lo
Streptococcus mutans (batterio
del cavo orale che contribuisce a
provocare la carie), avrebbe aiutato
a mantenere i denti degli abitanti
di quella zona lontani da carie
e malattie dentali. Poich il suo
sapore non gradevole, proba-
bile, inoltre, che si usasse perch
la tradizione aveva insegnato che
faceva bene e rendeva i denti pi
bianchi. (a. b.)
Il dentifricio
di una volta
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Capita di perdere le chia-
vi, il cellulare e persi-
no... la testa. Ma pos-
sibile perdere le enormi rovi-
ne di unantica citt? Succede.
Come nel caso di Lagunita, cit-
t maya antica di 14 secoli, ri-
scoperta oggi, dopo 40 anni.
Negli Anni 70 laveva identi-
ficata larcheologo americano
Eric Von Euw, ma poi scom-
parve di nuovo, ingoiata dalla
foresta tropicale dello Yucatn.
Le citt ritrovate dei Maya
Avvistamenti. Le informa-
zioni sulla posizione di Lagu-
nita erano vaghe e inutilizzabi-
li, ha raccontato lautore del-
la ricerca, larcheologo Ivan
Sprajc, dellAccademia slove-
na di Scienze e Arte. Nella
giungla pu capitare di trovar-
si a meno di qualche metro da
un grande sito senza averne il
minimo sospetto: noi, grazie a
unindagine finanziata da va-
ri sponsor, tra cui la KJJ Chari-
table Foundation e Ars Longa,
abbiamo individuato le rovi-
ne con lausilio di foto aeree.
In un territorio di pi di 3mila
km2 sono stati ritrovati anche i
resti di unaltra citt, Tamchen.
Ma nascoste nella giungla ci
sono decine di altre citt, dice
Sprajc, che qui, nel 2013, ave-
va gi scoperto Chactn, la pri-
ma citt di quella che potrebbe
essere una lunga serie.
Maria Leonarda Leone
giunto il momento anche del pianoforte di Casablan-ca, il celebre film del 1942 interpretato da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. A no-vembre, infatti, come succes-so per molti oggetti e costumi usati nei classici di Hollywood, anche il pianoforte del Ricks Caf, con il quale il pianista Sam (interpretato da Dooley Wilson) canta As time goes by, sar messo in vendita dalla ca-sa daste londinese Bonhams. Concorrenziale. E chiss a quale prezzo se lo aggiudicher il compratore. Un altro piano-forte meno famoso, utilizzato sempre in Casablanca per le scene ambientate a Parigi, stato venduto, nel 2012, allasta per 602.500 dollari. Si pensa quindi che quello del Ricks Caf potrebbe essere acquistato a una cifra da ca-pogiro. Forse anche pi dei 4 milioni di dollari con cui qual-che collezionista si aggiudic la statuetta del falcone, utilizzata nel film Il mistero del falco del 1941(interpretato sempre da Bogart). (f. x. b.)
Larcipelago polinesiano delle Tonga, nel Pacifico Meridio-nale, oltre a essere un para-
diso naturale una volta era anche il cuore di un impero marittimo unico in Oceania, che si estendeva per 500mila chilometri quadrati. Ottocento anni fa larcipelago era, secondo i nuovi studi, il centro di una fitta rete di scambi e riceveva tributi da altre isole, sottoforma di manufatti.
Pietre esotiche. Un team di ricercatori dellAustralian National University di Canberra, guidato dallarcheologo G. Clarkper, per far luce sullimpero e la sua impor-tanza nel Pacifico ha sottoposto ad analisi chimiche 200 reperti in pietra rinvenuti a Tongatapu, isola principale dellarcipelago, e 300 manufatti. Gli archeologi hanno cos scoperto che molto materiale proveniva dalle isole vicine: Fiji, Sa-
moa e perfino Tahiti, distante 2.500 chilometri. Forse proprio le attivit del potente impero commerciale di Tonga stimolarono, allora, il fiori-re degli scambi nel Pacifico. (g. l.)
Il piano di Casablanca
Il grande impero di Tonga
ALBUM /CONTRASTO
SCALA
Il pianoforte in una scena del
film Casablanca (1942).
Imbarcazioni di
Tonga in una
stampa depoca.
Le rovine di
Lagunita e larea
al computer.
IVAN SPRAJC (2)
8
-
Augusto star bimillenaria
A duemila anni dalla
sua morte, Roma ce-
lebra il divo Augu-
sto. Con riaperture al pub-
blico nelle aree del Foro Ro-
mano, del Palatino (la zo-
na che limperatore aveva
scelto a dimora), nelle Ter-
me di Diocleziano, nella Ca-
sa di Livia e nella sua villa
a Prima Porta, nel Suburbio
dellantica citt.
Mecenati. Non solo. An-
che il Museo Palatino, che
custodisce alcune delle pi
importanti testimonianze
dellet augustea, stato
completamente rinnovato.
E a Palazzo Massimo sar
inaugurata la mostra I fa-
sti e i calendari nellantichi-
t (14/11/2014-2/6/2015).
In pratica, sul Palatino il
nuovo percorso partir dalla
casa di Augusto e verr ria-
perta la Casa di Livia, men-
tre nella Villa di Livia sa-
r riallestito il giardino de-
gli allori, dove limperatore
concedeva appunto gli allo-
ri. Nel Foro Romano si pas-
segger nella Basilica Iulia e
nel Vicus Iugarius. Alle Ter-
me di Diocleziano, invece, si
potr ammirare ci che re-
sta della natatio (la grande
piscina) e grandiosi reperti
mai visti prima. RIEVOCAZIONE SAN LEO (FO)
Al tempo del DucaLa ricostruzione storica dellarte di torneare (preparazione, ceri-monie, usi e costumi) ai tempi di Federico di Montefeltro. 4-5 ottobre. Fortezza Leontina. Info: 05419269670541, www.altempodelduca.it
MOSTRA LONDRA
The real TudorsIn tre sale della National Gallery, la pi completa serie di ritratti della storica dinastia inglese. Enrico VIII in testa. Fino all1/3/2015. National por-trait gallery. Info: 00442 73060055, www.npg.org.uk
ANNIVERSARIO ROMA
A cura di Irene Merli
Riaperture: 12/18/24 settembre e 1 ottobre. Roma. Info e prenotazioni: 0639967700, www.coopculture.it
SAGRA STORICA
La dsarpaLa tradizionale festa per la discesa delle mandrie dagli alpeggi dei pascoli pi alti dEuropa.
28-29 settembre. Info e programma: 0166946811, www.lovevda.it.
BREUIL (AO)
Tra le antiche pietreLa Basilica Iulia nel Foro
Romano. Sotto, dettaglio
dellaffresco della Stanza
delle Maschere, nella casa
di Augusto sul Palatino.
Doni damore Uno spaccato di vita quotidiana: una rara selezione di oggetti che si offrivano alle donne per celebrare il fidanzamento tra XIV e XVI sec. Gioie, cofanetti, madie, suppellettili...
Dal 12/10/2014 all11/1/2015. Pinacoteca cantonale Giovanni Zust. Info: 0041918164791, www.ti.ch/zuest
MOSTRA RANCATE (SVIZZERA)
9
-
P U L Z E GL GL IA O
A cura di Marta Erba, Filippo Nieddu, Giuliana Rotondi e Daniele Venturoli
PAROLE DIMENTICATE
Homo homini lupus
Lespressione latina (che significa luomo un lupo per luomo) si trova citata per la prima volta dal commediografo latino Plauto (sopra in unincisione medioevale) nellopera Asinaria (II secolo a.C.)Egoismo. Questa amara conce-zione della natura umana nota, per, soprattutto per essere stata ripresa nel 600 da Thomas Hob-bes. Per il filosofo inglese la natura umana fondamentalmente egoistica: luomo, cio, agirebbe
nei confronti dei suoi simili sempre mosso dallistinto di sopravvivenza e di sopraffazione, mai dallamore. Quando gli uomini si legano tra loro per ragioni di amicizia o soli-dariet solo per timore reciproco, quindi sempre per obiettivi egoi-stici. In altre parole, per Hobbes ogni uomo vedrebbe nel suo pros-simo sempre un nemico. Lespressione viene utilizzata oggi per sottolineare, in modo ironico o amaro, la malvagit umana.
DA COSA
NASCE COSA
Dal francese pulcelage, derivato dallantico termine pulcele (pulzella), indica la
condizione di donna non sposata e, per estensione (spesso con tono scherzoso), vergine.
CHI LHA DETTO?
I nativi delle nazioni in-diane nel Nord America del Seicento. A inizio 800 erano ridotti a 600mila.
5MILIONIIL NUMERO
IL SIMBOLO
VOCABOLARIO
DIPLOMAZIA
La parola deriva da diplo-ma, a sua volta dal greco diploos, doppio. Il diploma era il documento piegato in due che portava con s il diplomarius, lufficiale imperiale romano prepo-sto alle relazioni tra Stati. Il documento divenne poi la lettera credenziale dei prin-cipi, che legittimava i loro ambasciatori a trattare con i governanti degli altri Paesi (sopra, John Kerry, capo della diplomazia Usa).
Per il suo camminare
allindietro, il GRANCHIO
(come il gambero)
stato spesso considerato
un animale portatore di
sventura. Ma la sua sim-
bologia in realt molto
ricca. Per la tradizione
cristiana, per esempio,
poich la sostanza di cui
composta la sua coraz-
za muta, il crostaceo ri-
manda alla resurrezione
e alla rinascita.
Acquatico. Al segno
astrologico del cancro
(segno dacqua e legato
alla Luna, sopra) viene
associata una natura
femminile e concetti
quali la rinascita, la
gravidanza, la tendenza
allisolamento. La parola
cancro (cio granchio)
per designare i tumori si
deve invece a Ippocrate,
che probabilmente
segu la credenza molto
diffusa al suo tempo se-
condo cui lo spirito della
malattia aveva la forma
di questo animale.
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10
-
DALLE SCUOLE AL... TEMPO LIBERO
Dopo la Seconda guerra mondiale, la nascente Sony tent di introdurre sul mercato il registratore a nastro, di cui intu le po-tenzialit. Tuttavia lo propose solo per i procedimenti giudiziari e per linsegnamento delle lingue nelle scuole (a sinistra). Pur avendo indicato in un opuscolo successivo ben 999 possibili utilizzi del registratore, solo dal 1960 i nastri iniziarono a diffon-dersi per la riproduzione di musica, fino a entrare nelle automo-bili, e poi addosso alle persone con il walkman (1979, sopra).
Signor Blitz (1810-1877)I suoi spettacoli erano pieni di umorismo.
Era anche ventriloquo ed stato tra i primi a usare una bambola per questo numero.
6
Max Malini (1873-1942)Era un mago anche negli affari. Si esib
per diversi presidenti Usa, i reali inglesi e molti altri monarchi in Europa e in Asia.
7
David Copperfield (1956-vivente)Considerato lerede di Houdini, nel 1983
ha fatto svanire la Statua della Libert, nel 2001 si fatto dividere in due da un laser.
Harry Houdini (1874-1926)Nome scelto da Ehrich Weisz per onorare
Robert-Houdin. Famose le sue fughe da manette, catene e camicie di forza.
Bartolomeo Bosco (1793-1863)Attivo in Russia, confinato in Siberia, te-
neva spettacoli per prigionieri e carcerieri. Famoso il numero della propria fucilazione.
4
3
2
Tony Slydini (1900-1991)Foggiano, trasferitosi in Argentina, si
specializz nella micromagia (cio trucchi a poca distanza dallo spettatore).
8
Mago Silvan (1937-vivente)Famoso per le molte apparizioni televi-
sive, lunico artista non statunitense per ben due volte Magician of the Year.
5
Doug Henning (1947-2000)Fu un vero e proprio showman. Molti dei
suoi show televisivi hanno avuto pi di 50 milioni di spettatori, solo negli Stati Uniti.
9
James Randi (1928-vivente)Fingendo di avere doti paranormali,
grazie alla sua abilit di illusionista, ha sma-scherato chi millanta poteri soprannaturali.
10
TOP TEN
I PI FAMOSI ILLUSIONISTI
LOGGETTO MISTERIOSO
un curioso strumento che a unestremit presenta una lama arcuata e un pettine: lungo 24 cm, largo 5
e pesa circa 260 grammi. Per che cosa poteva essere utilizzato, secondo voi?
J. E. Robert-Houdin (1805-1871) Considerato il rinnovatore delle arti
magiche, port la magia dalla strada ai teatri, indossando un elegante abito da sera e trasformandola in uno spettacolo di qualit. Invent diversi numeri ancora oggi utilizzati, come lesperimento di lettura del-la mente eseguito con il figlio bendato.
1
Vi proponiamo, anche in questo numero di Focus Storia, la foto di un oggetto di uso comune... ma solo fino a qualche tempo fa! Provate a scoprire di che si tratta e a cosa serviva. Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la localit, a: Focus Storia, via Battistotti Sassi, 11/a - 20133 Milano oppure [email protected]
D.VITTIM
BERGA
11
-
ALINARI
SOCIET
-
La tv italiana pi vecchia di quanto
si pensi. I primi palinsesti dellEiar
(antenata della Rai) risalgono agli
Anni 30. Poi per arriv la guerra...
LA DI
BENITO
FARABOLA
Benito Mussolini nel 1934 a
Sabaudia. Sullo sfondo, una delle
prime antenne di trasmissione
televisiva. Sotto, una radiovisione,
antenata della moderna tv.
FARABOLA
13
-
I programmi prevedevano
2 ore di trasmissioni
al giorno. E i televisori
costavano 15mila lire
(circa 10mila euro)
Roma, un giorno destate nella cen-
tralissima via del Corso. Davanti a
un negozio alla moda, una folla di
persone si accalca a guardare i pro-
grammi di un apparecchio tv posto in vetrina.
Nella ressa si notano camicie nere, il fez di un
giovane Balilla, distintivi col littorio in mostra
sul bavero delle giacche maschili. Non un
raduno di nostalgici, siamo alla fine degli An-
ni Trenta. E non si tratta neanche di qualche
film fantascientifico di storia alternativa:
quella descritta una scena di vita vissuta.
Perch nellItalia fascista la televisione, sep-
pure primordiale, aveva gi fatto la sua com-
parsa. Ben prima del 1954 esordio della Rai
e delle trasmissioni regolari, di cui questanno
si celebra il 60 anniversario la data di na-
scita ufficiale dellera catodica nostrana in
effetti il 1939, decisamente pi in linea con gli
esordi in altri Paesi industrializzati.
AltA definizione. Tre anni prima la Bbc ave-
va inaugurato allAlexandra Palace di Londra il
primo servizio tv regolare ad alta definizione,
cio a 405 linee, abbandonando presto definiti-
Ritrasmissioni olimpicheOperatori di ripresa durante le Olimpiadi di Berlino del 1936.
Poich in pochi avevano il televisore in casa, le immagini furono
registrate e ritrasmesse nei teatri in varie citt tedesche.
vamente il pi grossolano sistema di scansione
elettromeccanica dellimmagine ideato dallin-
glese John Logie Baird (v. riquadro a destra)
per quello totalmente elettronico prodotto dal-
la Emi-Marconi. Era una partnership industriale
che includeva la compagnia di telecomunicazio-
ni fondata in Inghilterra dal geniale pap ita-
liano della radio, Guglielmo Marconi.
Proprio il duce, che definiva la cinematogra-
fia larma pi forte, dopo quella ormai collau-
data della radio, aveva intuito le potenzialit del
nascente grande fratello televisivo per alimen-
tare il consenso nei confronti della dittatura; la
sua volont si impose dunque su chi criticava
lidea di investire tempo e soldi in quella che
allepoca era chiamata radiovisione.
Protagonista di questa avventura fu natural-
mente lantenata del servizio pubblico, cio la
societ Eiar Ente Italiano Audizioni Radiofoni-
che fondata nel 1927 come erede dellUnione
Radiofonica Italiana e concessionaria in esclusi-
va, sotto rigido controllo statale, della diffusio-
ne dei programmi.
MilAno-RoMA. Agli ingegneri Alessandro
Banfi e Guido Bertolotti, veri demiurghi del-
la tv italiana, spetta il primato di aver riprodot-
to in video dagli studi Eiar di Milano quella che
in assoluto la prima immagine della tv italia-
na: una semplice bambola di panno Lenci, tra-
Teatri di posaDue immagini tratte dal
Radiocorriere, la rivista
dellEiar, con le foto delle
trasmissioni sperimentali.
Riprese di qualit Novembre 1936, lemittente
inglese Bbc comincia a
trasmettere ad alta definizione.
-
Linventore John Logie Baird fu il primo a tra-smettere a distanza unim-magine televisiva, formata da 28 linee seppur non in Hd. Un miracolo vista la data, era il 2 ottobre 1925. A sottoporsi al sistema di scansione meccanica dellimmagine fu il suo fattorino, William Taynton (foto sotto). Il primo televi-sore elettronico (cio con un tubo catodico) della Storia fu inventato invece, due anni dopo, dallame-ricano Philo Farnsworth, mentre il connazionale di origine russa Vladimir Zvorykin, gi giovane radio-telegrafista nella societ di Marconi (il primo, sembra, a captare il celebre, disperato Sos del Titanic), brevett la prima telecamera. Olimpiadi in tv. Nemmeno la Germania di Hitler era rimasta a guardare. Le im-magini delle Olimpiadi del 1936 a Berlino furono ripre-se da telecamere Telefun-ken e ritrasmesse gratis per il pubblico dei teatri di varie citt tedesche. La tv nazista fu anche la sola dellepoca a registrare i suoi programmi su pellicola, contempora- neamente alla messa in on-da; sulle bobine superstiti troviamo le immagini del Fhrer (che pare diffidasse del nuovo mezzo di comu-nicazione) ripreso insieme a Mussolini, durante una visita a Berlino del 1937.
I primi passi della televisione
smessa ancora con il sistema elettromeccani-
co, racconta Diego Verdegiglio, autore del vo-
lume La TV di Mussolini. Sperimentazioni tele-
visive nel Ventennio fascista (Castelvecchi). Ma
limmagine entrata nella storia della tv italiana
unaltra, del 1938: quella di un tecnico Eiar,
Manlio Bonini, ripreso dalla telecamera durante
una prova. Altra figura fondamentale fu linge-
gner Arturo Castellani, fondatore della ditta mi-
lanese Safar che con la Magneti Marelli diven-
ter il principale fornitore tecnico dellEiar. La
sua fabbrica produceva tubi catodici su licenza
americana, per Castellani ne produsse una ver-
sione migliorata che chiam telepantoscopio
e che fece unottima riuscita.
Dopo le prove sperimentali al Centro di dire-
zione torinese nel 1934, lEiar ebbe sede in Cor-
so Sempione a Milano e in via Asiago a Roma.
Qui, in un attico rialzato fatto costruire per esi-
genze industriali in deroga al piano regolato-
re capitolino, furono poi realizzati i set di ripre-
sa delle trasmissioni, mentre la sede veniva col-
legata al primo trasmettitore tv di Monte Mario
da un enorme cavo coassiale interrato. Intanto
le prime timide sortite del video, in coppia con
lexploit ormai maturo della radio, suscitavano
grande fermento. Con toni alla Asimov, il futu-
rista Marinetti scriveva: Aspettando linvenzio-
ne del teletattilismo, del teleprofumo e del tele-
sapore, noi futuristi perfezioniamo la radiofo-
nia, destinata a centuplicare il genio creatore
della razza italiana.... La qualit video era di
livello europeo: 441 linee, secondo lo standard
tedesco. Tutto, insomma, era pronto per le pri-
me trasmissioni.
i pRiMi pAlinsesti. A dare il via fu Milano, nel
giugno 1939, con due ore di programmi-labora-
torio irradiati dallimponente Torre Littoria co-
struita nel Parco Sempione. Il vero battesimo
delletere si celebr a Roma, il 22 luglio, con li-
naugurazione del Villaggio Balneare, una gran-
de struttura prefabbricata pensata per lesta-
te romana (v. riquadro nella pagina seguente).
Fu l che i primi apparecchi tv in funzione per il
grande pubblico riscossero un successo strepito-
so. Ma cosa si andava a vedere, e chi? Il palin-
sesto era di sole due ore giornaliere, una al po-
meriggio e una alla sera, ma bisognava riempir-
le senza soluzione di continuit, anche perch
il montaggio audiovisivo non esisteva, rispon-
de Verdegiglio. Lobiettivo fu raggiunto grazie a
un mix straordinario di professionalit. I tecni-
ci: una banda di talentuosi tuttofare come Guido
Terranera, da poco scomparso. Poi cerano sce-
nografi di teatro, professionisti del cinema co-
me il regista Victor de Santis, e nomi gi affer-
mati della radio come il conduttore Nunzio Fi-
logamo e i cronisti Vittorio Veltroni e Nicol Ca- GET
TY
IM
AG
ES
15
-
Mussolini credeva
nella televisione
come utile mezzo di
propaganda e consenso
rosio. Tra gli artisti, si fecero radiovisionare
Macario e Tot, Aldo Fabrizi e Nanda Primave-
ra, la cantante Lia Origoni e tutti gli attori del-
la rivista. Il grande poeta romanesco Trilussa
e tante altre personalit si concessero al nuovo
mezzo con grande curiosit ed entusiasmo, no-
nostante condizioni non facili: basti pensare che
cera una telecamera sola allepoca si chiama-
va iconoscopio e che i riflettori trasformavano
quel minuscolo studio in un forno.
A fare da collante in quel mosaico di celebri-
t era la spigliata diciottenne torinese Lidia Pa-
squalini, che fu di fatto la prima Signorina
Buonasera, come saranno poi chiamate le an-
nunciatrici Rai negli Anni 50. Il suo pi gran-
de terrore, ricorda Verdegiglio, erano i croni-
ci ritardi di una star dellepoca, Alberto Raba-
gliati, che la costringevano a riempire il tempo
improvvisando (la ripresa avveniva in diretta,
ndr). Ma ci fu anche quella volta che os un
minimo di scollatura e preg che Pio XII non la
stesse guardando. In Vaticano, infatti, era sta-
ta installata una tv.
pRezzi pRoibitivi. Un altro apparecchio si tro-
vava ovviamente a Villa Torlonia (la residenza
di Mussolini) dove Romano, il figlio del duce,
si deliziava con le video-performance dei fra-
telli De Rege. Altri televisori erano nelle case
di alti gerarchi come Ettore Muti, mentre quel-
li accesi in alcuni negozi di Roma e Milano da-
vano al pubblico unidea della nuova invenzio-
ne. Il pubblico da salotto in realt non esiste-
va, o quasi.
Sul Radiocorriere erano comparse le pubblicit
delle prime tv Safar, Magneti Marelli, Allocchio-
Bacchini: levigate sculture di metallo e radica
dove lo schermo vero e proprio ovviamente in
bianco e nero (il colore da noi arriv negli An-
ni 70) era pi piccolo di quello di un tablet,
ma il prezzo era inavvicinabile: 15mila lire (cir-
ca 10mila euro), follia pura per unItalietta che
con Gilberto Mazzi sospirava se potessi avere
mille lire al mese.
Oltre ai soliti nababbi, spiega Verdegiglio,
a Milano ci fu pure qualche scienziato pazzo
che pens di procurarsi un televisore costruen-
doselo da s. Uno di loro fu Carlo Vichi, fonda-
tore della fabbrica di elettrodomestici Mivar, at-
tiva dal 1945 al 2013. I telespettatori privati si
Cominciano le trasmissioni
Il primo monoscopio (unimmagine televisiva fissa
utile a verificare la qualit della trasmissione video
e degli apparecchi) della Rai, nel 1949.
FARABOLA (3)
Un acqua-park del Ven-tennio a prezzi modici, pensato per chi non poteva permettersi la villeggiatura al mare. Questo era il Villag-gio Balneare che nel 1939 fece da cornice alla com-parsa della radiovisione. Migliaia di romani facevano la coda per entrare nel com-plesso, e soprattutto per ac-cedere a quel misterioso pa-diglione che prometteva un assaggio di futuro. Linterno ospitava infatti una prima batteria di modernissimi (per lepoca) apparecchi te-levisivi che riproponevano spettacoli, sketch e canzoni trasmessi in diretta dalla sede romana dellEiar. La televisione inizia in Italia la sua storia e da Roma [...] mander le pi belle e vigo-rose immagini della razza e dellarte italiane, chiosava con orgoglio il Radiocorrie-re, rivista ufficiale dellEiar (v. foto). Testimone. Mi ricordo una folla enorme di gente che si dava il cambio davanti agli schermi, racconta Giulia-na Arcieri Passaro, che in quellestate del 1939 aveva 8 anni ed era tra le migliaia di romani in fila per vedere la nuova meraviglia tecno-logica. Al Villaggio Balneare cera di tutto: pi-scine, autoscontri, persino gare di motoscafi su uno specchio dacqua artificiale e un raffinato giardino dinverno dove eleganti signore degustavano lau-tarchico infuso di karkad dellEritrea. Per me fu une-sperienza grandiosa.
Al villaggiobalneare
Cinquantanni di trasmissioni
1897 Il fisico tedesco Ferdinand Braun in-venta il tubo a raggi catodici.
1927 Lamericano Philo Farnsworth realizza il primo tele-visore elettronico.
1925 Il 2 ottobre lin-ventore inglese John L. Baird trasmette la prima immagine tv.
-
contavano a decine. Inoltre i ripetitori avevano
una potenza limitata, con qualche eccezione: un
ascoltatore inglese nel 1939 sostenne di aver ri-
cevuto il segnale dellEiar in unisoletta del Ca-
nale della Manica. Sulla tv di massa il fascismo,
comunque, voleva accelerare. Si pensava gi a
cinegiornali inseriti nel palinsesto, a serie poli-
ziesche con poliziotti fascistissimi, che esaltas-
sero le virt italiche. Quanto alla stampa di re-
gime, gi vagheggiava epocali dirette transocea-
niche che permettessero ai simpatizzanti fasci-
sti di Buenos Aires di applaudire le squadrate
legioni schierate in Piazza Venezia. Cera per-
sino il progetto di ununit mobile di ripresa per
lEsposizione Universale del 1942 a Roma, can-
cellata dalla Seconda guerra mondiale.
Rai dannata
1948: riprese sperimentali della
neonata Rai (le trasmissioni regolari
inizieranno nel 54). Sopra, il radio
(poi tele) cronista Nicol Carosio
(1947). A fianco, Macario, tra i primi
personaggi tv insieme a Tot (sotto).
AntesignAnA. Ben prima di quella data, il 31
maggio del 1940, il sogno televisivo si interrom-
peva a causa della guerra. Il colpo di grazia arri-
v con loccupazione tedesca: la sede romana di
via Asiago fu smantellata e il materiale traspor-
tato al Nord. Qualcosa si salv grazie a tecnici
volonterosi che sotterrarono nei giardini valvole
e tubi catodici: un materiale prezioso che serv
poi per il nuovo inizio della tv, dopo il 1945.
Partenza in salita anchessa, ma facilitata dal-
le esperienze di quellantenata ideologicamente
ingombrante, che per della moderna tv aveva
anticipato quasi tutto. Persino la pubblicit, col
progetto di inserimento di spazi di propagan-
da commerciale
Adriano Monti Buzzetti Colella
FARABOLA
17
1929 Il russo Vladi-mir Zvorykin realizza gli iconoscopi e i cinescopi.
1934 Dopo le espe-rienze britanniche iniziano gli esperi-menti in Italia.
1935 In Germania, prende avvio la pri-ma programmazione televisiva regolare.
1954 Il tre gennaio la Rai (ex Eiar) inizia ufficialmente le trasmissioni.
-
Genova, 1547: un manipolo di nobili, guidati da Gian Luigi Fieschi,
tenta di far fuori il potente Andrea Doria. Ma il piano fallisce
S e fosse un film potrebbe comin-ciare cos: un vecchio con la bar-ba bianca abbandona nottetem-po la citt, imboccando una stra-da di campagna per scampare a un atten-tato ai suoi danni. Luomo, circondato da guardie e servit, ha laria fiera di un lu-po di mare: un ammiraglio. E un capo di Stato. Lo Stato quello di Genova, re-pubblica autonoma guidata da lui, An-drea Doria. Grazie al suo progetto poli-tico, riuscito a portare la pace in una citt da secoli dilaniata dallinstabilit e
dalle lotte di fazione. Il vecchio, per, molto amareggiato: lo ha tradito, a sor-presa, una delle persone di cui si fida-va di pi. Serpe in Seno. Linfido traditore un gio-
vane e ambizioso rampollo di una delle famiglie allepoca (la prima met del Cin-quecento) pi in vista della citt: Gian Lui- gi Fieschi, conte di Lavagna. figlio di quel Sinibaldo Fieschi che con Doria ave-va navigato e progettato la repubblica ari-stocratica. Forse dire che Gian Luigi fos-se come un figlio per Andrea troppo, ma
Signor ammiraglio
Ritratto di Andrea Doria,
ammiraglio e signore de
facto della Repubblica
di Genova (a sinistra,
in una stampa del XVI
secolo) dal 1528 alla
morte. Doria mor nel
1560, a 94 anni.
RE
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RE
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ALY
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una cosa certa: per aiutare quel ragazzo rimasto orfano di padre a 10 anni non si era mai risparmiato. Ne era diventato il tu-tore, intercedendo per lui presso limpera-tore Carlo V, entro la cui orbita ruotava la citt della Lanterna. Gian Luigi sembrava ricambiare. A pa-lazzo di Fassolo, residenza dei Doria, era di casa: vi si recava tutti i giorni a fare visita allammiraglio, ormai ottantenne. Eppure da mesi pensava solo a una cosa: come farlo fuori, prendendo accordi per-fino con la nemica Francia e il Papato.
RINASCIMENTO
18
-
Ribelle ingrato Gian Luigi Fieschi,
nacque nel 1522 in
una delle famiglie pi
importanti di Genova.
Mor accidentalmente
durante la congiura
da lui ordita nel 1547.
SC
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AL
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S.C
OM
-
13 4
la sera del 2 gennaio 1547 e Gian Luigi Fieschi nel suo palazzo di via Lata, a Genova, riunisce i congiurati. Con la scusa di una cena convoca i nobili della citt e rivela loro il suo piano per rovesciare Andrea Doria, invitandoli a partecipare.
Nel frattempo, nei vicoli cittadini iniziano i tumulti e Doria, seppur preso alla sprovvista, riesce a fuggire. Si rifugia a 30 chilometri circa da Genova, nel castello di Masone, ospite del nobile Adamo Centurione.
I congiurati si impadroniscono di parte della citt. Giannettino, nipote (e successore designato) di Doria, allarmato esce da palazzo di Fassolo e, vicino a porta San Tommaso, viene colpito a morte. Leggenda vuole che Gian Luigi fosse geloso di Giannettino: lo riteneva lamante della moglie.
UNA TRAMA PERFETTALa congiura dei Fieschi ha dato spunto a opere letterarie e teatrali. Nel 1782 il tedesco Friedrich Schiller dedic alla vicenda una tragedia, La congiura di Fiesco a Genova. Ecco la vicenda riassunta in una serie di stampe dell800.
REALY
EASYSTA
R (5)
20
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52Alcuni lo seguono, ma altri si rifiutano e vengono trattenuti a palazzo
per evitare che possano dare lallarme (il nobile genovese, per la riuscita
della congiura, contava soprattutto sul fattore sorpresa). Poi Gian Luigi
saluta la moglie, Eleonora Cibo, e si dirige al porto.
Gian Luigi con alcuni dei congiurati al porto per impadronirsi
della potente flotta doriana. Ma proprio mentre tenta di assaltare
una galea cade in mare, la pesante armatura lo trascina a fondo
e muore annegato. La congiura, senza di lui, destinata a fallire.
Inneggiando alla
libert e alla Francia i
Fieschi tentarono di
far sollevare il popolo.
Ma inutilmente
nel nome del popolo. La sera del 2 gen-
naio 1547 Gian Luigi radun nel suo pa-
lazzo di via Lata (uno dei pi belli della
citt) la nobilt genovese rivelando, tra lo
stupore di tutti, i suoi progetti di congiura
contro quello che considerava un tiranno.
Nel frattempo i fratelli di Gian Luigi, Ge-
rolamo e Ottobono, con i loro fedelissimi,
erano nei vicoli di Genova per impadronir-
si della citt in nome della libert e della
repubblica. Giocando sulleffetto sorpresa,
e grazie allimpreparazione dei doriani, i
congiurati riuscirono a occupare una par-
te della citt, disarmando le poche guardie
in circolazione. Il primo a farne le spese fu
il nipote (e successore designato) dellam-
miraglio, Giannettino Doria, che usc dal
palazzo allarmato dai rumori provenienti
dal porto: a porta San Tommaso
fu ucciso a colpi di archibugio.
morte improvviSa. La mos-
sa decisiva, tuttavia, spettava a
Gian Luigi. Lasciato il consesso
e indossata larmatura, si rec
anche lui al porto. Ma nel tenta-
tivo di assaltare una delle galee
doriane accadde limponderabi-
le: Gian Luigi cadde, pare acci-
dentalmente, in mare e, a causa
della pesante corazza, sprofond
tra i flutti, morendo annegato.
Se fosse un film, la congiura
avrebbe qui il suo colpo di scena
narrativo. Proprio mentre le cose
sembravano mettersi al meglio, i
fratelli Fieschi erano rimasti sen-
za guida, molti nobili si erano
dimostrato indifferenti agli ap-
pelli di Gian Luigi, mentre il po-
polo, che avrebbe dovuto, se-
condo i piani, insorgere contro il
tiranno, non fece nulla. Nei vico-
li silenziosi risuonavano solo le
voci dei cospiratori. La congiura
era senza ombra di dubbio fallita.
I Fieschi sapevano che senza lappoggio
di altri non avrebbero potuto controllare a
lungo la citt. Lunica speranza era un in-
21
-
La vendetta di Doria fu terribile: il palazzo dei Fieschi a Genova e il castello
di Montoggio furono completamente distrutti e i loro possedimenti divisi
tervento dei francesi, che avevano, alme-
no a parole, sostenuto Gian Luigi. Tutta-
via la speranza rimase vana e il 3 genna-
io, per cercare di salvare le pelle, i fratel-
li Fieschi decisero di accettare la tregua in
cambio del perdono e dellindulto da par-
te del Senato.
tremenda vendetta. I congiurati, per,
non avevano fatto i conti con il vecchio
ammiraglio. Non appena rientr a Geno-
va dal castello di Masone (a una trentina
di chilometri nellentroterra genovese),
dove aveva trovato rifugio in quella ter-
ribile notte, Doria fece ritirare lordinan-
za di tregua, pubblic un bando contro i
Fieschi, pose sotto assedio i loro castelli e
smembr i loro possedimenti sullAppen-
nino (divisi tra la famiglia Doria, il Duca-
to di Milano e la Repubblica di Genova). E
per cancellare la memoria urbana di quel-
la scellerata famiglia, fece distruggere il lo-
ro palazzo in via Lata, a Genova.
Doria, che defin la congiura Il maggior
tradimento che sia mai stato usato da al-
cunaltra persona scelerata, aveva avuto,
in quella notte senza sonno, tutto il tem-
po di pensare a una vendetta, maceran-
dosi nel rancore e fantasticando sul mo-
do di farla pagare cara ai Fieschi. E qui la
sceneggiatura diventa pulp. Il cadavere
di Gian Luigi, ripescato dal mare, venne
esposto per mesi nella Darsena, e poi ri-
buttato in mare per impedire il funerale e
che avesse una sepoltura. Gerolamo, dopo
una lunga resistenza nel castello di Mon-
toggio, fu ucciso e il castello raso al suo-
lo. Ottobono venne catturato qualche an-
no dopo a Porto Ercole e, rinchiuso vivo in
un sacco, fu buttato in mare.
La crudelt degli uomini di Doria travol-
se anche i sostenitori dei Fieschi: Vincen-
zo Calcagno, ex cameriere di Gian Luigi
e poi capitano del contingente entrato in
azione a porta San Tommaso, fu ritenuto
responsabile della morte di Giannettino e
scannato con altri tre. Gli ordini dellam-
miraglio erano chiari: nessuna piet.
idee vaghe. Ma che cosa sarebbe succes-
so se Gian Luigi non fosse morto e la con-
giura avesse avuto successo? Per quanto
gli storici abbiano analizzato i documenti,
non si capisce quale fosse il progetto poli-
tico: il Fieschi voleva porre al governo di
Genova qualcuno di sua fiducia, o guidare
lui stesso (poco pi che ventenne) la cit-
t? E come avrebbe ripagato il popolo se
si fosse sollevato?
Infine, cera una questione internaziona-
le da non sottovalutare. Genova era sotto
la protezione dellimpero spagnolo di Car-
lo V, ma faceva gola ai francesi, che si sa-
rebbero voluti impossessare della sua flot-
ta. Eppure, quando fu il momento di inter-
venire, a Parigi fecero finta di niente, poco
convinti. Lunico a credere nelloperazio-
ne era stato Gian Luigi, forse non del tut-
to consapevole di che cosa significasse go-
vernare una citt fondamentale sullo scac-
chiere europeo del Cinquecento. Cosa che
Andrea Doria, invece, sapeva benissimo.
Federica Ceccherini
Memoria cancellata
A destra, quel che rimane oggi
del castello di Montoggio. La
fortezza dei Fieschi (sotto,
in una stampa depoca) fu
distrutta da Andrea Doria
dopo il fallimento della
congiura contro di lui.
Il delfino
Giannettino, nipote di
Andrea Doria, fu lunica
vittima dei congiurati.
REALYEASYSTAR
ADP-VILLA DEL PRINCIPE-GENOVA
22
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UN GENIO
I 5 MOMENTI DORO DELLA STORIAIn determinati luoghi e periodi storici si concentr un alto numero di uomini oggi considerati geniali per la portata rivoluzionaria delle loro idee e delle loro opere.
Il talento sembra
concentrarsi in
certe epoche
e luoghi, in
cui convivono
personalit
geniali. Perch?
Innovatori
A destra, dallalto: Sigmund
Freud, Gustav Klimt
(protagonisti dellondata di
genialit nella Vienna fin de
sicle) e Leonardo da Vinci,
personaggio simbolo del
Rinascimento italiano.XVII SEC.
OLANDA
FINE 800
VIENNA
V-IV SEC. A.C.
ATENE400-500
FIRENZE
ANNI 20-30
PARIGI
INF
OG
RA
FIC
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STORIA DELLE IDEE
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GENIO TIRA LALTROSolitario, malinconico e un po mat-to. questa limmagine romanti-ca del genio, lindividuo molto pi avanti dei suoi contemporanei, che tende a isolarsi perch il mondo non lo ca-pisce e lo capir in genere molti anni do-po la sua morte. Unimmagine rinforzata dallidea antica, e non del tutto superata, che un genio sia tale fin dalla nascita, de-stinatario di un dono divino, come si di-ceva ieri, o di un patrimonio genetico ec-cezionale, come si direbbe oggi.
Ebbene, questa idea destinata a tra-montare. E non solo perch tutti gli stu-di sulla genialit dimostrano che dietro a ogni talento eccezionale ci sono sempre anni e anni di impegno e una buona dose di stacanovismo. Ma soprattutto perch, facendo unanalisi storica del fenomeno, ci si accorge che le menti pi geniali non sono sparse qua e l nello spazio e nel tempo, come ci si aspetterebbe se si trat-tasse di un fenomeno puramente casua-le (un dono piovuto dal cielo), ma sono concentrate in particolari luoghi e in par-ticolari periodi. Insomma: se si va a vede-re chi bazzicava nellagor di Atene nel V secolo a.C., per le vie di Firenze nel Rina-scimento, nei porti olandesi del Seicento, nei salotti della Vienna fin de sicle o nei caff parigini degli Anni ruggenti, e forse anche nelle startup della Silicon Valley di qualche anno fa, viene proprio da pensare che per diventare un genio sia importante, prima di tutto, trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Un essere speciale. Il fenomeno del ge-
nio affascina fin dallantichit. I Greci (che diedero lavvio al culto dei grandi uomini) lo chiamavano daimon e lo consideravano una sorta di voce interiore ispirata dagli di. I Romani lo chiamavano genius (da geno, generare) per sottolinearne la pre-senza naturale fin dalla nascita. Uni-dea, questultima, ripresa durante il Ri-nascimento, quando la fama e limmor-talit si impose-ro come virt in contrapposizio-ne allesaltazione medioevale dellu-
GETTY IMAGES (25)
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-
milt. Erano gli anni in cui si affermava
un nuovo genere letterario, quello delle
biografie degli uomini illustri (ripreso per
la verit dal classico Vite parallele del gre-
co Plutarco), il cui massimo esempio fu-
rono le Vite de pi ec-
cellenti pittori, scul-
tori et architettori
di Giorgio Vasa-
ri: un testo in
cui degli artisti
pi grandi venivano raccontati aneddoti
curiosi, spesso falsi, con il fine di confer-
marne lassoluta eccezionalit.
Pi avanti, nel Settecento, gli autori
dellEncyclopdie dedicarono ben sei pa-
gine alla voce genio. Confermando lan-
tica idea del dono naturale, proprio di po-
chissimi esseri al di fuori del comune e
fuori dal proprio tempo. Perfino il razio-
nale Immanuel Kant (1724-1804) afferm
che il genio una qualit che non pu es-
sere insegnata o trasmessa ma misterio-
samente concessa dalla natura a certe per-
sone e muore con loro.
Spontaneit della creazione, sregolatez-
za, mancanza di misura e forza rivoluzio-
naria furono gli ingredienti aggiunti al-
la ricetta del genio dai romantici: uni-
dea che, attraverso il positivismo, arri-
vata fino a noi.
lUnatici. Cesare Lombroso aggiunse pe-
r un particolare: nel 1877, con la pub-
Il Rinascimento for quando Cosimo de Medici promosse lo studio dei
classici: dopo i secoli bui del Medioevo, luomo veniva rimesso al centro
DEMOCRITO (460-370 A.C.)Filosofo originario della Tracia, scelse di fermarsi ad Atene. GENIO PERCH: per la sua teoria atomista ritenuto il padre della fisica.
SENOFONTE (430-355 A.C.)Detto ape attica, fu lau-tore pi versatile: scrisse su diversi argomenti.GENIO PERCH: si pu considerare il primo divulgatore.
ANASSAGORA (496-428 A.C.) Nel 462 a.C. si stabil ad Atene, importandovi la filosofia dallAnatolia.GENIO PERCH: fu il primo fisico pluralista (tutte le cose sono in ogni cosa).
PROTAGORA (486-411 A.C.)Nato in Tracia, soggiorn pi volte ad Atene.GENIO PERCH: il padre della sofistica, che pone-va luomo al centro della riflessione filosofica.
TUCIDIDE (460-404 A.C.)Ateniese, tra i massimi storici dellantichit. GENIO PERCH: La Guerra del Peloponneso, esclu-dendo gli di, ritenuto un capolavoro moderno.
ARISTOFANE (450-385 A.C.)Commediografo, viveva la sua attivit come una missione educatrice.GENIO PERCH: consi-derato linventore della satira socio-politica.
FIDIA (490-430 A.C.)Ad Atene progett il Partenone.GENIO PERCH: dimostr eccezionali abilit di architetto e scultore, diventando lartista pi richiesto.
PERICLE (495-429 A.C.)Guid la politica ateniese per oltre trentanni, tra il 461 e il 429 a.C. GENIO PERCH: statista diventato un modello per i posteri, esalt la democrazia ateniese e fece della sua citt un centro di cultura.
IPPOCRATE (460-377 A.C.)Medico, nato a Kos, contribu a vincere la peste di Atene nel 429 a.C.GENIO PERCH: rivoluzion la medicina, liberandola dalle influenze divine.
Cresciuta economicamente dopo le Guerre persiane, Atene si impose come centro del mondo greco. Vi giunsero filosofi, artisti e avventurieri, attratti dal mecenatismo di Pericle.
LAPOGEO DELLA GRECIA CLASSICA
EURIPIDE (485-407 A.C.)Tragediografo, fu amico di Socrate e rivale di Sofocle.GENIO PERCH: grande sperimentatore, tratteggi le dinamiche psicologiche con inedito realismo. I suoi eroi tormentati, spesso donne (Medea, Fedra, An-dromaca), sono moderni.
PLATONE (428-348 A.C.)Fu discepolo di Socrate e maestro di Aristotele.GENIO PERCH: con le sue dottrine metafisiche, etiche, politiche ed este-tiche, ha influenzato il destino della filosofia (ma anche della letteratura) occidentale.
SOCRATE (470-399 A.C.)Discuteva spesso nellagor con i sofisti e con i numero-si discepoli e ammiratori.GENIO PERCH: fu tra i principali filosofi antichi, soprattutto per il metodo dindagine (il dialogo critico e linduzione). considera-to il padre delletica.
SOFOCLE (496-406 A.C.)Autore tragico e stratega, amico di Pericle.GENIO PERCH: rivoluzion la tragedia introducendo il terzo attore. Con i suoi complessi personaggi (Edipo, Elettra) avvi una riflessione sulla condizione umana, ancora attuale.
V-IV SECOLO A.C.
ATENE
-
blicazione del suo Luomo di genio, defi-
n degenerato il carattere delluomo di
genio, ripescando un concetto di Aristote-
le: il filosofo greco del IV secolo a.C. era
infatti stato il primo a domandarsi perch
gli uomini deccezione fossero cos spes-
so malinconici, ipotizzando una parentela
tra la creativit e la depressione, che allora
si chiamava genericamente follia. Unidea
ripresa dallumanista Marsilio Ficino (che
nel 1494 sostenne linfluenza di Saturno,
il pianeta della malinconia, sulle menti ge-
niali) e dallEncylopdie illuminista.
Lipotesi gode ancora oggi di una certa
considerazione. Molti studi hanno infatti
mostrato una relazione tra la genialit e il
disturbo bipolare dellumore: in questi ca-
si (statisticamente una minoranza) lo svi-
luppo di una capacit e di un talento sem-
bra essere una vera e propria strategia di
sopravvivenza rispetto alla malattia. Ma
questo ci fa tornare alla questione chiave
del mistero del genio, che oggi comincia a
essere chiarita: il genio non sarebbe mai,
ma proprio mai, innato.
Geni non si nasce. Il primo a mettere in
discussione lidea del dono divino fu Dar-
win. E dopo di lui diversi studi hanno gra-
dualmente messo in luce una verit offu-
scata dal mito dellessere speciale. Il ge-
Fu unepoca segnata dalla singolare fioritura di multiformi ingegni. La loro caratteristica principale? Leclettismo.
IL RINASCIMENTO ITALIANO
DONATELLO (1386-1466)Scultore, visse e lavor soprattutto a Firenze.GENIO PERCH: super larte romana classica con un espressionismo nuovo e inquieto.
LUCA PACIOLI (1445-1517) Nato a San Sepolcro (Arezzo), nel 1470 entr nellordine francescano.GENIO PERCH: consi-derato il fondatore della moderna contabilit.
SANDRO BOTTICELLI (1445-1510)Con Leonardo frequent la bottega del Verrocchio.GENIO PERCH: dipinse una bellezza malinconica e senza tempo.
FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI (1439-1501)Ingegnere e artista.GENIO PERCH: per i trat-tati di architettura milita-re, ritenuto il fondatore dellarte fortificatoria.
NICCOL MACHIAVELLI (1469-1527)Storico, statista e filosofo dedic a Cesare Borgia lopera Il Principe.GENIO PERCH: il fonda-tore della scienza politica.
LEON BATTISTA ALBERTI (1404-1472) Architetto, progett tra laltro la facciata di Santa Maria Novella a Firenze.GENIO PERCH: fu mae-stro della prospettiva.
MASACCIO (1401-1428)Nel 1418 and a Firenze.GENIO PERCH: rinnov la pittura rifiutando gli eccessi decorativi del tempo e introducendo figure plastiche e reali.
LEONARDO DA VINCI (1452-1519)Pittore, ingegnere e scien-ziato, visse anche a Firenze.GENIO PERCH: eclettico in-novatore, ritenuta la men-te pi grande dellumanit.
LORENZO DE MEDICI (1449-1492)Il Magnifico fu signore di Firenze dal 1469 alla morte. GENIO PERCH: mecenate e poeta, promosse una politi-ca di pace ed equilibrio.
FILIPPO BRUNELLESCHI (1377-1446)Architetto e ingegnere. GENIO PERCH: nella gran-diosa cupola del Duomo di Firenze adott numerose soluzioni innovative.
PIERO DELLA FRANCESCA (1415-1492)Pittore e matematico. GENIO PERCH: brill per il rigore della ricerca prospet-tica, la plasticit delle figure e luso della luce.
MICHELANGELO (1475-1564)Scultore, pittore, architetto e poeta, si form nella bot-tega del Ghirlandaio.GENIO PERCH: con opere come il David o la Cappella Sistina, uno degli artisti pi grandi di sempre.
Filippo Brunelleschi:
insieme a Donatello e
Masaccio, ritenuto
uno dei padri fiorentini
del Rinascimento.
TRA IL 400 E IL 500
FIRENZE
RAFFAELLO SANZIO (1483-1520)Nato a Urbino, frequent assiduamente Firenze.GENIO PERCH: innov lu-so del colore e rivaleggi con Michelangelo.
PAOLO DAL POZZO TOSCA-NELLI (1397-1482)Medico, matematico, astronomo e cartografo. GENIO PERCH: ispir il viaggio di Cristoforo Colombo.
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-
nio non affatto un dono elargito magi-
camente a pochissimi fortunati, sostiene
oggi Michael Howe, psicologo della Exeter
University, in Gran Bretagna. I geni arri-
vano a realizzare le opere o a effettuare le
scoperte per cui sono universalmente ap-
prezzati in due fasi piuttosto lunghe, e che
in parte si sovrappongono: la prima, in cui
A far forire lOlanda
contribu lenergia a
basso costo prodotta
dai mulini a vento
CHRISTIAAN HUYGENS (1629-1695)Matematico, fisico e astro-nomo, amico di Cartesio e Pascal, visse allAia. GENIO PERCH: invent lorologio a pendolo, spieg gli anelli di Saturno e fece scoperte sullottica e sul cal-colo delle probabilit.
ANTONI VAN LEEUWENHOEK (1632-1723)Ottico e naturalista, visse a Delft e ad Amsterdam.GENIO PERCH: invent il microscopio, scoprendo cos protozoi e batteri e gettando le basi della mi-crobiologia. Scopr anche i globuli rossi del sangue.
REMBRANDT (1606-1669)Nato a Leida, fu scoperto dal padre di Christiaan Huygens, che gli procur importanti commissioni dalla corte reale dellAja. GENIO PERCH: il suo uso della luce e gli autoritratti ne fanno un maestro unico.
CARTESIO (1596-1650)Filosofo e matematico francese, visse soprattutto a Leida, dove pubblic il suo Discorso sul metodo.GENIO PERCH: il filosofo del cogito ergo sum consi-derato il primo pensatore moderno. Diede vita al razionalismo.
JAN VERMEER (1632-1675) Visse a Delft, nellOlanda Meridionale.GENIO PERCH: i suoi quadri sono frutto di una tecnica unica. Con un uso sapiente della luce e dei colori, conferiva una grande forza psicologica ai suoi dipinti.
IL SECOLO DORO OLANDESE
acquisiscono capacit particolari, e la se-
conda in cui esprimono la creativit che
li porter alla scoperta o al capolavoro.
Lanalisi delle biografie di personalit
eccezionali ha permesso a Howe di indi-
viduare una serie di caratteristiche comu-
ni: grande interesse per il proprio lavoro,
impegno costante, forte senso di indipen-
denza, concentrazione feroce, tolleranza
alle frustrazioni e capacit di sopportare
uno sforzo mentale prolungato. Una fer-
rea autodisciplina seguirono, per esempio,
Masaccio, Edgar Allan Poe, Czanne, Mi-
chelangelo, Leonardo (i cui taccuini testi-
moniano unattivit forsennata di ricerca,
al limite dellossessivit), Beethoven (che
scriveva fino alle tre del mattino), Flaubert
(che lavorava dalle 10 alle 12 ore al gior-
no) o Chopin (che stava fino a 6 settima-
ne sulla stessa pagina). Come disse Tho-
mas Edison, che di genio doveva intender-
sene visto che registr oltre 1.000 brevetti
tra cui quello per la lampada a incande-
scenza, il genio lun per cento ispirazio-
ne e il 99 per cento sudore.
Favorite dai commerci e dallumanesimo di Erasmo da Rotterdam, le scienze e le arti olandesi divennero le pi acclamate del mondo.
BARUCH SPINOZA (1632-1677)Filosofo, nacque e si form ad Amsterdam.GENIO PERCH: critic le letture irrazionalistiche della Bibbia e tutte le forme di dispotismo, segnando un ritorno alla razionalit greca e anticipando lIlluminismo.
Rembrandt: genio
per il sapiente uso
del chiaroscuro e
per la teatralit dei
suoi dipinti.
XVII SECOLO
OLANDA
28
-
ammUcchiate Geniali. Se il genio feno-
meno raro non innato, se ne deduce
che il contesto sia determinante per per-
mettere lo sviluppo delle potenzialit. Sa-
rebbero dunque anche le condizioni stori-
che a permettere lo sviluppo dei cosiddet-
ti cluster (in inglese, ammasso) riassunti in queste pagine. Ma quali sono tali con-
dizioni? Valutando le epoche e le citt in
cui il fenomeno si verificato, si possono
ipotizzare almeno cinque fattori-chiave.
1. Il primo la fioritura economica, con
la disponibilit di risorse a cui accedere
per realizzare i propri progetti.
2. Il secondo la presenza di commit-
tenti e mecenati, in grado di riconoscere il
talento e di investirvi.
3. Il terzo un clima culturale che valo-
rizzi luomo e le sue capacit. Come fu la
filosofia platonica nellantica Grecia, lu-
manesimo premessa del Rinascimento e
del Secolo doro olandese, la passione in-
tellettuale per lintrospezione che inau-
gur a Vienna quella che il premio No-
bel Eric Kandel ha recentemente battez-
zato Let dellinconscio (Raffaello Corti-na) e oggi il mito americano del self made man, che ha spinto personaggi come Ste-
ve Jobs o Mark Zuckerberg a credere nei
propri progetti.
4. Il quarto fattore la libert dazione
e lapertura al nuovo e al diverso. I geni
abbondano quando aumentano le liber-
t individuali: come accaduto quan-
do limpero asburgico
ha esteso agli ebrei
laccesso alle libe-
re professioni. E
quando linnova-
zione sollecita-
ta per reagire a un
passato da dimentica-
KURT GDEL (1906-1978)Matematico e logico, frequent il Circolo di Vienna, luogo di ritrovo di scienziati e filosofi.GENIO PERCH: tra i pi grandi logici della Storia.
OSKAR KOKOSCHKA (1886-1980) Frequent Klimt e Schie-le, am Alma Mahler. GENIO PERCH: dipingeva gli aspetti pi duri e scon-certanti dellesistenza.
ADOLF LOOS (1870-1933)Architetto, amico dellau-tore satirico Karl Kraus.GENIO PERCH: uno dei pionieri dellarchitettura moderna e un anticipato-re della Bauhaus.
ERNST MACH (1838-1916)Fisico e filosofo, studi allUniversit di Vienna.GENIO PERCH: diede contributi fondamentali alla fisica sperimentale e alla cosmologia.
EGON SCHIELE (1890-1918)Pupillo di Klimt, mor a 28 anni per la spagnola. GENIO PERCH: con i suoi nudi tormentati uno dei massimi esponenti dellespressionismo.
ARNOLD SCHNBERG (1874-1951)Di famiglia ebrea. GENIO PERCH: fu il primo musicista ad allontanarsi dal sistema tonale per il metodo dodecafonico.
ROBERT MUSIL (1880-1942)Scrittore, ottenne il dottorato in filosofia con una tesi sulle teorie di Mach. A Vienna lavor come bibliotecario allistituto tecnico.GENIO PERCH: il suo capolavoro, Luomo senza qualit (ambientato a Vienna), denuncia in modo caustico la crisi della modernit.
ARTHUR SCHNITZLER (1862-1931)Scrittore viennese, fu molto influenzato dalle teorie di Sigmund Freud.GENIO PERCH: rivel la sessualit inconscia delle donne con linnovativo ricorso al monologo interiore (come nei racconti La signorina Else e Doppio sogno).
Tra il 1890 e il 1918 ricerca artistica, scienza, letteratura, nascita della psicoanalisi e fiorire della cultura ebraica fecero di Vienna il fulcro cosmopolita della modernit.
LA CAPITALE FIN DE SICLE
GUSTAV KLIMT (1862-1918)nacque e visse a Vienna. Nel 1897, ebbe una breve storia damore con Alma Mahler.GENIO PERCH: iniziatore dellArt Nouveau, amante dei simboli e dei preziosi-smi cromatici, fu il primo artista a tener conto dellin-conscio nelle sue opere.
SIGMUND FREUD (1856-1939)La sua famiglia, di origine ebraica, si trasfer a Vienna nel 1860. GENIO PERCH: rivoluzion il modo di considerare la mente umana. Scopr i processi psichici inconsci e fond la psicoanalisi.
GUSTAV MAHLER (1860-1911)Compositore e direttore dorchestra di origine ebrai-ca. Per i ripetuti tradimenti della moglie Alma, si rivolse anche a Sigmund Freud. GENIO PERCH: svilupp il linguaggio romantico, aprendo la strada alla musi-ca del Novecento.
LUDWIG WITTGENSTEIN
(1889-1951) Filosofo, ingegnere e logico di origini ebrai-che. Scrisse il Tractatus logico-philosophicus.GENIO PERCH: diede contributi fondamentali al-la filosofia del linguaggio.
FINE 800-PRIMO 900
VIENNA
29
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re: il caso delle avanguardie artistiche parigine dopo la Prima guerra mondiale ma anche dellEuropa minata dalla peste del Trecento, cui segu un diffuso deside-rio di rinascita.
5. Il quinto, infine, il contatto con al-tri talenti straordinari, che favorisce la col-laborazione, ma anche la competizione.
Tendono invece a scoraggiare lo svilup-po della creativit i regimi totalitari in cui vige la censura, alcune convinzioni reli-giose (come lidea che la fortuna delluo-mo sia solo nellaldil), la crisi economi-ca e lassenza di meritocrazia. incompresi. Resta, per, unultima con-
siderazione: i momenti doro qui de-scritti furono anche quelli che seppero tramandare meglio ai posteri i talenti in-dividuali. Questo potrebbe averci indot-to a pensare che quelle epoche avessero prodotto un numero spropositato di ge-ni. quindi possibile che epoche e luoghi meno conosciuti o meno portati a esalta-re il genio pullulassero di altrettanti talen-ti, che non hanno per avuto il privilegio di passare alla Storia.
Marta Erba
Nella Ville lumire dopo
la Grande guerra cera
voglia di ricominciare
ripartendo da zero
A Parigi tra le due guerre, a Montmartre e Montparnasse, si
intrecciarono le avanguardie artistiche americane ed europee.
GLI ANNI RUGGENTI
AMEDEO MODIGLIANI (1884-1920)Livornese, si trasfer a Montmartre nel 1906.GENIO PERCH: i suoi nudi e volti femminili sono ca-pisaldi dellarte moderna.
ANTONIN ARTAUD (1896-1948)Nato a Marsiglia, nel 1920 si trasfer a Parigi.GENIO PERCH: consi-derato il padre di molto teatro contemporaneo.
ALBERTO GIACOMETTI (1901-1966)Nato nel canton Grigioni (Svizzera), studi a Parigi.GENIO PERCH: scultore innovativo per le sue fi-gure esili ed essenziali.
HENRI MATISSE (1869-1954)A Parigi dal 1887. GENIO PERCH: lespo-nente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves.
PIET MONDRIAN (1872-1944)Olandese, visse a Parigi tra il 1919 e il 1938.GENIO PERCH: il suo stile minimalista continua a ispirare larte e il design.
LUIS BUUEL (1900-1983)Spagnolo, esord a Parigi con il cortometraggio Un chien andalou (1928).GENIO PERCH: surrealista, stato uno dei pi grandi registi del XX secolo.
MARCEL DUCHAMP (1887-1968)A Parigi tra il 23 e il 42.GENIO PERCH: fu linven-tore dellarte concettuale (lopera pi celebre lurinatoio rovesciato).
MARCEL PROUST (1871-1922)Di famiglia ricca, frequent gli ambienti raffinati della-ristocrazia parigina. GENIO PERCH: scrisse il monumentale romanzo Al-la ricerca del tempo perduto.
PABLO PICASSO (1881-1973)Spagnolo, nel 1900 si tra-sfer a Parigi.GENIO PERCH: massimo esponente del cubismo, cambi per sempre la storia della pittura e dellarte.
ERNEST HEMINGWAY (1899-1961)Giunse a Parigi con gli scrit-tori espatriati americani. GENIO PERCH: molte sue opere sono pietre miliari della letteratura americana.
MAN RAY (1890-1976)Nato a Philadelphia, segu Duchamp a Parigi. Qui co-nobbe gli artisti pi influen-ti, soprattutto i surrealisti.GENIO PERCH: rivoluzion larte della fotografia.
SALVADOR DAL (1904-1989)Spagnolo, visit per la pri-ma volta Parigi nel 1926.GENIO PERCH: artista polie-drico ed eccentrico, noto soprattutto per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste.
Con Hemingway
giunsero a Parigi gli
scrittori della Lost
generation, tra cui
Fitzgerald, Miller,
Steinbeck, Eliot.
ANNI 20 E 30
PARIGI
GEORGES SIMENON (1903-1989)Scrittore nato a Liegi, si tra-sfer a Parigi nel 1922. GENIO PERCH: creatore del co