Èpoeti e filosofi e letterati più vicini alle nostre ... · Un cappotto per i fratelli Taviani ai...

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Anno - Año VII - nº. 3 Boletin cultural gratuito Settembre 2012 CURSOS 2012 - 2013 INSCRIPCIÓN ABIERTA SOCIEDAD DANTE ALIGHIERI Calle Ayala 23, 1E - 29002 Málaga Tel. 952 35 95 07 - www.ladante.es [email protected] Seguendo lui, portava la mia fronte come colui che l´ha di pensier carca, che fa di sè un mezzo arco di ponte; quand´io udi`` "Venite qui si varca" parlare in modo soave e benigno, qual non si sente in questa mortal marca. Con l´ali aperte, che parean di cigno, volseci in sú colui che sì parlonne tra due pareti del duro macigno. Mosse le penne poi e ventilonne, "Qui lugent" affermando esser beati, ch`avran di consolar l`anime donne. ... (Purgatorio - Canto XIX- vv 40-51) LA VITA UN BENE PREZIOSO La vita un bene prezioso De la carcel a Hollywood.. 1200 anni dall`editto di Caracalla Il mondo del Flamenco Salvatore Quasimodo Poeta dell`amore El Rincon de la poesia Autunno Agenda [email protected] facile evocare aforismi dei grandi filosofi greci e romani per consigliare il modo di vivere all`umanità o al singolo cittadino. Leggiamo invece quello che ci hanno lasciato poeti e filosofi e letterati più vicini alle nostre generazioni e forse saremo capaci di È dare alla nostra vita un senso , ed al nostro corpo il dovuto rispetto. La crisi economica mondiale mette in evidenza la mancanza di futuro della gioventù, come fosse un fatto nuovo. La memoria e la mancanza di cultura rende la mente labile, così si dimenticano i piroscafi carichi di cittadini italiani giovani che andavano nelle Americhe in cerca di un mondo migliore e dove non si moriva di fame, e l`emigrazione resta ancora oggi un fatto reale. Ora si parla di "cervelli in fuga" ma questi famosi cervelli diventano esattamente come agli albori del 1900 "braccianti in fuga" perchè non tutti diventano scenziati, matematici, o esploratori, molti di loro restano per forza maggiore nel paese che li ospita. La fase più triste della crisi, è la mancanza totale dei valori, i valori che fanno l`uomo simile a Dio; l`uomo che si ritiene al di sopra di tutto e di tutti. A differenza degli animali e delle piante che usano il loro istinto per sopravvivere, la maggior parte degli uomini coltiva l`istinto per distruggere. Tutti viviamo sotto lo stesso cielo, mangiamo i medesimi prodotti della terra, amiamo nello stesso modo; tutto questo indipendentemente dalla fede o culto che ci hanno insegnato. Allora perchè con la frase "diritto di espressione" ci permettiamo di calpestare tutto e tutti? Questo diritto non è più un diritto quando manca del rispetto umano. Il rispetto per i nostri simili, per le loro religioni o abitudini è fondamentale in ogni individuo, ma usare il diritto di espressione senza rispetto è una interpretazione dell`aridità dell`essere che la concepisce. Scrisse Giuseppe Mazzini: "Siate uomini: cioè creature ragionevoli, socievoli e capaci, per mezzo unicamente dell`associazione, d`un progresso a cui nessuno può assegnare limiti...questi caratteri costituiscono la "umana natura", che si distingue dagli altri esseri che vi circondano e che è affidata a ciascuno di voi come un seme da far fruttare. Ecco perchè la vita va vissuta nella sua verità, con le piccole gioie e i grandi dolori che aiutano a crescere e migliorare. È molto triste vedere la gioventù imbottigliata in una lattina di birra o una bottiglia di alcool, come è misero leggere negli occhi la disperazione di chi è appeso ad una pasticca o una polverina bianca. La vita è un grande dono e mantenere il corpo e l`anima sani non è un dovere della società ma il rispetto verso se stessi. Una bellissima poesia di Salvatore Quasimodo dice: "Ognuno nasce solo/sopra il cuore della terra/trafitto da un raggio di sole,/ ed è subito sera." Questo ci insegna che la vita può essere molto breve.Vivere amando sè stessi ed il prossimo ci rende migliori e capaci di costruire e affrontare tutte le crisi del mondo. SMP

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Anno - Año VII - nº. 3 Boletin cultural gratuitoSettembre 2012

CURSOS 2012 - 2013INSCRIPCIÓN ABIERTA

SOCIEDAD DANTE ALIGHIERICalle Ayala 23, 1E - 29002 MálagaTel. 952 35 95 07 - [email protected]

Seguendo lui, portava la mia frontecome colui che l´ha di pensier carca,che fa di sè un mezzo arco di ponte;quand´io udi`` "Venite qui si varca"parlare in modo soave e benigno,qual non si sente in questa mortal marca.Con l´ali aperte, che parean di cigno,volseci in sú colui che sì parlonnetra due pareti del duro macigno.Mosse le penne poi e ventilonne,"Qui lugent" affermando esser beati,ch`avran di consolar l`anime donne....(Purgatorio - Canto XIX- vv 40-51)

LA VITA UN BENE PREZIOSO

La vita un bene prezioso

De la carcel a Hollywood..1200 anni dall`editto di Caracalla

Il mondo del FlamencoSalvatore Quasimodo Poeta dell`amore

El Rincon de la poesiaAutunno

Agenda

[email protected]

facile evocare aforismi dei grandi filosofi greci e romani per consigliare il modo di

vivere all`umanità o al singolo cittadino. Leggiamo invece quello che ci hanno lasciato

poeti e filosofi e letterati più vicini alle nostre generazioni e forse saremo capaci di Èdare alla nostra vita un senso , ed al nostro corpo il dovuto rispetto. La crisi economica

mondiale mette in evidenza la mancanza di futuro della gioventù, come fosse un fatto

nuovo. La memoria e la mancanza di cultura rende la mente labile, così si dimenticano i

piroscafi carichi di cittadini italiani giovani che andavano nelle Americhe in cerca di un

mondo migliore e dove non si moriva di fame, e l`emigrazione resta ancora oggi un fatto

reale. Ora si parla di "cervelli in fuga" ma questi famosi cervelli diventano esattamente

come agli albori del 1900 "braccianti in fuga" perchè non tutti diventano scenziati,

matematici, o esploratori, molti di loro restano per forza maggiore nel paese che li ospita.

La fase più triste della crisi, è la mancanza totale dei valori, i valori che fanno l`uomo

simile a Dio; l`uomo che si ritiene al di sopra di tutto e di tutti. A differenza degli animali

e delle piante che usano il loro istinto per sopravvivere, la maggior parte degli uomini

coltiva l`istinto per distruggere. Tutti viviamo sotto lo stesso cielo, mangiamo i medesimi

prodotti della terra, amiamo nello stesso modo; tutto questo indipendentemente dalla

fede o culto che ci hanno insegnato. Allora perchè con la frase "diritto di espressione" ci

permettiamo di calpestare tutto e tutti? Questo diritto non è più un diritto quando

manca del rispetto umano. Il rispetto per i nostri simili, per le loro religioni o abitudini è

fondamentale in ogni individuo, ma usare il diritto di espressione senza rispetto è una

interpretazione dell`aridità dell`essere che la concepisce. Scrisse Giuseppe Mazzini:

"Siate uomini: cioè creature ragionevoli, socievoli e capaci, per mezzo unicamente

dell`associazione, d`un progresso a cui nessuno può assegnare limiti...questi caratteri

costituiscono la "umana natura", che si distingue dagli altri esseri che vi circondano e che

è affidata a ciascuno di voi come un seme da far fruttare. Ecco perchè la vita va vissuta

nella sua verità, con le piccole gioie e i grandi dolori che aiutano a crescere e migliorare. È

molto triste vedere la gioventù imbottigliata in una lattina di birra o una bottiglia di

alcool, come è misero leggere negli occhi la disperazione di chi è appeso ad una pasticca o

una polverina bianca. La vita è un grande dono e mantenere il corpo e l`anima sani non è un

dovere della società ma il rispetto verso se stessi. Una bellissima poesia di Salvatore

Quasimodo dice: "Ognuno nasce solo/sopra il cuore della terra/trafitto da un raggio di

sole,/ ed è subito sera." Questo ci insegna che la vita può essere molto breve.Vivere

amando sè stessi ed il prossimo ci rende migliori e capaci di costruire e affrontare tutte

le crisi del mondo.

SMP

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De la cárcel a Hollywood…

Cosimo Rega, un detenido de la cárcel de Rebibbia en Roma, tras su reconversión a actor representerá a Italia,- con la película "Cesare deve morire", obra de los hermanos Taviani -, en la famosa noche de los Oscar. El éxito que ha coronado este largometraje, cóctel excéntrico de metateatro y colossal respaldado por un rosario de reconocimientos prestigiosos como el Oso de Oro de Berlín y varios premios Donatello otorgados por la Academia del Cine Italiano, se caracteriza por un casting sin ninguna duda singular, cuyas estrellas se encuentran entre los detenidos de la cárcel de Roma. Para Cosimo Rega, uno de los protagonistas, la posible nominación como "mejor película extranjera" constituiría un verdadero estreno mundial. Condenado a cadena perpetua, Cosimo, fundador de la Compañía Actores-Detenidos de la cárcel de Rebibbia, descubrió la cultura y la convirtió en razón de vida. Teatro, poesía, cine e incluso una novela autobiográfica, restituyen las dinámicas de un túnel sin salida,

él de la espiral del crimen. Pero también la historia de una resurrección que gracias a las actividades y los talleres artísticos de la cárcel con el generoso apoyo de los voluntarios y de los operadores sociales, ha regenerado una nueva condición humana.Después de todos estos años de detención, Cosimo, que interpreta el papel de Cassio, revela que, a pesar de una pena imperecedera, se siente una persona mentalmente libre, con sus sueños y sus ilusiones. Asegura acariciar dos proyectos más: escribir, narrar y testimoniar, a través de su experiencia de detenido, para desvelar la crueldad de las relaciones entre encarcelados y carceleros, la comunicación entre los detenidos mismos y con los operadores sociales o el sufrimiento entre los muros de una celda y su misteriosa humanidad. Otro sueño sería que se le brindara un día la oportunidad de formar una cooperativa integrada por detenidos y ex detenido. El arte, para quien ha cometido crímenes, gravísimos inclusive, no es sólo un instrumento de enriquecimiento y redención cultural sino también una herramienta complementaria para plantear un futuro profesional o simplemente… alentar nuevas esperanzas.

Marco Visconti

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Un cappotto per i fratelli Taviani ai David di Donatello 2012: a loro il riconoscimento per la miglior regia a Cesare deve morire, la statuetta per il miglior film. E poi altri tre riconoscimenti Alla fine sono cinque i premi (anche miglior produttore, montatore, fonico di presa diretta) che i fratelli del cinema italiano si portano a casa: l’Orso d’Oro di Berlino ha portato fortuna. Due anni fa avevano vinto il David alla carriera e avvertito che non si sarebbero fermati. Detto e fatto. Lo dedicano tutto ai detenuti di Rebibbia il loro successo: «E’ la notizia che stavano aspettando», dice Paolo. E Vittorio

si commuove: «Questo film nasce dal grande dolore di persone che hanno delle colpe e stanno pagando. E stanno cambiando. Il film va incontro a quel dolore e diventa la bellezza e arte». La sala reagisce con una standing ovation, con i registi «sconfitti» in prima fila ad applaudire Moretti, Ozpetek, Giordana, Crialese.], Giordana, Crialese.

Paolo e Vittorio Taviani

OTTOBRE MESE DEL CINE ITALIANO AL CACMALAGA

Día 2

La prima cosa bella, 2010

Paolo Virzí. 111 min. (V.O.S.)

Día 9

Amici Miei

Habitación para cuatro

, 1975

Mario Monicelli. 140 min. (V.O.S.)

Día 16

Il Div,o 2008. Paolo Sorrentino. 110 min. (V.O.S)

Día 23

Aprile

Abril

,

1998. Nanni Moretti. 78 min. (V.O.S.)

Día 30

In nome del popolo italiano

1971. Dino Risi. 103 min. (V.O.S.)

C/ Alemania s/n. 29001 Málaga Tel. +34 952 12 00 55. www.cacmalaga.org

Centro de Arte Contemporáneo

Colabora:

ASOCIACIÓN CULTURALDANTE ALIGHIERI

COMITÉ DE MÁLAGA

C/ Ayala 23 1 E - 29002 Málaga

il mondo in italiano

A las 20 horas, en el Salón de Actos del Centro de Arte Contemporáneo de Málaga.

Entrada libre y gratuita hasta completar el aforo.

Candidato all`Oscar: CESARE DEVE MORIRE dei fratelli Taviani

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L'editto di Caracalla stabiliva che chiunque fosse nato nell'impero fosse un cittadino romano. Il fattore della cittadinanza fu sempre un punto di forza per Roma, e secondo le analisi del libro di Le Bohec tutto questo si rifletteva nell'esercito in modo positivo, nel senso che la selettività dei legionari e degli ufficiali aumentava, e in meglio. Bisogna innanzitutto tenere presente il periodo di cui si parla. Sotto Caracalla non siamo ancora nel periodo di anarchia, anche se non è più il periodo aureo e si avvertono i sintomi della crisi. Inoltre è da tenere presente che a causa degli ausiliari di cui buona parte composta da civili da tempo cittadini romani e quindi l'incentivo della cittadinanza non funzionava più come prima. Si era ormai estremamente diffusa nelle città e la si concesse al resto della popolazione: (anche se pare che ne restassero esclusi i laeti , non si sà bene se con questo termine si intendessero solo i barbari deportati come contadini nell'impero o anche le tribù interne dell'impero non romanizzate troppo) Probabilmente per incassare un maggior numero di tasse specifiche dei cittadini romani e ampliare le basi del reclutamento legionario.

Una delle possibili conseguenze fu che l'editto in questione tolse ai provinciali il desiderio di fare del proprio meglio per diventare cittadini ,in quanto per molto tempo la cittadinanza romana era un qualcosa da guadagnarsi e con l'editto si è perso l'incentivo a fare bene. Però sembra che favorì la romanizzazione delle province or ora conquistate o meglio riconquistate, anche se forse la cosa non sarebbe cambiata di tanto se non fosse successo. Stando al parere di Luttwak si creò qualcosa che non era più un impero egemonico. Non c'erano più vincitori e vinti, non più conquistatori e conquistati, erano tutti alla pari e tutti Romani. Forse si era formato o almeno si voleva far formare una specie di amor patrio in tutto l'impero, che appunto da allora si iniziò a chiamare Romània. Sentimento nazionale che poi non nacque per una serie di fattori (diversità in popolazioni genti lingue usi e decadenza del potere centrale) è un'altra faccenda. E se fosse nato questo sentimento di amor patrio per l'impero, fosse nato, forse non avremo mai assistito alla sua caduta. Agli albori della sua storia, Roma vinse molte delle sue guerre, grazie allo spirito di sacrificio dei suoi legionari, indotto dal loro amor patrio per la Città. Un amor patrio che leggendo la biografia di Diocleziano pare ormai spento. Infatti dice testualmente che solo la parte orientale dell'impero era patriottica e coraggiosa, pronta a resistere ad oltranza ai nemici, e in varie occasioni si organizzo in milizie civiche per difendere le mura delle città. Ê da ricordare inoltre che Roma non provo' nemmeno a resistere sia nel 410 e sia nel 455 d.C. D'altra parte Roma è sempre stata un porto più che una città: vi affluiva così tanta gente che i romani originari si contavano sulle dita di una mano.

1200 ANNI DELL`EDITTO DI CARACALLA

LE TERME di Caracalla o Antoniane

A Caracalla resta legato uno dei più bei monumenti di Roma, le grandiose Terme di Caracalla, per accogliere oltre 1600 persone, con mille e seicento vasche marmoree, musei, biblioteche, sale da studio, palestre ginniche, portici e giardini. Per le terme fu costruito un apposito acquedotto, e vennero considerate una delle sette meraviglie del mondo.Se ne conservano molti resti e ancora vengono usate per concerti e opere liriche.

L`acquedotto delle terme fu iniziato nel 212 (212-217)La grandiosa costruzione, decorata con ornamentipreziosi poteva ospitare circa 1.600 persone.

Imperatore Caracalla Papiro dell`Editto

Fonte Internet 3

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Il mondo del Flamencouando ci troviamo per la prima volta , nel reale mondo del ballo popolare andaluso, ovvero il Flamenco in tutte le sue espressioni e interpretazioni, ci troviamo anche davanti ad inaspettate e Qsorprendenti rivelazioni ed emozioni. La genialità ritmica andalusa si spoglia davanti agli occhi di

chi assiste allo spettacolo non come un semplice balletto, ma una vera e propria geniale esibizione del folclore musicale dell`Andalusia. Sembra esagerato dirlo e descriverlo, ma se partecipiamo pienamente allo spettacolo, riusciremo a scoprire in noi una sorta di arricchimento spirituale, senza accorgersene lasciamo cadere ogni sorta di pregiudizi lasciandoci trasportare da queste spontanee espressioni che producono, come lo definiscono gli Andalusi "el cante Jondo", vale a dire tutto ciò che si vive in quei momenti si proietta nel sentimento popolare dell`arte e la cultura. In Andalusia il ballo ed il canto sono nati insieme. Forse non sarà una verità in senso assoluto, però può essere interpretata come una verità sentimentale, infatti è sempre esistita l`unione tra la musica e la pantomina, tra la poesia cantata e la danza. Dobbiamo pertanto contemplare che il ballo ed il canto dovrebbero essere uno solo ed organico testimonio musicale del popolo andaluso. Il "Flamenco" è un´ arte molto antica: si dice sia nata sulle rive del fiume Guadalquivir. Ê certamnete una fusione tra due elementi molto importanti: Andalusia e popolo gitano. Nel Flamenco si incontrano influenze culturali molto diverse fra di loro.Anche in alcuni scritti greci si trava la poesia lirica, composta per canto, tipica proprio nel sud della Spagna.La terra, il destino, il sangue, melanconia e movimento, sofferenza ed allegria, diventano la forza e la capacità di creare le forti emozioni proprie del flamenco nella fusione del canto, la musica e la danza. Un repertorio che scaturisce dall`animo umano, frutto di fusione tra le varie culture, trasformando questa arte unica al mondo in un affascinante forza che oltrepassa ogni confine geografico perchè attinge a tutto ciò che è universale.Il massimo splendore del Flamenco vive tra il 1860 e il 1910 con la nascita dei "Cafè-cantantes"; sarà definita l`età d`oro. Nascerà in questo periodo il regolamento del "cante Jondo" in difesa della sua originalità e purezza. Anche l`Italia con Silverio Franconetti con la sua stupenda voce ha contribuito ad arricchire la storia e tradizione flamenca..

Silverio Franconetti (1831 - 1889)Tablao Flamenco di Ignazio Zubago

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GRANDI INTERPRETI

Antonia Mercè

Vincente Escudero

Antonio e Rosario

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acque a Modica (Ragusa) nel 1901 e trascorse la sua infanzia in vari paesi della Sicilia dove via via s'era trasferito il padre che faceva il capostazione. Dal 1919 al 1926 visse a Roma per Nfrequentare il Politecnico e laurearsi in ingegneria, ma le ristrettezze economiche e gli interessi

per le lingue latina e greca lo dissuasero presto da quel tipo di studi. Nel 1926 si impiegò presso il Genio Civile di Reggio Calabria e nel 1929, trasferito a Firenze, fu introdotto da suo cognato Elio Vittorini, nell'ambiente letterario della rivista "Solaria" dove conobbe Montale, La Pira, Loria... e cominciò le sue pubblicazioni poetiche. Nel 1930 pubblicò la sua prima raccolta di versi Acque e Terre e nel'32, trasferito a Genova, pubblicò Oboe Sommerso. Nel'34 il poeta era a Milano, accolto nell'ambiente culturale milanese, e lasciato l'impiego al Genio Civile si dedicò completamente alla poesia. Nel 1940 pubblicò la sua mirabile traduzione dei Lirici Greci ottenendo tali consensi che nel 1941 "per chiara fama" fu chiamato ad insegnare letteratura italiana al Conservatorio. Intanto, scoppiata la seconda guerra mondiale, il poeta ne fu profondamente sconvolto e maturò l'idea che la poesia dovesse uscire dalla sfera aristocratica del privato per interessarsi alle problematiche sociali e civili, intenta a "rifare l'uomo" abbruttito dagli orrori della guerra.Questo impegno si riscontra in tutte le successive raccolte poetiche di Quasimodo: Giorno dopo giorno (1947), La vita non è sogno (1949), La terra impareggiabile (1958). Nel 1959 gli fu attribuito il premio Nobel per la letteratura. Morì a Napoli nel 1968.

SALVATORE QUASIMODO (1911-1968) IL POETA DELL`ANIMA

SALVATORE QUSIMODO - EL POETA DEL ALMA

ació en Modica, el 20 de agosto de 1901. Su padre, de profesión ferroviario, fue trasladado a Mesina en 1908 poco después del terremoto que asoló dicha ciudad Nen diciembre de ese mismo año. Fue en esta ciudad donde escribió sus primeros

versos, con sólo dieciséis años, en una pequeña revista literaria que edita junto a unos amigos en el instituto técnico donde estudia. En 1919 se mudan a Roma, y allí se matricula en ingeniería en el Politécnico; las dificultades económicas le obligan a realizar diversos trabajos para poder pagarse los estudios universitarios, que finalmente no llegaría a terminar. En esa época se empieza a despertar en él el interés por el griego y el latín. En 1926 se traslada a Reggio Calabria, al conseguir allí una plaza de funcionario aparejador. Su primera publicación poética fue en 1930 en la revista "Solaria", donde aparece una colección de poemas suyos con el título de Aguas y Tierras (Acque e terre). Dos años después publica Oboe sumergido (Oboe sommerso), obra que despierta un gran interés entre los críticos literarios.A partir de 1934 vive en Milán, frecuentando los círculos literarios de dicha ciudad. En 1938 puede dejar al fin su trabajo de aparejador, haciéndose redactor de la revista "Il Tempo", en la cual, aparte de encargarse de la crítica teatral, se significa como opositor al fascismo. En 1940 publica Líricos griegos (Lirici greci), obra en la que reúne sus traducciones de los clásicos y que representará una etapa importante en su producción literaria, pues muestra en ella su interés en el acercameinto entre la poesía clásica y la contemporánea. Es nombrado profesor del Conservatorio de Milán en 1941, y en 1942 publica Y de repente la noche (Ed è subito sera), obra con la que alcanza un gran éxito, y en la que aparece recogida una antología de su producción poética hasta esa fecha. Entre 1949 y 1958 intensifica su producción como traductor, publicando varias traducciones del latín (Catulo), del griego (el Evangelio de San Juan y Sofocles) y del inglés (La tempestad de Shakespeare). A partir del fin de la Segunda Guerra Mundial introduce en los temas de su poesía contenidos más sociales, relacionados con la situación política de su país. Comparte con Dylan THOMAS en 1953 el premio Etna-Taormina de poesía. En 1950 le conceden el Premio Nobel de Literatura; el discurso que pronuncia ante la Academia Sueca, en el que defiende el papel activo del poeta y de la poesía en la sociedad, será publicado en 1960 junto con otros ensayos en el libro El poeta y el político. En 1960 es nombrado doctor honoris causa por la Universidad de Messina. Durante los últimos años de su vida realizó una activa labor periodística, publicando numerosos artículos de opinión en los cuales critica ácidamente el consumismo de la sociedad moderna. Muere en Nápoles el 14 de junio de 1968 a causa de una hemorragia cerebral; está enterrado en el Cementerio Monumental de Milán.

Cada uno está solo

sobre el corazón de la tierra,

traspasado por un rayo de sol,

y enseguida anochece.

Ognuno nasce solo

sopra il cuore della terra

trafitto da un raggio di sole,

ed è subito sera.

“Y enseguida anochece", de Aguas y tierras, 1929

Otoño

Otoño manso, yo me poseo e inclino a tus aguas por beber el cielo,

fuga suave de árboles y abismos.

Aspera pena de nacer me encuentra a tí unido;

y en tí me desgarro y resano

pobre cosa caída que la tierra recoge.

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EL RINCÓN DE LA POESÍA

de Paola Sebastiani

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QUANDO NACQUE, UNA STELLA BRILLAVA!

uesto vento d'Amore che ci accompagna dal mattino alla sera. Sacrifici per la continua professione e ricerca medica,

perché il sacrificio non è solo del paziente, ma anche del medico che opera e ha una vita sotto le sue mani, che in quel Qpreciso istante ama, come fosse la sua.

Un mercoledì di gennaio del 2012, i ricordi mi riportarono al passato del 2009, i miei quattro amici-medici dell'anima, erano

presenti in quella notte fredda di gennaio. Quando nacquero, sicuro quattro stelle danzavano, ma in particolare una, quella del

dottor Franco Lugnani, che con la sua vena poetica mi ha riportato dal dolore alla gioia. Il dolore che -quasi sempre- è nascosto,

soprattutto il dolore dell'anima. A volte basta un sogno fatto realtà per vincere il "male nascosto". Non è il male del peccato,

ma il "mal d'amore", perché amore è anche sofferenza, ricerca, incontro, e tante, tante altre espressioni verbali de animiche.

Amore con Amore si debe pagare, anche se il vero Amore sempre ripaga con amore.

L'arte, oggi, è disumanizzata -come diceva Ortega y Gasset- solo pochi, i prescelti riescono a mantenere l'umanità e l'amore, e

l'arte -e perché no- anche l'arte della scienza, della medicina, ecc...;

nel nostro caso della poesia vera e vissuta nell'improvvisazione.

CORRENTI D'AMORE

D'amore ho percorso i nascosti sentieri sempre cercando dovunque là fuori la luce nascosta nei nuovi amori, ma cenere resta dei fuochi di ieri. Nell'abbraccio cercato nell'amplesso goduto nell'attimo andato nel sogno vissuto nell'emozione provata nell'occasione mancata e non solo...

Da sempre ho percorso d'amore i sentieri sol cenere resta della vita di ieri. Nel fiore sbocciato per la donna che ho amato, nell'incontro sfiorato con la donna che ho amato nello sguardo trovato nella donna che ho amato, e non solo...

Da sempre percorsi d'amore i sentieri sol cenere resta degli amori di ieri. L'incanto rapisce nel sogno i miei giorni rinnova e perisce in continui ritorni, estingue sornione di nascosto la vita quegli che altrove alla cerca ci invita Da sempre percorro d'amore i sentieri cenere ardente è la vita di ieri. Ora t'incontri dalla vita passata l'impulso d'un cuore senza paura la speranza che ancora da sè rinnovata risorge dal vuoto e quindi perdura. Ancora percorro d'amore i sentieri, il fuoco divampa dalla brace di ieri.

(F. Lugnani)

VIENTOS DE AMOR

Con amor he recorrido los ocultos caminos siempre buscando doquiera la luz escondida en nuevos amores, pero ceniza queda de los ardores de ayer. En el abrazo deseado en la unión gozada en el momento ido en el sueño vivido en la emoción sentida en la ocasión huida y no sólo...

Desde siempre he recorrido con amor los caminos sólo ceniza queda de la vida de ayer. En la flor brotada por la mujer que he amado, en el encuentro rozado con la mujer que he amado en la mirada hallada en la mujer que he amado, y no sólo...

Desde siempre recorrí con amor los caminos sólo queda ceniza de los amores de ayer. El encanto rapta en el sueño mis días se renueva y perece en continuos regresos, extingue astuto a escondida la vida el que en otro lugar a la búsqueda nos invita. Desde siempre recorro con amor los caminos ceniza ardiente es la vida de ayer. Ahora encuentras de la vida pasada el impulso de un corazón sin miedo la esperanza que aún por sí misma renovada resurge desde el vacío y entonces perdura. Aún recorro con amor los caminos el fuego se expande por la brasa de ayer. (trad. Paola Sebastiani)

Franco Lugnani, nato a Trieste. Criochirurgo a livello mondiale,

Ex-presidente dell'Associazione diCriochirurgia.

Poeta occasionale.

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AUTUNNO

'autunno con i suoi colori particolari ed unici nella gamma dal giallo all'ocra, dal rosso al marrone, ci ricorda il tempo che passa, il "passare e l'appassire" delle cose, ma anche degli Lavvenimenti e delle situazioni che viviamo. L`autunno ci regala i chicchi dorati dell`uva, il

profumo delle castagne abbrustolite negli angoli delle strade. Le città già cominciano ad essere avvolte da una sottilissima ed impalpabile nebbiolina. I fanciulli si emozionano al primo giorno di scuola, gli scolari già giovinotti cercano i primi amori tra i banchi di scuola. Anche l`autunno è una stagione dal grande fascino.

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Le Castagne,uno dei buoni frutti d'autunno

' il più noto dei frutti amidacei o farinosi. E' frutto del castagno , albero della famiglia delle Fagacee, specie Castanea sativa che vive nell'Europa mediterranea. Ne esistono numerose Equalità di cui la più nota è il marrone , di dimensioni più grandi e qualità più pregiata. I marroni

possono raggiungere anche 50 grammi e sono a forma di cuore, a base triangolare, scorza brunorossiccia, polpa dolce e carnosa. Esistono poi le castagne domestiche più piccole, schiacciate da un lato con buccia interna ben aderente alla polpa a differenza del marrone ed infine le selvatiche più piccole e meno dolci sono anche le meno pregiate. La castagna è utilizzata fresca, dopo bollitura o arrostitura, oppure sbucciata e seccata al forno e da questa si ricava la farina di castagne. Cresce senza bisogno di interventi dell'uomo e viene raccolta a mano . Fino ad oggi i castagni crescono qui in Andalusia nella zona montagnosa della Sierra Nevada "Alpujarra", mentre in Italia crescono specie in Toscana e Piemonte. In passato erano molto meno diffusi ed il loro frutto veniva per lo più utilizzato dalla popolazione più povera come fonte di alimentazione. Le castagne, infatti, possono essere impiegate in vario modo: arrostite, bollite o lavorate per raffinare prelibati piatti, come ripieno per la selvaggina, o per dolci.Le tipiche caldarroste si trovano nei mesi invernali in tante città , ma anche nei mercati dei comuni. Esse diffondono un profumo che dona a tutto l'ambiente un`aria particolare. I primi venditori di castagne risalgono nel 1900.

La ricetta semplice per gustarle:

Con l'arrivo dell'autunno, tornano a deliziarci, sulle nostre tavole, le castagne: uno dei

modi più ghiotti per gustarle, è preparare le caldarroste, cuocendole cioè lentamente

sul fuoco all'interno di una padella bucherellata.

le caldarroste

DANTE ALIGHIERI MÁLAGA Calle Ayala 23 1 E - 29002Fronte Hotel Puerta Malaga

il mondo in italiano

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