Dino Battaglia · 2020. 12. 3. · Dino Battaglia (Venezia 1923 – Milano 1983), consi-derato uno...
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IL GATTO CON GLI STIVALI
Dino BattagliaIL GATTO CON GLI STIVALI
Il gatto con gli stivalidi Dino Battaglia
© 2016 – Mosquito – Eredi Battaglia© 2020, Edizioni NPETutti i diritti riservati.
Collana Dino Battaglia, 10
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Stampato tramite Tespi srl – Eboli (SA)
nel mese di agosto 2020
Si ringraziano Gianni Bunoro ed Erasmo Frascaroliper la gentile consulenza.
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di Dino Battaglia
Il gatto con gli stivali
Pubblicato per la prima volta in Italia sul «Corriere dei Piccoli» n. 20, 1975.
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C'era una volta un anziano mugnaio e c'erano anche i suoi tre figli. Questo mugnaio possedeva un vecchio mulino, un robusto asino e un vispo gatto che si divertiva a dar la caccia ai colombi e a vari altri animali, purché più piccoli di lui.
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Bene, anzi male perché l'anziano mugnaio si ammalò. Sentendosi prossimo allafine chiamò i suoi tre figli che si presentarono con aria mesta e sofferente.
non sia mai che i miei figli abbiano a litigare per l'eredità. farò io le divisioni.
il mulino toccherà a primo. a secondo l'asino. voi due mettendovi insieme avrete
di che vivere discretamente. a te, mio terzo, lascerò il gatto.
ma non rammaricarti, figlio mio. vedrai che alla fine mi
ringrazierai.
Il mugnaio morì. I tre figli, afflitti, si vestirono
a lutto, accompagnarono il padre al camposanto
e tornarono a casa.
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è un buon mulino: con qualche restauro
funzionerà a meraviglia.
una bella bestia, il mio asino. non
mi costerà nulla. mangia di suo e mi da' di che vivere.
Terzo, con l'aria di chi non aveva le idee
molto chiare, guardò il gatto con perplessità…
ma anche il gatto sembrava perplesso.
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prima di morire di fame potrei mangiarmi il gatto, ma il giorno dopo sarei da capo. e allora?
non affliggerti, padrone. tuo padre sapeva quello che faceva. procurami un paio di stivali e un sacco.
e che vuoi fare con questa roba?
non ci pensare. dammi quello che ti chiedo e mettiti tranquillo.
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Venduto il vestito della festa, Terzo si procurò gli
stivali e il sacco. E siccome il vestito era in buono stato, per soprammercato gli fu
dato anche un bel giubbetto a quadretti, giusto della
misura del gatto.
Corse prima al mulino, dove rubacchiò un po' di miglio e di grano…
Molto contento dell'abbigliamento, il "Gatto con gli stivali", afferrato il sacco con una zampa e salutato calorosamente
il padrone con l'altra, sparì all'orizzonte.
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Si diresse poi nei prati a raccogliere trifoglio.
Con il sacco pieno in spalla si avvicinò a una tana di lepri…
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……sparse un po' di miglio e di grano…
……e si nascose tra l'erba alta, facendo il morto.
Appena un giovane leprotto, ancora ignaro delle insidie del mondo, si avvicinò all'appetitoso trifoglio, il gatto balzò in avanti e,
fattagli la festa, lo cacciò nel sacco.
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il più è fatto.ora andiamo
dal re.
Tagliando per i campi, il gatto arrivò sulla strada maestra che portava dritta alla reggia.
Con tono sicuro e spigliato, chiese di essere ammesso alla presenza del sovrano.A un gatto con gli stivali e giubbetto a quadretti per giunta, coma si fa a dire di no?
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maestà, il mio signore, il marchese di carabas, vi manda in omaggio questa lepre.
Il nostro micio, che conosceva gli usi di corte, si esibì in una bella riverenza.
molto gentile. di' al marchese di
carabas, tuo padrone, che apprezzo il dono.
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Il leprotto fu consegnato al capocuoco in persona che, conoscendo i gusti del suo reale padrone, sapeva come ammannirlo in salmì.
Fiero della sua impresa, il giorno dopo, il Gatto con gli stivali si nascose in un campo di grano dove arrivavano spesso le beccacce a fare le loro scorribande.
La trappola era pronta,il mucchietto di grano troppoappetitoso, e due imprudenti
beccacce si avvicinarono giusto quel tanto per
essere prese al laccio.
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Sacco in spalla, il gattoritornò alla reggia.
maestà, due pernici per le mense reali da parte
del marchese di carabas.
mmm... troppo poco grasso!
ah, sul servizio non ho niente da dire, ma sulla
qualità del latte...be', stendiamo un
velo pietoso!
accetto con gran piacere il dono e che sia offerto all'inviato
del marchese un buon ristoro.
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Comunque, saporito o meno che fosse il latte reale, il Gatto con gli stivalicontinuò per almeno tre mesi a fornire selvaggina (che naturalmente proveniva dalle tenute del marchese di Carabas) per le tavole del re.
Un bel giorno, il gatto ritornò
trafelato dal suo padrone...
presto! corri al fiume,
spogliati e buttati in acqua vicino al grande albero. poi lascia fare
a me.
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Il marchese di Carabas (ormai questo sarà il nome di Terzo) eseguì a puntino quanto gli era stato richiesto.
Il Gatto con gli stivali nascose con cura i vestiti del suo padrone, attento però alla strada maestra. Da lì doveva passare la carrozza del re,
che si recava a passeggio con la principessa sua figlia.
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Finalmente la scorse da lontano…
aiuto!aiuto!aiuto!aiuto!
maestà, aiuto! il marchese di carabas sta facendoil bagno e i ladri gli hanno rubato i vestiti!
il mio amico gatto! presto, correte in soccorso del marchesepresto, correte in soccorso del marchese!
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Tre valletti si precipitarono a soccorrere il marchese di Carabas, che non avesse mai da affogare.
Intanto, un ufficiale incaricato al guardaroba reale, data un'occhiata al giovane che usciva dall'acqua, corse di gran carriera a palazzo per
portare un abito adatto alle misure e al rango del marchese di Carabas.
sei proprio un bel giovanotto e ora anche
ben vestito. piacerai al re e naturalmente
ricordati che sei il marchese di carabas.
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caro marchese, sono felice di conoscervi e dirvi quanto abbia gradito la selvaggina che mi avete donato. vi prego
di essere nostro ospite. anche mia figlia ne
sarà felice.
Gli occupanti della carrozza erano tre.
La bella principessa guardava il bel marchese.
Le occhiate erano reciproche e…
i cuori battevano forte forte.
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Il gatto intanto precedeva di gran carriera la carrozza.
Arrivò a un campo di grano e si rivolse ai mietitori...
state bene attenti: a chiunque vi chiederà di chi sono questi campi dovete assolutamente rispondere che appartengono al marchese di carabas!
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se non lo farete sarete ridotti in polpette. se lo farete avrete
un premio.
brava gente, a chi appartengono queste terre?
guardando in su guardando in giù, voltandosi di qua, voltandosi di là,
tutto è proprietà del marchese di carabas.
Il Gatto con gli stivali indubbiamente incuteva un gran rispetto…
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mmm... devo riconoscere
che il marchese ha una gran bella
proprietà...
Veloce come un Gatto con gli stivali, il nostro micio correva lungo la strada e tutti venivano istruiti sulle risposte.
Arrivò in vista di un castello e
chiese ai mietitori:
a chi appartiene quel castello così grande e così bello?
appartiene all'orco come tutte le terrequi intorno. tutto
il paese è suo.
Il gatto con gli stivali è una fiaba popolare europea. Celebri divennero le versioni create da Charles Perrault e dai Fratelli Grimm. La storia racconta di un vecchio povero mugnaio che lascia in eredità al primo figlio un mulino, al secondo un asino e al più piccolo un gatto. L’astuto felino, indossati un cappello e un paio di stivali, aiuterà il ragazzo a fuggire
dalla sua povertà, fingendosi scudiero del marchese di Carabas e inscenando una serie di tranelli di cui cadrà vittima il re.Ancora una volta il maestro Dino
Battaglia si cimenta con una storia tratta dal folclore occidentale, le cui tavole sono splendidamente colorate dalla moglie Laura De Vescovi.
Dino Battaglia (Venezia 1923 – Milano 1983), consi-derato uno dei maggiori autori italiani di fumetto, è stato il primo italiano a conquistare il premio di “Miglior Di-segnatore Straniero” al Festival di Angoulême. Dando corpo ad atmosfere indefinite e misteriose, Dino Battaglia evoca con il suo pennino silenzi inquietanti e luci abbaglianti – anche grazie al supporto di una tecnica inconsueta nel fumetto come il tampone – e vedono così la luce fumetti che ancora oggi non smettono di sorpren-dere per la loro elegante e inquietante potenza espressiva.
edizioninpe.it
«La fortuna può capitare nei modi più impensati. Bisogna essere pronti a prenderla al volo o, in questo caso,
a zampa di Gatto… con gli stivali!»
IL GATTO CON GLI STIVALI
euro 16,90
ISBN: 978-88-36270-07-1