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    CLUB ALPINO ITALIANOCOMMISSIONE CENTRALEALPINISMO GIOVANILE

    J

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    CORDE FISSE

    Gli accompagnatori han no, nei confronti dei giovani, il dovere digarantire - anche in situazioni di emergenza - la massima sicurezzain montagna.Oi norma essi operano con gruppi anche numerosi che, in via ec-

    cezionale, possono trovarsi a dovere superare brevi tratti di percorsoinsidiosi. Questa caratteristica, propria delle anivita di accompagna-mento, richiede la padronanza di tecniche che non trovano riscontrotra quelle abitualmente in uso nella pratica alpinistica: la posa di cor-de fisse ne e un classico esempio.l.Alpinisrno giovanile ha affrontato questo problema e, con espe-

    rienza diretta supportata dalla insostituibile consulenza di altre struttu-re del Club alpino italiano, ha messo a punto Ie metodologie che - ascopo eminentemente didattico - sono qui rappresentate.

    II disegno propone un ideale percorso in sal ita, traverso e discesa,con tratti su roccia ed altri su neve, per il superamento del quale eipotizzata tutta la gamma di soluzioni corrette e possibili.Con cia si intende fornire uno specifico compendio che gli ac-

    compagnatori sapranno utilizzare con la necessaria razionalita asupporto di tutte Ie altre lora competenze.

    Ma ria Angela Gerv as on iP residen te della Comm is sionecen tra le a lp in ismo g io van ile

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    ESEMPIO DIDATTICO

    Supponiamo di attrezzare con corde fisse tre tratti, in sal ita, traverso ediscesa, i cui particolari sono illustrati nei disegni numerati da 1 a 12. Ove ilterreno 1 0 richieda, I'accompagnatore addetto alia stesura della corda pro-cede assicurato dal compagno con Ie note tecniche di progressione incordata.

    Dopo aver realizzato il primo ancoraggio, I'attrezzatore blocca la cordache diventera fissa con il nodo barcaiolo, che permette eventuali scorri-menti nella fase di messa in tensione (fig. 1). II capo morto e interessatoda un contronodo di sicurezza.

    Raggiunto il punto successivo, dopo aver proweduto alia sistemazionedella piccozza per realizzare I'ancoraggio su neve (fig. 3), si procede altensionamento della tratta di corda con I'ausilio di una semplice carrucolaformata dal nodo autobloccante prusik e da un moschettone (fig. 2).Ricordiamo che la corda fissa, per essere tale, deve essere ben tesa.Questa configurazione sollecita notevolmente gli ancoraggi, che dovrannodare adeguate garanzie di ten uta nelle direzioni di sollecitazione. L a trazio-ne ed il bloccaggio delle tratte Ie rende indipendenti I'una dall'altra, senzache si trasmettano Ie sollecitazioni dovute ai passaggi sulle tratte adiacenti.

    Si deve poi prowedere a rendere indipendente e teso il tratto seguente,manovra velocemente eseguibile con un nodo barcaiolo (fig. 4). E eviden-te che questa tratta regge solo carichi verso il basso: una tensione versoI'alto sfilerebbe la piccozza del punto 2, in grado di lavorare correttamentesolo verso il basso.

    Esaurita la lunghezza della prima corda, occorre predisporre un ottimoancoraggio finale su cui ancorare e tendere la tratta utilizzando la procedu-ra della doppia carrucola e I'asola di bloccaggio (fig. 5), ed eventual menteapplicando la variante con il nodo a catenella, che ha il grande pregio di ri-durre al massimo il materiale da utilizzare.

    Lo stesso ancoraggio, naturale 0 artificiale, e utilizzato anche come pun-to di partenza per la tratta successiva, in quanto di regola Ie corde devonoessere unite tra di loro cosicche possano rimanere vincolate anche nel ca-so di cedimento dell'ancoraggio (fig. 6).

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    All A C.ORbAFS5APRECEbENTE

    F i g . 7 C O RP O H O R TO

    QU E - :' T O NO r l OP R H ET T A L LAC OR DA t l l [ ' !I 5 E R E~ E H PRE IN AS5E

    F i g . 4(OM[ F I~ 1

    N Ol)O AFARFALLA

    I L NODO BA I KA IO LO , vu.o-( EMENTE RC,OLABILE,PERMLTH Il T[N510NA-H[NTO ~ELLA TRATTA~01TO~TAI'HE

    PICCOlZA AfFOl i ATAN EL LA N EV E ( FS.3

    P /C C OZ Z A A F WC , AT A N ll A /HVE

    F i g . 3NO!)O BA I ?( A IO L O 0P RU 5 1 5 J L HANICObELLA P!CCQZlA

    NObO SARCAIOLO

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    !)OLO H05CHETTONCO " ~ IH [RA

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    F i g . 12

    ACCOHPAC;NATORE APPEoOOPPURE G.RAPPOO Dl Z AI N I

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    E opportuno che Ie posizioni reciproche degli ancoraggi siano studiatein modo da ridurre il piu possibile il fattore di cad uta nel caso di cedimentodi uno di questi. In particolare I'ancoraggio a monte di un tratto verticaledeve essere rinviato ad un secondo ancoraggio plu a monte ancora. La re-gola aurea e che i rispettivi nodi scendano sempre, e la corda in bandodeve essere limitata al minima possibile.

    II tratto successivo ipotizza la collocazione del corpo morto nella nevedel canalone. Lancoraggio sostiene la corda mediante un nodo a farfalla(fig. 7), che da ottimi risultati nel caso di traversate, in quanto i capi dellacorda, in entrata e in uscita, mantengono il nodo stesso in asse orizzontale.Va osservato che il nodo delle guide con frizione, se sollecitato con i duecapi allineati, tende a rovesciarsi, pur restando valido come tenuta.

    E importante, come gia detto, frazionare e tensionare adeguatamente Ietratte (fig. 8) scegliendo fessure della roccia per piantare i chiodi 0 utiliz-zando cia che la natura ci offre (alberi, spuntoni, clessidre ...) per realizzaregli ancoraggi (fig. 9). Un buon punto di sosta a fine corda deve prevedere,dopo il tensionamento ed il bloccaggio (fig. 10), il collegamento con il trat-to successivo.

    Completiamo il percorso procedendo in discesa, dopo aver predispostoI'ultimo tiro di corda (fig. 11). AI capo finale si pone un accompagnatoreche si appende con I'imbracatura al termine dell'ultima tratta, e cura di te-nere ferma e tesa la corda (fig. 12). In caso di numero limitato di accom-pagnatori, 0 di concreto pericolo di cad uta sassi, si puo tendere la cordaagganciandovi un grappolo di zaini.

    Particolare attenzione va posta nelle manovre di recupero della cordafissa. Loperazione va eseguita, se il caso, con I'accompagnatore assicuratodal compagno secondo Ie tecniche della progressione di cordata 0 con lacalata a corda doppia.

    Nel caso di corde fisse articolate su varie tratte, si ottengono migliori ri-sultati procedendo ad una prima stesura veloce durante la quale si indivi-dua il percorso e si realizzano gli ancoraggi principali. Successivamente sitorna indietro, 0 altri attrezzatori seguono, e si prowede agli ancoraggi in-termedi ed alia messa in tiro del sistema. Questa procedura consente unaattrezzatura piu rapida ed un miglior sfruttamento del terreno, evitando Ie ri-petute correzioni successive che contraddistinguono la posa definitiva pas-so a passo.

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    CONSIDERAZIONI GENERALI

    Tutte Ie operazioni di posa e rimozione devono essere eseguite da ac-compagnatori in possesso di sicura capacita, opportunamente autoassicu-rati e/o assicurati secondo Ie regole della tecnica alpinistica.

    I singoli tratti di corda sono posti in trazione e bloccati per renderli indi-pendenti I'uno dall'altro. In tal modo Ie sollecitazioni impresse ad un deter-minato tratto non vengono trasmesse ai tratti contigui. Owiamente ciascuntratto di corda deve essere impegnato da una sola persona per volta.

    E garanzia di sicurezza presidiare ogni rinvio al fine di controllare Ie ma-novre effettuate dai giovani.

    Questi devono indossare casco e imbracatura ed essere muniti di "Ion-ge" (tratto di cordino 0 fettuccia, annodato in modo da formare due capi,per collegare gli autobloccanti all'imbracatura), due moschettoni a ghiera,due cordini per eseguire i nodi autobloccanti e, se il caso 1 0 richiede, didissipatore.

    Quale nodo autobloccante si utilizza il "prusik" che, oltre ad essere bidi-rezionale, ai giovani risulta di facile apprendimento e memorizzazione non-che eseguibile anche in situazioni di relativo stress psico-fisico.AII'inizio della corda fissa, nei tratti in sal ita e in discesa, il giovane si as-sicura ad essa con un prusik e, quindi, procede fino al primo rinvio. Qui siassicura al secondo tratto con un altro prusik e, solo allora, puo scioglierequello precedentemente predisposto e proseguire il percorso attrezzato. L amedesima operazione viene poi ripetuta ad ogni rinvio.

    Tale tecnica deve essere utilizzata nei tratti di media e lieve pendenza.Nelle traversate sicuramente orizzontali e anche possibile usare la tecnicadei due moschettoni collegati ai due estremi della "Ionge", al solo scopo divelocizzare I'attraversamento e 1 0 scavalcamento degli ancoraggi.Nei casi di pendenza accentuata, 0 dove Ie condizioni del terreno 10 ri-chiedano, in salita e in discesa, e indispensabile che i ragazzi siano assicu-rati dall'alto con la corda da un accompagnatore.

    L a ripetizione delle operazioni descritte costituisce una valida esercita-zione per i giovani che ne ricavano una propedeutica dimestichezza con icordini e con elementari manovre ed acquisiscono quella consapevole si-curezza necessaria in montagna per il gioioso superamento di dilficolta

    Non trascurabile I'importanza di lestrnoniare ai genitori del giovane ilgrado di afftdabilita di materiali e tecniche impiegati. Cia al fine di trasmette-re lora doverosa informazione e di opportunamente tranquillizzarli sulle ga-ranzie di incolurnita dei figli.

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    CONCLUSIONIQuesto studio ha inteso stimolare il dibattito su un argomento di grande

    importanza per I'accompagnamento di gruppi anche numerosi in monta-gna e sollecitare studi e proposte.

    Ulteriori esperienze di tutte Ie strutture del Club alpino interessate per laloro atfivita specifica potranno apportare nuovi contributi sull'argomento,nella costante ricerca di miglioramenti e perfezionamenti.

    BibliografiaTecnica di Roccia - CAl - Commissione nazionale Scuole di AlpinismoTecnica di Ghiaccio - CAl - Commissione nazionale Scuole di AlpinismoS cia/pinism o - CAl - Commissione nazionale Scuole di ScialpinismoTesta tecnico delle G uide a/pine - Associaziane guide alpine italianeResis tenza dei ma te ria /i spe /eo-aip in is tic i - Commissione tecnica materiali della sezione

    Spelea del CNSAS

    ~ IIp. Ed. Cesare Nani . Lipoma (Como)