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ambienti #Bastatacere Contro la violenza ostetrica Case da sogno Lusso a basso costo focus Donne in gioco La storia è ‘femmina’ società I L MONDO WEDDING S POSA LA B ELLEZZA Per la foto in copertina: “Donne da sposare” Il reality contest di Wedding Television e Anna Biccari Modella : Maria Pia Ercolino - Fotografia: Foto Star - Abito: Atelier Calabrese - Hair & make up: Biagio e Anna Biccari parrucchieri

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ambienti

#BastatacereContro la violenza ostetrica

Case da sognoLusso a basso costo

focus

Donne in giocoLa storia è ‘femmina’

società

IL MONDO WEDDINGSPOSA LA BELLEZZA

Per la foto in copertina:“Donne da sposare”

Il reality contest di Wedding Television e Anna Biccari

Modella : Maria Pia Ercolino - Fotografia: Foto Star - Abito: Atelier Calabrese - Hair & make up: Biagio e Anna Biccari parrucchieri

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Benessere13 Ginseng, tonico per corpo e mente

Sguardi d’arte14 In viaggio sulle tracce di Pietro

Itinerario romano per il Giubileo• Le “custodi” della Torre Normanna

Cinque donne e l’amore per i Monti Dauni

Ambienti15 Case da sogno

Quando il lusso è a basso costo

Società16 Donne in gioco

La storia è ‘femmina’• Sulla vetta dell’arte

La personale di Raffaele Guastamacchio

17 Rubriche

Cucina22 Ammalarsi di cibo

Riconoscere allergie e intolleranze

Tempo libero23 Astrologia, la scienza della felicità• Oroscopo

2 maggio - duemilasedici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

Una terapia d’urto. Uno shockper gli occhi e il cuore. Per 24 ore,Foggia ha ospitato la teca conte-nente quel che resta dell’auto dellascorta del giudice Giovanni Falconee davanti a quei resti - accolti nellascuola di polizia, grazie al progetto“Sulla scorta degli uomini corag-giosi” - hanno sfilato, in un silenzioinconsueto, gli studenti dellescuole di Foggia.

Davanti a quell’ammasso in-forme di lamiere, infatti, tutto ciòche ha a che fare con il malaffare,la criminalità organizzata e lamafia ha assunto una concretezzainaspettata e spaventosa. E questograzie ai resti di una Fiat Croma - la‘Quarto Savona Quindici’ - ricompo-sta con dignità e decoro, come si faper le persone care. La lamierecontorte, il contachilometri fermo,il sigillo di morte che pervade ognisuo centimetro induce ad una ri-flessione condivisa. Così l’ha ri-dotta la mafia, il 23 maggio del1992, quando 300 chili di tritolo fe-cero saltare in aria i pugliesi Anto-nio Montinaro, Rocco Dicillo e VitoSchifani, a Capaci. L’auto che se-guiva era quella del giudice Fal-cone. Una delle pagine più neredella storia recente. Vite immolatesull’altare dell’antimafia e che nonpossono essere dimenticate, né illoro sacrificio vanificato. La cittàschiaccia l’acceleratore sulla cul-tura della legalità e punta tutto suipiù giovani. Anche dall’Università diFoggia partono segnali importanti.Come la provocazione - ma nem-meno tanto - lanciata dal rettoreMaurizio Ricci e dal professore Cri-stoforo Pomara, ovvero attribuirecrediti formativi agli studenti atti-vamente impegnati in iniziative perla legalità. Una proposta, al mo-mento solo simbolica, che ha rac-colto numerose adesioni, tra lequali quella eccellente del Procu-ratore aggiunto della Procura diPalermo, Teresa Principato, daanni impegnata nella cattura delsuper latitante e boss Matteo Mes-sina Denaro.

E’ la seconda volta nel giro dipochi mesi che affrontiamo questetematiche. E’ evidente che Foggiasta indicando una nuova strada,lontana dalla deviazione delle re-gole di sistema che era diventataprassi. La ‘terapia d’urto’ smuovele coscienze, certo; ma deve esserein grado di crearne una nuova, col-lettiva e civile. Buona lettura.

sommarioPersonaggio

4 Nastassia CaliaLa voce che scalda l’Europa

Attualità5 Il ‘racconto’ in un calice di vino

‘Cantina La Marchesa’, 10 anni di storia

Focus6 #Bastatacere

Le donne contro la violenza ostetrica• La storia di Francesca

7 Giornate piene di amore e di latteIl punto di Selenia Accettulli, ostetrica

• Si rischierà una caccia alle streghe?Il punto di Tiziana Celeste, ginecologa

Politica8 La leadership delle donne

I progetti di rilancio per Asp, Fondazioni e società consortili

Bellezza10 Green Beauty11 I “trucchi” del make up

Salute 12 Baciati dal sole

Ad ognuno il suo fototipo

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneMariangela MarianiDalila CampanileLeonarda GirardiCarmen La GattaFrancesca Di Gioia

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Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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3maggio - duemilasedici

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4 maggio - duemilasedici

personaggiodi Mariangela Mariani

Il sogno di uno spettacolo a Foggia: “Sarebbe come tornare dall’esilio”

Tra teatro e musica: storia di un talento a tutto tondo

Èstata Arkadina nel Gabbiano,Liubov nel Giardino dei ciliegi,Sofia nel Platonov, Gertrude in

Amleto, Nelly in “Tutto” di RafaelSpregelburd, ora è Nastassia Calia intour per l’Europa con la sua band. Lasua voce ha scaldato Stoccolma, Hel-sinki, Tallin e Riga per poi continuareil giro tra Spagna, Marocco, Portogalloe Canarie. Un viaggio che è un po’ lametafora della sua vita di attrice, emi-grata per studiare e lavorare prima aRoma e poi a Milano: “Quando ero aFoggia non c’erano proprio dellestrutture in cui potessi riconoscermi,purtroppo, quindi si sceglie di andarevia. E mi sembra sempre di andarevia, da tantissimi posti, ma è una cosapositiva, non negativa”.

Nastassia Calia è stata la madrinadell’edizione 2015 del Foggia Film Fe-stival, e prima ancora aveva prestatoil volto e la verve comica ad un con-centrato di foggianità: la telenoveladel web “Acqua lorda”. Tra le tantevirtù, ha un raffinato sarcasmo,un’ironia spassosa.

Ha studiato alla Scuola di Teatrodel Piccolo di Milano, ed è impossibilescindere l’anima dell’attrice da quelladi cantante: “Ho studiato canto liricocon Lydia Stix, che era un’insegnanteprodigiosa, e poi canto moderno. Se-condo la scuola del Piccolo un attoredeve essere necessariamente un can-

tante. Il teatro è l’amore della mia vitacosì come il canto, ma c’è una diffe-renza: mentre nel teatro c’è anche uningaggio molto intellettuale, nel cantoè come se i miei pensieri si aprissero,c’è tanto altro che si manifesta ed èuna cosa che mi svuota la testa daipensieri. È un altro tipo di approccio.È l’unica differenza, ma per me re-stano complementari”. A marzo hafatto le valige ed è partita insieme aicinque musicisti provenienti da di-verse parti d’Italia.

Quale repertorio avete portato intour? E com’è nato questo progetto?

Abbiamo un’offerta variegata, cer-chiamo di coprire tutti i generi musi-cali, anche se io canto soprattutto jazz,soul e blues. Siamo una party band,nata da un anno e mezzo. Abbiamofatto dei provini ed è iniziata la nostraavventura, un’avventura ben retri-buita, devo ammetterlo. In Italia la si-tuazione è quella che è, soprattuttoper il teatro e per la disponibilità chehanno le persone a produrre o a inve-stire nei progetti. Devo essere onesta,sto facendo tutto questo anche per unritorno economico, perché con i soldiche porterò a casa da questa espe-rienza e anche con l’esperienza stessavoglio produrre un mio spettacolo tea-trale che intendo scrivere di miopugno. Era l’occasione sia per dareun’altra svecchiatina alla creatività ve-

dendo cose nuove, sia per avere uncapitale da investire sul mio progetto.

Che tipo di riscontro hai avutonegli altri Paesi da parte del pubblico?

È stato bellissimo perché in Sveziasono puri, calorosissimi. C’è da direche in Svezia e in Finlandia non si re-spira la crisi, e questo si avverte anchenel divertimento e nella disponibilitàall’ascolto. Quando mi sono trovata acantare dei pezzi prettamente italiani,tipo Caruso, ho visto la gente esal-tarsi, mi hanno portato fiori, un si-gnore mi ha dato una bottiglia diChampagne con un calice. Si lascia-vano emozionare, non c’era diffidenza,non c’era filtro. Molte volte hanno gri-dato sotto al palco perché continuas-simo a suonare. Una delle cose che miha divertita di più è stata cantare unpaio di canzoni degli Abba - che inSvezia sono il massimo - e vedere ilpubblico impazzire perché tu stavi fa-cendo un omaggio alla loro cultura. InItalia il rapporto con il pubblico è unpo’ più filtrato, invece lì se c’è da bal-lare ballano, si divertono e sono rico-noscenti. A fine concerto ciabbracciavano e ci ringraziavano. Unacosa assurda.

Qual è stato e qual è oggi il tuo le-game con Foggia?

È complesso avendo allargatosempre di più gli orizzonti, fino a spin-germi in quello che per me era il nord

massimo che immaginavo da Foggia.La vedo sempre come casa mia chia-ramente, dove ci sono i miei genitori.Il punto è questo: mi piacerebbe vera-mente lavorare a Foggia e dare allamia città qualcosa di artistico, in qual-che modo esistere per la mia cittàcome artista e dare il mio contributoin questo senso. Poi l’ho fatto in modopiù o meno divertente giocando conAntonio Cappiello per la telenovela, cidivertivamo molto, era un gioco, perònella mia testa frulla sempre l’idea difare uno spettacolo dedicato e di riu-scire a farlo a casa mia, perché sa-rebbe bello, sarebbe come tornaredall’esilio che poi in qualche modouno ha dovuto affrontare per poterstudiare e per potersi formare.

La voce di Nastassia Calia scalda l’Europa

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5maggio - duemilasedici

attualità

Il vino come un racconto. Una storiad’amore che affonda le radici nel ter-reno e spiega le sue ali al sole. Un

racconto che parla di tradizione, dedi-zione e sacrificio. C’è tutto un mondodentro un calice di vino. “C’è la storia dichi lo produce, che rappresenta un si-gillo speciale”, spiega Marika Maggi che,insieme al marito Sergio Grasso, ha av-viato il progetto ‘Cantina La Marchesa’,a Lucera. “In un calice di vino si trova ilracconto di un anno di lavoro: 365 giornidi sole o di pioggia, l’impegno dellavigna, la dedizione per la trasformazionedel prodotto e i sentimenti di chi lo pro-duce”.

Un progetto che nasce nel 2006,frutto di una passione comune tra Ma-rika, già sommelier professionista, eSergio, viticoltore, oggi suo marito. “Ciaveva unito sin da subito la passione peril vino e insieme abbiamo voluto darevita ad una nuova avventura”. Ovvero,una cantina che puntasse tutto sulle ra-dici del territorio e che potesse fare

dell’artigianalità del la-voro il suo punto di forza.

“Per noi è fondamen-tale il rispetto della ma-nualità: quello che fa lamano dell’uomo non rie-sce a fare la macchina.Ad oggi abbiamo 14 ettarivitati a circa 300 metridall’azienda: questo vuoldire che dal taglio deitralci alla lavorazione incantina trascorre pochis-simo tempo, per mante-nere inalterata la grandeconcentrazione di sapori e aromi”, con-tinua Marika Maggi.

Cantina La Marchesa produce vinida vitigni autoctoni: Nero di Troia, Mon-tepulciano, Bombino Bianco, Fiano Pu-gliese e Falanghina. “Siamo partiti 10anni fa con tre etichette: bianco “Il Qua-drello”, rosato “Il Melograno” e rosso“Donna Cecilia”. Poi abbiamo concen-trato la nostra sfida sui vini rosati, che

rappresentano ilnostro tratto di-stintivo”, continuaMarika Maggi.

Per far affermare un territorio, quindi,bisogna tornare alle origini. “Devi rac-contare da dove sei partito. Per questoinsistiamo sulla valorizzazione del vinorosato, in passato tanto bistrattato; in re-altà parliamo di un prodotto molto sofi-sticato, più complesso di un vino rosso eche si presta a tantissimi abbinamenti”.

A queste prime tipologie di vino, sisono aggiunte, con il passare degli anni,una piccola produzione di Nero di Troia

il “Nerone”, una bottiglia importantegrazie all’affinamento in barrique di ro-vere francese, il “Cacc’è mmitte”, unicaDoc di Lucera, ma reinterpretata se-condo la filosofia “Cantina La Marchesa”e infine “Il Capriccio della Marchesa”, unFiano in purezza fermentato in barrique.“Un prodotto molto particolare, un vinobianco complesso, strutturato, profondo,dallo stile molto francese”.

Una sfida ai palati nella quale Ma-rika e Sergio si sono lanciati a capofitto.“E’ un lavoro stimolante; occupandomisoprattutto della commercializzazionedei prodotti sono portata a viaggiare

molto e a scoprire la ricchezza di questomondo”.

Ultimo viaggio, ma solo in ordine ditempo, è stata la tappa al Vinitaly, pre-stigioso palcoscenico dove confrontarsicon il meglio dell’enologia nazionale einternazionale. “Siamo al nostro sestoVinitaly: in questi anni la Puglia si è con-quistata una fetta di mercato impor-tante, e anche i vini di Capitanatainiziano ad emergere. Noi siamo moltoapprezzati per il nostro rosato ’Il Melo-grano’, che trascina molti produttori”.

Insomma, per la ‘Cantina La Mar-chesa’, la produzione di vino è come pro-cesso artigianale, un lavoro di ceselloper un’opera irripetibile. “Mi piace col-legare sempre il vino a differenti formed’arte”, puntualizza ancora MarikaMaggi. “Per il lancio de ‘Il Capriccio’, adesempio, insieme a Valentina Italiani,una cara amica creativa ed esperta dimoda, abbiamo lanciato un cofanettospeciale: ad ogni bottiglia di vino era ab-binata una collana, creazione artisticaunica in pietre naturali. Un progetto cheè nato da uno scatto fotografico di Clau-dio Brufola, esposto in una mostra adEataly, a Roma, che Arianna Greco, pit-trice salentina, ha trasformato in dipinto.Dopotutto, il mondo del vino, oggi, èsempre più donna”.

Il ‘racconto’ dentro un calice di vino“Cantina La Marchesa”, a Lucera: alle radici del nostro territorio

Dall’amore della nostra terra

un vino pieno d’amore

Strada provinciale N.8 al km 1 (strada per Castelnuovo) - Lucera (FG) - Telefono: +39 0881 52 40 00 - Fax: +39 0881 52 40 00 - Cellulare: +39 337.838702 - +39 329.0946868

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Dieci anni fa l’inizio dell’avventura:la sfida (vinta) di Marika e Sergio

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Come un sassolino che diventavalanga. Così è stata la campa-gna mediatica #Bastatacere

che, in 15 giorni (tanto si era propo-sta di durare), ha travolto l’Italia in-tera, raccogliendo migliaia e migliaiadi testimonianze in materia di vio-lenza ostetrica. Dentro c’è un po’ ditutto: manovre dolorose (forse inu-tili), umiliazioni e derisioni, tagli ecuciture senza anestesia, vere e pro-prie mutilazioni genitali. Oltre all’as-senza totale di rispetto per il corpo,che diventa “carne da macello” alservizio di turni e necessità deglioperatori sanitari.

Nata sul web, per due settimane#Bastatacere ha monopolizzato i so-cial esplodendo come una bomba:tantissime donne si sono confrontatecon altre esperienze di abuso oste-trico e si sono sentite meno sole.Così hanno trovato la forza di denun-ciare i loro vissuti consapevoli di tro-vare un contrappunto reale alleproprie sensazioni e al proprio do-lore. Veri e propri racconti dell’or-rore, al limite della disumanità edella prepotenza medica: in 15 giornisono state raccolte oltre 1200 testi-monianze in formato cartello-fotoche segnano le coordinate di un fe-nomeno trasversale che riguarda lamaggior parte degli ospedali italiani,dal nord al sud.

Una “pioggia” di storie crude e di-rette, appuntate su fogli di quadernone,post-it e cartelloni, che raccontanoesperienze negate e sottaciute pertanto, troppo tempo. Troppo spesso, leutenti dell’assistenza alla maternitàsono escluse dalle decisioni sul per-corso nascita e sulle politiche sanitarieche riguardano il loro corpo e i loro bam-bini. Le loro voci non vengono ascoltate,eppure esse descrivono un quadro pre-occupante in cui emerge come nell’as-sistenza alla nascita i dirittifondamentali e costituzionali non ven-gano rispettati. Tanto da dover ricorreread una proposta di legge per introdurreil reato di violenza ostetrica, punibile conla reclusione da due a quattro anni, salvoche il fatto costituisca più grave reato.

#BASTATACERE. La campagnanasce il 4 aprile con l’intento di durare

15 giorni. “Si tratta di una sensibilizza-zione mediatica verso il tema dell’abusoe mancanza di rispetto nella nascitapresso le strutture ospedaliere, cosìcome definito dall’Organizzazione Mon-diale della Sanità sull’abuso nel parto,detta anche violenza ostetrica”, spiega a6Donna Elena Skoko del coordinamentoHuman Rights in Childbirth in Italia, unnewtork di madri e avvocate attiviste peri diritti umani della nascita. Lei, insiemealla collega Alessandra Battisti (en-trambe in foto), è una delle anime delprogetto nato in collaborazione con LaGoccia Magica, Nanay e Alma Mater. “Lacampagna è legata alla proposta dilegge Zaccagnini che tratta di temi legati

ad un fenomeno purtroppo molto dif-fuso”, continua. “Parliamo di un feno-meno che dura da quanto dural’ospedalizzazione, un fenomeno intrin-seco a questa organizzazione”, continuaSkoko. “Noi ne abbiamo raccolto testi-monianze dirette. Nei primi sette giorniabbiamo raccolto 10mila like sulla pa-gina appena nata. In 15 giorni il numeroè più che raddoppiato e ancora cresce.Circa 1200 testimonianze in formato

cartello-foto e moltissime altre in for-mato testuale; il gesto di portare sullapiazza globale la propria esperienza,spesso negata a lungo, ha avuto ancheun effetto terapeutico. Il nostro è statoun esperimento sociale”.

TRATTAMENTI ABUSANTI. Il testodell’OMS evidenzia quali siano i tratta-menti che le donne subiscono durantel’assistenza al parto e in particolare eche possono definirsi trattamenti abu-santi, inumani e irrispettosi della dignitàdella partoriente. Tra questi figuranol’abuso fisico diretto, la profonda umilia-zione e l’abuso verbale, procedure me-diche coercitive o non acconsentite(inclusa la sterilizzazione) e la man-canza di riservatezza. Ancora, rientranoin questa categoria la carenza di un con-senso realmente informato, il rifiuto dioffrire un’adeguata terapia per il doloree la trascuratezza nell’assistenza alparto con complicazioni altrimenti evi-tabili che mettono in pericolo la vita delladonna. Scorrendo le testimonianze, silegge di “episiotomia e sutura senzaanestesia”, manovre effettuate senzaconsenso, umiliazioni morali (“spingi,

che lo vuoi far morire questo bambino?”)e fisiche (“fanno del mio corpo ciò chegli pare: episiotomia, Kristeller, ventosee forcipe. Sembra un tiro alla fune…” ).

LA PROPOSTA DI LEGGE. L’11marzo 2016 è stata depositata la propo-sta di legge “Norme per la tutela dei di-ritti della partoriente e del neonato e perla promozione del parto fisiologico” daparte dell’On. Adriano Zaccagnini di Si-nistra Italiana. La proposta propone il ri-spetto dei fondamentali diritti umanidella madre e delle persone che na-scono perché garantire i diritti significaanche garantire sicurezza e salute. “Per

la prima volta si definisce cos’è un abusoin sala parto”, puntualizza Skoko. Sitratta di una proposta che mette lamadre e il bambino al centro del si-stema: nessuna legge sulla nascita, in-

fatti, deve prescindere dal rispetto deidiritti fondamentali e costituzionali dellepersone assistite, e gli utenti hanno il di-ritto di partecipare attivamente all’assi-stenza sanitaria a loro fornita e allepolitiche sulla salute. La proposta dilegge introduce il reato di violenza oste-trica che - viene precisato - non vuolecostituire un attacco generalizzato allacategoria medica.

LA REALTA’ IN PUGLIA. Data la ri-strettezza dei tempi, non è stato possi-bile fare un censimento delle esperienzeregione per regione. Ma a tastare ilpolso della situazione pugliese nell’am-bito dell’esperienza #Bastatacere èstata Denise Montinaro, di Lecce, attivi-sta dell’associazione Rinascere al Natu-rale e Comitato per la Buona Nascita.“Quello che ho percepito, e che arrivaanche dall’esperienza matura in questianni a contatto con le donne di Puglia, èche si sta diffondendo la consapevolezzache quello che viene offerto non è unservizio che tutela la nostra salute”,spiega. Attraverso questa esperienza, “èstato scoperchiato un ‘Vaso di Pandora’.Le vittime di violenza ostetrica si sonosentite accolte e comprese, cosa chenon sempre la famiglia, le amiche e glistessi compagni sono in grado di fare.Non è facile comprendere la sofferenzae il senso di abuso che si può provare at-traverso un’assistenza di quel tipo. Que-sto riscoprirsi ‘non sole’ ha unitotantissime donne che si sono trovate adavere un riscontro alle proprie sensa-zioni e al proprio dolore”. E a chiedererispetto.

focus

6 maggio - duemilasedici

Spesso durante la nascita, i diritti fondamentali e costituzionali non vengano rispettatiAl punto da dover introdurre un reato, punibile con la reclusione da 2 a 4 anni

Al fronte contro la violenza ostetrica

“Diremo a tuo marito che sei stata brava…”Mai più un parto medicalizzato. Lo

aveva promesso a sé stessa e ha tenutofede alla sua parola. Così, per la nascitadel secondo figlio, appena tre mesi fa,Francesca - docente di danze orientalifoggiana e mamma di due bambini - haoptato per il parto in casa. E non si èpentita della sua scelta. Troppo negativaè stata la prima esperienza, in ospe-dale; una delle tante storie che sono an-date a confluire nella campagna#Bastatacere, contro la violenza oste-trica in Italia. “Violenza non è soltantoquella materiale, fisica, corporea; vio-lenza è anche non essere libere di spe-rimentare le proprie competenze,seguire i propri bisogni e i tempi fisiolo-gici dell’esperienza del parto”, spiega.

“La mia prima esperienza di partonon è stata affatto felice”, confessa. Ri-percorre a larghi tratti quella lunga gior-nata, iniziata con un tocografo malposizionato e che non riusciva a regi-

strare le contrazioni, e andata avanti conun “bombardamento” di ossitocina peraccelerare un processo in realtà già inatto. Ricorda con chiarezza il dolore perla dilatazione manuale dell’utero e tuttele procedure atte a velocizzare un’espe-rienza che di naturale non aveva piùnulla. “In questo modo una donna non èlibera di seguire i tempi fisiologici delparto e, quel che è peggio, è iniziata unaprocedura di emergenza della qualeforse non c’era bisogno”, continua. “Erostanca, affamata e assetata, ma stavobene”, ribadisce a più riprese. “Eppuresono scattate sia l’episiotomia che la

manovra di Kristeller (questo il dolorepiù intenso di tutto il parto) spacciatecome ‘aiutino’. Poi, una volta nato ilbambino”, continua, “mi è stata dettauna frase agghiacciante: ’A tuo maritodiremo che sei stata brava’; un giudiziogratuito che è stata la cosa più lacerantedi tutto. Mi sono sentita umiliata e sonouscita dalla sala parto piangendo, e lemie non erano lacrime di gioia”.

Per la nascita del suo secondo figlio,Francesca ha deciso di partorire incasa. “Una scelta ponderata e convinta.Ho avuto la possibilità di gestire il doloree i tempi del parto, di sperimentare lemie competenze e di vivere l’esperienzadel travaglio sorretta e sostenuta damio marito. Un’esperienza che uniscela coppia in modo profondo”, spiega.“Sono stata accudita e seguita con de-dizione e tatto. Ero in compagnia di miomarito e di due ostetriche espertissimeche mi hanno seguito senza intralciare

i miei bisogni”.Dopo la prima esperienza, per due

anni Francesca è rimasta in silenzio.“Per me quel vissuto è stato un grossotrauma. Poi sono entrata in contatto conl’associazione ‘Mamme Arcobaleno’ diFoggia e lì ho conosciuto delle ostetri-che che mi hanno aiutato a capire chequello che è successo a me, in realtàaccade in tutti gli ospedali d’Italia. Misono sentita meno sola e quando è ini-ziata la campagna mediatica #Bastata-cere ho immediatamente aderito”. Sullaproposta di legge in materia di violenzaostetrica ha le idee chiare: “E’ uno deitanti passi. In genere preferisco che siproceda non per imposizione di leggema per riflessioni condivise. Però pa-zienza: se questa può essere una ma-niera per riformulare i protocolli dinascita e rivedere i comportamenti leassunzioni in questo campo allora benvenga”.

Il primo parto di Francesca, tra le storie di #Bastatacere

Le coordinate di un fenomeno al limite della disumanità e prepotenza medica

la testimonianza

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focusGiornate piene di amore e di latte

Panze, manine, massaggi: sono così le“giornate di amore e di latte” di SeleniaAccettulli (in foto), una delle socie fon-

datrici di Iside. La vita è tutta lì. Da due anni,ha reinventato, insieme ad altre due colleghe,la missione di accompagnare i piccoli mira-coli: il Centro di Arte Ostetrica si prende curadella donna dal concepimento alla meno-pausa. La formula funziona alla grande pro-prio perché garantisce la continuitàdell’assistenza, fino all’anno di vita. La donnanon si sente sola, quella spiacevole sensa-zione che, al contrario di quanto si possa pen-sare, la assale più nel post parto, che neltravaglio.

Selenia Accettulli è decisamente favore-vole alla proposta di legge sulla violenza oste-trica: “Finalmente abbiamo cominciato adaprire gli occhi perché più si va avanti e più laviolenza ostetrica aumenta, anche se non sene parla ancora tantissimo. Si parla tanto diviolenza sulle donne ma la prima violenza chefacciamo alle donne è lì, in sala parto. Io nonlavoro in ospedale ma seguo le donne dallagravidanza al parto e oltre: su dieci storie cheraccontano otto sono storie tristi e trasfor-

mano il parto in un momento tragico che portala donna, molto spesso, a non avere più figli.Non vengono garantite le linee guida che poisono l’ABC: il libero movimento, la libera po-sizione tutto quello che appartiene al nostrocorpo e ci viene tolto perché deveessere medicalizzato. Utilizzarela medicina in modo eccessivo inrealtà è un danno per la donna eper il bambino”.

A maggio anche Foggia hacelebrato la giornata internazio-nale dell’ostetrica e ha sceltouna passeggiata tra donne daPiazza Cesare Battisti all’isolapedonale per stringere un nuovopatto di alleanza e ripensare ilruolo delle ostetriche che “nonsono quelle che fanno nascere ibambini, che in realtà nasconoda soli”. Sotto l’hashtag #ostetricheperledon-neorapiuchemai hanno dato voce alla catego-ria.

“Sicuramente il numero di ostetricheiscritte all’albo è altissimo e la percentualeche poi si è presentata in piazza era bassis-

sima. Forse dobbiamo ancora lavorare su noistesse, però è stato bellissimo vedere tutte ledonne, le coppie che ho seguito e le altre col-leghe tornare lì per ascoltare le testimonianzein uno scambio reciproco di affetto. Perché poi

quello che dai ti ri-torna tutto”.

Nel suo carnetci sono storie chehanno il tepore diuna casa, unascelta consape-vole, minoritaria intermini percentualirispetto all’ospe-dale. Eppure siviene ancora almondo tra le muradomestiche. “È ilmio lavoro e lo fac-

cio non perché sia di moda come molti pen-sano o un ritorno al passato. È un parto cheviene fatto in sicurezza, sia per la mamma cheper il bambino, che rispetta dei criteri ben pre-cisi per cui non tutte le donne possono parto-rire a casa ma sicuramente la maggior parte

di loro può, perché sappiamo bene che la gra-vidanza è un processo fisiologico per cui senon ci sono fattori di rischio tutte le donne po-trebbero scegliere la casa. Paradossalmente,se fatto secondo i criteri, è il luogo più sicuroper la donna e per il bambino perché non c’èfretta, vengono rispettati i tempi, e perché insicurezza segui tutta la fisiologia di quel mo-mento, di quella donna e di quel bambino”.

Selenia Accettulli, ostetrica per vocazionee per passione a giudicare dai suoi sorrisi,continua ad emozionarsi ad ogni pancione. Ela più grande bellezza è tutto il tempo del viag-gio. “Lo dico sempre: non mi abituerò mai, nelsenso che credo non diventerà mai una cosascontata perché poi ogni nuova vita ti dà delleemozioni diverse. Dal massaggio al pancionedove il bambino ti risponde e ti accompagnacon le mani - che sembra una favoletta e in-vece è esattamente così - fino al momento piùbello, quando riesci ad accompagnare questadonna anche al parto e quindi siete tutti lì, ladonna, il bambino, il compagno e tu. Rinascela donna, nasce il bambino ma rinasci anchetu, ogni volta, come donna e come ostetrica”.

Mariangela Mariani

Timori in corsia: “Si rischia una caccia alle streghe”

Selenia Accettulli (Iside): “Su dieci storie raccontate otto sono tragiche”

Il punto di vista della dottoressa Tiziana Celeste, ginecologa

7maggio - duemilasedici

In oltre quindici anni di lavoro havisto formarsi migliaia di famiglie, con-tribuendo a far nascere altrettanti bam-bini. “Ho visto tante nuove vite venire allaluce, non abbastanza per sentire il miocuore ancora più vicino a Dio, ma quantobasta per farmi sentire utile e anche unpo’ speciale”, confessa la ginecologa Ti-ziana Celeste (in foto). Da sempre, si al-terna tra ferma dolcezza e dolcefermezza lungo il percorso che accom-pagna le future mamme (e i futuri papà)verso una genitorialità informata e con-sapevole, vivendo la sua professione“con passione ed estrema dedizione”.Eppure non nasconde i suoi dubbi e lesue preoccupazioni in merito allo scena-rio che si sta delineando attorno almondo dell’ostetricia e della ginecolo-gia. Il riferimento è alla proposta dilegge Zaccagnini, una norma per intro-durre il reato di violenza ostetrica. “Sequesta proposta dovesse passare, sarànecessario ravvisare i termini in cui saràredatta, altrimenti potrebbe trasfor-marsi in una sorta di caccia alle stre-

ghe”, spiega la dottoressa Celeste.Sono in molte, tra ginecologhe e

ostetriche, a vivere questa proposta dilegge come una sorta di “serrata” controla categoria, “quando in realtà bastavaintrodurre un codice etico, delle nuovelinee guida evidentemente necessarie”,spiega.

Non è una vita semplice, quella deiginecologi. “Nella scala delle categorieassicurative noi siamo al secondo posto,dopo i cardiochirurghi, ad ex aequo congli anestesisti. Abbiamo i premi assicu-rativi più alti nella sfera medica e questola dice lunga sul nostro carico di respon-sabilità. Questo perché la nostra specia-lizzazione - l’ostetricia - è una branca diemergenza-urgenza e anche perchépossono verificarsi degli eventi inattesi,imprevedibili e talvolta incontrollabiliche vanno al di là della capacità profes-sionale di chi si trova ad operare”.

Ha seguito con attenzione i risvoltidell’inchiesta che a Reggio Calabria hainteressato i suoi colleghi - “episodi chegettano un’onta vergognosa che pende

su tutta la categoria sanitaria”, stigma-tizza - e i termini della campagna #Ba-statacere, le mamme al fronte mediaticoper denunciare casi di violenza ostetrica.“Per quella che è la mia esperienza -precisa la dott.ssa Celeste - ho notatouna tendenza, da parte delle pazienti edei loro familiari, ad enfatizzare alcunicomportamenti, a confondere atteggia-menti che possono sembrare po’ fretto-losi, con una mancanza di empatia, curaed attenzioni. Ci sono colleghi - continua- caratterialmente ruvidi e poco predi-sposti all’interazione, e questo è un datodi fatto. Ma in generale credo sia giustoconsiderare anche tutte le variabili chesi realizzano durante un turno di lavoro:stiamo andando verso l’implosione dellestrutture sanitarie, in quanto non ci sonosufficienti finanziamenti per garantire ilnumero minimo e necessario di figuresanitarie preposte a far funzionare beneun reparto. Si continua a lavorare sottoorganico, con infermieri, ostetriche emedici costretti a coprire turni massa-cranti. Queste variabili hanno un

enorme peso, ma non possono giustifi-care in alcun modo eventuali mancanzedi sensibilità, educazione, rispetto eumanità nei confronti delle pazienti”.

Su un punto non transige: lei, che hasempre fatto del dialogo con le pazientiuno dei suoi punti di forza, non ammetteleggerezza in materia di informazione.“Tutte le manovre e le procedure dia-gnostiche invasive strumentali e chirur-giche devono essere precedute da unacorretta informazione, affinché il con-senso sia realmente informato. Pur-troppo, il modo in cui questeinformazioni vengono fornite dipendonosempre dal numero di persone in turno,da quanto carico di lavoro c’è in quelmomento e anche da chi sta lavorando.Per questo è importante che le parto-rienti vengano adeguatamente prepa-rate tanto dai rispettivi ginecologidurante tutto l’arco della gravidanza,quanto dai corsi di preparazione alparto”. Le colpe, però, non sono solo deimedici. “Devo constatare che alcunedonne (soprattutto se alla prima espe-

rienza) non si sentono in grado di affron-tare la tensione e i dolori del travaglio edel parto, e fanno pressioni per ricevere‘aiutini’ e per ricorrere al cesareo. Certo,il travaglio non è facile per nessuna etalvolta le partorienti non collaboranopiù e si dissociano completamente. Staalla bravura del personale prendere inmano la situazione e discernere traquelle donne che vogliono essere spro-nate, anche duramente, e quelle che vo-gliono essere assecondate e consolate.A volte si sbagliano le valutazioni, puòcapitare, ma nulla può giustificare com-portamenti al limite della prepotenza edella disumanità”.

Troppe le variabili che si realizzano durante i turni di lavoro“Stiamo andando verso l’implosione delle strutture sanitarie”

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La più ricca Azienda di Servizi alla Persona del Mezzo-giorno d’Italia è guidata per la prima volta nella sua storiada una donna. Il Governatore della Puglia Michele Emilianoconsegna alla sua fedelissima Patrizia Lusi - che per la cro-naca non percepisce un euro, in quanto l’incarico è a titologratuito - il tesoretto più consistente, quello della storicaAsp Vincenzo Zaccagnino di San Nicandro Garganico. Le èandata di lusso. Formalmente, a dieci giorni dalla firma, ri-spetto all’amica Lia Azzarone, aspetta un ultimo atto dellaRegione per l’insediamento, che nel caso della De Piccolel-lis non serve: dopo la delibera di Giunta per l’attribuzionedella presidenza, c’è un ulteriore passaggio, ovvero il de-

creto di ricostituzione del Cda. All’interno del Consiglio diAmministrazione ci saranno tre consiglieri comunali, due dimaggioranza e uno di opposizione, ed un rappresentanteindicato dalla Diocesi di San Severo.

“C’è tanto da fare, perché non c’è solo la gestione di unpatrimonio di 2300 ettari di terra più diversi immobili in varicomuni tra cui Foggia, Apricena e San Severo. Anzi, non ètanto quello, quanto le possibilità che ci sono, oltre alla co-munità per minori che già esiste e che accoglie al momento12 minori che provengono da tutta la provincia di Foggia eche vivono in condizioni di disagio per cui i genitori non pos-sono mantenerli e vengono assegnati dal Tribunale alla co-

munità per essere seguiti. È residenziale, quindi vivono là.Ci sono opportunità infinite, sempre tenendo presente lamission di quella che era la Fondazione Zaccagnino e ora èuna Asp: essere vicini ai minori in difficoltà. Zaccagnino nelsuo testamento scrisse fino alle scuole medie, però la co-munità accoglie ragazzi fino alla maggiore età, e la missionè utilizzare i fondi per sviluppare azioni a favore dei minori.Il mio obiettivo è sicuramente potenziare questo tipo diazioni in varie forme, perché poi l’assistenza ai minori nonè solo dare loro un tetto e un ambiente affettivo e socialeconfortevole qualora i minori non lo avessero, ma è anchearricchire la vita di questi bambini e ragazzi soddisfacendoanche altre esigenze di carattere culturale, sociale, di con-vivialità. C’è da fare così tanto per nutrire anche lo spiritooltre che il corpo”.

Il più ingarbugliato degli incarichi è toccato a Lia Azza-rone. È il terreno scivoloso dell’ASP “Marchese Filippo DePiccolellis” di Foggia, travolta dallo scandalo delle assun-zioni senza concorso e commissariata dall’allora Governa-tore della Puglia Nichi Vendola nel 2014.

Ora Lia Azzarone, sempre in qualità di commissario, tra-ghetterà l’ex Fondazione di Via degli Aviatori in questa faseparticolarmente delicata. “C’è da fare una ricognizione ini-ziale: la prima cosa che sto facendo è cercare di capire dache parte cominciare - spiega solo tre giorni dopo il suo in-sediamento - In realtà devo dire che il mio predecessore,Stefano Catapano, ha già fatto un ottimo lavoro”.

L’Oasi Bianca, casa di riposo per anziani a cinque stellefinanziata con circa 3 milioni di fondi europei, non è mai statacompletata e il cantiere, dove peraltro ha perso la vita unoperaio, è ancora bloccato. “Sto chiedendo carte, sto comin-

ciando ad avere incontri con i tecnici. Chiaramente lì c’è unazona sotto sequestro, è attenzionata dalla magistratura, col-laboro con la Guardia di Finanza, questo è il lavoro che bi-sogna fare al momento: avere tutte le carte e con i tecnicicapire a che punto stanno le cose. Molte carte sono sotto se-questro, anche se la Finanza mi ha detto che se ne ho biso-gno avrò tutta la collaborazione. L’obiettivo è di continuaresulla scorta di quello che ha fatto Catapano e di rimetteretutto in ordine. È chiaro che non è semplice, non è bastatoun anno. Il mio personale obiettivo è consegnare alla cittàquella grande struttura: mi sembra il minimo, questa cittàne ha bisogno”.

Consolante la visita al Centro Diurno socio-educativo e

riabilitativo Oasi Verde, destinato a diversamente abili e pa-zienti psichiatrici stabilizzati: “Sono andata lì, ho conosciutoi ragazzi, la struttura, i dipendenti. È una bellissima realtà”.

Sul piano politico, il commissario Lia Azzarone non ri-sparmia una risposta al vetriolo alla consigliera regionaleM5S Rosa Barone: “Deve imparare a leggere le carte, aleggere la politica e a studiare. Io non legifero da com-missario di una Asp, e se ci devono essere concorsiper chi non legifera loro mi devono spiegare qualisono le competenze che hanno per candidarsi a farei consiglieri regionali per cui vanno a legiferare. Lecompetenze di chi è candidato al Consiglio regionale,quali sono, il click su internet?”.

Obiettivo Oasi BiancaQUI DE PICCOLELLIS

8 maggio - duemilasedici

politicaa cura di Mariangela Mariani

I progetti di rilancio di Asp, Fondazioni e società consortili

LA LEADERSHIP DELLE DONNELa capolista eccola qua. Patrizia Lusi in odor di nomine dai tempi della campagna

elettorale è stata ricompensata con un incarico di prestigio: a maggio ha firmato lanomina a presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Servizi alla

Persona Vincenzo Zaccagnino. Lia Azzarone, nel comitato di reggenza del PD provinciale,è il Commissario di un’altra Asp, la De Piccolellis, che non è tutta rose e fiori. Leadershipalle donne: più che un cambio di rotta, è la fisiologica evoluzione della scelta del Gover-natore Michele Emiliano di valorizzare la componente femminile del Partito Democraticodopo l’obbrobrio bipartisan della bocciatura della proposta di legge di iniziativa popolare50 e 50 per il riequilibrio di genere in Consiglio Regionale (sanato solo dal Parlamento).

Sono incarichi di natura fiduciaria, assegnati direttamente dal Presidente della Re-gione e dalla sua Giunta. Nel caso di Promodaunia, una costola della Provincia, i decreti

di nomina del nuovo Cda sono firmati dal Presidente Francesco Miglio. Il passaggio di testimone è avvenuto tra due donne, nonostante le prime indiscrezioni

propendessero per il cambio di genere: dopo Billa Consiglio che a dicembre aveva ras-segnato le sue dimissioni e ora presiede la Fondazione ITS Apulia Digital Maker, adessoc’è Rosa Cicolella.

Non si spertica in omaggi e complimenti la consigliera regionale del Movimento Cin-que Stelle Rosa Barone che aveva chiesto un giro di vite: stop alle nomine politiche eavanti col bando pubblico. E quando ha prevalso la logica del Manuale Cencelli, ha definitole spartizioni di quelle che sono pur sempre poltrone “degne della peggiore politica edex democrazia cristiana”. Le donne del PD non si disturbano più di tanto e a pochi giornidalle nomine conoscono già vita, morte e miracoli delle ex Fondazioni benefiche.

Archiviata la pratica dell’ex Diomede, Promodauniapuò tornare a concentrarsi sulla valorizzazione del patri-monio ambientale e culturale della Provincia di Foggia. Ilavoratori sono stati assorbiti dalla società consortile e imusei provinciali, l’Infopoint e l’Osservatorio sul turismo,dopo una lucidata, possono riaprire. Già sotto la presi-denza di Billa Consiglio erano state avviate le procedureper tentare di mettere in cassaforte il destino dei dipen-denti, ora c’è addirittura la possibilità che il personalepossa essere ricollocato nell’organico della Regione, nel-l’ambito del processo di riordino delle funzioni non fonda-mentali delle Province.

Rosa Cicolella, ora alla guida di Promodaunia, vuolerilanciare quei musei trasformandoli in contenitori più di-namici.

“Ci sono risorse che hanno sempre lavorato alle pro-gettualità con le scuole, quindi proveremo a rianimare leattività culturali, perché il museo può essere uno spazio

attivo dove proporre anche conoscenza di un territorio”. Lefrullano nella testa tante idee: “A breve, ho intenzione diconvocare un tavolo tecnico con quelli che sono i maggioripromotori o quantomeno gli attori di tutte le attività turi-stiche e culturali della Capitanata. E siccome Promodau-nia viene fuori da un bel Progetto di Eccellenza per i MontiDauni, la nostra idea è quella di lanciare un Progetto di Ec-cellenza per il Gargano. Vorremo focalizzare e valorizzarealcuni aspetti: per esempio, abbiamo intenzione di far par-tecipare a questo tavolo chi oggi fa e mette a sistema nelweb i percorsi turistici, perché manca sul Gargano una Appche restituisca una visione complessiva, una sorta di ag-gregatore, una guida turistico-culturale. Mi ero interfac-ciata con un trabucchiere di Vieste che conserva ancora iltrabucco per la sola pesca, e siccome l’Europa ha lanciatoun bando abbastanza importante proprio sulle attività dipesca tradizionali, ci sarebbe la possibilità di partecipareed eventualmente attingere ai fondi europei. Soprattutto

in questo tempo in cui i giovani vanno alla ricerca di nuovimodi di fare impresa, potrebbe essere interessante lavo-rare sulle tradizioni che possono ancora essere traman-date. Alla conoscenza del metodo di pesca, magarimostrandolo anche nelle ore serali, si potrebbe unire sem-mai l’aspetto gastronomico”.

Un paio di progetti per iniziare, non di più: “Chiaro chel’idea è quella di fare rete: turismo e cultura devono andareinsieme. Non dobbiamo sovrapporci all’esistente ma ca-pire come integrarci. Si potrebbero valorizzare, ad esem-pio, i siti religiosi in un’altra ottica, con un approcciodiverso, più laico, come luoghi improntati alla vita semplicelontana dai centri urbani, alla contemplazione”. Non si sbi-lancia in un giudizio sulla chiacchierata edizione specialedella Lonely Planet per #weareinPuglia, e non intendecerto farne un doppione: “L’ho vista molto velocemente, iovorrei modernizzare, togliere un po’ di gesso, una guidameno istituzionale, più viva e facilmente fruibile”.

Il futuro della Comunità Alloggio per minori

Un progetto di eccellenza per il Gargano

QUI ZACCAGNINO

QUI PROMODAUNIAfo

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Lia Azzarone

Patrizia Lusi

Rosa Cicolella

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9maggio - duemilasedici

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10 maggio - duemilasedici

rubricabellezzaPartner Davines, a Foggia, è “Angolo Zen”

Ricette in cambio di sconti con ilprogetto “La bellezza in tavola”,che strizza l’occhio all’ambiente

La bellezza tende una mano all’ambiente, estrizza l’occhio alla cucina e alle tradizioni lo-cali. Una formula originale utilizzata dal-

l’azienda Davines, che promuove prodotti dibellezza e per la cura dei capelli, il cui ideale trovada sempre ispirazione nel concetto di equilibrio trasostanza e forma, una bellezza in grado salvaguar-dare l’ambiente. E’ nel solco della filosofia Davinesche si inserisce l’iniziativa “La bellezza in tavola”.

IL PROGETTO. L’iniziativa - in esclusiva per isaloni partener - consiste in una campagna di co-municazione digitale che possa legare insieme letradizioni culinarie del Belpaese, la bellezza so-stenibile e la salvaguardia dell’ambiente.

Per partecipare è necessario accedere al sitoDavines, al portale internet del salone di riferi-mento o ai loro principali social. In questo modosarà possibile scaricare il coupon che, debita-mente stampato e compilato, potrà esser utilizzatoper un servizio colore nella settimana dal 6 al 10giugno. Portando con sé una ricetta stagionale ti-pica della propria città, la cliente riceverà il valore

di 15 euro, da utilizzare sul servizio colore o sul-l’acquisto di almeno due prodotti della linea Davi-nes. A Foggia, è possibile partecipare all’eventopresso il salone “Angolo Zen”, di Carmen Rubanoe Rita Biondi.

STORIA E TRADIZIONI. Le ricette tipiche di luo-ghi e stagioni narrano la storia locale, mantengonoin vita le lavorazioni artigianali, tutelano la biodi-versità e divulgano la cultura del cibo come fontedi impatto sulla salute nostra e del pianeta. Con-cetti che non potevano lasciare indifferenti unaazienda che si fonda sui concetti del bello e delbuono. Inoltre, il parrucchiere di riferimento, nellavisione di generare un business sostenibile, sce-glierà quale uso fare del patrimonio di ricette rac-colte e su come questo impatterà sulla comunità.Le possibilità e le idee sono illimitate: dalla lororaccolta in un libro da divulgare sul territorio allarealizzazione di eventi di cooking experience, pas-sando per incontri con esperti nutrizionisti o am-bientalisti. Non resta che spolverare i libri di ricettedelle nonne.

Green beauty

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11maggio - duemilasedici

I consigli per una corretta beauty-routine

I “trucchi” del make up

Un buon make-up è quello in grado di mini-mizzare le imperfezioni e valorizzare i puntidi forza di ognuno. Una vera e propria arte,

insomma, da imparare e mettere in pratica “ar-mandosi” di creme, pennelli e polveri. Da “AngoloZen”, si è svolta una giornata dedicata al correttomake up con uno dei migliori truccatori d’Italia: sitratta di Giuseppe Chiatante, collaboratore di DiegoDalla Palma, che ha presentato la nuova linea VoilàRevlon Professional, firmata proprio da DallaPalma. Da quella giornata, abbiamo estrapolatoalcuni semplici consigli e piccoli accorgimenti damettere in pratica per una corretta beauty-routine.

- Detergere sempre il viso con una crema.L’obiettivo è mettere in luce l’incarnato: per questoè importante partire da correttori di diversi colori,che vanno stesi su tutto il viso coprendo le imper-fezioni.

- Mai applicare il fondotinta direttamente sulviso: se me mette un po’ su una mano e poi con unpennello lo si preleva e lo si stende, partendo dagliocchi (per coprire le occhiaie) e continuando versol’esterno. Il fondotinta va applicato anche sulle lab-bra, per trattenere più a lungo il rossetto. Non deveesserci stacco tra il collo (che non va mai truccato)e il viso, per questo bisogna scegliere un coloreneutro, non troppo scuro.

- La cipria va sempre utilizzata, perché fissa il

trucco creando uno “scudo”, usando un pennellogrande. Si applica partendo dagli occhi, avendol’accortezza di stendere bene la pelle affinché nonsi creino segni di espressione. Deve essere dellostesso colore della pelle.

- Matita nera, un vero e proprio must. Si devestendere la pelle dell’occhio e tracciare piccolitratti facendo attenzione a non lasciare spazi traciglia e matita. Nella parte interna dell’occhio, lalinea deve essere più sottile e ci si ferma alla finedelle ciglia. La matita va anche messa sotto all’oc-chio, sia nella parte interna che in quella esterna.Se l’occhio è piccolo, è preferibile non usarla nellarima inferiore.

- L’eyeliner va usato dopo la matita e deve ter-minare con un triangolo scaleno in modo che siaun prolungamento dell’arco ciliare in base allapiega palpebrale.

- Focus su labbra: contornarle sempre con unamatita, così che il rossetto non fuoriesca, lascian-done il cuore vuoto. Applicare il rossetto, facendoin modo che non si veda lo stacco con la matita. Simette anche al centro e si crea un effetto 3D.Quando la parte inferiore e quella superiore dellabbro non sono perfettamente uguali le si equili-bra con la matita, ingrandendo quella più piccola.Se l’occhio è truccato con colori vistosi, il labbrodeve essere più naturale, e viceversa.

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saluteAd ognuno il suo fototipo: come scegliere la crema solare

Bastano piccoli accorgimenti per ottenere

il massimo dal proprio filtro solare

Baciati dal sole Sicuramente sai già che spalmare la

crema solare è d’obbligo per evitarescottature e proteggere la pelle dal

sole. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo ilmare, come recita il vecchio adagio: sonotanti gli errori commessi che annullano l’ef-ficacia protettiva dei filtri solari. Lo sbagliopiù comune è quello di utilizzare il prodottodell’anno precedente. Si crede di risparmiaree invece si finisce per far pagare il conto piùsalato alla propria pelle, perché questo tipodi lozione perde efficacia sul lungo periododopo l’apertura. Fare una scelta consapevoleè il primo passo per ottenere il massimodalla propria crema solare. Bisogna partiredal fototipo: ne esistono principalmente seiche vanno dal grado 1 (occhi chiari, pellechiarissima, efelidi) fino ad arrivare al grado6 (carnagione nera, capelli neri, occhi scuri).

Nella vasta gamma di prodotti in commer-cio c’è sicuramente quello che fa al casotuo, altrimenti basta farsi aiutare dal

farmacista.

SOLE NEMICO | Il sole può essere un vero ne-mico per chi si ritrova una cute sensibile:l’esposizione alla luce solare e al calore infattiprovoca arrossamenti, pizzicore, sensazioni dibruciore fino alle irritazioni più fastidiose. Chiha questo problema ma desidera una sanatintarella deve acquistare un filtro solare spe-cifico, prediligendo un numero di protezioneelevato. L’attenzione in più potrebbe esserequella di scegliere un prodotto ecobio, privo diquegli ingredienti che potrebbero risultare ag-gressivi per una pelle delicata. Anche l’epider-mide dei bambini ha bisogno di particolari

attenzioni: meglio scegliere unacrema solare dedicata, magari re-sistente all’acqua e facilmente ap-plicabile come lo spray. Il sole è ilnemico numero uno anche di chiha i tatuaggi: le radiazioni sbiadi-scono il nero, rendendolo simile alverde; munirsi di un pratico stickda spalmare sull’area interessatapuò essere la soluzione migliore.La consistenza compatta di questipreparati si assorbe facilmente e conserva labrillantezza dei colori.

ISTRUZIONI PER L’USO Non basta acquistareuna crema solare adampio spettro se poi nonla si usa nel modo giusto.Prima di applicare il pro-

dotto, il flacone va agi-tato per permettere alle particelle

protettive di distribuirsi in manierauniforme. Il filtro solare va steso

almeno mezz’ora prima diesporsi al sole, per permettere

agli ingredienti di penetrare afondo nella cute. La quan-

tità giusta corrisponde adun bicchierino di liquore

(35 ml) da cospargerecon più applicazioni.

E’ consigliabile utilizzaredue prodotti differentiper il corpo e per il viso:in commercio esistonocreme solari antirughe.Anche se il filtro solare èwaterproof è preferibile

applicarlo nuovamente dopo il bagno,dopo la doccia o semplicemente dopoaver sudato stando sdraiati al sole. Lapelle ha assunto un bel colorito am-brato? Bisogna continuare l’utilizzodella crema solare per proteggersi dalleradiazioni dannose e prevenire le antie-stetiche macchie solari. A fine giornatavia libera al doposole per un bel mas-saggio nutriente. La tua pelle ringra-zierà.

MITI DA SFATARE | I raggi ultravioletti possono essere ri-flessi dall’acqua, dalla sabbia e anche da neve e cemento:questo significa che il rischio scottatura persiste anchequando si sta all’ombra e persino durante una giornata nu-volosa. Anche la cattiva abitudine di relegare l’uso della pro-tezione solare alla situazione vacanziera ci espone allescottature da “sole involontario” ovvero quello preso in città,

mentre si passeg-gia o si va in bici. Li-mitare i danni èpossibile ricordan-dosi di applicare lacrema solare quoti-dianamente, dalmomento in cui sialzano le tempera-ture.

Dalila Campanile

12 maggio - duemilasedici

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13maggio - duemilasedici

benessere

a cura del dott. Gianluca D’Alessandro

Il ginseng è un rimedio naturale universal-mente riconosciuto ricavato dalle radici della piantaappartenente alla specie Panax ginseng. E’ utiliz-zato in Cina, Corea, Giappone e Russia come tonicoe stimolante per l’organismo. E’ interessante co-noscere il significato del nome ginseng, che legadue termini come gin (uomo) e seng (radice): infattila radice ricorda una forma umana. Oltre che cometonico generaleper il corpo e perla mente, il gin-seng veniva uti-l i z z a t osoprattutto nellacura degli statifebbrili. Ora nevengono effet-tuati anche altriutilizzi, in parti-colare in caso diaffaticamento edifficoltà di con-centrazione. Puòessere utile perrivitalizzare un fi-sico debilitato eper ridurre il senso di stanchezza e la capacità diresistere alla fatica, in quanto il ginseng può stimo-lare la produzione di adrenalina. E’ inoltre racco-mandato nei periodi di convalescenza, poichéstimola il processo di guarigione.

Il ginseng contiene 12 tipi di sostanze chimichebioattive, una delle quali è considerata in grado didiminuire i livelli della glicemia e di migliorare glieffetti dell’insulina. Il ginseng presenta inoltre pro-prietà antiossidanti, antinfiammatorie, antidepres-

sive e afrodisiache. E’ in grado di diminuire i livellidi colesterolo nel sangue e ha effetti positivi sullacircolazione sanguigna che sulla memoria. E’ con-siderato inoltre in grado di migliorare la funziona-lità polmonare. E’ inoltre importante conoscere leproprietà nutritive del ginseng che possono essereutili a tutti, indipendentemente dall’età.

Poiché stimola il funzionamento delle ghian-dole endocrine, il ginseng accresce l’assorbimentodelle vitamine e dei sali minerali. Inoltre è in grado

di aiutarel’organismoad adattarsia condizioniesterne sfa-v o r e v o l i ,come ilfreddo, lostress e lamalnutri-zione. Laquantità dicomponentiattivi pre-senti nelleradici au-menta conil passare

del tempo, tanto che si ritiene che il ginseng sia daconsiderarsi pienamente maturo quando la piantaraggiunge un’età di sei anni. Considerato uno sti-molante per il sistema immunitario, il ginseng èraccomandato in caso di abbassamento delle di-fese dell’organismo, soprattutto nei periodi inver-nali, in cui si può essere più di frequente soggetti araffreddore e febbre. E’ d’aiuto in caso di affatica-mento mentale sia per i giovani che per gli adulti egli anziani.

Una radice dalle mille proprietà

Tonico per il corpo e la mente

IL GINSENG

Grazie alle sue proprietà, il ginseng si rivela un ottimo rimedio antiage poiché i gin-senosidi sono noti per la loro capacità di stimolare la produzione di collagene; sem-bra inoltre che i ginsenosidi siano in grado di facilitare l’espressione di fattoriproteici associati alla proliferazione cellulare e di proteggere i cheratinociti controi danni dei raggi solari. Per queste sue proprietà, la radice di ginseng trova impiego,oltre che per la produzione di integratori alimentari, anche per la formulazione dicreme antirughe per il viso e trattamenti tonificanti per la pelle del corpo.

MASCHERA RIVITALIZZANTE AL GINSENG

Per ridare luminosità alla pelle spenta,provate questa maschera per il viso una odue volte alla settimana:• 2 cucchiai di gin-seng in polvere• 2 cucchiai di acquademineralizzata• 1 cucchiaio di acquadi rose

In una piccola ciotolamescolate la polvere di ginseng all’acquademineralizzata e all’acqua di rose. Appli-cate la maschera sulla pelle del viso evi-tando il contorno occhi e lasciate in posaper circa dieci minuti dopodiché risciac-quate con acqua tiepida.

GEL ANTIRUGHE AL GINSENG

Per prevenire e minimizzare le rughe e mi-gliorare il tono della pelle, utilizzate questosemplicissimo gel a base di aloe:

• 100 grammi digel d’Aloe vera

• 2 millilitri diestratto idroal-colico di ginseng

• 3 gocce di olioessenziale digeranio

Mescolate al gel d’aloe l’estratto idroalco-lico di ginseng e l’olio essenziale. Riponetein un contenitore pulito e asciutto e utiliz-zate il gel per idratare la pelle del viso, deldecolleté e della mani.

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14 maggio - duemilasedici

sguardi d’arte

“Petros eni[enesti]”. È questa la scrittagraffita che suona come una altisonanteaffermazione, incisa quindi a caratteri ca-

pitali in greco antico sul così detto “muro rosso”,detto anche “muro g”. Un frammento di intonacoche proviene dalla Necropoli vaticana, quella perintenderci che si sviluppa al di sotto dell’alzato dellacelebre basilica petrina e che un tempo interessavain forma di sito sepolcrale il colle Vaticano, una al-tura extra moenia della municipalità romana, postaal di là del fiume Tevere.

Furono gli scavi realizzati dall’équipe di Mar-gherita Guarducci nel secolo scorso, ad identificarele reliquie ritrovate nell’oculo di una tomba terra-gna appartentenete al Trofeo di Gaio, nell’ipogeovaticano, con quelle dell’apostolo Pietro. L’ufficialitàarrivò nell’annnuncio fatto da Paolo VI che il 26 giu-gno 1968 durante una udienza pubblica e le spogliemortali furono visibili per la prima volta durante

una mostra inaugurata nel 2006 per celebrare ilcinquecentesimo anniversario della costruzionedella Basilica Vaticana. Ma se la cassetta rinvenutanelle Grotte al di sotto della Confessione nel “muro

g[raffito]” sembrerebbe coincidere con quella de-scritta anche dalle fonti coeve (come ad esempionei testi di Eusebio di Cesarea) con quella conte-nente le reliquie del corpo di Pietro, diverso è illuogo dove avvenne il suo martirio.

È infatti nella chiesa di San Pietro in Montorio(Mons Aureus, monte dorato come veniva chiamatala parte Sud del Gianicolo, per il colore giallo dellesue sabbie), in una zona confinante con il Circolo diCaligola e con i celebri orti neroniani, che si con-serva la memoria storica dell’avvenuto martirio ecrocifissione del “pescatore di uomini”. Qui di fiancoalla chiesa che ha le fattezze di una cappella mo-numentale affrescata tra gli altri da Giorgio Vasarie Francesco Salviati, firmatari della grande sta-gione manierista nella versione tosco-romana, sierge l’empireo dell’arte rinascimntale: il tempiettodel Bramante. L’opera, voluta dall’architetto urbi-nate, sorge nel punto esatto dove fu posto il legnoche vide crocifisso a testa in giù Pietro e commis-sionata dai Re Cattolici di Spagna in un tenimentoche già apparteneva alla corona spagnola, ancoraoggi occupato dalla Reale Accademia di Spagna dicui si possono ammmirare i bellissimi edifici e leterrazze panoramiche sulle pendici del Gianicolo.

L’ultimo luogo che porta un vincolo indissolu-bile con la vita del primo papa, oltre alle Grotte Va-ticane e a San Pietro in Montorio, ma che raccontaanche un momento di cedimento nell’incessantepredicazione, è posto all’incrocio tra la via Appia ela via Ardeatina. È la chiesa di Santa Maria in Pal-mis che conserva infatti all’interno una improntadei piedi di Cristo, una copia in realtà perché l’ori-

ginale è nelle Catacombe di San Sebastiano (unodei più antichi complessi catacombali di età impe-riale). La chiesetta fu costruita nell’XI secolo nelluogo in cui la tradizione vuole che Gesù abbia ri-posto alla celebre domanda proprio all’apostoloPietro in fuga da Roma perseguitato da Nerone.“Domine, quo vadis?”, avrebbe chiesto Pietro alrabbi che passava con indosso la pesante croce, elui: “A Roma, per essere di nuovo crocifisso”. Pie-tro, compreso il rimprovero, tornò sui suoi passi edaffrontò il martirio. L’impronta attribuita al Cristonell’attimo in cui viene fermato da Pietro, e forseun ex voto pagano, ha consegnato alla chiesetta ru-pestre il nome anche di Santa Maria ad passus o adtransitum, nome conservato fino al XV secolo.

Francesca Di Gioia

Roma, un viaggio sulle tracce di PietroUn itinerario per il Giubileo della Misericordia

San Pietro in Montorio e Santa Maria in Palmis. Alla scoperta del primo papa

Santoro&Co: “Così portiamo l’Italia sui Monti Dauni”

Le “custodi” dellaTorre Normanna

Cinque donne e l’amore per la propria terra

A Pietramontecorvino, cin-que donne ai piedi della Torrenormanna si prendono curadella propria terra e delle pro-prie tradizioni: sono le ‘Volon-tarie della Torre’. “Tuttonacque nella calda serata del 4agosto dello scorso anno - rac-conta Rossana Santoro, unadelle cinque paladine dei MontiDauni - quando il sindaco delpaese, Raimondo Giallella, ciconvocò per presentarci unprogetto che avrebbe segnatoun punto di svolta per noi e peril nostro piccolo centro”.

Rossana Santoro, CaterinaCircelli, Antonella Di Ruberto,Rachele Moccia ed Ida Iannelli,questi i nomi delle Volontarieche, prima di entrare a far parte di questa inizia-tiva, si conoscevano solo di vista. Oggi sono acco-munate da un unico obiettivo: la promozione delproprio territorio. “Nel nostro paese – continua laSantoro – mancava un Punto Informazioni e pro-prio da qui è nata l’idea del CIT (Centro Informa-zioni Turistiche)”.

Ubicato nella suggestiva sede della Torre nor-manna del paese, il centro informazioni è ormaidiventato il cuore del borgo, tappa obbligata deitanti visitatori del paese, Bandiera arancione delTouring Club Italiano.

Organizzazione di eventi, manifestazioni e vi-site guidate tra le loro principali attività, il tuttovolto a far conoscere a più gente possibile le bel-lezze della propria terra. Ed i numeri dimostranoche la bizzarra idea di una calda sera d’estate stadiventando ogni giorno di più una realtà: 1700 i vi-sitatori iscritti solo in pochi mesi nel registro di

monitoraggio.Numerose sono state le at-

tività organizzate dalle cinquevolontarie, che hanno fatto sa-lire sul cucuzzolo dei MontiDauni i tanti turisti provenientida tutta la regione e da tuttaItalia, dalla rappresentazioneteatrale de “Il Vangelo secondoCaravaggio”, a mostre di pit-tura, passando per le feste peri più piccoli, come quella diHalloween e quella di BabboNatale, che nelle festività nata-lizie ha portato tanti regali atutti i bambini del paese ac-corsi in una stanza della Torrenormanna che, per quellagiornata, si è trasformata in unangolo della Lapponia.

Si definiscono “Vispe, Volontarie IndipendentiSenza Padroni” le donne del CIT, perché distantida ogni schieramento politico, neutrali ed indi-pendenti, anche se a volte ciò significa grandi sa-crifici nel far quadrare i conti; molto spesso, però,ci sono state collaborazioni con l’Amministra-zione, come per esempio in occasione della Gior-nata della Bandiera Arancione o della prossimaGiornata dei Borghi Romantici del 25 Giugno. “Noisiamo delle privilegiate, abbiamo fatto della no-stra passione per il territorio il nostro lavoro –conclude fiera la Santoro – e siamo orgogliose diaver messo su dal niente un’organizzazione cheormai si regge in piedi da sola e cammina sulleproprie gambe. Siamo entusiaste e motivate, epromettiamo tante nuove iniziative per questaestate che si preannuncia pregna di eventi in rosa,ancora una volta nel segno della donna”.

Leonarda Girardi

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ambientiBasta un dettaglio “prezioso” per dare tono a tutto l’ambiente

Guardando le riviste d’arreda-mento un po’ tutti noi identifi-chiamo quegli ambienti come

“case da sogno”, quasi irraggiungibili,destinate ad una ristretta elite. Re-stiamo incantati davanti all’opulenzadei tessuti pregiati ed associamo ine-vitabilmente l’eleganza al costo ele-vato. In realtà oggi il settore tessileoffre alternative altrettanto “d’effetto”con costi contenuti ed una manuten-zione più pratica. E’ la rivoluzione dei“nuovi sintetici”, frutto di anni di ri-cerca per dare alle fibre di sintesil’aspetto ed il fascino delle fibre natu-rali. Dobbiamo dimenticare il polie-stere lucido e scricchiolante ed aprircia nuove texture più morbide, setose,avvolgenti, che possono dare tono ainostri ambienti senza costi elevati.

Tessuti belli ma nello stessotempo resistenti e pratici. Le fibre na-turali conservano il loro fascino, è in-negabile, ma spesso sono delicate erichiedono una manutenzione a seccoche poco si sposa con la praticità della

vita quotidiana. Case belle si, ma so-prattutto vivibili, specialmente perchéoggi gli ambienti sono aperti e quindidiventa prioritario coniugare esteticae funzionalità. In particolare vannoevidenziati i pregi di quelli che sonosempre stati identificati come “tessutitecnici”, cioè gli ignifughi e gli outdoor.

I primi sono nati per il contract alber-ghiero e per i locali pubblici, ma oggitrovano sempre più impiego nell’usodomestico perché sono molto resi-stenti e facilmente lavabili in casa purmantenendo spesso un aspetto ele-gante.

L’offerta varia dal classico al mo-

derno con la possibilità di realizzarenumerosi coordinati. Gli outdoor in-vece nascono per gli esterni ma oggisono diventati un’interessante propo-sta per la tappezzeria dei divani mo-derni, in quanto sono impermeabili,imputrescibili, con elevata soliditàall’uso ed alla luce, ed anche derma-tologicamente testati e monitorati daicentri skin care. Detto questo, certa-mente il fruscìo della seta o la fre-schezza di un lino sono impareggiabili,ma è importante valutare anche alter-native sintetiche senza per questopensare di togliere importanza all’ar-redo tessile. Come sempre si possonomixare materiali diversi in base al-l’uso, scegliendo tessuti più resistentie pratici per le strutture fisse tipo te-state di letti e divani e magari conce-dendosi qualche sfizio in più neltendaggio. Questo infatti è spesso pu-ramente decorativo, non sottoposto asollecitazioni di trazione od usura dasfregamento e anche soggetto a la-vaggi meno aggressivi. E poi non sot-

tovalutiamo mai l’importanza deicomplementi come cuscini, coprita-voli, runner. Spesso basta un piccolodettaglio “prezioso” per date tono atutto l’ambiente, quel particolare chefa la differenza, che personalizza lanostra casa rendendola unica e spe-ciale. Oggi si può davvero scegliere ilmeglio in base alle proprie esigenzeabitative, riuscendo a coniugare altodesign ad un costo contenuto.

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DI ROBERTA

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Page 16: 6Donna #5 117

16 maggio - duemilasedici16

Ripercorrere gli ultimi 70 anni di storia attra-verso i volti e le storie delle donne che hannocontribuito a costruirla. Dal 1946 ad oggi, ov-

vero da quando le donne hanno conquistato il dirittoal voto e hanno acquisito, quindi, una loro identitàpolitica. Un viaggio accattivante, tra protagonistedel passato e del presente, da realizzare con duemazzi di carte, due dadi e un gioco in scatola.Stiamo parlando di “Donne in gioco”, primo giocodi formazione realizzato in Europa e ideato da ElenaLuviso, giurista informatico e giornalista di originifoggiane, realizzato dalla ‘Modiano’ e presentatoufficialmente a Montecitorio, nell’ambito delle ce-lebrazioni per il 70° anniversario del diritto di votoalle donne.

“Donne in gioco” è un progetto educativo-for-mativo finalizzato all’alfabetizzazione di genere,ideato da Luviso e basato su un metodo applicativosperimentale. E’ la giurista foggiana la “mente” delprogetto, nato dopo 26 anni trascorsi a lavorare trale donne, per le donne. Ma sono tante le “braccia”che hanno contribuito all’opera, che a più ripresedefinisce “collettiva, corale”. Dopotutto, da soli, nonsi va da nessuna parte.

Tanti i volti presenti sulle carte, tante “regine”di una società costruita mat-

tone dopo mattone inogni ambito, eppure

ancora in dive-nire. Tra loron u m e r o s edonne fog-giane e pu-g l i e s i :

scorrendo il mazzo, si rico-noscono, tra gli altri, i visi deldirettore d’orchestra GiannaFratta, di Daniela Eronia edElena Gentile, solo per ci-tarne alcuni.

Accanto a loro, l’étoileCarla Fracci, l’astrofisicaMargherita Hack, la politicaNilde Iotti e l’astronauta Sa-mantha Cristoforetti. “Lascelta delle protagoniste diquesto gioco è stata fatta dalcomitato scientifico nazio-nale seguendo un doppio binario”, spiega Luvisio.“Da una parte quello della riconoscibilità, con per-sonaggi di fama mondiale, dall’altro quello della ri-conoscenza, verso tutte quelle persone forsesconosciute ai più, ma che ogni giorno lavoranosodo nel dietro le quinte”.

Il meccanismo di gioco risulta subito coinvol-

gente ed è stato ideato per un pub-blico trasversale di giovani e menogiovani. “Inoltre, insieme ad un teamdi pediatri, pedagogisti e psicologiabbiamo pensato ad una versionededicata ai bambini della scuola pri-maria, perché non è mai troppo pre-sto per avviarsi alla cultura digenere”, continua Luviso.

Dopo la presentazione nazionaledel progetto, Luviso ha voluto omag-giare la sua città natale, dove “Donnein gioco” verrà presentato nell’am-bito di una due-giorni organizzata a

Palazzo Dogana, i prossimi 24 e 25 maggio. All’evento parteciperanno, tra gli altri, l’onore-

vole Livia Turco e la Consigliera Nazionale di ParitàFrancesca Bagni Cipriani (in foto),per la prima volta a Foggia. Du-rante la serata, verranno presen-tate le prime tre carte di “Donnein gioco” realizzate in inglese,francese e spagnolo, in attesa ditradurre l’intero progetto in 18 lin-gue per una capillare diffusione inambito europeo.

Il progetto è solo agli albori:accanto all’alfabetizzazione allacultura di genere, l’obiettivo èanche quello di creare mappatura geografica del-l’impegno donna sul territorio, attraverso la realiz-zazione di altri mazzi di carte con altreprotagoniste, regione dopo regione.

Il progetto, inoltre, contribuisce alla lotta alla

ludopatia, sostenendo il concetto secondo il qualesi può imparare giocando, senza cadere nella trap-pola del vizio.

L’idea è stata accolta con grande slancio dallaConsigliera di Parità della Provincia di Foggia, An-

tonietta Colasanto, che si è fatta promotricedella diffusione delle scatole da gioco nellescuole di Foggia. “Dobbiamo sperimentarci intutti i percorsi alternativi per coinvolgere lenuove generazioni”, spiega la consigliera Colan-santo. “Donne in gioco ha la forza di unire duegenerazioni e due mondi diversi. La trasversalitàdelle scelte operate, inoltre, rende l’idea dellarete di talenti, ingegni e impegno che sottende ilterritorio. Dalla politica al sindacato, dal mondodella scienza a quello dell’arte, le donne sonoovunque, sono la forza di ogni settore”.Elena Luviso, presidente dell’A.d.e.c.o.c. - As-

sociazione Diritti e Culture Organizzare Comuni-cando, si è fatta anche promotrice della proposta dilegge per l’istituzione di una Giornata Nazionale fis-sata nel 10 marzo, giorno in cui le donne hanno ac-quisito individualità politica.

La proposta ha trovato ascolto nell’onorevoleRoberta Agostini che ne sta seguendo l’iter. In que-sto modo si valorizzerà una tappa fondamentaledella storia italiana.

società“Donne in gioco”, la storia è ‘femmina’

Due mazzi di carte e un gioco per ripercorrere gli ultimi 70 anni

Il prossimo 24 maggio, nei locali di Palazzo Dogana sarà allestita la mostra “I volti della Repubblica”, con i ritratti delleprotagoniste di “Donne in Gioco”, ovvero gli originali delle carte pittoriche realizzate da quattro giovani artisti foggiani,ovvero Louis Antonio Palumbo, Eleonora Iorio, Roberta Romeo e Luciana Chirici.

L’ultima mostra del maestro RaffaeleGuastamacchio nasce dall’amore perl’archeologia. Un amore “sognato” e

illuminato in technicolor. Una personaleche “nasce da un sogno, da un’avventuraimmaginata e tenuta nel cuore e nellamente per tanto tempo. E Monte Sognatodiventa il luogo della magia e dell’incontrocon un tesoro, da riportare alla luce fingen-dosi, almeno per un giorno sognato, ar-cheologo”.

Queste le parole con le quali GloriaFazia, direttrice del Museo Civico di Foggiaintroduce la personale ‘Dall’alto di MonteSognato’ ospitata fino al 31 maggio nei lo-cali del museo di piazza Nigri, strutturache, con i temi della mostra, ha tanto in co-mune.

Non si tratta solo di un allestimento ar-tistico, ma di un vero e proprio percorso diarte visiva curato dalla stessa Fazia e dal

critico d’arte Angelo Calabrese; entrambiben conoscono la profondità creativa diGuastamacchio e si sono lasciati guidare inun percorso originale e coinvolgente, unmodo diverso di interpretare le traccedell’antichità con lamano innovatricedell’artista, che ri-crea un mondo a co-lori ormai svanito dasecoli.

“Nell’antro diMonte Sognato, cheevidentemente non èlontanissimo dallaPuglia, emergono,quasi in un sacrarioimmaginario, ante-fisse e stele daunie,che riportano allanostra mente i re-

perti esposti nei musei della nostra terra eanche in quello di Foggia”, continua Fazia.“Ma l’estro di Guastamacchio compie unprodigio, e questi antichi segnacoli ditombe e ornamenti di tetti prendono vita

grazie al colore”. Squilli di colori originali e ina-

spettati, ben distanti dai rossi, daineri e dai colori pastello che riu-sciamo a immaginare dal pocoche resta; il sogno di Guastamac-chio si tinge di violetti, verdoni,gialli vibranti della policromiaresa visibile dalla lampada diWood.

La mostra ‘Dall’alto di MonteSognato’ è visitabile ogni giorno,escluso il lunedì, dalle 9 alle 13;martedì e giovedì anche nel po-meriggio dalle 16 alle 19.

Angela Dalicco

Al Museo Civico la personale del maestro Raffaele Guastamacchio

L’amore per l’archeologia, “sognato” e illuminato in technicolorNato nel comune di San

Severo, nell’Alto Tavoliere,ma foggiano di adozione,Raffaele Guastamacchio siè formato presso l’Accade-mia di Belle Arti del capo-luogo dauno, dove ha avutocome docenti Elio FilippoAccrocca e Luciano Luisi,ed ha insegnato Decora-zione e Tecniche delle inci-sioni in varie Accademie diBelle Arti italiane. Speri-mentatore accanito, l’arti-sta ha sempre rinnovato ilsuo registro espressivo finoa installazioni in grado dicoinvolgere lo spettatorerendendolo protagonista.

Dall’alto di Monte Sognato, sulla vetta dell’arteL’ARTISTA

Un progetto educativo sulla cultura di genere, ideato da Elena Luviso,un viaggio accattivante, tra le protagoniste del passato e del presente

mostre

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17maggio - duemilasedici

Il pianto: ciò che maggiormente al-larma una madre, nel primomese di vita del bambino, procu-

rando ansia e tensione, sono le gridadi pianto che avvolgeranno la casanel momento in cui il bebè avrà lanecessità di comunicare un suo bi-sogno o una sua sensazione internache lo spaventa, essendo, special-mente all’inizio, tutto nuovo e scono-sciuto per lui.

E’ importante mantenere lacalma affinché la madre possa rapi-damente individuare la causa delpianto, che può essere: fisica, comela fame, il freddo o un dolore, oppureemotiva come a risposta di un eventoesterno inatteso che lo ha turbato oad un improvviso senso di abban-dono e solitudine. Sullivan nella suateoria delle relazioni interpersonalidiceva che lo sviluppo della persona-lità e dei disturbi psichici (ansia) èmarcato dalle relazioni (esperienze)immaginarie o reali con gli altri enon da fattori intrinseci dell’indivi-duo. Esso è stato creato per pz. psi-cotici soprattutto per i schizofrenicied è curabile. Per gli altri teorici la

causa è un disturbo organico delcervello o del metabolismo, in pre-senza di una famiglia difficile, dal ve-dere le persone diverse da quelleche sono e da un abbassamentodell’autostima.

L’ansia da forma al sé e regolal’interazione con gli altri. Sullivanprendeva spunto dalla teoria dellerelazioni oggettuali di M. Klein dicevache la presenza del bisogno delbambino determina una relazione diqualità particolare tra lui e la madre;il tono emotivo di tenerezza materna

(presenza/assenza di angoscia, col-lera, gentilezza …), piuttosto che ilsoddisfacimento del bisogno, contri-buisce in modo decisivo alla forma-

zione della personalità del bambino.I bisogni di gratificazioni/frustra-zione sorgono spontaneamente nelbambino, ma l’ansia è qualcosa chelo coglie dall’esterno.

Sullivan distingue tra  paura eansia. La paura: il bambino si spa-venta se ha fame e non viene soddi-sfatto o con un rumore forte, essaagisce come tendenza all’integra-zione poiché viene espressa attra-verso il pianto che attira l’adulto chesi prenderà cura di lui e affronterà ilproblema.

L’ansia, per contro non ha un og-getto specifico e non sorge dall’au-mento di tensione del bambino.Sullivan definiva legame empatico latendenza alla fusione contagiosadegli umori, dall’adulto al bambino.Se l’adulto è rilassato e a suo agio ilbambino oscilla tra stati di benes-sere euforico a stati di tensione; sel’adulto invece è in stato d’ansia ilbambino piange; così si creerà unostato d’ansia maggiore perchél’adulto non sa come calmarlo. Ilbambino definisce la madre buona(non ansiosa) e madre cattiva (an-

siosa). Tutti gli adulti che si prendonocura di lui nello stato ansioso per ilbambino vengono definiti madre cat-tiva. La differenza per il bambino èche in questi due stati diversi, lastessa persona per lui sono due per-sone diverse.

Poco a poco il bambino acquistaun controllo sempre maggiore sulsuo destino. Prende coscienza dellamadre buona o cattiva da segnaliverbali paraverbali e non verbali. Ilsecondo passaggio cruciale per ilbambino si ha quando si accorge cheil fatto che si avvicini la madre buonao cattiva dipenda da lui. Ovvero sirende conto dell’effetto ansioso ocalmante che provoca con i suoigesti nell’adulto di consapevolezzaapprovazione/disapprovazione buon-me/cattivo me o non-me: ad esem-pio si tocca i genitali e produce ansianell’adulto; dorme e produce calmanell’adulto.

Il bambino associa al dormireapprovazione adulto- il buon me. Ilbambino associa toccarsi i genitalidisapprovazione adulto – il cattivome.

La consapevolezza dell’approvazione/disapprovazione definisce i target buon-me/cattivo me o non-me

Il pianto, la paura e l’ansia nel neonatoLa causa può essere fisica o emotivaPEDAGOGISTA DI VITTORIA SALICEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Il fumo di tabacco ci cambia lentamente: ilfiato si riduce, la pressione arteriosa sale, learterie diventano sempre più piccole e ossi-

genano i tessuti con difficoltà, la pelle ingialli-sce, le cellule impazziscono... Il fumo disigaretta è un fattore di rischio di numerosis-sime patologie cronico-degenerative (infarto,ictus, tumore, asma, bronchite cronica…) ed èresponsabile del decesso di circa 5 milioni dipersone ogni anno nel mondo.

I dati sui consumi di tabacco sono ad oggitutt’altro che in calo rispetto al 2013, ma nontutto è perduto perché i danni da esso provocatisono reversibili. È sufficiente dire basta. La no-stra è la specie più evoluta sulla Terra eppurel’unica che da decenni continua a pagare mortee malattia vendute in pacchetti e a illuderci checi piaccia e che sia inevitabile! Insomma, deci-diamo deliberatamente di farci del male.

L’unico metodo infallibile per smettere difumare si basa sul saper trovare la giusta mo-tivazione.

Provate a rispondere a queste domande:perché fumate? Vi piace davvero quel sapore?E quell’odore sui vestiti e tra i capelli? Non sietestufi di essere schiavi di quel bisogno impel-lente che vi costringe a fare di tutto per accen-

dervi una sigaretta anche quando non ne avetela possibilità? Vi piacerebbe essere più rilas-sati, liberarvi dalla tosse cronica, avere i dentimeno gialli, i polmoni meno neri, le arterie piùpervie? Vi piacerebbe vivere più a lungo e me-

glio? Volete anche preservare la salute di coloroche vi stanno intorno, che costringete a fumarepassivamente e che state esponendo a seri ri-schi per la salute? Volete bene ai vostri cari, chesoffrirebbero se vi ammalaste?

Leggete questa mini guida elaborata in oc-casione della giornata nazionale senza tabaccoche si celebra il 31 maggio: troverete i consigliper stare meglio, essere più felici, più ricchi efinalmente liberi come prima.

1. Scaricate sul vostro smartphone l’appli-cazione gratuita “Quanto fumi?” sviluppata dalMinistero della Salute: vi aiuterà ad acquisireconsapevolezza della vostra dipendenza.

2. Gradualmente riducete il numero di si-garette fumate fino a smettere del tutto per ungiorno soltanto.

Annotate su un diario quello che avete ri-scontrato di positivo attribuibile alla cessazionedell’abitudine: poi analizzate ciò che avetescritto, consapevoli che l’umore nei primi giornipotrebbe non essere dei migliori. Apprezzateogni singola nota positiva che riscontrate. Do-podiché abbandonate la sigaretta per un pe-riodo di tempo più lungo: fissate un obiettivoche sia verosimilmente realizzabile (tre giorni,poi una settimana e così via).

Nei momenti di debolezza che purtropponon mancheranno, rileggetelo e risperimen-

tate tutte le note positive che avete scritto. Lalista dei pregi è destinata a crescere: torneretea stare bene come prima.

3. I momenti che erano dedicati alla siga-retta devono essere ora riservati ad un’altra at-tività: leggete un libro, uscite all’aria aperta,sgranocchiate della verdura, insomma distrae-tevi dal pensiero di fumare.

4. Adottate uno stile di vita sano: bevetemolta acqua, praticate attività fisica (una pas-seggiata di mezz’ora, salite e scendete lescale…) e mangiate cinque porzioni al giornotra frutta e verdura che vi aiuteranno a liberarvidalle tossine accumulate.

5. Informate tutti che il vostro stile di vita ècambiato: nessuno dovrà farvi ricadere nellatentazione, anzi potrete voi stessi aiutare altrifumatori, testimoniando quanto si vive megliosenza sigarette.

Basta farci rubare anni preziosi di vita: il fumo ci consuma lentamente…

Il 31 maggio: è la giornata nazionale senza tabaccoDENTISTA DI VALENTINA LA RICCIAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Mini-guida per smettere di fumare

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18 maggio - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Sono stati divulgati durante i lavoridel corso formativo “Maltrattamentoe violenza domestica: progetto vìola”,i risultati del questionario sommini-strato nella precedente edizione informa anonima per verificare l’inci-denza del fenomeno sul territorio.

Distribuito all’interno di 45 ambu-latori di medicina generale, pediatriadi libera scelta, guardia medica e 118,il questionario si è rivolto a donne dietà compresa tra 18 e 65 anni. Delledonne intervistate, 2.083 in tutto, il93% è di nazionalità italiana, il 56% haun impiego, il 60% è in possesso di undiploma di scuola superiore.

Il 18% ha dichiarato di aver subìtoabusi, prevalentemente psicologici,anche se si evidenzia, in molti casi, ilperpetrarsi di violenze multiple. Fortela connessione tra violenza e psicofar-maci: il 76.4% delle donne che assu-mono psicofarmaci dichiara di farlo inseguito ad un episodio di violenza ecirca una donna su 2 ritiene pessimoil suo stato di salute proprio in virtùdella violenza e del conseguente uti-lizzo di psicofarmaci. Questi ultimi sidimostrano quindi un utile elementodi screening e un importante fattore dirischio.

Ulteriore aspetto rilevato attienealla relazione medico-paziente: il 55%delle donne ha dichiarato di aver par-lato delle violenze subìte al medico dimedicina generale. Una conferma,questa, della necessità, per i medicidel territorio che per primi, nei loroambulatori e nel sistema dell’emer-genza-urgenza, si trovano a fronteg-giare la problematica della violenzadomestica, di essere adeguatamenteformati. E il Progetto vìola, nel corsodi questi anni, si è preoccupato pro-prio di fornire agli operatori sanitari lecompetenze per riconoscere eventualicasi di maltrattamenti e gli strumenticoncreti per individuare i segnali dellaviolenza come il software con specificiindicatori che consentono di valutaresegni e sintomi rivelatori.

Molti i successi registrati dal pro-getto vìola: il prossimo giugno, dopo ilriconoscimento ottenuto al IV con-gresso nazionale SIICP (Società Ita-liana Interdisciplinare delle CurePrimarie) dove ha conquistato il pre-mio per la migliore tesi (realizzata daLaura Spinelli, componente delgruppo di lavoro), sarà infatti presen-tato nel corso del prestigioso con-gresso europeo WONCA diCopenaghen.

in poche parole

“Igiochi dei bambini non sono solo dei semplicidivertimenti e per questo bisogna valutarlicome le loro azioni più serie” (Montaigne). Il

gioco riguarda l’apprendimento, gli aspetti emotivi re-lazionali e ha differenti funzioni che sono importan-tissime e vitali. Il momento di divertimento non è unbenessere fine a se stesso: per il bambino stare beneè terreno fertile per imparare cose nuove e crescere.Quindi si deduce che senza gioco e senza diverti-mento non può esserci un’armonica crescita per ilpiccolo. Attraverso il gioco, il bambino incomincia acomprendere il funzionamento degli oggetti, imparaad essere perseverante e ad avere fiducia nelle pro-prie capacità. E’ un processo attraverso il quale diventa consape-vole del proprio mondo interiore e di quello esteriore,incominciando ad accettare le legittime esigenze diqueste sue due realtà. Le attività ludiche crescono esi modificano di pari passo con lo sviluppo intellettivo

e psicologico del bambino, anche se rimangono unatappa fondamentale nella vita di ogni uomo qualun-que sia la sua età. Il gioco ha anche una importantefunzione relazionale: fatto con il genitore è un mo-mento molto intimo in cui si sperimentano diversiaspetti della relazione e si rinforza il legame geni-tore-bambino. E’ giusto spronare il bambino al giocoin autonomia ma occorre anchevalutare le differenti situazioni. In-fatti, il bambino che chiede ai ge-nitori di giocare con lui, chiede inun modo diretto di sentirsi accoltoin qualche bisogno. Il gioco haanche un’importante funzione ri-parativa: attraverso l’attività lu-dica, un bambino può mettere inscena una sua paura e dominarlacome invece non era stato ingrado di fare nella realtà, puòanche sfogare la rabbia e la frustrazione. Nel giocoun bambino può anche sentirsi invincibile: non biso-gna mai dire a un bambino mentre sto giocando“questa cosa non esiste” perché, grazie alla sua fan-tasia, impara a dominare e a prendere le misure conle sue paure le sue debolezze e quindi ovviamente ilgioco in qualche modo rinforza anche la sua auto-stima. Il gioco diventa significativo per lo sviluppo in-tellettivo del bambino, in quanto, quando gioca, riescea sorprende sé stesso e attraverso la sorpresa acqui-sisce nuove modalità che gli consentono di relazio-narsi con il mondo esterno. Il gioco aiuta il bambinoa sviluppare la creatività, a sperimentare le capacitàcognitive, ha modo di poter entrare in relazione con i

suoi pari, dà vita allo sviluppo della sua personalità. Il gioco è anche uno strumento prezioso per l’adultoper valutare il benessere di un bambino. E’ un’ attivitàche permette di vedere, imparare molte cose sui pro-pri figli. Il gioco per i bambini è una funzione di base,da valutare come fosse un parametro vitale. Potreb-bero anche presentarsi dei comportamenti da valu-

tare come campanellid’allarme. Ad esempio,il gioco aggressivo è damonitorare: che ci siadell’aggressività du-rante i giochi è sano,dato che il gioco è unamodalità per sfogare larabbia che non ver-rebbe accettata in altricontesti. Quando peròscaricare la rabbia di-

venta l’unico modo di giocare, allora occorre capirecosa crei frustrazione e aggressività nel bambino. Inquesto caso non ci sono ricette magiche da seguire,ma occorre comprenderne il significato per rifletteresulle modalità attraverso le quali la famiglia possaaiutare il bambino a ritrovare un suo equilibrio. Inlinea di massima, è bene evitare di etichettare il bam-bino come problematico perché molto spesso i pro-blemi dei piccoli rappresentano soluzioni allesituazioni difficili che invece stanno attanagliando igrandi che si trovano intorno a loro. In conclusione,come diceva Platone, “Si può scoprire di più su unapersona in un’ora di gioco che in un anno di conver-sazione”.

DI DEBORA PENNAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

La scarlattina è una malattiaesantematica acuta determi-nata da Streptococcus pyoge-

nes ed in maniera più specifica dalletossine prodotte da questo batterio.Questo microrganismo si annida nelnasofaringe, può essere riscontratoa tale livello anche in soggetti asin-tomatici, definiti per tale motivo por-tatori sani, ma è anche ilresponsabile di infezioni per lo più alfaringe, ma anche a livello cutaneo epolmonare.

La scarlattina è una patologiamolto contagiosa che si trasmetteattraverso la saliva o le gocciolineemesse con gli starnuti e la tosse. Lafascia di età colpita è tra i 5 e i 15 anniovvero quella scolare, con un piccotra i 4 e gli 8 anni. Il periodo di incu-bazione può variare tra i 2 e i 5 giorni.

Il soggetto colpito dalla patologiaresta contagioso fino a circa 48 oredopo l’inizio della terapia antibiotica.I sintomi sono rappresentati da do-lore a livello del faringe, febbre, ce-falea, malessere generale, dolorimuscolari, a volte vomito. Il rash cu-taneo si sviluppa in meno del 10% deicasi e solitamente dopo 1-2 giorni difebbre tipicamente inizia a livellodella zona genitale per poi estendersial tronco. Ha un colore rosso accessoed è costituito da lesioni maculo-pa-pulari confluenti. L’esantema inte-ressa anche il viso che assumel’aspetto a faccia schiaffeggiata o“maschera di Filatov” . Il faringe ap-pare iperemico, con essudato puru-lento, possono presentarsimicropetecchie e in sede laterocer-vicale compaiono linfoadenomegalielegate all’infezione. La lingua è detta“a fragola” perché è ricoperta da unapatina bianca con dei rilievi rossi rap-presentati dalle papille gustative ipe-remiche. Naturalmente èfondamentale fare la diagnosi che

nella formacon rash cuta-neo è semplicee implica iltrattamentoantibiotico. Ilproblema in-sorge nei casidubbi: in questicasi dirimenteè l’esecuzionedel tamponefaringeo, effet-tuabile con testrapidi in alcunistudi pediatricidi base e,con meto-diche col-t u r a l i ,presso la-boratori deipresidi ospe-dalieri o altrilaboratori, sempresu indicazione del pediatra curante.Il tampone faringeo è un test di facile

esecuzione con un’alta sensibi-lità (circa il 90% per i metodicolturali, il 70-90% per i testrapidi) e alta specificità cheraggiunge quasi il 100%. Fon-

damentale è riconoscere e trat-tare tale patologia, soprattutto

per scongiurare alcune compli-canze tardive della stessa, tra cui lamalattia reumatica e la glomerulo-nefrite post-streptococcica.

Importante l’esecuzione del tampone faringeo

La fascia di età più colpita è tra i 5 e i 15 anni, quella scolareLa malattia si trasmette attraverso la saliva, starnuti e tosse

Scarlattina, cosa c’è da sapere

PEDIATRA DI MONICA MANCINIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

ProgettoVìola

PSICOLOGA

Preziosissimo strumento di apprendimento

La “ricchezza” del gioco

C’è un mondo di significatidietro i momenti ludici deibimbi: è creare terreno fertile per imparare cosenuove e crescere

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19maggio - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Ulivi che guardano e proteggono ilLago di Varano. Questo lo scatto concui la fotografa foggiana Monica Car-bosiero ha fatto vincere il Parco Nazio-nale del Gargano al concorso ObiettivoTerra¸ promosso dalla FondazioneUniVerde e dalla Società GeograficaItaliana Onlus e volto a valorizzare ilpatrimonio ambientale e le peculiaritàenogastronomiche, storico-culturali esociali dei Parchi Nazionali e Regionaliitaliani. Monica Carbosiero ha vinto lamenzione speciale “Madre Terra” as-segnata alla foto più bella scattata dauna donna nel 2016, Anno Europeodella lotta alle violenze contro ledonne. La foto sarà oggetto della sele-zione per la mostra “Il mare: polmoneblu del Pianeta” che sarà inaugurata il31 maggio al Palazzo delle NazioniUnite a New York in collaborazione conMarevivo e la Rappresentanza Perma-nente d’Italia presso l’ONU. La cerimo-nia di premiazione si svolta a Romapresso Villa Celimontana, proprio nelgiorno in cui si celebra la 46ª GiornataMondiale della Terra. A consegnare ilpremio all’autrice dello scatto il Presi-dente del Parco Nazionale del GarganoStefano Pecorella. “Siamo davverocontenti per questo riconoscimentoche premia ancora una volta il Garganoe il nostro Parco”, commenta Peco-rella. “La foto di Monica Carbosiero,esalta la bellezza e la varietà del no-stro territorio che ospita, accanto a fo-reste millenarie e coste mozzafiato,anche due laghi attorniati di ulivi, dasempre simbolo di una paesaggio in-contaminato e di una tradizione, anchegastronomica, che si tramanda da ge-nerazioni”. La giuria di esperti, che hafatto un’accurata selezione delle 1802foto pervenute da tutta Italia, era com-posta da Alfonso Pecoraro Scanio,Presidente Fondazione UniVerde; Fi-lippo Bencardino, Presidente SocietàGeografica Italiana; Luigi Vicinanza ,Direttore settimanale “l’Espresso”;Giovanni Valentini, Giornalista e scrit-tore; Giampiero Sammuri , PresidenteFederparchi; Ottavia Ricci, Consiglieredel Ministro dei Beni e delle AttivitàCulturali e del Turismo; Vincenza Lo-monaco, Rappresentante Permanented’Italia presso l’Unesco; Fulco Pratesi,Presidente onorario WWF Italia; Ro-salba Giugni, Presidente Marevivo;Franco Iseppi, Presidente del TouringClub Italiano e Italo Clementi , VicePresidente Nazionale FederTrek. Te-stimonial dell’edizione 2016 del con-corso Obiettivo Terra è stata laconduttrice televisiva Tessa Gelisio.

in poche parole

Farmaci contraffatti, pericoli in rete

Non ci stancheremo mai di ripe-terlo: bisogna usare i farmacisolo in caso di reale necessità e

su prescrizione del medico curante.Pertanto, evitiamo il classico fai-da-te,e acquistiamo in farmacia o eventual-mente in parafarmacia. Purtroppo peròè dilagante la moda dell’acquisto on-line: negli ultimi anni, infatti, ci giun-gono numerose richieste diinformazioni del tipo: “ho acquistatotramite internet, ma l’etichetta di com-posizione è tutta in inglese, o non ècomprensibile”, oppure “le capsulesembrano deteriorate e hanno unostrano colore”, “ho acquistato su inter-net secondo voi posso fidarmi?”

Bene, a tal proposito, vi vogliamoinformare che l’Aifa (Agenzia Italianadel FArmaco) da alcuni anni dedicaparticolare attenzione al tema dellacontraffazione farmaceutica. Cosa siintende per contraffatto: “un farmacola cui etichettatura è stata deliberata-mente preparata con informazioni in-gannevoli in relazione al contenuto ealla fonte”. E’ possibile distinguere di-verse tipologie di contraffazione poichéun medicinale contraffatto può conte-nere le medesime sostanze di quello

originale o sostanze/dosaggi diversi,può non contenere alcun principio at-tivo o addirittura può essere compostoda ingredienti contaminati e pericolosi.Le diverse tipologie hanno tuttavia uncomune denominatorenella scarsa qua-lità in quanto laproduzione,anche lad-dove rea-l i z z a t acon in-gredientinon tos-sici, nonavviene se-condo lenorme di buonafabbricazione e distri-buzione (gmp|gdp) stabilite a li-vello mondiale.

Le statistiche dell’Unione Europeaindicano un incremento pari al 384% difalsi medicinali sequestrati e, ancora,sempre secondo quanto riportatodall’UE, negli ultimi anni sarebberostati segnalati 27 casi di contraffazionenella catena legale e ben 170 nella reteillegale.

Cerchiamo di chiarirci le idee. Lacontraffazione dei farmaci si può pre-sentare in diverse forme: i falsi perfetti,i falsi imperfetti, i falsi solo apparenzae i falsi criminali.

I falsi perfetti sono pro-dotti che contengono

gli  stessi principiattivi e gli stessi

ecc ip ient i ,nelle  dosigiuste, che

vengono cor-re t t a m e n t e

confezionati edetichettati.

I falsi imperfetti sonoprodotti che contengono gli stessi

principi attivi  e gli  stessi eccipienti,ma non nelle dosi esatte e/o le formulenon rispettano le caratteristiche richie-ste, ad esempio, alla scadenza o allabiosensibilita’.

I falsi solo in apparenza sono pro-dotti realizzati senza nessun principioattivo oppure con elementi usati soloper renderli simili ai farmaci originali.

I falsi criminali sono prodotti che all’ap-parenza sono simili a quelli autentici,ma che non hanno gli stessi principi at-tivi  e possono contenere,addirittura, sostanze nocive per la sa-lute.

Attenzione alla confezione ricor-diamo che ogni farmaco deve avere il“bugiardino” ossia la legenda di com-posizione dose modo di somministra-zione, quantità a chi può esseresomministrato modo di conservazioneeffetti collaterali oltre alla data di sca-denza e il numero del lotto di confezio-namento il tutto in lingua italiana.Attenzione a tutto quello che ci vieneproposto dal web ossia le grandi of-ferte. Il nostro consiglio: i farmaci de-vono essere prescritti da un medico, lafarmacia o la parafarmacia è più sicuradegli acquisti online a basso costo. E secapita di aver qualche dubbio, fermarsie contattare il CAV – Centro Antivelenopotrebbe essere una ottima soluzione.

Tra i “falsi perfetti” e i “falsi criminali”: cosa c’è da sapere

L’UE indica un incremento pari al 384% di falsi medicinali

Sono notizie di ogni giorno quellerelative ad incidenti stradali,spesso mortali. Molte sono le vit-

time innocenti che pagano per un’in-giustificabile condotta di guidatori che,spesso in stato di ebbrezza o per es-sersi drogati, si mettono alla guida diun’autovettura; così come molti sonogli incoscienti che trasformano lastrada in una pista da corsa, convinti dipoter correre senza conseguenze, cau-sando, invece, incidenti mortali.

Le chiamano “vittime della strada”,vittime di chi corre troppo, di chi si di-strae per rispondere al cellulare e dopoaver messo sotto qualcuno, in tanti casiscappa. I numeri parlano chiaro: tre-mila morti all’anno, donne, uomini,bambini che non ci sono più. Oltre cen-tottantamila gli incidenti stradali conlesioni a persone.

La legge 23 marzo 2016 n. 41 hacomportato una serie di modifiche al-l’ordinamento italiano affinché chi sirenda colpevole di un incidente stra-dale, sia sottoposto ad un severo giudi-zio e che quanto da lui causato, siaequiparato ad un vero ed effettivo omi-cidio. Troppo spesso si legge che coloro

che si rendono colpevoli di terribili in-cidenti la facciano franca e che addirit-tura continuino a guidare nonostante ilreato commesso.

Questa legge è sicuramente unpasso avanti rispetto a prima, quandola maggior parte degli incidenti si risol-vevano con pene minime, multe e pat-teggiamenti.

La novità principale contenutanella legge è l’introduzione dei duenuovi reati: l’omicidio stradale e le le-sioni personali stradali. Chi si mettealla guida in stato di ebbrezza o dopoaver assunto stupefacenti e causa lamorte di qualcuno, sarà attinto da unapena che va da 5 a 12 anni di reclu-sione. Se l’investitore si dimostra lucidoe sobrio, ma la sua velocità di guida è il

doppio del consentito, la pena va da 4 a8 anni. In caso di omicidio multiplo, lapena può essere triplicata ma non su-periore a 18 anni. È invece punito conla reclusione da 6 mesi a 2 anni chi,guidando non sobrio o non lucido, pro-cura lesioni permanenti.

Uno tra gli aspetti più importanti ècertamente quello che prevede, in casodi condanna per omicidio o lesioni stra-dali, la revoca della patente. Una nuovapatente sarà conseguibile solo dopo 15anni (omicidio) o 5 anni (lesioni). Perònei casi più gravi dovranno trascorrerealmeno 30 anni dalla revoca. 

Tale nuovo reato non si occupa peròdi tutti gli “omicidi stradali”, cioè tuttigli omicidi che coinvolgono un veicolo,ma dà rilievo ad una peculiare situa-zione, che è quella in cui il soggetto checausa l’incidente abbia assunto so-stanze stupefacenti o alcoliche.

Non bisogna, però, mettere daparte alcune inevitabili criticità delnuovo reato: si tratta certamente di undelitto riprovevole, ma al più delle voltenon doloso, per cui le pene non rispet-terebbero il principio di proporzionalitàtra il fatto e la sanzione. In secondo

luogo, pene così elevate possono spin-gere l’autore del reato alla fuga, speciese si trova in condizioni di scarsa luci-dità.

Infine, è criticabile il fatto che lanuova legge sanzioni in modo similel’omicidio causato in stato di ebbrezzao sotto effetto di droghe, in una condi-zione di alterazione coscientementeauto-provocata e quello causato per laviolazione delle norme del codice dellastrada, che il conducente vìola incolpe-volmente.

È, dunque, auspicabile che si facciasempre una valutazione caso per casoe che soltanto chi si mette alla guida“incoscientemente” paghi in manierasevera.

Le novità dell’ordinamento del 23 marzo 2016

MEDICO CAV DI ANNA LEPOREPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Omicidio stradale, c’è la legge

ObiettivoTerra

AVVOCATO DI VALENTINA DINISIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Tra le pene: reclusione e sospensione della patente

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20 maggio - duemilasedici

Quando si riceve una cartellaesattoriale, per prima cosa bi-sogna verificare se in prece-

denza si è ricevuto la notifica delverbale di accertamento cui essa è ri-ferita. A tal proposito è opportuno ri-volgersi all’Ente creditore indicatonella cartella chiedendo di esibirel’originale della “relata di notifica”che nella maggior parte dei casi è co-stituita dalla cartolina di ritorno dellaraccomandata a/r firmata dal rice-vente.

Bisogna, infatti, controllare che laraccomandata non risulti consegnataa soggetti terzi (es. congiunti, convi-venti, portinai, ecc.) e che la notificanon si consideri comunque avvenutaper compiuta giacenza. Una volta ef-fettuati gli opportuni controlli, se ri-sulta che il verbale di accertamento èstato notificato correttamente e nonè stato tempestivamente impugnato,si sarà formato un valido titolo ese-cutivo che giustifica la pretesa di pa-gamento, pertanto l’emissione dellacartella esattoriale sarà del tutto le-gittima. Tuttavia, anche in questi casi,possono esserci altri motivi di oppo-

sizione, quali vizi formali oppure er-rori di notifica della cartella stessa.

Si può dire che la notifica è unpassaggio fondamentale di tutta laprocedura di recupero delle sommedovute all’Ente creditore e la suamancanza/tardività costituisce ilprincipale motivo di contestazione daparte del cittadino-contribuente. Esi-stono, però, anche altri validi motividi impugnazione della cartella esat-toriale, ad esempio quando il ricorsoal Prefetto è stato accolto per man-cata risposta, oppure quando il tra-sgressore è deceduto (in base all’art.7 della Legge n. 689/81 l’obbligazionedi pagare le sanzioni amministrativenon si trasmette agli eredi).

In conclusione, se si riscontranoalmeno uno dei motivi di annullabilitàdi una cartella esattoriale, il primostep da fare è sicuramente agire inautotutela, richiedendo con racco-mandata a/r  l’annullamento del de-bito iscritto a ruolo esponendo imotivi che giustificano la pretesa:questa è la via più semplice e imme-diata. Il debitore può impugnare lacartella davanti all’autorità compe-

tente solo per lamentare la legittimitàdella procedura di riscossione e nonper contestare il merito del titolo ese-cutivo su cui si fonda la cartella, ameno che dimostri di non esserestato posto in condizione di svolgerela propria difesa in una fase prece-dente.

Avverso le cartelle esattoriali per-tanto sono ammissibili i seguenti ri-

medi: opposizione ai sensi della L.689/81 se si tratta di sanzioni al CdS,quando sia mancata la notificazionedel verbale o dell’ordinanza ingiun-zione impedendo così i mezzi di tutelaprevisti dalla legge riguardo gli attisanzionatori; opposizione ai sensi delDPR 602/73 se si tratta di tasse e/otributi; opposizione ai sensi dell’art.615 c.p.c., quando si contesti la legit-

timità dell’iscrizione a ruolo peromessa notifica della stessa cartellao si adducano fatti sopravvenuti allaformazione del titolo; opposizioneagli atti esecutivi ai sensi dell’art. 617c.p.c., quando si deducano vizi formalidella cartella, dopo che è iniziatal’azione esecutiva.

L’azione di opposizione spetta adogni soggetto obbligato al pagamentodella sanzione, sia egli debitore effet-tivo oppure obbligato in solido in pos-sesso della notifica dell’attoingiuntivo. In caso di erronea iscri-zione a ruolo per la presenza di vizisostanziali e procedurali o per pre-scrizione del debito, l’amministra-zione che ha formato il ruolo, senzaparticolari formalità, può annullarlod’ufficio in procedura di autotutelachiedendo all’esattore cui è stato tra-smesso di cancellarlo dal ruolo. Que-sto procedimento, che può essereattivato su istanza dell’interessato, èuna particolare forma di autotutelaamministrativa della Pubblica Ammi-nistrazione che, riconoscendo il pro-prio errore, ha il dovere di annullarel’atto amministrativo viziato.

Autotutela in caso di ricezione della cartella esattoriale

Equitalia, buste che scottanoL’opposizione alla cartella di pagamento

Sette milioni di lavoratori privati stanno perconoscere quale sarà il loro futuro pensio-nistico. La busta arancione inviata dall’Inps

mette a disposizione un documento che contienela simulazione di calcolo del probabile tratta-mento di pensione sulla base dei dati registratisull’estratto conto e la proiezione dei contributiche mancano al raggiungimento dei requisiti pre-visti.

La campagna riguarda in maniera graduale(circa 150 mila lettere al giorno) i lavoratori dipen-denti del settore privato (compresi i domestici), ilavoratori autonomi (artigiani, commercianti, col-diretti) ex Inpdai, iscritti alla gestione separata, iferrovieri, e altri fondi speciali e agricoli, mentreai dipendenti pubblici la comunicazione viene ac-clusa nella busta paga.

La busta arancione (dal colore del plico inviatoai cittadini svedesi già 20 anni fa) non è mai diven-tata realtà nel nostro Paese anche perché se dauna parte consente all’assicurato di acquisire

maggiore consapevolezza e trasparenza dellapropria situazione previdenziale, dall’altra le con-seguenze non piacevoli potrebbero essere quelledi una diffusione di previsioni poco attendibili o, inprospettiva, di incassare una pensione inadeguataper garantirsi uno standard di vita più o menoanalogo a quello tenuto durante gli anni di lavoro.

Il tasso di sostituzione. Con il termine “tassodi sostituzione” si intende il rapporto tra l’ultimostipendio/reddito e il primo importo di pensione.Secondo stime dell’Inps circa il 60% degli assicu-rati sta per ricevere sorprese negative, ovvero chiha effettuato versamenti modesti o ha versatocontributi a singhiozzo potrebbe avere un tasso disostituzione anche inferiore al 50%. I calcoli con-tenuti nella busta non sono precisi in quanto le va-riabili di cui tener conto sono tante: la carrieralavorativa dell’interessato; la crescita del suo red-dito; l’andamento del Pil (Prodotto interno lordo)e dell’inflazione.

Un’ulteriore incognita da valutare è data dalfatto che il montante contributivo accumulatodall’assicurato viene rivalutato ogni anno in baseall’andamento quinquennale del Pil. La mediadegli ultimi 10 anni di incrementi quinquennali èstata dello 0,2%, cioè in frenata e questo perchél’economia del nostro Paese cresce poco e quindipuò garantire solo magre pensioni. Il servizio online dell’Inps “La mia pensione” ipotizza, invece,

un aumento annuo del Pil dell’1,5% con la possi-bilità di scendere all’1% ma non più in basso.

Il Patronato per gli assicurati. E’ necessariofornire agli assicurati una strumentazione ade-guata di consulenza sulla propria posizione e sullemisure da adottare.

Esiste per questo un sistema di patronati, al-l’interno del quale 50&PiùEnasco opera da 50anni – gratuitamente e su tutto il territorio nazio-nale – e permette ai lavoratori e pensionati di co-noscere on line la situazione personale con laconsultazione del proprio conto previdenziale, mache in questa operazione così delicata non è statocoinvolto. E’ mancata una preventiva condivisionecon l’Inps. L’operazione in atto, comunque, com-porta un’attività significativa per il patronato,

quale: l’opportunità/necessità di segnalare e si-stemare i periodi di contribuzione mancanti percause diverse (non versamenti del datore di la-voro, contributi di vecchia data che non risultanonell’estratto conto); periodi di contribuzione figu-rativi non accreditati (foglio matricolare, disoccu-pazione, malattia, maternità, etc); importiretributivi e/o di reddito non corrispondenti ai va-lori effettivi; l’opportunità di ricevere una consu-lenza in merito alle possibili modalità e, fraqueste, le più convenienti come il riscatto laurea,la regolarizzazione per omissione contributiva, ilriscatto del lavoro all’estero; l’utilizzazione deiperiodi contributivi accreditati in altre o più ge-stioni previdenziali come la ricongiunzione, il cu-mulo, la totalizzazione e il computo.

Simulazioni di calcolo del trattamento di pensione

Le variabili che possono incidere sul futuro assegno pensionistico

Busta arancione: proiezioni poco attendibili

50&PIÙ ENASCO DI FLOREDANA ARNÒ Per i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

PROFILI PREVIDENZIALI: SIMULAZIONI

(Elaborazione 50&PiùEnasco - aprile 2016 – su dati Inps )*Circa 43 anni di contribuzione versata**Circa 42 anni di contribuzione versata***Circa 42 di contribuzione se donna e 43 anni se uomo****Tasso di sostituzione: è il rapporto tra l’ultimo stipendio/reddito e il primo importo di pensione.

AVVOCATO DI ELDA PANNIELLOPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

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21maggio - duemilasedici

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22 maggio - duemilasedici22

Assistiamo a un dilagante aumento di casi di intolleranze e al-lergie alimentari, ritenute oramai delle vere e proprie “malat-tie”. In molti casi gonfiore intestinale, spossatezza, cefalea,

disturbi intestinali, ne sono la spia più evidente. Le intolleranze sonouna reazione avversa a un determinato cibo, mentre le allergie rap-presentano una risposta patologica immediata: una modalità reattivadel sistema immunologico del nostro organismo.

Tra le allergie emergono quelle al latte, uova, soia, frutta secca,pesce e crostacei. Gli alimenti suscettibili di reazioni sono definiti al-lergeni. Le intolleranze alimentari, invece, rappresentano l’incapacitàdell’organismo di metabolizzare alcune sostanze; sono scientifica-mente riconosciute quelle al lattosio e al glutine. Per il lattosio cor-risponde ad una carenza dell’enzima lattasi, preposto allascomposizione del lattosio in glucosio e galattosio.

Per il glutine è causata da una reazione alla gliadina, proteina pre-sente nel grano, orzo e segale. Le manifestazioni sono molteplici ediversificate. Per le intolleranze possono verificarsi nausea, diarrea,stipsi, dermatiti, afte, eczemi e affezioni respiratorie; variazione dipeso, inappetenza o eccesso di appetito, stanchezza cronica, ansia,insonnia, lievi depressioni sono gli ulteriori sintomi.

Le allergie si manifestano sotto forma di reazioni cutanee, ga-strointestinali, respiratorie, in taluni casi anche gravi, addirittura fa-tali. In caso di persistenza dei disturbi è consigliato richiedere ilconsulto di uno specialista – allergologo - che potrà giungere all’in-dividuazione del problema attraverso una serie di analisi specifichee test.

Non è sempre detto che l’insorgenza diventi permanente: po-

trebbe essere frutto di accumulo di tossine o alterazione della florabatterica intestinale, semmai conseguenti ad un periodo di particolarestress psico-fisico (ad esempio in viaggio). Basta un corretto stile divita e un periodo di eliminazione dell’alimento incriminato per ritor-nare alla normalità.

Purtroppo tra queste non possiamo annoverare la celiachia, ossial’intolleranza al glutine. Riconosciuta come una vera e propria ma-lattia, è una predisposizione genetica; si caratterizza per il malassor-bimento dovuto a una reazione infiammatoria dell’intestino tenue, conatrofia dei villi intestinali, destinati a irreversibile scomparsa.

La prassi alimentare da adottare, è l’eliminazione di tutti queglialimenti che contengono glutine. Se per le altre intolleranze o allergiela loro esclusione non è eccessivamente complicata, nel caso del sog-

getto celiaco bisogna osservare alcune metodiche necessarie ad evi-tare possibili fenomeni di contaminazione. In particolare i pasti devonoessere preparati in ambiente privo di polveri (farine), con pentolameed utensili totalmente dedicati, compreso spugne e canovacci di cu-cina, tutti da riporre in apposito armadio.

Va precisato che l’intolleranza al glutine varia da soggetto a sog-getto, con conseguenze reattive differenti: da leggero disturbo o ma-lore a casi gravi risolvibili solo in ambiente ospedaliero. Lapreparazione di pietanze per coloro che ne sono affetti, deve essereaffidata a persone amorevoli e, fuori dall’ambiente domestico, re-sponsabili e qualificate. E’ buona norma non sottovalutarne l’impor-tanza, soprattutto nel caso della celiachia; è consigliabile consultareil Prontuario sugli alimenti e prodotti riconosciuti idonei per l’alimen-tazione del celiaco redatto dall’ l’A.I.C. (Ass.ne Italiana Celiaci).

Il crescente fenomeno di allergie e intolleranze obbliga le aziendeproduttrici di alimenti alla segnalazione degli allergeni; leggere le eti-chette (ivi compreso i farmaci), deve divenire l’azione propedeuticaall’acquisto o una preparazione alimentare. Quali le cause? Cibi sot-toposti a troppi processi, fuori dalla stagionalità, animali allevati consistemi intensivi ed eccessivo uso di antibiotici, un’agricoltura all’in-segna di pesticidi ed anticrittogamici, farine raffinate ed eccessiva-mente proteiche, presenza di metalli pesanti, è sicuramente larisposta a tutte queste problematiche. In una frase: il malessere delbenessere.

A cura di Lucia Di Domenico e Giandomenico Pazienza,titolari della Masseria Didattica- Scuola di cucina  e Agriturismo

Posta Guevara.

Allergie e intolleranze: ammalarsi di ciboCosa sono, come si manifestano e quali accorgimenti bisogna adottare

cucina Dalle cause alla possibile manifestazione del sintomo: i casi in aumento

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L’Astrologia è una scienza antica,ma anche la più moderna; dicerto non è “superstizione”, e la

persona che la conosce è già padronadel futuro. Perché Astrologia “esote-rica”? Esotericos in greco significa in-terno, ovvero appartenente ad unasaggezza antica, che ha messo in re-lazione la sfera interiore - la parteemozionale e immateriale dell’essere- con le leggi apparentemente sol-tanto fisiche che regolano l’Universo.

Il modello astrologico tiene contoche la personalità sia influenzata daalcuni fattori principali. Sicuramenteun fattore ereditario, non parliamo digeni, ma di schemi di comportamentoche abbiamo visto mettere in atto dainostri genitori, e dagli altri importanti,conosciuti nella nostra infanzia, quindil’ambiente, il luogo di nascita. Unaspecie di fermo immagine di “Conio”,

per capirci meglio. E fin qui ci siamoanche con la Psicologia della scienzaufficiale.

La Psicologia esoterica tiene contoanche di una natura superiore, unaparte sottile eterna e immortale, unasorta di coscienza dal significato an-cora più sublime. Proprio su questaparte dell’essere - come sosteneva il“Motto d’Ermete” Come in alto, cosi inbasso - intervengono quei cambia-menti che, dal cielo, si riflettono suglieventi della Terra e quindi sugli esseriviventi.

Esiste quindi una forza fisica, instrettissima relazione con quella sot-tile, una sorta di energia, di magneti-smo. La terra stessa è un magnete,quindi non si fa fatica ad immaginareun’influenza sul campo magneticodell’uomo. Se considerassimo oraanche il magnetismo solare, lunare e

di altri pianeti mille volte la massa ter-restre (Giove) ci viene facile capire cheè difficile sottrarsi a questa forza.

Immaginate la Luna, le sue corri-spondenze col ciclo ormonale delledonne, la gravità lunare che causa ilfenomeno delle maree, come può noninfluenzare il bagaglio emotivo e men-tale dell’uomo? Fino a due secoli fa leleggi inglesi riconoscevano delle atte-nuanti ai lunatici, che commettevanocrimini nelle fasi di plenilunio, comeuna sorta di incapacità di agire deri-vante dall’influsso del disco bianco.Altri pianeti quindi anche se distanti,con i loro transiti hanno effetto sugliumani e sulla natura.

Infine ci chiediamo, dopo tuttoquesto esiste un vero segreto per lafelicità? Rispettare la legge “Univer-sale”, la natura, aiutare gli altri, manon tramite un piccolo gesto di donare

denaro aduno scono-sciuto, giu-sto perscaricarsi lacoscienza,ma donare ilproprio tempoche è il bene piùprezioso. Saper riconoscere chiha davvero bisogno di aiuto, e non lochiede per dignità per vergogna,amici, parenti, persone del nostroquartiere, far del bene non deve perforza avere un sapore “esotico”.

In altre parole cerchiamo di “ sco-prire “ chi ha davvero bisogno di aiuto,gli “invisibili” non per forza quelli cherientrano già nei piani di assistenzadelle istituzioni. Inoltre sfruttare itransiti positivi dei pianeti, per averemaggiore possibilità di successo nei

nostri piani di vita, nelle tre modalitàprincipali: amore, denaro, equilibriopsicofisico.

Quindi un caro saluto a chi haavuto pazienza di leggermi fin qui. Inconclusione: ogni tanto guardare inalto può schiuderci luminosi orizzonti,non trascurando mai i bisogni mate-riali, poiché anche di materia siamofatti.

Gran Maestro Eccelso Antonio Torre - Centro Ghost

23maggio - duemilasedici

tempo libero

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Le basi di una scienza antica, che è anche la più moderna

Ben trovate alla seconda uscita della nuova rubrica di Astrologia. Ringrazio le numerose lettrici che mi hanno rivolto paroledi stima, in particolare Maddalena, del Capricorno che grazie ai consigli degli astri ha messo a frutto un ottimo investimento.Manca un mese al "Solstizio d' Estate" abbiamo pensato ad una sorpresa per tutte le amiche che verranno a trovarci inquesto periodo. Regaleremo, a chi prenoterà un consulto, un strumento, semplice per trovare l'ascendente, il segno zo-diacale che sorge a Oriente sull'orizzonte al momento della nascita. Sarà un gioco, divertente per cominciare a familiariz-zare con l'Astrologia. Vi lascio all'oroscopo, e auguro a tutte le Donne del segno dei Gemelli un Buon Compleanno!

Astrologia, la scienza della felicitàCome i cambiamenti del cielo si riflettono sugli esseri viventi

Centro Ghostdi Antonio Torre,

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OR

OSCO

PO

18 MAGGIO18 GIUGNO

2016Sono stelle che promettono benein questo periodo, soprattutto dal24 con una splendida Venere, raf-forza le coppie, favorisce nuove co-noscenze, purché si tenga a badala gelosia. Riguardo il lavoro, sonofavorite le attività autonome.

ARIETE

20 MARZO20 APRILE

È uno dei mesi più importanti del-l'anno, considerato tanti pianetifavorevoli che transitano nel tuosegno. Il tuo fascino personalesarà alle stelle, puoi sfruttarlo perla sfera sentimentale, ma ancheper ottenere qualche favore, nellavoro.

TORO

21 APRILE20 MAGGIO

Sei un vulcano di idee grazie adUrano, ma poco praticabili soprat-tutto sulla Tua attività'. Ancora ilquadrato di Giove dalla Vergine,porta ritardi. Le ostilità' di Marte,Saturno, Giove e Nettuno hannoportato non poco nervosismo. Dal24/05 goditi Venere nel segno, ilpeggio e' passato.

GEMELLI

21 MAGGIO20 GIUGNO

Gli Ottimi aspetti di Giove, Mercurioti garantiscono buonumore, fiutonegli affari, se sei dipendente, provaa chiedere un cambiamento dimansione, ma non come un ultima-tum, con calma, avrai soddisfazioni.L' Amore torna in primo piano, dopoun periodo da dimenticare.

CANCRO

21 GIUGNO22 LUGLIO

Armati di pazienza, Mercurio av-verso renderà' difficile la Tua co-municazione. Attenzione allegiornate tra il 16 e 17 giugno, nonentrare in collisione con capi ecolleghi. In generale comince-ranno a sbloccarsi situazioni, pro-blemi legali e burocratici.

LEONE

23 LUGLIO22 AGOSTO

L'ostica quadratura di Marte ti haresa un po indisponibile verso il par-tner, questo ha creato non pochetensioni. Inizia però adesso un pe-riodo differente, sarai pervasa daun'enorme autostima, mai comeadesso ti sentirai sottopagata, o selavori in proprio, sentirai di non es-sere apprezzata per l'impegno e laqualità' che offri. Opportunità' ...

VERGINE

23 AGOSTO22 SETTEMBRE

Il mese delle rose ti porta una forteintesa con il partner, e diminui-scono le preoccupazioni. Sfrutta ilmese di Giugno per superareprove, esami, mettiti in discussioneper un lavoro, prepara il terreno,l'autunno sara' foriero di soddisfa-zioni. Anche chi lavora in proprio,amplierà' il suo raggio d'azione.

BILANCIA

23 SETTEMBRE22 OTTOBRE

Vuoi qualcosa, ma non sai cosa... Leopposizioni di Venere e Mercurio tirendono iperattiva, ma anche un po'incontentabile. Litigare per poi farpace, l'amore diventa passionale.Vieni da un 2015 non idilliaco perl'economia, furono messe a duraprova anche le coppie più solide.Buone notizie in arrivo.

SCORPIONE

23 OTTOBRE21 NOVEMBRE

La disciplina ispirata da Saturno, tiproteggerà' da scelte sbagliate. Ilperiodo è di insofferenza, soprat-tutto per te che lavori a stretto con-tatto con famigliari, si acutizzano lepreoccupazioni per i figli. Evita cam-biamenti e discussioni sul lavoro, at-tendi un periodo più favorevole.

SAGITTARIO

22 NOVEMBRE20 DICEMBRE

Il periodo e' sempre fortissimo, sulfronte lavorativo, e' chiaro che tuttova anche rapportato, ad un momentoeconomico difficile, ma tu ti difendibene. Approfitta a dare stabilita' oraa quello che fai, le occasioni che tifarai sfuggire, certamente non le re-cupererai in autunno quando nel tuocielo comparirà' qualche nuvola.

CAPRICORNO

21 DICEMBRE20 GENNAIO

Soprattutto le amiche nate a febbraiorisentiranno di un aspetto magneticodi Marte un po' nervoso. Attenzioneagli equivoci ti sentirai incompresa.Non strafare i momenti di stan-chezza si faranno sentire. Venere tiproteggerà' in amore, ad esclusionedi quei casi in cui ti ostini a portareavanti un rapporto impossibile.

ACQUARIO

21 GENNAIO18 FEBBRAIO

Sei pervasa dalla voglia di viaggiare,andare lontano. Il lungo passatoeconomico sfavorevole, ( opposi-zione di Giove ) ha eroso le tue fi-nanze. Venere in sestile ti renderà'più' radiosa fino al 24 Maggio. E' unmese di sblocco per le situazioni la-vorative stagnanti, alcune volutealtre forzate.

PESCI

19 FEBBRAIO19 MARZO

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24 maggio - duemilasedici