60° anniversario CISL Puglia

sessant’anni tra storia e ricordi | 1

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MOZIONE CONCLUSIVA

XVI Congresso Nazionale FNP-CISL

Roma, 28, 29, 30 aprile 2009

Il XVI Congresso Nazionale della FNP-CISL, ascoltata la relazione del Segretario Generale Antonio Uda e considerato l’intervento del Segretario Generale della CISL, Raffaele Bonanni la approva, in uno con le conclusioni del Segretario Generale FNP e con i contributi emersi dal dibattito che trovano sintesi nei documenti delle commissioni di lavoro. I delegati, consapevoli delle prospettive negative del reddito e dell’occupazione che incidono negativamente sul benessere delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati, ritengono che la crisi attuale imponga nuove regole di fondo che vedano protagonista la politica ed il Sindacato perché esso, attraverso la contrattazione, pervenga alla tutela del potere d’acquisto delle pensioni, dei salari e degli stipendi. Pertanto il Congresso chiede che nell’agenda politica dell’U.E. (Unione Europea) e del Governo Italiano i lavoratori, i giovani e i pensionati debbano essere riferimento di adeguati interventi di sostegno, al fine di contrastare la povertà e quei fattori che rischiano di generarla ed accrescerla. Il Sindacato e la FNP in particolare, dovranno divenire baluardo contro ogni tentativo di ribaltamento della giustizia sociale. In questo scenario nazionale ed internazionale, dove si vanno sempre più affermando teorie che limitano il benessere all’esclusiva ricchezza di beni e consumi, il Congresso condanna la cultura dello scontro generazionale che, nei fatti, limita le risorse per gli anziani, non garantendo ben-essere né ai giovani né ai pensionati, ritiene, invece, componenti principali dello sviluppo sociale:

- l’equità, tramite la quale è possibile garantire l’uguaglianza delle opportunità; - la partecipazione attiva delle persone anziane con la propria creatività ed iniziativa;- l’acquisizione di conoscenze che permettano relazioni funzionali all’inclusione; - la capacità di esprimere atti che portino ad avere i mezzi necessari per condurre

una vita dignitosa, lunga e sana. Il Congresso è convinto che la longevità, lungi dall’essere un peso sociale, è, invece, premessa per “nuove possibilità” di sviluppo economico ed occupazionale. L’economia sociale, antidoto al liberismo del mercato e alla rigidità istituzionale pubblica, può offrire nuove possibilità di benessere e, dunque creare nuove domande di beni e servizi più personalizzati, a maggior contenuto di informazione, cultura, comunicazione e relazionalità.


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I delegati considerano indispensabile l’innovazione delle politiche sociali ed un nuovo sistema di protezione che guardi alla famiglia, con particolare riferimento alle donne, rivalutandone quei ruoli non riconosciuti neanche giuridicamente e salvaguardando le conquiste raggiunte. Occorrono interventi che, avuto riguardo ai problemi di genere, compensino l’equiparazione graduale dell’età pensionabile, attraverso nuove garanzie e sicurezza per mantenere elevata l’occupabilità e assicurare servizi adeguati. In questa visione, è auspicabile che, insieme alla Confederazione, la Federazione dei Pensionati e le categorie dei Lavoratori affermino convergenze e sviluppino programmi avanzati da proporre alle controparti imprenditoriali pubbliche e private.Ovviamente, in tale contesto, non si può che sottolineare le priorità del ruolo e della soggettualità negoziale del Sindacato dei Pensionati (già contenuti nella mozione del XV Congresso Confederale) e della irrinunciabile rivendicazione economica per l’adeguamento degli strumenti normativi, come il paniere, e la difesa del potere d’acquisto delle pensioni, con particolare attenzione alle pensioni di reversibilità che sono troppo inadeguate. Il Congresso ritiene, altresì, necessario riscrivere il nuovo stato sociale, quale condizione per il perseguimento dello sviluppo, per combattere la povertà e per creare occupazione. In particolare, occorre puntare alla qualità, all’efficacia ed all’efficienza dei servizi socio-sanitari nazionali, regionali e territoriali. Il drammatico divario tra Nord e Sud non dipende solo dai finanziamenti, ma anche dalla capacità di governo del sistema.Occorre pertanto rafforzare il sistema di verifica e controllo per tutti i servizi socio-sanitari, fra i quali merita particolare attenzione la riduzione dei tempi delle liste di attesa. Il Congresso sollecita il Governo a definire un’azione di sistema concordata con Regioni, Province, Autonomie Locali e con le parti sociali, attraverso un potenziamento ed una qualificazione dei servizi, una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Immediata deve essere la determinazione dei livelli essenziali in campo sociale, in connessione con l’evoluzione istituzionale delineata dall’attuazione del Titolo V della Costituzione, nelle parti che assegnano allo Stato un ruolo di garante della effettività dei diritti di cittadinanza.I Liveas rappresentano l’elemento essenziale attraverso il quale dare certezza ai diritti sociali delle persone e delle famiglie, offrire un quadro generale per la programmazione, riequilibrare le diverse competenze istituzionali e l’insieme della


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spesa nazionale e locale, arginando così il divario Nord-Sud, in quantità e qualità dei servizi. Definizione dei livelli essenziali e determinazione dei costi standard, monitoraggio della spesa sociale e razionalizzazione delle linee di finanziamento nazionali divengono discriminanti in previsione dell’attuazione del disegno di legge sul federalismo, i cui contenuti meritano un particolare studio ed una continua vigilanza nel suo evolversi, anche da parte delle organizzazioni sindacali. Il Congresso dà mandato agli organismi nazionali affinché la FNP si faccia promotrice di una progettualità tangibile che possa trovare soluzioni condivise per integrare formalmente nel sistema welfare il fenomeno “badanti”. Spesso il problema più grave è costituito dal rapporto di lavoro tra anziano non autosufficiente e badante. Due fragilità accomunate da un unico problema: i soldi. L’anziano spesso non riesce a far fronte al costo di un contratto di lavoro regolare ed allora sceglie il compromesso del lavoro “a nero”, con tutte le possibili conseguenze.Il Congresso, pertanto, impegna la FNP perché venga data trasparenza al rapporto di lavoro anziano-badante e si pervenga alla costituzione di un “Ente bilaterale”che realizzi l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con l’intervento istituzionale, giuridico ed economico del soggetto pubblico a livello nazionale, regionale e locale, attraverso eventuali detrazioni fiscali e contributive o mediante specifici interventi economici verso situazioni particolarmente invalidanti e di difficoltà economiche. In questo modo si realizzerebbe l’integrazione delle assistenti familiari, in una rete assistenziale di supporto all’assistenza domiciliare integrata. Il Congresso ritiene, inoltre, necessario un maggior ruolo dell’intervento pubblico che in Italia, purtroppo, tarda ad affermarsi. Da qui la necessità di ribadire la esigenza, non più procrastinabile, che la proposta di legge di iniziativa popolare per la non autosufficienza, sostenuta da oltre un milione di firme, diventi legge dello Stato, con assegnazione di adeguate risorse economiche. In tal senso conferma la esigenza della universalità dell’intervento socio-sanitario che deve essere espresso attraverso servizi pubblici diretti, sostenuti dalla sussidiarietà verticale e orizzontale. In materia di fisco, il Congresso denuncia il grave e perdurante livello di evasione fiscale che sottrae alla tassazione redditi e penalizza i poveri, blocca la redistribuzione della ricchezza, ridimensiona l’universalità dei servizi sociali e colpisce negativamente i redditi dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. E’ un sistema che genera ingiustizie e lede la credibilità dello stesso sistema fiscale.


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Inoltre, tenuto conto che la Costituzione stabilisce che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, i delegati ritengono che a tali criteri debbano essere informate le azioni delle istituzioni ad ogni livello e chiedono di aprire vertenzialità territoriali in tal senso, determinando anche quote di reddito esente dall’addizionale IRPEF.A livello nazionale, invece, si rende necessario aprire una apposita vertenza per rivendicare un’adeguata elevazione della quota di esenzione IRPEF per pensionati e lavoratori. Va, in ogni caso, eliminata l’attuale discriminazione tra reddito da lavoro e reddito da pensione (no tax area). Il Congresso valuta necessario che il sindacato adegui la propria presenza nel territorio, in relazione alle modifiche delle istituzioni, ivi comprese le aree metropolitane che un’apposita legge definisce e determina, ed in relazione anche al federalismo, intervenendo con adeguate risorse umane ed economiche per rispondere ai bisogni del pensionato. Le leghe continuano ad essere la prima istanza congressuale, il primo e più importante livello di incontro con il pensionato e la persona anziana. Si ritiene, tuttavia, opportuno considerare la costituzione di leghe intercomunali, distrettuali, di ambito per assicurare il coordinamento delle aree maggiormente frammentate, oltreché nelle grandi aree urbane e cittadine che, a volte, rappresentano punti di crisi, ma che offrono anche notevoli margini di sviluppo delle adesioni. Il Congresso considera la crescita vertenziale delle strutture di base un bene per tutte le categorie, per tutta la CISL. L’intesa con la Confederazione prevede la costituzione di coordinamenti tra UST ed FNP ad ogni livello, allargati, a seconda delle materie, ad altre categorie, quali sedi permanenti di confronto, coordinamento e sviluppo sinergico delle rispettive potenzialità riguardanti le politiche del ben-essere a livello comunitario. Solo così nel territorio si potranno saldare gli interessi dei lavoratori con quelli dei pensionati e dei cittadini. Il Congresso reputa necessario che la FNP assuma il proselitismo come modo permanente di fare ed essere sindacato. Occorre rafforzare la capacità di fare “deleghe in proprio”, attraverso anche l’individuazione di specifici progetti condivisi, da finanziare attraverso la solidarietà di insieme e attraverso il costante impegno delle strutture, dei dirigenti, dei quadri, degli operatori a tutti i livelli e dei coordinamenti dei raggruppamenti tecnici, il cui pregevole lavoro ha concorso ad allargare le conoscenze sulle politiche della FNP.Con la CISL e le categorie della CISL, l’idea della “continuità associativa” costituisce la condizione per essere sindacato confederale. Emerge nettamente, peraltro, come tutto questo “meccanismo” non possa essere messo a sistema e


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divenire patrimonio di tutta l’organizzazione, se non in presenza di un forte ruolo di coordinamento e di indirizzo ai vari livelli, da parte della Confederazione. Il rapporto con gli Enti della CISL (INAS, CAAF, SICET, ETSI, ADICONSUM) è indispensabile, perché per molti anziani è una ulteriore occasione per sperimentare la solidarietà, al di fuori delle strutture della FNP. I delegati ritengono, però, che la sinergia richieda una comunanza ideale di tutti gli addetti, da accrescere in una consapevolezza e partecipazione alla vita ed agli ideali della CISL ed ai valori della dignità della persona. Il Congresso è convinto che oltre alle risorse della militanza, dei quadri e dell’organizzazione, occorra avere certezza anche di risorse finanziarie da impegnare in progetti per lo sviluppo di politiche sindacali, organizzative e vertenziali, nella conferma di un uso etico delle risorse stesse. La forza ed il prestigio della FNP ed il ruolo che la Federazione esercita nel mondo dei Pensionati e all’interno della CISL sono fortemente interconnessi alla capacità di cogliere il valore strategico della formazione dei dirigenti, nel quadro della crescita qualitativa dell’organizzazione. Il Congresso riconosce che l’azione formativa prodotta dalla FNP rappresenta un elemento di riconoscibilità, nell’ambito dell’intero movimento sindacale. La FNP dovrà continuare ad investire su una formazione di alto profilo in cui convergano tre elementi: - la scelta di temi che affrontino alla radice i grandi nodi della formazione

sindacale;

- lo sforzo di connettere i percorsi formativi con le esigenze del segmento sociale di riferimento: pensionati e anziani e gli scenari culturali, istituzionali e sociali;

- il contributo di qualificate figure del mondo accademico. Il Congresso chiede di sperimentare, a livello nazionale, tecnologie applicate al lavoro organizzativo ed alla comunicazione sociale, nell’ambito dello sviluppo di una “rete” che renda immediata la proposta politico-culturale della Federazione. Si tratta cioè di sperimentare le nuove potenzialità offerte dai mezzi di comunicazione, quali internet, il web, ovvero tutti gli strumenti multimediali. Il XVI Congresso della FNP chiede, inoltre, un forte impegno per rafforzare la continuità della scelta del riequilibrio tra i generi a tutti i livelli organizzativi della Federazione che però da sola non basterebbe se non riuscissimo a compiere un ulteriore salto di qualità di tutta la organizzazione, nella consapevolezza che la conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia può allargare gli spazi di disponibilità dell’impegno delle donne nel sindacato.


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Il XVI Congresso valuta opportuno che nell’ottica di una politica di integrazione, giochi un ruolo “speciale” il volontariato. Occorre però un impegno di tutte le Strutture per rendere operativa, ad ogni livello dell’organizzazione, l’ANTEAS, che con il proprio lavoro pone al centro la persona, ne esalta la dignità e tutela i diritti della persona anziana. In un mondo in cui c’è la tendenza a far prevalere su tutto l’economia, il mercato, il profitto, che inevitabilmente emarginano e strumentalizzano i più deboli, l’ANTEAS costituisce un nuovo fronte del volontariato. Il Congresso impegna la FNP ad ogni livello, i suoi soci, la CISL, di cui l’ANTEAS è divenuta associazione di riferimento, a promuovere ogni utile iniziativa, in particolare in un momento come questo, perché l’ANTEAS diventi, nei fatti, l’associazione verso cui destinare le risorse del cinque per mille. I delegati, consapevoli delle interconnessioni delle problematiche economiche e sociali sia a livello europeo che mondiale, sono convinti che occorra, come pensionati organizzati nel movimento sindacale confederale, spingere la propria capacità progettuale oltre i propri confini; chiedono, pertanto, alla CISL di coinvolgere tutte le categorie che aderiscono alla CES perché i Pensionati in Europa abbiano la stessa dignità delle altre categorie. Chiedono altresì che venga, finalmente, riconosciuta la FERPA nella Confederazione Europea dei Sindacati, come soggetto politico a pieno titolo. I delegati ritengono che nell’agenda della CIS (Confederazione Internazionale Sindacale) debbano trovare posto le ragioni delle politiche sociali e dei lavoratori pensionati. Anche a livello mondiale, le due grandi fragilità presenti sono i bambini e gli anziani. In questa ottica, la FNP dovrà continuare a sviluppare una politica internazionale per far nascere la FNP a livello mondiale. Si rende, però, necessario che la CIS riconosca questa nuova categoria e si adoperi a far nascere a livello di ONU, un organismo che tuteli gli anziani nel mondo, al pari dell’analogo organismo riconosciuto per le emergenze dei ragazzi. E’ una battaglia ideale che deve esprimersi attraverso un impegno unitario, concreto presso il Governo italiano per sostanziare in atti tale riconoscimento. Il Congresso esprime perplessità e preoccupazione circa il contenuto del punto 6 dell’accordo quadro del 22 gennaio 2009, ribadito dall’accordo interconfederale del 15 aprile u.s. che mentre afferma giustamente, il principio di dare continuità alla crescita economica del contratto sin dal giorno successivo alla scadenza del precedente contratto, di fatto, invece, legittima il riconoscimento del beneficio contrattuale solo ai lavoratori presenti al momento della sottoscrizione del contratto stesso.Il Congresso chiede, pertanto, alla CISL una rivisitazione dell’accordo per restituire a tutti i lavoratori i loro diritti.


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Il Congresso, raccogliendo le istanze degli organismi di lega, territorio, regionali e nazionale, conferma la piattaforma unitaria approvata dai pensionati di SPI-FNP-UILP e condivisa da CGIL-CISL-UIL. La piattaforma mantiene inalterate le sue ragioni e la sua attualità. Sono inconcepibili e si respingono le scelte del Governo che non danno continuità all’accordo del 10 luglio 2007, del quale si richiede da subito la ripresa del tavolo di trattative e dichiara la mobilitazione generale della categoria e propone una manifestazione nazionale, facendola precedere da altrettante manifestazioni, territoriali e regionali. Il Congresso chiede, inoltre, alla CISL, alle USR, alle UST ed alle Categorie dei lavoratori in attività di far proprie le iniziative della FNP.In presenza di un atteggiamento del Governo, ancora ostile alla categoria e ad un eventuale Dpef che non dovesse prevedere alcun finanziamento per la non autosufficienza, e che non dovesse impegnare adeguate risorse per tutelare il potere di acquisto delle pensioni, di tutte le pensioni, e il conseguente superamento della social card, il Congresso dà mandato alla Segreteria nazionale di intensificare la lotta, prevedendo anche presidii davanti ai due rami del Parlamento. Se, poi, nella finanziaria per il bilancio 2010 ci fosse un ulteriore silenzio da parte del Governo, rispetto alla nostra piattaforma, i delegati chiedono che si organizzi una imponente manifestazione unitaria e chiedono a CGIL-CISL-UIL di chiamare alla lotta e alla partecipazione alla manifestazione tutto il mondo del lavoro. Il Congresso, inoltre, fa richiesta al Governo perché venga istituito un Ministero o designato un Sottosegretario “ad hoc” per le problematiche della condizione anziana, così come già avviene per i giovani; Ministero provvisto di adeguata delega, in modo da costituire un autorevole interlocutore nei confronti dei pensionati, che sono un quarto del totale della popolazione italiana e circa la metà del corpo elettorale.

Approvata all’unanimità


COMMISSIONE PREVIDENZA-FISCO-SANITA’-SOCIALE

Previdenza

Il vademecum per una vera svolta solidaristica passa attraverso l’inclusione piena del pensionato ed anziano nella società. Punto di arrivo: l’allungamento della vita; una longevità, più in generale, che deve essere considerata anche punto di partenza per un ruolo dei Pensionati e del loro potenziale protagonismo della politica sociale. Essi stessi rappresentativi dei ceti più marginali; della stessa persona umana: lavoratore ed ex quale asse centrale attorno a cui costruire i rapporti sociali, produttivi, di scambio, culturali, politici. Limitati infatti ai soli rapporti produttivi, quale tendenza del tipo di società cui apparteniamo, finisce per perdersi anche il concetto di pensione quale salario differito e frutto di una contribuzione previdenziale sostenuta nel corso dell’attività lavorativa.E’ paradossale che mentre ci si preoccupa del futuro della Previdenza integrativa, perché tra qualche anno le coperture pensionistiche non siano insufficienti per i lavoratori, non ci si occupi di mantenere ben saldo il principio di corrispondenza tra contribuzione previdenziale versata e prestazione pensionistica;

- rilevata inadeguata ed insufficiente la perequazione automatica annuale; - statisticamente riconosciuto l’impoverimento delle pensioni di più del

doppio, rispetto all’aumento medio dei salari; - fermo il meccanismo legislativo di ulteriore rivalutazione delle pensioni

all’andamento economico(punto 2 L.503/92), oltre che alla perequazione. Ricominciare dunque da un sistema previdenziale sostenibile in ragione del miglioramento della speranza di vita della popolazione, nonché dalle evidenti trasformazioni del mercato del lavoro. Da questo punto di vista non può passare inosservata la stabilizzazione dei flussi pensionistici, se è vero come è vero che il movimento del numero delle pensioni, anni 2007-2008 e la proiezione 2009 mostra una pur lieve ma costante flessione. Ciò a prescindere dalla pur assoluta ed inderogabile necessità di una netta divisione tra spesa previdenziale ed assistenza; e con una linea di confine di assoluta approssimazione tra previdenza e protezione sociale più in generale. Rimane del tutto inaccettabile quanto sostenuto dal Presidente dell’INPS, di un Istituto cioè quale grande, pervasivo e trasversale erogatore di tutele che si articolano in servizi e prestazioni, all’interno di una visione integrata di welfare, senza linea di confine tra assistenza e previdenza. E pur riconoscendo, simili a quelli previdenziali, i diritti per tutti i cittadini legati ai bisogni e alle necessità in un periodo non produttivo della vita: non è un caso che l’accordo sindacale di luglio del 2007 sia stato esteso – per quanto in misura modesta - alla parte assistenziale, quasi ad assumere il significato di un allargamento della rappresentanza del Sindacato dei Pensionati, nella tutela degli interessi di tutti gli anziani.


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In questo senso va particolarmente valutata la peculiarità nel sistema di protezione sociale italiano retto, oltre che su quello delle assicurazioni sociali, sulla famiglia ed all’interno della famiglia accentuatamente sulla donna, cui però il sistema continua a disconoscere ruoli non valutandoli economicamente, quasi a classificarli conseguentemente quali prodotti inferiori e finendo per accentuarne il disagio.Così stando le cose è evidente che le istanze e le rivendicazioni rispetto al sistema in atto delle reversibilità sono da considerarsi nell’ambito della difesa e salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni; semmai in uno con l’equiparazione dell’età pensionistica tra uomo e donna, alla luce dell’orientamento della Corte di Giustizia Europea, ma soprattutto dello stesso allungamento della vita che porrà la necessità, forse in un futuro, di revisione di ogni norma che presuma di scandire i tempi della vita. E’ anche la conseguenza di una dignità rivendicata ed ancora non riconosciuta; è il conseguimento di migliori obiettivi: perché vogliamo lavorare coinvolgendo la società a tutti i livelli per risvegliare il sentimento di partecipazione comune oggi sopito e per disporci a perno di una rete di alleanze per una società più solidale. Non solo la logica del capitalismo, della ricchezza del mercato cui comunque va contestata l’errata convinzione che possa soddisfare qualsiasi necessità umana. Perché prevalga il protagonismo dei ceti più marginali. La FNP è chiamata ad un ruolo attivo nella società per costruire in Italia, subito, un movimento culturale per la politica sociale.

Politiche Sociali

La spesa per le politiche sociali in Italia, diversamente dagli altri Paesi Europei, è sempre stata considerata un “costo” e non un “investimento” per lo sviluppo economico del paese. La famiglia, abbandonata a se stessa, ha sempre svolto il ruolo di “ammortizzatore sociale” per i componenti più deboli. I mutamenti che sono intervenuti, in questi anni, rispetto alle condizioni della famiglia ed in particolare l’invecchiamento della popolazione pone oggi, porrà ancora più in futuro, rilevanti problemi di finanziamento delle prestazioni sociali e sanitarie a causa dell’aumento delle fasce di età bisognose di assistenza. E’ dovere dei Governi reperire le risorse necessarie affinché i diritti sociali sanciti dalla Costituzione siano esigibili per tutti cittadini. Basti pensare che la legge 328/2000 voluta in particolare dal Sindacato al fine di costituire nel nostro Paese un vero sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, a 9 anni dalla sua emanazione non trovi ancora piena applicazione a cominciare dalla mancata approvazione dei LIVEAS. Preoccupa anche la volontà del Governo di introdurre nel sistema di protezione sociale del nostro Paese elementi di privatizzazione del sistema che creerebbe ulteriori problemi ai soggetti più deboli del nostro Paese.


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La piena applicazione della legge 328/2000 “Legge quadro “ per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, è un obiettivo irrinunciabile per la attuazione di un welfare moderno e attento alla dignità della persona. In particolare occorre un impegno per:

• Il riconoscimento di veri e propri diritti sociali, la cui identificazione è stata affidata allo Stato tramite i Livelli Essenziali di Assistenza Sociale(LIVEAS), mentre alle Regioni sono affidate le competenze legislative in materia di politiche sociali e agli Enti Locali,la concreta realizzazione dei servizi;

• L’applicazione della “sussidiarietà verticale” tra le istituzioni pubbliche e della “sussidiarietà orizzontale” fra istituzioni pubbliche e le organizzazioni non profit;

• Il sostegno alle responsabilità famigliari attraverso un potenziamento dei servizi alla prima infanzia e delle persone anziane;

• Un programma con specifiche misure di contrasto alla povertà, di inclusione sociale e lavorativa delle persone in stato di difficoltà;

• L’implementazione graduale ma consistente, del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che in questi ultimi anni ha subito una sforbiciata di 560 miliardi di EURO;

• Una politica di interventi sociali e di servizi in grado di contrastare l’accentuarsi di fenomeni quali: la solitudine, un diffuso senso interiore di inutilità sociale, l’affievolirsi del progetto di vita, il basso livello socio-economico di molti anziani/e; la scarsa partecipazione e inclusione sociale, la non eguaglianza, sotto diversi punti di vista, tra uomini e donne anche nell’età anziana, l’accesso ai servizi socio-sanitari, etc. Tutto ciò consentirebbe anche di ridurre l’incidenza di molte patologie nell’età anziana.

Politiche Sanitarie

Attualmente la sanità in Italia è caratterizzata da una sempre maggior presenza del privato convenzionato nell’erogazione delle prestazioni e una maggior compartecipazione alla spesa sanitaria dei cittadini. Ciò è dimostrato dagli ultimi dati del 2007 sulla spesa sanitaria che ammontava totalmente a circa 131 miliardi di euro, di cui 78,2% finanziata dal FSN e il restante 21,8% dai cittadini con proprie risorse (ad esempio con l’assistenza integrativa). Questa eccessiva privatizzazione del sistema sanitario (circa il 46% dell’assistenza ospedaliera) e l’utilizzo ticket e dei sovra ticket ( già in vigore nel Lazio e prossimamente nel Molise) non sembra riuscir a migliorare in modo sostanziale né la qualità delle cure né il numero di prestazioni erogate, né tanto meno i bilanci regionali se è vero che il deficit sanitario ammonta a circa 10 miliardi di euro e non tende a diminuire. La FNP chiede che:


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• il sistema sanitario nazionale si mantenga a prevalenza pubblica al fine di assicurare universalmente l’accesso alle cure;

• sia rispettato quanto previsto dall’accordo nazionale sul contenimento delle liste d’attesa;

• sia aumentato l’attuale limite d’esenzione di 36.151,98 euro alla partecipazione alle spese per prestazioni sanitarie, previsto dalla L. 537/1993;

• vengano previsti nei pronti soccorsi italiani dei percorsi agevolati per anziani;

• l’inserimento nelle RSA tenga in considerazione il reddito ISEE individuale del non autosufficiente;

• Uno strumento NUOVO per aiutare la domanda-offerta di lavoro delle badanti.

Non autosufficienza e assistenza territoriale

Nonostante sia a disposizione del Governo dal 2005 il disegno di legge di iniziativa popolare sulla non autosufficienza presentato da SPI-FNP-UILP, ad oggi, circa 2,8 milioni di cittadini non autosufficienti aspettano ancora l’approvazione di una legge che li tuteli e che garantisca loro un’assistenza domiciliare adeguata. L’utilizzo dell’assegno di cura come unico ammortizzatore assistenziale non può essere considerato dalla FNP il solo strumento per aiutare le famiglie a rispondere a tutte le difficoltà assistenziali che un’ anziano non autosufficiente affronta giornalmente. Le proposte del Governo che prevedono una drastica riduzione del deficit sanitario (circa 10 miliardi) attraverso la riduzione dei posti letto (27 mila), la chiusura dei piccoli ospedali, il rafforzamento del ruolo del Pronto Soccorso per categorie socialmente deboli e lo sviluppo dell’associazionismo sanitario, sono scelte politicamente condivisibili dalla FNP solo se le risorse risparmiate verranno reinvestite per rafforzare l’assistenza domiciliare integrata a livello territoriale.

Politiche Fiscali

Nel nostro paese esiste una questione fiscale che si può così riassumere: • elevata evasione tributaria e contributiva; • distribuzione iniqua del carico fiscale; • penalizzazione delle famiglie, in quanto il sistema tributario non riconosce il

valore sociale della famiglia e dei figli. La FNP, in merito alla questione fisco, intende aprire una vertenzialità a tutto campo:


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1) vertenze territoriali per estendere la progressività fiscale sulle addizionali IRPEF regionali e comunali ed applicare una fascia d’esenzione per i redditi più bassi;

2) elevare l’esenzione IRPEF statale fino a 10 mila Euro e oltre per pensionati;

3) elevare l’attuale limite di reddito annuo di 2.840,51 euro per poter fruire della detrazione fiscale prevista per familiare a carico;

4) detraibilità delle spese assistenziali non coperte dal SSN o da altre fonti in particolare per le persone non autosufficienti;

5) le tariffe sociali, quali il bonus elettrico, non devono gravare sui cittadini ma sulla fiscalità generale.

Paniere dei Pensionati

La Fnp ritiene necessario l’istituzione di un paniere basato sui consumi reali dei pensionati, al fine di valutare l’inflazione effettiva, nel calcolo per la perequazione automatica delle pensioni.

Tariffe–servizi locali di pubblica utilità

Per quanto attiene le tariffe dei servizi locali di pubblica utilità la Fnp ritiene necessario il monitoraggio delle tariffe onde evitare che vengano effettuati aumenti non legati alla efficienza dei servizi stessi. Si chiedono inoltre agevolazioni sulle tariffe per i percettori di redditi più bassi a partire dai cittadini incapienti ai fini fiscali. La contrattazione delle tariffe dei servizi costituisce un obiettivo importantissimo ai fini della difesa del potere d’acquisto delle pensioni e dei salari.

Politiche abitative

La FNP considera urgenti e fondamentali per una più attenta politica sociale della casa :

• una legge-quadro nazionale sul welfare abitativo, con i livelli essenziali delle prestazioni, istituendo un “piano nazionale degli interventi e dei servizi abitativi di edilizia pubblica e sociale”, sostenuto da un “fondo nazionale per le politiche abitative”;

• maggiori interventi statali e regionali per le famiglie degli anziani non autosufficienti volti all’eliminazione delle barriere architettoniche, alla ristrutturazione case di proprietà per adeguarle ai bisogni degli anziani, e volti alla concessione di agevolazioni finanziarie e fiscali per l’acquisto di ausili;

• aumento degli insediamenti residenziali idonei (anche con i necessari ausili) ad ospitare pensionati e persone con problema di non-autosufficienza.


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Osservatorio Nazionale Vertenzialità Territoriale

Per quanto riguarda l’osservatorio Nazionale sulla Vertenzialità territoriale, esso ha una duplice valenza:

A) una banca dati nazionale sui risultati ottenuti nei singoli territori attraverso la vertenzialità territoriale;

B) una opportunità per i territori di conoscere l’attività vertenziale che viene promossa dalla FNP nei singoli territori;

Infatti la condivisione e lo scambio delle esperienze costituisce un arricchimento di un gruppo dirigente che vuole raggiungere obiettivi condivisi.


COMMISSIONE ORGANIZZAZIONE, AMMINISTRAZIONE, FORMAZIONE INTERNAZIONALE, ANTEAS

La commissione Organizzazione, Amministrazione, Formazione, Internazionale, Anteas del XVI’ Congresso Nazionale della FNP, udita la relazione del Segretario Generale Antonio Uda, ne condivide valori morali, politici, sindacali nonché il grande significato strategico ed organizzativo. La Commissione, a seguito di un serrato ed approfondito dibattito, ritiene importante proporre un contributo al lavoro della Commissione Mozioni per la stesura della Mozione conclusiva dell’Assise Congressuale. In sintesi la Commissione valuta importanti i seguenti aspetti

ORGANIZZAZIONE - TERRITORIO

Il contesto locale, in un’ottica volta a mettere sempre più al centro delle strategie della FNP, il territori, assume sempre più importanza anche in base al prossimo provvedimento del Governo in tema di Federalismo Fiscale. Un provvedimento che imporrà alla FNP un decentramento ancor più incisivo che in passato. Si tratta in definitiva di “proporre” un modello di “Federalismo Sindacale” che possa reggere il confronto con le controparti istituzionali. Un modello sindacale basato sull’ investimento di maggiori risorse umane ed economiche a livello periferico, laddove molte delle tematiche di interesse dei pensionati verranno disciplinate dalle istituzioni locali.In questo senso , occorre, con ancor più vigore, tendere alla piena valorizzazione del ruolo delle Leghe, le quali debbono poter divenire nel breve-medio termine il vero e proprio quarto livello di rappresentanza della FNP. Il percorso, sebbene negli anni scorsi vi siano stati dei progressi notevoli, resta ancora in fase di definizione. Ancora molte le leghe che mostrano carenze di carattere politico ed organizzativo e sulle quali è necessario un intervento significativo.

Per conseguire tale obiettivo sarà necessario lavorare con grande impegno su una migliore strutturazione organizzativa delle leghe (sede, organi, gruppo dirigente,staff ecc…) e conseguentemente incrementare gli investimenti economici, soprattutto sulla base di nuovi progetti mirati di sviluppo organizzativo e del proselitismo, sostenuti, finanziati e verificati anche dai livelli superiori. Altresì sarà importante andare a collocare le leghe in contesti intercomunali e distrettuali per assicurare il coordinamento delle aree maggiormente frammentate, oltreché nelle grandi aree urbane e cittadine che rappresentano in atto punti di crisi ma che offrono notevoli margini di sviluppo delle adesioni. In tali strutture il coordinamento delle donne deve assumere un ruolo ed il massimo impegno. Inoltre , occorrerà lavorare per determinare una significativa crescita vertenziale delle strutture di base, anche in relazione a iniziative di carattere orizzontale, soprattutto ove la FNP costituisce l’unica presenza di tutta l’organizzazione. Una crescita da

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realizzare anche mediante l’inserimento di nuovi quadri, preparati ad hoc che siano di supporto alla segreteria; in questo alveo va ripresa l’intesa con la Confederazione che prevede la costituzione di coordinamenti tra USR e UST ed FNP ad ogni livello, allargati, a secondo delle materie, ad altre categorie, quali sedi permanenti di confronto, coordinamento e sviluppo sinergico delle rispettive potenzialità riguardanti : le politiche dello stato sociale le vertenze territoriali i servizi i progetti di proselitismo

In una strategia tesa alla realizzazione di un modello di “Federalismo Sindacale” non può essere trascurato il ruolo delle FNP Regionali e Territoriali che, in termini di proposta politica, di gestione e di coordinamento, dovranno essere protagoniste dello sviluppo della FNP a livello periferico. In sostanza, si tratta di affermare e attuare concretamente le responsabilità sindacali ed organizzative delle strutture regionali e territoriali. Responsabilità, competenze e disponibilità umane ed economiche che dovranno seguire di pari passo il prossimo decentramento istituzionale.

PROSELITISMO

Quanto sopra detto, favorirà anche un’ attività di proselitismo "permanente" che costituisce il sistema per realizzare quel circolo virtuoso che partendo da nuove adesioni, consenta all'organizzazione di poter contare su maggiore rappresentatività, su maggiore potere contrattuale, su adeguate risorse economiche da utilizzare per la tutela individuale e collettiva. E' necessario, infatti, incrementare di molto la capacità di costruire "deleghe in proprio" attraverso il costante impegno delle strutture, dei dirigenti, dei quadri e degli operatori a tutti i livelli. Occorre, perciò, essere presentì sul territorio mettendo in campo momenti frequenti di confronto, approfondimento, coinvolgimento e sensibilizzazione con i soci e i pensionati, al fine di costruire un consenso solido e consapevole che possa dare vita al circolo virtuoso deleghe-consenso-nuove deleghe. In questo quadro, si ritiene opportuno prevedere iniziative di presidio delle comunità locali (giornata o settimana FNP Incontra) da effettuarsi più volte in corso d’anno. Andrà, infine, perseguito con rinnovato slancio l’obbiettivo della continuità associativa e più in generale il proselitismo tra i pensionati ed i pensionandi provenienti dal Pubblico Impiego, anche attraverso il fattivo contributo dei Raggruppamenti Tecnici.

RAPPORTI CON STRUTTURE VERTICALI, ORIZZONTALI E SERVIZI CISL

E’ chiaro, che nell’ ottica dell’incremento delle adesioni merita attenzione il rapporto con le strutture verticali, orizzontali e con i Servizi della CISL.

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Per quanto concerne le Categorie della CISL, in questi ultimi anni molte sono state le intese sottoscritte, molti i progetti, molte le risorse messe in campo (soprattutto della FNP). Tuttavia i risultati, se non per qualche lodevole eccezione, non sono stati molto lusinghieri. E’ necessario, pertanto, proseguire nelle collaborazioni, in modo tale da far maturare, come opportunità per tutta l’organizzazione, la “risorsa” della “continuità associativa” che costituisce un elemento imprescindibile del nostro stesso modo di essere sindacato confederale. Emerge nettamente, peraltro, come tutto questo “meccanismo” non possa essere messo a sistema e divenire patrimonio di tutta l’organizzazione se non in presenza di un forte ruolo di coordinamento e indirizzo ai vari livelli da parte della Confederazione, la quale dovrà essere “stimolata” al punto tale da essere la “guida” di tale processo di integrazione fra le diverse categorie.

In tema di proselitismo, non può sfuggire una riflessione sul tema dei rapporti con i Servizi della Cisl. Anche in questo caso, non si può non sottolineare la necessità di operare con convinzione su due particolari ambiti di impegno. Il primo è quello della piena cittadinanza e integrazione dei servizi, che dovrà essere raggiunto favorendo la piena attuazione di un apposito progetto, coordinato dalla Confederazione (e deliberato dalla Assemblea Organizzativa del 2007 e successivamente dal Comitato Esecutivo della CISL negli scorsi mesi). Tale progetto, che consentirebbe, come detto, integrazione strategica e operativa ed eliminerebbe discrasie di carattere organizzativo, nonchè divaricazioni in termini di costi di accesso, andrà sostenuto da parte della Federazione e stimolato con ancora più convinzione che in passato, cosi come andrà ripresa una riflessione seria sulla necessità di prevedere una tessera unica che consenta l’accesso a tutti i servizi in misura agevolata. Bisognerà, altresì, insistere con determinazione per la piena realizzazione del Servizio di “accoglienza” presso le sedi dei servizi. Un servizio che deve vedere fortemente impegnati quadri e operatori FNP, al fine di affiancare alla prestazione individuale, quel patrimonio di valori ed ideali , ma anche di iniziative sindacali ed organizzative, che può generare presso i pensionati un elemento fondamentale per la loro adesione. Altro aspetto è quello dei servizi rivolti dalla FNP direttamente ai propri soci. In questo quadro, confermando la validità delle polizze e delle coperture di solidarietà (furti, scippi ecc.) in atto offerte, l’ intenzione nel prossimo futuro è quella di ampliare la gamma delle agevolazioni nella convinzione che esse, pur essendo solo il completamento della “mission” sindacale, siano comunque uno strumento che possa contribuire al sostegno, anche economico, dei pensionati e possano essere funzionali al proselitismo.

INFORMATICA E NUOVE TECNOLOGIE

Una sottolineatura anche sul tema dell’informatica e delle nuove tecnologie (internet in particolare) che sempre di più condizioneranno, non solo la gestione dell’organizzazione, ma anche la società nel futuro. In prima istanza è necessario

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ribadire l’esigenza, da parte di ogni struttura, di acquisire le conoscenze idonee per favorire la veicolazione e la fruizione delle informazioni attraverso la rete e soprattutto nella gestione dell’anagrafe dei soci, la quale ha ricadute importanti anche da un punto di vista politico e organizzativo, tenuto conto di come sia fondamentale per la FNP conoscere la propria base associativa. Ciò assume rilevanza anche per importanti implicazioni legate alla trasparente gestione economica dell’ organizzazione.

RISORSE ECONOMICHELa Commissione ritiene che la politica sindacale, oltre che basarsi sulle risorse umane e organizzative, non possa prescindere dalla certezza delle risorse economico-finanziarie. L’ importanza di risorse garantite e certe nei confronti di ogni organizzazione assume maggiore rilevanza per la FNP,anche alla luce del fatto che la stessa trova alimento finanziario pressoché esclusivo dal tesseramento.In questo quadro, anche in considerazione di quanto i nostri associati confidano e credono nel nostro impegno, è necessario che il gruppo dirigente ai vari livelli si carichi di una grande responsabilità nell’uso “etico” delle risorse; in particolare in un periodo difficilissimo per i più poveri ed i più deboli che sono gran parte della nostra base associativa. Una attenta e trasparente gestione delle risorse, quindi, costituisce il mezzo principale per la predisposizione ed attuazione delle politiche e delle strategie. Pertanto, al fine di trasmettere precisi indirizzi contabili, che possono garantire un governo responsabile dei contenuti economici (Programma COGEU) occorre un ulteriore impegno finalizzato all’assunzione ed al rafforzamento della consapevolezza, dell’opportunità e della necessità di rispettare in pieno le norme e le procedure, in un sistema di rendicontazione trasparente, completa, chiara. In questo modo potrà essere evidenziato, senza zone d’ombra, quanto è stato portato a termine, quanto è in fase di completamento e quanto si intende realizzare. Ciò permetterà anche un confronto continuo, aperto e corretto con chiunque voglia “valutare il nostro operato” ed , inoltre, darà la possibilità all’organizzazione di avere ben evidenti i lati positivi e quelli critici per continuare e migliorare i primi, per intervenire, modificare e/o eliminare i secondi. Il decentramento è ormai una realtà del nostro Paese ed investe tutte le attività dei territori e delle regioni soprattutto dal punto di vista organizzativo ed amministrativo con conseguenti ricadute anche sul Sindacato, che non può ritenersi immune, ma, anzi, ne è fortemente interessato. Appare quindi chiaro, per la Commissione, come il solo dipartimento nazionale non possa essere in grado di esercitare quel forte ruolo di indirizzo e di coordinamento finora svolto in maniera impegnata e fruttuosa. Al fine di meglio “governare” il tutto, è necessario che tale ruolo di indirizzo e coordinamento sia assunto anche dalle FNP regionali che sono chiamate ad un forte supporto delle strutture territoriali, in un

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sistema organico ed adeguato ai bisogni, nella massima trasparenza e scrupolosità avendo presenti i riferimenti statutari e di regolamento della categoria. Nell’ambito della gestione delle risorse finanziarie il compito dei Collegi sindacali è di particolare rilevanza per la delicatezza e l’importanza della materia in questione e per la garanzia di correttezza e trasparenza dell’azione degli amministratori nell’uso delle risorse. A tale riguardo, la Commissione suggerisce di prevedere, per quanto possibile, che almeno il Presidente del Collegio dei Sindaci sia iscritto all’albo professionale, pur avendo le giuste conoscenze delle dinamiche sindacali ed organizzative.

FORMAZIONE

A giudizio della Commissione, il progetto organizzativo e amministrativo sopra delineato non potrà prescindere da un significativo progetto di carattere formativo. Per quanto concerne la formazione, infatti, la FNP ha ben chiara la consapevolezza di dovere intervenire per sostenere tutto il gruppo dirigente nelle nuove sfide con cui si misura chi rappresenta e tutela i pensionati e la popolazione anziana. Più che mai in questa fase, dunque, la formazione costituisce un elemento strategico a supporto dell’attività sindacale dell’organizzazione a tutti i livelli. Da questa premessa, per la Commissione, ne consegue che l’attività formativa della federazione ha il compito di enucleare i fabbisogni di “apprendimento” dell’organizzazione, di definirli e formulare su di essi progetti e percorsi adeguati al ruolo ed alle funzioni della dirigenza ai vari livelli.In questo senso si possono individuare le seguenti aree di lavoro e di approfondimento cui dedicarsi, nell’arco del prossimo mandato congressuale:la formazione, che partendo dalle tecniche di analisi dei bisogni sul territorio si realizzi a sostegno della concertazione e della vertenzialità territoriale; la formazione sulle prospettive di riforma in senso federalista del sistema fiscale; la formazione a sostegno della crescita organizzativa (proselitismo, segretariato sociale, promozione della presenza del sindacato nel territorio e fra la gente, rinnovamento e crescita organizzativa delle leghe); La formazione sulle politiche previdenziali; La formazione sulle problematiche comunitarie ed internazionali (soprattutto in relazione al progetto di “sindacalismo internazionale dei pensionati”);La formazione sulle tecnologie applicate al lavoro organizzativo e alla comunicazione sociale nell’ambito dello sviluppo di una “rete” formativa mirata ad implementare il modello formativo della Federazione in forma integrata, con lo sviluppo, anche attraverso la gestione del sito informatico sulla formazione, delle sinergie utili tra il livello nazionale, quello regionale e quello territoriale; La formazione per target specifici, ciascuno ancorato a obiettivi organizzativi, in ragione di precise strategie di crescita politica e associativa. Si ricomprende in essa la formazione dei formatori, la formazione delle componenti dei coordinamenti donne, la formazione sulla bilateralità, la formazione sulle politiche transnazionali;

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La formazione economico – finanziaria destinata ai dirigenti con responsabilità amministrative: segretari, operatori e componenti dei collegi sindacali;La formazione permanente per i quadri, che risponde a bisogni costanti di sviluppo di competenze ‘trasversali’e intende sostenere, in uno con l’approccio europeo al lifelong learning, una linea continua di accesso alla crescita culturale e ‘professionale’ dei dirigenti della FNP;Nell’attuazione dei programmi formativi si continueranno ad adottare sia i metodi e gli strumenti didattici che fino ad ora hanno caratterizzato l’impianto della formazione FNP, sia modalità e tecniche inedite (la formazione a distanza e l’uso della telematica) atte a favorire maggiormente un proficuo scambio di esperienze maturate sul territorio dai dirigenti che fruiscono dei vari momenti che andranno ad articolare l’offerta formativa.

POLITICHE INTERNAZIONALI

Sulle politiche internazionali, ribadendo che la FNP da anni ha elaborato e porta avanti un disegno che si propone di tutelare e sostenere i pensionati nel mondo, va sottolineato ancora una volta come l’obiettivo fondamentale sia sempre quello di implementare il coordinamento e le sinergie con i sindacati e le associazioni dei pensionati sia in Europa che al di fuori dei confini della UE per arrivare alla creazione di un organismo mondiale dei pensionati che possa essere riconosciuto, come organo consultivo da organismi internazionali quali l’ONU. In altre parole, per la FNP, è prioritario dare ovunque sempre più voce alle istanze dei pensionati.A livello europeo uno dei maggiori impegni della FNP rimane la partecipazione ed il sostegno alle politiche della FERPA affinché questa diventi un vero soggetto contrattuale e politico e venga inserita a pieno titolo nella CES. Secondo la Commissione, tra gli impegni in evidenza nella nostra agenda internazionale ci dovrà essere, inoltre, una iniziativa tesa a proiettarci nel continente africano, nonostante le grandi differenze che possono sussistere a livello di esperienze sindacali. Non possiamo, infatti, continuare ad eludere la necessità di confrontarci con il continente “dimenticato”, soprattutto tenendo conto della forte presenza di immigrati africani in Italia, alcuni dei quali hanno raggiunto l’età pensionabile e molti altri la raggiungeranno nei prossimi anni.

ANTEAS

Per ciò che riguarda l’Anteas, la Commissione ritiene che la crisi economico-sociale del Paese e la necessità di caratterizzare il ruolo e la missione dell’Associazione con progetti di valenza nazionale (pur in un quadro di valorizzazione delle esperienze delle singole associazioni), impongono il perseguimento di alcuni obiettivi strategici quali:sul fronte della lotta alle povertà e alle fragilità, la facilitazione alla fruizione dei servizi da parte di chi è emarginato o è impossibilitato ad accedervi. In questo ambito

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il volontariato Anteas può e deve recitare un ruolo di primo piano che, pur nella sua importanza, non va considerato come sostitutivo rispetto a quello esercitato dal soggetto pubblico; la definizione di un progetto teso a favorire l’invecchiamento attivo, nella particolare accezione dell’orientamento verso l’impegno sociale ed il volontariato dopo l’uscita dal mondo del lavoro;

la realizzazione di una diffusa formazione degli adulti attraverso la promozione delle Università della terza età; la definizione di un progetto per la realizzazione di soggiorni climatici e di sollievo che utilizzi anche i buoni vacanze per offrire una opportunità a tutti coloro che, per motivi economici e di mobilità, non hanno possibilità di accedervi; la definizione di un progetto confederale per lo sviluppo di un lavoro integrato delle associazioni e degli enti promossi dalla CISL.

In questo quadro di sfide future Anteas dovrà inserirsi negli spazi che il Legislatore con la L.328 ha previsto per il Terzo settore ed il mondo del volontariato anche attraverso sinergie tese alla costruzione sul territorio di reti solidali. Ciò per esercitare appieno un ruolo forte e coerente con l’azione sindacale non solo della FNP, che ha voluto e promosso l’Associazione, ma anche di tutta la CISL di cui Anteas costituisce oggi una forte risorsa essendo stata (vd. Assemblea Org.va Cisl) riconosciuta tra le sue associazioni. Si raccomanda quindi di considerare ANTEAS quale Associazione composta da pensionati, lavoratori e giovani, riconfermando l’impegno sui temi inter - generazionali favorendo e qualificando le iniziative a sostegno dei giovani nelle scuole e nel territorio, con una particolare attenzione all’area del disagio e della disabilità.

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ORDINE DEL GIORNO A FAVORE DEI TERREMOTATI

Il XVI Congresso della FNP-CISL

ESPRIME

la più grande solidarietà alla popolazione abruzzese colpita dal terremoto che ha seminato morte e distruzione ed è particolarmente vicino alle famiglie, agli anziani ed ai pensionati feriti più degli altri nel fisico e nello spirito;

CHIEDE

che in loro favore le Istituzioni Comunitarie Europee, il Governo Nazionale e le Istituzioni Locali si attivino con politiche mirate ad una immediata ripresa di ogni attività, con particolare riferimento a quelle economiche, produttive e sociali;

RENDE MERITO

alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco ed a tutti i volontari impegnati nei soccorsi della tempestività ed efficacia dell’azione svolta negli interventi di prima necessità;

AUSPICA

che la ricostruzione possa avvenire nei tempi più rapidi e con ogni possibile garanzia al fine di restituire alle città ed ai borghi le loro anime ricche di storia e di cultura ed agli abitanti tranquillità e sicurezza;

IMPEGNA

le Strutture della FNP, già protagoniste di una generosa gara di solidarietà, a realizzare iniziative finalizzate a non dimenticare i fratelli caduti nel dolore e nella prostrazione perché possano risollevarsi e riacquistare fede e speranza in un domani ricco di interessi, di prospettive e di gratificazioni morali e materiali.

Roma, 30 aprile 2009

Approvato all’unanimità


XVI CONGRESSO DELLA CISL MOZIONE CONCLUSIVA

L’assemblea del XVI° Congresso della Cisl, riunita a Roma dal 20al 23 maggio 2009, approva la relazione del segretario generale Raffaele Bonanni e assume il Documento per il dibattito congressuale ed i contributi dell’ampio e approfondito dibattito.L’Assemblea congressuale decide i seguenti orientamenti per la strategia della Cisl. Per la politica internazionaleDalla crisi si esce non con politiche protezionistiche, ma riaffermando il primato della politica per mezzo di un sistema istituzionale e regolativo integrato a livello nazionale, europeo e internazionale.L’azione della politica deve essere in grado di globalizzare, oltre alla finanza ed all’economia, la promozione dei diritti democratici e di giustizia sociale, ad iniziare dalle libertà e tutele sul lavoro, con la messa al bando, in particolare, del lavoro minorile e di ogni forma di schiavitù. Al rispetto di questi principi vanno subordinati i rapporti economici e le relazioni internazionali.La Cisl apprezza che nel G20 di Londra si sia data una nuova centralità al principio della giustizia sociale come aspetto imprescindibile di un nuovo modello di sviluppo. Il Governo italiano nel G8 di luglio deve promuovere un Patto per la protezione sociale, come sostenuto dalla CES e dalla CIS, i cui ruoli e specifici mandati vanno rafforzati.Per la politica europea La priorità è il rilancio dell’Europa politica, diversamente l’Unione non è in grado di tutelare gli interessi europei, che al livello macro economico contano più di quelli dei singoli Stati, e di rappresentare il suo modello di democrazia politica e di economia sociale di mercato.L’UE deve sviluppare il suo ruolo nelle politiche di rilancio della crescita e fare di più per coordinare e concertare le misure nazionali per una politica espansiva.

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Per un nuovo modello di sviluppoUn modello di sviluppo alternativo a quello fondato sulla rendita e sulla speculazione finanziaria deve prioritariamente puntare sulla centralità della persona e sul valore del lavoro e della legalità. C’è bisogno di un nuovo umanesimo del lavoro informato all’etica della responsabilità, da realizzare anche per mezzo di relazioni sindacali partecipative e di una reale democrazia economica, al fine di realizzare un nuovo e più equilibrato rapporto tra capitale e lavoro e che richiami le imprese ad una pratica coerente ai principi della responsabilità sociale. Centrale per il nuovo umanesimo del lavoro è un rinnovato impegno del sindacato sui temi della prevenzione, della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, da realizzare rafforzando la contrattazione ed investendo sui delegati della sicurezza e sulla formazione, contrastando, in questo modo anche, gli arretramenti che in materia, le recenti iniziative di Governo hanno determinato. In tema di partecipazione dei lavoratori alla governance, agli utili e all’azionariato collettivo, il Parlamento deve sollecitamente dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione.Questa partecipazione, fin da ora, dovrebbe essere un vincolo per le banche e per le imprese che ricorrono al soccorso delle risorse pubbliche, e nei processi di privatizzazione e di liberalizzazione delle aziende di servizio di pubblica utilità, nazionali e locali. Quelle stesse banche debbono, inoltre, concretamente agevolare l’accesso al credito per le piccole imprese e dare sostegno alle famiglie con redditi bassi, sia con agevolazioni sui mutui che per mezzo di anticipi per i periodi di cassa integrazione guadagni, e contenere i compensi esorbitanti riconosciuti ai loro manager.Una nuova stagione di democrazia economica, per concretizzarsi, deve vedere un rilancio dell’impegno sindacale nel territorio, sia per mezzo della contrattazione di secondo livello, pienamente riconosciuta del recente Accordo sulla riforma della contrattazione del 22 gennaio scorso, che realizza un obiettivo storico della Cisl, sia per il tramite della vertenzialità sul welfare regionale e locale, dalla fiscalità ai grandi servizi pubblici, rispetto ai quali alla denigrazione del populismo va contrapposto il ruolo della contrattazione pubblica, che assume come obiettivi di produttività ed efficienza gli interessi di cittadini ed imprese. Per risalire la china della crisi della democrazia partecipativa, il federalismo deve diventare un’occasione politica ed istituzionale per valorizzare i corpi sociali intermedi e la sussidiarietà. La politica non deve esaurirsi nel mandato elettorale. Ai cittadini va restituito il diritto di scegliere chi li deve rappresentare in tutte le assemblee elettive. Occorre promuovere una diffusa presenza di organismi di controllo e partecipazione sociale nel territorio in tutti i servizi pubblici. Questa strategia di potenziamento della contrattazione di secondo livello, privata e pubblica, e della vertenzialità territoriale richiede un riorientamento organizzativo, ad

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iniziare dalla politica dei quadri e della formazione sindacale, per un forte sostegno alle strutture impegnate nel proselitismo e nell’attività contrattuale.In parallelo, vanno rafforzati i servizi agli iscritti, sviluppando il progetto di integrazione in atto degli istituti e degli enti per la tutela legale e contrattuale, per l’assistenza sociale, previdenziale, fiscale, assicurativa, per la formazione professionale e continua, nel mercato del lavoro. La valutazione delle scelte necessarie per realizzare questi obiettivi sarà una priorità del nuovo Consiglio generale.Per la crescita economica Il Governo non può ulteriormente sottrarsi all’urgenza di dare un impulso straordinario all’economia sul versante degli investimenti e della crescita di salari e pensioni, ad un dialogo costruttivo sulle priorità del Paese e ad una articolata concertazione con le parti sociali. La sfida per l’economia italiana è quella di una modernizzazione del suo sistema sociale e della innovazione della sua struttura produttiva. Vi sono condizioni (risparmio privato, calo dell’inflazione, lotta più determinata all’evasione) che consentirebbero l’impiego di nuove risorse. La credibilità, d’altronde, su cui poggia il debito pubblico, può essere meglio garantita se la maggiore spesa negli investimenti sociali e produttivi è finalizzata ad assicurare una sollecita e qualificata crescita del Paese e avviene con la concertazione sociale che responsabilizzi tutti.Si tratta di promuovere tutti i fattori di produttività del “sistema Paese”, dalla efficienza delle P.A. e dalla promozione della legalità, agli investimenti infrastrutturali materiali e immateriali (dai trasporti alla banda larga, al sistema scolastico pubblico…), alla concorrenzialità dei servizi, agli interventi per superare il gap strutturale energetico rispetto a costi e dipendenza, alla difesa, allo sviluppo ed alla valorizzazione delle produzioni manifatturiere e del made - in - Italy, della nostra filiera agroalimentare e del turismo. Occorre sostenere, con investimenti pubblici e privati in ricerca, innovazione, istruzione e formazione, un riposizionamento produttivo nei mercati internazionali, favorendo la crescita dimensionale delle imprese, lo sviluppo di sistemi territoriali, e promuovendo la loro internazionalizzazione. La nuova frontiera degli investimenti, della creazione di nuove industrie e di nuovi posti di lavoro deve essere, oltre quella delle scienze della vita (farmaceutica, biotecnologie, ecc.), quella dell’energia, delle nuove tecnologie e dell’ambiente. A tal proposito, è necessario favorire politiche pubbliche, organizzazioni produttive e modelli di consumo orientati al risparmio energetico. L’allungamento della catena generativa e gli investimenti in energie rinnovabili ed eco-compatibili, in una logica di opzioni integrate, sono la strada da perseguire con determinazione, considerando il bene imprescindibile della salute e sicurezza delle popolazioni e della sostenibilità ambientale, per rispondere al bisogno energetico

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dell’Italia e possono rappresentare la soluzione migliore per la salute e l’ambiente ed offrire nuove opportunità di lavoro. Per questa sfida è necessario un grande sforzo congiunto, da subito, da parte delle strutture pubbliche e delle imprese italiane per mobilitare, ad iniziare dalla ricerca, tutte le forze disponibili per individuare gli ambiti di innovazione di prodotto, realizzabili da soli o in cooperazione con altri Paesi.La Cisl propone Un Patto di responsabilità per il Mezzogiorno. Vanno ripristinati i vincoli di destinazione per il Sud delle risorse in conto capitale, nazionali e comunitarie, e va acquisita finalmente la fiscalità di vantaggio. Il Governo, soprattutto, deve attivare una concertazione interistituzionale e sociale, che, con riferimento al Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, dia un forte impulso politico, concentri gli interventi su priorità condivise quali infrastrutture, reti energetiche e ambientali, sviluppo dei settori industriali, dell’agroalimentare e del turismo, controlli i tempi di attuazione e renda trasparenti responsabilità e impegni reciproci. Anche con l’impegno del sindacato deve crescere il capitale umano su istruzione, innovazione e ricerca, valorizzando, in particolare, la grande risorsa meridionale dei giovani, e il capitale sociale della partecipazione dei cittadini nel territorio, la loro presa di coscienza dei problemi e la loro progressiva fiducia di poter contribuire a prendere decisioni per il bene di tutti, a partire dalle responsabilità dei politici e degli amministratori. Per la riforma del welfare Per una politica riformatrice del welfare, occorre liberare il campo dalla strumentalità della contrapposizione tra giovani ed anziani. Va, inoltre, riconosciuto che le politiche sociali sono un investimento produttivo che crea sviluppo.E’ necessario un welfare riqualificato, universalistico, nel quale l’intervento pubblico sia anche regolatore e controllore della compartecipazione del privato e del terzo settore. Vanno valorizzati la sussidiarietà dei corpi intermedi della società civile ed il ruolo della contrattazione e della bilateralità, con riferimento, in particolare, al mercato del lavoro, alla formazione, alla previdenza e alla sanità integrative. Dal rafforzamento, dall’estensione, dal rapporto attivo con il lavoro ottenuti in questi mesi attraverso le misure in deroga, ora è necessaria la riforma degli ammortizzatori sociali che realizzi la tutela universalistica di sostegno al reddito finalizzato alla partecipazione dei lavoratori alle politiche e alla ricerca attive dell’impiego nelle diverse transizioni. Con questa riforma, con la parificazione della contribuzione si potrà realizzare lo Statuto dei lavori con l’obiettivo di unificare il mercato del lavoro nei diritti e nelle tutele sociali fondamentali, nella copertura pensionistica, per tutte le tipologie del rapporto di impiego, per tutte le dimensioni d’impresa e per tutti i settori di appartenenza. In questo modo va superata la precarietà del lavoro che non dipende dalla flessibilità o dal numero delle tipologie dei rapporti di impiego, ma da una

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flessibilità non contrattata, mal pagata e non tutelata, impropriamente surrogatoria dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Per sostenere questa strategia della tutela attiva del lavoratore è altresì necessario finalizzare la concertazione sociale allo sviluppo dell’istruzione, dalla scuola di base alla qualità della scuola secondaria e dell’università, maggiormente integrate con gli altri livelli di formazione e le opportunità lavorative, andando oltre la inaccettabile logica dei semplici tagli di bilancio. Partendo dal mercato del lavoro va sviluppata una iniziativa forte di integrazione degli immigrati, che è il modo giusto di coniugare solidarietà e legalità, di combattere xenofobia e razzismo. Il diritto all’asilo politico, alla salute, allo studio sono riconosciuti dalla Costituzione come diritti della persona. L’entrata irregolare si contrasta non definendola un reato, ma con una politica nazionale ed europea di lotta alla criminalità e di sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine. In particolare, per gli immigrati va introdotto il permesso di soggiorno anche per la ricerca di lavoro e ne va prolungata, oltre gli attuali sei mesi, la durata in caso di disoccupazione. Occorrono quelle riforme sul diritto di cittadinanza e sul diritto di voto che danno senso alla prospettiva di integrazione per chi ha deciso di restare stabilmente in Italia e soprattutto per le seconde generazioni. La famiglia è stata emarginata dalle politiche pubbliche spesso egemonizzate da un’etica individualistica, causa non ultima della crisi demografica, delle stesse difficoltà delle donne nel mercato del lavoro e della emarginazione della condizione degli anziani. Pertanto, a favore della famiglia vanno rivendicati interventi fiscali e di sostegno economico, soprattutto reti di servizi universali, una politica sociale della casa, nuove normative in materia di congedi familiari, anche per le patologie invalidanti e per le persone diversamente abili. In questo ambito sono particolarmente necessarie politiche di incentivazione e norme contrattuali che favoriscano il lavoro delle donne e impediscano la loro discriminazione in termini retributivi. Una misura sociale efficace è il Nuovo Assegno Familiare previsto nella Piattaforma sulla riforma fiscale elaborata dalla Cisl, che, assorbendo detrazioni e assegni familiari, prende a riferimento il reddito familiare e include tutte le famiglie, prescindendo dalla tipologia di reddito, risolvendo così anche il problema degli “incapienti”.Per la tutela previdenziale due sono le questioni su cui confrontarsi con il Governo: la revisione della perequazione delle pensioni al costo della vita, compresa la individuazione di un nuovo paniere, attivando finalmente il tavolo specifico, ed il miglioramento dei futuri trattamenti dei giovani di oggi che corrono il rischio di percepire pensioni molto basse. A questo duplice obiettivo vanno finalizzate le risorse della lotta all’enorme evasione contributiva e dell’eventuale innalzamento dell’età pensionabile, che per la Cisl continua a non essere un tabù, purché tenga conto delle concrete condizioni di usura del lavoro e sia improntato a criteri di accesso flessibile alla pensione.

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La condizione degli anziani va migliorata con un congruo rifinanziamento del Fondo per la “non autosufficienza”, l’inserimento della relativa legge di iniziativa popolare nei lavori del Parlamento e con una politica fortemente integrata tra sanità ed assistenza nel territorio, ad iniziare da una qualificata politica di prevenzione.La manifestazione nazionale della FNP a giugno a Roma ha questi obiettivi: non intende esaurirsi nella protesta, ma punta ad ottenere risultati.Per la riforma fiscale L’enorme evasione e il conseguente peso del prelievo esclusivamente a carico dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, soggetti a ritenuta di imposta alla fonte e il cui impoverimento è un’emergenza sociale, sono al punto di rottura della legittimazione del sistema fiscale. La riforma proposta dalla Cisl prevede una forte riduzione del prelievo sui redditi da lavoro e da pensione. Tale riduzione va compensata in termini di gettito con un nuovo mix tributario tra imposte dirette e indirette, e al suo interno tra imposte sui redditi personali, imposte sui consumi, sui redditi da capitale e sulle rendite finanziarie, sul patrimonio e sulla proprietà. La lotta all’evasione fiscale, a partire dall’anagrafe tributaria organizzata sull’individuo e dalla reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti, resta un obiettivo prioritario. In ogni caso, la riduzione della pressione sul lavoro dipendente non può più essere subordinata ai risultati della stessa lotta all’evasione.La riforma del fisco deve diventare il terreno di Patti sociali, nazionale e locali, tra il sindacato e le associazioni imprenditoriali, che hanno interesse alla affermazione della legalità fiscale contro l’evasione, contro la concorrenza sleale, e per realizzare una politica per cui, pagando tutti, tutti possono pagare meno. Il federalismo fiscale, previsto dalla legge delega recentemente approvata, positivamente basato sulla copertura in modo uniforme dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, deve diventare l’occasione per utilizzare l’autonomia impositiva degli enti locali per superare la logica delle addizionali che, essendo oltretutto non progressive, colpiscono maggiormente lavoratori e pensionati, e per combattere in modo più efficace l’evasione fiscale, con la partecipazione attiva degli stessi enti locali che ne trarranno maggiori vantaggi diretti.Azione riformatrice, unità sindacaleQuesta strategia riformatrice si persegue attraverso una azione contrattuale e concertativa responsabile, flessibile e pragmatica, per ottenere risultati. Non è un impegno condizionato dalla rigidità di scelte ideologiche, né da pragmatismo dettato da adattamenti opportunistici e contingenti. E’ invece l’assunzione di responsabilità che rende efficace l’azione per il cambiamento. Essa è guidata dai valori che sono il fondamento della laicità, della autonomia, del pluralismo della Cisl e sono riconducibili tutti ad una grande fiducia nell’uomo.

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Per questo la strategia della Cisl è alternativa al populismo e al ribellismo, entrambi distruttivi delle energie del cambiamento e della democrazia partecipativa, quindi dell’azione riformatrice. Tutto il sindacato sarebbe condannato all’immobilismo e alla emarginazione contro gli interessi dei lavoratori e dell’Italia, se prevalessero un rapporto con la politica, subalterno al bipolarismo, identificando conflitto sociale e opposizione politica, e una strategia contrattuale di conservatorismo e radicalismo rivendicativo.Autonomia e strategia riformatrice sono ineludibili per riprendere, come si auspica, un percorso unitario. Non si dovrebbe perdere tempo, per evitare l’ulteriore indebolimento del ruolo del sindacato. La proposta della Cisl è di riprendere, con una rinnovata reciproca disponibilità alla mediazione e alla sintesi, un impegno unitariodalla promozione della democrazia economica e dalla riforma fiscale. Sono risposte forti per riaffermare giustizia e partecipazione democratica rispetto agli stravolgimenti della crisi.

Per L’Abruzzo La Cisl è impegnata affinché dopo l’ emergenza , vengano ora messi sollecitamente in atto a favore delle popolazioni della provincia dell’Aquila colpite dal terremoto gli interventi necessari per dare una abitazione agli sfollati, per la ricostruzione degli alloggi e delle strutture civili, per la salvaguardia della occupazione in tutti i settori, dove necessario estendendo gli ammortizzatori sociali , per il sollecito rilancio delle attività economiche, finalizzando a ciò la rimodulazione delle politiche di sviluppo nazionali ed europee, per un rapido ritorno al normale funzionamento di tutti i servizi (scuola, sanità, assistenza ).Tutte le istituzioni devono sviluppare la massima vigilanza perché la ricostruzione avvenga nel rispetto di tutte le norme in materia di assegnazione dei lavori, di sicurezza sul lavoro, di requisiti adeguati da parte delle imprese, di garanzia sugli standard esecutivi. Il Congresso impegna, infine, la Cisl affinché una quota significativa dei fondi raccolti dalla sottoscrizione unitaria per l’Abruzzo venga destinata per la rapida ricostruzione dell’asilo nido comunale dell’Aquila distrutto dal terremoto, perché le lavoratrici abbiano l’opportunità di poter conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari.


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MOZIONE FINALE

del 7° CONGRESSO REGIONALE della FNP – CISL di PUGLIA

Il Congresso regionale della FNP - CISL di Puglia, tenuto a

Bari il 27-28 e 29 Aprile 2005, dopo aver ascoltato la relazione

del Segretario Generale Girolamo Minardi e sentiti i

numerosi interventi dei delegati, quello del Segretario Generale

della USR-CISL Mary Rina e le riflessioni finali del

Segretario Generale Nazionale Antonio Uda,

La approva con le considerazioni, osservazioni e proposte che seguono.

In particolare il Congresso

Ribadisce la linea politico–sindacale, strategica e rivendicativa della

Federazione Nazionale, tesa alla difesa e al recupero del

potere d’acquisto delle pensioni e all’adeguamento periodico

delle stesse in rapporto al Prodotto Interno Lordo, nonché alla

istituzione di un nuovo paniere più adeguato ai consumi degli

anziani, alla eliminazione delle differenze sulla no tax area tra

lavoratori dipendenti e pensionati ed alla istituzione di un

Fondo Nazionale per la non autosufficienza.

In questo senso il Congresso

Auspica e richiede ancora ed ulteriormente, che tutta la CISL e l’intero

movimento confederale unitario assumano chiaramente e

senza riserve, la piattaforma nazionale di SPI-FNP e UILP e si

impegnino adeguatamente per ottenere sulla stessa un

confronto urgente con il Governo.

Circa le istanze che dai pensionati sono state fortemente

evidenziate nei congressi di base, sui problemi del welfare

locale, il Congresso

Conferma l’esigenza di una verifica puntuale ed urgente con il Governo

della Regione sullo stato di attuazione del Piano Sanitario

Regionale e sui risultati del Piano di Riordino Ospedaliero,


2

Ribadendo la necessità di un sistema regionale di assistenza sanitaria nel

quale siano chiari ed equilibratamente distribuiti nelle diverse

aree: Daunia Capitanata, Puglia Centrale e Jonico Salentina, i

centri di eccellenza e di specializzazione, si definiscono più

adeguate condizioni generali di degenza ospedaliera correlate

contestualmente ad una più moderna ed efficiente rete di

assistenza distrettuale sanitaria e socio-sanitaria.

Sono, in questo senso, urgenti i provvedimenti attuativi della

Regione per l’attivazione ed il funzionamento delle RSA ed è

necessario sollecitare una diversa politica della spesa

farmaceutica ed un confronto sulla eliminazione dei tickets.

In questo senso il Congresso,

Affermando l’improrogabilità dell’attuazione della L.R. 17 e del Piano

Regionale per le politiche sociali, da articolare in Piani di Zona

capaci di attivare interventi e servizi sociali per attenuare disagi

ed oneri economici ricadenti finora sulle famiglie,

Ribadisce l’esigenza di favorire la domiciliarità e di realizzare in tutta la

Puglia una reale ed efficiente rete di servizi di Assistenza

Domiciliare Integrata, e di promuovere interventi specifici tesi

a favorire l’inclusione sociale degli anziani.

Il Congresso

Riafferma altresì, la strategia della vertenzialità territoriale, sia per

l’attuazione e la verifica del sistema Regionale di assistenza

sociale e sanitaria, sia per ottenere condizioni di minore

onerosità e di agevolazioni, per i soggetti a più basso reddito,

su tributi, canoni e tariffe (ICI, TARSU, IRPEF, tariffe AQP,

ecc.). In questo senso

Impegna le Leghe affinché le stesse continuino a rendersi protagoniste

della attività vertenziale sul territorio e partecipi dell’impegno

delle UST e USC.

Rispetto a questi obiettivi il Congresso,

Ritiene necessaria la conferma di percorsi formativi, in particolare per

i quadri dirigenti delle Leghe, in modo da dare continuità


3

ed omogeneità all’azione vertenziale su tutto il territorio

regionale.

Il Congresso, inoltre,

Afferma - la centralità del ruolo di soggetto politico del Sindacato, in

particolare nella elaborazione di precise proposte ed adeguate

strategie, capaci di smuovere la progressiva indisponibilità del

Governo al dialogo sociale ed alla concertazione;

- un rapporto con la politica, correttamente improntato alla

autonomia e alla massima trasparenza delle posizioni nel

confronto di merito sulle questioni;

- la vitale importanza della tutela collettiva, unitamente a tutti

gli sforzi e le iniziative per assicurare la tutela individuale,

anche attraverso servizi efficienti .

In questo senso, il Congresso, alla luce dell’attuale difficile

situazione politica e dei suoi riflessi negativi sul ruolo del

Sindacato e sulle condizioni dei lavoratori e dei pensionati,

Indica alla CISL la necessità di essere organizzazione più attenta e

aderente anche ai bisogni della popolazione anziana;

più coraggiosa nell’unità d’azione e nel ricercare strategie e

forme di lotta anche più dure ed incisive, per conseguire

concreti e positivi risultati sulle piattaforme Confederali e di

categoria.

Un’organizzazione ancora più in grado di promuovere

sindacalizzazione e presenza tra i lavoratori ed i pensionati,

esprimendo precisi impegni nel favorire un reale processo di

continuità di iscrizione dei soci e nell’assumere concretamente

la centralità della propria presenza attiva sul territorio.

Il Congresso Regionale della FNP di Puglia

Auspica una maggiore coesione tra le categorie e una riaffermazione

concreta della confederalità della CISL a tutti i livelli,

attraverso un confronto costruttivo sull’equità e la necessaria

solidarietà nelle politiche rivendicative e sulla distribuzione

delle risorse ed in questo senso

Fa propria la linea della Federazione tendente ad affermare e conseguire


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più chiari e concreti livelli di uguaglianza, di autonomia ed

identità della categoria, compatibili con i principi e la linea

politica della CISL .

Il Congresso infine,

Auspica la valorizzazione e la partecipazione delle donne anche

attraverso un processo formativo che, a partire dalle Leghe, né

favorisca la crescita e l’utilizzo delle capacità.

Approvata all’unanimità

Il Presidente del Congresso


PUGLIA

DOCUMENTO FINALE

Il Congresso della FNP di Puglia, riunito a Bari nei giorni 1 e 2 Aprile 2009, udita la

relazione del Segretario Generale Achille Tondo, arricchita dai contributi del dibattito,

dell’intervento del Segretario Generale USR Puglia Giulio Colecchia, del Segretario Generale della

Federazione Europea dei Pensionati Bruno Costantini e dalle conclusioni del Segretario Generale

nazionale Antonio Uda, l’approva.

I delegati al Congresso esprimono viva preoccupazione per una crisi che acuisce e rende

ancor più critiche le condizioni di vita di tutti cittadini, in particolare, dei lavoratori in pensione, dei

giovani, delle donne, dei precari e degli anziani del Mezzogiorno.

I delegati, seriamente preoccupati del tasso di disuguaglianza economica e sociale presente

nella realtà pugliese, fanno proprio il monito della relazione rivolto sia alla classe politica, sia a

tutti i cittadini del Sud perché accettino di scommettere sul Mezzogiorno; sfida che, non vinta,

lascerà l’Italia indietro nei nuovi equilibri globali.

Su questa scommessa l’impegno degli uomini e donne del Sud deve essere forte e

determinato.

In questa ottica, i delegati richiamano il sindacato a prestare la massima attenzione al

Federalismo, che suscita serie preoccupazioni. I delegati condividono i tanti punti di domanda della

relazione. La proposta, infatti, non sorretta da una previsione certa di risorse, rischia di rompere il

fragile vincolo di unità esistente tra le popolazioni e le diverse aree del Paese, di far lievitare le

ingenti spese della politica, la prima delle riforme attese dai cittadini, e far pagare ai più deboli e

alle aree meno sviluppate i costi di un’operazione che si muove come se l’Italia fosse eguale nelle

opportunità di lavoro, di benessere e di godimento dei diritti di cittadinanza.

Il Congresso rigetta la concezione di un welfare da affidare alle logiche del mercato e delle

Assicurazioni, come prefigurato nel Libro Verde del ministro Sacconi, così come rifiuta, nel settore

della sanità, la filosofia a base del modello lombardo-veneto, riferimento culturale che il Congresso

ritiene debba essere eliminato anche dalle tesi FNP.

I delegati convengono, tuttavia, sulla necessità di riscrivere non a pezzi, lo stato sociale,

che non può prescindere dalle esigenze e dai bisogni che una società di anziani esprime. In questo

senso, la riforma del fisco, nel segno della equità e della progressività dell’imposta, è l’altro modo

per tenere insieme il paese.

Il Congresso valuta negativamente le misure adottate dal Governo sia, sul piano del

metodo, perché assunti in maniera unilaterale, sia, sul piano del merito, perché, con l’alibi della

crisi, non ha dato continuità istituzionale all’Accordo del luglio 2007.

Il Congresso ribadisce il pieno diritto della categoria a contrattare e rivendica la ripresa del

tavolo della trattativa, sulla base del Decreto Damiano .

I delegati verificano che l’area del sociale subisce pesanti perdite di risorse, a fronte di altri

interventi che niente hanno a che fare con il sociale. Si conservano posizioni di privilegio, anche

FEDERAZIONE

REGIONALE

PENSIONATI


attraverso lo strumento della tassazione indiretta, mentre si ritiene demagogica la proposta di

tassazione, peraltro temporanea, dei più abbienti. Di certo, non si dà una risposta idonea

all’impoverimento progressivo di larghi strati della popolazione e non si sostengono adeguatamente,

con l’aiuto alle imprese, i redditi da lavoro e da pensione, unico rimedio per rilanciare i consumi ed

avviare la ripresa dell’economia.

Il Congresso, altresì, stigmatizza il comportamento del Governo e chiama in causa le forze

politiche perché, a fronte dell’emergenza della non autosufficienza, i cui costi gravano interamente

sulle famiglie, tardano ad approvare la proposta di legge d’iniziativa popolare per il Fondo della non

autosufficienza, che deve essere alimentato dalla fiscalità generale e non da tasse di scopo.

Il Congresso individua nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria il

banco di prova della volontà del Governo di dare risposte chiare e nette alle due richieste prioritarie

della piattaforma: la rivalutazione delle pensioni e la questione della non autosufficienza.

Il Congresso propone, quindi, di riaprire il tavolo di trattativa, mettere in disponibilità nel

DPEF, quantomeno, le stesse risorse, dedicate alla Social Card e al Bonus, per proseguire

nell’operazione di rivalutazione dei trattamenti di altri 3 milioni di pensionati, dando dignità alle

persone.

Il Congresso, in assenza di risultati concreti su questi due punti, reputa indispensabile la

convocazione dei Consigli Generali confederali per una riflessione sull’intera piattaforma unitaria

dei pensionati e, ove occorra, proclamare lo sciopero generale di tutto il mondo del lavoro e

manifestare insieme ai pensionati.

A questo fine, pur non sottovalutando le ragioni che dividono le OO.SS, proprio in

considerazione della particolare contingenza economica e sociale, che necessita del massimo grado

di unità possibile, i delegati auspicano che le confederazioni e le segreterie nazionali dei sindacati

dei lavoratori in pensione ritrovino nella piattaforma unitaria, solo nella piattaforma unitaria, che

tanto tempo e fatica è costata a milioni di pensionati, le motivazioni di una ripresa comune delle

iniziative che costringano il Governo a dare continuità all’Intesa del 10 luglio e soluzione alla

drammatica condizione delle persone non autosufficienti.

In ogni caso, i delegati dichiarano ogni impegno per la riuscita delle manifestazioni che la

Federazione ha previsto per i prossimi mesi.

I delegati ritengono che le Confederazioni abbiano sottostimato la portata del contratto

stipulato con l’Intesa; essa andava valorizzata e, soprattutto, inserita nelle “Linee di Riforma della

struttura della contrattazione” e nell’ “Accordo Quadro sulla riforma degli assetti contrattuali” come

metodo-strumento per rivalutare le pensioni in essere.

I delegati, nello specifico dell’Accordo Quadro del 22 gennaio 2009, denunciano

l’evidente contraddizione contenuta al punto 6., laddove si riconosce la continuità contrattuale, a

partire dalla scadenza del precedente contratto, mentre si concede il beneficio contrattuale solo al

personale in servizio al momento della sottoscrizione del contratto.

I congressisti giudicano questa clausola una lesione del diritto a percepire la quota parte del

beneficio spettante a chi è andato in pensione durante la vigenza contrattuale. Ciò poteva essere

evitato dal pronunciamento degli appositi Organismi e delle Assemblee dei lavoratori e pensionati.


I delegati, con riferimento alla negoziazione sociale, ne evidenziano, sul piano del metodo,

il carattere episodico e non organico quale prassi ordinaria di confronto con le istituzioni; nel

merito, le situazioni si presentano diversificate a livello regionale e periferico.

Valutano, pur con le riserve del caso, positivi i risultati conseguiti con l’Assessorato alle

Politiche Sociali che, in ogni caso deve meritare il buon voto sia con l’ istituzione di un bonus

mensile a sostegno delle famiglie che si prendono cura di un familiare gravemente disabile, sia con

l’approvazione, entro l’anno, della legge regionale sul Fondo per la non autosufficienza, al quale

devono contribuire, con risorse aggiuntive, anche Province e Comuni.

Più problematica è lo stato del comparto Sanità, ove continuano a verificarsi disfunzioni,

ritardi e, soprattutto, mancati confronti con il sindacato su quasi tutti i provvedimenti.

Il Congresso, su tutta la partita, da estendere e qualificare, della vertenzialità territoriale, ove

si gioca parte importante della tutela individuale, chiama tutto il gruppo dirigente, le categorie e le

Cisl territoriali e quella regionale, ad un supplemento di impegno e di responsabilità.

Il Congresso, pertanto, assume e rilancia, nell’ambito della più generale piattaforma

confederale regionale, le rivendicazioni che seguono.

Nei confronti dell’Ente Regione:

Istituzione di un contributo economico a sostegno dei nuclei familiari di persone non

autosufficienti, che non ricevono altre forme di prestazioni sociali;

Approvazione, entro l’anno, della legge regionale sulle persone non autosufficienti;

eliminazione dell’Addizionale IRPEF o sua riduzione per gli over 65;

elevazione del limite di reddito per l’esenzione del ticket per le prestazioni sanitarie

specialistiche per gli anziani over 65 e i bambini sotto i 6 anni.

Nei confronti delle autonomie locali:

compartecipazione al Fondo regionale per le persone non autosufficienti;

esenzione per i pensionati e gli over 65 delle addizionali provinciali e comunali.

I delegati, rispetto all'idea diffusa che una società, fatta da anziani, avrebbe difficoltà a

progettare il futuro di altre generazioni, affermano che la storia passata e recente della FNP

smentisce questa previsione. La FNP è stata in prima fila, non solo in Italia, nelle mobilitazioni e

nelle lotte per il lavoro, l’occupazione, il Mezzogiorno, il fisco, la sanità, l’ assistenza, l’istruzione,

la casa, i prezzi e le tariffe.

I delegati sostengono, con questi orientamenti e convinzione, l’operazione di solidarietà

umana, civile e finanziaria che la FNP svolge in Europa, attraverso la FERPA, e in alcuni paesi del

mondo, attraverso l’ISCOS, per aiutare e collaborare con i sindacati che trovano difficoltà nei loro

paesi ad affermare diritti e tutele per un progetto di società nella quale a tutti, specie bambini ed

anziani, sia offerta la possibilità di una vita dignitosa.

Il Congresso, forte di questi comportamenti testimoniati, ritiene di dover riproporre, in

questo momento di frammentazione, di perdita del senso di appartenenza e di rottura della

solidarietà a favore di forme di individualismo sociale e di gruppo, il rafforzamento della

confederalità, che deve trovare attuazione nel rispetto dei bisogni e dei diritti della persona,


attraverso le realtà politico-organizzative che operano ed opereranno sul territorio anche in

previsione dello sviluppo del federalismo.

Il Congresso esprime la convinzione che un modello di lavoro, ispirato alla cultura della

confederalità, delle categorie, degli Enti e delle Associazioni, sui luoghi di lavoro e sul territorio

non può non trovare riscontri positivi anche nella continuità di militanza per far crescere la

solidarietà, la qualità della proposta Cisl, la sola in grado di sconfiggere le derive egoistiche,

localistiche e razziste che alcuni segmenti della società, incapaci di cogliere le sfide del momento,

incoraggiano, pensando di sfuggire alle proprie responsabilità.

Per quest'obiettivo, i delegati affidano il compito alla dirigenza FNP di Puglia di

promuovere un’iniziativa sul tema della confederalità, partendo dai dati emersi dal Forum che ha

dato luogo all’apposita pubblicazione.

I delegati racchiudono in questo orizzonte l’impegno che deve caratterizzare il progetto

politico organizzativo dell’USR, al quale la Federazione non farà mancare il suo contributo, anche

critico, di elaborazione e di proposta per una Cisl che, guardando al futuro, abbia a riferimento la

tutela dei diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e degli anziani, degli uomini e delle

donne.

Il Congresso dà atto alla segreteria di aver svolto il suo compito di promozione, di indirizzo

e coordinamento con intelligenza ed autorevolezza ed ottenuto interessanti risultati, espressi con

prese di posizioni che hanno aiutato tutta l’organizzazione.

I delegati apprezzano le pubblicazioni preparate in occasione del Congresso, in particolare,

la pubblicazione dell’Angolo della memoria che riporta le testimonianze di persone, che hanno fatto

la storia della FNP e della Cisl, e raccolgono l’invito a proseguire, consapevoli che per progettare il

futuro e vivere il presente vanno conosciute le radici del passato.

Il Congresso, infine, impegna la dirigenza eletta a proseguire lungo le linee già tracciate e

riproposte dalla relazione: un’informazione più puntuale, contribuendo a dotare le leghe di

strumenti informatici, una formazione più mirata alla dirigenza regionale e territoriale, un confronto

più continuo con le istituzioni, una più attenta valorizzazione dei Raggruppamenti Tecnici a tutela

del socio e delle persone più vulnerabili.

Il Congresso individua nella crescita della presenza femminile a tutti i livelli

dell’organizzazione e nel suo contributo, a partire dalle leghe, una opportunità in più per realizzare

il progetto culturale e politico della FNP.

Il Congresso, nel rimarcare la funzione specifica dell’Anteas in una società che rischia di

smarrire la cultura della gratuità e del dono, sollecita le Cisl ad attuare l’indicazione, approvata

dall’ultima Assemblea organizzativa nazionale, dell’ Anteas quale Associazione di volontariato

della Cisl.

Approvato all’unanimità


BARI

Filieri FrancoCavazzoni AntonioOrsini FrancescaLiantonio Domenico

BRINDISITaddeo VitantonioMontanaro FilomenaPenta Aldo

FOGGIARusso FrancescoCiociola NicolaTorres Michelina

LECCEBotrugno FrancescoManganaro SalvatoreStrarace Carmen

TARANTOBruno TommasoBussetti AugustoDe Simone Rita

60° anniversario CISL Puglia

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Transcript of 60° anniversario CISL Puglia