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    I MAN PESTI

    lil

    LANCIATI ESAETTI - BOCCIONI - GARBA

    BUSSOLO - BALLA - SEVEBINIPBATELLA ^^^-^

    DE SAINT POINT-APOLLINAIBIPALAZZESCHIPALA72ESCH

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    MOVIMENTO FUTURISTAdiretto da F. T. MARINETTI

    POESIA >^F. T. MARINETTI PAOLO BUZZI A. PALAZ-ZESCHI E. CAVAGCHIOLI CORRADO CO-VONI LIBERO ALTOMARE LUCIANO FOL-GORE G. CARRIERI G. MANZELLA-FRON-

    TINI MARIO BTUDA AURO D'ALBA ARMANDO MAZZA DINAMO CORRENTI FRANCESCO CANGIULLO GIOVANNI RAPINIARDENGO SOFFICI TAVOLATO GUGLIELMOJANNELLI. PITTURA

    U. BOCCIONI C. D. CARR L. RUSSOLO G. BALLA G. SEVERINI A. SOFFICI, eCC.MUSICA KjN/

    BALILLA PRATELLA /^ r\SCULTURA ^^UMBERTO BOCCIONI f^f^)AZIONE FEMMINILEla poetessa valentine de saint-pointARTE DEI RUMORI

    LUIGI RUSSOLOANTIFILOSOFIAGIOVANNI RAPINIDirezione del inovimeiito futurista:COitSO VENEZIA,6MniLANO

    AVAILABLE

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    MARINETTI.Fondazione e Manifesto del

    futurismo.Pubblicafo dal ''Figaro di Parigi il 20 Febbraio J909.Avevamo vegliato tutta la notte i miei amicied io sotto lampade di moschea dalle cupole di ot-tone traforato, stellate come le nostre anime, perchcome queste irradiate dal chiuso fulgre di un cuore

    elettrico. Avevamo lungamente calpestata su opulentitappeti orientali la nostra atavica accidia, discuten-do davanti ai confini estremi della logica ed anne-rendo molta carta di frenetiche scritture.Un immenso orgoglio gonfiava i nostri petti, poi-ch ci sentivamo soli, in quell'ora, ad esser desti e

    ritti, come fari superbi o come sentinelle avanzate,di fronte all'esercito delle stelle nemiche, occhieg-gianti dai loro celesti accampamenti. Soli coi fuochistiche s'agitano davanti ai forni infernali delle grandinavi, soli coi neri fantasmi che frugano nelle pancearroventate delle locomotive lanciate a pazza corsa,soli cogli ubriachi annaspanti, con un incerto batterd'ali, lungo i muri della cittj.Sussultammo ad un tratto, all' udire il rumoreformidabile degli enormi tramvai a due piani, chepassano sobbalzando, risplendenti di luci multicolori,come i villaggi in festa che il Po straripato squassae srdica d'improvviso, per trascinarli fino al mare,sulle cascate e attraverso i gorghi di un diluvio.

    Poi il silenzio divenne pi cupo. Ma mentre ascol-tavamo l'estenuato borbotto di ijreghiere del vec-chio canale e lo scricchiolar dell'ossa dei palazzi mo-ribondi sulle loro barbe di umida verdura, noi udimmo

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    4 subitamente ruggire sotto le finestre gli automobilifamelici. Andiamo, diss'io ; andiamo, amici Partiamo Finalmente, la mitologia e l'ideale mistico sono supe-rati. Noi stiamo per assistere alla nascita del Cen-tauro e presto vedremo volare i primi Angeli ....Bisogner scuotere le porte della vita per provarnei cardini e i chiavistelli .... Partiamo Ecco, sullaterra, la i)rimissima aurora ISTon v' cosa cbe agguaglilo splendore della rossa spada del sole che schermeg-gia per la prima volta nelle nostre tenebre millenarie ...

    Ci avvicinammo alle tre belve sbuffanti, per pal-parne amorosamente i torridi ijetti. Io mi stesi sullamia macchina come un cadavere nella bara, ma su-bito risuscitai sotto il volante, lama di ghigliottinache minacciava il mio stomaco.La furente scopa della pazzia ci strapiD a noistessi e ci cacci attraverso le vie, scoscese e profondecome letti di torrenti. Qua e l una lampada malata,dietro i vetri d'una finestra, c'insegnava a disprezzarela fallace matematica dei nostri occhi perituri.Io gridai : Il fiuto, il fiuto solo, basta alle belve E noi, come giovani leoni, inseguivamo la Morte,dal pelame nero maculato di pallide croci, che correvavia pel vasto cielo violaceo, vivo e palpitante.

    . Eppure non avevamo un'Amante ideale che er-gesse fino alle nuvole la sua sublime figura, ne unaRegina crudele a cui offrire le nostre salme, contortea guisa di anelli bisantini Nulla, per voler morire,se non il desiderio di liberarci finalmente dal nostrocoraggio troj)po pesante E noi correvamo schiacciando su le soglie dellecase i cani da guardia che si arrotondavano, sotto inostri pneumatici scottanti, come solini sotto il ferroda stirare. La Morte, addomesticata, mi sorpassavaad ogni svolto, per porgermi la zampa con grazia, ea quando a quando si stendcA^a a terra con un rumoredi mascelle stridenti, mandandomi, da ogni pozzan-ghera, sguardi vellutati e carezzevoli.

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    5 Usciamo dalla saggezza come da un orribileguscio, e gettiamoci, come frutti pimentati d'orgoglioentro la bocca immensa e trta del vento ... Diamociin pasto all'Ignoto, non gi per disperazione, ma sol-tanto per colmare i profondi pozzi dell'Assurdo Avevo appena pronunziate queste parole, quandogirai bruscamente su me stesso, con la stessa ebrietfolle dei cani che voglion mordersi la coda, ed ecco adun tratto venirmi incontro due ciclisti, che mi diederotorto, titubando davanti a me come due ragionamenti,entrambi persuasivi e nondimeno contradittorii. Illoro stupido dilemma discuteva sul mio terreno....Che noia Auff ... Tagliai corto, e, pel disgusto, miscaraventai colle ruote all'aria in un fossato....Oh materno fossato, quasi pieno di un'acquafangosa Bel fossato d'officina Io gustai avidamentela tua melma fortificante, che mi ricord la santa mam-mella nera della mia nutrice sudanese.... Quando misollevai cencio sozzo e puzzolente di sotto lamacchina capovolta, io mi sentii attraversare il cuore,deliziosamente, dal ferro arroventato della gioia. Una folla di pescatori armati di lenza e di natu-ralisti podagrosi tumultuava gi intorno al prodigio.Con cura paziente e meticolosa, quella gente disposealte armature ed enormi reti di ferro per pescare ilmio automobile, simile ad un gran pescecane arenato.La macchina emerse lentamente dal fosso, abban-donando nel fondo, come squame, la sua pesante car-rozzeria di buon senso e le sue morbide imbottiture dicomodit.Credevano che fosse morto, il mio bel pescecane,'^ma una mia carezza bast a rianimarlo, ed eccolo ri-suscitato, eccolo in corsa, di nuovo, sulle sue pinnepossenti

    Allora, col volto coperto della buona melma delleofficine impasto di scorie metalliche, di sudori inu-tili, di fuliggini celesti noi, contusi e fasciate lebraccia ma^impavidi, dettammo le nostre prime vo-lont a tutti gli uomini vivi della terra ;

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    6 Manifesto dei futurismo.

    ** 1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'a-bitudine all'energia e alla temerit.2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, sarannoelementi essenziali della nostra poesia.3. La letteratura esalt fino ad oggi l'immobilit

    pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare ilmovimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo dicorsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

    4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondosi arricchita di una bellezza nuova : la bellezza dellavelocit. Un automobile da corsa col suo cofano adornodi grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo....un automobile ruggente, che sembra correre sulla mi-traglia, pi bello della Vittoria di Samotracia.

    5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene ilvolante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciataa corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore,sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiasticofervore degli elementi primordiali.

    7. Non v' pi bellezza, se non nella lotta. Nes-suna opera che non abbia un carattere aggressivo puessere un capolavoro. La poesia deve essere concepitacome un violento assalto contro le forze ignote, perridurle a prostrarsi davanti all'uomo.8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli ..Perch dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamosfondare le misteriose porte dell'Impossibile ? Il Tempoe lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo gi nell'assoluto,poich abbiamo gi creata l'eterna velocit onnipre-sente.

    9. Noi vogliamo glorificare la guerra solaigiene del mondo il militarismo, il patriottismo, ilgesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui simuore e il disprezzo della donna.

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    ._ 7 10. 1:^01 vogliamo distruggere i musei, le biblio-

    teche, le accademie d'ogni specie, e combattere con-tro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltopportunistica o utilitaria.

    11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal la-voro, dal piacere o dalla sommossa : canteremo lemaree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nellecapitali moderne ; canteremo il vibrante fervore not-turno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violentelune elettriche ; le stazioni ingorde, divoratrici di serpiche fumano ; le officine appese alle nuvole pei contortifili dei loro fumi ; i ponti slmili a ginnasti giganti chescavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichiodi coltelli ; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte,le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sullerotaie, come enormi cavalli d' acciaio imbrigliati ditubi, e il volo scivolante degli aereoplani, la cui elicagarrisce al vento come una bandiera e sembra applau-dire come una folla entusiasta.

    dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questonostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria,col quale fondiamo oggi il Futurismo , perch vo-gliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrenadi professori, d' archeologhi, di ciceroni e d' anti-quarii.Gi per troppo tempo l'Italia stata un mercatodi rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevolimusei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.Musei : cimiteri ... Identici, veramente, per la si-nistra promiscuit di tanti corpi che non si conoscono.Musei : dormitori pubblici in cui si riposa per sempreaccanto ad esseri odiati o ignoti Musei : assurdi macellidi pittori e scultori che vanno trucidando si ferocemen-te a colpi di colori e di linee, lungo le pareti con-tese

    Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta all'anno,come si va al Camposanto nel giorno dei morti.... ve-lo concedo. Che una volta all'anno sia deposto un omag-

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    gio di fiori davanti alla Gioconda, ve lo concedo....Ma non ammetto che si conducano quotidianamentea passeggio per i musei le nostre tristezze, il nostro fra-gile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perchvolersi avvelenare ? Perch volere imputridire ?E che mai si pu vedere, in un vecchio quadro, senon la faticosa contorsione dell'artista, che si sforzdi infrangere le insuperabili barriere opposte al desi-derio di esprimere interamente il suo sogno ?... Am-mirare un quadro antico equivale a versare la nostrasensibilit in un'urna funeraria, invece di proiettarlalontano, in violenti getti di creazione e di azione.

    Volete dunque sprecare tutte le vostre forze mi-gliori, in questa eterna ed inutile ammirazione delpassato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuitie calpesti ?In verit io vi dichiaro che la frequentazione quo-tidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie(cimiteri di sforzi vani, calvarii di sogni crocifssi, re-gistri di slanci troncati ...) , per gli artisti, altrettantodannosa che la tutela prolungata dei parenti per certigiovani ebbri del loro ingegno e della loro volontambiziosa. Per i moribondi, per gl'infermi, pei pri-gionieri, sia pure : l'ammirabile passato forse unbalsamo ai loro mali, poich per essi l'avvenire sbar-rato.... Ma noi non vogliamo pi saperne, del passato,noi, giovani e forti futuristi E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle ditacarbonizzate Eccoli Eccoli ... Suvvia date fuocoagli scaffali delle biblioteche ... Sviate il corso dei ca-nali, per inondare i musei ... Oh, la gioia di veder gal-leggiare alla deriva, lacere e stinte su quelle acque, levecchie tele gloriose ... Impugnate i picconi, le scuri,i martelli e demolite, demolite senza piet le. citt ve-nerate

    I pi anziani fra noi, hanno trent'anni : ci rimanedunque almeno un decennio, per compier l'opera no-

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    9 stra. Quando avremo quarant' anni, altri uomini pigiovani e pi validi di noi, ci gettino pure nel cestino,come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo Verranno contro di noi, i nostri successori ; ver-ranno di lontano, da ogni parte, danzando su la ca-denza alata dei loro primi canti, protendendo ditaadunche di predatori, e fiutando caninamente, alleporte delle accademie, il buon odore delle nostre mentiin putrefazione, gi promesse alle catacombe delle bi-blioteche.Ma noi non saremo l.... Essi ci troveranno alfine una notte d'inverno in aperta campagna, sottouna triste tettoia tamburellata da una pioggia mono-tona, e ci vedranno accoccolati accanto ai nostri ae-roplani trepidanti e nell'atto di scaldarci le mani alfuocherello meschino che daranno i nostri libri d'oggifiammeggiando sotto il volo delle nostre immagini.

    Essi tumultueranno intorno a noi, ansando perangoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostrosuperbo, instancabile ardire, si avventeranno per uc-ciderci, spinti da un'odio tanto pi implacabile in-quantoch i loro cuori saranno ebbri di amore e diammirazione per noi.La forte e sana Ingiustizia scoppier radiosa neiloro occhi. L'arte, infatti, non pu essere che vio-lenza, crudelt ed ingiustizia.

    I pi anziani fra noi hanno trent'anni : eppure,noi abbiamo gi sperperati tesori, mille tesori di forza,di amore, d'audacia, d'astuzia e di rude volont; li ab-biamo gettati via impazientemente, in furia, senzacontare, senza mai esitare, senza riposarci mai, a per-difiato.... Guardateci Non siamo ancora spossati I nostri cuori non sentono alcuna stanchezza, poichsono nutriti^ di fuoco, di odio e di velocit ... Ve nestupite ?... logico, poich voi non vi ricordate nem-meno di aver vissuto Eitti sulla cima del mondo,noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida allestelle

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    -lo-ci opponete delle obiezioni ?... Basta Basta Le

    conosciamo.... Abbiamo capito ... La nostra bella emendace intelligenza ci afferma che noi siamo il rias-sunto e il prolungamento degli avi nostri. Forse ...Sia pure .... Ma che importa ? Non vogliamo inten-dere ... Guai a chi ci ripeter queste parole infami ..Alzate la testa ...

    Eitti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una voltaancora, la nostra sfida alle stelle ...

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    MABINETTI.Uccidiamo il Ghiaro di LunaApri/e 1909.

    1. Ol grandi poeti incendiari, fratelli miei fu-turisti .... Ol Paolo Buzzi, Palazzeschi, Cavacchioli,Govoni, Altomare, Folgore, Boccioni, Carr, Bussolo,Balla, Severini, Pratella, D'Alba, Mazza Usciamoda Paralisi, deA^astiamo Podagra e stendiamo il granBinario militare sui fianchi del Gorisankar, vetta delmondo

    Uscivamo tutti dalla citt, con un passo agile e pre-ciso, che sembrava volesse danzare cercando ovunqueostacoli da superare. Intorno a noi, e nei nostri cuori,l'immensa ebriet del vecchio sole europeo, che bar-colla^va tra nuvole color di vino.... Quel sole ci sbattsulla faccia la sua gran torcia di porpora incandescente,poi crep, vomitandosi tutto all'infinito.Turbini di polvere aggressiva ; acciecante fusione dizolfo, di potassa e di silicati per le vetrate dell'Ideale ...Fusione d'un nuovo globo solare che jDresto vedremorisplendere Vigliacchi gridai, voltandomi verso gli abi-tanti di Paralisi, ammucchiati sotto di noi, massaenorme di obici irritati, gi pronti per i nostri futuricannoni.

    Vigliacchi Vigliacchi ... Perch queste vostrestrida di gatti scorticati vivi ?... Temete forse che ap-picchiamo il fuoco alle vostre catapecchie ?... Non an-cora ... Dovremo pur scaldarci nell'inverno prossimo ...

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    12 Per ora, ci accontentiamo di far saltare in aria tuttele tradizioni; come ponti fradici ... La guerra ?... Eb-bene, s : essa la nostra unica speranza, la nostraragione di vivere, la nostra sola volont ... Si, laguerra Contro di voi, che morite troppo lentamente,e contro tutti i morti che ingombrano le nostre strade ...

    S, i nostri nervi esigono la guerra e disprezzanola donna, poich noi temiamo che braccia supplicis'intreccino alle nostre ginocchia, la mattina della par-tenza ... Che mai pretendono le donne, i sedentari,gl'invalidi, gli ammalati, e tutti i consiglieri prudenti ?Alla loro vita vacillante, rotta da lugubri agonie, dasonni tremebondi e da incubi grevi, noi preferiamo lamorte violenta e la glorifichiamo come la sola che siadegna dell'uomo, animale da preda.

    Vogliamo che i nostri figliuoli, seguano allegra-mente il loro capriccio, avversino brutalmente i vec-chi e sbeffeggino tutto ci che consacrato dal tempo

    Questo v'indigna ? Mi fischiate ?... Alzate lavoce ... Non ho udita l'ingiuria Pii forte Che cosa ?Ambiziosi ?... Certamente Siamo degli ambiziosi,noi, perch non vogliamo strofinarci ai vostri fetidivelli, o gregge puzzolente, color di fango, canalizzatonelle strade antiche della Terra ... Ma ambiziosinon la parola esatta Noi siamo piuttosto dei gio-vani artiglieri in baldoria ... E voi dovete, anche avostro dispetto, abituarvi al frastuono dei nostricannoni Che cosa dite ?... Siamo pazzi ?... EvvivaEcco finalmente la parola che aspettavo ,.. Ah Ah Bellissima trovata ... Prendete con cautela questaparola d'oro massiccio, e tornatevene presto in pro-cessione, per celarla nella pi gelosa delle- vostre can-tine Con quella parola fra le dita e sulle labbra, po-trete vivere ancora venti secoli.... Per conto mio, viannuncio che il mondo fradicio di saggezza ...

    perci che noi oggi insegnamo l'eroismo meto-dico e quotidiano, il gusto della disperazione, per laquale il cuore d tutto il suo rendimento, l'abitu-dine all'entusiasmo, l'abbandono alla vertigine....

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    13 Noi insegnamo il tuffo nella morte tenebrosa sotto

    gli ocelli bianchi e fissi dell'Ideale.... E noi stessi daremol'esempio, abbandonandoci alla furibonda Sarta dellebattaglie, che, dopo averci cucita addosso una belladivisa scarlatta, sgargiante al sole, unger di fiammei nostri capelli spazzolati dai proiettili.... Cos appuntola calura di una sera estiva spalma i campi d'uno sci-volante fulgre di lucciole.

    Bisogna che gli uomini elettrizzino ogni giornoi loro nervi ad un orgoglio temerario .... Bisogna chegli uomini giuoehino d'un tratto la loro vita, senzaspiare i biscazzieri bari e senza controllare l'equilibriodelle roideites, stando chini sui vasti tappeti verdi dellaguerra, covati dalla fortunosa lamiiada del sole. Bi-sogna, capite 1 bisogna che l'anima lanci ilcorpo in fiamme, come un brulotto, contro il nemico,l'eterno nemico che si dovrebbe inventare se nonesistesse ....

    Guardate laggi, quelle spiche di grano, allineatein battaglia, a milioni.... Quelle spiche, agili soldatidalle baionette aguzze, glorificano la forza del pane, chesi trasforma in sangue, per sprizzar dritto, fino alloZenit. Il sangue sappiatelo, non ha valore n splendore,se non liberato, col ferro o col fuoco, dalla prigionedelle arterie E noi insegneremo a tutti i soldati armatidella terra come il sangue debba essere versato....Ma, prima, converr ripulire la grande Caserma dovevoi pullulate, insetti che siete ... Ci vorr poco....Frattanto, cimici, potete ancora tornare, per questasera, agl'immondi giacigli tradizionali, su cui noi nonvogliamo pi dormire Mentre volgevo loro le spalle, io sentii, dal do-lore della mia schiena, che troppo a .lungo avevo tra-scinato, nella rete immensa e nera della mia parola,quel popolo moribondo, coi suoi ridicoli guizzi di pesceammucchiato sotto l'ultima ondata di luce che la seraspingeva alle scogliere della mia fronte.

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    La citt di Paralisi, col suo grido di pollaio, coisuoi orgogli impotenti di colonne troncate, con le suecui)ole tronfie che partoriscono statuette mescliine,col capriccio dei suoi fumi di sigaretta sopra bastionipuerili offerti ai buffetti.... scomparve alle nostre spalle,danzando al ritmo dei nostri passi veloci.Davanti a me, ancora distante alcuni chilometri,si deline ad un tratto il Manicomio, alto sulla groppadi una collina elegante, che sembrava trotterellare comeun puledro. Fratelli, diss'io riposiamoci per l'ultimavolta, prima di muovere alla costruzione del gran Bi-nario futurista

    Ci coricammo, tutti fasciati dall'immensa folliadella Via Lattea, all'ombra del Palazzo dei vivi, esubito tacque il fracasso dei grandi martelli quadratidello spazio e del tempo.... Ma Paolo Buzzi, non potevadormire, poich il suo corpo spossato sussultava adogni istante alle punture delle stelle velenose che ciassalivano da ogni parte. Fratello mormor scaccia lontano dame codeste api che ronzano sulla rosa porporina dellamia volont Poi si riaddorment nell'ombra visionaria del Pa-lazzo ricolmo di fantasia, da cui saliva la melopea cul-lante ed ampia della eterna gioia.

    Enrico Cavacchioli sonnecchiava e sognava adalta voce : Io sento ringiovanire il mio corpo ventenne ...Io ritorno, d'un passo sempre pi infantile, verso lamia culla.... Presto, rientrer nel ventre di mia madre ...Tutto, dunque, mi lecito ... Voglio preziosi gingillida rompere.,., citt da schiacciare, formicai umani dasconvolgere ... Voglio addomesticare i Venti e tenerlia guinzaglio.... Voglio una muta di venti, fluidi levrieri,per dar la caccia ai cirri flosci e barbuti.La respirazione dei miei fratelli dormenti fingeva

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    15 il sonno di un mare possente, su una spiaggia. Ma l'en-tusiasmo inesauribile dell'aurora traboccava gi dallemontagne, tanto copiosamente la notte aveva dovunqueversato profumi e linfe eroiche. Paolo Buzzi, brusca-mente sollevato da quella marea di delirio, si contorse,come nell'angoscia di un incubo. Li udite i singhiozzi della terra ?... La Terraagonizza nell'orrore della luce ... Troppi soli si china-rono al suo livido capezzale Bisogna lasciarla dormire ...Ancora Sempre .. Datemi delle nuvole, dei mucchi di nu-vole, per coprire i suoi occhi e la sua bocca che piange A queste parole il Sole ci porse dall'estremit del-l'orizzonte, il suo tremulo e rosso volante di fuoco. Alzati, Paolo gridai allora. Afferra quellaruota ... Io ti proclamo guidatore del mondo ... Ma,ahim, noi non potremo bastare al gran lavoro delBinario futurista Il nostro cuore ancora pieno diun ciarpame immondo : code di pavoni, pomposigalli di banderuole, leziosi fazzoletti profumati ...E non abbiamo ancora scacciate dal nostro cervellole lugubri formiche della saggezza.... Ci vogliono deipazzi ... Andiamo a liberarli

    Ci avvicinammo alle mura imbevute di gioia solare,costeggiando una sinistra vallata, ove trenta gru me-talliche sollevano stridendo, dei vagoncini pieni d'unabiancheria fumigante, inutile bucato di quei Puri,lavati gi da ogni sozzura di logicaDue alienisti comparvero, categorici, sulla sogliadel Palazzo. Io non avevo fra le mani che uno smagliantefanale d'automobile ; e fu col suo manico di lucido ot-tone che inculcai loro la morte.Dalle porte spalancate, pazzi e pazze scamiciati,seminudi, eruppero a migliaia, torrenzialmente, cosida ringiovanire e ricolorare il volto rugoso della Terra.Alcuni vollero subito brandire, come bastoni d'a-vorio, i campanili lucenti ; altri si misero a giuocare alcerchio con delle cupole.... Le donne pettinavano leloro lontane capigliature di nuvole con le acute puntedi una costellazione.

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    10 O pazzi, o fratelli nostri amatissimi, seguitemi ..,Noi costruiremo il Binario sulle cime di tutte le mon-tagne, fino al mare Quanti siete ?... Tremila ?... Nonbasta D'altronde la noia e la monotonia troncherannoin breve il vostro bello slancio.... Corriamo a domandarconsiglio alle belve dei serragli accami)ati alle portedella Capitale. Sono gli esseri pi vivi, i pi sradicati,i meno vegetali Avanti ... A Podagra A PodagTa ...E partimmo, scarica formidabile di una chiusaimmane.

    L'esercito della follia si avvent di pianura in pia-nura, col per le valli, ascese rapido alle cime, con loslancio fatale e facile d'un liquido entro enormi vasicomunicanti, e infine mitragli di grida, di fronti e dipugni le mura di Podagra che risuon come una cam-pana.Dopo avere ubbriacati, uccisi o calpestati i guardiani,la gesticolante marea inond l'immenso corridoio mel-moso del serraglio, le cui gabbie, piene di velli danzantiondeggiavano nel vapore delle urine selvatiche e oscil-lavano pi leggiere che gabbie di canarini fra le bracciadei pazzi.

    Il regno dei leoni ringiovan la Capitale. La ribellionedelle criniere e il voluminoso sforzo delle groppe inar-cate a leva scolpivano le facciate. La loro forza di tor-rente, scavando il selciato, trasform le ^ne in altret-tanti tunnel dalle vlte scoppiate. Tutta la tisica ve-getazione degli abitanti di Podagra fu infornata nellecase, le quali, piene di rami urlanti, tremavano sottola impetuosa grandinata di sgomento che crivellavai tetti.Con bruschi slanci e con lazzi da clowns, i pazziinforcavano i bei leoni indifferenti, che non li senti-vano, e quei bizzarri cavalieri esultavano ai tranquillicolpi di coda che ad ogni istante li gettavano aterra.... Ad un tratto, le belve si arrestarono, [i pazzitacquero, davanti alle mura che non si muovevanopi.... I vecchi son morti 1 .... I giovani sono fuggiti ....

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    1.7 Meglio cos ... Presto Siano divelti i parafulminie le statue ... Saccheggiamo gli scrigni colmi d'oro ...Vergile e monete ... Tutti i metalli preziosi sarannofusi, pel gran Binario militare ...

    Ci iDrecipitammo fuori, coi pazzi gesticolanti e lepazze scarmigliate, coi leoni, le tigri e le pantere ca-valcate a nudo da cavalieri che l'ebbrezza irrigidivacontorceva ed esilarava freneticamente.Podagra non fu pi che un immenso tino, pienodi un rosso vino dai gorghi spumosi, che colava vee-mente dalle porte, i cui ponti levatoi erano imbutitrepidanti e sonori....Attraversammo le rovine dell'Europa ed entrammonell'Asia, sparpagliando lontano le orde terrorizzatedi Podagra e di Paralisi, come i seminatori gettanola semente con un gran gesto circolare.

    3.A notte piena, eravamo quasi in cielo, su l'alti-piano persiano, sublime altare del mondo, i cui gra-

    dini smisurati portano popolose citt. Allineati al-l'infinito lungo il Binario ansavamo su crogiuoli dibarite, di alluminio e di manganese, che a quandoa quando spaventavano le nuvole con la loro esplo-sione abbagliante; e ci sorvegliava, in cerchio, la mae-stosa ronda dei leoni che, erette le code, sparse al ventole criniere, foravano il cielo nero e profondo coi lororuggiti tondi e bianchi.

    Ma, a poco a poco, il lucente e caldo sorriso dellaluna trabocc dalle nuvole squarciate. E, quandoella apparve infine, tutta grondante dell'inebriantelatte delle acacie, i pazzi sentirono il loro cuore stac-carsi dal petto e salire verso la superficie della liquidanotte.Ad un tratto, un grido altissimo lacer l'aria ; unrumore si propag, tutti accorsero... Era un pazzogiovanissimo, dagli occhi di vergine, rimasto fulmi-nato sul'^Binario.

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    18 Il suo cadaYere fu subito sollevato. Egli teneva fra

    le mani un fiore bianco e desioso, il cui pistillo s'agi-tava come una lingua di donna. Alcuni vollero toc-carlo, e fu male, poich rapidamente, con la facilitdi un'aurora che si propaga sul mare, una verdurasinghiozzante sorse per prodigio dalla terra increspatadi onde inattese.Dal fluttuare azzurro delle praterie, emergevanovaporose chiome d'innumerevoli nuotatrici, che schiu-devano sospirando i petali delle loro bocche e dei loroocchi umidi. Allora, nell'inebbriante diluvio dei pro-fumi, vedemmo crescere distesamente intorno a noiuna favolosa foresta, i cui fogliami arcuati sembra-vano spossati da una brezza troppo lenta. Vi ondeg-giava una tenerezza amara.... Gli usignuoli bevevanol'ombra odorosa con lunghi gorgogli di piacere, e aquando a quando scoppiavano a ridere nei cantuccigiocando a rimpiattino come fanciulli vispi e mali-ziosi. Un sonno soavissimo vinceva lentamente l'eser-cito dei pazzi, che si misero a urlare dal terrore.

    Irruenti, le belve si precipitarono a soccorrerli.Per tre volte, stretti in gomitoli balzanti, e con assaltiuncinati di rabbia . esplosiva, le tigri caricarono gliinvisibiJi fantasmi di cui ribolliva la profondit diquella foresta di delizie.... Finalmente, fu aperto unvarco : enorme convulsione di fogliami feriti, i cuilunghi gemiti svegliarono i lontani echi loquaci ap-piattati nella montagna. Ma, mentre ci accanivamo,tutti, a liberar le nostre gambe e le nostre bracciadalle ultime liane affettuose, sentimmo a un trattola Luna carnale, la Luna dalle belle coscie calde, ab-bandonarsi languidamente sulle nostre schiene af-frante.

    Si ud gridare nella solitudine aerea degli alti-piani : Uccidiamo il chiaro di Luna Alcuni accorsero alle cascate vicine : gigantescheruote furono inalzate, e le turbine trasformarono lavelocit delle acque in magnetici spasimi che s'ar-

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    19 -rampicarouo a dei Ali, su per alti pali, fino a dei globiluminosi e ronzanti.Fu cos che trecento lune elettriche cancellaronocoi loro raggi di gesso abbagliante Cantica regina verdedegli amori.E il Binario militare fu costruito. Binario stra-vagante che seguiva la catena delle montagne pialte e sul quale si slanciarono tosto le nostre veementilocomotive impennacchiate di grida acute, via da unacima all'altra, gettandosi in tutti i precipizi e prrampi-candosi dovunque, in cerca di abissi affamati, di svoltiassurdi e d'impossibili zig-zag.... Tutt'intorno, da lon-tano, l'odio illimitato segnava il nostro orizzonte irtodi fuggiaschi.... Erano le orde di Podagra e di Para-lisi, che noi rovesciammo nell'Indostan.

    Accanito inseguimento.... Ecco scavalcato il Gange Finalmente il soffio impetuoso dei nostri petti fugdavanti a noi le nuvole striscianti, dagli avA^olgimentiostili, e noi scorgemmo all' orizzonte i sussulti verda-stri dell'Oceano Indiano, a cui il sole metteva una fan-tastica museruola d'oro.... Sdraiato nei golfi di Omane del Bengala, esso preparava perfidamente l'inva-sione delle terre.

    All'estremit del promontorio di Cormorin, or-lato di una poltiglia di ossami biancastri, ecco l'Asinocolossale e scarno la cui groppa di cartapecora gri-giastra fu incavata dal peso delizioso della Luna....Ecco l'Asino dotto, dal membro prolisso rammendatodi scritture, che raglia da tempo immemorabile ilsuo rancore asmatico contro le brume dell'orizzonte,dove tre grandi vascelli s'avanzano immobili, con leloro velature simili a colonne vertebrali radiogra-fate.

    Subito, l'immensa mandra delle belve cavalcatedai pazzi protese sui flutti musi innumerevoli, sotto ilturbinio delle criniere che chiamavano l'Oceano alla

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    20 riscossa. E l'Oceano rispose all'appello, inarcando undorso enorme e squassando i promontori prima diprender lo slancio. Esso prov lugamente la propriaforza, agitando le anche e ripiegando il ventre so-noro fra le sue vaste fondamenta elastiche. Poi, conun gran colpo di reni, l'Oceano pot sollevare la pro-pria massa e sormont la linea angolosa delle rive....Allora, la formidabile invasione cominci.Noi marciavamo nell'ampio accerchiamento delleonde scalpitanti, grandi globi di schiuma bianca che ro-tolavano e crollavano, docciando le schiene dei leoni....Questi, allineati in semicerchio intorno a noi, prolun-gavamo da ogni parte le zanne, la bava sibilante e gliurli delle acque. Talvolta, dall'alto delle colline, guar-davamo l' Oceano gonfiare progressivamente il suoprofilo mostruoso, come un'immensa balena che si spin-gesse innanzi su un milione di pinne. E fummo noi chelo guidammo cos fino alla catena dell'Imalaia, aprendo,come un ventaglio, il formicolo delle orde in fuga chevolevamo schiacciare contro i fianchi del Gorisankar. Affrettiamoci, fratelli miei .... Volete dunqueche le belve ci sorpassino ISio dobbiamo rimanerein prima fila malgrado i nostri lenti passi che pom-pano i succhi della terra.... Al diavolo queste manivischiose e questi piedi che trascinano radici ... Oh noi non siamo che poveri alberi vagabondi Vogliamodelle ali .... Facciamoci dunque degli aeroplani. Saranno azzurri gridarono i pazzi az-zurri, per sottrarci meglio agli sguardi del nemico, eper confonderci con l'azzurro del cielo, che, quando c'vento, garrisce sulle vette come un'immensa bandiera.E i pazzi rapirono mantelli turchini alla gloriadei Budda, nelle antiche pagode, per costruire le loromacchine volanti.Noi ritagliammo i nostri aeroplani futuristi nellatela color d'ocra dei velieri. iVlcuni avevano ali equili-branti e portando i loro motori, s'inalzavano come avol-toi insanguinati che sollevassero in cielo vitelli convulsi.Ecco : il mio biplano multicellulare a coda diret-

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    21 tiva : 100 IIP, 8 cilindri, 80 chilogrammi.... Ho frai i)iedi una minuscola mitragliatrice, che posso scaricarepremendo un bottone d'acciaio....

    E si parte, nell'ebbrezza di un'agile evoluzione,con un volo vivace, crepitante, leggiero e cadenzatocome un canto d'invito a bere e a ballare. Urr Siam degni finalmente di comandare ilgrande esercito dei pazzi e delle belve scatenate ...Urr Noi dominiamo la nostra retroguardia : l'Oceanocol suo avviluppamento di schiumanti cavallerie ...Avanti, pazzi, j^azze, leoni, tigri, e pantere Avanti,squadroni di flutti ... I nostri aeroplani saranno pervoi, a volta a volta, bandiere di guerra e amanti ap-j)assionate Deliziose amanti che nuotano, aperte lebraccia, sull'ondeggiar dei fogliami, o che indugianomollemente sull'altalena della brezza ... Ma guardatelass, a destra, quelle spole azzurre.... Sono i pazzi,che cullano i loro monoplani sali' amaca del ventodel sud .... Io intanto, sto seduto come un tessitoredavanti al telaio e vo tessendo l'azzurro serico delcielo .... Oh quante fresche vallate, quanti montiburberi, sotto di noi ... Quanti greggi di pecore rosee,sparsi sui declivi delle verdi colline che si offronoal tramonto .... Tu le amavi, anima mia ... ^o IsTo IBasta Tu non godrai pi, mai pi, di simili insi-pidezze ... Le canne colle quali un tempo facevamodelle zampegne formano l'armatura di questo aero-plano ... Nostalgia Ebbrezza trionfale ... Prestoavremo raggiunti gii abitanti di Podagra e di Paralisi,poich voliamo rapidi ad onta delle raffiche avverse....Che dice l'anemometro ?... Il vento che ci contrarioha una velocit di cento chilometri all'ora ... Cheimporta? Io salgo a duemila metri, -per sorpassarel'altix)iano.... Ecco Ecco le orde ... L, l, davantia noi, e gi sotto ai nostri piedi ... Guardate, laggi,a picco, fra gli ammassi di verdura, la tumultuantefollia di quel torrente umano^ che s' accanisce a fug-gire ... Questo fracasso ?... lo schianto degli al-beri Ah Ah Le orde nemiche sono ormai cacciate

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    22 contro l'alta muraglia del Gorisankar ... E noi diamoloro battaglia .... Udite 1 Udite i nostri motori comeapplaudono ?... Ol, grande Oceano Indiano, alla ri-scossa ')L'Oceano ci seguiva solennemente, atterrando lemura delle citt venerate e gettando di sella le torriillustri, vecchi cavalieri dall'armatura sonora, crollatigi dagli arcioni marmorei dei templi. Finalmente Finalmente Eccoti dunque da-vanti a noi, gran popolo formicolante di Podagrosie di Paralitici, lebbra schifosa che divora i bei fianchidella montagna... ]SJ oi voliamo rapidi contro di voi,fiancheggiati dal galoppo dei leoni, nostri fratelli, eabbiamo alle spalle l'amicizia minacciosa dell'Oceano,che ci segue da vicino por impedire che s'indietreggi ... soltanto una precauzione, poich non vi temiamo ...Ma voi siete innumerevoli .... E potremmo esaurirele nostre munizioni, invecchiando durante la carne-ficina ... Io regoler il tiro ... L'alzo a ottocento metri Attenti ... Fuoco j... Oh l'ebbrezza di giocare allebiglie della Morte ... E voi non potrete carpircele ...Indietreggiate ancora ? Questo altipiano sar prestosuperato ... Il mio aeroplano corre sulle sue ruote,scivola sui pattini e s'alza a volo di nuovo ... Io vadocontro il vento .... Bravissimi, i pazzi ... Continuateil massacro .... Guardate Io tolgo l'accensione e calogi tranquillamente, a volo librato, con magnificastabilit, per toccar terra dove pi ferve la mischia

    Ecco la furibonda cpula della battaglia, vulvagigantesca irritata dalla foia del coraggio, vulva in-forme che si squarcia per offrirsi meglio al terrificospasimo della vittoria imminente nostra, la vitto-ria.... ne sono sicuro, poich i pazzi lanciano gi al cieloiloro cuori, come bombe ... : L'alzo a cento metri ...Attenti ... Fuoco ... Il nostro sangue '?... S Tutto ilnostro sangue, a fiotti, per ricolorare le aurore amma-late della Terra ... 8, noi sapremo riscaldarti fra lenostre braccia fumanti, o misero Sole, decrepito e fred-doloso, che tremi sulla cima del Gorisankar ..

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    BOCCIONI, CABRA, BUSSOLO, BALLA, SE-VEBINIManifesto dei pittori futuristi.

    // Febbraio 1911.

    Agli artisti giovani d'ItaliaIl grido di ribellione che noi lanciamo, associando

    i nostri ideali a quelli dei poeti futuristi, non partegi da una chiesuola estetica, ma esprime il violentodesiderio che ribolle oggi nelle vene di ogni artistacreatore.

    IsToi vogliamo cambattere accanitamente la reli-gione fanatica, incosciente e snobistica del passato,alimentata dall'esistenza nefasta dei musei. Ci ribel-liamo alla supina ammirazione delle vecchie tele, dellevecchie statue, degli oggetti vecchi e all'entusiasmoper tutto ci che tarlato, sudicio, corroso dal tempo,e giudichiamo ingiusto, delittuoso, l'abituale disde-gno per tutto ci che giovane, nuovo e palpitantedi vita.

    Compagni ^oi vi dichiariamo che il trionfanteprogresso delle scienze ha determinato nell'umanitmutamenti tanto profondi, da scavare un'abisso frai docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri dellaradiosa magnificenza del futuro.Noi siamo nauseati dalla pigrizia vile che dal Cin-quecento in poi fa vivere i nostri artisti d'un inces-sante sfruttamento delle glorie antiche.

    Per gli altri popoli, l'Italia ancora una terra dimorti, un'immensa Pompei biancheggiante di sepolcri.L'Italia invece rinasce, e al suo risorgimento politico

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    24 segue il risorgimento intellettuale. Nel paese deglianalfabeti vanno moltiplicandosi le scuole : nel paesedel dolce far niente ruggono ormai officine innume-revoli : nel paese dell'estetica tradizionale spiccanooggi il volo ispirazioni sfolgoranti di noidt. vitale soltanto quell'arte che trova i propri ele-menti nell'ambiente che la circonda. Come i nostriantenati trassero materia d'arte dall'atmosfera reli-giosa che incombeva sulle anime loro, cos noi dob-biamo ispirarci ai tangibili mii'acoli della vita contem-Ijoranea, alla ferrea rete di velocit che avvolge laTerra, ai transatlantici, alle Dreadnougit, ai voli me-ra-vgliosi che solcano i cieli, alle audacie tenebrosedei navigatori subacquei, alla lotta spasmodica perla conquista dell'ignoto. E possiamo noi rimanere in-sensibili alla frenetica attivit delle grandi capitali,alla psicologia nuovissima del nottambulismo, alle fi-gure febbrili del viveur, della cocotte, deVajjache e del-l'alcoolizzato?Volendo noi pure contribuire al necessario rinno-vamento di tutte le espressioni d' arte, dichiariamoguerra, risolutamente, a tutti quegli artisti e a tuttequelle istituzioni che pur camuffandosi d'una vestedi falsa modernit, rimangono invischiati nella tra-dizione, nell'accademismo e sopratutto in una ripugnantepigrizia cerebrale.

    ISToi denunciamo al disprezzo dei giovani tuttaquella canaglia incosciente che a Eoma applaude auna stomachevole rifioritura di classiscimo rammolito;che a Firenze esalta dei nevrotici cultori d'un arcaismoermafrodito ; che a Milano rimunera una pedestre ecieca manualit quarantottesca ; che a Torino incensauna pittura da funzionari governativi in j^ensione, ea Venezia glorifica un farraginoso patinume da alchi-misti fossilizzati Insorgiamo, insomma, contro lasuperficialit, la banalit e la facilit bottegaia e cial-trona che rendono profondamente spregevole la mag-gior parte degli artisti rispettati di ogni regione d'Italia.

    Via, dunque, restauratori prezzolati di vecchie

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    25 ~croste Via, archeologhi affetti di necrofllia cronica Via, critici, compiacenti lenoni Via, accademie got-tose, professori ubbriaconi e ignoranti Via

    Domandate a questi sacerdoti del vero culto, aquesti depositari delle leggi estetiche, dove siano oggile opere di Giovanni Segantini : domandate loro per-ch le Commissioni ufficiali non si accorgano dell'esi-stenza di Gaetano Previati ; domandate loro dovesia apprezzata la scultura di Medardo Eosso ... Echi si cura di pensare agli artisti che non hanno an-cora vent'anni di lotte e di sofferenze, ma che purvanno preparando opere destinate ad onorare la patria?Hanno ben altri interessi da difendere, i critici pa-gati Le esposizioni, i concorsi, la critica superficialee non mai disinteressata condannano l'arte italianaall'ignominia di una vera prostituzione E che diremo degli specialisti ? Suvvia Finiamola,coi Eitrattisti, cogl'Internisti, coi Laghettisti, coi Mon-tagnisti ... Li abbiamo sopportati abbastanza, tutticodesti impotenti pittori da villeggiatura.

    Finiamola con gli sfregiatori di marmi che ingom-brano le piazze e r)rofanano i cimiteri Finiamola conl'architettura affaristica degli appaltatori di cementiarmati Finiamola coi decoratori da strapazzo, coifalsificatori di ceramiche, coi cartellonisti venduti ecogli illustratori sciatti e balordi.Ed ecco le nostre conclusioni recise : Con questaentusiastica adesione al futurismo, noi vogliamo :

    1. Distruggere il culto del passato, l'ossessionedell'antico, il pedantismo e il formalismo accademico,2. Disprezzare profondamente ogni forma di imi-

    tazione.3. Esaltare ogni forma di originalit, anche setemeraria, anche se violentissima.4. Trarre coraggio ed orgoglio dalla facile taccia

    di pazzia con cui si sferzano e s'imbavagliano gl'in-novatori.5. Considerare i critici d'arte come inutili o dannosi.

    6. Eibellarci contro la tirannia delle parole :

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    26 armonia e buon gusto, espressioni troppo elastiche,con le quali si potrebbe facilmente demolire V operadi Eembrandt e quella di Goya.

    7. Spazzar via dal campo ideale dell' arte tuttii motivi, tutti i soggetti gi sfruttati.

    8. Eendere e magnificare la vita odierna, in-cessantemente e tumultuosamente trasformata dallascienza vittoriosa.Siano sepolti i morti nelle pi profonde visceredella terra Sia sgombra di mummie la soglia del fu-turo Largo ai giovani, ai violenti, ai temerari

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    BOCCIONI, CABRA, BUSSOLO, BALLA, SE-VEBINILidi pittura futurista.

    Manifesto tecnico.// aprile 1910.

    Nel primo manifesto da noi lanciato l'8 marzo1910 dalla ribalta del Politeama Chiarella di Torino,esprimemmo le nostre i3rofonde nausee, i nostri fieridisprezzi, le nostre allegre ribellioni contro la vol-garit, contro il mediocrismo, contro il culto fanaticoe snobistico dell'antico, che soffocano l'Arte nel no-stro Paese.Noi ci occupavamo allora delle relazioni che esi-stono fra noi e la societ. Oggi invece, con questosecondo manifesto, ci stacchiamo risolutamente daogni considerazione relativa e assurgiamo alle pi alteespressioni dell'assoluto i)ittorico.La nostra brama di verit non pu pi essere ap-pagata dalla Forma ne dal Colore tradizionali

    Il gesto per noi, non sar pi un momento fermatodel dinamismo universale : sar, decisamente, la Ben-sazione dinamica eternata come tale.Tutto si muove, tutto coxre, tutto volge rapido.Una figura non mai stabile davanti a noi ma apparee scompare incessantemente. Per la persistenza dellaimmagine nella retina, le cose in movimento si molti-plicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni,nello spazio che percorrono. Cos un cavallo in corsanon ha quattro gambe : ne ha venti e i loro movimentisono triangolari.

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    28 Tutto in arte convenzione, e le verit di ieri sono

    oggi, per noi, pure menzogne.Affermiamo ancora una volta che il ritratto, peressere un'opera d'arte, non j)u n deve assomigliareal suo modello, e che il pittore ha in se i paesaggi chevuol produrre. Per dipingere una figura non bisognafarla : bisogna farne l'atmosfera.Lo spazio non esiste pi : una strada bagnata dallapioggia e illuminata da globi elettrici s'inabissa finoal centro della terra. Il Sole dista da noi migliaia dichilometri ; ma la casa che ci sta davanti non ci ap-pare forse incastonata dal disco solare 1 Chi pu credereancora all'opacit dei corjDi, mentre la nostra acuita emoltiplicata sensibilit ci fa intuire le oscui'e manifesta-zioni dei fenomeni medianici ? Perch si deve continuarea creare senza tener conto della nostra potenza \dsivache pu dare risultati analoghi a quelli dei raggi X ?Innumerevoli sono gli esempi che danno una san-zione positiva alle nostre affermazioni.Le sedici persone che avete intorno a voi in un tramche corre sono una, dieci, quattro, tre ; stanno fermee si muovono ; vanno e vengono , rimbalzano sullastrada, divorate da una zona di sole, indi tornano asedersi, simboli persistenti della a ibrazione universale.E, talvolta sulla guancia della persona con cui parliamonella via noi vediamo il cavallo che passa lontano.I nostri corpi entrano nei divani su cui ci sediamo, ei divani entrano in noi, cos come il tram che passaentra nelle case, le quali alla loro volta si scaraventanosul tram e con esso si amalgamano.La costruzione dei quadri stupidamente tradizio-nale. I pittori ci hanno sempre mostrato cose e personeposte davanti a noi. Noi porremo lo spettatore nelcentro del quadro.Come in tutti i campi del pensiero umano alle im-mobili oscurit del dogma subentrata la illuminataricerca individuale, cos bisogna che nell'arte nostrasia sostituita alla tradizione accademica una vivifi-cante corrente di libert individuale.

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    29 Noi vogliamo rientrare nella vita. La scienza

    d'oggi, negando il suo passato, risponde ai bisognimateriali del nostro tempo ; ugualmente, l'arte, ne-gando il suo passato, deve rispondere ai bisogni in-tellettuali del nostro tempo.La nostra nuova coscienza non ci fa pi conside-rare l'uomo come centro della vita universale. Il do-lore di un uomo interessante, per noi, quanto quellodi una lampada elettrica, che soffre, e spasima, e gridacon le pi strazianti espressioni di dolore; e la musi-calit della linea e delle pieghe di un vestito modernoha per noi una potenza emotiva e simbolica ugualea quella che il nudo ebbe per gii antichi.Per concepire e comprendere le bellezze nuove diun quadro moderno bisogna che l'anima ridiventi pura ;che l'occhio si liberi dal velo di cui l'hanno copertol'atavismo e la cultura e consideri come solo controllola Natura, non gi il Museo

    Allora, tutti si accorgeranno che sotto la nostraepidermide non serpeggia il bruno, ma che vi splendeil giallo, che il rosso vi fiammeggia, e che il verde, l'az-zurro e il violetto vi danzano, voluttuosi e carezzevoliCome si pu ancora veder roseo un volto umano,mentre la nostra vita si innegabilmente sdoppiatanel nottambulismo ? Il volto umano giallo, rosso,e verde, azzurro, violetto. Il pallore di una donnache guarda la vetrina di un gioielliere pi iridescentedi tutti i prismi dei gioielli che l'affascinano.Le nostre sensazioni pittoriche non possono esseremormorate. Noi le facciamo cantare e urlare nelle no-stre tele che squillano fanfare assordanti e trionfali.

    I vostri occhi abituati alla penombra si aprirannoalle pi radiose visioni di luce. Le ombre che dipin-geremo saranno pi luminose delle luci dei nostri pre-decessori, e i nostri quadri, a confronto di. quelli im-magazzinati nei musei, saranno il giorno pi fulgidocontrapposto alla notte pi cupa.

    Questo naturalmente ci porta a concludere chenon pu sussistere pittura senza divisionismo. Il divi-

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    30 sionismo, tuttavia, non nel nostro concetto un ueznotecnico che si possa metodicamente imparare ed ap-plicare. Il divisionismo, nel pittore moderno, deveessere un COMPLEMENTAEISMO CONGENITO,da noi giudicato essenziale e fatale.E in fine respingiamo fin d'ora la facile accusa dibarocchismo con la quale ci si vorr colpire. Le ideeche abbiamo esi)oste qui derivano unicamente dallanostra sensibilit acuita. Mentre harocciismo significaartifcio, virtuosismo maniaco e smidollato, l'Arte, chenoi preconizziamo tutta di spontaneit e di potenza.

    NOI PROCLAMIAMO:1) CHE IL COMPLEMENTAEISMO CONGENITO UNA NECESSIT ASSOLUTA NELLAPITTURA, COME IL VERSO LIBERODELLA POESIA E COME LA POLIFONIANELLA MUSICA ;2) CHE IL DINAMISMO UNIVERSALE DEVEESSERE RESO COME SENSAZIONE DI-NAMICA ;3) CHE NELUINTERPETRAZIONE DELLA NA-TURA OCCORRONO SINCERIT E VER-GINIT ;4) CHE IL MOTO E LA LUCE DISTRUGGONOLA MATERIALIT DEI CORPI.

    NOI COMBATTIAMO :1) CONTRO IL PATINUME E LA VELATURADA FALSI ANTICHI ;2) CONTRO L'ARCAISMO SUPERFICIALE EDELEMENTARE A BASE DI TINTE PIATTE

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    31 CHE RIDUCE LA PITTURA AD UNA IM-POTENTE SINTESI INFANTILE E GROT-TESCA ;

    3) CONTRO IL FALSO AVVENIRISMO DEI SE-CESSIONISTI E DEGLI INDIPENDENTI,NUOVI ACCADEMICI D'OGNI PAESE;4) CONTRO IL NUDO IN PITTURA, ALTRET-TANTO STUCCHEVOLE ED OPPRIMEN-TE QUANTO L'ADULTERIO NELLA LET-TERATURA.

    Voi ci credete pazzi. Noi siamo invece i Primitividi una nuova sensibilit completamente trasformata.Fuori dall'atmosfera in cui viviamo noi, non sonoche tenebre. Noi Futuristi ascendiamo verso le vettepi eccelse e pi radiose, e ci proclamiamo Signoridella Luce, poich gi beviamo alle vive fonti del Sole.

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    MABINETTI, BOCCIONI, CARRI, RUS-80L0Contro Venezia passatista.

    27 Apri/e 1910.

    Noi ripudiamo l'antica Venezia estenuata e sfattada volutt secolari, che noi pure amammo e posse-demmo in un gran sogno nostalgico.Eipudiamo la Venezia dei forestieri, mercato diantiquari falsificatori, calamita dello snobismo e del-l' imbecillit universali, letto sfondato da carovanedi amanti, semicupio ingemmato i)er cortigiane cosmo-polite, cloaca massima del passatismo.I^oi vogliamo guarire e cicatrizzare questa cittputrescente; piaga magnifica del passato. Noi vo-gliamo rianimare e nobilitare il popolo veneziano, de-caduto dalla sua antica grandezza^ morinizzato dauna vigliaccheria stomachevole ed aA'vilito dall'abi-tudine dei suoi piccoli commerci loschi.Noi vogliamo preparare la nascita di una Ve-nezia industriale e militare che possa dominare ilmare Adriatico, gran lago Italiano.Affrettiamoci a colmare i piccoli canali puzzolenticon le macerie dei vecchi palazzi crollanti e lebbrosi.Bruciamo le gondole, poltrone a dondolo per cre-tini, e innalziamo fino al cielo l'imponente geometriadei ponti metallici e degli opifici chiomati di fumo,per abolire le cur^e cascanti delle vecchie architetture.Venga finalmente il regno della divina Luce Elet-trica, a liberare Venezia dal suo venale chiaro di lunada camera ammobiliata.

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    33 i'8 luglio 1910, 800000 foglietti contenenti questo

    manifesto furono lanciati dai poeti e dai pittori futuristidalValto della Torre delVOrologio sulla folla che tornavadal Lido. Cos cominci la campagna che i futuristi so-stengono da 3 anni contro Venezia passatista.

    Il seguente Discorso contro i Veneziani, improv-visato dal poeta Marinetti alla Fenice, suscit una ter-ribile battaglia. I futuristi furono fischiati, i passatistifurono picchiati.I pittori futuristi Boccioni, Riissolo, Carr punteg-giarono questo discorso con schiaffi, sonori. I pugni diArmando Mazza, poeta futurista che anche un atletarestarono memorabili.

    Discorso futurista di Marinetti ai VenezianiVeneziani

    Quando gridammo : Uccidiamo il chiaro di luna noi pensammo a t^, vecchia Venezia fradicia di ro-manticismo Ma ora la voce nostra si amplifica, e soggiungiamoad alte note Liberiamo il mondo dalla tirannia del-l'amore Siamo sazi di avventure erotiche, di lussuria,di sentimentalismo e di nostalgia Perch dunque ostinarti Venezia, a offrirci donnevelate ad ogni svolto crepuscolare dei tuoi canali ?

    Basta Basta .... Finiscila di sussurrare osceniinviti a tutti i passanti della terra o Venezia, vecchiarufi&ana, che sotto la tua pesante mantiglia di mosaici,ancora ti accanisci ad apprestare estenuanti notti ro-mantiche, querule serenate e paurose imboscate Io pure amai, o Venezia, la sontuosa penombra deltuo Canal Grande, impregnata di lussurie rare, e ilpallore febbrile delle tue belle, che scivolano gi daibalconi per scale intrecciate di la-mxji, di fili di pioggiae di raggi di luna, fra i tintinni di spade incrociate..

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    34 Ma basta Tutta questa roba assurda, abbominevole

    e irritante ei d la nausea E vogliamo ormai che lelampade elettriche dalle mille pimte di luce taglino estrajjpino brutalmente le tue tenebre misterose. am-malianti e persuasive

    Il tuo Canal Grande allargato e scavato, diventerfatalmente un gran porto mercantile. Treni e tramvailanciati per le grandi vie costruite sui canali finalmentecolmati vi porteranno cataste di mercanzie, tra una follasagace, ricca e affaccendata d'industriali e di commer-cianti ...Non urlate contro la pretesa bruttezza delle loco-motive dei tramvai degli automobili e delle biciclettein cui noi troviamo le prime linee della grande esteticafuturista. Potraniio sempre servire a schiacciare qual-che lurido e grottesco professore nordico dal cappelluc-cio tirolese.Ma voi volete prostrarvi davanti a tutti i forestieri,e siete di una servilit ripugnante Veneziani Veneziani Perch voler essere ancorasempre i fedeli schiavi del passato, i lerci custodi delpi grande bordello della storia, gl'infermieri del pitriste ospedale del mondo, ove languono anime mor-talmente corrotte dalla lue del sentimentalismo?Oh le immagini non mi mancano, se voglio de-finire la vostra inerzia vanitosa e sciocca come quelladi un figlio di grand'uomo o di un marito di cantantecelebre I vostri gondolieri, non potrei forse parago-narli a dei beccliini intenti a scavare cadenzatamentedelle fosse in un cimitero inondato ?Ma nulla pu offendervi, poich la vostra umilt smisurata

    Si sa, d'altronde, che voi avete la saggia preoc-cupazione di arrichire la Societ dei grandi alberghi,e che appunto per questa vi ostinate ad imputridiresenz^a muovervi Eppure, voi foste un tempo invincibili guerrierie artisti geniali, navigatori audaci, ingegnosi indu-striali e commercianti instancabili.... E siete divenuti

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    35 camerieri d'albergo, ciceroni, lenoni, antiquari, fro-datori, fabbricanti di vecchi quadri, pittori plagiarie copisti. Avete dunque dimenticato di essere anzi-tutto degl'Italiani, e che questa parola, nella lingua dellastoria, vuol dire : costruttori deVavvenire ?Oh non vi difendete coll'accusar gli effetti av-vilenti dello scirocco Era ben questo vento torrido ebellicoso, che gonfiava le vele degli eroi di Lepanto Questo stesso vento africano accellerer ad un tratto,in un meriggio inferiiale, la sorda opera delle acquecorrosive che minano la vostra citt venerabile.Oh come balleremo, quel giorno Oh come plau-diremo alle lagune, per incitarle alla distruzione IE che immenso ballo tondo danzeremo in giro all'il-lustre ruina Saremo tutti pazzamente allegri, noi, gliultimi studenti ribelli di questo mondo troppo saggio

    Cos, Veneziani, noi cantammo, danzammo e ri-demmo davanti all'agonia dell'isola di File, che morcome un sorcio decrepito dietro la diga d'Assuan, im-mensa trappola dalle botole elettriclie, nella qualeil genio futurista dell' Inghilterra imprigiona le fug-genti acque sacre del XD.o Alzate pure le spalle, e gridatemi che sono un bar-baro, incapace di gustare la divina poesa che ondeggiasulle vostre isole incantatrici Via non avete motivo di esserne molto orgogliosi ...Liberate Torcello, Burano, l'Isola dei Morti, datutta la letteratura am.malata e da tutta l'immensafantasticheria romantica di cui le hanno velate i poetiavvelenati dalla febbra di Venezia, e potrete, ridendocon me considerare quelle i?ole come mucchi di stercoche i mammouth lasciarono cadere qua e l nelP at-traversare a guado le vostre i^reistoriche lagune Ma voi le contemplate stupidaniente, felici dimarcire nella vostra acqua sporca, per arricchire senzafine la Societ dei Grandi Alberghi, che prepara concura le notti eleganti di tutti i grandi sulla terra Certo, non cosa da poco, l'eccitarli all'amore.Sia pure vostro ospite un Imperatore, bisogna che egli

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    36 ~navighi lungamente nel sudiciume di questo immensoacquaio pieno di cocci istoriati, bisogna che i suoigondolieri zappino coi remi parecchi chilometr, diescrementi liquefatti, in un divino odor di latrinapassando accanto a barche ricolme di belle immondi-zie, tra equivoci cartocci galleggianti, per poter giun-gere da vero Imperatore alla sua mta, contento di se del suo scettro imperiale Ecco, ecco quale fu la vostra gloria fino ad oggi,o Veneziani Vergognatevene Vergognatevene e gettatevi supinigli uni sngli altri, come sacchi pieni di sabbia per for-mare il bastione, sul confine, mentre noi prepareremo,una grande e forte Venezia industriale, commerciale emilitare sull'Adriatico, gran lago italiano

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    BALILLA PRATELLAManifesto dei musicisti futu-

    risti.7/ Gennaio I9JI.

    Io mi rivolgo ai giovani. Essi soli mi dovraiiuoascolti^re e mi potranno comprendere. C' chi nascevecchio, spettro bavoso del passato, crittogama tu-mida di veleni : a costoro, non parole, n idee, ma unaimposizione unica : fine.Io mi rivolgo ai giovani, necessariamente assetatidi cose nuove, presenti e vive. Mi seguano dunqueessi, fidenti e arditi, per le ve del futuro, dove gi imiei, i nostri intrepidi fratelli, poeti e pittori futuristi,gloriosamente ci precedono, belli di violenza, audacidi ribellione e luminosi di genio animatore.Or un anno, una commissione composta deimaestri Pietro Mascagni, Giacomo Orefice, Guglielmo.Mattioli, Eodolfo Ferrari e del critico Gian BattistaXappi, proclamava la mia opera musicale futuristaintitolata La Sina cPVargun su un poema puremio ed in versi liberi vincitrice, fra tutte le altreconcorrenti, del premio di L. 10.000 destinato alle spesedi esecuzione del lavoro riconosciuto superiore e degno,secondo il lascito del bolognese Cincinnato B aruzzi.L'esecuzione avvenuta nel dicembre 1909 nel TeatroComunale di Bologna, mi procur un successo di grandeentusiasmo, critiche abiette e stupide, generose difesedi amici e di sconosciuti, onore e copia di nemici.Essendo entrato, cos trionfalmente, nell'ambientemusicale italiano, in contatto col pubblico, cogli edi-tori e coi critici, ho potuto giudicare con la massimaserenit il mediocrismo intellettuale, la bassezza mer-

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    38 cantile e il misoenismo che riducono la musica ita-liana ad una forma unica e quasi invariabile di melo-dramma volgare, da cui risulta l'assoluta inferioritnostra di fronte all'evoluzione futurista della musicanegli altri paesi.

    In Germania infatti, dopo l'ra gloriosa e rivo-luzionaria dominata dal genio sublime di Wagner,Eiccardo Strauss eleva il barocchismo della strumen-tazione fin quasi a forma vitale d'arte, e sebbene nonpossa nascondere, con maniere armoniche ed acusticheabili, complicate ed appariscenti, l'aridit, il mercan-tilismo e la banalit dell'anima sua, nondimeno sisforza di combattere e di superare il passato con uningegno innovatore.In Francia, Claudio Debussy, artista profonda-mente soggettivo, letterato pi che musicista, nuotain un lago diafano e tranquillo di armonie tenui, delicate,azzurre e constantemente trasparenti. Col simbolismostrumentale e con una polifonia monotona di sensazioniarmoniche sentite attraverso una scala di toni interisistema nuovo, ma sempre sistema, e, di consegueza, vo-lontaria limitazione egli non giunge sempre a coprirela scarsit di valore della sua tematica e ritmica unila-terali e la mancanza quasi assoluta di svolgimento ideo-logico. Questo svolgimento consiste per lui nella primiti-va e infantile ripetizione periodica di un tema breve epovero o di un andamento ritmico monotono e vago.Avendo ricorso, nelle sue formole operistiche ai concettistantii della Camerata fiorentina, che nel 1600 dava na-scita al melodramma, non ancora pervenuto a riforma-re completamente l'arte melodrammatica del suo paese.Nondimeno, pi d'ogni altro egli combatte gagliardamen-te il passato e in molti punti lo supera. Idealmente piforte di lui, ma musicalmente inferiore G. Charpentier.In Inghilterra, Edoardo Elgar. coll'animo di am-pliare le forme sinfoniche classiche, tentando manieredi svolgimento tematico pi ricche e multiformi va-riazioni di uno stesso soggetto, e cercando non nella

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    39 variet esuberante degli strumenti, ma nella varietdelle loro combinazioni effetti equilibrati e consonialla nostra complessa sensibilit, coopera alla distru-zione del passato.

    In Eussia, Modesto Mussorgski, rinnovato attra-verso l'anima di Nicol Eimsky-Korsakoff, coll'in-nestare l'elemento nazionale primitivo nelle formoleereditate da altri e col cercare verit drammaticae libert armonica, abbandona e fa dimenticare latradizione. Cosi procede ancbe Alessandro Glazou-now, pur rimenendo ancora primitivo e lontano dauna pura ed equilibrata concezione d'arte.

    In Finlandia e nella Svezia, pure attraverso l'ele-mento musicale e poetico nazionale, si alimentanotendenze innovatrici, e le opere di Sibelius ne dannoconferma.E in Italia ?Insidia ai giovani e all'arte, vegetano licei, conser-

    vatori ed accademie, musicali. In questi vivai dellaimjjotenza, maestri, e professori, illustri deficienze,perpetuano il tradizionalismo e combattono ogni sforzoper allargare il campo musicale.Da ci repressione prudente e costringimento diogni tendenza libera e audace ; mortificazione costantedella intelligenza impetuosa ; appoggio incondizionatoalla mediocrit che sa copiare e incensare; prostitu-zione delle grandi glorie musicali del passato, qualiarmi insidiose di offesa contro il genio nascente ; li-mitazione dello studio ad un vano acrobatismo che sidibatte nella perpetua agonia d'una coltura arretratae gi morta.

    I giovani ingegni musicali che stp^gnano nei conser-vatori hanno fissi gii occhi suiraffascinante miraggiodell' oiDera teatrale sotto la tutela dei grandi editoriLa maggior parte la conduce a termine male e peggio,per mancanza di basi ideali e tecniche ; pochissimiarrivano a vedersela rappresentata, e di costoro i pi

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    40 sborsaudo del denaro, per conseguire successi pagatied effinieri o tolleranza cortese.La sinfonia pura, ultimo rifugio, accoglie gli ope-risti mancati, i quali, a loro discolpa, predicano lafine del melodramma c(me forma assurda e antimusi-cale. Essi d'altra i)arte confermano la tradizionaleaccusa di non essere gli italiani nati per la sinfonia,dimostrandosi inetti a ri '.'he in questo nobilissimo e vi-tale genere di composizione. La causa del loro doppiofaUmento e unica, e da non ricercarsi nelle innocen-tissime e non mai abbastanza calunniate forme me-lodrammatiche e sinfoniche, ma neUa loro impotenza.

    Essi si valgono, nella loro ascff^ione, di quella iw- 1lenne turlupinatura che si chiama musica fatta bene,falsificazione dell'altra vera e grande, co]3a senza va-lore venduta ad un pubblico che si lascia ingannareper volont projjria.

    ]Ma i rari fortunati che attraverso a tutte le ri-nunzie sono riusciti ad ottenere la protezione deigrandi editori, ai quali vengono legati da contratti-capestro illusori ed umilianti, rappresentano la classedei servi, degli imbelli, dei volontariamente venduti.

    I grajidi editori-mercanti imperano ; assegnanolimiti commerciali alle forme melodrammatiche, pro-clamando, quali modelli da non doversi superare edinsuperabili, le opere basse, rachitiche e volgari diGiacomo Puccini e di Umberto Giordano.

    Gli editori pagano poeti perch sciupino tempo edintelligenza a fabbricare e ad ammannire secondole ricette di quel grottesco pasticciere che si chiamaLuigi mica quella fetida torta a cui si d il nome dilibretto d'opera.

    Gli editori scartano qualsiasi opera che per combi-nazione sorpassi la mediocrit ; col monopolio diffon-dono e sfruttano la loro merce e ne difendono il campod'azione da ogni temuto tentativo di ribellione.Gli editori assumono la tutela ed il privilegio deigusti del pubblico, e colla complicit della critica, rie-vocano, quali esempio o monito, tra le lagrime e la

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    41 commozione generale, il preteso nostro monopoliodella melodia e del bel canto e il non mai abbastanzaesaltato melodramma italiano, jDesante e soffocantegozzo della nazione.

    Unico Pietro Mascagni, creatura di editore, haavuto anima e potere di ribellarsi a tradizioni d'arte,a editori, a pubblico ingannato e viziato. Egli, conl'esemj)io personale, primo e solo in Italia, ha svelatole vergogne dei monopolii editoriali e la venalit dellacriti(;a, ed ha affrettata l'ora della nostra liberazionedallo czarismo mercantile e dilentantesco nella musica. Con molta genialit Pietro Mascagni ha avuto deiveri tentativi d'innovazione nella parte armonica enella parte lirica del melodramma, pur non giungendoancora a liberarsi dalle forme tradizionali.

    L'onta e il fango che io ho denunziato in sintesi rap-presentano fedelmente il passato dell'Italia nei suoi rap- \porti con l'arte e coi costumi dell'oggi: industria deimor- 'ti, culto dei cimiteri, inaridimento delle sorgenti vitali.

    Il Futurismo, ribellione della vita della intuizione 1e del sentimento, primavera fremente ed impetuosa,dichiara guerra inesorabile alla dottrina, all'individuo :e all'opera che ripeta, prolunghi o esalti il passato a;danno del futuro. Esso proclama la conquista della]libert amorale di azione, di coscienza e di concepi-lmento ; proclama che Arte disinteresse, eroismo, di-sprezzo dei facili successi.

    jIo dispiego all'aria libera e al sole la rossa bandieradel Futurismo, chiamando sotto il suo simbolo fiam-meggiante quanti giovani compositori abbiano cuoreper amare e per combattere, mente per concepire,fronte immune da vilt. Ed urlo la gioia di sentirmisciolto da ogni vincolo di tradizione, di dubbi, d'oppor-tunismo e di vanit.Io che ripudio il titolo di maestro, come marchio diuguaglianza nella mediocrit e nell'ignoranza, confermoqui la mia entusiastica adesione al Futurismo, porgendoal giovani agli arditi, ai temerari, queste mie irrevocabili

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    42 CONCLUSIONI

    1. - CONVINCEEE I GIOVANI COMPOSITOEIA DISEETAEE LICEI, CONSEEVATOEII E AC-CADEMIE MUSICALI, E A CONSIDEEAEE LOSTUDIO LIBEEO COME UNICO MEZZO DI EI-GENEEAZIONE.2. - COMBATTEEE CON ASSIDUO DISPEEZ-

    ZO I CEITICI, FATALMENTE VENALI E IGNO-EANTI, LIBEEANDO IL PUBBLICO DALL'IN-FLUENZA MALEFICA DEI LOBO SCEITTI. FON-DAEE A QUESTO SCOPO UNA EIVISTA MUSI-CALE INDIPENDENTE E EISOLUTAMENTEAVVEESA AI CEITEEII DEI PEOFESSOEI DICONSEEVATOEIO E A QUELLI AVVILITI DELPUBBLICO.3. - ASTENEESI DAL PAETECIPAEE AQUALUNQUE CONCOESO CON LE SOLITE BU-STE CHIUSE E LE EELATIVE TASSE D'AM-MISSIONE, DENUNZIANDONE PUBBLICAMEN-TE LE MISTIFICAZIONI E SVELANDO LA IN-COMPETENZA DELLE GIUEIE, GENEEALMEN-TE COMPOSTE DI CEETINI E DI EAMMOLLITI.4. - TENEESI LONTANI DAGLI AMBIENTICOMMEECIALI O ACCADEMICI, DISPEEZZAN-DOLI, E PEEFEEENDO VITA MODESTA A LAUTIGUADAGNI PEE I QUALI L'AETE SI DOVESSEVENDEEE.

    5. - LIBEEAEE LA PEOPEIA SENSIBILIT'MUSICALE DA OGNI IMITAZIONE O INFLUEN-ZA DEL PASSATO, SENTIEE E CANTAEE CON

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    4.3 L'ANIMA EIVOLTA ALL'AVVENIRE, ATTIN-GENDO ISPIEAZIONE ED ESTETICA DALLANATUEA, ATTEAVEESO TUTTI I SUOI FENO-MENI PEESENTI UMANI ED EXTEAUMANI ;ESALTAEE L'UOMO-SIMBOLO EINNOVANTESIPEEENNEMENTE NEI VAEII ASPETTI DELLAVITA MODEENA E NELLE INFINITE SUE EE-LAZIONI INTIME CON LA NATUEA.

    6. - DISTEUGGEEE IL PEEGIUDIZIO DELLAMUSICA FATTA BENE EETTOEICA EDIMPOTENZA PEOCLAMAEE UN CONCETTOUNICO DI MUSICA FUTUEISTA, CIO ASSO-LUTAMENTE DIVEESA DA QUELLA FATTAFINOEA. FOEMAEE COS IN ITALIA UN GUSTOMUSICALE FUTUEISTA, E DISTEUGGEEE IVALOEI DOTTEINAEI, ACCADEMICI E SOPO-EIFEEI, DICHIAEANDO ODIOSA, STUPIDA EVILE LA FEASE : < TOENIAMO ALL'ANTICO .7. - PEOCLAMAEE CHE IL EEGNO DELCANTANTE DEVE FINIEE E CHE L'IMPOE-TANZA DEL CANTANTE EISPETTO ALL'OPEEAD'AETE COEEISPONDE ALL'IMPOETANZA DIUNO STEUMENTO DELL'OECHESTEA.

    8. - TEASFOEMAEE IL TITOLO ED IL VA-LOEE DI LIBEETTO D'OPEEA NEL TITOLOE VALOEE DI POEMA DEAMMATICO O TEA-GICO PEE LA MUSICA SOSTITUENDO ALLEMETEICHE IL VEESO LIBEEO. OGNI OPEEISTAD'ALTEONDE, DEVE ASSOLUTAMENTE E NE-CESSAEIAMENTE ESSEEE AUTOEE DEL PEO-PEIO POEMA.9. - COMBATTEEE CATEGOEICAMENTELE EICOSTEUZIONI STOEICHE E L'ALLEST-

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    44 MENTO SCENICO TEADIZIONALB E DICHIA-RAEE STUPIDO IL DISPREZZO CHE SI HA PELCOSTUME CONTEMPORANEO.

    10. - COMBATTERE LE ROMANZE DELGENERE TOSTI E COSTA, LE STOMACHEVOLICANZONETTE NAPOLETANE E LA MUSICASACRA, CHE NON AVENDO PI ALCUNA RA-GIONE DI ESSERE, DATO IL FALLIMENTODELLA FEDE, DIVENTATA MONOPOLIOESCLUSIVO D'IMPOTENTI DIRETTORI DI CON-SERVATORIO E DI QUALCHE PRETE INCOM-PLETO.

    11. -PROVOCARE NEI PUBBLICI UNA OSTI-LIT SEMPRE CRESCENTE CONTRO LE ESU-MAZIONI DI OPERE VECCHIE CHE VIETANOL'APPARIZIONE DEI MAESTRI NOVATORI, EDAPPOGGIARE INVECE ED ESALTARE TUTTOCIO' CHE IN MUSICA APPAIA ORIGINALE E RI-VOLUZIONARIO, RITENENDO UN ONORE L'IN-GIURIA E L'IRONIA DEI MORIBONDI E DEGLIOPPORTUNISTI.

    Ed ora la reazione dei passatisti mi si riversi pureaddosso con tutte le sue furie. Io serenamente rido eme ne infscliio : sono asceso oltre il passato, e chiamoad alta voce i giovani musicisti intorno alla bandieradel Futurismo che, lanciato dal poeta Marinetti nelFigaro di Parigi, ha conquistato, in breve volgere ditempo i massimi centri intellettuali del mondo.

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    BALILLA PBATELLALa Musica futurista.Manitesto tecnico.

    29 Marzo 1911.Tutti gli innovatori sono stati logicamente futu-

    risti, in relazione ai loro tempi. Palestrina avrebbegiudicato pazzo Bach, e cos Bach avrebbe giudicatoBeethoven, e cosi Beethoven avrebbe giudicato Wa-gner.Bossini si vantava di aver finalmente capito lamusica di Wagner leggendola a rovescio Verdi, dopoun'audizione ^^ 'oiiveriiire del Tannhiisef, in una let-tera a un suo amico chiamava Wagner matto.Siamo dunque alla finestra di un manicomio glo-rioso, mentre dichiariamo, senza esitare, che il con-trappunto e la fuga, ancor oggi considerati come ilramo pi importante dell'insegnamento musicale, nonrappresentano altro che ruderi appartenenti alla storiadella polifonia, propriamente di quel periodo che corredai fiamminghi fino a G. S. Bach. In loro sostituzione,la polifonia armonica, fusione razionale del contrap-punto con l'armonia, impedir al musicista, una voltaper sempre, di sdoppiarsi fra due culture : una tra-passata di qualche secolo, l'altra contemporanea ; in-conciliabili fra di loro perch prodotte da due ben dif-ferenti maniere di sentire e di concepire. La seconda,per ragioni logiche di progresso e di evoluzione, gilontana ed irraggiungibile conseguenza della prima conl'averla riassunta, trasformata e di gran lunga sorpas-sata.

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    46 L'armonia, anticamente sottintesa nella melodia suoni susseguentisi secondo diversi modi di scala nacque quando ciascun suono della melodia fu con-siderato in rapporto di combinazione con tutti gli altri

    suoni del modo di scala a cui appartenava.In tal maniera si arriv a comprendere che la me-lodia la sintesi espressiva di una successione armo-nica. Oggi si grida e si lamenta che i giovani musicistinon sanno pi trovare melodie, alludendo senza dubbioa quelle di Eossini, di Bellini, di Verdi o di Ponchielli....Si concepisca invece la melodia armonicamente ; sisenta l'armonia attraverso diverse e pi complessecombinazioni e successioni di suoni, ed allora si tro-veranno nuove fonti di melodia.

    Si finir cos una volta per sempre di essere deivili imitatori d'un passato che non ha pi ragione diessere, e dei solleticatori venali del gusto basso delpubblico.Noi futuristi proclamiamo che i diversi modi discala antichi, che le varie sensazioni di maggiore, mi-nore, eccedente, diminuito, e che pure i recentissimimodi di scala per toni interi non sono altro che sempliciparticolari di un unico modo armonico ed atonale discala cromatica. Dichiariamo inoltre inesistenti i va-lori di consonanza e di dissonanza.Dalle innumerevoli combinazioni e dalle svariate re-lazioni che ne deriveranno fiorir la melodia futurista.Questa melodia altro non sar che la sintesi delVarmonia,simile alla linea ideale formata dall'incessante fioriredi mille onde marine dalle creste ineguali.

    Noi futuristi proclamiamo quale progresso e qualevittoria dell'avvenire sul modo cromatico atonale, laricerca e la realizzazione del modo enarmonico. Mentreil cromatismo ci fa unicamente usufruire di tutti isuoni contenuti in una scala divisa per semitoni mi-nori e maggiori, l'enarmonia, col contemplare anchele minime suddivisioni del tono, oltre al prestare allanostta sensibilit rinnovata il numero massimo di

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    47 suoni determinabili e combinabili, ci permette anchenuove e pi svariate relazioni di accordi e di timbri.Ma sopra ogni cosa Venarmonia ci rende possibilil'intonazione e la modulazione naturali ed istintivedegl'intervalli enarmonici, presentemente infattibilidata l'artificiosit della nostra scala a sistema tempe-rato, che noi vogliamo superare. Noi futuristi amiamoda molto tempo questi intervalli enarmonici che tro-viamo solo nelle stonature dell'orchestra, quando glistrumenti suonano in impianti diversi, e nsi cantispontanei del popolo, quando sono intonati senza preoc-cupazioni d'arte.

    Il ritmo di danza: monotono, limitato, decrepitoe barbaro, dovr cedere il dominio della polifonia adun libero procedimento poliritmico, limitandosi a ri-manerne un particolare caratteristico.Perci si dovranno considerare relativi fra di loroi tempi pari, dispari e misti, come gi similmente siconsiderano i ritmi binari, ternari, ternari-binari e bi-nari-ternari. Una o pi battute in tempo dispari inmezzo od a chiusura di un periodo di battuta in tempopari o misto e viceversa non si dovranno pi con-dannare con le leggi ridicole e fallaci della cos dettaquadratura, disprezzabile paracqua di tutti gli impo-tenti che insegnano nei conservatori.

    L'alternarsi e il succedersi di tutti i tempi e di tuttii ritmi possibili troveranno il loro giusto equilibrio so-lamente nei senso geniale ed estetico dell'artista crea-tore.La conoscenza dell'istrumentazione si dovr con-quistare sperimentalmente. La composizione istru-mentale si concepisca istrumentalmente, immaginandoe sentendo un^orchestra particolare per ogni particolaree diversa condizione musicale dello spirito.Tutto ci sar possibile quando, disertati i conser-vatori, i licei e le accademie, e determinatane la chiu-sura, si vorr finalmente provvedere alle necessit del-l'esperienza, col dare agli studi musicali un caratteredi libert assoluta. I maestri d'oggi, trasformati negli

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    48 esperti di domaui, saranno guide e collaboratori ogget-tivi degli studiosi, cessando di corrompere inconscia-mente i geni nascenti, col trascinarli dietro la propriapersonalit e con l'imporre lori i propri errori e i ]}to-pr criteri.

    Per l'uomo,, la verit assoluta sta in ci che eglisente umanamente. L'artista, coll'interpretare vir-ginalmente la natura, l'umanizza rendendola vera.Cielo, acque, foreste, fiumi, montagne, intrichi dinavi e citt brulicanti, attraverso a l'anima del mu-

    sicista si trasformano in voci meravigliose e possenti,che cantano umanamente le passioni e la volontdell'uomo, per la sua gioia e per i suoi dolori, e gli sve-lano in virt dell'arte il vincolo comune e indissolu-bile che lo avvince a tutto il resto della natura.Le forme musicali non sono altro che apparenzee frammenti di un unico tutto ed intero. Ogni formasta in rapporto alla potenzialit di espressione e disvolgimento del motivo passionale generatore e allasensibilit e intuizione dell'artista creatore. La reto-rica e l'ampollosit procedono da una sproporzionefra il motivo passionale e la sua forma esplicativa,prodotta nella maggior parte dei casi da influenzeacciecanti di tradizioni, di cultura, di ambiente espesso da limitazione cerebrale.

    Il solo motivo passionale impone al musicista lapropria esplicazione formale e sintetica, essendo lasintesi propriet cardinale dell' espressione e dell'e-stetica musicale.

    Il contrasto di pi motivi passionali ed i rapportifra i loro caratteri espressivi e fra la loro potenzialitdi espansione e svolgimento, costituiscono la sinfonia.

    La sinfonia futurista considera come sue massimeforme : il Poema sinfonico, orchestrale e vocale e VOperateatrale.

    Il sinfonista puro trae dai suoi motivi passionalisvolgimenti, contrasti, linee e forme, con fantasia

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    49 ampia e libera, non dovendo attenersi ad alcun cri-terio che non sia il suo senso artistico di equilibrio edi proporzione, e trovando il suo fine nel complessodei mezzi espressivi ed estetici propri della pura artemusicale. Questo senso di equilibrio futurista altronon che il raggiungimento della massima intensitdi espressione.L'operista attrae, in cambio, nell'orbita dell'ispi-razione e dell'estetica musicale tutti i riflessi dellealtre arti concorrenza potente alla moltiplicazionedell'efficacia espressiva e comunicativa. L'operistadeve concepire conseguenti alla sua ispirazione edestetica musicale questi altri elementi secondari-

    La voce umana pure essendo massimo mezzo diespressione, perch nostra e da noi proveniente, sarcirconfusa dall' orchestra, atmosfera sonora, piena ditutte le voci della natura, rese attraverso l'arte.La visione del poema sceneggiato balza alla fan-tasia dell'artista creatore per una sua particolare ne-cessit, sorta dalla volont di esplicare i motivi pas-sionali generatori ed ispiratori. Il iioema drammaticoo tragico non si potr concepire per la musica, se nonsar in conseguenza di uno stato di anima musicale enell'unica visione, dell'estetica nusicale. L'operista,creando ritmi nel collegare le parole, crea gi musical-mente ed autore unico dell'opera propria. Musi-cando invece la poesia d'altri, egli rinuncia stupida-mente alla sua particolare fonte di ispirazione origi-nale, alla sua estetica musicale, ed assume da altrila parte ritmica delle sue melodie.K-? Il verso libero il solo adatto, non essendo obbli-gato a limitazioni di ritmi e di accenti monotonamenteripetentesi in 'forme ristrette ed insufficienti. L' ondapolifonica della poesia umana trova nel verso liberotutti i ritmi, tutti gli accenti e tutti i modi per potersiesuberantemente esprimere, come in una affascinantesinfonia di parole. Tale libert di espressione ritmicae propria della musica futurista.L'uomo e la moltitudine degli uomini sulla scena

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    so-nori debbono pi imitare facilmente il comune par-lare, ma debbono cantare, come quando noi, inconscidel luogo e dell'ora, presi da un'intima volont diespansione e di dominio, prorompiamo istintivamentenell'essenziale ed affascinante linguaggio umano. Cantonaturale, spontaneo, senza la misura dei ritmi o degl'in-tervalli, artificiosa limitazione dell'espressione, che ci farimpiangere l'efficacia della parola.

    1. BISOGNA CONCEPIRE LA MELODIAQUALE UNA SINTESI DELL'ARMONIA CON-SIDBEANDO LE DEFINIZIONI AEMONICHE DIMAGGIORE, MINORE, ECCEDENTE E DIMI-NUITO, COME SEMPLICI PAETICOLAEI DI UNUNICO MODO CEOMATICO ATONALE.

    2. CONSIDEEAEE LA ENAEMONIA CO-ME UNA MAGNIFICA CONQUISTA DEL FUTU-EISMO.3. INFEANGEEE IL DOMINIO DEL EIT-MO DI DANZA, CONSIDEEANDO QUESTO EITMOQUALE UN PAETICOLAEE DEL EITMO LIBEEO,COME IL EITMO DELL'ENDECASILLABO PUESSEEE UN PAETICOLAEE DELLA STEOFA INVEESI LIBEEI.4. CON LA FUSIONE DEL'AEMONIA E

    DEL CONTEAPPUNTO, CEEAEE LA POLIFONIAIN UN SENSO ASSOLUTO, NON MAI USATOFINO AD OGGI.6. CONSIDEEAEE LE FOEME MUSICALICONSEGUENTI E DIPENDENTI DAI MOTIVIPASSIONALI GENEEATOEI.7. NON SCAMBIAEE PEE POEMA SIN-

    FONICA I SOLITI SCHEMI TEADIZIONALI, TEA-PASSATI E SEPOLTI DELLA SINFONIA.

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    __ 51 8. CONCEPIRE L' OPERA TEATRALECOME UNA FORMA SINFONICA.9. PROCLAMARE LA NECESSIT ASSO-

    LUTA CHE IL MUSICISTA SIA AUTORE DELPOEMA DRAMMATICO O TRAGICO PER LA SUAMUSICA. L'AZIONE SIMBOLICA DEL POEMADEVE BALZARE ALLA FANTASIA DEL MUSI-CISTA, INCALZATA DALLA VOLONT DI ESPLI-CARE MOTIVI PASSIONALI. I VERSI SCRITTIDA ALTRI COSTRINGEREBBERO IL MUSICISTAAD ACCETTARE DA ALTRI IL RITMO PER LAPROPRIA MUSICA.

    10. RICONOSCERE NEL VERSO LIBEROL'UNICO MEZZO PER GIUNGERE AD UN CRI-TERIO DI LIBERT POLIRITMICA.11. PORTARE NELLA MUSICA TUTTI INUOVI ATTEGGIAMENTI DELLA NATURA, SEM-

    PRE DIVERSAMENTE DOMATA DALL'UOMOPER VIRT DELLE INCESSANTI SCOPERTESCIENTIFICHE. DARE L' ANIMA MUSICALEDELLE FOLLE, DEI GRANDI CANTIERI INDU-STRIALI, DEI TRENI, DEI TRANSATLANTICI,DELLE CORAZZATE, DEGLI AUTOMOBILI EDEGLI AEROPLANI. AGGIUNGERE AI GRANDIMOTIVI CENTRALI DEL POEMA MUSICALE ILDOMINIO DELLA MACCHINA ED IL REGNOVITTORIOSO DELLA ELETTRICIT.

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    GABINETTI.Contro la Spagna passatista.Pubbl. dalla rivista Promefeo di Madrid - 6iugno 191].

    Ho sognato d'un gran popolo : certo del vostro,Spagnuoli L'ho visto avanzarsi, d'et in et, conquistandole montagne, salendo sempre pi in alto, verso la grandeluce che splende oltre le cime inaccessibili.Dall'alto dello Zenit, ho contemplato in sogno

    le vostre innumerevoli navi ben cariche formanti, lunghicortei di formiche sulla verde prateria del mare, cosida congiungere isole ad isole, come tanti formicai, eindifferenti ai cicloni, pedate formidabili di un dio chevoi non temete.Quanto a voi, costruttori di citt, soldati e bifolchi,camminavate di un passo forte che faceva le strade,trascinando una lunga retroguardia di donne, di fan-ciulli, e di xjerfdi monaci.E furono questi che vi tradirono, attirando sulvostro esercito in marcia tutti i pesanti climi d'Africa,,stregoni e lenoni aerei che complottano nelle cupe goledella Sierra i^evada.

    Mille brezze avvelenatrici spiavano il vostro pas-saggio ; mille morbide primavere dall'ali di vampirovi assopirono voluttuosamente. Subito le lupe dellalussuria, urlarono in fondo ai boschi. Ai lenti soffirosei del crepuscolo, gli uomini schiacciarono sotto ibaci le donne ignude fra le loro braccia. Forse spera-vano essi di fare impazzire di gelosia le stelle, inafferra-bDi, perdute lontano, nell'abisso delle notti ... Oppure,la paura di morire li spingeva a ripetere senza fine1 giuochi della morte nei letti dell'amore Certo,

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    53 le ultime fiamme dell'Inferno che andava spegnendosilambii'ono le loro schiene di maschi accaniti sui beisessi golosi....E frattanto il vecchio sole cristiano moriva inun tumulto di nuvole striate di sangue, che scoppia-rono ad un tratto, per vomitare, rossa e ribollente, la Ei-voluziono francese, formidabile uragano di giustizia.Nell'immensa inondazione di libert, cancellatefinalmente tutte le strade dell'autorit, voi gridastelungamente la vostra angoscia ai monaci sornioni chefacevan cauti la ronda intorno alle vostre ricchezzeammucchiate.

    Ed eccoli tutti chini su di voi, borbottando : Figliuoli, entrate, entrate, con noi nella catte-drale di Dio ... antica, ma solida ancora Entrate,pecorelle.... Biparatevi in questo ovile Ascoltate lesante campane amorevoli, che fanno ondeggiare iloro suoni come le Andaluse fanno ondeggiare i loroIftanchi rotondi. IsToi abbiamo coperti di rose e di violegii altari della Madonna. La penombra delle cappelle misteriosa come quella della camera nuziale. Lefiamme dei nostri ceri sono simili ai garofani rossi cheridono tra i denti delle vostre languide femmine....Venite Avrete amore, profumi, oro e seta, e avreteanche delle canzoni, poich la Vergine indulgente .... A queste parole, voi staccaste gii occhi dalle co-stellazioni indecifrabili, e la vasta paura dei firmamentivi spinse nei portici affamati della cattedrale, sotto lavoce liquefacente dell'organo, che vi spezz completa-mente le ginocchia.

    Ed ora che vedo ?.... Nella notte impenetrabile,la cattedrale trema sotto la rabbia di una pioggia scro-sciante. Il terrore soffocante solleva a stento, dovunque,giganteschi macigni di tenebre. L'uragano con una vocedesolata accompagna i gemiti lunghi dell'organo, ea quando a quando le loro voci commiste si prolun-gano in un fracasso di mina. Sono le mura del chiostroche crollano ...

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    54 Spagnuoli Bpagnuoli Che mai aspettate, cos at-

    terrati dallo spavento, con la faccia al snolo nell'am-morbante fetore dell'incenso e dei fiori fradici, inquesta navata di cattedrale, arca immonda che non pusalvarvi dal diluvio, bestiame cristiano, n condurvi alcielo?.,. Alzatevi Arrampicatevi fino alle vostre ve-trate ancora spalmate di mistica luna, e contemplatelo spettacolo degli spettacoli ...Ecco levarsi subitamente in un prodigio, pi altache le sierras di ebano, la sublime Elettricit, unicae divina madre dell'umanit futura, l'Elettricit daltorso guizzante d'argento vivo l'Elettricit dallo millebraccia sfolgoranti e violette....Ecco Ecco ... Essa lancia da ogni parte le sue Fol-gori di diamante, giovani, danzanti e nude, che cor-rono, per azzurre scale serpeggianti, all'assalto, al-l'assalto della Cattedrale nera Sono pi di diecimila, palpitanti, affannate, che siscagliano all'assalto sotto la pioggia, scavalcando imuri, cacciandosi dappertutto, mordendo il ferro fu-mante delle grondaie e spezzando, con tuffi pazzeschi,le madonne dipinte delle vetrate.Ma voi tremate in ginocchio come alberi schiantati inun torrente.... Alzatevi ... I pi anziani si affrettino asollevare sulle loro spalle la miglior parte delle vostre ric-chezze. Agli altri, ai pi giovani un compito pi allegro ...Siete voi gli uomini di vent'annif Sta bene: Ascoltatemi ,Brandite un candelabro d'oro massiccio e servite-vene come di una mazza volteggiante, per fracassareil cranio ai monaci e ai sagrestani ...

    Poltiglia sanguinosa, rossa imbottitui'a con cuitapperete i buchi della vlta e le vetrate infrante.Una sanguinante armatura di diaconi e d'arcidia-coni, d'arcivescovi e di cardinali, incastrati l'uno nel-l'altro, intrecciate le braccia e le gambe, sosterr lemura pieganti della navata Ma affrettatevi dunque, prima che le Folgori trion-fanti si avventino su di voi per punirvi della vostra colpamillenaria ...

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    55 Poich voi siete colpevoli del delitto d'estasi e disonno. Poich voi siete colpevoli di non aver volutoAvere e di avere assaporata la morte a piccoli sorsi..Colpevoli di aver soffocato in voi lo spirito, la volont

    e l'orguglio conquistatore, sotto tristi guanciali d'a-more, di nostalgia, di lussuria, e di preghiera .Ed ora sfondate i battenti della porta, che scric-chiolano sui loro cardini vivi ... La bella terra di Spagna

    stesa davanti a voi, tutta bruciata dalla sete e tuttapesta da un sole implacabile. Essa vi mostra il suo ventreabbrustolito e disseccato.... Correte, correte dunque asoccorrerla ... Perch mai indugiate 1 Ah un fos