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    LETTERA SULL' UMANISMO ,. G

    Noi non pensiamo ancora in modo abbastanza deci-sivo l'essenza dell 'agire. Non si conosce l'agire se non co-me il produrre un effetto la cui realta e valutata in basealia sua utilita, L' essenza dell'agire, invece, e il portare acompimento (Vollbringen). Portare a compimento signifi-ca: dispiegare qualcosa nella pienezza della sua essenza,condurre-fuori a questa pienezza, producere. Dunque puoessere portato a compimento in senso proprio solo cio cheg ia e . Ma cia che prima di tutto e , e I'essere. 11pensie-. to porta a compimento ilriferimento (Bezug) dell' essereall 'essenza dell 'uomo. Non che esso produca 0 provochiquesto riferimento. 11pensiero 10 offre all'essere soltantocome cio che gli e state consegnato dall'essere. Questa of-ferta consiste nel fatto che nel pensiero I'essere viene allinguaggio. Illinguaggio e la casa dell'essere. Nella sua di-mora abita l'uomo. I pensatori e i poeti sono icustodi diquesta dimora. IlIoro vegliare e ilportare a compimentoa. 1- edizione 1949: cia roe qui si dice 'non e stato ideato solo altempo della sua stesura, ma si basa suI corso di un cammino che uiniziato nel 1936, nelre at timo ~ di un tentative di dire in modosemplice la verita dell'essere, - La Iettera parla ancor sempre nell inguaggio della metafisica, e cia in modo deliberato. L'altro l in-guaggio rimane sullo sfondo.

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    268 Segnavia Lettera sull' cumanismo 269la manifestativita dell'essere; essi, infatti, mediante il 10 -ro dire, 1aconducono allinguaggio e nellinguaggio la cu-stodiscono. II pensiero non si fa azione perche da esso sea-turisca un effetto 0una applicazione. II pensiero agisce inq~anto pensa. Questo agire e probabilmente il pil l sem-p.llce. e nello stesso tempo il pin alto, perche riguarda ilriferimento dell' essere all'uomo. Ma ogni operare riposanell'essere e mira all'ente. II pensiero, invece, si lascia re-c~amare dall ' essere per dire la verita dell' essere. II pen ..siero porta a compimento.questo lasciare. Pensare e fen-gagement par l 'tre POUT l'Etre. Non so se linguistica-mente sia possibile dire insieme questi due (< < par e pour) ed esprimerli nell'unica formula: penser, c 'es tl' engagement de l'Etre. Qui, infatti, la forma del genitivo d e 1 '.. . deve esprimere nelIo stesso tempo. un genitivosoggettivo e uno oggettivo. Soggetto s e oggetto so-no infatti denominazioni improprie della metafisica, che~n dall'i~izio si e impossessata dell'interpretazione dellinguaggio nella forma della logica e della gram ..ma~ica occide~tali. Ci? che si nasconde in questo ac-cadimento, Oggl 10 possiamo solo sospettare. La libera ...zione del linguaggio dalla grammatica per una struttu-razione pill originaria della sua essenza tocca al pensa-re e al poetare. II pensiero non e solo l'engagement dansl'action per e mediante l'ente, nel senso del reale dellasituazione presente. IIpensiero e l'engagement per eat ...traverso la verita dell'essere, Ia cui storia non e mai pas . .sata, rna sta sempre per venire. La storia dell' essere 50-stiene e determina ognicondition et situation humaine.Se vogliamo imparare a esperire nella sua purezza, e cioenello stesso tempo a portare a compimento, 1a suddettaessenza del pensiero, dobbiamo Iiberarci dall'interpreta-zione tecnica del pensiero icui inizi risaIgono fino a Pla-tone e ad Aristotele. In tale interpretazione, infatti, ilpensiero e inteso come una ~lx"' ' rJ , come il procedimentodel riflettere al servizio del fare e del produrre. Ma giaqui il riflettere e vista in riferimento alla 1tQa. ;L< ; e alIa1tO 1 ) atc;. Per questo il pensiero, se 10 si prende per se stes-so, non e c pratico . La caratterizzazione del pensierocome f ' E w o a e la determinazione del conoscere come at ..

    teggiamento teoretico avvengono gia all'interno del ..l'interpretazione tecnica del pensiero. Essa e un ten . .

    tativo di reazione per salvare ancora un'autonomia delpensiero nei confronti dell'agire e 'del fare. Da al lora la filosofia si trova nella costante necessita di giustifica ..re la propria esistenza di fronte aIle scienze . Essa pen-sa che cio possa avvenire nel modo piu sicuro elevan-dosi a sua volta al rango di una scienza. Ma questo sforzoe I 'abbandono dell'essenza del pensiero. La filosofia e per-seguitata dal timore di perdere in considerazione e in va-lore se non e una scienza. Questa fatto e considerato unadeficienza ed e assimilato alla non scientificita. Nell'In-terpretazione tecnica del pensiero, I'essere," come elemen-to del pensiero, e abbandonato. La logica e la sanzio-ne di questa interpretazione che prende l 'avvio dalla sofi-stica e da Platone. Si giudica il pensiero con una misuraad esso inadeguata. Questo modo di giudicare equivaleal processo che tenta di valutare l'essenza e Ie facolta delpesce in base aIle sue capacita di vivere all 'asciutto. Giada molto, anzi, da troppo tempo, il pensiero si trova al-l'asciutto. Ora, si pub chiamare e irrazionalismo > 10sforzo di portare di nuovo il pensiero nel suo elemento?Le questioni sol levate nella Sua lettera potrebbero es-sere meglio chiarite in un dialogo diretto. Nella scritturail pensiero perde facilmente la sua mobilita, rna soprat-tutto riesce difficilmente a tenere quella specifica plura-Iita di dimensioni che e propria del suo ambito. A diffe-renza di quanto accade nelle scienze, il rigore del pensie ..ro b non consiste semplicemente nell' esattezza artificiale,cioe tecnico-teoretica, dei concetti. Esso riposa nel at toche il dire rimane puramente nell' elemento della veritadell' essere, e lascia dominare cio che, nelle sue moltepli-ci dimensioni, e il semplice. D'altra parte 10 scritto offrel'obbligo salutare di una ponderata formulazione lingui-stica. Per oggi vorrei estrapolare solo una delle sue que ..stioni, la cui discussione forse gettera luee anche sullealtre.Lei mi chiede: Comment redonner un sens au motHumanisme 1 La domanda nasce dall'intenzione di

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    Q. I edizione 1949: essere come evento, evento: il dire; pensare:ab-dicare, rinunciare al dire (Ent~sagen die Sage) dell'evento,b. la edizione 1949: il pensare > qui gil impostato come pensierodella verita dell'es ~ ...... 1 :" " 1j"

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    27 0 Segnauia Lettera sull' cumanismo 27 1mantenere la parola c umanismo . 10 mi chiedo se ciosia necessario. 0 non e ancora abbastanza evidente il ma-le che recano tutte Ie denominazioni di questa genere?Certo, gia da molto tempo si diff ida degli c ismi . Ma ilmercato dell'opinione pubblica ne pretende sempre dinuovi, e si e sempre pronti a soddisfare questo bisogno.Anche nomi come logica. " c etica , fisica com..paiono non appena ilpensiero originario volge alIa fine.Nella Ioro grande epoca, iGreci hanno pensato senza si-mili denominazioni. II pensiero essi non 10 chiamarononeppure filosofia . II pensiero volge alIa fine quando'si ritira dal suo elemento. L' elemento e cio in base a cuiil pensiero puo essere un pensiero. L'elemento e C iD chepropriamente puo (das eigentlich Vermiigendey: il pote . .re (das Vermogen). Esso si prende a euore il pensiero e10 porta alIa sua essenza. II pensiero, detto semplicemen-te, e il pensiero dell ' essere. II geni tivo vuo} dire due cose.II pensiero e dell ' essere in quanto, fat to avvenire iereig-net)a dall' essere, all' essere appartiene, II pensiero e nellostesso tempo pensiero dell'essere in quanto, appartenen-do all'essere, e all'ascolto deIl'essere. Appartenendo all'es-sere in quanta ne e all'ascolto, il pensiero e cio che e inbase alIa sua provenienza essenziale. Dire che ilpensieroe , signif ica dire che I 'essere si e ognora preso a cuore de-stinalmente la sua essenza. Prendersi a cuore una cosa o una persona nella sua essenza vuol dire amarla, vo-lerle bene. Pensato in modo piu originario, questo vole-re bene significa donare l'essenza. Questo volere bene(Mogen) e I'essenza autentica del potere (Vermogen), chepuo non solo fare questa 0 quella cosa, rna anche di-spiegare I'essenza s (wesen) di qualcosa nella sua pro ...venienza (Her-kunft), cioe far essere. E it potere del volerbene cia in forza di ~ cui qualcosa puo essere. Questopotere e il possibile vero e proprio (das eigentlichM iigliche ), quello la cui essenza sta nel volere bene.A partire da questa volere bene I'essere puo ( vermag) ilpensiero. Quello rende possibile questa. L'essere, comecio che vuole bene e che puo (das V ermiigend-M ogende) ,a. 1- edizione 1949: solo un cenno nel l inguaggio della metafisica.Poiche dal 1936 c evento s (Ercignis) e la parola chiave del miopensltto.

    e il c possibile (das cMog-liche ). L'essere in quantoelemento e la tacita forza s del potere che vuole bene,cioe del possibile. Sotto i l dominio della logica e del-la metafisica , Ie nostre parole c possibile ~ e e possi-bilita s vengono ovviamente pensate solo in opposizionea realta , cioe, in base a una determinata interpreta-zione dell'essere - quella metafisica -, come actus e poten-tia, una distinzione, questa, che viene identificata conquella di existentia ed essentia. Quando parlo di tacitaforza del possibile non intendo il possibi le di una p o s -sibilitas solo rappresentata, ne la potentia quale essentiadi un actus dell' existentia, rna I'essere stesso che, volen-do bene, pub suI pensiero, e quindi sull'essenza dell'uo-mo, cioe suI suo riferimento all'essere. Potere qualcosaqui significa conservarlo nella sua essenza, mantenerlo nelsuo elemento.Quando il pensiero, ritirandosi daI suo elemento, vol-ge al ia propria fine, sostituisce questa perdi ta procuran-dosi un valore come " t ' E X V l ) , come strumento di formazio-ne, quindi come esercizio scolastico, e poi come attivitaculturale. A poco a poco la filosofia diventa una tecnicadella spiegazione a partire dalle cause supreme. Non sipensa piu, rna ci si occupa di filosofia . Tali occupa-zioni, in concorrenza fra .loro, si offrono poi pubblica-mente come ismi e tentano di superarsi. II dominio"di tali etichette non e casuale. Soprattutto nell'epoca mo-derna, esso riposa sulla dittatura peculiare della dimen-sione pubblica. La cosiddetta esistenza privata J) non e tuttavia ancora l 'esser-uomo essenziale, cioe libero. Essasi irrigidisce semplicemente nella .negazione della dimen-sione pubblica, rimane una propaggine da essa dipen-dente e si nutre del mero ritiro dall'ambito pubblico.Tale esistenza testimonia cosl, contra la propria volonta,l'asservimento alIa dimensione pubblica. Questa, a suavolta, e I 'ist ituzione e l'autorizzazione del l'apertura del-l'ente neIl'incondizionata oggettivazione di tutto, istitu-zione e autorizzazione che, in quanto derivanti dal do-minio della soggettivita, sono condizionate dalla meta-fisica. Questa e la ragione per cui il linguaggio cade alservizio della funzione mediatrice delle vie di comunica-zione per Ie quali l 'ogget tivazione, come uniforme acces-sibilita di tutto a tutti, si estende in spregio a ogni limi-

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    27 2 Segnaviate. Cosi illinguaggio cade sotto la dittatura della dimen-sione pubblica. Questa decide preventivamente cio che ecomprensibile e cio che deve essere rifiutato come incom ..prensibile. Quanto 5'e detto in Sein und Zeit (1927) 27e 35 a proposito del si , non vuole affatto fornire soloun occasionale contributo alIa sociologia. Ancor meno ilc si significa soltanto la figura opposta, intesa in sensoetico-esistentivo, rispetto all' esser-se-stesso della persona.Quanto 1 a si e detto contiene piuttosto il rinvio all'iniziaIeappartenenza della parola all' essere, rinvio pensato a par-tire dalla questione della verita dell' essere. Sotto il domi-nio della soggettivita, che si presenta come pubblicita,questo rapporto resta celato. Quando pero la verita del-I'essere e divenuta per il pensiero degna di essere pensata,anche Ia meditazione sull' essenza dellinguaggio deve rag-giungere un altro livello. Non puo pin essere mera filoso-fia del linguaggio. Questa e I'unica ragione per la qualeSein und Zeit ( 34) contiene un rinvio alIa dimensioneessenziale del linguaggio, toccando questa semplice do-manda: in quale modo dell' essere il linguaggio e di voltain volta in quanto linguaggio? La devastazione del lin-guaggio, che rapidamente si estende ovunque, non consu ..rna solo la responsabilita estetica e morale che si ha inogni usa del linguaggio. Essa proviene da una minacciadell' essenza dell'uomo. Un uso semplicemente accuratodellinguaggio non prova ancora che siamo sfuggiti a que-sto pericolo essenziale. Anzi, oggi potrebbe addirit tura in-dicare piuttosto che aneora non vediamo e non possiamovedere il pericolo, perche non siamo ancora esposti al suosguardo, La decadenza del linguaggio, di cui da qualchetempo si parla molto, anche se tardivamente, non e peroil fondamento, rna gia una conseguenza di quel processoper cui il linguaggio, sotto il dominio della moderna me-tafisica della soggettivita, cade in modo quasi inarresta ..bile fuori dal suo elemento. II linguaggio ei r i fiuta an-cora la sua essenza, che consiste nell'essere la casa dellaverita dell'essere. Illinguaggio si concede piuttosto al no-stro semplice volere e alIa nostra attivita come uno stru-mento del dominio sull'ente. Quest'ultimo, a sua volta,appare come il reale nel complesso delle cause e degli ef-fetti, L'ente come reale 10 incontriamo non solo agendo-calcolando, rna anche scientificamente e filosoficamente

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    con Ie spiegazioni e Ie fondazioni. Di esse fa parte an-che l 'assicurazione che qualcosa e inspiegabile. Con si-mili asserzioni crediamo di stare davanti al mistero, comese fosse pacifico che la verita dell' essere possa essere fattapoggiare su cause e ragioni esplicative 0, che e 10 stesso,sulla sua inafferrabilita,Ma se l'uomo deve ancora una volta ritrovare la vici-nanza dell'essere, deve prima imparare a esistere nell'as-

    senza di nomi. Egli deve riconoscere allo stesso modo siala seduzione della pubblicita, sia I'impotenza della con-dizione privata. Prima di parlare, l 'uomo deve anzituttolasciarsi reclamare dall' essere, col pericolo cl1e, sotto que-sto reclamo, abbia poco 0 raramente qualcosa da dire.Solo COSI viene ridonata alIa parola la ricchezza preziosadella sua essenza, e all 'uomo la dimora per abitare nella. verita dell' essere.Ma in questo richiamo all'uomo, nel tentativo di pre ..parare I'uomo a questo richiamo, non c'e dunque unapreoccupazione per l'uomo? Dove altro si dirige la cu-ra se non nella direzione volta a ricondurre di nuovol'uomo nella sua essenza? Ma che altro significa questo, senon che I'uomo (homo) diventa umano (humantls)? Inquesto modo l'humanitas rimane I'esigenza di un similepensiero, perche humanismus e questo: c meditare e cu-rarsi che I'uomo .sia umano e non non-umano, inuma-no , cioe al di fuori della sua essenza. Ma in che cosa con-siste I'umanita dell'uomo? Essa riposa nella sua essenza.Ma partendo da dove, e come, si determina I'essenzadell'uomo? Marx pretende che 1' uomo umano vengaconosciutoe riconosciuto. Egli 10 trova nella societa .Per lui l'uomo sociale e I'uomo naturale. Nella societa la e natura dell'uomo, cioe la totalita deic bisogni naturali (nutrimento, vestiario, r iproduzione,sussistenza economica), e assicurata in modo uniforme. IIcristiano vede l'umanita dell'uomo, l'humanitas del-l' homo, nella sua limitazione rispetto alIa deitas. Dal pun-to di vista della storia della salvezza, I'uomo e uomo inquanto c figlio di Dio che ode in Cristo I'appello delpadre e 10 accoglie. L'uomo non e di questo mondo, inquanto il mondo :0, pensato in modo teoretico-platoni ..co, e solo un passaggio transitorio verso l'al di la. ._E al tempo della Repubblica romana che }'humanitas

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    27 4 Segnauiaviene per la prima volta pensata e ambita esplicitamente ..con questo nome. L'homo humanus si oppone all'homobarbarus. L'homo humanus e qui il Romano che elevae nobilita la uirtus romana attraverso 1' incorporazio ..ne della 1ta.l.S'tt assunta dai Greci. I Greci sono iGrecidella tarda grecita, la cui cultura era insegnata nelle seuo-Ie filosofiche. Essa riguarda la eruditio et institutio inbonas artes. La 1ta"SE'tt cosi intesa viene tradotta conc humanitas . L'autentica romanitas dell'homo Tomanusconsiste in tale humanitas. In Roma incontriamo ilpri-mo umanismo. Nella sua essenza, quindi, l 'umanismo re-sta un fenomeno specificamente romano, che scaturiscedall'incontro della romanita con la cultura della tardagrecita, II cosiddetto Rinascimento del XIV e del XV se..colo in Italia e una renascentia romanitatis. Riguardan-do la romanitas, la renascentia ha a che fare con l'huma..nitas e quindi con la T C c t t . O E U x greca. Ma la grecita vienesempre considerata nel la sua forma tarda e questa in mo-do romano. Anche Yhomo romanus del Rinascimento sicontrappone all' homo barbarus. Ma l'in-umano e ora lapresunta barbarie della Scolast ica gotica del Medioevo.All'umanismo storicamente inteso appartiene percio sem-pre uno studium humanitatis, che attinge in modo deter-minato all'antichita, spingendosi talvolta fino a una ri-presa della grecita, Cia si vede da noi nell'umanismo delXVIII secolo sostenuto da Winckelmann, Goethe e Schil-ler. Holderlin, invece, non appartiene a questo umani ..smo , perche pensa il destino dell'essenza dell'uomo inmodo piu iniziale di quanto non possa fare questa uma-nismo . ..Ma se per umanismo si intende in generale Ia preoc-cupazione che l'uomo diventi libero per la sua umanita,e trovi in cio la sua dignita, allora l'umanismo e diversoa seconda della concezione della liberta s e della na ..tura dell'uomo. Ugualmente sono diverse anche Ie vieche portano alIa sua realizzazione. L'umanismo di Marxnon ha bisogno di aleun r itorno all'antico, e ancor me ..no I'umanismo che Sartre concepisce come esistenziali ..smo. Anche il cristianesimo, nel senso ampio che abbia-mo indicato, e un umanismo, in quanto nella sua dot . .trina tutto si riferisce alIa salvezza deII'anima (salus aeter..na) dell'uomo, e Ia storia dell'umanita appare nella cor-

    Lettera sull' umanismo 2 7 5nice della storia della salvezza. Per quanta queste formedi umanismo possano essere differenti nel fine e nel fon-damento, nel modo e nei mezzi previsti per la rispettivarealizzazione, nella forma della dottrina, esse, tuttavia,concordano tutte nel fatto che }'humanitas dell' homohumanus e determinata in riferimento a un'interpreta-zione gia stabilita della natura, della storia, del mondo,del fondamento del mondo, cioe dell' ente nella sua to-talita.Ogni umanismo 0 si fonda su una metafisica 0 pone sestesso a fondamento di una metafisica del genere. E meta-fisica ogni determinazione dell'essenza dell 'uomo che giapresuppone, sapendolo 0 non sapendolo, l'interpretazio-ne dell' ente, senza porre ilproblema della verita dell' es-sere. Per questo, se consideriamo il modo in cui vienedeterminata l'essenza dell'uomo, appare che iltratto spe-cifico di ogni metafisica e nel suo essere umanistica .Pertanto ogni umanismo rimane metafisico. N el deter-minare l'umanita dell'uomo, I'umanismo non solo nonsi pone la questione del ri ferimento del l' essere= all' essereumano, rna impedisce persino che si ponga una simile.quest ione, perche, a causa del la sua provenienza metafi-sica, l'umanismo non la conosce e non la comprende. Vi-ceversa, la necessita e la forma propria della questionedella verita dell' essere, obliata" nella metafisica e proprioa causa del la metafisica, possono venire alIa luce soloquando, nel pieno dominio della metafisica, viene postala domanda: Che cos'e metafisica? . Anzi, ogni doman-dare dell' essere , cosi come ogni domandare della ve-rita dell'essere, deve essere introdotto come un doman-dare metafisico .II primo umanismo, cioe quello romano, e tutte le al-tre forme di umanismo che si sono via via affermate finoad oggi, presuppongono come evidente 1' essenza uni-versale dell 'uomo. L'uomo e considerato come animala. 1-edizione 1949: c essere s e c essere stesso giungono, attraver-so questo modo di dire, all'individua%ione dell'assoluto. Ma sinchel'evento viene rimosso, questo modo di dire e inevitabile.b. La dottrina platonica della uerita, 1- edizione 1947: ma que-sto c oblio ~ e da pensare in relazione all'evento e a partire dal-r 'AA:nh14 .

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    276 SegnaviaJ'y'' : : ' Jrationale. Questa determinazione non e solo la traduzin, ,,~ne latina del greeo ~~ov loyov ~xo'J,rna e un'interpreta ..zione metafisica. Questa determinazione dell' essenza del-l'uomo non e falsa, rna e condizionata dalla metafisica. 'Tuttavia e la sua provenienza essenziale, e non solo isuollimiti, che in Sein und Zeit e divenuto degno di esseremesso in questione. C ia che e degno d' esser messo inquestione non e abbandonato all'azione dissolvente di

    uno scetticismo vuoto, rna e affidato a1 pensiero come ciache esso ha da pensare come proprio.E vero che la metafisica rappresenta l' ente nel suo esse-re, e pensa cosi anche l'essere dell'ente. Ma essa non pensaI'essere come tale, non pensa la differenza tra l'essere eI 'ente (cfr. Vom Wesen des Grundes, 1929, p. 8; Kant unddas Problem der Metaphysik, 1929, p. 225; Sein und Zeit,p. 230). La metafisica non si in.terr:>ga sulla verita ~~l-l'essere stesso. Percio, essa non SI chiede neppure mal Inche modo I'essenza dell'uomo appartenga alIa verita del-l'essere. Non solo la metafisica non ha ancora posto finoraquesto problema, rna questo problema e inaccessibile aliametafisica in uuanto metafisica. L'essere attende ancora~ .di divenire esso stesso degno per l'uomo di essere pensato.Se facciamo riferimento alIa determinazione essenzialedelI'uomo, comunque si definisca la ratio dell'animal ela ragione dell' essere vivente, come e facolta dei princi ..pi 0 come facolta delle categorie , 0 i~ altr~ modoancora, ognora e ovunque l'essenza della ragione 51 fondasuI fatto che, per ogni apprensione dell'ente nel suo es..sere, I'essere stesso e gia diradato e avviene nella sua ~e-rita. Allo stesso modo il termine animal, ~0ov, sottm-tende gia un'interpretazione della vita , che riposa ne..cessariamente su un'interpretazione dell' ente come ~ W 1 i ecome c p v o " t . ~ nel cui ambito appare il vivente. Ma oltre a

    cio, e prima di ogni altra cosa, rimane finalmente dachiedersi se in generale I'essenza dell 'uomo, in un sensoiniziale e che decide anticipatamente di tutto, dimori nel-la dimensione dell' animalitas.. Siamo in generale sullavia giusta per determinare l'essenza dell'uomo se e fin:che consideriamo l'uomo COD1e un essere vivente tra gIlaltri , che si distingue rispetto aIle piante, agli animal. i e aDio? Si puo procedere cosl, si puo cioe in tal modo suua-re l'uomo all'intemo dell'ente e considerarlo come un

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    Lettera sull' umanismo 277ente tra gli altri. Cosi facendo si potranno sempre fareasserzioni corrette sull'uomo. Ma si deve anche a~ere benchiaro che cosi I'uomo e definitivamente cacciato nel..l'ambito dell'essenza dell'animalitas, anche quando ~on, 10 si assimila all'animale, rna gli si riconosce una diffe-renza specifica. In linea di principio si pensa sempre al-l'homo animalis anche quando l'anima e posta comeanimus siue mens, e quindi come soggetto, come perso..na, come spirito. Questo modo di porre, e il mO,do ~ipicodella metafisica. Ma cosi l'essenza dell uomo e snmatatroppo poveramen~e, e non e . pensata nell~ sua .prove-nienza, una provenlenza essenziale che per 1um~nlta sto-rica resta sempre il futuro essenziale. La meta~slca .pe~sal'uomo a partire dall'animalitas, e non pensa In direzio-ne della sua humanitas.La metafisica si chiude di fronte al semp1ice atto es-senziale che I'uomo si dispiega solo nella sua essenza(west) in quanto e chiamato dall'essere. Solo a partire daquesto reclamo, I'uomo ha trovato ~ove la .sua es-senza abita. Solo a partire da questo abitare egli ha il linguaggio come dimora che conserva alIa s~a essen-za il carattere estatico. Lo stare nella radura (Ltchtung)dell'essere, 10 chiamo e-sistenza dell'uomo. Solo all'uomo, . \ .appartiene un tal modo d' essere. L ~-~l~tenza COSl[?tesanon e solo il fondamento della possibilita della ragione,ratio, rna e cia in cui l 'essenza dell'uomo conserva la pro ..venienza della sua determinazione.Di e-sistenza si pub parlare solo in relazione all'essen:za dell'uomo cioe solo in relazione al modo umano dl essere ; p~rche solo l'uomo, per quanto ne abbia~oesperienza, e coinvolto nel destino dell' e-sistenza ..Perc~ol'e..sistenza non puo mai essere pensata come una specIeparticolare tra Ie altre specie di esseri viventi, dato chel'uomo e destinato a pensare I 'essenza del suo essere, enon solo a raccontare storie naturali e storiche sulla suacostituzione e la sua attivita, Cosl, anche quanto di ani-malitas attribuiamo all'uomo, per averlo paragonato al-l'c animale s si fonda a sua volta sull' essenza dell'e-sistenza. II c~rpo dell'uomo e qual~osa di essen~ialm.entealtro da un organismo animale. L errore del blOl?glsmonon e aneora superato per il fatto c?e alIa cO~p?relta del-l'uomo si aggiunge l'anima, all'anima 10 sprrrto, e allo

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    27 8 Segnaviaspirito I'esistentivo, e per il fatto che si predica pill forteche mai l'alto valore dello spirito, per poi far ricaderetutto nell' esperienza vissuta della vita, mettendo in guar ..dia dal pensiero che con isuoi concetti rigidi distrugge-rebbe il flusso della vita, e dal pensiero dell'essere chedeturperebbe l 'esistenza. II fatto che la fisiologia e la chi-mica fisiologica possano indagare sull'uomo come orga. .nismo dal punto di vista delle scienze naturali, non e unaprova che I'essenza dell'uomo stia nell' organico , cioenel corpo, come e spiegato scientificamente. Questa opi. .nione non vale piu dell'altra secondo cui I 'essenza dellanatura sarebbe racchiusa nell' energia atomica. Potrebbeessere che la natura occulti la sua essenza proprio in quel-l'aspetto che essa offre alIa dominazione tecnica da partedeII'uomo. Cost come l'essenza dell'uomo non consistenell' essere un organismo an imale, altresi questa insuffi ..ciente determinazione dell' essenza dell'uomo non puo es-sere eliminata 0corretta con la semplice attribuzione al. .l'uomo di un'anima immortale 0della facolta della ragio . .ne 0 del carattere della persona. In ognuno di questi casil'essenza e trascurata, e precisamente suI fondamento delmedesimo progetto metafisico.Cio che l 'uomo e , ovvero, nel linguaggio tradizionaledella metafisica, 1 ' essenza dell'uomo, riposa nella suae-sistenza. Ma, cost pensata, l'e-sistenza non si identificacon il coneetto tradizionale di existentia, che significareal ta, a differenza di essentia intesa come possihilita. I nSein und Zeit (p. 42) e sottolineata 1a rase: L' " essen-za " dell' esserci sta nella sua esistenza . Qui pero non sitratta di una contrapposizione tra existentia ed essentia,perche ancora non sono state messe in questione questedue determinazioni metafisiche dell'essere, e tanto menoilloro rapporto. Ancor meno la frase sopra riportata con-tiene un asserto generale sull'esistenza (Dasein), nel sensoin cui questa denominazione, affermatasi .nel XVIII se-colo come sinonimo di oggetto l> (Gegenstand), si pro-pone di esprimere il concetto metafisico della realta delreale. Piuttosto la rase dice che l'uomo dispiega la suaessenza (west) in modo da essere il ci l> (Da), cioe la ra-dura dell' essere. Questo essere del ci , e solo questo, ha ilcarattere fondamentale dell' e-sistenza, cioe del-l'e-statico stare-dentro (das ek-statische Innestehen) nella

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    Letteta sull' c umanismo 27 9verita dell' essere. L'essenza e-statica dell'uomo riposa nel-l'e-sistenza, che resta diversa dalI' existentia pensata meta-fisicamente. La filosofia medioevale concepisce l 'existen-tia come actualitas. Kant la presenta come la realta nelsenso dell'oggettivita dell'esperienza. Hegel la determinacome l'idea della soggettivita assoluta che sa se stessa.Nietzsche la considera come l'eterno ritorno dell'uguale,Se poi nella nozione di existentia, che Ie diverse inter-pretazioni, diverse solo' in apparenza, intendono comerealta, sia sufficientemente pensato l'essere della pietra,o addirittura la vita come essere dei vegetali e degli ani-mali, e un problema che viene qui lasciato aperto. Inogni caso, gli esseri viventi sono come sono, senza che, apartire dal loro essere come tale, stiano nella verita del ..l'essere e, in questa stare, salvaguardino cio che dispiegaressenza (das Wesende) del IOTO essere. Probabilmenteper noi, fra tutti gli enti, I'essere-vivente e il piu diffi-cile da pensare, perche da un lato e quello che in un certomodo ci e pin affine, e dall'altro e ad un tempo separatoda un abisso dalla nostra essenza e-sistente. Potrebbe in-vece sembrare che l'essenza del divino ci sia pill vicina diquanto non 10 sia I'estraneita degli esseri-viventi, piu vi-cina in una lontananza essenziale ehe, come lontananza,e pill familiare alIa nostra essenza e-sistente di quantonon 10 sia la parentela fisica con l'animale, la cui inson-dabilita e appena immaginabile. Tali riflessioni gettanouna luee strana suI modo abituale, e percio aneora af-frettato, di caratterizzare l 'uomo come animal rationale.Ai vegetali e agli animali manca ill inguaggio perche essisono ognora imbrigliati nel proprio ambiente, senza maiessere liberamente posti nella radura dell'essere ehe, sola,e mondo J). Ma essi non sono legat i al loro ambiente,privi di mondo, perche e negato loro il linguaggio. Inquesta parola ambiente urge tutta I'enigmaticita del-l'essere vivente, Nella sua essenza, ill inguaggio non e I'e-spressione di un organismo, cosi come non e I'espressio-ne di un essere vivente. Percio esso non pub mai esserepensato in modo adeguato alia sua essenza nemmeno in'base al suo carattere di segno e forse neppure in base alsuo carattere di significato. II linguaggio e avvento (An-kiln/t) diradante-velante dell' essere stesso.Pensata estaticamente, I' e-sistenza non coincide con

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    280 Segnaviar existentia ne pCt il contenuto ne per la forma. In or-dine al contenuto, e-sistenza significa stare-fuori (H in-a us..steheny' nella verita dell'essere. Existentia (existence) si-gnifica invece actualitas, realta in contrapposizione alIamera possibihta come idea. E-sistenza nomina la deter-minazione di cia che l'uomo e nel destino della verita,Existentia resta il nome che si da alla realizzazione di ciache una eosa e quando appare nella sua idea. La frase: I'uomo e-siste non risponde alIa domanda se I'uomosia 0no reale, rna al ia quest ione dell' essenza dell 'uo-mo. E questa una questione che siamo soliti porre inmodo inadeguato sia che ci chiediamo che cos'e I'uomo,sia che ci domandiamo chi e I'uomo. Infatti, nel chi? e nel che cosa? ci poniamo gia nella prospettiva di chivede una persona 0 un oggetto. Ma la categoria della per-sona, come quella dell'oggetto, non coglie e si precludecia che dispiega I'essenza dell'e-sistenza nella storia del-I'essere. Deliberatamente, dunque, nella rase citata di.Sein und Zeit (p. 42 ) la parola e essenza s compare travirgolette. Cib allude al fatto che ora 1' essenza s si de..termina non pill in base all' esse essentiae 0all' e ss e e xi-stentiae, rna in base all 'e-stat ici ta dell'esserci. Come e-sistente, I 'uomo sopporta l'esser-ci, assumendo nella sua cura il ci come radura dell' essere, Ma l'esser-ci, a.sua volta, e (west) in quanto e e gettato . Esso e (west)nel getto dell'essere che e il destino destinante.Ma }'errore peggiore sarebbe quel lo di voler spiegarela frase sull'e-sistente essenza dell'uomo come se si trat-tasse di una secolarizzazione e di una trasposizione al1'uo-rno di un concetto enunciato dalla teologia cristiana aproposito di Dio (Deus est ipsum esse); infatti }'e-sistenzanon e ne la realizzazione di un'essenza, ne produce epone cio che e essenziale. Se si intende il progettomenzionato in Sein und Zeit come un pone di tipo rap-presentative, allora 10 si considera come un'operazionedella soggettivita, e non 10 si pensa nel solo modo in cuila e comprensione dell' essere s pub essere pensata nel-l'ambito dell' c analitica esistenziale s dell' essere-nel ..4. La dottrina platonica della verita. 1- edizione 1947: c hinaus.-nel senso del c Iuori costituito dall'aprirsi della differenza (1 1c ci : I t ) , non quindi c hinaus nel sensa di uscire fuori da un dentro.

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    L et te ra s ul l' umanismo 281mondo , cioe come il riferimento estatico- alIa raduradell'essere. Esperire in modo sufficiente e partecipare a. ."\ "questo pensiero diverso, che abbandona la soggettlvlt~, ereso peraltro pili difficile dal fat to che con la. pubblica-zione di Sein und Zeit la terza sezione della prIma parte,Zeit und Sein, non fu pubblicata (efr. Sein und Zeit, P:39). Qui il tutto si capov~}ge.b ~a sezione. in .questi?n~non fu pubblicata perche 11penslero non TIUSClva a dl~ein modo adeguato questa svolta (Kehre) enon ne vernvaa capo con l'aiuto dellinguaggio della metafisica. La con-ferenza Vom Wesen der Wahrheit, pensata e tenuta nel1930, rna pubblicata solo nel 1943, permet~e di farsi ~nacerta idea del pensiero della svolta da Sein und Zeit aZeit und Seine Questa svolta non e un cambiamento delpunto di vista" di Sein und Zeit, rna in essa. il pensier~,che 13 , veniva tentato, raggiunge per 1a prima volta IIluogo della dimensione a part ire dalla quale ~ra stata fat-ta l'esperienza di Sein und Zeit, come esperlenza fonda-mentale dell'oblio dell'essere.'Sartre, invece, esprime cosl il principio fondame?tal~dell' esistenzialismo: l'esistenza precede l'essenza. QU I egliassume existentia ed essentia nel significato della meta-fisica, la quale, da Platone in poi, d~ce: r ~ssenza p:ecedeI'esistenza. Sartre rovescia questa tesi, rna 1 1 rovesciamen-to di una tesi metafisica r imane una tesi metafisica. Co-me tale, anche questa tesi resta, con la metafisica, nel . .}'oblio della verita dell' essere. Sia, infatt i, che 1a filosofiadetermini il rapporto tra essentia ed exist entia ne~ ~ensodelle controversie medioevali, sia che 10 determini nelsensa di Leibniz 0 in qualche altro modo, resta sempreda chiedersi prima di tutto a partire da quale destino

    4. 1&edizione 1949: impreciso, meglio: 10 stare-dentro estatico nel-la radura.b. 1&edizione 1 94 9: n el c che cosa > e Del c come di cia che e de-gno di essere pensa to e del pensiero.c. 1& edizione 1949: si lasciava indicare.d. 1-edizione 1949: cioe del la questione dell'essere,e. 1 & edizione 1949: Obl io - A"D-r t- velamento - sott razione - espropriazione: appropriazione/evento ( E nt e~ g ni s= E r e i gn i s) .

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    2 8 2 Segnaviadell'essere questa differenziazione- nell'essere tra esse e s -sentiae ed esse existentiae arrivi al pensiero. Resta dapensare perche la domanda su questo destino dell'esserenon sia mai stata posta, e perche non abbia mai potutoessere pensata. 0 forse che il fatto che Ie case vadano cosla proposito della dif ferenza tra essentia ed existentia none un segno deII'oblio del l'essere? E lee ito presumere chequesto destino non riposi su una semplice negligenza delpensiero umano, e ancora meno su una minore capacitadel pensiero occidentale ai suoi iniz i. La dif ferenza , naseo . .sta nella sua provenienza essenziale, tra essentia (entita[Wesenheit]) ed existentia (realta [Wirklichkeit]) domi-na il destino della storia occidentale e di tutta la storiaintesa in senso europeo.La tesi capitale di Sartre circa il primato dell' existentiasull' essentia giustifica it termine esistenzialismo come 'una denominazione adeguata a questa fiIosofia. Ma 1a te-si capitale dell' esistenzialismo non ha nulla in cornu ..ne con la rase di Sein und Zeit; e cio a prescindere dalfatto che in Sein und Zeit non e ancora possibile enun-ciare una tes i sul rapporto tra essentia ed existentia, per-che in quella sede si tratta di approntare qualcosa diprovvisorio e pre-eursorio (e in Vor- li iu f iges ) . II che, secon-do quanto s'e detto, avviene in modo assai maldestro. Cioche ancora oggi, e per la prima volta, resta da dire, po -trebbe forse costituire una spinta per condurre I'essenzadell'uomo a pensare con attenzione la dimensione dellaverita dell' essere che la govema. Ma cia potrebbe accade-re di volta in volta solo per la dignita dell' essere e a bene-ficio dell'esser-ci che I'uomo soppor ta e-s is tendo, e non acausa delI'uomo affinche con la sua attivita si afferminola civilta e Ia cultura. ..Ma per giungere nella dimensione della verita dell'es-sere in modo da poterla pensare, noi, uomini d'oggi, sia-rna tenuti a chiarire anzitutto come l'essere r iguardaI'uomo e come 10 reclama. Tale esperienza essenziale ciaccade nel momento in cui capiamo che l'uomo e inquanto e-siste. Se vogliamo dirio nel linguaggio tradizio-

    Q. 1-edizione 1949: questa differenziazione non e identica alla dif-ferenza ontologica. Ma, all'interno di questa, quella differenziazio-ne sta dalla c parte dell'essere,1

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    Lettera sull' umanismo 28 3

    nale, diremo: I'e-sistenza dell'uomo e la sua sostanza. Perquesto in Sein und Zeit torna di frequente I 'afferrnazio-ne: la "sostanza" dell'uomo e l'esistenza (pp. 117,212, 314). Solo che la parola sostanza , pensata dalpunto di v ista della s toria dell' essere, e gia la traduzioneoccultante di o V a 1 . a , una parola che nomina la presenza(Anwesenheit) di cia che e presente e, per un'enigmaticaambiguita. ilpin delle volte vuol dire nello stesso tempocio che e presente. Se pensiamo la denominazione meta-fisica di sostanza s in questo senso, che gia si annunciain Sein und Zeit conformemente alIa distruzione e-nomenologica che 130e compiuta (cfr, P: 25), alIora laproposizione: la "sostanz~ udeIl'~omo. e ,1 'e-sistenza non dice altro che questo: 1 1 modo In cui ] uomo, nellasua essenza propria, e presente all ' essere e l'estatic~ sta~e-dentro nella verita dell'essere. Con questa determinazio-. ne essenziale dell'uomo non vengono dichiarate false erifiutate le interpretazioni umanistiche dell'uomo comeanimal rationale, come persona , come essere compo-sto di spirito, di anima e di COTI?O. ~iu~tosto, l'.u~ico pen-siero e che Ie supreme determinazioni umanistiche del-l'essenza dell'uomo non esperiscono ancora l'autenticaadignita dell'uomo. In questa senso, il pensiero di Seinund Zeit e contro l'umanismo. Questa opposizione nonsignifica che tale pensierosi schieri contro l'u~ano ~ p~o-pugni l'inumano, difenda I'jnumanita e svaluti la dlgnlt~dell'uomo. Si pensa contro l 'umanismo, perche non 51pone }'humanitas delluorno a un livello abbastanza ele-vato. Certo, la maesta essenziale dell'uomo non r isiedenell' essere la sostanza dell' ente in quanta suo soggetto e nel far dissolvere, in quanta despota dell' essere, I'esser..ente del l' ente nel la t roppo sonoramente celebrata og-gettivita .L'uomo e piuttosto gettato dal l'essere stesso nellaverita dell' essere, in modo che, cosl e-sistendo, custodiscala ver ita dell'essere , a ff inche nella luce dell'essere renteappaia come quell'ente che e . Se e come esso appaia, see come Dio e gli dei, la storia e la natura entrmo nellaa. I- edizione 1949: la digni ta a lui propr~a (eigene), ci~e appr.o-priata (%u-geeignete), a lui avvenuta (er-e,gnete): proprieta (EIg..nung) ed evento (Ereignis).

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    284 Segnavia Lettera sull' umanismo 28 5radura dell' essere, si presentino e si assentino, non e l'uo ..rno a deciderlo. L'avvento dell'ente riposa nel destine-d~Il'e~sere. AIl'uomo resta il problema di trovare la de-stlnazlo~e con-veniente (das Schickliche) alIa sua essenzache ccrrisponda a questo destino (Geschick); perche, con:formemente ~ questo .destino, egli, in quanta e-sistente,ha ~a custodire la verita dell'essere. L'uomo e il pastoredell ess~re. Questo soltanto e cia che Sein und Zeit si pro-pone dl pensare 1 3 . dove esperisce I 'esistenza estatica co-me cura .Ma I',essere - ~he co~'e l 'essere? Esso i: se stesso.questo e 9uant,o II pensiero fU~UT?d~ve imparare a espe-rire e a dire. L essere non e ne DI0 ne un fondamen ...to ~el m~ndo .. L'essere e essenzialmente piu lontano(71!elter)b di ogrn ente e nondimeno e pill vicino all'uomodi qualunque ente, sia questo una roccia, un animale~n'?pera d:art:" u~a .macchina, un angelo 0 Dio. L'esser~e ClCJ che e piu VICIno. Eppure questa vicinanza restape~ l'uo~o =.che e piu lontano. Gia sempre l'uomo siattiene l~nanzltutto e solamente all'ente: e anche se,qu~ndo. 51 rapp~esenta rente come ente, il pensiero si ri-ferisce In effetti all'essere, in verita esso pensa sempre eso.lo I'ente, come tal~ email.esserecometale.La que-stione de!l essere rimane sempre la questione dell' ente.La questione dell' essere non e ancora assolutamente ilproblema c~e conceme l'essere, come potrebbe far pen-sare questa ingannevole denominazione. La filosofia, an-che 1a dove diviene critica , come in Cartesio e inKant, segue sempre la linea del rappresentare metafisico.Essa pensa a partire dall'ente in direzione dell'ente, pas-sando attrav~rso uno ~g~ardo sul!'essere. Infatti, ognipartenza daII ente e ogrn ritorno all ente sta gia nella lucedell' essere.Ma la metafisica conosce la radura dell'essere 0 soltan-

    to come la vista di cia che e presente nell ' e-videnza

    ( t 8 t X ) oppure, in senso critico, come cia che e visto nelri-guardo (Hin-sicht) del rappresentare categoriale dellasoggettivita. Cio significa che la verita dell; essere, comeradura, rimane velata alIa metafisica, Questa velatezzanon e pero un'insufficienza della metafisica, rna il tesorodella sua specifica ricchezza, che Ie e sottratto e pure pro-spettato. Ma proprio la radura e } 'essere. Essa sola con-sente, all'interno del destino dell' essere nella metafisica,una prospettiva apartire dalla quale cio che e presentetocca l'uomo che viene alIa sua presenza in modo tale chesolo nell'apprensione (Vernehmen) ( V O E L V ) l 'uomo stessopuo toccare ( t t . ' Y E L ' V ) l'essere (Aristotele, Metafisica, 9, 10).Solo questa prospettiva attira su di se il ri-guardo. Essa sirimette a quest'ultimo quando I'apprensione e diventatailrappresentarsi produttivo (Vor.sich-Her-stellen) nella- p e rc e pt io della re s cogitans intesa come subiectum dellacertitudo.Ma come si rapporta, se mai ci e consentito porTe ilproblema in questo modo, I'essere all'e-sistenza? L'esserestesso e ilrapporto (Verhiiltnis)4 in quanto e lui che tie-ne a s e l'e-sistenza nella sua essenza esistenziale, cioeestatica, e Ia raccoglie in S f! come illuogo della verita del-l'essere nel mezzo delI'ente. Poiche I'uomo, in quantoe-sistente, viene a stare in questo rapporto in cui r essere,destinandosi, si invia, sopportandolo estaticamente, cioeassumendolo nella cura, egli misconosce dapprima cioche e piu vicino, per attenersi a cio che e al di la di es-so. Egli pensa persino che sia questo it pin vicino. Inve-ce, pin vicino di cia che e il piu vicino, I' ente, e nellostesso tempo, per il pensiero abituale, pill. lontano di ognilontananza e la vicinanza stessa: la verita dell' essere.L'oblio della verita dell'essere a favore dell' imporsidell'ente, non pensato nella sua essenza, e il senso di cio

    che Sein und Zeit chiama deiezione (VeT/allen). Laparola non si riferisce a un qualche peccato dell'uomointeso dal punto di vista della filosofia morale e coo-temporaneamente secolarizzato, rna indica un rapportoessenziale dell'uomo con l'essere, all'interno del riferi-a: I- ediz~on~ 1949: destino (Geschick) nel senso dell'insieme diC 1 ? roe e mviato (Ge-schick): riunione delle epoche del fruente la-sciar-essere presente.b. Ied~zione 1949: lontananza, ~istesa (Weite): ma non quella chea?braCCla, ma quella della localita (Ortschaft) che avviene; comedistesa della radura. 4. La dot tr ina platonica del la verita, 1- edizione 1947: rapporto(J ' erhaltnis) da ritegno (Yerhaltenheit), riserbo (Vor-enthalt), delrifiutarsi (Yerweigerung), del sottrarsi (Entzug).

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    286 Segnaviam~n.to dell' essere all' essere umano. Analogamente, iter-mmi che preludono a tale concetto, ossia autenticita 4e Inaurennctra , non signif icano una differenza ne mo..Tale-esi~tenti~a ne .c antropologica , bensl cio che va pen..sato prima di ogrn alt ra cosa perche finora e rimasto na..scosto alIa filosofia, cioe il riferimento estatico dell' es-senza dell'uomo alIa verita dell' essere. Ma questa riferi ..menta e cosi com'e non suI fondarnento dell'e-sistenza ebensi l 'essenzadell 'e-sistenza che e destinalmente estatico.esistenzia le a partire dall' essenza della verita dell' essere,L'unic~ cosa che. il p~nsiero che tenta di esprimersi

    per 1a prIma. volta ~nSein und Zeit vorrebbe conseguiree qualcosa di semplice. In quanto tale I 'essere e misterio-so, la semplice vicinanza di un dominare non invadente.Questa. vicinan.za (Niihe)b d~s~ie~a la sua essenza (west)come 11~guagglO. Sennonche 1 1 Iinguaggio non e mera ..mente llnguaggio, giacche noi ci rappresentiamo il Iin-guaggio, nel migliore dei casi, come unita di forma fone-tic~ (segn.o scritto), melodia, r itmo e signif icato (senso) ,! ' J 0 I pensiamo la forma fonetica e il segno scritto comeII corpo della parola, la melodia e ilritmo come l'anima,e l~ .significativita come 10 spirito del linguaggio. Siamo8011tl pensare il linguaggio in corrispondenza all' essenzadelluomo inteso come animal rationale, cioe come unitadi corpo, anima e spirito. Ma come nell' humanitas del-I'homo animalis resta nascosta l'e-sistenza, e con essa ilriferimento della verita dell' essere all'uomo, cosi I'inter-pretazione metafisica dellinguaggio suI modello anima-Ie ne occulta l' essenza che secondo la s toria dell' essereg! i e , propria. In riferimento a questa essenza, il linguag-glO e la easa dell'essere fatta avvenire (ereignet) e dispo-sta dall' essere.. Percio oecorre pensare l'essenza del lin.~uaggio a partire dalla sua corrispondenza all'essere, edintenderla proprio come questa corrispondenza, cioe co-me dimora dell' essere umano. Ma I'uomo non e solo un essere vivente che, accantoad altre facol ta, possiede anche il linguaggio. Piuttosto

    a: 1a ed~zione 1949: ~uten.ticita (Eigentlichkeit) e da pensare a par-tire da11essere proprio (Ezgncn) dell'e-vento (Er-eignen).b. 1edizione 1949: nel senso di vicini ta (Nahnis): tenere prontodiradando, tenere come custodire.

    Lettera sull' cumanismo 28 7illinguaggio e la casa dell 'essere, abitando la quale l'uo-rno e-siste, appartenendo alIa verita dell' essere e custo-dendola.Cosi, nella determinazione dell'umanita dell'uomo co-me e-sistenza, cio che importa e allora che l'essenzialenon sia l'uomo, rna l'essere come dimensione dell' estati-cita dell' e-sistenza. La dimensione, tuttavia, non ecio chee nato come spazio. Piuttosto, tutto cio che e spaziale,"cosi come ogni spazio-tempo, dispiega la sua essenza (west)in quella dimensionalita che e l'essere stesso.II pensiero e attento a questi r ifer imenti semplici. Peressi cerca Ia parola adatta all'interno del linguaggio dalungo tempo tramandato della metafisica e della suagrammatica. Ora, posto che una denominazione del ge-nere abbia un senso, si puo aneora qualificare questapensiero come umanismo? Certamente no, in quantol'umanismo pensa metafisicamente. Certamente no, se es -so e quell'esistenzialismo che sost iene la tesi espressa daSartre: precisement nous sommes sur un plan o u il 'Y . aseulement des hommes (L'Existentialisme est un huma-nisme, Paris, 1946, p. 36). Se invece si pensa come in Seinund Zeit, si dovrebbe dire : precisement nous sommes surun plan o u il y a principalement l'tre. Ma da dove pro-viene e che cos' e le plan? L'E ire et le plan sono 10 stesso.In Sein und Zeit (p. 212) e con intenzione e per prudenzache si dice: il y a l'tre: si d a l> I'essere. L'espressione il.y a non traduce esattamente il si da (e s gibt) perche cio }) (es) che qui si da (gibt) e l' essere stesso. II sida (gibt) indica I'essenza dell'essere che da, concedendo-la, la sua verita, II darsi all'aperto, unitamente all'apertostesso, e l'essere stesso.Nel medesimo tempo il si da e usato per evitareprovvisoriamente la locuzione l'essere e , perche abi-tualmente }' e viene detto di qualcosa che e . Questoqualcosa noi 10 chiamiamo ente. Ma 1' essere appuntonon e }' ente . Se 1' e viene detto dell'essere senzauna spiegazione pili precisa, l'essere viene troppo facil-mente rappresentato come un ente , sul modello del-l'ente che conosciamo, che come causa produce e come

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    a. La dottrina platonica della uerita, 1- edizione 1947: spazio nonaceanto al tempo, ne risolto nel tempo, ne dedotto dal tempo.

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    288 Segnaviaeffetto e prodotto. Eppure gia Parmenide, all' alba delpensiero, dice ~ " ' ~ t .Y r t Q Elva! ' , e infatti essere . In questaparola si cela il mistero iniziale di ogni pensiero. Forsel' e puo essere detto in modo appropriato solo dell'es ..sere, sicche nessun ente e mai in senso autentico. Mapoiche il pensiero deve ancora giungere a dire l'essere~ella su~ verita , invece di spiegarlo come un ente a par ..tire dall ente, deve restare aperto alIa cura del pensiero see come I'essere e .L'~(j't'L " r a e Elv~L di Parmenide ancora oggi non e pensa ..to. 51 puo da cio valutare che ne e del progresso in filo-sofia. Se fa attenzione alIa sua essenza, la filosofia nonprogredisce afIatto. Essa segna il passo suI posto, per pen-sare sempre la stessa cosa. Progredire, cioe andare oltrequesto posto, e un errore che segue il pensiero come l'om ..bra che esso proietta. Proprio perche I'essere non e ancorapensato, anche in Sein und Zeit dell'essere si dice che~ si del ~ te s gibt). Ma non possiamo speculare Stl questail ~ a direttamente e senza un punto d'appoggio ..Questo 81 da domina come il destino dell'essere, la cui storiadiventa linguaggio nella parola dei pensatori essenziali.Per. questo il pensiero che pensa nella verita dell' essere,e, in q.uanto pensiero, storieo. Non e 'e un pensiero si-stematico s e, accanto ad esso, per ilhistrarlo, una storiadelle opinioni del passato. A differenza di quanto pensaHegel, non c'e neppure solo una sistematica che ...ossafar~ della legge del proprio pensiero la legge della storia,e risolvere contemporaneamente questultima nel siste ..rna. Se pensiamo in modo pill iniziale, c'e la storia del-l'essere a cui appartiene il pensiero come memoria (An-denken) di questa storia, da essa fatto avvenire. La me-moria si differenzia in modo essenziale dalla ripresenta-zione successiva della storia nel sensa del trascorrere pas-sato. La storia non accade anzitutto come accadere (Ge-schehens, e l'accadere non e un trascorrere.L'accaderedella storia dispiega la sua essenza (west) come destinodella verita dell 'essere a partire da questa (cfr, la confe-renza sull'inno di Holderlin TVie wenn am Feiertage ...,1941, p. 31). L'essere viene al destino in quanto esso, res-sere, si da. Pensato in termini di destino, cio significa:esso si da e nello stesso tempo si nega. Nondimeno, la de-terminazione hegeliana della storia come sviluppo dello

    Lettera sull' umanismo 289 spir ito non e errata , cosi come non e in parte giusta ein parte falsa. Essa e vera come e vera la metafisica checon Hegel esprime per la prima volta in sistema la sua es-senza pensata in modo assoluto. La metafisica assoluta,con irovesciamenti che ne hanno fatto Marx e Nietzsche,appartiene alIa storia della verita dell' essere. Cia che daessa proviene non si lascia eliminare 0colpire da confuta-zioni, rna si lascia solo assurnere riportando in modo piuiniziale la sua verita al riparo dell' essere stesso e sottraen-dola all'ambito delle mere opinioni umane. Nel campodel pensiero essenziale, ogni confutazione e insensata. IIconflitto tra pensatori e la contesa amorosa della cosastessa. Essa I i aiuta vicendevolmente a raggiungere lasemplice appartenenza alIa stessa cosa, a partire dallaquale essi trovano nel destino dell'essere la destinazione.con-veniente,Posto che l'uomo in futuro possa pensare la verita del-l'essere, aIlora pensera a partire dalI' e-sistenza. E-sistendo,egli sta nel destino dell'essere. L'e-sistenza dell'uomo e ,come tale, storica, rna non perche, 0non solo perche, al..l'uomo e aIle case umane accadono diverse case nel corsodel tempo. Ed e proprio perche si tratta di pensare I'e--sistenza dell' esser-ci, che in Sein und Zeit e cosl essenzialeper il pensiero che si esperisca la storicita dell' esserci.Ma in Sein und Zeit, Ii dove il si da viene al lin-guaggio, .non si dice forse: solo finche I'esserci e , si daessere (p. 212)? Cerro. E cia significa: solo finche la ra-. dura dell'essere avviene (sich ereignet) l'essere si trasmetteiiibereignet sich) all'uomo. Ma che il ci , la raduradella verita dell' essere stesso, avvenga, t: destinamento(Schickung) dell'essere stesso. L'essere e il destino dellaradura. La frase non significa quindi che l' esserci del-l 'uomo, nel senso tradizionale di existentia, e, nell'acce-zione moderna, come realta dell'ego cogito, sia quell'entemediante il quale soltanto l'essere sarebbe creato. La fra-se non dice che I'essere e un prodotto dell'uomo. Nell'in-troduzione a Seinund Zeit (p, 38) sta scritto in modosemplice, chiaro e per di piu in corsivo: E'essere e il.transcendens puro e semplice . Come I'apertura dellavicinanza spaziale oltrepassa ogni cosa vicina e lontana,quando Ia si guarda da questa cosa, cosi l'essere e essen-zialmente piu lontano di ogni ente, perche e la radura

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    290 Segnauiastessa. Qui, secondo una impostazione in un primo mo-mento inevitabile nella metafisica che ancora e dominan ..te, l' essere e pensato a partire dall' ente. Solo in questaprospettiva l 'essere si mostra in e come un oltrepassamen-to (Oberste igen ) .La determinazione introduttiva L'essere e il transcen.dens puro e semplice riassume in una semplice tesi ilmodo in cui l'essenza dell' essere s'e finora diradata ( li ch . .tete) all'uomo. Questa determinazione retrospettiva del-l'essenza dell' essere dell' ente, a partire dalla radura del-rente in quanto tale, Testa inevitabile per quell'imposta-zione di pensiero che pensa gia alia questione della veritadell' essere. Cosi il pensiero attesta I'essenza che per desti-no gli e propria. E lungi da lui 1a pretesa di voler inco . .minciare da capo e di dichiarare falsa ogni precedente fi..losofia, Tuttavia, se la determinazione dell'essere comepuro transcendens nomini gia la semplice essenza dellaverita dell' essere, questo, e questo soltanto, e prima diogni altra cosa il problema per un pensiero che cerca dipensare la verita dell'essere. Per questo, a p. 230, si diceche solo a partire dal senso :0, cioe dalla verita dell'esse ..re, si puo intendere come l'essere e . L'essere si dirada(lichtet) all'uomo nel progetto estatico. Ma questo proget-to non crea l'essere ..IIrogetto, del resto, e essenzialmente un progetto get..tato. Ne l progettare, chi getta non e l'uomo, rna }'esserestesso, i l quale destina I'uomo nell' e..sistenza dell' esser ..cicome sua essenza. Questo destino avviene come raduradell'essere, e come tale radura esso e . Essa custodisce lavicinanza all 'essere. In questa vicinanza, nella radura del ci , abita l 'uomo come e-sistente, senza essere gia oggicapace di esperire espressamente questa dimora e di as-sumerIa. La vicinanza dell' essere, in cui consiste il ci dell' esser-ci, nel discorso sull' elegia di HolderlinHeimkunjt (1943) e pensata a partire da Sein und Zeit,e percepita in modo pin pronunciato nel canto del poera,e a partire dall'esperienza dell'oblio dell'essere e chiama-.ta e patria . Questa parola e qui pensata in un sensoessenziale, che non e quello patriottico 0nazionalistico,rna quello appartenente alIa storia dell'essere. Ma l'es . .senza della patria e contemporaneamente nominata conl'intenzione di pensare la spaesatezza (Heimatlosigkei t)

    . . . Lettera sull' c umanismo 291dell'uomo moderno a partire daII' essenza della storia del-l'essere. Nietzsche e stato I 'ultimo a esperire questa spae-satezza. AIl'interno della metafisica, egli non poteva trova-re altra via d'uscita da questa situazione, se non il rove-sciamento della metafisica. Ma questo significa portare acompimento I'Impossibilita di una via d'uscita. Holder-lin, quando canta ilc ritorno in patria (H eimkun/t), sipreoccupa che la gente della sua terra trovi la propriaessenza, che egli non cerca per nulla in un egoismo del suopopolo, bensi a partire dall'appartenenza al destino del-l'Occidente. Ma anche I 'Occidente non e pensato come re..gione in contrapposizione all'Oriente, ne e inteso sempli-cemente come Europa, bensl, nella prospettiva della storiadel mondo, e pensato a partire dalla vicinanza all 'origine.Noi abbiamo appena incominciato a pensare iriferimen-ti pieni di mistero all'Oriente, che sono divenuti parolanella poesia di Holderlin (cfr. DeT Ister e poi Die IVan-derung, strofe 3 sgg.). . L' essere tedesco non e detto almondo perche questo trovi la sua guarigione nell'essen-za tedesca, rna e detto ai tedeschi perche, nel destino cheIilega agli altri popoli, entrino con essi nella storia delmondo (cfr. Ie considerazioni svolte sulla poesia di H61-derlin Andenken, in T'iibinger Gedenkschriit, per il cen-tenario della morte di Holderlin, a cura di P. Kluckhohn,Tiibingen, 1943, P : 3 2 2) . La patria di questa abitare sto-rico e la vicinanza all'essere.sIn questa vicinanza si compie, se mai s i compie, la de-cisione se e come Dio e gli dei si neghino e resti la notte,se e come il giorno del sacro albeggi, se e come nell'al-beggiare del sacro possano cominciare di nuovo ad appa-rire Dio e gli dei, Ma il sacro, che solo e 10 spazio essen..ziale della divinita, che sola a sua volta concede la dimen ..sione per gli dei e per Dio, giunge ad apparire solo seprima, dopo lunga preparazione, l'essere stesso viene adiradarsi ed e esperito nella sua verita. Solo cosl cornin-cia, a partire dall'essere, il superamento di quelIa spaesa-tezza, in cui non solo gli uomini, rna I'essenza dell'uomostanno vagando.Questa spaesatezza, che cosl e da pensare, riposa nel-

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    4. La dottrina platonica della verita, 1- edizione 1947: in quantoquesta vicinanza si preserva e si vela 1essere stesso.

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    29 2 Segnavial 'abbandono dell' essere proprio dell' ente. Essa e il se-gno dell' oblio dell' essere in conseguenza del quale la ve..rita dell'essere rimane impensata. L'obl io del l'essere simanifesta indirettamente nel fat to che l'uomo considerae si dAda fare sempre e solo intorno alI'ente. Poiche nelfare questo I'uomo non puo evitare di farsi una rappre-sentazione dell' essere, anche }'essere viene spiegato sol-tanto 0 come la dimensione pili generale e percioonnicomprensiva dell'ente, 0 come una creazione del-l'ente infinito, 0come il prodotto di un soggetto finito,Nello stesso tempo, fin dai tempi antichi I' essere epresQ per l'ente , e viceversa l'ente per I'essere, I'uno el'altro come mescolati in una strana confusione ancoranon pensata.Come destino che destina la verita, I'essere rimane ve..lato. Ma il destino del mondo si annuncia nella poesiasenza esser gia manifesto come storia dell' essere.. II pen ...siero di Holderlin, dalla portata storica universale, chenella poesia A ndenken si fa parola, e percio essenzialmen-te pin iniziale e di conseguenza pin carico d'avvenire diquanto non 10 sia il semplice cosmopolitismo di Goethe.Per la stessa ragione il riferimento di Holderlin alIa gre..cita e qualcosa di essenzialmente diverso dall'umanismo,Per questo motivo igiovani tedeschi che sapevano diHolderlin hanno pensato e vissuto di fronte alIa mortequalcosa. di diverso daquel lo che pubblicamente venivaspacciato per opinione tedesca.La spaesatezza diviene un destino mondiale. Per que . .sto e necessario pensare questo destino in relazione alIastoria dell'essere. Cio che Marx, partendo da Hegel, hariconosciuto in un senso essenziale e significativo comeal ienazione dell'uomo, affonda Ie sue radici nel la spaesa. .tezza dell 'uomo moderno. Questa viene provocata daldestino dell' essere nella forma della metafisica, che la con..solida e nelIo stesso tempo la occulta come spaesatezza-Poiche Marx, nell'esperire l'alienazione, penetra in unadimensione essenziale della storia, la concezione marxistadella storia e superiore a ogni aItra storiografia . Masiccome ne Husserl ne, per quel che veda finora, Sartrericonoscono l'essenzialita della dimensione storica nell' es~sere, ne la fenomenologia ne resistenzialismo pervengo ..

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    no in quella dimensione in cui soltanto diventa possibileun dialogo produttivo col marxismo.Ma a tal fine, evidentemente, e necessario liberarsidalle ingenue rappresentazioni del materialismo e dal-Ie critiche a buon mercato che intendono colp-irlo. L'es-senza del materialismo non sta nell'affermazione cherutto e solo materia, rna piuttosto in una determina-zione metafisica per la quale tutto l'ente appare comemateriale da lavoro ..L'essenza del lavoro secondo la me-tafisica moderna e anticipata nella Phiinomenologie desGeistes [Fenomenologia della Spirito] di Hegel comeil processo autoorganizzantesi della produzione incondi-zionata, cioe come oggettivazione del reale ad opera del-l 'uomo esperito come soggettivita, L'essenza del materia-lismo si nasconde nell' essenza della tecnica, su cui si scri-ve molto, rna si pensa poco. Nella sua essenza la tecnica eun destino, nella storia dell' essere, della verita dell' essereche riposa nell'oblio ..Essa risale infatti alia 't'EXVT} dei Gre-ci non solo nel nome, rna proviene in un senso storieo es-senziale dalla "tEXV1} intesa come un modo d e l l ' a A 1 ' ) t E v E L V ,cioe del rendere manifesto rente. In quanto forma dellaverita, la tecnica ha il suo fondamento nella storia dellametafisica. Questa, a sua volta, e una fase caratteristicadella storia dell'essere, e finora la sola che possiamo ab-bracciare con il nostro sguardo. Si possono prendere varieposizioni sulle dottrine del comunismo e sulla loro fon-dazione, rna suI piano del la storia del l' essere resta fermoche in esso si esprime un'esperienza elementare di cioche e la storia del mondo. Chi prende il comunismo solo come partito ]I 0come c visione del mondo , pen-sa in modo altrettanto angusto di quelli che pensano checon il termine e americanismo si indichi solo, e pergiunta in modo spregiativo, un particolare st ile di vita.II pericolo" verso cui finora sempre piu chiaramente I'Eu ..

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    a. pi edizione 1949: nel frattempo ilperi-colo e venuto in luce an-cor piu chiaramente, La ricaduta del pens iero nella metaf is ica as-sume una nuova forma: si tratta della f ine della f ilosofia nel sensadel suo complete risolversi nelle scienze, la cui unita trova al-t re sl i l suo 'DUOVO svolgimento nella cibernetica. La potenza dellescienze non s i Iascia arres tare da un attacco 0 da un intervento, diqualunque tipo esso sia, perche c la scienza fa parte dell' impianto(Gestell) che ancora occulta (veTstellt) l'evento ..,~~.,.

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    294 Segnaviaropa e sospinta, consiste presumibilmente nel fatto cheinnanzitutto il suo pensiero, che un tempo era la suagrandezza, resti indietro= rispetto al corso essenziale deldestino mondiale che comincia. Nessuna metafisica, siaessa idealistica, materialistica 0 cristiana, pUD per la suaessenza, e tanto meno solo con gli sforzi che mette in attonel tentativo di svilupparsi, ri-prendere aneora i l desti-no; cia significa che non puo, col suo pensiero, raggiun-gere e raccogliere cia che, in un senso pieno dell'essere,ora e .bDi fronte all' essenziale spaesatezza, ilfuturo destinodell'uomo si mostra al pensiero che pensa la storia del-IJessere nel atto che egli trovi una via verso la verita del-l'essere e si metta in cammino verso questa scoperta,O~i nazionalismo e , suI piano metafisico, un antropo-logismo e, come tale, un soggettivismo. II nazionalismonon viene superato dal semplice internazionalismo, rnasoltanto esteso ed elevato a sistema. In questo modo ilnazionalismo viene cosl poco elevato e portato all' huma-nitas, quanto poco 10 e l'individualismo nel collettivismoprivo di storia. II collettivismo e la soggettivita- dell'uo-mo portata suI piano della totalita. Esso mette in attol'autoaffermazione incondizionata della soggettivita, chenon si lascia revocare. Essa non puo essere neppure espe-rita in modo sufficiente da un pensiero che sia una me-diazione a meta. Esiliato dalla verita del l' essere, ovun-que l'uomo gira attorno a se stesso come animal rationale.Ma I'essenza dell'uomo consiste nel fatto che egli equalcosa di piu del mero uomo come ce 10 si rappresentaquando 10 si intende come un essere vivente fornito diragione. Qui il pill non 10 si .deve intendere comeun'aggiunta, come se la tradizionale definizione dell'uo-rno dovesse restare la determinazione fondamentale, per4. 1a edizione 1949: ricaduta nella metafisica.b. La dottrina platonica della uerita, 1- edizione 1947: che rosa e 'l !ora - ora nell'epoca della volonta di volonta? Ora e'l: un'incuria(Verwahr losung) incondizionata: questa parola e pensata rigorosa-mente nel senso della stor ia dell'essere: senza cura, senza custodia(wahr-los); il suo contrar io e: appar tenente al dest ino.c. 1- edizione 1949: la societa industriale come soggettivlta deter ..minante - e ilpensiero come c politica _

    Lettera sull' umanismo 29 5poi subire un'amplificazione attraverso l'aggiunta del ca-rattere esistenziale. II pin significa: pili originario equindi pili essenziale nella sua essenza. Ma qui comparel'enigma: l 'uomo e nella condizione dell' essere-gettato(Geworfenheit). Cio significa che l'uomo, come e-sistentecontrogetto (Gegenwurf) dell'essere," e piu che animalrationale, proprio in quanto e menD rispetto all'uomoche si concepisce a partire dalla soggettivita. L'uomo none il padrone dell'ente. L'uomo e il pastore dell'essere,In questo menD l'uomo non perde nulla, anzi ci gua-dagna, in quanto perviene alIa verita dell'essere. Guada-gna l'essenziale poverta del pastore, la cui dignita consi-ste nell' esser chiamato daIl' essere stesso a custodia dellasua verita. Questa chiamata viene con il getto (Wurf)da cui scaturisce l'essere-gettato dell' esser-ci. L'uomo, nel-la sua essenza secondo la storia dell' essere, e quell' enteil cui essere, in quanto e-sistenza, consiste nell'abitarenella vicinanza dell'essere. L'uomo e il vicino dell'essere.Ma, lei mi vorra obiettare gia da tempo, tale pensieronon pensa proprio }'humanitas dell' homo humanusi Nonpensa questa humanitas in un significato COSI decisivo co-me nessuna metafisica ha mai pensato e pub mai pensa-re? Non e , questo, umanismo nel senso piu estremo?Certo. E l'umanismo che pensa l'umanita dell'uomo apartire dalla vicinanza all 'essere, rna .nello stesso tempo el'umanismo in cui in gioco non e l 'uomo, rna I 'essenzastorica dell'uomo nella sua provenienza dalla verita del-l'essere. Ma allora non e strettamente legata a questo gio-co anche I'e-sistenza dell'uomo? E proprio cosl.In Sein und Zeit (p. 38) si dice che ogni domandaredella filosofia si ripercuote nell' esistenza . Ma qui l'esi-stenza non e la realta dell' ego cogito, cosi come non e solola realta dei soggetti che, interagendo tra loro, pervengo-no a se stessi . c E..sistenza e , in una fondamentale di ffe-renza da ogni existentia ed existence, l 'abitare e-staticonelle vicinanze dell' essere. Essa e la guardia, cioe la curadell'essere. Poiche in questo pensiero c'e da pensare qual-cosa di semplice, esso riesce difficile a quel modo di rap-presentarsi le cose tramandato col nome di filosofia. Sen-nonche, il difficile non consiste nel fatto che si debba at-a. 1- edizione 1949: meglio: nell'essere in quanto evento (Ereigni s ) .

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    296piu adeguato al problema. Nella penultima pagina diSein und Zeit (p. 437) troviamo queste frasi: La con-tesa in merito all'interpretazione dell'essere (cioe, dun-que, non dell'ente e neppure dell'essere dell'uomo) nonpuo essere risolta, perche non e stata ancora neppure ac-cesa. E in fondo non si tratta di una contesa che possaHdivampare per un pretesto ", rna ilsuo accendersi ri-chiede gia una preparazione adeguata. E solo per questoscopo che 1a presente indagine ~ in cammino (p. 437).Dopo due decenni, queste frasi continuano a valer~ an-cora oggi. Anche nei giorni che ci attendono restiamodunque in cammino, come viandant~, diretti. nelle vi~i-nanze deIl'essere. La questione che let pone aiuta a chia-rire questo cammino.Lei chiede: Comment redonner un sens au mot H 1[-manisme 1 Come ridare un senso alIa parola umani-. smo?. La sua domanda non presuppone soltanto che leivuole conservare Ia parola umanismo , rna contiene an..che I'ammissione che questa parola ha perduto ilsuosenso .Lo ha perduto perche si t: capito che l'essenza dell'u~a-nismo e metafisica, e cio significa ora che la metafisicanon solo non pone la questione della verita dell'essere,rna se la preclude, in quanto la metafisica persiste nel-l'oblio dell'essere. Ma proprio ilpensiero che conduce acapire I'essenza problematica dell'umanismo ci ha porta-to ad un tempo a pensare piu inizialmente I'esse?za del-l'uomo. In vista di questa pill essenziale humanitas del-l'homo humanus si da la possibjlita di restituire alia pa-rola umanismo un senso storico (geschicht lich) che e pi itantico del suo senso pill antico, valutato dal punto di vi-sta storiografico (historisch). Questo. restituire n?n e daintendere come se la parola umamsmo fosse In gene-rale priva di senso, un semplice flatus vocis.. L' huma-num richiama la parola humanitas, } 'essenza deIl'uo-mo. L' ismo allude al fatto che l'essenza dell'uomo do-vrebbe essere presa come essenziale. Questo e il sensoche la parola umanismo ha in 9uanto ~arola: Resti-tuirle un senso puo significare solo rideterminare II sensodella parola. Ma per questa e ?,e~es~~rio che l'~ssenz~ del-l'uomo sia esperita in modo pill iniziale, e pOI che .SImo-stri in che misura questa essenza, a suo modo, divenga

    Segnavia Lettera sull' umanismo 29 7tingere a qualche particolare senso profondo 0 che sidebbano costruire concetti complicati, rna si nasconde~el p~sso-indietro (Schritt-zuriick) che introduce il pen-siero In un domandare capace di esperire, e che lascia ca-dere l'opinare abituale della. filosofia.Si e ovunque dell ' opinione che iltentativo compiutoin Sein und Zeit sia finito in un vicolo cieco. Lasciamoquesta opinione a se stessa. II pensiero che in Sein findZeit ha tentato qualche passo, ancor oggi non e andatooltre essere e tempo. PU Q darsi che nel frattempo siaentrato un po' di piu e meglio nella sua cosa ..Tuttavia,finche la filosofia non fa che precludersi costantementela possibilita di accedere alIa cosa del pensiero, cioe aliaverita dell' essere, essa e assicurata contro il pericolo diin~angers~ sulla durezza della sua cosa. Per questo e 'e unabisso tra II filosofare suI naufragio e un pensiero che~avvero naufraga ..No? sarebbe un male se mai un pen-srero del genere rruscisse a un uomo. Gli sarebbe fattol 'unico dono che possa venire al pensiero da parte -deI- -I'essere,. Ma e anche vero che non si raggiunge Ia cosa del pen ..siero mettendo in giro una serie di chiacchiere sulla ve-rita dell' essere s e sulla storia dell' essere }).Tutto cioche importa e solo che Ia verita deII'essere giunga al lin-guaggio e ch~ il. pensie~o pervenga a questa linguaggio.Forse allor~ II II?gU~gglo r~chie?era, pili che il precipi-toso enunciare, II grusto silenzio. Ma tra noi, uominid'oggi, CIIi vorrebbe avere la pretesa che isuoi tentativi~i pe~sare si trovino come a casa propria sui sentiero delsilenzio? Per .lo~tano che v~da, il nostro pensiero po -trebbe forse rmvtare alIa verita dell'essere come a cio chee da pensare. In tal modo questa sarebbe meglio sottrat-ta al mero supporre e opinare, e sarebbe assegnata a quel-l'opera manuale, divenuta rara, che e la scrittura. Anchese non sono destinate alleternita, Ie cose che hanno im- portanza arrrvano ancora In tempo anche se arrivano al-l'ultima ora.Se I'ambito della verita dell'essere sia un vicolo ciecooppure quella dimensione libera in cui la Iiberta serbala I?ropria essenza, ognu~o 10 potra giudicare dopo cheegli stesso avra tentato di procedere suI sentiero indicato

    0, ancor meglio, di tracciare un sentiero migliore, cioe

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    29 8 Segnavia Lettera sull' umanismo 299avanzata la pretesa di rifiutare ilrigore de.l pe~si~ro, d~fare dominare al suo posto l 'arbitrio degli l,stl~tl ~ delsent imenti e di proclamare cosi come ver? 1 rrraziona-Iismo . Che cosa c'e infatti di pili IOglCO del fattoche chi parla contro il Iogico di~end~ l'.a~og~co? .Poiche si parla contro i valori , Cl 51 indigna di fron-re a una filosofia che oserebbe abbandonare al disprezzoibeni. sommi dell'umanita. Che cosa c'e infatti di piu logico del fatto che un .pensiero. che nega i valo~i deb~ba necessariamente spacclare Ognl cosa come prlva divalore?Poiche si dice che l 'essere del l'uomo consiste nell' es-sere-nel-mondo , si trova che l'uomo viene ridotto a unessere che e soltanto dell'al di qua, per cui la filosofia a~-fonda nel positivismo. Che cosa c'e infa~ti di p,iu logi-co it) del fatto che chi afferma la mondanita dell uomo davalore solo all'al di qua, negando }'al di 13.e rifiutandoogni rrascendenza ? .. .Poiche ci si riaal detto di N ietzsche sulla morte diDio , si dichiara tale posizione ateismo ..Che cosa ~ 'e in-fatti di pin logico del att~ che chl ha esperrto la mOTte di Dio sia un senza-Dio?Poiche ovunque, in tutto quanto s'e detto, s'e parlatocontro cia che I'umanita ritiene eccelso e sacro, questafilosofia insegna un nichilismo irrespc:>nsabile e di-struttivo. Che cosa c' e infatti di pill lOgICO del fattoche chi nega ovunque il vero ente, si mette dall~ partedel non-ente e cosi predica il mero niente come 1 1 sensodella realta?Ma che cosa accade qui? Si sente parlare di uma~nismo , di e logica , di e valori >, di monde:>)) ' . d~ Dio . Poi si sente dire di un' opposizione ad esst. LI SIriconosce e Ii si prende per il positive, e poi cia c~e P?r-la contro di essi anche se in un modo che nel sentrr direnon viene pens~to con precis ione, 10 si con~idera suhit?come una negazione di es~i e q~esta neg~lo.ne c~me II negativo nel senso del distruttivo. Proprio In..e,~ undZeit si parla esplicitamente in qualche luogo. di dlst~u-zione fenomenologica . Con l 'aiut~ della loglc~ tant? .IU-vocata e della ratio, si crede che CI0 che non e positrvosia negativo, che pratichi cosio un rifiut? della .ragion~ .~che meriti pertanto ilmarchio della rtprOvazlone. SI C

    destino, L'essenza dell'uomo riposa nell'e-sistenza. E que-sta cio che importa in un sensa essenziale, cioe a partiredall' essere stesso, in quanto e I'essere che fa avvenire(ereignet) l'uomo come e-sistente nella verita dell' essere,a guardia di tale verita, Allora, nel caso decidessimo dimantenere la parola, umanismo significa che l'essenzadell'uomo e essenziale per 1a verita dell' essere, cosi che, diconseguenza, cio che importa non e piu appunto l'uomo,preso semplicemente come tale. Noi pensiamo COSI unumanismo di una specie strana, La parola finisce per dareuna denominazione che e un lucus a non lucendo .Ma questo umanismo , che va contro ogni umani-smo finora esistito, senza pert> farsi affatto con questoportavoce dell' inumano, va chiamato aneora umani-smo ? E questo forse solo per partecipare all 'uso di que-sta denominazione e nuotare COSI in compagnia nelle cor-renti dominanti asfissiate dal soggettivismo metafisico esprofondate nell' ohlio dell' essere? 0 invece il pensieronon deve tentare, con una res is tenza aperta all' umani-smo , di imprimere un impulso in grado anzitutto diinsospettire circa I'humanitas dell' homo humanus e lasua fondazione? Allora, anche se il momenta attuale del-Ia storia mondiale spinge gh \ di per s e in questa direzio-ne, potrebbe destarsi una meditazione che pensa non soloal l'uomo, rna anche alia natura dell'uomo, e non soloalIa natura, rna, in modo ancora pill iniziale, alIa dimen-sione in cui I'essenza dell'uomo, determinata dall'esserestesso, e di casa. Non e forse opportuno soppor tare anco-ra per qualche tempo, fino a lasciare che lentamente siconsnmino, gli inevitabili fraintendimenti a cui ancorae esposto ilcammino del pensiero nell'elemento di Seinund Zeit? Questi fraintendimenti dipendono dal fattoche il lettore riporta naturalmente cia che ha letto, 0soloripetuto, a cia che crede di sapere gia prima della lettura.Questi fraintendimenti, infatti, mostrano tutti la stessastruttura e 10 stesso fondamento.Poiche si parla contro I' umanismo , si teme una di-fesa dell'In-umano e un'esaltazione della barbara bruta ...Iita. Che cosa c' e infa tti d i pin logico del fatto che achi nega I'umanisrno non resta che I'afferrnazione del-I'inumanitar .Poiche si parla contro 1a logica t si crede che venga

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    300 Segnavia Lettera sull' umanismo 301cosi imbevuti di logica che tutto cio che contraddicel'abituale sonnolenza dell'opinare viene computato comeun'opposizione da rifiutare. Tutto cio che non si fermaalIa nota e amata positivita 10 si getta nella fossa gia pre-parata dalla mera negazione che nega ogni cosa, e checosi finisce nel niente e porta a compimento ilnichili-smo. Per questa via logica si fa affondare tutto in un ni-chilismo che ci si e inventat icon l 'ausilio della logica.Ma I' opposizione ,. che un pensiero solleva contro cioche abitualmente si crede, porta necessariamente alIa me..ra negazione e al negativo? Cio avviene soltanto, e inquesto caso inevi tabilmente e definit ivamente, cioe sen..za una prospettiva libera so qualcos'altro, se pr ima sipone quello che si crede come ilpositivo e poi, a par-tire da esso, si decide in modo assoluto e nel contemoonegativo in merito all'ambito delle possibili opposizio.tnia esso. In una tale procedura si nasconde il rifiuto dies~orre a riflessione cia che si presuppone posi tivo ,urntamente alIa posizione e all'opposizione in cui esso sicrede salvato. Con il continuo richiamo al logico si dal'impressione di impegnarsi appunto neI pensiero, men.tre di fatto 10 si e rinnegato. ,Che !'opposiz!?ne all' umanismo non implichi affat-to la dlfesa deilinumano, rna apra altre prospettive, do . .vrebbe essere ora un po' pin chiaro.La Iogica s intende il pensare come il rappresentareI'ente nel suo essere, che il rappresentare fornisce a sestesso nella generalita del concetto ..Ma che ne i: dellameditazione sull ' essere stesso, e cioe del pensiero che pen-s~ la ver~ta. ~ell' essere? Soltan!o questo pensiero coglieI essenza iniziale del l6yo

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    302 Segnaviatura dell'essere. L'uomo e , ed e uomo, in quanto e coluiche e-siste. Egli sta fnori nelI'apertura del l'essere, la qua. .Ie e come tale l'essere stesso che , in quanto getto, si e get..tata e acquisita a se (erworfen) nella cura I'essenza del-I'uomo. Gettato in tal modo, I'uomo sta nell' apertu-ra dell'essere. Mondo e la radura dell'essere in cuiI'uomo sta fuori a partire dalla sua essenza gettata. L' es-sere-nel-mcndo , nomina }'essenza dell' e-sistenza in r ife-rimento alIa dimensione diradata (gelichtet) dalla quale1' e- deII.'e-siste~za .dispiega. Ia sua essenza (west) . Pen-sato a partrre dall e-sistenza, II mondo e in un certomodo proprio I'al di la entro e per l 'e-sistenza. L'uomo, . . .non e mal anzitutto uomo, al di qua del mondo, come soggetto , sia questo mteso come un io 0 come un n.oi . Inol tre egli non e mai solo un soggetto che si ri-ferisce contemporaneamente sempre a ogget ti, cosiccheJa.sua essenza starebbe nella relazione soggetto-oggetto.Piuttosro, nella sua essenza l'uomo e innanzitutto e...isten-te n.ell'apertura .~ell 'essere, la quale dirada quel tra :It(Zwzschen) a1CUI mterno pU D essere una relazione tra soggetto e oggetto.La tesi che I'essenza dell'uomo poggia sull'essere-nel-mondo non contiene nemmeno una decisione in meritoalla questione se I 'uomo, in senso teologico-metafisico, siaun essere che appartiene all'al di qua 0all 'a l di la .Con la determinazione esistenziale dell' essenza dell'uo-mo, nulla e aneora deciso circa 1' esserci di Dio s0il 1

    s?~ ~ ?on es~ere. e co~i pure sulla possibilira 0l'impos-slblIl~a degll d e l . PerCIo non solo e affrettato, rna e g i asbagliato nel suo procedere, affermare che sia ateismol' i~terpretaz~one del l'essenza dell'uomo a parti re dal r i-ferlmen~o dl. questa ~sse~za alIa verita dell ' essere. Que-sta clas81ficazlone arbitraria denota inoltre una mancanzadi accuratezza nella lettura. Non ci si cura del fatto che findal 1929, in ~om Wesen des Grundes [cfr., sopra, p. 115,la nota ~6] 81 pU O leggere quanto segue: Con I'inter-pretazione ontologica dell' esserci come essere-nel-mondo?on si e ancora deciso nulla, ne in sensa positivo, neIn senso nega~ivo, circa la possibittta di un essere in rap-porto con DIO. E soltanto attraverso la chiarificazionedella trascendenza che si raggiunge un concetto sufficien-te dell'esserci; in riferimento a tale ente e poi possibile

    Lettera sull' umanismo 303porre il problema di come stiano ontologicamente Ie co-se circa ilrap porto dell' esserci con Dio . Ora, se comeal solito anche questa osservazione viene pensata in mo-do troppo angusto, allora si dira che questa filosofia nonsi decide ne per ne contra l'esserci di Dio. Essa resta nel-l'indifferenza. Dunque il problema religioso Ie e indif-ferente. Ma un tale indifferentismo carle nel nichilismo.Ma e proprio vero che l'osservazione riportata insegnal'indifferentismo? Perche, in quella nota, solo certe pa-role e non a caso sono stampate in corsivo? Solo per indi ..care che il pensiero, che pensa a.partire da.l~a.d?~and~sulla veri ta dell'essere, domanda In modo plUiniziale diquanto non possa domandare la metafisica. Solo a part iredalla veri ta dell' essere si puo pensare I'essenza del sacro.Solo a partire dalr essenza del sacro si pliO pensare I:e~-senza della divinita, Solo alIa luce dell'essenza della divi-nita si puo pensare e dire che cosa debba nominare la pa-rola Dio . 0 non dobbiamo forse prima di tutto sapereintendere e ascoltare con cura tutte queste parole, affin-. .. .,che ci sia consentito esperlre come uommi, cioc comeesseri e-sistenti, un riferimento di Dio all 'uomo? Ma co-me PU Q I'uomo dell'attuale storia ~el m~ndo riuscir~ an:che solo a domandarsi in modo serio e rrgoroso se DID 51avvicini 0 si sottragga, quando proprio quest'uomo trala-scia di pensare anzitutto in quelia dimensione in cui so-lamente quella domanda pub esser posta? Ma questa e ladimensione del sacro, che rimane chiusa persino comedimensione, se I'apertura dell'essere non e diradata e, nel-la sua radura,s non e vicina all'uomo. PU D darsi che lacaratteristica di quest'epoca del mondo consista n~llachiusura alIa dimensione di cio che e integro (das Hezle).Forse questa e I'unica sventura (Unheil).. .Con questa indicazione, tuttavia, il penslero che fl-manda alIa verita del l'essere come a cio che e da pensare,non intende affatto aver deciso per il teismo. Esso nonpub esser teista pili di quanto non possa essere ateo. Maquesto non suI fondamento di un atteggiamento di in-differenza, rna per il rispetto dei limiti che ~n~ posti a~pensiero come tale, e precisamente da parte di cio che glisi da come cio che va pensato, ossia da parte della verita4. 1- edizione 1949: la radura come radura del velare me si vela.

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  • 5/16/2018 Heidegger - Lettera Sull'Umanismo - Segnavia - Adelphi

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    304 Segnaviadell' essere. Nella misura in cui s i attiene a1 suo compito,it pensiero, in questo momento dell'attuale destino delmondo, rimanda I 'uomo alIa dimensione iniziale del suosoggiorno storieo. Nella misura in cui diee in tal modola verita dell' essere, il pensiero si affida a qualcosa di pillessenziale di tutti ivalori e di qualsiasi ente. II pensieronon oItrepassa la metafisica quando, salendo pill in altodi essa, la supera e la risolve in una qualche direzione,rna quando r id iscende nella vic inanza di cio che e pill. vi-cino. Soprattutto leidove l'uomo si e smarrito nella suaascesa verso la soggettivita, la discesa e pili diff ic ile e pe -ricolosa della salita. La discesa conduce nel la poverta del-l'e-sistenza dell'homo humanus. Nell' e-sistenza viene ab..bandonato I'ambito dell' homo animalis della metafisica.II predominio di quest'ambito i: il fondamento indirettoe remoto della cecita e dell'arbitrio di cio che si caratte ...rizza come biologismo, rna anche di cio che e noto col no-me di pragmatismo. Pensare Ia verita dell' essere significaad un tempo pensare l'humanitas dell' homo humanus.Bisogna porre l'humanitas al servizio della verita dell'es-sere , rna senza l'umanismo nel senso metaf is ico.Ma se l'humanitas e COS! essenziale al pensiero dell' es-sere, non e allora necessar io completare l' ontologia con un' etica ? " Non e allora assolutamente essenziale10 sforzo che lei esprime nella rase: Ce que je cherchea [aire, depuis longtemps d e j a 7 C'e st p re cise r le ra pp ortde l'ontologie avec une ethique possible?Poco dopo I'apparizione di Sein und Zeit un giovanearnico mi chiese: Quando scrivera un'etica? . L a doveI'essenza dell'uomo e pensata in un modo cosi essenzia le ,cioe unicamente a partire dalla questione della veritadell! essere, rna dove, tut tavia, l'uomo non e innalzato alcentro dell' ente, e inevi tabi le che si desti l'esigenza diun'indicazione vincolante e quindi di regole che dicano

    come l'uomo, esperito a par tire dall' e-sistenza r ivolta al-}'essere, debba vivere in conformita al suo destino. II de-s iderio di un'etica si fa tanto pili urgente quanto pill ildisorientamento manifesto dell'uomo, non meno di quel-10 nascosto, aumenta a dismisura. Al vincolo dell'eticaoecorre dedicare ogni cura, in un tempo in cui l'uomodella tecnica, in balla della massificazione, puo essereportato ancora a una stahil'ita sicura solo mediante un

    Lettera sull' c umanismo 305raccoglimento e un ordinamento del suo progettare e delsuo agire, nel loro insieme, che corrispondano alIa tee-..mea.. Chi potrebbe ignorare questo stato di necessita? Nondobbiamo salvaguardare e assicurare ivincoli esistenti,anche se il modo in cui essi tengono assieme l'essere uma-no e COSI pavero e precario? Certamente . Ma questo s tatodi necessita dispensa forse ilpensiero dal ricordare cia cheinnanzitutto res ta da pensare e che, in quanto essere, e,prima di ogni ente, la garanzia e la verita? PUQ il pensie-ro continuare a sottrarsi al compito di pensare I'essere,dopo che questo e rimasto nascosto in un Iungo oblio enel lo stesso tempo, nel momento attuale del mondo, siannuncia attraverso 10 scotimento di tutto l'ente?Prima" di tentare di determinare pin precisamente la. relazione tra I'ontologia e l'etica , dobbiamo chie-derci che cosa sono in s e l' ontologia e l'etica . Di-venta necessario r if lettere se c io che puo essere designatonelle due denominazioni e ancora conforme e vicino a cioche e assegnato al pensiero, che, come pensiero, ha dapensare prima di tutto la verita dell'essere.Se pero I'ontologia e I'etica dovessero venire acadere insieme a tutto i l pensiero che procede per disci-pline, e se in questo modo il nostro pensiero dovesse di-venire pili disciplinato, che ne sarebbe allora della que-stione della relazione tra le due suddette discipline dellafilosofia?L' etica appare per la prima volta,