Ti penso sempre, o Signore Risorto! - FrancescaneVerbo IN FAMIGLIA/NOTIZIARIO... · Santa Pasqua ed...

28
SANTA PASQUA 2016 La lettera che vi proponiamo è stata scritta da Madre Giovanna per le novizie in occasione della Santa Pasqua ed era accompagnata dalla meditazione di un sacerdote che la Madre ha fatto sua. Casa Madonna S. Pasqua 1970 Mie dilette Novizie! All'armonia angelica di questo "canto d'anima" e alla Luce della Sua Fede al Dio Ri- sorto; col Suo sorriso, col Suo abbraccio, la Sua gioia, la Sua Grazia, il Suo aiuto, la Sua Pro- tezione, la Sua Pace, la Sua Voce, il Suo amore, la Sua Potenza, la Sua Benedizione; vi au- guro una lieta Santa Pasqua di Risurrezione. Abbracciandovi, una ad una, con un bacio san- to, Vi benedico e benedico; festosamente, ripetendo con Voi: "Resurrexit! Alleluja! Alleluja!" La vostra Madre Giovanna M.F.V.I Risorgiamo anche noi: excelsior! Ti penso sempre, o Signore Risorto! Quando la gioia, tuo dono, m'invade e trabocca: Ti penso e ringrazio! Quando la Croce mi pesa e schiaccia: Ti penso e T'invoco! Quando il Cielo incomincia ricco di luce e promesse: Ti penso e Ti adoro! Quando la noe scende densa di quiete e di sogni: Ti penso e amo! Ti vedo dovunque o Signore. Ti scopro in ogni cosa. Ti vedo nella tua creazione. Ti scorgo nel mio fratello. Sei sempre davan a me, sei dentro di me! Ti cerca il mio cuore e T'invoca, Ti brama la mia anima e T'adora, Ti desidera tuo il mio essere, T'invoco nel mio lavoro, Ti ascolto nella mia preghiera, Ti amo nel mio prossimo, Ti vedo ovunque e in tuo, o mio Dio!"

Transcript of Ti penso sempre, o Signore Risorto! - FrancescaneVerbo IN FAMIGLIA/NOTIZIARIO... · Santa Pasqua ed...

SANTA PASQUA 2016

La lettera che vi proponiamo è stata scritta da Madre Giovanna per le novizie in occasione della Santa Pasqua ed era accompagnata dalla meditazione di un sacerdote che la Madre ha fatto sua.

Casa Madonna S. Pasqua 1970

Mie dilette Novizie!

All'armonia angelica di questo "canto d'anima" e alla Luce della Sua Fede al Dio Ri-

sorto; col Suo sorriso, col Suo abbraccio, la Sua gioia, la Sua Grazia, il Suo aiuto, la Sua Pro-

tezione, la Sua Pace, la Sua Voce, il Suo amore, la Sua Potenza, la Sua Benedizione; vi au-

guro una lieta Santa Pasqua di Risurrezione. Abbracciandovi, una ad una, con un bacio san-

to, Vi benedico e benedico; festosamente, ripetendo con Voi:

"Resurrexit! Alleluja! Alleluja!"

La vostra

Madre Giovanna

M.F.V.I

Risorgiamo anche noi: excelsior!

Ti penso sempre, o Signore Risorto!

Quando la gioia, tuo dono,

m'invade e trabocca:

Ti penso e ringrazio!

Quando la Croce mi pesa e schiaccia:

Ti penso e T'invoco!

Quando il Cielo incomincia ricco

di luce e promesse:

Ti penso e Ti adoro!

Quando la notte scende densa

di quiete e di sogni:

Ti penso e ti amo!

Ti vedo dovunque o Signore.

Ti scopro in ogni cosa.

Ti vedo nella tua creazione.

Ti scorgo nel mio fratello.

Sei sempre davanti a me,

sei dentro di me!

Ti cerca il mio cuore e T'invoca,

Ti brama la mia anima e T'adora,

Ti desidera tutto il mio essere,

T'invoco nel mio lavoro,

Ti ascolto nella mia preghiera,

Ti amo nel mio prossimo,

Ti vedo ovunque e in tutto, o mio Dio!"

2

Sommario Risorgiamo anche noi! Madre Giovanna pag. 1

La Misericordia Festa della Prossimità mons. Gianciarlo Bregantini pag.3

Arrivo del nuovo Arcivescovo ad Iskenderun suor Diba pag. 4

Giovani Verso Assisi suor Chiara Meucci pag 5

Toccare con mano la Misericordia Francesco pag.7

“La Santa Caterina” a Cà degli Angeli pag. 10

WeekEnd vocazionale a Fiesole suor Chiara Lusetti pag.11

Camminando verso Te Maria pag.12

Formazione Juniores suor Ester pag.13

Assemblea ad Assisi suor Rosalie pag.14

Cristo in voi, la nostra speranza di gloria papa Francesco pag.15

Profezia, prossimità e speranza papa Francesco pag.17

Un cammino nuovo a Camogli la comunità di Camogli pag.19

Resta con noi Signore suor Caterina e suor Alessia pag.20

Un dono “cappuccino” madre Fatima pag.23

I nostri cari defunti pag. 25

In ricordo di Velia Perini suor Gloria pag.26

Suor Scolastica festeggia il 60° dal Resto del Carlino pag.27

Ero forestiero…. Mi avete accolto suor Stefania pag.28

Per chi desidera mandare articoli può inviarli a:

Suore M.F.V.I. – per notiziario- Via Martiri della libertà, 18 -

41039 San Possidonio (MO) e-mail: [email protected]

In Famiglia - Santa Pasqua 2016 Anno IX, n° 1

Notiziario Trimestrale ad uso interno dell’Istituto delle Missionarie Francescane

del Verbo Incarnato.

-Provincia Vergine Lauretana- Via Ferrari Bonini 3 42121 Reggio Emilia

3

La Misericordia,

festa della Prossimità

Come articolo formativo abbiamo scelto la lettera Pastorale per il

Giubileo della Misericordia di Mons. GianCarlo Maria Bregantini da

Riflessioni e Provocazioni - Settembre 2015.

Non basta formare alla Misericordia, anche se è decisiva la cono-

scenza della Parola di Dio. Cioè leggerla e rileggerla, dentro una fedeltà di meditazione che ce

la rende presente e viva.

Ma non basta. Va gustata, perché celebrata. Senza questo momento indispensabile, sarebbe

solo teoria astratta; un sapere senza gustare.

Raccogliendo la perenne tradizione medioevale, sento quanto sia fecondo il recupero della paro-

letta “Sàpere”, che significa non solo sapere, ma soprattutto aver sapore di, essere dentro una

cosa o un evento al punto da poterlo gustare, narrarne tutta la pregnanza, per poi viverlo in pro-

fondità.

Così, partendo dal verbo “sàpere”, sento che la Misericordia diviene vera e profonda, solo quan-

do è gustata nella Liturgia. Qui è assaporata, con la stessa dolcezza con cui si gusta il miele.

Quel miele prodotto sulle nostre colline da api ben seguite da apicoltori raffinati. Così la Miseri-

cordia è piena solo quando la viviamo dentro la Liturgia.

Questo è proprio il Giubileo: poter gustare la Misericordia

LA MISERICORDIA NELLE PREGHIERE EUCARISTICHE

Convocati gratuitamente dal suono delle campane (così care al Molise!), il primo gesto che sia-

mo chiamati a fare all’inizio della celebrazione Eucaristica è quello di batterci il petto, per ricono-

scere i nostri peccati.

L’atto penitenziale sia un gesto fatto bene, soprattutto in questo Giubileo, con calma e tempo

adeguato. Può essere utile, in certi casi, far riferimento a particolari scene di dolore o di mancan-

ze specifiche, con delicatezza.

La Chiesa poi sa veramente farci gustare la misericordia divina proprio partendo dalla bellezza e

pregnanza delle preghiere eucaristiche. Sono ben dieci e tutte hanno un diretto e variegato riferi-

mento alla Misericordia, da ben valorizzare.

1. Nella PRIMA preghiera eucaristica, così solenne e piena, che amo tantissimo, la Chiesa ci fa

sentire immediato il cuore di Dio Padre, a cominciare da quell’incipit, che dice tutto: Padre Cle-

mentissimo.

Nulla di più solenne. Nulla di più intenso per cogliere e gustare fin dall’inizio la forza e densità

delle varie preghiere eucaristiche.

Nella prima, inoltre, gusto due gesti che sono gli stessi di Gesù. Quando il sacerdote proclama:

“egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili e alzando gli occhi al cielo, a te, Dio Padre

onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione”. Quel cielo mi affascina. E lo sguardo

al cielo mi proietta oltre, per uscire dal fango e far diventare la

terra, ogni terra, un giardino.

4

Qui, c’è tutta la enciclica di Papa Francesco sulla cura del Creato, come “casa comune”. E quegli

occhi al cielo, già vissuti da Gesù, ora rivissuti sul volto di ogni prete, diventano un fiume di gra-

zia e di benedizione.

Un ritorno alle radici dell’essere. Un bisogno primordiale di speranza!

Allora saremo anche capaci di investire nelle nostre campagne e fabbriche, specie del Matese! È

un credere nella cultura delle nostre scuole e della nostra Università, dove si formano gli agrono-

mi e i professionisti del domani, per una rinascita del Molise. Il cielo: è tutto!

Ma gusto anche il piegarmi in supplicante invocazione, subito dopo la consacrazione, quando il

sacerdote dice: “ti supplichiamo, fa che questa offerta per le mani del tuo angelo santo, sia porta-

ta sull’altare del cielo, davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi, che partecipiamo di que-

sto altare, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo”. E poco dopo, si batte il pet-

to e recita con solennità: “anche a noi, tuoi ministri, peccatori, ma fiduciosi nella tua infinita miseri-

cordia, concedi di aver parte nella comunità dei tuoi santi”. Ora è il cielo che risponde. Perché dal

cielo scende la misericordia divina, che ritorna a sorriderci. Dal volto del Padre al volto del cre-

dente, come avvenne per Giacobbe in fuga disperata. E come ascoltò l’apostolo Bartolomeo, no-

stro patrono, a cui il Signore Gesù disse: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scen-

dere sopra il Figlio dell’uomo” (Gv 1,51).

Perciò anche noi ripetiamo la sua bellissima professione di fede: “rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu

sei il re d’Israele!” (Gv 1,49).

ARRIVO DEL NUOVO VESCOVO AD ISKENDERUN

Prima di tutto desidero dire il mio GRAZIE a tutte voi che avete pregato per la Turchia ed il nuovo Vescovo di Isken-derun. Mons. Paolo Bizetti ci teneva così tanto alla nostra presenza per la sua ordinazione, avvenuta a Padova il 29 novembre scorso, e per il suo ingresso in Diocesi, tanto che si è reso disponibile a pagare i viaggi. Noi abbiamo scelto di essere presenti per il suo ingresso episcopale ad Iskenderun per farci più vicine alla Chiesa ed alla gente e ringrazio il mio Istituto per questo sostegno! Cosi sono partita ed ho condiviso la gioia di questo momento con una Chiesa che comunque sta soffrendo. Sono andata in Turchia il 27 novembre e sono tornata il 2 dicembre. Per questa circostanza erano presenti diversi sacerdoti e tre suore da Mersin che ci hanno aiutato nella preparazione della celebrazione: ci siamo suddivise i compiti e a me è sta-to affidato quello di seguire il coro, in quanto c'erano molti giovani e ragazzi che in passato erano stati bambini che

avevo seguito. E' stato bello condividere con loro questa animazione e vederli cresciuti. C'erano i gruppi di Antiochia, Mersin, Iskenderun ed Adana. La celebrazione di domenica è stata bellissima e c'erano tante persone. Ringraziamo il Signore per-ché dopo 5 anni di lutto dalla morte del Vescovo Padovesi è venuto il momento di risorgere. La mia riflessione mi fa dire che questa terra ha tante problematiche per la posizione territoriale, a livello politico soffre a causa di un presidente fondamentalista e per i cristiani lì presenti non è una

5

vita semplice. Loro attendono che qualcuno venga per sostenerli ed aiutarli nel loro cam-mino. Vedere muoversi così tante per-sone per l'arrivo del Vescovo Paolo ha mostrato che questo loro desiderio ha cominciato a realizzarsi nel vedere la Chiesa stessa che si prendeva cura di loro. E' stato come un risveglio per tutti ed una speranza nuova che ora si è acce-sa. Speriamo di poterla alimentare anche noi in qualche modo, per come possiamo. sr Diba

Quest’anno ho vissuto un capodanno diverso dal solito in quanto ho partecipato all’iniziativa

per i giovani, promossa dal Centro francescano giovani del Sacro convento d’Assisi dal 29 di-

cembre al 1 gennaio, dal titolo “…non finirà mai… alla scoperta della virtù della carità”.

Questa è una della varie iniziative che la pastorale giovanile del Sacro convento ha realizzato

in questi mesi, insieme al Convegno “Giovani verso Assisi 2015” (GVA), svoltosi nel ponte

della festa di Tutti i santi al quale anch’io ho partecipato. E’ proprio con quest’ultimo che ha

preso inizio la nostra collaborazione con l’ equipe di pastorale giovanile dei frati minori con-

ventuali di Assisi. Il Convegno GVA è un evento in grande e ha visto la presenza di 500 gio-

vani, pervenuti da quasi tutte le regioni italiane, accompagnati da frati e suore referenti. Ad

essi mi sono unita, vivendo momenti come uditrice durante le varie riflessioni proposte a lo-

ro, altri come parte attiva, animando un’attivi-

tà di gruppo sui vizi dell’accidia, avarizia e la

virtù della Speranza e rendendomi disponibile

anche nei centri d’ascolto per quei e quelle gio-

vani che desideravano avere un incontro con

una religiosa.

Il Convegno è stato ricco anche di laboratori

sempre a tema ma, riguardanti vari ambiti

quali il Web, l’economia, il lavoro, la vocazione,

l’ambito biblico francescano e vi sono state al-

6

cune interessanti testimonianze

sull’immigrazione, sulle periferie

urbane e sulla disabilità. Non sono

mancati certo momenti di intensa

spiritualità, scanditi dalla recita

delle lodi e dei vespri, dalla celebra-

zione e adorazione eucaristica, assa-

porati tutti nella stupenda basilica

superiore e una Liturgia penitenziale svoltasi in basilica inferiore. L’esperienza invece

dell’ultimo dell’anno che ho condiviso con sr. Rosalie, ha visto un numero di partecipanti mol-

to più esiguo e questo ha fatto sì che potessimo viverla come un momento più “familiare” che

ci ha dato la possibilità di entrare in un contatto più diretto con i ragazzi. Il tema delle gior-

nate è stato quello della virtù della Carità vista attraverso la vita di s. Francesco che è stata

presentata portando i giovani sui luoghi francescani in Assisi e a S. Maria degli Angeli. Na-

turalmente a scandire le giornate vi è stata la preghiera fatta insieme presso la suggestiva

cappella di frate Elia: lodi, adorazione eucaristica, celebrazioni eucaristiche, dove abbiamo

animato i canti con chitarra e jambè. Per me è stata molto emozionante la veglia di preghiera

presso la tomba di s. Francesco, luogo dove di solito passo per una preghiera personale e que-

sta volta sono stata lì come guida liturgica della serata. Posso dire comunque che entrambe

le esperienze vissute e proposte ai giovani, sono ben fatte e ben organizzate, ricche di molti

stimoli e spunti di riflessione, cosicché i partecipanti possono tornare a casa con un farcito

materiale su cui continuare un cammino di riflessione personale durante l’anno.

Sr. Chiara Meucci

7

29 dicembre 2 gennaio, ecco quando è durato il nostro capodanno in comunità!!

Dopo averne sentito parlare dagli amici, è giunta anche la nostra volta di partecipare a que-

sto capodanno diverso.

Ma diverso in che senso?

Nel senso che questo è stato un capodanno INTENSO.

Tutto è iniziato col pranzo del 29 dove giunti a Clusane siamo stati accolti nella Comunità

Mamrè dove abbiamo rincontrato vecchi amici e conosciuti di nuovi.

Ma cosa è Mamrè?

E’ una comunità femminile che nella consacrazione a Dio e ai fratelli si impegna a vivere il

Battesimo e a testimoniare la Cresima in uno stato di vita laicale (dal sito della cumunità).

La comunità è stata fondata da Don Pierino nel 1971 e da allora ogni giorno sulla parola del

Signore, molte donne dedicano la loro vita alla cura di persone speciali, bambini, anziani e

disabili.

Dopo i primi saluti, il pranzo e un giro turistico sulle sponde del lago Sr. Stefania e Sr.

Giovanna ci hanno un po’ spiegato in cosa sarebbe consistita la “vacanza” preannunciandoci

che non sarebbe stata una passeggiata! Come è giusto che sia, considerando il motivo per cui

abbiamo partecipato e la nostra fede, ogni giornata è iniziata alle 7:15 con la recita delle Lo-

di e la S. Messa e per quanto possa sembrare pesante, ringraziare il Signore ogni giorno per

quello che ci dona è il minimo.

Il tema conduttore delle nostre giornate propostoci da Sr. Stefania e Giovanna, neanche a

volerlo fare apposta, è stata la

Misericordia.

Questo tema è stato

scelto in quanto si inserisce

perfettamente in quello che è

l’anno giubilare da poco inizia-

to quindi poteva sembrare un

po’ scontato ma il modo in cui

ci è stato proposto invece è sta-

to INASPETTATO.

Il primo giorno ci è stato

proposto un quadro, lo abbia-

mo osservato in silenzio, gui-

dati dalla voce di Sr. Stefania

che poco alla volta ce lo ha fat-

to analizzare ed ogni tanto sia-

8

mo stati chiamati a condividere i pensieri ed i punti

di vista.

Il quadro era “La fabbrica della misericordia” e rap-

presentava le opere di misericordi corporali.

Il mattino seguente invece ci è stato proposto di sce-

gliere una delle 14 opere di misericordia e pensare

quanto e in che modo fosse presente nella nostra vi-

ta. Sr. Stefania ci ha dato 1h di tempo, devo dire che

ce ne sarebbero volute di più per buttare su carta

tutto quello che ci passava per la mente! C’è chi ha scritto una poesia, chi ha utilizzato una

canzone, chi ha disegnato, chi ha riportato frasi della Bibbia… insomma ognuno ha espresso

se stesso in maniera personale! Dopo ogni sforzo mentale che si rispetti ci sono stati sempre

dei pasti da favola, Claudia la cuoca è fantastica, e poi i pomeriggi sono stati diciamo molto

operativi. Due volte nel primo pomeriggio abbiamo recitato il rosario con Silvia su radio

Raphael (la radio della comunità), esperienza nuova e divertente, e poi abbiamo trascorso del

tempo nelle varie realtà: chi coi disabili, chi con Sebastiano l’unico piccolo ospite della casa

d’accoglienza, chi al centro diurno coi nonni e chi coi nonni per sempre cantando a squarcia

gola canzoni e ballate di altri tempi tutte accompagnate dagli accordi di Sr. Stefania.

Passano così i primi 3 giorni e finalmente si arriva a clou del nostro soggiorno, il 31

dicembre! Divisi in gruppi nel pomeriggio prima del Te Deum a cui abbiamo partecipato coi

ragazzi, abbiamo preparato il veglione: alcuni hanno allestito la sala a festa con festoni e ta-

vole imbandite ad altri hanno organizzato l’animazione della serata. Giunta ora di cena sono

arrivati i nostri ospiti (o noi siamo stati i loro?) tutti vestiti a festa e ci siamo accomodati nei

bellissimi tavoli. Ognuno di noi, per quanto possibile, aveva un ragazzo a cui stare dietro du-

rante la cena e tra una risata, una presa in giro tutto accompagnato da del cibo egregio con

sottofondo un po’ di musica si è arrivati alla fine della cena. Dopo aver fatto un po’ di bans e

canti sono arrivati dei pirati che con giochi e sfide ci hanno accompagnato alla fatidica mez-

zanotte.

Pronti e via si parte

col conto alla rovescia: i 10

secondi dell’ultimo dell’anno

più sentiti in vita mia (e cre-

do di poter parlare a nome di

molti) 10, 9,8, 7 ,6, 5 ,4, 3, 2,

1…… AUGURI!!!

Un tripudio di abbrac-

ci, sorrisi e lacrime!! Vederci

in volto è stata l’emozione

più grande, noi che sorride-

vamo ai nostri nuovi amici e

loro che ricambiavano con

sorrisi pieni di gioia. Tra

una fetta di panettone e il

9

classico ben augurante brindisi la serata è giunta al termini e stanchi ma felici ci siamo reca-

ti nelle nostre stanze. Se il 31 ci era sembrato stancante non avevamo in mente che cosa ci

avrebbe atteso l’indomani.

Dopo le lodi e la colazione siamo andati coi ragazzi a messa per iniziare nel nome di

Maria Santissima Madre Di Dio il nuovo anno. Dopo il pranzo consumato di nuovo coi nostri

fantastici amici ci è stato proposto un pomeriggio ancora diverso: siamo andati insieme ad

alcuni ragazzi (Claudio, Ermanno e Morena) a visitare gli ambulatori di Raphael e la comu-

nità Jerusalem a Calcinato. Qui abbiamo trascorso un intenso pomeriggio con i ragazzi disa-

bili e le ragazze di Betfage tra merenda, canti e barzellette fino a quando ci hanno offerto an-

che la cena. In questa occasione abbiamo avuto la possibilità di conoscere e ascoltare l’espe-

rienza anche Sr. Santa e Sr. Angela che collaborano ogni giorno con la comunità Mamrè. Do-

po i saluti siamo rientrati accompagnati dalla nebbia a casa e abbiamo terminato la lunga

giornata chiacchierando, giocando a carte e bevendo tisane calde. Oramai la nostra esperien-

za stava giungendo al termine. Si arriva così alla mattina del 2, dopo la ormai normale routi-

ne mattutina, le nostre guide hanno organizzato un momento di condivisione e preghiera con

le ragazze della comunità Mamrè. Tutti in cerchio abbiamo condiviso le sensazioni nate du-

rante i giorni precedenti e le riflessioni sulle opere di misericordia. Alla fine Tecla, una degli

angeli custodi dei ragazzi, ha fatto prendere ad ognuno di noi un foglietto su cui c’erano scrit-

te delle frasi di coloro che sono stati un po’ le guide dei giorni trascorsi: papa Francesco, Ma-

dre Giovanna e Don Pierino. Ognuna delle frasi riportate è voluto essere un invito per il nuo-

vo anno e per tutti i giorni a venire di vivere la Nostra vita nelle mani di Dio.

Dopo l’ultimo pranzo, sempre delizioso grazie a Claudia, è giunto il momento dei saluti

e del ritorno a casa perché come sempre abbiamo la fortuna di incontrarci con persone prove-

nienti da varie parti d’Italia in questo caso Genova, Emilia Romagna e Calabria! I saluti sono

stati sinceri e carichi di emozioni, in un certo modo diversi dai quelli fatti in occasioni di riti-

ro insieme perché in questi 5 giorni abbiamo fatto qualcosa di speciale ed estremamente bel-

lo.

Non sapevo cosa aspettarmi da questa esperienza e dopo averlo fatto posso dire che

non avrei potuto aspettarmi nulla di così bello. Un’esperienza indelebile che ha lasciato un

segno che non si può dimenticare.

A tutti coloro che leggeranno queste righe rivolgo l’invito a partecipare ai prossimi in-

contri/ritiri che le “nostre” suore ci proporranno. Ogni tanto incontrarsi al di fuori delle no-

stre comunità e potersi ritirare un po’ ad ascoltare il Signore e cercarlo oltre le nostre abitu-

dini fa BENE.

Un grande grazie va a tutte le persone che abbiamo incontrato in questi giorni ed han-

no reso possibile l’esperienza soprattutto alle donne della comunità Mamrè che con la loro

testimonianza ci hanno mostrato un altro modo di vivere e testimoniare l’essere Cristiani.

Ma il grazie più grande va alle Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato per

tutto quello che fanno e organizzano aiutandoci a scoprire il sorriso di Dio in ogni gesto.

“So che sei nell'amore degli amici che ora ho incontrato” (cfr. canto “Luce”)

Francesca

10

1° gennaio 2016 La compagnia “La Casa degli angeli “

presenta:

“La Santa Caterina” musical & recital

con la regia di : sr.Liliana Signori CAST:

S.Caterina: sr.Emilia Il padre Pagano: sr.Maria Aurora La mamma Cristiana: sr.Fiorenza

Angeli danzanti : sr.Ernestina, Sr.Maria Emanuela ******************

Fuori programma per acclamazione del pubbli-co:“Bambinello Piccirillo”

Canzone interpretata da sr.Elide in versione originale.

Con la partecipazione straordinaria di don Ade-mo e la partecipazione ordinaria delle sorelle di

“Ca’ degli angeli” e “Casa Madonna” Il divertimento è stato assicurato!!!!

Dovevate esserci anche voi!!! Un grazie a quante hanno recitato, cantato, pre-

parato ed applaudito! .

La compagnia è disponibile a fare tournée in tutte le province

anche in America

(sono Angeli quindi non hanno bisogno

del biglietto aereo!!).

contattateci : tel.: +39/055.59.98.15

facebook: angeli.it personalmente : via sant’Apollinare, 2

-Fiesole

Abbiamo anche un’altra persona che potete invi-

tare a casa vostra però è disponibile solo il ….. 6 gennaio!! … la Befana!!

11

Sabato 13 e domenica 14 febbraio a Fiesole abbiamo vissuto il primo week-end vocazionale 2016.

Sono arrivate a Fiesole, dopo aver ricevuto un invito da parte di sr. Chiara Meucci durante un incon-

tro organizzato dai frati conventuali ad Assisi,

Chiara e Samantha rispettivamente di Padova

e di Bologna.

Con entusiasmo sfidando pioggia e vento que-

ste ragazze si sono dimostrate ben disposte a

mettersi in viaggio come pellegrine alla ricerca

della propria vocazione.

Tema delle giornate: “Sono chiamata alla vita

… sono pellegrina”.

Abbiamo iniziato, con la guida di sr. Fatima,

cercando di capire che cosa voglia dire per noi

essere chiamate e sentirci in cammino, essere

delle pellegrine. Ripercorrendo le tappe della

nostra vita abbiamo potuto renderci conto di essere in viaggio come tanti personaggi biblici del passa-

to come: Abramo, Mosè, Samuele, Paolo ma anche come personaggi inventati, frutto dell’esperienza e

della saggezza popolare come: Parsifal, Pinocchio, Ercole, Shrek … l’essere in viaggio è insito nell’uo-

mo è parte del suo DNA.

Abbiamo compreso che il viaggio della vita si snoda attraverso uno schema con tre grandi momenti: la

preparazione, il percorso e il ritorno cioè inizia con una voce che chiama o un evento che provoca si

realizza attraverso l’abbandono del passato, l’uscita verso un mondo sconosciuto dove si incontrano

altre realtà/persone, si combatte le avversità interiori ed esteriori ci si riconcilia e si ritorna rinnova-

ti/ cambiati.

Questo è stato il percorso fatto anche da

Francesco d’Assisi.

E’ stato bello condividere le tappe della no-

stra vita , raccontarci il nostro incontro con

il Signore attraverso: il dialogo personale, i

momenti di preghiera, alcune dinamiche,

attività, test e riconoscersi dentro un miste-

ro fatto di grandi conquiste e di piccole espe-

rienze quotidiane tutte importanti perché

sono la nostra vita. Anche noi suore ci siamo

messe in gioco partecipando ad alcune atti-

vità e facendoci sentire al loro fianco.

Sabato sera abbiamo unito l’utile al dilette-

vole guardato il film: Alice in Wonderland

(Alice nel paese delle meraviglie) cercando

12

di afferrare quegli elementi della storia interessati per il nostro incontro e occasione di dialogo e di

approfondimento.

Domenica mattina il partecipare alla S. Messa dai frati minori ci ha dato l’occasione per visitare par-

te dell’antico convento e conoscere un pezzetto di storia francescana.

Non ci è mancato il tempo anche per fare una passeggiate e gustare il bel panorama di via Belvedere

nonostante il tempo burrascoso.

Molto apprezzato dalle ragazze è sta la possibilità di avere tempo per la riflessione, per il dialogo per-

sonale e fare le cose” con calma”.

Samantha e Chiara sono tornate a casa entusiaste e desiderose di condividere questa esperienza con

altre amiche alle quali proporranno di partecipare ai prossimi incontri.

Ringraziamo il Signore perché il seme gettato … qualcuna l’ha raccolto …. ora ci mettiamo a disposi-

zione per aiutarlo a crescere. Il Prossimo appuntamento è per il 12-13 marzo ( seminate …. qualcuna

raccoglierà).

Sr. Chiara Lusetti

Nonostante la stanchezza fisica del viaggio in pullman siamo arrivate dalla Calabria in questo

luogo francescano, immerso in una pace e tranquillità interiore nella bellezza della natura .... luo-

go dove Francesco ha ricevuto le stimmate (1224) .

Il mio primo pensiero andava a questo grande Santo che camminava, pregava e meditava nei

boschi.

L’incontro e iniziato nella mattinata all’arrivo di tutti i giovani provenienti da diverse zone d’Italia

nella casetta delle suore M.F.V.I.

Punto di riferimento: Francesco e la misericordia alla scoperta del volto di Dio. La bella testimo-

nianza che abbiamo ascoltato è stata

quella di don Bledar all’incontro con il

Papa a Firenze che ha raccontato la

sua storia da clandestino, sedicenne,

ateo, appena sbarcato in Italia. Il sogno

di una casa e un lavoro svanirono

quando cominciò a dormire sotto i ponti,

a mangiare nelle mense della Caritas.

Bussava in tutte le chiese del luogo ma

un giorno DIO ascoltò la sua preghiera

e aprì un sacerdote che gli disse que-

sta frase: “ Figliolo per me ha bussato

Gesù Cristo vieni e stai a casa mia”.

Bledar ha vissuto in quella casa per 9

anni e il sacerdote gli fece da padre e

guida spirituale: un nuovo cambiamento

di vita.

Da questa testimonianza inizia il nostro

ritiro: ognuno poi ha vissuto un momen-

Camminando verso te…

13

to di silenzio in quella natura contemplativa, nel pomeriggio siamo andati in pellegrinaggio. Insie-

me abbiamo condiviso i momenti vissuti nella giornata, con l’adorazione al Santissimo. Il giorno

dopo siamo andati al Santuario partecipando alla processione fino alla cappella delle Stimma-

te: un percorso breve ma intenso, pieno di amore e fratellanza tra di noi.

Non si può non percepire in questo luogo l’amore che Dio ha donato a Francesco, uomo che ha

chiesto di vivere il dolore delle sue santissime piaghe, l’amore che Dio ha provato donandosi a

noi.

Il nostro sguardo sarebbe più amorevole verso il prossimo se ci fosse meno indifferenza e così

potremo riconoscere il volto di Dio impresso nello sguardo degli altri.

Maria

Domenica mattina 3 gennaio suor Caterina ed io siamo partite da Lamezia verso Assisi: dopo

dodici ore di automobile causa traffico, rallentamenti sulla Napoli-Roma e inghippo al pe-

daggio di Caserta, siamo arrivate alla meta desiderata! Suor Alessia, suor Giovanna, suor

Rosalie ci hanno accolto con gioia e trepidazione insieme alle suore della comunità: suor

Giampaola, suor Gilberta, suor Chiara e suor Walfreda. Sono stati giorni belli e significativi:

il trovarsi, il condividere, lo stare insieme, la formazione…

La prima mattina siamo scese alla basilica di S. Maria degli Angeli, dove abbiamo vissuto il

giubileo della Misericordia accostandoci al sacramento della Confessione e attraversando la

porta della Porziuncola: abbiamo ricevuto una grande Grazia! Nel pomeriggio siamo state a

S. Rufino, a S. Chiara, a S. Francesco e al Serafico con la “mappa del pellegrino”: in ogni ba-

silica ci facevano un timbro sulla nostra cartella. Siamo passate a salutare anche il parroco

Don Cesare che poi è venuto una sera a cena da noi e insieme abbiamo ricordato alcuni episo-

di di quando eravamo novizie.

Abbiamo poi iniziato la formazione specifica sulla misericordia: suor Caterina ci ha spiegato

l’origine storico del termine “k’esed” che significa bontà, legame di amicizia, di amore inteso

come fedeltà alla parola data. Il secondo termine per definire l’immagine di Dio è “Rachmim”,

grembo materno che indica l’amore di tenerezza, gratuito della madre per il figlio. L’amore di

Dio supera anche questo!!!

Un pomeriggio abbiamo anche avuto l’occasione di incontrare e salutare Rossana, la monaca

benedettina che aveva vissuto con noi per un periodo a Lamezia, ora lei si trova nel monaste-

ro di S.Guseppe ad Assisi. Non poteva mancare, inoltre, la visita alla signora Maria Cirimele,

ora allettata, ma con uno spirito sempre da combattente!

Ringraziamo il Signore per i doni che abbiamo ricevuto in questi giorni, per la fraternità, per

i momenti di formazione insieme e per le suore che hanno reso possibile tutto questo!

Sr Ester

14

Ci siamo riunite in una quarantina di suore ad Assisi per riflet-

tere sulla linea capitolare che il governo generale ha proposto.

Argomento è: "discernimento sulla provincia e delegazione"

Abbiamo ascoltato in videoconferenza

la testimonianza di una suora della carità

di Antide Thouret: come questo istituto ha

semplificato le strutture di governo e come

gestisce l'economia .

Una mattinata sr Chiara Meucci ha spie-

gato il progetto formativo delle pastorale

giovanile di quest'anno illustrando le date

degli incontri vocazionali e degli incontri

organizzati dei frate conventuali di Assisi

per i giovani.

Le suore della comunità di Camogli han-

no parlato delle nuove esperienze di acco-

glienza delle donne immigrate, hanno

espresso il loro entusiasmo e la loro gioia

per la missione ma anche le difficoltà dato

del complesso sistema burocratico che

rallenta l'arrivo dell'esperienza.

Sr Liliana ha presentato il nuovo progetto per l'An-

gola , anche il viaggio in Portogallo per l'approfondi-

mento della lingua e poi l'esperienza di tre mesi in

Angola con sr Stefania e sr Toinia, nella gioia e nella

speranza di arrivare a compiere il servizio a nome di

tutta la famiglia religiosa.

L'ultimo pomeriggio è venuto il vescovo di Foligno e

ha tenuto una bella relazione sulle opere di misericor-

de spirituali, in particolare si è soffermato sulla carità

e l'amore fraterno come volto di Dio.

La sera ci siamo sentite in collegamento via sky-

pe con sr Fatima e sr Mariarosa che erano al capitolo provinciale in Uruguay .

E stata un bel momento di condivisione, le suore hanno potuto fare alcune domande di chiari-

mento sulla forma di governo della provincia e della delegazione.

Per concludere l'assemblea, le juniores hanno fatto divertire le suore con un gioco "puzzle" che

consiste nel comporre varie figure, simbolo della misericordia.

15

I tre giorni sono stati intensi e partecipati, ogni

singola suora ha portato il suo pensiero, la sua

visione sul futuro della nostra famiglia religiosa.

Sr Rosalie

Un ringraziamento “speciale”

ad Ester ed Annamaria che con la loro presen-za preziosa hanno reso più leggera la parteci-

pazione a questo momento assembleare.

Proponiamo alcuni stralci del Videomessaggio inviato dal Papa al 51mo congresso Eu-

caristico Internazionale, “Cristo in voi, la nostra speranza di gloria”, che si è chiuso il 31

gennaio a Cebu, nelle Filippine -

In un mondo che ha bisogno del messaggio della tenerezza del perdono e della misericordia del Padre, è

urgente che ogni cristiano si faccia missionario. Lo dice Papa Francesco nel videomessaggio inviato a con-

clusione del 51mo congresso Eucaristico Internazionale, a Cebu nelle Filippine, sul tema: “Cristo in voi, la

nostra speranza di gloria”.

Pensare ai “conflitti, alle ingiustizie e alle urgenti crisi umanitarie che segnano il nostro tempo”, sollecita

ogni cristiano ad “essere un vero discepolo missionario”. A Cebu arrivano le parole di Francesco, che ricor-

dano come “la presenza di Cristo in mezzo a noi non è solo una consolazione, ma anche una promessa e un

invito”. La promessa che la pace una gioia eterna un giorno saranno “nostre nella pienezza del Suo Regno”

e l’invito “ad andare avanti come missionari”. Francesco ricorda il suo viaggio nelle Filippine dello scorso

anno, esalta le qualità di fedeltà e di profonda devozione di quel popolo di missionari, che 500 anni fa rice-

vette il Vangelo. Un popolo che, sottolinea il Papa, ha saputo mostrare “profonda fede e resilienza” a segui-

to della devastazione del tifone Yolanda del 2013.

E’ partendo dal tema del Congresso Eucaristico “Cristo in voi, la nostra speranza di gloria”, che il Papa

sottolinea come Gesù risorto sia “sempre vivo e presente nella Sua Chiesa, soprattutto nell’Eucaristia, sa-

cramento del Suo Corpo e Sangue”. E come la sua presenza spinga ad essere missionari “per portare il mes-

saggio della tenerezza, del perdono e della misericordia del Padre ad ogni uomo, donna e bambino”.

How much our world needs this message! …

“Quanto il nostro mondo ha bisogno di questo messaggio! Quando pensiamo ai conflitti, alle ingiustizie e

alle urgenti crisi umanitarie che segnano il nostro tempo – dice il Papa – ci rendiamo conto di quanto sia

importante per ogni cristiano essere un vero discepolo missionario che porta la buona notizia dell'amore

Cristo in voi, la nostra speranza di gloria

16

redimente di Cristo a un mondo che ha tanto bisogno di riconciliazione, giustizia e pace”.

E’ quindi per questo che è “appropriato” che il Congresso si tenga nell’Anno della Misericordia, “in cui

tutta la Chiesa è invitata a concentrarsi sul cuore del Vangelo: la Misericordia”.

We are called to bring the balm of God’s merciful love …

“Siamo chiamati a portare il balsamo dell'amore misericordioso di Dio all’intera famiglia umana, a fasciare

le ferite, portando la speranza dove così spesso la disperazione sembra avere il sopravvento”.

Francesco chiede di riflettere su due dei gesti di Gesù durante l’Ultima Cena, che hanno a che fare con “la

dimensione missionaria dell’Eucaristia”: la tavola della comunione e la lavanda dei piedi. Per Gesù era im-

portante condividere i suoi pasti con i discepoli, “ma anche, e soprattutto, con i peccatori e gli emarginati”.

Ascoltava le loro storie, capiva le loro speranze e aspirazioni, parlava loro dell’amore del Padre. Ad ogni

Eucaristia, “dobbiamo essere ispirati a seguire il Suo esempio tendendo la mano agli altri, con uno spirito

di rispetto e di apertura, al fine di condividere con loro il dono che noi stessi abbiamo ricevuto”. E in Asia,

“dove la Chiesa è impegnata in un dialogo rispettoso con i seguaci di altre religioni, questa testimonianza

profetica avviene molto spesso, attraverso il dialogo della vita”.

Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli alla viglia della Sua Passione, un gesto di “umile servizio, dell’amore

incondizionato con il quale ha dato la Sua vita sulla Croce per la salvezza del mondo”. Ed ecco che anche

questo insegnamento, la prontezza di aiutare gli altri, è “al cuore del discepolato missionario”.

Francesco prende come esempio di questo la generosità e la solidarietà espresse nel dopo-tifone, quando le

persone ricostruirono le case e la vita. Ed è l’Eucaristia che “ci parla di questa potenza, che scorre dalla

Croce e porta continuamente nuova vita”, che cambia i cuori:

It enables us to be caring , to protect the poor and the vulnerable …

“Essa ci permette di avere cura e proteggere i poveri e i vulnerabili e ad essere sensibili al grido dei nostri

fratelli e sorelle che sono nel bisogno. Ci insegna ad agire con integrità e a rifiutare l'ingiustizia e la corru-

zione che avvelenano la società alle sue radici”.

In conclusione, l’auspicio del Papa che il Congresso di Cebu possa essere “lievito di riconciliazione e di

pace per il mondo intero”, e l’annuncio che il prossimo appuntamento del 2020 si terrà a Budapest, in Un-

gheria.

17

In occasione della chiusura dell’anno della Vita Consacrata proponiamo

il discorso tenuto dal Santo Padre Francesco con i partecipanti al Giubi-

leo della Vita Consacrata il 1° febbraio.

Cari fratelli e sorelle,

sono contento di incontrarmi con voi al termine di questo Anno dedicato

alla vita consacrata.

Un giorno, Gesù, nella sua infinita misericordia, si è rivolto a ciascuna e

ciascuno di noi e ci ha chiesto, personalmente: «Vieni! Seguimi!»

(Mc 10,21). Se siamo qui è perché gli abbiamo risposto “sì”. A volte si è

trattato di un’adesione piena di entusiasmo e di gioia, a volte più soffer-

ta, forse incerta. Lo abbiamo comunque seguito, con generosità, la-

sciandoci guidare per vie che non avremmo neppure immaginato. Ab-

biamo condiviso con Lui momenti di intimità: «Venite in disparte […] e

riposatevi un po’» (Mc6,31); momenti di servizio e di missione: «Voi

stessi date loro da mangiare» (Lc 9,13); perfino la sua croce: «Se qualcuno vuol venire dietro a me […]

prenda la sua croce» (Lc 9,23). Ci ha introdotti nel suo stesso rapporto con il Padre, ci ha donato il suo

Spirito, ha dilatato il nostro cuore sulla misura del suo, insegnandoci ad amare i poveri e i peccatori. Lo

abbiamo seguito insieme, imparando da Lui il servizio, l’accoglienza, il perdono, la carità fraterna. La no-

stra vita consacrata ha senso perché rimanere con Lui e andare sulle strade del mondo portando Lui, ci

conforma a Lui, ci fa essere Chiesa, dono per l’umanità.

L’Anno che stiamo concludendo ha contribuito a far risplendere di più nella Chiesa la bellezza e la santità

della vita consacrata, intensificando nei consacrati la gratitudine per la chiamata e la gioia della risposta.

Ogni consacrato e consacrata ha avuto la possibilità di avere una più chiara percezione della propria iden-

tità, e così proiettarsi nel futuro con rinnovato ardore apostolico per scrivere nuove pagine di bene, sulla

scia del carisma dei Fondatori. Siamo riconoscenti al Signore per quanto ci ha dato di vivere in questo An-

no così ricco di iniziative. E ringrazio la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita

Apostolica, che ha preparato e realizzato i grandi eventi qui a Roma e nel mondo.

L’Anno si conclude, ma continua il nostro impegno a rimanere fedeli alla chiamata ricevuta e a crescere

nell’amore, nel dono, nella creatività. Per questo vorrei lasciarvi tre parole.

La prima è profezia. E’ il vostro specifico. Ma quale profezia attendono da voi la Chiesa e il mondo? Siete

anzitutto chiamati a proclamare, con la vostra vita prima ancora che con le parole, la realtà di Dio: dire

Dio. Se a volte Egli viene rifiutato o emarginato o ignorato, dobbiamo chiederci se forse non siamo stati

abbastanza trasparenti al suo Volto, mostrando piuttosto il nostro. Il volto di Dio è quello di un Padre

«misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 103,8). Per farlo conoscere occorre avere

con Lui un rapporto personale; e per questo ci vuole la capacità di adorarLo, di coltivare giorno dopo gior-

no l’amicizia con Lui, mediante il colloquio cuore a cuore nella preghiera, specialmente nell’adorazione si-

lenziosa.

La seconda parola che vi consegno è prossimità. Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni uomo e ogni don-

na: ha condiviso la gioia degli sposi a Cana di Galilea e l’angoscia della vedova di Nain; è entrato nella ca-

sa di Giairo toccata dalla morte e nella casa di Betania profumata di nardo; si è caricato delle malattie e

delle sofferenze, fino a dare la sua vita in riscatto di tutti. Seguire Cristo vuol dire andare là dove Egli è

andato; caricare su di sé, come buon Samaritano, il ferito che incontriamo lungo la strada; andare in cerca

della pecora smarrita. Essere, come Gesù, vicini alla gente; condividere le loro gioie e i loro dolori; mo-

strare, con il nostro amore, il volto paterno di Dio e la carezza materna della Chiesa. Che nessuno mai vi

senta lontani, distaccati, chiusi e perciò sterili. Ognuno di voi è chiamato a servire i fratelli, seguendo il

proprio carisma: chi con la preghiera, chi con la catechesi, chi con l’insegnamento, chi con la cura dei ma-

lati o dei poveri, chi annunciando il Vangelo, chi compiendo le diverse opere di misericordia. Importante è

18

non vivere per sé stessi, come Gesù non ha vissuto per Sé stesso, ma per il Padre e per noi.

Arriviamo così alla terza parola: speranza. Testimoniando Dio e il suo amore misericordioso, con la grazia

di Cristo potete infondere speranza in questa nostra umanità segnata da diversi motivi di ansia e di timore

e tentata a volte di scoraggiamento. Potete far sentire la forza rinnovatrice delle beatitudini, dell’onestà,

della compassione; il valore della bontà, della vita semplice, essenziale, piena di significato. E potete ali-

mentare la speranza anche nella Chiesa. Penso, ad esempio, al dialogo ecumenico. L’incontro di un anno

fa tra consacrati delle diverse confessioni cristiane è stata una bella novità, che merita di essere portata

avanti. La testimonianza carismatica e profetica della vita dei consacrati, nella varietà delle sue forme, può

aiutare a riconoscerci tutti più uniti e favorire la piena comunione.

Cari fratelli e sorelle, nel vostro apostolato quotidiano, non lasciatevi condizionare dall’età o dal numero.

Ciò che più conta è la capacità di ripetere il “sì” iniziale alla chiamata di Gesù che continua a farsi sentire,

in maniera sempre nuova, in ogni stagione della vita. La sua chiamata e la nostra risposta mantengono

viva la nostra speranza. Profezia, prossimità, speranza. Vivendo così, avrete nel cuore la gioia, segno di-

stintivo dei seguaci di Gesù e a maggior ragione dei consacrati. E la vostra vita sarà attraente per tante e

tanti, a gloria di Dio e per la bellezza della Sposa di Cristo, la Chiesa.

Cari fratelli e sorelle, ringrazio il Signore per quello che siete e fate nella Chiesa e nel mondo. Vi benedico

e vi affido alla nostra Madre. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

19

Un cammino nuovo a Camogli Carissime Sorelle,

dopo circa un mese e mezzo dall’inizio dell’accoglienza delle nostre Ospiti, vogliamo condividere

un po’ con voi la vita quotidiana che viviamo ora nel “PROGETTO STELLA FRANCESCANA”.

Il servizio è molto impegnativo e ci tiene occupate tutto il giorno… e a volte la notte… è come se avessimo 8 figlie, perché le necessità sono di ogni genere. E non essendo abituate a tante delle nostre co-se, richiede tempo per spiegare e far vedere come si utilizzano. Un po’ come noi quando andiamo in un posto nuovo che non conosciamo!

Vi presentiamo le ragazze, di cui diverse già mamme (ma i bambini sono nel paese di origine) e tre in attesa: vengono tutte dalla Nigeria (per problemi di privacy purtroppo non possiamo mandarvi nessuna fotografia per ora); 5 sono arrivate sei mesi fa ed erano presso un’altra struttura, mentre 3 sono sbarcate a Lampedusa il 27 gennaio e sono venute direttamente da noi:

Abbiamo cercato di attivarci già prima del loro arrivo per creare una rete di volontari/e e dobbiamo dire che hanno risposto bene. Per ora sono circa 25 di cui una decina fanno il servizio della scuola di italiano due ore al giorno (dalle 10 alle 12); altri/e invece si sono offerti per fare alcuni laboratori (cucito, ginnastica, disegno, cucina…), alcuni per fare lavori materiali (andare a prendere gli alimentari che ci dà la Croce Rossa, insegnare nei lavori di casa…) e altri, 3 medici, in casi di necessità di salute fisica (spiegare alcune cose dell’igiene, l’aspetto dentistico…). Con tutti loro ci troviamo ogni tanto per condividere come sta andando il lavoro e siamo molto contente perché tra loro è nata un’amicizia bella; si organizzano tra loro per le sostituzioni dei loro turni qualora fossero impediti e sono davvero di sostegno e aiuto al Progetto. Certo non manca chi, in paese, è contrario a questa attività e si è fatto sentire, ma accogliamo que-ste contestazioni per fare meglio ciò che dobbiamo fare. Anche il Sindaco con tutti i suoi collaboratori, il Maresciallo dei Carabinieri con i suoi collaboratori e il Medico curante, si sono dimostrati molto attenti e vicini a questa realtà che anche per loro è tutta nuova. Le ragazze si sono divise in gruppi di lavoro che varia-no ogni settimana: chi apparecchia e sparecchia, chi cucina e fa il lavandino, chi pulisce scale, salone e sala TV…… e non mancano i momenti di svago, che aiutano ad imparare l’italia-no senza essere sui banchi di scuola, come la festa del Carne-vale a casa nostra e una bella partita a “UNO”. Abbiamo in aiuto ogni giorno un’operatrice della Coo-perativa con la quale collaboriamo che ci aiuta soprattutto per la lingua inglese e le pratiche burocratiche relative ai do-cumenti della Questura e alle visite nei vari Ospedali.

STELLA

PRECIOUS

LOVETH FAITH FAVOUR

PAMELA REBECCA

20

La Cooperativa è portata avanti da Don Gia-como Martino (la parte della Chiesa) e da Maurizio Aletti con altri 5 della Comunità della S. Egidio. So-no loro in prima persona i responsabili e oltre alla nostra struttura gestiscono altri 4 centri per un to-tale di 156 ragazzi profughi. Vi ringraziamo per tutte le vostre preghie-re!! Non mancheremo di tenervi informate su co-me procederà il cammino!! Vi mandiamo anche i recapiti del Progetto:

e-mail [email protected] cellulare 333.11.29.413

A ciascuna di voi un augurio di un Buon cammino quaresimale, e per chi volesse venire a trovarci, vi

aspettiamo con gioia!!! Le sorelle di Camogli

Dalmine (Bg) Missione popolare 13-28

febbraio 2016

Come racchiudere l'intensità di due

settimane alla missione popolare ap-

pena conclusa, cercando di trasmette-

re la bellezza e la gioia dei volti in-

contrati, delle storie ascoltate, delle

amicizie nate, di quanto condiviso,

senza rendere, prima di tutto, lode a

Dio per quanto ci ha concesso di vive-

re.

La missione popolare è lette-

ralmente “un' invasione” a 360° in

tutte le realtà presenti nella zona da

parte dei missionari, cercando di in-

contrare più persone possibili e testimoniare la gioia del Vangelo, non c'è stato ambiente che

non sia stato visitato: famiglie, scuole, negozi, uffici, bar e persino il mercato.

Pensiamo a 52 religiosi che ogni giorno per tutta la prima settimana si aggiravano nel-

le Parrocchie di Dalmine, non si poteva far finta di non vederli, “non si può chiudere gli occhi

davanti a tanta grazia”, sono le parole che hanno accompagnato l'omelia del vescovo France-

sco Beschi durante l'apertura delle missioni, nella quale, invitava ciascuno a riflettere

sull'abbondanza dei doni che il Signore elargiva grazie a queste due settimane.

Siamo stati accolti ciascuno in diverse famiglie della città, e ci siamo sentiti a casa, ab-

biamo fatto degli incontri davvero speciali, la disponibilità, la premura nei nostri confronti è

21

stata impagabile, ci hanno aperto le loro ca-

se, i loro vissuti, facendoci sentire parte del-

la loro famiglia.

Cosa fosse una missione popolare e

come si sviluppasse era per noi tutta novità,

poiché tolto i racconti delle sorelle che aveva-

no partecipato altre volte, per noi era la pri-

ma esperienza, ma è bastato poco per speri-

mentare una forte comunione con i frati e le

suore presenti.

Le giornate sono state ricche di incon-

tri , di condivisione, noi della pastorale gio-

vanile eravamo quattro suore e due frati e

abbiamo visitato tutte le scuole presenti sul

territorio, dalle scuole dell'infanzia fino alle superiori.

La nostra giornata era suddivisa in diverse attività, tutta la mattinata era dedicata

alla visita scolastica e il nostro incontro cambiava a seconda delle classi con i più piccolini

abbiamo giocato, cantato, recitato, raccontato loro la storia di S. Francesco e S. Chiara.

Con quelli delle medie si dedicava un tempo per il racconto della storia e un tempo per le do-

mande a noi missionari, mentre alle superiori ci siamo dedicati all'ascolto delle domande che

i giovani avevano riguardo alla nostra scelta di vita, alle motivazioni che ci hanno spinto a

consacrarci al Signore, ma anche domande di altro genere sulla fede, sulla Chiesa.

La visita alle scuole è stata la realtà più coinvolgente, i giovani in modo particolare

hanno il desiderio di capire, conoscere, portano nel cuore tanti pregiudizi che non li lasciano

liberi di guardare la nostra vita con verità e nella realtà; siamo state accolte con rispetto e

disponibilità sia da parte dei docenti che degli alunni.

Da parte nostra ci si chiedeva quale potesse essere la reazione dei ragazzi a scuola poi-

ché si pensa sempre che i giovani siano prevenuti, che non abbiano voglia di dialogare, invece

abbiamo riscontrato proprio il contrario, incontrando dai più piccoli ai più grandi il desiderio

di confronto.

Con tutti i missionari ci si ritrovava per il pranzo ed era un bel momento di condivisio-

ne con chi visitava le famiglie e diventava un modo per raccontare come stava andando l'e-

sperienza, ma anche un tempo di conoscenza reciproca, una bella fraternità.

Ogni pomeriggio, la nostra equipe si occupava di animare un momento di preghiera

presso alcune parrocchie per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie cercando di

approfondire la vita di S. Francesco e le opere di misericordia; era un bel momento di incon-

tro anche con le mamme che accompagnavano i bambini le quali partecipavano attivamente

alla preghiera.

Ore 18.00 tutti i giorni, S. Messa per i giovani in una piccola chiesetta della cittadina

animata da noi suore, a seguire la cena e gli incontri serali nelle diverse parrocchie e con di-

versi gruppi di adolescenti o giovani.

La fatica più significativa è emersa proprio all’interno delle parrocchie. Come uno dei

sette parroci ha saputo riassumere, la missione è stata una cartina di torna sole circa la reale

partecipazione della vita cristiana alla vita parrocchiale. Alcune famiglie non hanno accolto

la visita dei missionari, gli stessi gruppi dei giovani ed adolescenti che incontravamo, soprat-

22

tutto nel dopo cena sono stati eterogenei nel

loro modo di partecipare e di lasciarsi coin-

volgere. Non possiamo negare che soprattut-

to la prima settimana ci siamo trovate di

fronte ad una vera “sfida” nel trovare

“strategie” adeguate e quindi anche nel cer-

care “ogni adattamento” come direbbe Ma-

dre Giovanna, per interagire con chi si mo-

strava refrattario all’ascolto…., ma doveva-

mo provarci, sapevamo che era un’occasione

preziosa per loro, anche se non sarebbe stata subito colta ed accolta.

Nell'arco delle due settimane abbiamo potuto raggiungere i giovani attraverso diversi

incontri vicariali, in modo particolare due momenti hanno segnato una sorta di ulteriore

“novità” per loro: l'adorazione Eucaristica guidata dalle Sentinelle del mattino di Bergamo e

poi la celebrazione Penitenziale che, attraverso l'immagine del crocifisso di S. Damiano, ci ha

permesso di accompagnare i ragazzi a prepararsi alla riconciliazione.

Ogni gloria e lode al Signore che raggiunge il mistero del cuore umano come noi non

sappiamo, ne possiamo spiegare, perché già durante la seconda settimana gli atteggiamenti

iniziavano a cambiare, a mostrando interesse e perfino dispiacere perché l’esperienza volge-

va a conclusione.

Forte è stata la testimonianza durante la liturgia penitenziale, da parte della maggior

parte di giovani che ha ringraziato per aver vissuto con noi un vero risveglio della fede.

Era un ampio campo di battaglia, ogni porta che si apriva era un mistero, non sapevi

chi ti trovavi di fronte, quali potessero essere le loro aspettative, i loro desideri, cosa suscita-

va in loro poterci incontrare.

Una cosa molto bella che, nell'arco delle due settimane, ci siamo sentiti più volte chie-

dere è stato se noi sei religiosi della pastorale giovanile venissimo tutti dalla stessa comunità

o se comunque ci conoscessimo da molto tempo, e quando raccontavamo loro che era la prima

volta che ci si vedeva con alcuni, rimanevano meravigliarti dalla nostra comunione e frater-

nità, dono che Dio ci ha fatto per tutto questo tempo e che è stato bello e arricchente poter

testimoniare.

Ora la sfida continua… per i parroci che, nel salutarci, ci hanno chiesto di continuare

a sostenerli nella preghiera, perché tutto possa portare ulteriore frutto!

Rendiamo grazie a Dio per tutto questo tempo, per averci guidate, sostenute e accom-

pagnate in questa esperienza, per averci fatto toccare con mano che “dove due o tre sono riu-

niti nel mio nome, io sarò con loro.”

….Noi, con la grazia di Dio abbiamo seminato… qualcun’altro raccoglierà…, affidiamo al Suo

cuore Paterno questi suoi figli cari, amati… e grazie ai no-

stri Superiori ed a tutte le Sorelle che ci hanno accompa-

gnate e sostenute con la loro preghiera!

sr Alessia e sr Caterina

23

UN DONO “CAPPUCCINO”

Lo scorso 31 gennaio si è tenuto a Roma un incontro degli Istituti di Vita Consacrata ag-

gregati all'Ordine Cappuccino.

Fr Leonardo González (frate della Provincia del Río de la Plata) Delegato dal Ministro

generale fr. Mauro Jöhri, per le Clarise Cappuccine e per gli Istituti aggregati all’Ordine, ha preso

sul serio l'incarico ricevuto e ha organizzato un incontro fraterno nella loro Curia Generale.

C'erano diversi obiettivi che motivavano l'incontro: nell'anno della Vita Consacrata, rafforzare il

legame che unisce l'Ordine Cappuccino con numerosi Istituti religiosi, coltivando il senso di

famiglia; facilitare la conoscenza della realtà e proiezione dei nostri Istituti; conoscere e

potenzialmente collegare iniziative riferite alla formazione, alla missione e al settore sociale.

L'aggregazione di Istituti di vita consacrata all'Ordine Cappuccino ha una lunga tradizio-

ne nella storia. Fr Leonardo ha citato l'articolo “Cappuccine” di Mariano D'Alatri, nel Dizionario

degli Istituti di perfezione (vol. 2, Edizione Paoline, (1975) 195-198) in cui si menziona l'esistenza di

97 istituti associati, trai cui 88 femminili e 9 maschili. L'aggregazione implica a livello concreto, un

riconoscimento reciproco di un rapporto di familiarità spirituale tra le nostre comunità.

All'incontro abbiamo partecipato pochi istituti. Rappresentati dei frati sono stati: il Ministro

Generale dell'Ordine, Fr Mauro (arrivato il giorno prima dalla Francia dove era in visita ai frati), Fr

Leonardo, Fr Jaime (vice segretario incaricato per la formazione nell'Ordine) ed un membro del-

la Commissione di Pace e Giustizia. Inoltre c'erano superiore, superiori e delegati dei Terziari

Cappuccini di N.S. Addolorata e delle Terziarie Cappuccine della Sgda. Familia (ambedue fon-

dati da Fr Amigo), delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, delle Cappuccine del Sacro Cuo-

re, e noi, MFVI. Alcune Madri e delegate non hanno potuto partecipare dato che

continuavano nelle sezioni dell'Incontro Internazionale della “Vita Consacrata in Comunione”,

organizzato dalla CIVCSVA, per la chiusura dell'Anno della VC.

La giornata si è svolta in diverse tappe. Abbiamo iniziato la giornata con una preghiera

nell'oratorio delle reliquie (una piccola stanza con “memorie” di tantissimi santi, beati, venerabili,

cappuccini. Fr Mauro ha aperto la tavola rotonda con una presentazione di quanto i Superiori

generali stiano riflettendo e la necessità di offrire una riflessione più approfondita sullo specifico

della Vita religiosa, guidati dalla domanda “qual'è la motivazione profonda della vita consacra-

ta, della vita religiosa? Lo specifico?” Ha fatto anche un piccolo accenno all'ultimo loro Consi-

glio Plenario (2015) sulla Grazia del lavoro.

A seguito, ogni istituto ha presentato la propria riflessione su come vede la realtà globale

della VC, guardata dalla periferia: una riflessione raccogliendo i frutti dell'anno della VC.

La seguente tappa è stata sulla realtà della VC in ogni Istituti e le caratteristiche tipiche

della famiglia cappuccina, condividendo forze, debolezze, tentazioni e sfide. In questo punto, lo

sguardo era specifico al proprio istituto. Dopo il pranzo c'è stata breve presentazione

sulla situazione della Formazione, la Missione e Ecologia- Pace e Giustizia, all'interno di

ogni Congregazione.

Come Consiglio generale abbiamo colto l'invito e le domande per riflettere tra di

noi sulla realtà globale della VR (per quanto ci è possibile “vedere”), sui i “frutti”

dell'anno, sulle nostre forze, debolezze, tentazioni e sfide.

24

La condivisione è stata molto interessante sia per poter conoscerci come realtà

istituzionali sia per costatare la ricerca che tutti stiamo facendo per rispondere allo Spirito

ed al nostro tempo, come per percepire e “nominare” alcuni fenomeni comuni in quasi

tutti gli Istituti. I frati sono stati colpiti dalla sincerità delle suore per condividere alcuni

limiti che pur avendoli loro fanno fatica a nominare. Ascoltando ogni presentazione si

coglieva “il filo cappuccino” comune a tutti e allo stesso tempo la peculiarità di ogni fa-

miglia.

Molti aspetti sono stati trattati... Metto in rilievo pochi. Sono stati riconosciuti come

preziosi: i diversi incontri promossi durante l'anno, i documenti di Papa Francesco; pro-

getti come l'iniziativa della UISG promuovendo la presenza di 10 suore in Sicilia per l'at-

tenzione agli immigranti; lo sforzo per essere vicini ai poveri; i processi di ti-estrutturazione;

la riflessione sulla governance; il desiderio di bene che esiste. Il tempo attuale è vissuto

come tempo “d'intemperia”: abbiamo scoperto la nostra “nudità”.

Con uno sguardo critico, qualcuno ha sottolineato una esperienza non minore (di debo-

lezza): pur essendo nella periferia stiamo comodi nella nostra periferia... lavoriamo con i

“nostri” poveri e non con quelli che ci chiamano. L'interculturalità, nonostante tutte le

riflessioni, continua ad essere un aspetto di difficile concrezione. SI percepisce un callo

della vita spirituale e si è addormentata la disponibilità per andare oltre.

Tra le tentazioni si ha citato il sentirsi a posto (abbiamo già fatto, cosa ci chiede di più?),

considerare la VR come “il” modo, fare cammini paralleli oppure passaggi senza itine-

ranza né disponibilità, ecc. Le sfide invece erano piuttosto vincolate a: guardare CRI-

STO, accettare le debolezze, camminare nella gratitudine vera, lavorare insieme, crede-

re che ancora possiamo dare una risposta, arrivare a processi formativi che tocchino il

cuore; la gestione ed la governance come un servizio e la ricerca di significatività.

L'interscambio sulle diverse iniziative a livello “Formazione” è stata molto benefica

per conoscere progetti che sono (stati) incisivi e quelli che non hanno funzionato, per far

conoscere proposte concrete (es. settimana formativa su S Fco ad Assisi) e soprattutto

per crescere nella consapevolezza dell'importanza delle verifiche nell'area della forma-

zione. Si è detto: “facciamo e facciamo molto; proponiamo, investiamo, portiamo

avanti ma... quasi mai verifichiamo”. Ancora una volta è stato confermato che forma-

zione permanente è la chiave prima ancora della Formazione iniziale, e che è impre-

scindibile accompagnare le formatrici/i formatori.

Un momento della riflessione

sulla Formazione nell'Ordine Cappucci-

na fatta da Fr Jaime

(ofm cap spagnolo

25

Fr Mauro ci ha invitato a continuare propiziando la vicinanza e lo interscambio tra le co-

munità locali ed i frati cappuccini, “per fare crescere la comunione tra noi e nostri Istituti

e camminare insieme come famiglia spirituale”. Fr Leonardo ha fatto notare come “la

ricchezza di sguardi condivisi è stata molto ampia, una piccola immagine del grande

mosaico della vita consacrata nella Chiesa”. Abbiamo concluso la giornata con la San-

ta Messa nella quale abbiamo ringraziato Dio per l'anno dedicato alla Vita Consacrata

e per la nostra storia comune come famiglia cappuccina.

Il passato 23 febbraio abbiamo commemorato 70 anni dell'Aggregazione all'Ordi-

ne OFM Cappuccino, concretizzata nel 1946. Causa di festa e motivo per farci vicine ai

frati cappuccini e alle sorelle che, in diversi posti, condividono il dono “cappuccino”

con noi.

Signore: Per il Carisma “cappuccino”: Grazie!. Per tanti fratelli cappuccini, P Danie-

le, P Agatangelo, P Bonaventura,... : Grazie!. Per l'invito di P Domingo che ci ha por-

tato in America Latina: Grazie!. Per quanto abbiamo vissuto e celebrato, per quanto

viviamo e celebriamo, con i frati cappuccini nelle diverse comunità nel mondo: Grazie!.

Per quanto si apre come nuovo orizzonte missionario con i frati Cappuccini in Angola:

Grazie!.

M. Fatima

Alcuni partecipanti all'incontro nella Cappella delle reliquie (Curia Generalizzia

Cappuccina, Roma)

I NOSTRI CARI DEFUNTI

Carlo, fratello di sr Rosaria Mastrilli 4 marzo 2016

26

Venerdì 4 marzo 2016 Velia Perini ha concluso il suo

“lungo” pellegrinaggio sulla terra (era nata l’11 agosto

1917) per entrare nella Pasqua eterna, in quei “cieli

nuovi e terra nuova” di cui parlava la Liturgia il gior-

no del suo funerale..

Molti di noi hanno potuto incontrarla a Villarotta in

occasione del pellegrinaggio sui luoghi di Madre Gio-

vanna preparato dalle Fraternità MaGi dell’Emilia

Romagna. In quell’occasione aveva voluto dare anche

la propria testimonianza, ricordando l’ingresso delle

suore a Villarotta e il suo forte legame con madre Giovanna, un’amicizia che poi è continuata

nei confronti di tutta la nostra Famiglia religiosa.

Durante i funerali celebrati a Villarotta, don Mario Pini ha condiviso la sua personale espe-

rienza di “vicinanza” ed amicizia con Velia e volentieri riportiamo alcuni brani della sua ome-

lia:

“Oggi siamo qui riuniti in preghiera di suffragio per questa nostra cara sorella Velia. Al mo-

mento del distacco la memoria riporta alla mente i momenti più segnalati della vita delle per-

sone che conosciamo e alle quali diamo l’ultimo saluto, che, per noi credenti, è un ARRIVE-

DERCI.

Ho conosciuto la Velia dopo l’alluvione del Po nel

1951. Da allora sono stati molti i fatti in cui l’ho vi-

sta attiva e generosa nelle varie opere di bene.

Un fatto particolare ha inciso profondamente nel cor-

so della sua vita: la conoscenza e la frequentazione di

Madre Giovanna Ferrari, fondatrice delle suore mis-

sionarie francescane del Verbo Incarnato, le nostre

suore di Villarotta. La Madre le voleva bene come ad

una figlia e la spronava all’impegno e alla generosi-

tà.

Velia ha risposto con entusiasmo diventando Terzia-

ria francescana e Collaboratrice con le suore nella

Congregazione, aperta alle iniziative della Diocesi,

nella Pontificia Opera Assistenza, nell’organizzazio-

ne delle Colonie estive per la Gioventù, con i movi-

menti formativi quali i Cursillos di cristianità e l’A-

In Ricordo di Velia Perini

27

Velia ha avuto un carattere forte e questo l’ha sostenuta negli impegni e nelle difficoltà durante

tutto il corso della sua lunga vita.

Ha fatto tanto bene ed è stata molto amata.

Il mio ministero sacerdotale a suo sostegno per lunghi anni, si è concluso alcuni giorni fa quan-

do ormai la sua vita volgeva la termine.

Con piena conoscenza ha ricevuto i conforti della fede ed ha pregato con noi. Poi ha intrecciato

le braccia sul petto in un gesto sereno e fiducioso in attesa. Sorella morte non si è fatta attende-

re molto, è giunta in silenzio e l’ha portata con sé.”

Dopo don Mario anche suor Serenella ha voluto esprimere il Grazie per quanto il nostro Istitu-

to ha ricevuto dalla generosità di questa nostra amica e quanto anche lei, personalmente, ab-

bia goduto della sua presenza. A seguire altre persone di Villarotta hanno voluto ricordare il

forte impegno sociale che tanto bene ha fatto al paese.

Il Grazie è stato bene espresso anche nell’immaginetta preparata per lei: “Per la tua lunga vi-

ta seminata di lavoro, di fatiche, di tanta generosità il tuo caro ricordo rimarrà sempre nel no-

stro cuore. Grazie Velia”

Sr Gloria

Riportiamo l’articolo pubblicato sul

Resto del Carlino il 17 febbraio 2016 in

occasione della Festa che la Comunità

di Villarotta ha fatto a suor Scolastica

per il suo 60° di Professione religiosa

28

Ero forestiero …

e mi avete accolto. Suona familiare alle nostre orecchie questa frase, fa parte delle Opere di Mi-

sericordia corporale che in questo Anno della Misericordia Papa Francesco

ha invitato a riscoprire e a vivere. Per le suore Scalabriniane questa opera di

misericordia è diventata un imperativo e una scelta di vita, secondo il cari-

sma del Fondatore Mons. Scalabrini e di Madre Assunta Marchetti.

Nella periferia di Lisbona, ad Amora, una suora scalabriniana, insieme ad

alcuni volontari accoglie bambini provenienti principalmente da San Tome

e dalla Guinea Bissau, che devono subire interventi chirurgici di vario gene-

re e non possono farlo nel loro Paese di origine, perchè mancano le condi-

zioni o sono interventi troppo delicati. Vengono accompagnati generalmente

dalla madre e si trattengono a Lisbona per il tempo necessario all’intervento

e alla convalescenza … Pedro è stato operato al cuore ed Elisandro al lab-

bro; grazie alla competenza e alla premura di medici e personale ospedaliero

e all’accoglienza e alla cura suor Otilia e dei volontari questi bimbi ritrova-

no la gioia e la speranza in un futuro, non facile, ma certamente migliore,

suore e volontari la certezza che “quando avrete fatto questo ad uno dei

miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Sr Stefania

ALLELUIA !

L'Amore è risorto, e il suo ardore è come la fragranza di un campo fertile. Anche noi risorgeremo; e in quel giorno, ogni membro del nostro corpo, riceverà da Dio una speciale ricompensa; per le opere compiute e e per i lavori eseguiti in nome Suo e per Suo amore.

SANTA LIETA PASQUA! NEL PIÙ MATERNO, FULGIDO

AUGURIO BENEDICENDE

buona Pasqua

Frohe ostern

Joyeuses pâques

Pascua feliz İyi Paskalyalar

feliz páscoa happy Easter

חג פסחא שמח

Maligayang Pasko ng Pagkabuhay