Simmetria-rivista 23 2013 a5

28
5/26/2018 Simmetria-rivista232013a5-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/simmetria-rivista-23-2013-a5 1/28 SIMMETRIA Associazione Culturale - Via Muggia 10 –  00195 Roma e-mail[email protected]  N.23  –  –  Luglio 2013  In questo Numero: L ORDO EQUESTRIS DI ROMA  d  P  .  . Ga l iano Selezione di articoli, commenti, riedizioni, estratti e segnalazioni relative alle attività di Sim- metria. La rivista on-line, agile e di poche pagine, si affianca alla rivista cartacea di Simmetria, ha lo stesso comitato di- rettivo ed editoriale e sviluppa temi particolari, prescelti fra quelli di maggiore interesse fra i nostri lettori. Ha un carattere aperiodico e viene inviata gratuitamente a tutti i soci ed amici che ne facciano richiesta.

Transcript of Simmetria-rivista 23 2013 a5

  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    1/28

    SIMMETRIA Associazione Culturale - Via Muggia 1000195 Roma e-mail:[email protected]

    NN..2233LLuugglliioo 22001133

    In questo Numero:

    LLOORRDDOOEEQQUUEESSTTRRIISSDDIIRROOMMAAddiiPP..GGaalliiaannoo

    Selezione di articoli, commenti, riedizioni, estratti e segnalazioni relative alle attivit di Sim-

    metria.

    La rivista on-line, agile e di poche pagine, si affianca alla rivista cartacea di Simmetria, ha lo stesso comitato di-

    rettivo ed editoriale e sviluppa temi particolari, prescelti fra quelli di maggiore interesse fra i nostri lettori.

    Ha un carattere aperiodico e viene inviata gratuitamente a tutti i soci ed amici che ne facciano richiesta.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    2/28

    SIMMETRIA Associazione Culturale - Via Muggia 1000195 Roma e-mail:[email protected]

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    3/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    3

    LORDO EQUESTRIS DI ROMA

    di Paolo Galiano

    Premessa: Senza voler offrire una

    vera e propria storia della cavalleriaromana, sulla quale gi esistono ot-timi testi, nostro intento esaminarele origini dellordoequestrisa Romaed alcuni suoi aspetti militari, politi-ci e sacerdotali per metterne in rilie-vo le particolari caratteristiche sa-crali e civili, che possono essere

    considerate alle radici della Caval-leria medievale. Poich di questoabbiamo detto in libri, articoli e

    convegni, si ritenuto utile per il let-

    tore interessato raccogliere, rivedere eampliare gli argomenti trattati ag-giungendo i risultati delle nuove ri-cerche in un solo articolo che possacostituire la base per ulteriori appro-fondimenti.

    Le Origini dell ORDO EQUE-

    STRISe loJUS ANULI AUREI

    La Cavalleria come organo militare(fig.1) venne creata a Roma circa tresecoli prima dellarrivo dei Celti in I-talia (considerati invece da molti Au-tori come i primi cavalieri dellEuropaoccidentale) dallo stesso Romolo, il

    quale costitu le prime tre centurie diequitescon il nome di celeres, secon-do Livio, dopo la pacificazione con iSabini: In quello stesso tempo furonoistituite anche tre centurie di cavalieri,una fu detta Ramnensi da Romolo,laltra Tiziensi da Tazio, lorigine delnome dei Luceri incerta. Rileviamo

    come i tre nomi Ramnenses, Titiensese Luceres siano attribuiti da Livio, adifferenza di Plutarco in Vita Rom20,non alle tre tribusma alle centurie de-gli equites: non possiamo pensare adun errore di Livio, poich i nomi eranoancora ben conosciuti al suo tempo,anche se il significato del terzo si eraperso, quindi da ritenere che secondolAutore le centurie degli equitesin uncerto senso impersonassero la tribus

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    4/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    4

    di provenienza per il loro particolare

    ruolo e la loro eccellenza1

    .

    Dionisio2specifica che le tre centu-rie costituivano la guardia del corpodi Romolo, comandata dalla personapi illustre, la quale aveva il titolo ditribunus celerum(Giunio Bruto ave-va tale carica quando Lucrezia fu uc-1Daltra parte fin dalla remota antichit, da quando nacqueintorno al II millennio la Cavalleria presso i Reitervlker(Popoli a cavallo) della regione uralo-caucasica dallestirpi indoeuropee l emigrate, il Cavaliere, luomo armatoa cavallo secondo la definizione di Cardini, sempre statoconsiderato oggetto di particolare venerazione da tutta lanazione (si veda GALIANO Le origini della Cavalleria inSimmetria n 11 2008).Questa sacralit del cavaliere nelMedioevo ben espressa dalle parole di Parsifal nel suo

    primo incontro con un cavaliere: Il ragazzo credeva fosseDio in persona, cos glielo aveva descritto madonna Herze-loyde Tosto riprese a parlare il ragazzo: Oh, cavaliere

    Dio(VON ESCHEMBACHParzival 122-123).2DIONISIO DALICARNASSOAnt romII, 13, 13.

    cisa, come riferisce Livio Hist I, 59):

    Romolo sent la necessit di un con-tingente di giovani organizzato mili-tarmente di cui avvalersi come guar-dia del corpo Scelse pertanto tre-cento uomini delle pi illustri famigliee fisicamente pi robusti, designatidalle fratrie [cio le trenta Curiae],ciascuna fratra scelse dieci giovani;

    questi uomini egli li teneva sempre in-torno a s. Tutti costoro ebbero la de-nominazione di celeres Nelle cam-pagne militari combattevano al suofianco, raddrizzando spesso le sortidel combattimento. Essi iniziavanoper primi la battaglia e la lasciavanoper ultimi rispetto agli altri.

    Nel tempo pi antico la cavalleriaera quindi costituita da giovani che,essendo di famiglia patrizia, garanti-vano a proprie spese lacquisto ed ilmantenimento dellequipaggiamento(fig.2), che comprendeva un servente,prefigurazione di quello che sar loscudiero medievale, e i due cavalli ne-

    cessari. Questi equites equo privatosecondo Livio3 sarebbero stati inveceistituiti nel corso dellassedio di Veiinel 403 a.C.: lAutore sposta cosdallVIII alla fine del V secolo a.C. lacomparsa di tale forma di cavalleriaconsiderandola successiva a quella i-stituita da Servio, il quale aveva porta-

    3LIVIOHistV, 7, il quale scrive che i cavalieri equo privatoerano al di fuori delle diciotto centurie di equites, in quantovolontari, per cui ricevettero uno specifico compenso dal Se-nato, pari a tre volte la somma che percepiva la fanteria.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    5/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    5

    to le centurie dalle tre di Romolo a

    diciotto, con il titolo di eques equopublico, in quanto i cavalieri riceve-vano cavalli ed equipaggiamento dal-lo stato.

    Ai comandanti dei celeres, cio iltribunus e i decuriones al suo co-mando (la cavalleria era suddivisa indecurie e non in centurie come la

    fanteria), Numa Pompilio affid laterza classe di cerimonie sacre da luiistituite (in numero totale di ottoclassi), per cui costoro compivanodeterminati riti sacri4, , che Dioni-sio per non specifica quali fossero.Sappiamo che essi erano in particola-re sacerdoti della Juno Sospita di La-

    nuvium (sacerdotes Lanuvini) con unFlamen che era loro sottoposto5 edavevano come protettrice anche la

    4DIONISIO DALICARNASSOAnt romII, 64, 3.5Lesistenza di Flamines ((il cui nome latino, da filum, il

    filo di lana che portavano alla fronte, o daflare, soffiare perattizzare il fuoco sacro, ha il suo corrispondente nel bra-hman ind, del quale condivide letimologia del nome da*bhlg-s-hmen, vedi DEVOTO Il lessico indoeuropeo per

    gruppi di significato, n 354) nella citt di Lanuvio atte-stata da un passo di CICERONE: In quel giorno a Lanuviodoveva essere nominato il Flamine da Milone, nella suaqualit di Dittatore (Pro MiloneXVII, 46; vedi anche X,27). Il Dittatore rivestiva quindi non solo una carica politicae militare ma anche religiosa: Che fosse carica sacra pariche nelle altre citt latine il Dittatore in Lanuvio, non sem-bra che possa lasciarne il dubbio il luogo di Ciceronenellorazione in difesa di Annio Milone, il quale essendo

    Dittatore in quella citt di cui era oriundo, vi si era portatoad inaugurare un Flamine (GERVASIO Iscrizioni dei

    Lucceiin Memorie della Regale Accademia Ercolanese diArcheologia, Napoli 1851, vol. 7 pag. 293). Interessante

    che un guerriero con funzioni sacrali, quale lequites etsacerdos Junonisdi Lanuvio, avesse a s sottoposto un sa-cerdote come il Flamen: questo rappresenta uninversionedei ruoli normalmente stabiliti, in quanto di norma si ritieneche uno kshatriyasia di stato inferiore ad un brahman.

    Fortuna Equestris, alla quale era stato

    dedicato un tempio nel Campo Marziopresso il teatro di Pompeo nel 173 a.C.dal Console Fulvio Flacco nel corsodella guerra contro i Celtiberi: il tem-pio and distrutto prima del 22 a.C. enon fu pi ricostruito, visto che gli e-quites, i quali avevano per protettricequesta Da, volendo offrirle al tempo

    di Ottaviano donativi pro valetudineAugusta dovettero recarsi ad un altrosuo tempio situato ad Antium.

    Il carattere di guardia del corpodel Rex comporta quel legame di ono-re e di fedelt al proprio signore checostituir la base etica e spirituale del-la Cavalleria medievale, ed i riti affi-

    dati ai comandanti dei celeresprefigu-rano quello che sar il carattere anchesacerdotale di questi guerrieri, carat-tere che era gi loro insito, se, come lecito supporre, i cavalieri erano i di-retti discendenti dei guerrieri dei tempiprimordiali in qualche modo collegatiad una sacralit primeva, la stessa dal-

    la quale derivavano gli sciamani percerte loro funzioni analoghe a quelledei sacerdoti del tempo successivo6.

    Con il passare del tempo le preroga-tive degli equitesandarono accrescen-dosi: votavano per primi nei Comitiacenturiata, dove portavano diciottovoti, uno per centuria, in quanto si

    6Di questo abbiamo trattato in Sciamani e cavalieri, Simme-tria online n 22, Roma 2013.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    6/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    6

    votava non per testa ma per centuria,

    non contemporaneamente ma per or-dine gerarchico, iniziando dalle cen-turie degli equites (almeno fino allariforma dei comizi che avvenne nelIII o II sec. a.C.)7; era loro dirittoportare una banda di porpora sullatunica (tunica angusticlavia, distintaper la minore larghezza della fascia

    rispetto alla tunica laticlavia dei se-natori); dovevano appartenere ad unafamiglia patrizia, finch Servio Tul-lio, portando le centurie a diciotto,fece entrare i cittadini nei ranghi de-gli equites per censo e non pi perclasse gentilizia; sembra che in que-sto stesso periodo essi abbiano cessa-

    to di costituire la prima filadellesercito nel corso della battaglia,per essere invece schierati alle alidella legione. Inizio di una decaden-za che si acceler dopo la SecondaGuerra Punica, quando gli equitescessarono di costituire un corpo spe-ciale dellesercito,divenendo soltan-

    to uno dei diversi componenti dellalegione8.

    Con listituzione degli equites equopublico ebbe inizio dal 443 a.C., da

    7POMALe istituzioni politiche del mondo romano, Bolo-gna 2012 pag. 66.8 Come ha sottolineato VIGNA nel suo Gentes romanae,Roma 2008, la guerra contro Annibale comport la prima

    grave alterazione del mondo religioso di Roma, con la per-dita di molti culti gentilizi a causa dellaltissimo numero dicaduti, tra i quali il fiore della giovent patrizia romana.

    possibile che la causa della decadenza dellordo equestrisabbia in questo la sua ragione storica.

    parte prima dei Consoli e poi dei Cen-

    sori, la recognitio, una sfilata quin-quennale degli equites9,per giudicaresia coloro che potevano rimanere nelcorpo, ed in tale caso il magistrato glidiceva: Traduc equum, Passa avan-ti col tuo cavallo, sia quelli che nevenivano rimossi o per raggiunti limitidi et (il periodo di servizio andava

    dai 17 ai 46 anni) o per motivi di in-degnit morale o sociale, ed allora lafrase era: Vende equum, Vendi ilcavallo. Con Ottaviano la recognitio,dapprima quinquennale, venne asso-ciata alla parata annuale della Tran-svectio Equitum di Luglio10, di cui di-remo pi oltre.

    La selezione si basava quindi su re-quisiti quali una buona salute fisicama soprattutto unelevata moralit eduna riconosciuta virt, il che valevaanche per i senatori: I censori pote-vano infliggere unanota censoria (unbiasimo) dopo un controllo dei costu-mi, sia civici sia privati (per eccesso

    9 In origine essa avveniva in coincidenza con la lustratioquinquennale del popolo riunito in Campo Marzio nei Comi-tia centuriata stabiliti da Servio Tullio, in cui il popolo diRoma era diviso in base alla classe di censo di appartenenza,alla quale corrispondeva anche la classe militare, occasione incui si verificava che nei cinque anni trascorsi lappartenenzaalla classe di censo non fosse mutata.La recognitioavveniva

    per non nel Campo Marzio ma nel Foro (GRENIDGE Infa-mia: its place in Roman public and private law, rist. 2005

    pag. 93) e non era considerata parte integrante della lustratio,in quanto poteva anche essere eseguita prima della cerimonia,e la sua validit poteva essere indipendente dagli esiti dellaverifica censuaria (LINTOTT The constitution of roman re-

    public, Oxford 1999 pag. 119).10THURSTON PECKHarpers Dictionary of Classical An-tiquities, New York 1898sub voceEquites.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    7/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    7

    di lusso, di divorzi, per comporta-

    mento immorale o cattiva ammini-strazione dei beni) Il controllo erarigoroso nei confronti dei cittadini dirango pi elevato, senatori e cava-lieri, che per limportanza del loro

    ruolo dovevano essere al di sopra diogni sospetto11.

    A tali qualit si aggiungeva un altroelemento, cos caratteristicodelleques da potersi ritenere pecu-liare del cavaliere romano: lusodellanello doro a sigillo (adoperatoanche dai guerrieri dei Reitervlker

    almeno dal IV sec. a.C. fino al tempodelle invasioni barbariche, comedimostrano i reperti funerari fig.3),tanto che portare lanello doro erasinonimo di cavaliere; Svetonio usainfatti lespressione donare aliquemanulo nel preciso significato di i-scrivere nellordine equestre12.

    11 POMA Le istituzioni politiche cit. pag. 91; vedi ancheTHURSTON PECK ibidem.12SVETONIO Vite dei dodici CesariVII nella vita di GalbaXIV, 3 per significare che il liberto Icelo era stato insignito

    Lanello era portato alla mano sinistra

    come sappiamo da Svetonio13

    , usomantenuto ancora dai LongobardinellAlto Medioevo14, e Plinio specifi-ca che nei tempi antichi esso era porta-to allanulare, successivamenteallindicee solo nei tempi a lui pi vi-cini al mignolo15. Originariamente se-gno di distinzione per aver combattuto

    con gloria contro il nemico, lanelloera quindi legato allostatusdi cavalie-re e solo dalla media Repubblica,quando al Senato poterono accedereanche i plebei, esso venne concessoanche ai senatori di famiglia patrizia oa coloro che avevano servito come le-gati16; sembra che ne fossero origina-

    riamente esclusi i cavalieri equo priva-to, i volontari che nei primi tempi del-la Repubblica affiancavano la cavalle-ria di linea con cavalli di loro proprie-t. In seguito esso venne concesso aigovernatori di province e ai coman-danti militari.

    da Galba dellordo equestris scrive: Anulis aureis et Marcia-ni cognomine ornatus.13 SVETONIO Vite dei dodici Cesari I nella vita di GiulioCesare XXXIII scrive che, nel corso dellassembleadellesercito prima di passare il Rubicone, egli mostr ripe-tutamente un dito della mano sinistra per affermare che egli

    si sarebbe volentieri disfatto dellanello per ricompensaretutti coloro per mezzo dei quali avrebbe potuto difendere il

    suo onore.14ALESSANDRINI et al. La necropoli longobarda di trezzosullAdda, pag. 38 nota 140.15PLINIONat HistXXXIII, 6: Era costume nei tempi anti-

    chi portare un solo anello allanulare, come si vede nelle sta-tue di Numa e di Servio; nei tempi pi recenti esso venivamesso al dito indice e in tempi ancor pi recenti al mignolo.16SMITH e WAYTEDictionary of Greek and Roman Antiqui-ties, London 1890sub voceAnulus.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    8/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    8

    Con il successivo decadere dei co-

    stumi, lanello doro perse la sua di-stinzione originale e divenne un donodi cui fare omaggio a persone parti-colarmente gradite (visto che com-portava il passaggio nellordo eque-stris con tutte le sue prerogative),tanto che vi fu chi, come Silla, ne fe-ce omaggio al suo attore preferito, e

    per tale motivo durante il regno diTiberio nel 23 d.C., sotto il consolatodi Asinio Pollione e Antistio Veto, funecessaria una legge del Senato, lojus anuli aurei, per ristabilire la con-suetudine originaria: solo chi aveva ilcenso richiesto, era di libera nascitaed il cui padre e nonno erano nobili

    aveva il diritto di portare lanellodoro e di appartenere alla classe deicavalieri. Negli anni seguenti la di-sposizione cadde in realt in disuso,e lanello doro sotto Adriano diven-ne mera testimonianza dello stato diuomo libero di chi lo portava, per cuipoteva anche essere dato ai liberti, e

    alla fine dellImpero chiunque pote-va metterlo al dito.

    Questa parabola discendente delsignificato connesso allanello va inparallelo con la perdita progressivadellaccezione stessa di nobilt, omeglio di appartenenza al patriziato.

    Il significato sacrale dellanello

    con sigillo nella classe guerriera edaristocratica illustrato, in un conte-

    sto magico-iniziatico, dalle parole del

    conte Gastone Ventura: Le classi pa-trizie sostituirono alla presenza spiri-tuale del nume familiare17la presenzavisibile e concreta dellarma di fami-glia sulla quale figuravano sotto for-me simboliche le imprese che avevanodato gloria al capostipite. E tale armasi portava incisa sullanello a sigillo

    che passava dal padre al primogenito.Guai a farsi sottrarre lanello o ven-derlo o cederlo: al sacrilegio del ritousurpato o falsificato (che poteva ac-cadere nel passato quando il rito eraancora effettivamente praticato neiconfronti dellAntenato) si sostituiva il

    disonore. Il rito pi noto, del tutto su-

    perficiale tanto da non meritare altroappellativo che quello di costumanza,era il bacio del sigillo alla sera primadi addormentarsi e la mattina appenasvegli, nonch prima di affrontare unpericolo o di compiere un atto impor-tante. Oggi lanello col sigillo si portaper vanit e si vende in caso di biso-

    gno

    18

    .Si viene cos a delineare in Romauna particolare relazione tra cavaliere,coraggio e fedelt, doti morali, sigilload anello, un insieme di elementi che,dopo la caduta dellImpero, ritrovere-mo nei costumi guerrieri dei Cavalie-ri delle Steppe, entrati nellorbe im-

    17 Per Ventura il nume familiare la manifestazione sulpiano spirituale del potere iniziatico realizzato dallAntenato.18VENTURAIl mistero del rito sacrificale, Roma s.d. pagg.41-42.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    9/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    9

    periale, ed in particolare con lusanza

    longobarda del conferimento dellaspada da parte di chi gi appartenevaalla casta guerriera al neofita che vo-leva partecipare ad essa19.

    Abbiamo in nuce le caratteristicheprincipali di quella che sar la caval-leria medievale: le doti di virt e co-raggio, la spada conferita da cavalie-

    re a cavaliere, linsegna che passerin epoca pi tarda dallanello alloscudo.

    CAVALLERIA, NON FANTERIA

    A CAVALLO

    Che la cavalleria romana fosse una

    vera cavalleria e non, come taluni so-stengono, una sorta di fanteria a ca-vallo, la quale compiva solo azionidi pattugliamento e di incursione en-trando in azione a piedi in caso discontro, lo afferma indirettamenteDionisio dAlicarnasso nel descrive-re i Castores che guidano i cavalieri

    contro i Latini e gli Etruschi nellabattaglia del Lago Regillo: I duecavalieri[cio i Castores]si eranoposti a capo della cavalleria romana,colpendo con le lance i Latini che liattaccavano e costringendoli ad unafuga disordinata20: si tratta di unacarica di cavalleria vera e propria

    (fig.4), in cui labilit del cavaliere19PAOLO DIACONO Storia dei Longobardi I, 23.20DIONISIO DALICARNASSOAnt romVI, 13, 1.

    era dimostrata dalla capacit di usare

    la lancia pur non avendo le staffe concui tenersi saldo in sella, modalit ve-ramente difficoltosa, come sottolineaCardini: Lelemento pi problemati-co per noi consiste nellequilibrio:come poteva il cavaliere, privo di staf-fe, abbandonare le redini e occuparele due braccia nella manovra della

    lancia rimanendo nel contempo sal-damente impiantato in sella?21. Forseproprio questo esercizio costituiva unadelle prove di abilit che il giovanedoveva compiere nella Equorum Pro-batioper essere ammesso nella classedegli equites.

    Notizie circa luso dellalancia stan-do a cavallo le troviamo anche in Li-vio, a proposito sempre della battagliadel Lago Regillo, quando lequesMarco Valerio, lanciatosi a cavallocontro i nemici, con forza scagli un

    21CARDINI Alle radici della cavalleria, Firenze 1981 pag.17.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    10/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    10

    giavellotto su Tarquinio22, e quando,

    nel riferire la causa della guerra con-tro i Galli nel 391 a.C., scrive che ilegati romani presero le armi eQuinto Fabio, lanciatosi a cavallodalla schiera, uccise il comandantedei Galli trafiggendolo nel fiancocon la lancia23.

    Notiamo per inciso che lamba-

    sciatore romano faceva parte dellagens Fabia, la quale non era nuova aqueste imprese caratterizzatedalleccesso, che a volte si manife-stava in una sorta di furorguerriero,come nel caso dellincursione deiFabii contro Veii, finita con la distru-zione totale della loro schiera, o co-

    me un coraggio spregiudicato, comenel racconto tramandato da Tito Li-vio24di quando, durante lassedio deiGalli, Gaio Fabio Dorsuone, incuran-te dei nemici, pass tra le loro schie-re per salire al Quirinale e compiere iriti dovuti, per poi tornare indietroincolume nella citt. Il rapporto tra la

    gens Fabiae lordo equestrisin par-ticolare lo possiamo riscontrare an-che nel fatto che sempre un Fabio fulistitutore della Transvectio equitum,come riporta Valerio Massimo:Quinto Fabio [censore nellanno304 a.C.] istitu alle Eidus di Luglio

    22LIVIO ibidem.23LIVIOHistV, 35, 5.24LIVIOHistV, 46, 2.

    la parata dei cavalieri25.

    Era nelladdestramento degli equitesluso della lancia stando a cavallo enon combattendo a piedi come un fan-te, azione che essi compivano solo incaso di necessit, come scrive Dioni-sio, dicendo che essi erano cavalieril ove il terreno era adatto al combat-timento di cavalleria e fanti dove il

    luogo era aspro e impraticabile per icavalli26.

    Livio, il quale descrive in modo di-verso la battaglia del Lago Regillo,ove non parla della presenza dei Ca-stores, ci d un esempio del dupliceintervento degli equitessia come cava-lieri che come fanteria appiedata: nelmomento in cui i fanti stavano per ce-dere sotto la pressione dei Latini e de-gli Etruschi vola il Dittatore alla ca-valleria, scongiurando gli uomini per-ch, essendo i fanti esausti, scendanoda cavallo ed entrino in battaglia.Obbedirono: balzarono di sella e siopposero con gli scudi ai soldaticherano davanti alle insegne. La fan-teria riprese immediatamente corag-gio vedendo i giovani pi nobili divi-dere con lei il pericolo, combattendocos come lei [a piedi], ma, dopo averfermato i Latini, ai cavalieri furonoportati i cavalli perch potessero inse-guire il nemico27, lanciandosi nella

    25VALERIO MASSIMO II, 2, 9.26DIONISIO DALICARNASSOAnt romII, 13, 3.27LIVIOHistII, 20.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    11/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    11

    carica descritta da Dionisio.

    LINIZIAZIONE GUERRIERA

    Non conosciamo elementi specificicirca le modalit di iniziazione degliequites, ma qualcosa possiamo direper la classe dei guerrieri, anche seovviamente poco ci pervenuto, es-

    sendo liniziazione di per s un attomisterico. Qualche informazione lapossiamo desumere da taluni reperti,quali pitture su vasi e specchi etru-schi incisi, nonch una cista prove-niente da Praeneste e descritta daDumzil28, aventi per soggetto Mars,scene di cui per non possiamo com-

    prendere in modo completo il signi-ficato, visto che non ci sono rimastealtre testimonianze al riguardo.

    In queste raffigurazioni si vedeMars, a volte triplicato in tre figuredi bambini o di giovani, seduto su diun grande vaso o estratto da esso obagnato con il liquido versato da un

    vaso (acqua lustrale?) da Minerva oda una Vittoria alata29 (fig.5), raffi-gurazioni cos commentate da Du-mzil: Le scene considerate rappre-sentano probabilmente le cerimonie

    28DUMZILJupiter Mars Quirinus cit. pagg. 221222.29LENORMANTElite des monuments cramographiquesvol. IV fig. 95.Nel commento a pag. 258 del testo, in cui

    riferisce trattarsi di un disegno proveniente da Roma e fattonel 1841 ma del quale non conosce loriginale, lAutorerileva lambiguit della figura alata, che per interpretacome un Eros, descrivendo il disegno come Marte, Venereed Eros.

    delliniziazione (o delle iniziazioni

    successive) del guerriero-tipo di Mar-te, in virt delle quali egli deve acqui-stare ci che dordinario si acquista intal modo: invulnerabilit o infallibilitdel colpo o furor.

    Questa immersione pu esserecompresa alla luce dei miti in cui Tetipone Achille o Demeter il piccoloDemofonte nel fuoco per renderloimmortale, o ancora, in ambiente ger-manico, in Sigfrido che si bagna nel

    sangue di Fafnir, divenendo al con-tempo invulnerabile e capace di com-prendere la lingua degli uccelli, gliEsseri che uniscono il mondo terreno aquello superno; noi potremmo anchericordare lusanza medievale del ba-gno lustrale a cui veniva sottoposto loscudiero prima delliniziazione a Ca-

    valiere da parte di vergini, in genere innumero di sette. Tranne il caso di Si-gfrido, in cui abbiamo una forma di

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    12/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    12

    autoiniziazione eroica, negli altri

    sempre una donna a fare da tramitenella purificazione o trasformazionedel giovane guerriero.

    Nel disegno di Lenormant si notaun particolare interessante riguardan-te la Vittoria(fig.6): la capigliatura

    acconciata in modo femminile ma lacorporatura muscolosa e i genitalimaschili. Essa androgine, propriocome la Fortuna Barbata, antichissi-ma divinit romana e italica raffigu-rata con forme femminili ma con labarba maschile30(fig.7).

    Come il cambio del nome, cos ilvestirsi luomo da donna e la donnada uomo nel passaggio attraverso ilrito iniziatico dalladolescenza al pe-riodo di giovane adulto, periodo nelquale si entra a far parte della socie-t, uso tanto comune presso nume-rosi popoli dellantichit che non ri-teniamo necessario soffermarci su di

    30INGHIRAMIMonumenti etruschi o di etrusco nome vol.II, Fiesole 1824 pag. 252.

    esso.

    Ricordiamo ad esempio, a dimostra-

    re come la poesia conservi cerimoniearcaiche sotto la veste delle favole, unepisodio della vita di Achille, sia pureriportato in tarda epoca da Ovidio31:leroe viene inviato dalla madre Tetialla corte del re Licomede travestitoda donna, affinch non partecipi allaguerra di Troia, e qui Ulisse lo scopre,

    inducendolo con uno stratagemma aprendere le armi per partecipare allaguerra Ci troviamo di fronte ad un re-siduo del rituale arcaico secondo cuiun giovane (Achille aveva diciotto an-ni, secondo Igino Fabulae XCVI) siveste in abiti femminili prima di esse-re iniziato come guerriero e, compiuta

    liniziazione, cambia il suo nome dal

    31OVIDIOMetamorfosiXIII 161170.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    13/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    13

    femminile Pyrrha al maschile Achil-

    le32

    .Un particolare presente nella cista

    di Praeneste descritta da Dumzilpermette di fare ulteriori accosta-menti: la raffigurazione in esso di uncane con tre teste pu essere lettacome la presenza di una divinit o diun avversario connesso con il guer-

    riero ed avente la caratteristica di es-sere triplice o tricefalo, triplicitpresente tra le divinit degli Indoeu-ropei, come lirlandese Morrigan, di-vinit guerriera con tre nomi, o laceltica Brigit, anchessa guerriera ealla quale sono proprie le tre funzionidi protettrice dei poeti, dei fili e dei

    medici, tre classi che rientranonellambito della prima funzionepresso i Celti33, o ancora il Trigara-nus celtico, il toro con le tre gru suldorso; esistono anche eroi negativi,come il serpente tricefalo nemico diIndra, Gerione avversario di Hercu-les con tre corpi o tre teste, il Caco

    tricefalo nella versione di Proper-zio34, e nellEneide Erulo, figlio diFeronia e nemico di Evandro, il qua-le ha tre vite e quindi deve essere uc-

    32Nel citato Sciamani e guerrieriabbiamo approfondito gliaspetti sciamanici della figura di Achille e di Odisseo.33Brigit era anche protettrice, oltre che della prima classe,

    anche della terza e in particolare degli artigiani e dei fabbri,come la Minerva italica, rispetto alla quale ha per una piampia funzione.34 LIOU-GILLE Cultes heroques romains - Les

    fondateurs, Paris 1980 pagg. 1834.

    ciso tre volte dal Re arcade35.

    Purtroppo, come si detto, lassenzadi altra documentazione oltre quellaiconografica non consente una mag-gior conoscenza del significato e deiriti connessi alliniziazione a Mars.

    LE CERIMONIE DEGLI EQUITES

    E IL LUDUS TROIAEDue erano le cerimonie rituali speci-

    fiche dellordoequestris: la Transvec-tio Equitum di Luglio e la EquorumProbatio di Settembre; la TransvectioEquitumera la commemorazione dellavittoria al Lago Regillo del 496 a.C.,ottenuta grazie allintervento dei Ca-

    stores ma anche allOrdine Equestre,cerimonia che storicamente sarebbestata istituita nel 304 dal CensoreQuinto Fabio Massimo Rulliano36. Lacelebrazione avveniva con una paratadei Cavalieri, vestiti con la toga orlatadi porpora e corone dolivo sul capocome si usava nei trionfi minori37, che

    partiva dal tempio di Mars extra Por-tam Capenamsulla via Appia e giun-geva al tempio dei Castores nel Foro,tempio dedicato come voto per la vit-toria del Lago Regillo. In questa para-ta a partire dal tempo di Ottaviano iCavalieri erano sottoposti al giudiziodei Censori (la recognitiodi cui gi si

    35VIRGILIOAenVIII 563 ss.36LIVIOHistIX, 46, 15; VALERIO MASSIMO II, 2, 9.37PLINIOHistXV, 9.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    14/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    14

    detto).

    Pi importante e su piani diversi laEquorum Probatio, che avveniva ilgiorno dopo le Eidus di Settembre, equindi nel giorno successivo al diesnatalisdel tempio di Juppiter O M eal lectisterniumofferto al Dio in talegiorno dal Collegio degli Epulones(ben diversi nella loro sacralit dal

    ricco epulone della tradizione e-vangelica cristiana): questa coinci-denza di tempi dimostra il particolarerapporto tra Juppiter e gli equites38etra questi e lUrbe, di cui assumeva-no la funzione, come diremo, di pro-tettori nei giorni dei due Equinozi.

    La Equorum Probatio era unaspecie di prova iniziatica [dei giova-ni]per essere ammessi, una volta inet, allordine equestre39, nella qua-le dovevano dimostrare la loro abilitnel condurre i cavalli, e si trattavacome scrive Dione Cassio di un ritu-ale arcaico: I figli dei patrizi fecerouna giostra a cavallo, chiamata Tro-

    ia, secondo lantico costume40. Taleprova iniziatica, detta ludus Troiae,aveva quindi anche un risvolto tec-

    38

    Tale rapporto tra il Dio e gli equites non pu nascere,secondo noi, se non dalla fine dellet monarchica, con ilruolo assunto da Juppiter come primo tra gli Di di Roma:la Cavalleria di Roma era stata fondata dallo stesso Romoloe quindi alle sue origini, anche in quanto guerrieri, dovevaavere in Mars il suo Dio di riferimento, padre divino dellostesso Romolo.39

    SABBATUCCI La religione di Roma antica, Milano1988 pag. 313.40DIONE CASSIO XLIII, 23.

    nico nellabilit di condurre la caval-

    catura (simile al capo dopera chelapprendista doveva presentare aiMaestri per essere ammesso nellaCorporazione), che forse comportavaanche la dimostrazione della capacitdel giovane di usare la lancia montan-do il cavallo senza le staffe (che com-pariranno solo alla fine dellImpero

    portate in Europa dagli vari). Forsead una differenza tra allievo cavalie-re e cavaliere fa riferimentouniscrizione della fine del III sec.d.C. di un Aurelius Gaius, nella quale scritto :Ho servito come apprendi-sta cavaliere, poi come cavaliere conlancia41.

    41POMALe istituzioni politichecit. pag. 228.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    15/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    15

    Cosa sia questo ludus Troiae42 o

    semplicemente Troia non certo: siritiene debba trattarsi di un arcaicorituale italico o etrusco, che sembraessere raffigurato su di una oinochoedatabile al 620 a.C. (fig.8)ritrovata aCaere nella necropoli della Traglia-tella43, sul quale sono raffigurati daun lato due cavalieri che sembrano

    uscire da un labirinto di forma circo-lare e dallaltro sette guerrieri prece-duti da un istruttore (?) e seguiti daun uomo nudo con un lungo bastonein mano (un sacerdote?).

    I cavalieri (fig.9),il primo dei qualiporta dietro di s sul dorso del caval-lo un essere non identificabile (undmone?), muovono da un labirintodi forma circolare accanto al quale scritta la parola Truia, il che con-

    fermerebbe il rapporto tra il vaso e illudus Troiae, e portano sullo scudolimmagine di una gru o di una per-

    42Sul ludus Troiae si veda anche BAISTROCCHI Il Cer-chio magico, riti circumambulatori in Roma antica , Romas.d. (ma probabilmente 2010, a quanto scrive Del Pontenella prefazione) pagg. 72-88; lAutore sembra dia alludusTroiae uninterpretazione di rito funerario connesso allafondazione di citt, non mettendo in risalto il particolare

    significato iniziatico di esso in rapporto alla classe degliequites.43 Unaccurata descrizione del vaso e delle scene in VA-

    NOTTI Laltro Enea, la testimonianza di DionigidAlicarnasso, Roma 1995 pag. 191.

    nice: come la pi nota danza della

    gru, la danzadella pernice avrebbeorigini antichissime e le pernici, sa-cre alla Grande Da, venivano onora-te durante le orge dellEquinozio di

    Primavera con una strana danza sal-tellante44, danza che sembra costitui-re una variante della danza delle grue che si pu accostare al triplice salto

    (tripudium) dei Saliares. Sarebbe unadanza di significato erotico (ed infattinel cristianesimo la pernice conside-rata animale lascivo), e non forse uncaso che dietro i due cavalieri sianoraffigurate due coppie intente allattosessuale, ma si abbia presente chenellantichit in mbito rituale le pra-

    tiche erotiche non avevano significatopuramente sessuale o di celebrazionedella fecondit ma erano collegate conla ierogamia tra luomo e la Da o ladonna e il Dio quale unione del Cieloe della Terra45. La pernice ci riportaancora una volta a Creta e quindi alLabirinto, poich Pernice (Perdix), so-

    rella di Dedalo, era madre delleroecretese Talo e Atena trasform leroeproprio in tale uccello.

    44GRAVESMiti Greci, Milano 1983 par. 12, nota 3.45Si veda sullargomento della ierogamia a Roma tra Fortunae Servio Tullio GALIANO e VIGNAIl tempo di Roma, Roma2013 pagg. 228-229

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    16/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    16

    I sette guerrieri (fig.10) hanno in-

    vece sullo scudo linsegna del cin-ghiale, animale che nellmbito in-doeuropeo solitamente simbolodellautorit spirituale e non guerrie-ra46(il che ci conferma il significatonon solamente militare ma piuttostotrascendente delle scene dipintesulloinochoe), e con il piede destro

    sollevato sembrano danzare come iSacerdotes Saliares; essi sono prece-duti da quello che potrebbe essere illoro istruttore, il quale non porta nlo scudo n i tre giavellotti che iguerrieri hanno in mano, e sono se-guiti da una figura nuda che potrebbeessere un sacerdote con il lungo ba-

    stone rituale in mano; in scene di tri-onfo, quali quelle scolpite sulle simedel tempio di Mater Matuta a Roma(fig.11)e di due templi di Praeneste(fig.12), si vede dietro la triga deltrionfatore divinizzato una figura a-naloga, vestita con lunga toga, laquale porta in mano il lungo bastone

    dellugure

    47

    .La Troia in questione potrebbeanche non essere la citt di Enea48ma una localit del Lazio, il cui no-

    46In Giappone il cinghiale invece lanimale del Dio dellaguerra, il quale assume a volte le sue sembianze.47Rimandiamo a GALIANO e VIGNA Il tempo di Romacit. pagg. 280-281.48

    Paratore scrive che la conoscenza in Etruria della leg-genda di Enea, testimoniata dagli scavi di Veio, potrebbegiustificare lipotesi (PARATOREEntro o fuori Troia?, inReligioni e civilt - scritti in onore di Brelich, vol. III, Bari1982, pag. 436).

    me per somiglianza di suono venne

    assimilato al nome della citt da cuiveniva leroe.

    La Vanotti49ritiene che nel passo incui Dionisio di Alicarnasso50parla del

    campo fortificato costruito da Eneanella zona attualmente del Fosso diPratica di Mare (ove si trova il tempiodi Sol Indiges) la frase di Dionisiopossa avere il senso che il luogo in cuiera stato costruito il campo fortificatosi chiamasse Troia gi primadellarrivo di Enea, in quanto la tradu-

    zione potrebbe essere sia Sbarcarono49VANOTTI Laltro Eneacit. pag. 190.50DIONISIO DI ALICARNASSOAnt romI, 53, 3.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    17/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    17

    in Italia a Laurento costruironoun

    campo trincerato e la localit in cuisi accamparono fu chiamata da allo-ra Troia, che quel campo trincera-to fu chiamato Troia dal nome dellalocalit, il che significherebbe cheil toponimo Troia era gi in uso nelLazio51.

    Del ludus Troiae parla Virgilio

    nellEneide52, ricordando lesibizionedei giovani a cavallo guidati da A-scanio prima per i funerali di Anchi-se in Sicilia e poi in occasione dellafondazione di Albalonga, citt trami-te la quale il rito sarebbe giunto aRoma; i movimenti eseguiti vengonoparagonati dal poeta al disegno del

    Labirinto di Creta e Virgilio identifi-ca senza esitazione il nome del ritua-le come derivato da quello della cittdi Enea.

    Di sicuro il ludus un antico co-stume, come scrive Dione, ed col-legato ad un movimento labirinti-co, il quale potrebbe essere la raffi-

    gurazione dei movimenti53 che i ca-51Anche Catone e Livio attestano il toponimo Troia in Ita-lia, ma impossibile dire se nel loro caso si tratti di un to-

    ponimo preesistente o successivo allaffermarsi del mito diEnea in Italia.52VIRGILIOAenV, 545560 (trad. A. Caro): In quante sidiscorre / per le molte intricate e cieche strade / del labi-rinto che si dice in Creta / esser costrutto; in tante s'aggi-raro, / si confusero insieme, e si spartiro / de' Teucri i fi-

    gli/ Questi torniamenti e queste giostre / rinnov poscia

    Ascanio, allor ch'eresse / Alba la lunga; appresongli i Lati-ni; / gli mantenner gli Albani; e d'Alba a Roma / fur tra-sportati, e vi son oggi; e come / e l'uso e Roma e i giuochiderivati / son da' Troiani, hanno or di Troia il nome.53 Ci stata fatta rilevare da un caro amico studioso

    valieri dovevano far fare al loro caval-

    lo per dimostrare la perfetta capacitnel guidarlo, movimento labirinticoche pu essere accostato alle danze ri-tuali dei Sacerdotes Saliares di Marzo,anchesse ispirate secondo Plutarco alLabirinto di Creta.

    Il labirinto, uno schema magico di-fensivo che solo a particolari condi-

    zioni permetteva il passaggio versolinterno54, ha un significato misteri-co in quanto cammino verso un centronascosto ai pi, ed il nome stesso, dalabrys, la scure a doppia lama, ci ri-manda ancora una volta alla civiltminoico-micenea che cos spesso ri-troviamo alla base dei riti pi arcaici

    di Roma55

    : la danza delle gru di Te-seo, eseguita a Delo in onore di Afro-dite per celebrare la vittoria sul Mino-tauro a Creta e dipinta sul Vaso Fran-

    dellargomento, il prof. Paolo Marino di Napoli, una curiosacoincidenza tra la forma circolare del labirinto nel vaso diCaere, che rassomiglia al guscio di una chiocciola, ed unamanovra di assalto della cavalleria pesante nel Rinascimento,

    che ha il nome di caracollo (donde il termine caracollarecome modalit di far muovere il cavallo) dallo spagnolo ca-racol, che significa proprio chiocciola, quasi si fosse mante-nuto un qualche ricordo dei movimenti labirintici del LudusTroiae. Bisogna anche ricordare una pi antica tecnicadassalto della cavalleria, risalente al tempo di Roma e dettacerchio cantabrico, perch documentata dai Romani nelle

    battaglie contro i Celti della Cantabria e riportata da Arrianonel suo Larte tattica, ancora in uso nellAlto Medioevo: lacavalleria, armata di lance o di arco e frecce, si dispone incerchio con un fianco a contatto del nemico ed il cerchio ruo-ta sempre intorno allo stesso centro in modo che a turno ognicavaliere possa scagliare larma contro lavversario, ottenen-

    do cos una pioggia continua di frecce o lance su di esso.54BAISTROCCHIIl Cerchio magicocit. pag. 76.55Anche la cerimonia degli Argei a Maggio, arcaico rito e-spiatorio e purificatorio, da molti Autori espressamente col-legata ad Argo, citt micenea.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    18/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    18

    ois (fig13 e fig.14), ma anche raffi-

    gurata su di una lastra fittile prove-niente dallo strato pi antico dellaRegiadel Foro(fig.15), era detta se-guire un percorso labirintico ed essacostituiva il prototipo della danzapirrica eseguita dai Sacerdotes Salia-res in onore di Marte56, il cui nomepu esser fatto derivare dalla

    eseguita da Achille intornoalla dellamico Patroclo o, peraltri, da Pyrrikhos, compagno diEnea nel suo viaggio alla ricerca del-la Madre.

    56Su Mars e i suoi sacerdoti rimandiamo aMars e i sacer-dotes saliaressul sito www.simmetria.org.

    La presenza degli equites

    allEquinozio dAutunno con la cele-brazione della Equorum Probatio anostro parere non casuale, ndaltronde vi molta casualit nelmodo in cui i Romani costruirono illoro calendario.

    Se infatti consideriamo in una visio-

    ne dinsieme lanno romano, sembradi poter rilevare in rapporto con gliequites la presenza di due assi che siintersecano a disegnare una croce: unasse temporale collega lEquinozio diPrimavera e i due Equirria connessi alNovilunio di Febbraio ed al Pleniluniodi Marzo con lEquinozio di Autunno

    e lEquorum Probatio correlata al Ple-nilunio di Settembre; un asse sacraleunisce, e sempre a sei mesi di distan-za, la Juno Sospita (= Protettrice) delleKalendae di Febbraio, di cui gli Equi-tes sono i Sacerdoti, con la Transvec-tio Equitum delle Eidus di Luglio,commemorazione della vittoria delLago Regillo ottenuta grazie agli equi-tese allo stesso tempo momento di re-visione delle centurie dei cavalieri da

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    19/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    19

    parte dei Censori, forse non a caso

    voluta in questo giorno da Ottaviano,revisione della loro classe economicadi appartenenza ma soprattutto dellaloro condotta morale e civile, perstabilirne la conformit alle qualitetiche indispensabili per mantenere ilruolo di eques romanus.

    Sulla base di questi elementi

    lequespotrebbe rappresentare quin-di il custode in armi della sacralitdellUrbe nel tempo e nello spazio, iltempo ritmato dagli Equinozi e lospazio protetto dallazione guerrieradegli equites, su cui si estende la pre-senza salvifica degli Di ed il poterevittorioso di Roma.

    A conferma di uninterpretazionesacra della funzione dellordo eque-strisa Roma ricordiamo la storia del-le origini del Lacus Curtius, uno deiluoghi sacri pi antichi del Foro ro-mano, che Livio pone in rapportocon il sacrificio del cavaliere Marco

    Curzio (fig.16) , immolatosi secondo

    il rito della devotio: Nel corso diquello stesso anno[agli inizi della Re-pubblica], fosse per un terremoto oper un'altra forza della natura, si diceche nel centro del Foro il suolo franfino a profondit incommensurabili,lasciandovi un'ampia voragine. Nonostante tutti vi gettassero della terra,

    non si riusc a riempirla, fino a quan-do, su preciso monito degli Di, lagente cominci a domandarsi qualefosse l'elemento principale della forzadel popolo romano [quo plurimumpopulus Romanus posset]. Questo eraquanto gli indovini sostenevano si do-vesse consacrare a quel luogo, se si

    voleva che la Repubblica romana du-rasse in eterno. Allora, stando a quan-to si narra, Marco Curzio, un giovanedistintosi in guerra, rimprover i con-cittadini per essersi domandati se esi-stesse qualcosa di pi romano del va-lore militare... Poi, calato il silenzio,con gli occhi rivolti al Campidoglio e

    ai templi degli Di immortali che so-vrastano il Foro, tendendo le mani oraverso il cielo ora verso la voraginespalancata e verso gli Di Mani, si of-fr in voto ad essi. Quindi, mont ingroppa a un cavallo bardato nellamaniera pi splendida possibile e sigett armato nella voragine57.

    Al varco spalancato dalle forze infe-57LIVIOHistVII, 6.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    20/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    20

    re nel centro di Roma solo il Cavalie-

    re si pu opporre per preservare laPotenza dellUrbe.

    IL CURSUS HONORUM DEGLI

    EQUITES

    Solo nel 181 a.C. venne formulataa Roma una legge che disponeva un

    certo ordine nellaccesso alle magi-strature, il certus ordo magistratum,nella sequenza: questura, tribunato,edilit, pretura, consolato, censura, lalex Villia annalis, la quale stabil, inmodo pare non vincolante, unet

    minima per laccesso alle diversemagistrature (ma non ci dice quale)

    e un intervallo minimo di due annitra le stesse, salvo che per la censurache poteva essere rivestita subito do-po il consolato (Poma pagg. 83-8458). Notiamo che, a differenza dei no-stri tempi, a Roma la magistratura unhonos, una carica pubblica vo-lontariamente accettata e non un ob-

    bligo e tale distinzione ha come ri-svolto la gratuit. I magistrati re-pubblicani non avevano remunera-zioni, stipendi, gettoni, indennit(Poma pag. 85).

    Laccesso al primo grado delcursus honorum era possibile soloaver effettuato un minimo di servizio

    militare, ed in questo lequesera fa-58Questa e le successive citazioni, salvo diversa indicazio-ne, sono tratte da POMALe istituzioni politichecit.

    vorito rispetto al fante perch i suoi

    anni di servizio erano computati quasiil doppio:per accedere alla questuraera necessario aver compiuto diecistipendia, ossia dieci anni di serviziocome fante o sei come cavaliere. Lacensura prevedeva anche un censo mi-nimo che alla met del II sec. a.C.divenne lo stesso che era necessario

    per essere arruolato nellordine deicavalieri (400.000 sesterzi); tale cifraera circa sedici volte il limite di censodella prima classe (Poma pag. 102).Ci non deve stupire, perch la classeequestre divenne con il passare deltempo sempre pi impegnata in attivi-t commerciali, nella riscossione delle

    tasse e degli appalti e solo pi tardi fudetentrice anche del potere giudiziario,dal 70 a.C. con la lex Aurelia che at-tribuiva un terzo delle funzioni di giu-dice nelle corti permanenti ai senatori,un terzo ai cavalieri e un terzo ai pococonosciuti tribuni aerarii.

    Dal tempo di Cesare inizi invece un

    progressivo inserimento dei cavalieriin tutti i compiti amministrativi, primadella Repubblica e poi dellImpero,unintegrazione che con il princi-pato di Augusto si svilupp rapida-mente, fino al punto che i cavalieri di-vennero uno dei pi solidi sostegni delnuovo regime ed eccellenti funzionari

    al servizio dellImpero (Poma pag.104). Dal III secolo d.C., nel periododefinito del dominato dagli speciali-

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    21/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    21

    sti, quando lImperatore da princeps

    viene adorato come dominus, lordoequestrisva sempre di pi a prevale-re sulla classe senatoria: il dominatosegna il graduale declino del poteresenatorio e delle sue prerogative po-litiche di contro allascensionedellordine equestre e del ceto milita-re e al rafforzarsi del potere imperia-

    le (Poma pag. 171).Se dal tempo di Claudio le cariche

    superiori dellesercito furono esclu-sivo appannaggio dei cavalieri (conla sola eccezione di quella di Tribu-nus laticlavius, incarico affidato adun giovane di rango senatorio), essisempre pi estesamente entrarono a

    prendere parte alla funzione giudizia-ria, che divenne alla fine compito e-sclusivo degli equites (Poma pag.233), e alla gestione amministrativadi un Impero che diviene sempre pivasto; nasce cos una nuova caricache viene riservata ai cavalieri: laprocuratoria o procuratela, carica ri-

    vestita dopo quella di praefectus otribunus con compiti di gestione fi-nanziaria di una regione o di unaprovincia; lo stipendio annuale di-viene lelemento distintivo del gradoraggiunto nella carriera dalleques.Questo comportava un continuocambiamento delle mansioni e delle

    competenze connesse : Il passaredi volta in volta da un incarico mili-tare ad uno civile, da uno giudiziario

    ad uno amministrativo, in posti sem-

    pre diversi, creava delle competenzemultiformi e delle conoscenze vastedelle varie realt territorialidellImpero, ma non delle competenzespecialistiche: i veri specialisti eranogli schiavi ed i liberti imperiali, chedovevano tradurre in opera le disposi-zioni superiori (Poma pag. 186), co-

    me oggi il potere dei ministri un po-tere politico ma le realizzazione prati-ca opera dei quadri amministrativi dicarriera.

    Accanto aiprocuratoreserano anchepresenti i curatores, con compiti spe-cifici riguardanti talune attivit di rile-vante importanza, quali il curator ac-

    quarum, il curator viarum, il curatorfrumenti e cos via, anchessi gerar-chicamente distinti secondo lo stipen-dio annuale, per inferiore a quello deiprocuratores. Dal II sec. d.C. il catti-vo stato delle finanze cittadine deter-min le creazione di nuovi funzionariimperiali, i curatores rei publicae, che

    ebbero i compito di intervenire nellagestione finanziaria delle citt in diffi-colt, ma si trattava in genere dipersonaggi di alto rango, soprattuttosenatori, pi raramente cavalieri de-signati dallImperatore (Poma pag.199).

    Un altro importante incarico rivesti-

    to dai cavalieri era quello di dirigentedi attivit direttamente connesse

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    22/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    22

    allImperatore, e questo venne in

    particolare a definirsi sotto Adriano,dal quale furono affidati a cavalierigli archivi, la corrispondenza impe-riale, il controllo sul patrimonio dellacasa imperiale e delle province daessa dipendenti direttamente, ecc.;gi sotto Ottaviano la gestione dellaprovincia dellEgitto riservata ad

    un prefetto della classe dei cavalieri.Lincarico di grado pi elevato era

    quello di praefectus praetorii, co-mandante della guardia personaledellImperatore, seguito dal praefec-tus urbis, che controllava militar-mente Roma ed il suo territorio, dalpraefectus annonae, il quale supervi-

    sionava gli approvvigionamenti allacitt, e dal praefectus vigilum, co-mandante dei vigili del fuoco neces-sari a circoscivere immediatamentegli incendi per evitare la devastazio-ne dellUrbe.

    LA DEDICA DI FORUM CLODIIA LUCIO LICINIO

    Le epigrafi ed i cippi commemora-tivi consentono di avere una cono-scenza diretta di molti aspetti dellavita quotidiana e a noi interessa inquesto mbito poter indagare tramiteessi quale fosse il cursus honorumdi

    un cavaliere.Abbiamo scelto per questo di esa-

    minare in dettaglio unepigrafe com-

    memorativa databile al 229 d.C. e de-dicata alleques romanus Lucio Lici-nio Valeriano della Fabia tribus(fig.17): il cippo in questione statoritrovato presso Bracciano, nella zonadi Macchia della Fiora, lungo la stradada Bracciano a Trevignano. Qui sor-geva Forum Clodii, il cui nome, fo-

    rum, indica un centro di aggregazio-ne di minore dimensione rispetto aimunicipi e alle colonie, centri che ta-lora sorsero spontaneamente, taloraper iniziativa di magistrati di cuiprendevano il nome59.

    Di Forum Clodii sono stati portatialla luce alcuni resti, tra cui quelli di

    59POMALe istituzioni politiche cit. pag. 128.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    23/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    23

    una villa dal nome di Pausylipon,

    Riposo (fig.18), come la pi notalocalit di Posillipo a Napoli, sullaquale (o forse sui resti di una costru-zione di Forum Clodii) venne in se-guito eretta nellVIII IX secolo60lachiesa, piccola ma interessante, deiSanti Marco e Marciano e intitolatapoi a San Liberato, nella quale il cip-

    po conservato.

    Il testo dellepigrafe 61 risulta costrascritto (le integrazioni sono postetra parentesi quadre):

    LaurentiL(ucio) Licinio Fab(ia tribu) Iulianoequiti Romano patrono et curatori

    rei p(ublicae) Forocl(odiensium) pra-ef(ecturae) Claudiae,

    60 Gi NIBBY in Analisi storico-topografico-antiquariadella carta de dintorni di Roma, Roma 1837 pag. 326 dava

    questa data per la fondazione della chiesa, che riteneva fos-se stata costruita sulla villa Pausylipon di Mezia Edonea,liberta di Tito Mezio Edoneo.61 Lepigrafe stata pubblicata dalla GASPERINI nellaSesta miscellanea greca e romanadel 1978.

    Laurenti Lavinati, aed(ili)

    et praetore urbis Lavin[i]sacerdoti Martis Gr(adiv[i]),cur(atori) viae Curtiae, p[atro]

    no coloniae Car[siolano]rum

    [de]curiones [publice? populusque?][Foroclodiensium? ---]

    Imp(eratore) Severo Alexandro

    Aug(usto) III etCassio Dione II co(n)s(ulibus)curantibus

    L(ucio) Cestio Arreuctemon[e]C(aio) Iulio Sabiniano

    Il cippo venne dedicato, forse daidecurionesdi Forum Clodii, a cura di

    due personaggi non ulteriormente noti,Lucius Arreuctemon e Caius Sabinia-nus, a Lucio Licinio Giuliano di Lau-rentum della trib Fabia al tempo delterzo consolato dellImperatore Setti-mio Severo e del secondo di CassioDione Cocceiano, omonimo delloscrittore.

    Il titolare delliscrizione era nativodi Lavinium nel territorio dei Lauren-tes: Lavinium il nome dellattualePratica di Mare, dove sono stati trovatilheroon detto di Enea e larea sacradei XIII altari62, citt di grande anti-chit che si diceva fondata dallo stessoEnea, il quale le aveva dato il nome

    62 Di cui abbiamo gi scritto ne Il ritorno di Enea sul sitowww.simmetria.org

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    24/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    24

    della moglie Lavinia; poich la re-

    gione era abitata dal popolo dei Lau-rentes, gli abitanti di Lavinium eranoanche detti Laurentes Laviniates,donde il nome del sacerdozio di cuidiremo appresso.

    Licinio apparteneva alla Fabia tri-bused aveva ricoperto numerose ca-riche sia politiche che sacerdotali:

    curator e patronus di Forum Clodiinella praefectura Claudia, curatordella via Curzia (non conosciuta daaltre fonti; la Gasperini ipotizza unaconnessione tra via Curzia e via Va-leria),patronusdei Carsiolanes (Car-sioli lattuale Carsoli sulla via Va-leria Tiburtina), aedilis (questa la

    prima attestazione di tale carica mu-nicipale a Lavinium) e praetor dellacitt di Lavinium. Il significato diqueste cariche amministrative statogi specificato: Licinio, eques roma-nus, stato dapprima edile e pretorenella sua citt di origine, poi ha rice-vuto le cariche di curator rei publi-

    caee curator viarum, a cui si era af-fiancato il patronatus, termine che,decaduto loriginario significato diprotettore dei propri clienteso di pa-trocinatore nel corso di un dibattitogiudiziario, nel periodo imperiale in-dicava il rappresentante dellImpe-ratore presso una citt o un colle-

    gium63

    .

    63GRANINO CECERE I Laurentes Lavinates nella X Re-

    Egli aveva ricoperto anche cariche

    sacerdotali, in quanto detto sacerdosMartis Gradiviesacerdos LaurentiumLavinatium, e non era il solo ad averetale titolo a Forum Clodii, poich unaseconda epigrafe ritrovata nella zona dedicata ad un Elio Agathocliano conil titolo di pontifex [et?] praetorLau-rentium Lavinatium64. Di questo sa-

    cerdozio, molto particolare e poco co-nosciuto, inaugurato nellet imperia-le, necessario dare qualche informa-zione.

    LAVINIUM E IL SACERDOZIO

    DEI LAURENTES LAVINIATES

    Lavinium ebbe un ruolo unico nellareligione ufficiale di Roma: in questacitt si recavano i Consoli romani peril sacrificio annuale ai Penati e a Ve-sta65, in quanto si riteneva che i Penatiportati da Enea da Troia a Laviniumfossero gli stessi Penati di Roma, percui erano detti sacra principia populi

    Romani Quiritium nominisque latiniqui apud Laurentes coluntur. Tito Li-vio riferisce66 che ancora al suo tem-po veniva annualmente rinnovatolantico trattato tra Roma e Lavinium,anche se questa, come risulta dagli

    gio, Universit degli studi di Verona .64 PASQUI Nuove scoperte nellarea di Foro Clodio sulla

    collina di s. Liberato presso Bracciano inNotizie degli scavidi antichit comunicate alla R. Accademia dei Lincei, Roma1889 pagg. 5 - 9.65MACROBIO Sat, III, 4, 11.66LIVIOHistVIII, 11, 15.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    25/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    25

    scavi, gi non esisteva pi: eviden-

    temente non si doveva trattare di untrattato politico bens di carattere re-ligioso, che garantiva il rapporto sa-crale tra la madre Lavinium e la fi-glia Roma nel nome di quei sacraprincipia di cui troviamo il ricordonella dedica a Spurio Turriano paterpatratus populi Laurentis, nel quale

    si fa specifico accenno alfoedus cumpopulo Romano: Spurius TurrianusLucii filius Fabia tribus paterpatratus populi Laurentis foederis exlibris Sibullinis [sic]percutiendi cumPopulo Romano sacrorum principio-rum Populi Romani Quiritium nomi-nisque latini quai apud Laurentum

    coluntur. Flamen Dialis, FlamenMartialis, Salius, Praisul, ugur,Pontifex, praifectus cohortisGaitulorum, Tribunus militumlegionis X67.

    La tradizione religiosa di Laviniumera ancora ben viva sotto l'Impero e aquesto periodo risale lintroduzione

    di un particolare sacerdozio, i sacer-dotes Laurentium Lavinatium, se-condo alcuni Autori68 riservato in

    67Lepigrafe venne trovata a Pompei nel 1817 ed riportatain CIL X, 797. Si noti il rilevante numero di cariche siasacre che militari riunite nella persona di Spurio Turriano.68 SAULNIER Laurens Lauinas: quelques remarques

    propos d'un sacerdoce questre Rome, in Latomus, vol.43-3, Luglio-Settembre 1984 pag. 517: Era stato creato,al tempo dellImpero, un clero esclusivamente reclutato tra

    i cavalieri, in modo da mantenere in vita un popolo deiLaurenti. Nel suo articolo del 1984 Saulnier elenca (pag.519) settantadue personaggi appartenenti a vario titolo alsacerdozio laviniate, come risulta dalle iscrizioni ritrovateal tempo dellarticolo.

    modo esclusivo ai soli equites, ma per

    quelli pi recenti invece di pi ampiadistribuzione sociale69.

    Tale sacerdozio era stato creatomolto probabilmente nei primi de-cenni del principato di Ottavianonellmbito di una ideale restitutio diuna communio sacrorum tra i relativicentri del Latium vetus e Roma. Le

    fonti letterarie non ne fanno esplicitamenzione e i dati che in merito si pos-sono raccogliere sono dovuti essen-zialmente alla tradizione epigrafica.Ritenuti abitualmente come riservatiagli appartenenti all'ordine equestre,in realt vedono nel loro reclutamentouna base ben pi ampia: non mancano

    fra tali sacerdoti, infatti, senatori, maanche individui dal solo rilievo localee persino di statuslibertino70.

    Il titolo corrispondente a tale funzio-ne era semplicementeLaurens Lavinaso il pi completosacerdos LaurentiumLavinatium e laspetto pi importante che in tal modo, grazie ad Ottaviano,

    veniva recuperata unarcaica funzionesacerdotale che era andata perduta conla scomparsa della citt e la dispersio-ne dei suoi abitanti intorno alla fine

    69 Come, oltre la GRANINO CECERE appresso citata, ad

    esempio ZUCCA in I viaggi di un equestre, Markos Seroui-lios, dallAsia alla Sardinia inNavis plenis velis euntes, col-lana Tharros felix, Roma 2009: I sacerdotesappartenenti

    allordine equestre sono una minoranza [tra isacerdotes Lau-rentes Laviniates] e in gran parte dichiarano solamente lemilitiae equestres.70GRANINO CECERE I Laurentes Lavinates nella X Regiocit.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    26/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    26

    della Repubblica: Per rispetto ai

    Penati troiani era stato mantenutosul posto il culto deisacra laviniensi,non ostante la scomparsa completadella citt71. In effetti il recuperodovette essere totale, visto che sonoanche accertati un Pontifex, un Fla-men, due uguri, una Vestale, dueLuperci ed infine un Pater Patratus

    con il titolo di Laurentes Lavinates,il quale nellepigrafe ritrovata riuni-sce i titoli di altri sacerdozi laviniati,nonch cariche amministrative, qualiunpraetor, che aveva forse nei secoliprecedenti il compito di rappresenta-re Lavinium allannuale celebrazionedi Juppiter Latiaris sul Monte Alba-

    no

    72

    , e, come si visto nel testodellepigrafe di Lucio Licinio, unaedilis.

    Si tratta pertanto di una ricostitu-zione totale dellapparato sacerdotale(e anche civile) di Lavinium, opera-zione che Ottaviano nello stesso pe-riodo aveva condotto anche nei con-

    fronti di altri sacerdozi romani cadutiin desuetudine o comunque in via diestinzione.

    Si trattava di una semplice rico-struzione di sapore antiquario o pos-siamo considerarla una vera opera-zione magica di rivivificazione dipotenze con cui gli uomini avevano

    71SAULNIERLaurens Lavinascit. ibidem.72SAULNIERLaurens Lavinascit. pag. 522.

    perso il contatto? Ovviamente non

    possibile dare una risposta certa, ma leconclusioni di Saulnier circa le moti-vazioni di questo sacerdozio ci sem-brano illuminanti: I sacerdoti, consi-derati sacerdotes publici populi Ro-mani, dovevano soddisfare tre doveri:perpetuare a Lavinium[ormai da tem-po deserta] il culto dei Penati troiani,

    rappresentare il popolo ormai scom-parso al sacrificio del Monte Albano[cio nei riti in onore di Juppiter Latia-ris], rinnovare il patto religioso conRoma quando i Consoli si recavano aLavinium dieci giorni dopo le FeriaeLatine73.

    Ottaviano e dopo di lui Claudio con

    unoperazione apparentemente eruditariportarono in vita lantico popolo deiLaurentes da cui Roma aveva tratto lesue origini, poich da qui Ascanio simosse per fondare quella Alba Longada cui sarebbero venuti i Gemelli a lo-ro radice del Populus Romanus Quiri-tium, da qui erano venuti a Roma anti-

    chi Di, non solo i Penates ma soprat-tutto i Castores, guide e protettori de-gli equites romani, qui era venerato,secondo unantica tradizione, il PadreEnea, legame con la patria troiana dacui lUrbe discendeva. Non fu certo uncaso se per ricostituire la trib deiLaurentes vennero scelti, fino quasi

    agli ultimi Imperatori, uomini di rilie-73SAULNIERLaurens Lavinascit. pag. 533.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    27/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    27

    vo che ricoprivano cariche anche im-

    portanti, tra cui almeno due prefettidella provincia dEgitto, nomina chespettava direttamente allImperatore,e molti di rango senatorio o equestre,affinch solo a uomini tra i migliorivenisse affidato il dovere e lonore diproseguire lantica stirpe.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
  • 5/26/2018 Simmetria-rivista 23 2013 a5

    28/28

    LOrdo Equestris

    di ROMA

    Associazione Culturale

    Via Muggia 1000195 Roma

    e-mail:[email protected]

    Rivista n.23Luglio 2013

    28

    Condizioni per riprodurre i materialiTutti i materiali, i dati e le informazioni pubblicati all'interno di

    questo sito web sono "no copyright", nel senso che possono essereriprodotti, modificati, distribuiti, trasmessi, ripubblicati o in altromodo utilizzati, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso di

    Simmetria, a condizione che tali utilizzazioni avvengano perfinalit di uso personale, studio, ricerca o comunque non commer-

    ciali e che sia citata la fonte attraverso la seguente dicitura, im-pressa in caratteri ben visibili: "www.simmetria.org" . Ove i

    materiali, dati o informazioni siano utilizzati in forma digitale, lacitazione della fonte dovr essere effettuata in modo da consentire

    un collegamento ipertestuale (link) alla home pagewww.simmetria.org o alla pagina dalla quale i materiali, dati o

    informazioni sono tratti. In ogni caso, dell'avvenuta riproduzione,in forma analogica o digitale, dei materiali tratti da

    www.simmetria.org dovr essere data tempestiva comunicazione

    al seguente indirizzo:[email protected], allegan-do, laddove possibile, copia elettronica dell'articolo in cui i mate-

    riali sono stati riprodotti.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]