S F O G L I A N D O 7 5 A N N I D E L L A R I V I S T A D...

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20 22 marzo 2013 SFOGLIANDO 75 ANNI DELLA RIVISTA DI LUGANO (3) di Adriano Morandi Il 30 agosto 1939 l’assemblea federale pro- cedette – col rito austero ma solenne che si addiceva al momento – alla nomina del generale Enrico Guisan a capo dell’eserci- to svizzero. Questa nomina significò chia- ramente che l’inizio della guerra, al di là dei nostri confini, era imminente. Il gior- no dopo, infatti, l’esercito tedesco occupò la Polonia, mentre i russi, da oriente, fece- ro la stessa cosa con la Finlandia. Questi atti bellici compiuti dalle grandi potenze contro due popoli poveri e del tut- to impreparati alla guerra, produssero un effetto di sgomento e di commozione nella popolazione europea. Si legge in proposito sulla Rivista di Luga- no: «La condotta tenuta dall’ammirevole Fin- landia dal primo giorno dell’aggressione russa ha suscitato in tutto il mondo la più viva am- mirazione, dimostrando nel contempo quanto possano l’eroismo e la coscienza patriottica di un popolo, anche piccolo, contro la prepoten- za di uno cento volte più grande… In occasio- ne della festa di beneficenza organizzata in piazza Riforma in favore di questo Paese ven- nero raccolti franchi 19.256,60!» Pur non essendo in guerra, molti aspetti, abitudini ed eventi della vita quotidiana mutarono anche da noi. Con la mobilita- zione generale, parecchi uomini e giovani dovettero partire per il fronte. Di conse- guenza aumentarono gli impegni delle ra- gazze, donne e tanto più quello delle ma- dri, su cui ricadde quasi totalmente la La guerra cambia la vita di tutti conduzione della famiglia, la cura dei figli e, a volte, anche dei genitori o parenti anziani. Si svuotarono le strade della città, furono sospesi tutti i grandi appuntamenti sporti- vi, fu abolita, fino a nuovo avviso, la cac- cia su tutto il territorio svizzero. Perfino i già programmati pellegrinaggi a Lourdes, con partenza dal Ticino, vennero annul- lati! Visti speciali, da ritirare presso il consolato italiano, divennero obbligatori per potersi recare in Italia. Tutti i forestieri furono ob- bligati a consegnare alla polizia qualsiasi tipo di armi. Ben presto a queste prime norme ne seguirono altre, non meno pe- santi, tra cui il razionamento di numerosi Costava 16 franchi, scatola in metallo compresa, una maschera antigas! Una folla immensa al carnevale, per dimenticare, per qualche ora, la paura della guerra.

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20 22 marzo 2013

S F O G L I A N D O 7 5 A N N I D E L L A R I V I S T A D I L U G A N O ( 3 )di Adriano Morandi

Il 30 agosto 1939 l’assemblea federale pro-cedette – col rito austero ma solenne che siaddiceva al momento – alla nomina delgenerale Enrico Guisan a capo dell’eserci-to svizzero. Questa nomina significò chia-ramente che l’inizio della guerra, al di làdei nostri confini, era imminente. Il gior-no dopo, infatti, l’esercito tedesco occupòla Polonia, mentre i russi, da oriente, fece-ro la stessa cosa con la Finlandia.Questi atti bellici compiuti dalle grandipotenze contro due popoli poveri e del tut-to impreparati alla guerra, produssero uneffetto di sgomento e di commozione nellapopolazione europea.Si legge in proposito sulla Rivista di Luga-no: «La condotta tenuta dall’ammirevole Fin-

landia dal primo giorno dell’aggressione russaha suscitato in tutto il mondo la più viva am-mirazione, dimostrando nel contempo quantopossano l’eroismo e la coscienza patriottica diun popolo, anche piccolo, contro la prepoten-za di uno cento volte più grande… In occasio-ne della festa di beneficenza organizzata inpiazza Riforma in favore di questo Paese ven-nero raccolti franchi 19.256,60!»Pur non essendo in guerra, molti aspetti,abitudini ed eventi della vita quotidianamutarono anche da noi. Con la mobilita-zione generale, parecchi uomini e giovanidovettero partire per il fronte. Di conse-guenza aumentarono gli impegni delle ra-gazze, donne e tanto più quello delle ma-dri, su cui ricadde quasi totalmente la

La guerra cambia la vita di tutti

conduzione della famiglia, la cura dei figlie, a volte, anche dei genitori o parentianziani.Si svuotarono le strade della città, furonosospesi tutti i grandi appuntamenti sporti-vi, fu abolita, fino a nuovo avviso, la cac-cia su tutto il territorio svizzero. Perfino igià programmati pellegrinaggi a Lourdes,con partenza dal Ticino, vennero annul-lati!Visti speciali, da ritirare presso il consolatoitaliano, divennero obbligatori per potersirecare in Italia. Tutti i forestieri furono ob-bligati a consegnare alla polizia qualsiasitipo di armi. Ben presto a queste primenorme ne seguirono altre, non meno pe-santi, tra cui il razionamento di numerosi

Costava 16 franchi, scatola in metallocompresa, una maschera antigas!

Una folla immensa al carnevale, per dimenticare, per qualche ora,la paura della guerra.

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Assume ruoli particolari la Rivista di Lu-gano durante gli anni della guerra: fra tuttispicca quello di farsi compartecipe deglisforzi delle autorità verso le famiglie e i pri-vati bisognosi. Non solo pubblica tutti gliordini, gli appelli, i consigli rivolti allagente dall’autorità federale, cantonale ecomunale nel tentativo di riuscire a viveredegnamente anche di fronte a difficili si-tuazioni economiche, ma si mette lei stes-sa a spiegare e pubblicizzare ogni iniziativabenefica, dalla piccola alla grande, dalla

tombola alla raccolta di fondi per il Dononazionale o la Croce rossa.Per far questo a volte la Rivista cambia ra-dicalmente gli schemi abituali, la posizio-ne e gli spazi delle notizie, ponendo in pri-ma pagina quelli riguardanti i bisogni dellagente e gli sforzi di tutti per aiutare il piùpossibile chi si trovava maggiormente inuno stato di difficoltà e necessità. Gli ap-pelli e le esortazioni del generale Guisan,del Consiglio federale, del nostro vescovoAngelo Jelmini e del governo sono pubbli-cati e commentati settimanalmente sullaRivista di Lugano. Ne riportiamo qualchepiccolo esempio:

«Il nostro Paese attraversa uno dei periodi piùgravi della sua lunga e bella storia. Noi abbia-mo potuto conservare la pace, ma la costantediminuzione delle importazioni ci impone undovere nuovo, che ogni giorno si fa sempre piùimperioso: quello di far fruttare alla nostra ter-ra il nostro pane quotidiano». (Berna, Nata-le 1941, il Consiglio federale).

«Natale è la più lieta e la più bella delle festecristiane. Ma doloroso è un Natale di guerra.La morte e le sofferenze che si abbattono sui

L’importante ruolodella Rivista di Lugano

generi alimentari, pane compreso, oltre asapone e carburante.La posizione geografica della Svizzera, si-tuata al centro dell’Europa, fece sì che ne-gli anni del conflitto bellico sorgessero, perle nostre autorità e per i privati cittadini,grossi problemi per il reperimento dellematerie prime e di parecchi generi alimen-tari, i cui prezzi, come sempre avviene inqueste circostanze, aumentò in pochi mesidal dieci al trenta per cento. Indicativo, aquesto proposito, l’esempio di una fabbricadi conserve ubicata nel piano di Magadi-no, costretta a chiudere non perché man-cavano le conserve, bensì i contenitori,cioè le lattine che provenivano dall’Italia.Di fronte a questa difficile situazione il go-verno federale e quelli cantonali feceroogni sforzo per aiutare la gente a… soprav-vivere. Fu necessario, comunque, rivolger-si a tutte le persone, chiedendo ad ognunadi compiere ogni sforzo per risparmiare enel contempo per aiutare coloro che si tro-vavano in difficoltà. Tra le misure adotta-te, e da adottare, nell’intento di migliorarela situazione, il direttore della Rivista diLugano Fedele Dagotto menziona, nell’e-dizione del 26 febbraio 1942, la creazione

di una flotta mercantile svizzera e l’intro-duzione di trasporti di generi alimentaricon autocarri tra i porti iberici e la Svizze-ra. Grandi sforzi si fecero inoltre per realiz-zare il «Piano Wahlen» (dal nome del suoideatore), che consisteva nel creare ovun-que spazi per l’agricoltura. In questo ambi-to i risultati furono notevoli, basti pensareche in poco più di due anni si passò inSvizzera dai 180mila ai 300mila ettari disuperficie coltivabile.

La fanfara del generale suona in piazza della Riforma,davanti ad una folla attenta e commossa.

Una terra da sfruttarefino all’ultima zolla.

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Un Natale di beneficenzae… un buon esempio

Rivista di Lugano, Natale 1941: «Gremitele chiese per Natale. Alla poesia cristianadelle feste natalizie si è aggiunta quella della

beneficenza, per merito speciale delle Damedella carità, delle signore del Rotary, dell’O-pera di San Vincenzo de’ Paoli e del Comita-to pro alberi di Natale, che hanno portato unraggio di gioia nelle famiglie povere, negli isti-tuti di beneficenza, negli ospedali, nei ricove-ri e nel penitenziario».

Anche in tempo di guerra la Rivista ri-porta ogni settimana oltre un centinaio dinotizie sul mondo, la nostra nazione, ilnostro cantone, i nostri paesi… Ne ripor-tiamo una sola, riguardante la fiera di SanProvino, ad Agno:

Rivista di Lugano, 16 marzo 1939: «L’af-fluenza della folla ad Agno, per San Provi-no, è stata anche quest’anno, malgrado ladurezza dei tempi, fortissima. Le ferrovie lu-ganesi hanno organizzato un ottimo serviziodi corse, ma molta gente della città e dei pae-si d’intorno si è recata ad Agno a piedi, cam-minando chi due, chi cinque, chi dieci chilo-metri (e anche più) per rinnovare un’anticatradizione. Ottimo esempio, applaudito datutti. Il campo di Agno, coi soliti baracconi ecoi banchi di vendita, è stato affollato pertutta la giornata».

Il primo carro Ochsnerper la raccolta dei rifiuti.

«La ticinese»,un prezioso bollettino guida per tutte le donne.

popoli e che finora ci hanno risparmiato, ci in-vitano a meditare seriamente. Soldati svizzeri,siate consapevoli del privilegio che vi è dato didifendere una terra libera! Siate fedeli al giu-ramento che avete prestato alla bandiera siatefedeli, con tutto il cuore e con ogni pensieroalla fede cristiana». (Natale 1941, presso unbattaglione dislocato nella Svizzera france-se, generale Enrico Guisan).

«L’opera per il Soccorso invernale (istituzio-ne centrale degli aiuti volontari per soc-correre i soldati e le loro famiglie cadutenell’indigenza, ndr) assume, più la guerracontinua, una particolare importanza. Laprolungata mobilitazione e il forte aumentodel costo della vita hanno ridotto vaste cerchiedi popolazione in uno stato di disagio che deveessere attenuato con tutti i mezzi. È questo unmodo, anzi il migliore dei modi, per dimostra-re la nostra appartenenza ad una religione chepone alla base di ogni azione dell’uomo la ca-rità». (Angelo Jelmini, vescovo del canto-ne Ticino).

In proposito sottolineiamo con piacerequanto si adoperò, negli anni di guerra, ilvescovo Jelmini per portare a tutti i nostri

soldati, agli internati e alla gente bisognosauna parola di conforto e aiuti diretti. Moltefurono le visite del vescovo ai nostri militi,dislocati in varie zone del Ticino e dellaSvizzera interna. Inoltre egli volle che gliappelli di aiuto richiesti dal generale Gui-san e dal governo federale fossero sempreletti in tutte le chiese del cantone. La Rivi-sta di Lugano s’impegnò anche in una cam-pagna di sensibilizzazione per far sì che lagente imparasse a non buttare via niente,ma a riciclare tutto. Per questo pubblicò ne-gli anni di guerra, in collaborazione con ifratelli Conza di Lugano, «La ticinese», pre-zioso inserto che proponeva ogni settimanauna miriade di utili consigli a tutte le donnesu come preparare alcune pietanze, vari tipidi conserve e gustosi sciroppi, suggerendoinoltre alcuni «segreti» sul modo di conser-vare i cibi, affinché nulla fosse sprecato.