Rivista Icsat N°1 Anno 2010
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8/9/2019 Rivista Icsat N1 Anno 2010
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RIVISTA ICSAT
Cari soci,con questo primo numero intendiamo dare ini-zio ad una nuova stagione dellICSAT, cheabbiamo voluto rappresentare con questo pri-mo numero, con limmagine dei girasoli: un sim-bolo di solarit, una pianta che si gira sempreverso il sole e ne ricerca la luce, il calore. Coscome noi vogliamo cercare e mantenere il con-tatto con tutti voi, dai pi vicini ai pi lontani,senza voler fare di questa rivista una pubblica-zione elitaria per pochi ma bens rivolta a tuttie deve essere, almeno noi ce lo auguriamo,la voce di tutti i soci dalle sedi locali, ai singoliiscritti, da chi scrive articoli a chi opera sul ter-ritorio promuovendo corsi di Training Autogenoe cos via.
La rivista si strutturer attraverso delle rubri-che sse: un piccolo glossario (Le parole diPsyche), un articolo dei nostri soci sui temi delT.A. e della psicoterapia autogena; ospitere-mo articoli su scuole di pensiero diverse dal-la nostra purch attinenti a temi di psicologia,psichiatria, psicoterapia, etc. Inoltre daremopuntuale riscontro di convegni, seminari, con-
gressi che riguardino la nostra associazione,sia sulla rivista sia in tempo reale sul sito. Tuttoquesto verr via via arricchito grazie ai vostricontributi.
Permettetemi di presentare la squadra per cosdire operativa, a cui poi sono certo si aggiun-geranno altre persone, in uno spirito di colla-borazione che cercheremo di consolidare neltempo. Innanzitutto il dott. Jacopo Fiorentinogi redattore di una rivista a Bologna che oltread essere un esperto della comunicazione anche il nostro insostituibile informatico senza ilquale questo progetto diventerebbe dif cilmen -te realizzabile. Abbiamo subito dopo la dott.ssaCaterina Serena, giovane psicologa psicotera-peuta ed anche giovane socia che si occuperattivamente del rapporto fra voi e la rivista per quanto riguarda articoli, informazioni, segna-lazioni ed altro, sulla quale contiamo molto intermini di ef cienza e cordialit nella comunica -zione con tutti coloro che si rivolgeranno a noicon spirito costruttivo.In ne ci sono io, Vinicio Berti, orentino ma del -la sede locale di Bologna che mi occuper degli
aspetti di coordinamento e realizzazione dellarivista stessa sia con il comitato dei referee siacon la direzione nella persona del dott.ClaudioWidmann, che ha reso possibile concretamentequesto progetto,sia con il Consiglio di Presiden-za nel suo insieme.
Se troverete qualche piccola imperfezione so-prattutto nei primi numeri, sono certo ci scuse-rete e magari inviateci, se credete anche deisuggerimenti che terremo nella debita conside-razione.
Anche noi avremo bisogno di un p di rodaggioper imparare a far funzionare la nostra Rivistache abbisogna dellapporto di tutti. Non mi re-sta che augurarci ed augurare a tutti voi liniziodi un nuovo percorso della nostra Societ cheanche attraverso questa rivista possa apriredelle nuove occasioni di dialogo fra tutti i socie anche di ri essione, senza nessuna preclu -sione ed in uno spirito di servizio e di collabo-razione.
Dott. Vinicio Berti
Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training - Aprile 2010 - N1 - www.icsat.it
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2 - Aprile 2010 - Rivista Icsat
La letteraai soci ICSATEgregi Colleghi,oltre che con il consueto Albo degli Iscrit-ti, lICSAT si presenta questanno con unsito web profondamente rinnovato, che si
ripromette di essere strumento per unavita associativa pi dinamica.
Il sito ICSAT ospita anzitutto una sezioneinformativa in costante aggiornamento,che riporter notizie pertinenti alla pro-fessione di psicoterapeuti e operatori ditraining autogeno: attivit associativee non, iniziative di formazione o di ag-giornamento, convegni, pubblicazioni,recensioni, attivit delle sezioni regionalie simili. Gli iscritti possono segnalare ini-ziative interne ed esterne allICSAT, cheritengono importante diffondere.
Sul sito ICSAT verr inoltre pubblicata unarivista on-line a scadenza quadrimestra-le, che intende mettere in circolo lavoriinerenti la psicoterapia generale e contri-buti allapprofondimento della Psicotera-pia Autogena in particolare, attraverso ilconfronto con Autori di diversa imposta-
zione o anche di altro orientamento.
I Soci ICSAT sono invitati n dora a in -viare loro contributi, che il Comitato deiReferee della rivista on-line valuter inmaniera prioritaria.
Nellambito del sito ICSAT verr ancheattivato un blog, che vorrebbe intercet-tare le curiosit sia di professionisti sia diutenti che intendono conoscere la guradi I. H. Schultz, il training autogeno, lapsicoterapia autogena (o bionomica), leattivit e limpostazione dei terapeuti as-sociati allICSAT. Il blog ha anche la na -lit di offrire agli Associati uno spazio peresprimere opinioni, destare sollecitazionie avanzare suggerimenti.
In ne, prevista una galleria di pro -
li professionali, in cui singoli Associatipossono presentare la propria gura eillustrare la propria professionalit, ri-portando competenze e speci cit di cur -riculum, specializzazioni e caratteristichedellorientamento professionale, ubica-zione della sede operativa e indicazionipratiche per essere contattati (indirizzo,recapiti telefonici, e-mail, eventuale sitoweb, mappa stradale della sede e simili).
Al ne di valutare leffettivo interesse de -gli Associati, questo tipo di servizio verrfornito a titolo completamente gratuitoper tutto il 2010 a quanti, in regola conla quota associativa, ne faranno richiestaalla Segreteria e forniranno i dati neces-sari alla pubblicazione sul sito ICSAT. Usu-fruendo del sito web, nel corso dellannoverr data notizia della maggiore inizia-tiva culturale curata dallICSAT, il Conve-gno Nazionale che ogni due anni ha luogoa Ravenna. Inoltre, verranno portate aconoscenza altre importanti iniziative chesono attualmente in preparazione, qualiun Convegno Regionale in programma aCagliari.
Con lauspicio che le innovazioni telema-tiche contribuiscano a imprimere nuovo
dinamismo allattivit associativa e a col-tivare il dialogo anche con ex Associati,lICSAT esprime il proprio ringraziamentoai Soci Cristina Cio ni e Vinicio Berti, chesi sono generosamente prodigati primaper attivare e poi per rinnovare il sito webdellAssociazione.
Il Direttore ICSATDr. Claudio Widmann
IMMAGINE Lhome page del nuovo sito www.icsat.it
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Aprile 2010 - Rivista Icsat - 3
LE PAROLE DI PSYCHE
RAPPRESENTAZIONE
Il termine rappresentazione deri-
va dal latino re-ad-praesentare,
letteralmente ha il signi cato
di ri-presentazione, rendere (di
nuovo) presente.
Limmagine mentale una rap -
presentazione mentale realizzata
dal cervello umano, il quale fun-
ziona in maniera iconica. Creare
immagini mentali una capacit
innata della mente, ma il pensie-
ro dominante materialista e ra-
zionalista ha disabituato le per-
sone ad usare limmaginazione.
Dobbiamo riappropriarci delluso
cosciente dellemisfero destro del
cervello, sede delle emozioni e
intuizioni per farlo collaborare ar-
moniosamente con quello sinistrodella logica e della razionalit.
La parte destra dellencefalo crea
le immagini mentali, ma anche
la sede dellinconscio, al quale
possibile accedere grazie alla vi-
sualizzazione attiva.
Le immagini dei sogni, prodot-ti per eccellenza dellinconscio,
emozionano come eventi asso-
lutamente reali, per lo stesso
meccanismo la visualizzazione
in uenza sensibilmente la parte
pi profonda della mente, dan-
do effetti veri cabili sul compor -
tamento, sulle prestazioni, sulla
salute.
Limmagine mentale importante
per tutte le psicoterapie immagi-
native come il R.E.D (Reve Eveill
Dirig), lOniroterapia, le terapie
ad orientamento Junghiano e per
noi che utilizziamo il Training Au-
togeno (di base e Superiore).
...
In questo numero parliamo di:
LA SCUOLA SISTEMICA DI
PALO ALTO
Nasce dal primo lavoro di questa
scuola La pragmatica della Co-
municazione Umana testo ormai
conosciuto in tutto il mondo, un
nuovo modo di approcciare le co-
municazioni nelle relazioni, sia da
un individuo verso un altro sia da
una persona verso un gruppo.
Frutto della collaborazione di
P.Watzlawick, J.H.Beavin e Don
D.Jackson questo libro edito nel
67 a New York, costituisce una
svolta culturale importante da
cui nascer una nuova scuola di
psicoterapia, non solo a Palo Alto
ma nel mondo.
Si moltiplicheranno cos nel tem-
po le scuole di sistemica, che ap-
punto approcceranno in maniera
totalmente diverso la nevrosi: il
comportamento patologico (ne-
vrosi, psicosi ed altre psicopato-
logie sarebbero non pi il frutto
di un disadattamento individua-le ma bens il risultato di intera-
zione patologica fra individui.
Questo porta i sistemici a studia-
re nel concreto le patologie della
comunicazione, dimostrando cos
che sono esse a produrre le pa-
tologie.
Questa scuola di pensiero ne-
gli ultimi anni a cominciare dal-
la ne degli anni 70 ha avuto
molto successo nel mondo delle
nuove terapie e si signi ca in
maniera elettiva per quelle si-
tuazione ( psicoterapia familiare
) dove i terapeuti si occupano di
ristrutturare la relazioni familiari
patologiche.
Un esempio per tutti: sembra che
questa terapia sia particolarmente
ef cace nella cura dellanoressia,
negli adolescenti che sviluppano
un disordine alimentare talmente
acuto (ri uto parziale o totale di
alimentarsi) ed anche nella buli-mia ( comportamenti smodati ed
eccessivi di alimentarsi).
Queste due patologie costituireb-
bero in realt le due facce di una
stessa medaglia dove il disturbo
alimentare non sarebbe altro che
il sintomo pi evidente di una
ben pi grave patologia comuni-cativa, allinterno della famiglia.
Le terapie di questa scuola sia
chiaro si occupano anche di al-
tre patologie, pur tuttavia il de-
nominatore comune sempre e
comunque la patologia della co-
municazione.
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In questo primo numero della rivi-
sta non poteva mancare un artico-
lo sul Training Autogeno. Pertantonon avendo altro materiale dispo-
nibile abbiamo deciso di pubblica-
re, pur se rivisitato ampiamente,
un mio articolo. Dal prossimo nu-
mero pubblicheremo altri contribu-
ti da parte di tutti voi che speriamo
giungano numerosi.(V.B.)
Spesso quando ci troviamo di fronte
una parola, ne siamo fortemente condi-
zionati, tanto che spesso il suo signi -cato o addirittura il suo suono niscono
per travisare il concetto che quella pa-
rola porta con s. Uno di questi termini
suo malgrado proprio il T.A., per T.A.
intendo il Training Autogeno pensato e
creato dal dottor I.H.Schultz che ormai
compie la bellezza di ottanta anni!
La maggior parte delle persone ignora
cosa signi chi T.A., i meglio informati
pensano tuttal pi a qualche eserciziodi rilassamento, mentre pochi sanno
che il T.A. si compone di sei esercizi
somatici che aiutano a vivere meglio il
rapporto con il proprio corpo e anco-
ra meno persone sanno che questo
un metodo utilissimo per ricostruire
una sorta di l-rouge con le parti pi
profonde, io oserei dire intime, del
proprio s.
Questa applicazione del training sichiama Training Autogeno Superiore
(T.A.S.) e viene impiegata in terapia
per consentire un tuffo dentro di s,
intendendo con ci il formulare delle
domande e darsi delle risposte attin-
gendo a quellenorme contenitore di
simboli e immagini che il nostro sub-
conscio. Una risorsa notevole che que-
sto metodo, il T.A.S., riesce a mettere a
nostra disposizione, cos da consentirci
di attingere a questo caleidoscopio diimmagini, proprio quando, ad esempio,
il nostro paziente avaro di immagini
sia in terapia, sia perch non ricorda i
sogni.
Naturalmente, oltre a questo, ci con-sente di avere comunque una o pi ri-
sposte a cosa bolle in pentola nellin-
conscio del nostro paziente, fornendo
indicazioni utilissime al proseguo della
terapia.
Il T.A.S. appartiene cio a quelle Tera -
pie Immaginative che tanto hanno rivo-
luzionato, in positivo se ben condotte,
il modo di fare psicoterapia e contami-
nato prima per poi esserne a loro voltacontaminate, la stessa psicoanalisi.
Fare terapia da sempre vuol dire lavo-
rare con il mondo simbolico e quindi
immaginativo, Jung fu uno dei primi
convinti assertori delluso in terapia
delle immagini interne, tanto da in-
durre i propri pazienti a servirsi del-
la cosiddetta immaginazione attiva.
Solo pi tardi con Desoille, che mise a
punto il R.E.D.(Reve eveill dirig) edancora prima con il T.A.S. di Schultz e
poi in con lipnosi fantasmatica, con la
meditazione trascendentale ed altre di-
scipline pi o meno organizzate, ecco
che il nostro modo di guardarsi dentro,
e quindi linteragire del terapeuta con
il paziente, cambia in maniera conside-
revole.
Ci che io vedo e sento dentro di me
quasi sempre pi importante dellastessa parola: ci che io vedo dentro
di me e che quindi mi appartiene, con
tutte le emozioni che questa esperienza
mi fa vivere o rivivere pi ef cace di
ci che la mia ragione mi suggerisce o
inferisce. Soprattutto quando la parola,
in psicoterapia, sia il canale comunica-
tivo prevalente e quindi indubbiamente
anche il pi difeso e razionalizzato.
Uno dei modi dunque di fare psicotera-pia in maniera diversa dalla cosiddetta
analisi classica, appunto questo tipo
di psicoterapia. Parliamo di un tipo di
terapia dove il ruolo del paziente
molto pi attivo che non nella analisi
ortodossa, gi il fatto di non esseresdraiato sul lettino analitico costituisce
di per s un modo diverso di essere,
di stare in terapia, il fatto poi che si
chiede al paziente di fare cose, di pro-
durre autonomamente dei vissuti, delle
immagini, di stilare un protocollo ove
occorra e darsi tempi e metodi per
eseguire un certo compito, non gli per-
mette di essere passivo, ma lo mette
in gioco e lo fa agire promuovendo cos
una migliore alleanza con il terapeuta,ma soprattutto con se stesso!
Vorrei a questo punto chiarire cosa
debba intendersi per Training Autoge-
no Superiore (T.A.S.) e come questo
venga impiegato in psicoterapia. In-
tanto diciamo che il T.A.S. inizialmente
non altro che lapplicazione del Trai -
ning Autogeno di base di Schultz, ma
che a differenza di questo costituisce
un approfondimento grazie al quale ci dimentichiamo, per cos dire, un po
del corpo, pur non negandolo, per poi
tuffarci dentro il S (la psiche) ed il
mondo delle immagini .
Il T.A.S. e il mondo delle immagini
Indubbiamente uno dei punti chiave
della Psicoterapia Autogena appuntolautogenicit o lautogenia. Lautogenia
di Schultz quel particolare stato del
binomio corpo-mente che viene
raggiunto dallallievo di T.A. dopo
qualche mese di apprendimen-
to. Ci si domander in cosa con-
sista questo stato, ebbene non
facile rispondere a questa domanda se non
adoperando dei termini propri di questa
dottrina. Per evitare questa strada
dir che si tratta in fondo di uno stato diquiete o di non ansia del corpo, che
viene vissuto bene (una particolare e
piacevole interazione fra mente e
Il Training Autogeno Superiore ed il S
Dott Vinicio BertiPsicologo e Psicoterapeuta
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corpo) e poi come la mente in questo
corpo si senta pi libera e tranquilla,
maggiormente in grado di correlarsi con
gli strati pi profondi della psiche che non
durante lo stato di veglia o di sonno o
altro, se non in modo del tutto
involontario.
Si capir, io credo, come questo par-
ticolarissimo stato di coscienza, apra
di fatto la porta a qualsivoglia tipo di
indagine nella quale ci serva una acces-
so pi libero, meno difeso, alle nostre
parti inconsce e che appunto il T.A.S.
ci permette attraverso le immagini auto
prodotte.
La forza terapeutica delle Terapie Im-
maginative sta proprio nellutilizzo del-
le immagini che il paziente vede e che,
come non mi stancher mai di ripetere,
sono senzaltro pi ef caci delle paro -
le. Basti pensare a quello che succede a
noi lettori in termini percettivi, per una
notizia letta sul quotidiano e la stessa,
corredata di immagini adeguate, se vi-
sta in televisione.
Pensate alle notizie circa un disastro,
un terremoto con morti e feriti e pen-sate allimpatto molto diverso fra il te-
sto scritto e le immagini proposte in
televisione! Ecco quindi, con le dovute
proporzioni, come possiamo spiegare la
differenza tra parola sia pure scritta e
limmagine con tutto ci che di simbo-
lico essa ci evoca. Ricordo che un mio
maestro di Training Autogeno, il profes-
sor Cesari purtroppo scomparso, soleva
dire come un Training Autogeno Supe-
riore se ben condotto allinterno di unapsicoterapia, fosse in grado di ridurre
notevolmente i tempi della stessa.
Indubbiamente laprirsi da parte del pa-
ziente a percezioni psicodinamiche pi
complesse di fatto promuove un lavoro
analitico pi ricco e nisce anche per
rafforzare lalleanza terapeutica, cos
come anchio ho riscontrato nella mia
pratica clinica.
Questo ovviamente quando il paziente
risulti essere piuttosto creativo e colla-
bori di buon grado con il terapeuta in
questo percorso. Naturalmente si pre-
vede un tale esito per quei pazienti che
riescono a mettersi in discussione no
in fondo e che praticano con regolarit il
Training Autogeno di base e Superiore,
sviluppando di fatto una buona produ-
zione immaginativa. E un fatto ormai
che il FORMIST, la scuola cagliaritana
del dottor Walter Orr che fonda il suo
approccio culturale sulla psicoterapia
bionomica di Schultz, ha nalmente e
credo per prima in Italia, avuto lauto-
rizzazione a formare allievi psicotera-
peuti proprio grazie al riconoscimento
ministeriale della validit, gi acclarata
da anni in ambito internazionale, della
psicoterapia autogena o bioniomica di
J.H.Schultz.
Pertanto possiamo affermare come nel
mare magnum dei vari indirizzi teorici e
pratici delle scuole di psicoterapia, oggi
pi che mai sia utile ri ettere su qua -
le tipo di approccio necessiti quel par-
ticolare tipo di paziente e quindi qua-
le risposta dargli. Il T.A.S., o meglio la
Psicoterapia Autogena, si situa quindi a
buon diritto tra le cosiddette Psicotera-
pie immaginative.
Il T.A.S. pu essere usato allinterno di
modelli di psicoterapia molto diversi in
maniera assai pro cua. Inoltre consen -
te anche dei veri e propri percorsi psico-
dinamici che, soprattutto nella psicote-
rapia autogena, grazie alla ricchezza dei
contenuti cos emersi, possono aprirsi a
dei training analitici ben pi lunghi e
complessi. Per chiarezza espositiva dir
che si pu prevedere con il Training Au-
togeno di base un percorso di apprendi-mento di circa 8 10 settimane e con il
successivo Training Autogeno Superiore
un percorso di alcuni mesi, almeno per
iniziare a lavorare con le immagini in-
terne e per applicare quindi, i sei eser-
cizi previsti dal ciclo superiore:
1) i colori (indeterminati e determina-
ti);
2) gli oggetti( spontanei o concreti);
3) i concetti (amore, fedelt, amici-
zia);
4) i vissuti (fatti emotivamente impor-
tanti accaduti);
5) le relazioni interpersonali (come era
o la mia relazione con);
6) il dialogo con linconscio (domande
rivolte allinconscio).
Insomma, chi non ha paura di guardar-
si dentro, aiutato dal terapeuta, pu
scoprire un mondo colorato di immagi-
ni interne, dalle quali trarre ottimi in-
sight per capire meglio la propria realt
psichica e produrre adeguati e positivi
cambiamenti.
Dott. Vinicio Berti
Psicologo - Psicoterapeuta
Bibliografa
J.H.Schulz. Il training autogeno Voll.I e
II, 1971, Feltrinelli
Bernt H.Hoffmann, Manuale di training
autogeno (1980) Edizioni Astrolabio
Klaus Thomas, Autoipnosi e training
autogeno, 1976, Edizioni Mediterranee,
Roma
Luigi Peresson, Trattato di Psicoterapia
autogena, Vol II e IV (1985) Piovan Edi -
tore, Abano Terme
W. Orr, M. Ottobre, Psicoterapia biono-
mica di Shultz, 2000, Masson Editrice
Claudio Widmann, Manuale di Training
Autogeno, 2005 Edizioni del Girasole,
Ravenna
G.Gastaldo, M.Ottobre, Il training auto-
geno in quattro stadi, 1994, Armando
Editore, Roma
C.Grimaldi, La psicoterapia autogena
nella dimensione del sentire, 2002, Ed.
Lorecchio di Van Gogh
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
un contributo di psicoterapia bioe-nergetica, che nellambito dellinter-vento psicoterapico contempla lim-piego di tecniche di rilassamento,non escluso il training autogeno. Lapsicoterapia autogena (o bionomica)non si identifca con il training auto -geno e lICSAT non intende il trainingautogeno come una tecnica di rilas-samento, una terapia focale o unapsicoterapia breve.
Tuttavia, Schultz sempre stato aper-to allimpiego del training autogenoin contesti clinici diversi: nella medi-cina generale, nella psicoproflassi e
in psicoterapie di vario orientamen-to. Questi impieghi costituiscono, difatto, una vasta area di applicazionedel training autogeno, ma segnanoanche la distanza fra psicoterapiaautogena ed applicazioni generiche(e talvolta improprie) del T.A.
La salute emotiva, cos come quella -sica, comprendono non solo lassenza disintomi e disfunzioni che compromettonoil benessere psico sico, ma anche la ca -
pacit di utilizzare le proprie risorse e le
facolt ed esprimerle in maniera totale.Le emozioni e le sensazioni corporee, sevengono espresse in termini positivi dan-no luogo alla capacit di utilizzare la ses-sualit in modo naturale, nellottica della
salute sessuale.
Nella pratica professionale, spesso ho in-contrato persone che nonostante un per-corso psicoterapeutico adeguato, in cui icon itti emotivi e lelaborazione del vissu -to personale trovavano un signi cato pro -
fondo per la loro esistenza, permanevanoalcuni blocchi psico sici che impedivanouna sana attivit sessuale.
Per blocchi psico sici intendo una seriedi sintomi siologici transitori, riferiti daipazienti come sudorazione, tensione mu-scolare, tachicardia, problemi respiratorio addominali oltre a sensazioni doloroseavvertite in sede locale.
Questi sintomi erano spesso accompa-
gnati da ideazione negativa, ansia, sensodi colpa o vergogna, aspettative pessimi-stiche e pensieri disfunzionali che creava-no un circolo vizioso nellattivit sessuale,
impedendone lespressione.
Il mio personale interesse verso lunitcorpo mente e la relazione tra distur-bi sici e salute mentale, mi ha portatoad utilizzare, oltre ai percorsi terapeuticipsicodinamici, alcune tecniche di rilassa-mento e metodologie bioenergetiche conpersone che lamentavano diverse proble-matiche sessuali.Le tecniche di rilassamento sono stateutilizzate nella prima parte del percorsoterapeutico, mentre alcuni esercizi di bio-
energetica hanno completato il recuperodei ricordi sessuali rimossi e le tensioni
siche associate allattivit sessuale.
Secondo la bioenergetica il corpo e lamente funzionalmente sono identici: cioquello che succede nella mente ri ettequello che succede nel corpo e vicever-sa, inoltre () la mente e il corpo sipossono in uenzare reciprocamente. Ciche si pensa pu in uenzare il modo incui si sente e il contrario ugualmente
vero (1).
Ho trovato interessante e ricca di spun-ti pratici la teoria di Lowen, secondo cui,
Sessualit e bioenergetica
Dott.ssa Francesca CosentinoPsicoterapeuta Psicoanalista
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spesso anche lo stato sico determina ilmantenimento di uno stato mentale nonequilibrato ed il suo livello di energia.
Lenergia personale si pu modi care at -traverso esercizi bioenergetici e tecni-che di respirazione che permettono unamigliore gestione dello stress.
Secondo Lowen, lo stress produce ten-sione muscolare e rigidit, pertanto ilbasso livello di energia di un individuopu anche essere determinato da ten-sioni muscolari croniche e da con itti in -consci.Le emozioni represse non coscienti, pos-sono limitare la percezione delle sensa-zioni sessuali, in questo modo una per-cezione sensoriale pu essere avvertitacome fastidiosa o addirittura dolorosa seassociata ad unideazione inconsapevolenegativa.
Anche la particolare attribuzione simbo-lica deve essere svelata in un percorsoterapeutico, poich pu determinare alivello inconscio unassociazione disfun-zionale non consapevole che concorre almantenimento dei sintomi.
Ricordo il caso di una giovane signorasposata che presentava dispareunia non
organica e avversione sessuale limitataallatto della penetrazione, e che nono-stante anni di psicoterapia non era arri-vata a comprendere la natura simbolicarelativa alla sua problematica.
Luso della respirazione profonda, associa-to ad uno stato di profondo rilassamentopsico sico le hanno permesso di allentarele difese psico-corporee per lasciare spa-zio allelaborazione verbale delle emozio-ni e dellideazione associata allatto della
penetrazione.
La paziente ha manifestato anche si -camente un intenso bisogno di chiusu-ra corporea attraverso il linguaggio nonverbale. Nel corso delle sedute statopossibile quindi ricondurre lespressionecorporea ad una modalit difensiva utiliz-zata durante ladolescenza, verso il sessomaschile.
Latto della penetrazione rappresentava
per la signora la possibilit di lasciare en-trare lelemento maschile,vissuto no adallora come invadente e persecutorio.
Tuttavia, il percorso terapeutico sembra-
va arrestarsi nonostante si fossero resecoscienti le dinamiche psicologiche sotto-stanti.
Il lavoro bioenergetico e gli esercizi di au-toconoscenza e rilassamento del corpo,hanno permesso alla signora successiva-mente di provare un diverso modo divivere lesperienza sessuale.
In una fase successiva stato coinvoltoanche il partner suggerendo alcuni eser-cizi proposti dalla Kaplan, ma a quel pun-to le dinamiche psicologiche sottostantiavevano trovato modo di esprimersi ri-velando motivazioni e signi cati no adallora sconosciuti.
Inizialmente sono stati proposti gli eserci-zi di vibrazione del corpo, per regolare illivello del movimento e della consapevo-lezza accompagnati dalla focalizzazionesensoriale.
Successivamente il grounding o radica-mento del corpo sul terreno hanno per-messo di migliorare la stabilit e la sen-zazione corporea di sicurezza.
Alcune tecniche di rilassamento attraver-so la respirazione e la decontrazione mu-scolare attiva, sono state particolarmente
utili.
Il blocco della muscolatura addominalee del diaframma, reprimevano emozioniconnesse alla possibilit/capacit di al-lentare il controllo, mentre la contrazio-ne della gola, con la sensazione riferitadelnodo in gola bloccava un pianto in-teriore che si successivamente espressoin maniera molto intensa.
La respirazione della paziente era so-
prattutto di tipo super ciale clavicolare ecoinvolgeva la parte superiore del torace,erano visibili apnee e ritenzioni di aria cheimpedivano il uire del respiro, connessea sensazioni riferite di ansia e panico.
Ho proposto la mobilitazione delladdomee delle anche e ho suggerito esercizi conla respirazione addominale prima e com-pleta poi.
Questi esercizi profondamente rilassanti
erano accompagnati da emissione di suo-ni e vocalizzi ed associati ad unattivit diimmaginazione.
La paziente era sveglia e lucida, seduta
comodamente nella poltrona o stesa nellettino psicoanalitico.
In maniera del tutto autonoma e con mol-ta cautela, il rilassamento del corpo si ac-compagnava alla verbalizzazione di pen-sieri, ricordi, contenuti che assumevanopoco per volta un signi cato nelluniversosimbolico della signora.
La condivisione terapeutica dei signi ca -ti simbolici e il migliormento dello statodi padronanza delle sensazioni corporeehanno dato il via allelaborazione pi pro-fonda delle dinamiche inconsce che con-correvano al mantenimento della sinto-matologia.
La consapevolezza aveva portato lab-bassamento delle difese sessuali e uncoivolgimento maggiore nel processo discoperta del corpo, che si tramutatonella possibilit di vivere serenamente larelazione con il partner.
La parte dellelaborazione dei contenutispeci ci ha richiesto qualche mese ma harivelato sia a me che alla paziente la pos-sibilit e la necessit che corpo e mentelavorino assieme.
Dott.ssa Francesca Cosentino
Psicoterapeuta PsicoanalistaEmail: [email protected]
Bibliografa:
(1) A.Lowen Bioenergetica 1975,ed.Feltrinelli; Milano, p.13.
A.e L. Lowen Espansione e integrazionedel corpo in bioenergetica Astrolabio,
Roma, 1979.
A. Boadella J.Liss La psicoterapia delcorpo Astrolabio, Roma, 1986.
H.S. Kaplan Manuale di terapia sessuale 1975, Feltrinelli, Milano.
A.A.V.V. ICD10 Classi cazione delle sin -dromi e dei disturbi psichici e comporta-mentali Masson, 1996.
A.e L. Lowen Espansione ed integrazionedel corpo in bioenergetica Astrolabio, p.13.
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RIVISTA ICSATItalian Committee
for the Study of Autogenic Therapyand Autogenic Training
Aprile 2010 - N1 - www.icsat.it
REDAZIONESegretaria di redazione Dott.ssa Caterina Serena
Capo redattore Dott. Jacopo FiorentinoDirettore Dott.Vinicio Berti
Pubblichiamo questa iniziativa della sede Formist di Cagliari
DEAD LINEIl prossimo numero uscir i primi giorni di settembre
e la dead line per linvio degli articoli e delle comunicazioni il 30 giugno prossimo venturo.