Riviera est febb2016 n22
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Polimira a gonfie vele, assunzioni per decine di operai
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20
16
della Riviera Est
di Padova Esta Febbraio Nuova Edizione: l’informazione locale si espande!
MIRA
Arriva il referendum a quorum zero4
APPROFONDIMENTO
Pronto soccorso, nuove ambulanze e più interventi16
CAMPOLONGO
Elezioni, Zampieri si candida a sindaco10
MIRA
Raddoppiano le multe, nuovi Vista red6
CAMPONOGARA
Asilo nido, pronto il bando in tempi record12
Nel 2015 sono stati investiti 5,5 milioni di euro nei siti di Lodi e Mira. Nel 2016 ne veranno investiti altri 3. In arrivo proventi dalla vendita delle attrezzature servizio a pag. 8
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L’economia è in ripresa e La Piazza rilancia, si rinnova
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Finalmente, dopo anni di crisi nera per tutto il Nord Est, si riparte, magari lentamente, magari non tutti,
ma la ripresa c’è. A dirlo sono i dati Istat di inizio anno che registravano più di qualche segnale positivo sul mercato interno. Nel terzo trimestre del 2015, il reddito disponibile dei nuclei famigliari con potere d’acquisto è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014.
segue a pag 3
MARIACRISTINA GRIBAUDI
Storie di donne al vertice22
IL VENETO
Due anni e 8 mesi di carcere per il tabaccaio di Civè 20
CULTURA
L’esposizione a Palazzo Roverella e a Palazzo Roncade28
on-line: LE NOSTRE RUBRICHE: Salute p.31
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Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >[email protected]< >www.lapiazzaweb.it<
Redazione: Direttore responsabile (ad interim) Germana Urbani >[email protected]< Ornella Jovane >[email protected]<
è un marchio registrato di proprietà
di Srl
della Riviera EstPeriodico fondato nel 1994 da Giuseppe BergantinCentro Stampa: Rotopress International via Breccia · Loreto (An)
Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Chiuso in redazione il 16 Febbraio 2016
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Camplongo e Campagna Lupia per un numero complessivo di 16.445 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Per i padri separati, è allarme povertà
C ’è una nuova emergenza nel comprensorio dei 17 comuni della Riviera del Brenta e del Miranese: quella dei padri se-
parati e ridotti in miseria. A fianco di questo problema c’è pure quello delle madri separate, che con la crisi sono aumentate. I mariti non riescono a causa della perdita del lavoro, dare loro il dovuto assegno di mantenimento. A livello di comprensorio si stima che i casi dei padri separati potrebbero sfiorare i 200. A sollevare la questione è stato nelle scorse settimane Luigi Corò del Comitato “Marco Polo difesa del cittadino”.
“I casi di padri separati ridotti in miseria nel comprensorio dei 17 comuni – spiega Corò – che seguiamo direttamente sono una cinquantina. Sono persone che prima della separazione facevano una vita dignitosa, e che dopo sono finite nel gorgo dell’indigenza assoluta. Ci sono anche una decina di padri che negli ultimi due anni sono stati costretti a dormire in auto, per-ché soldi per l’alloggio non ne hanno.
Devono pagare il mutuo della casa intestata a loro, che resta alla moglie, perché è a lei che nella stragrande parte dei casi vengono affidati i figli dai tribunali. I comuni più colpiti sono quelli più popolosi: Mira, Dolo Spinea Martellago, Scorzè e Mi-rano. L’associazione fa un appello. “Chiediamo – spiega Corò – che i comuni mettano a disposizione per questi padri alla di-sperazione, dei mini alloggi”. Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss13 e sindaco di Spinea Silvano Checchin con-ferma. “Il fenomeno c’è – dice – ma purtroppo gli enti locali non hanno fondi per poter far fronte a questa emergenza”.
Alessandro Abbadir
Sono 200 i casi stimati nell’area della Riviera e del Miranese
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Editoriale, le opinioni 3 www.lapiazzaweb.it
EditorialeGermana Urbani > [email protected] <
L’aria di ripresa spinge imprenditori e lavoratori a crederci un pò di più e a investire sull’innovazione di prodotto, offerta e pubblicità: l’unica ricetta, dicono gli esperti, per riprendere davvero quota. Anche noi del mensile La Piazza rilanciamo convinti e, già da questo numero, vi proponiamo il restilyng del giornale carta-ceo con l’obiettivo di essere sempre più giornale di in-formazione locale, spazio dove l’approfondimento delle notizie principali del mese e le storie della nostra gente o delle nostre associazioni trovino un luogo privilegiato di visibilità. Mission che è nel Dna del nostro mensile fin dal suo esordio, 22 anni fa. Nato quasi per gioco con una sola edizione di poche migliaia di copie, oggi conta (222.590 copie stampate) per 14 edizioni locali e diver-si inserti periodici. Nella sua storia diversi restyling: nel 1996 il primo e poi nel 1999, quando venne modificata in modo sostanziale la grafica del giornale; e ancora nel 2005, nel 2007 e nel 2009. E non dimentichiamo che da tanti anni siamo su web e che, già lo scorso anno, abbia-mo investito nel nuovo sito www.lapiazzaweb.it. Uno stumento fresco che, insieme ai social, ci permette di of-frirvi anche notizie di cronaca quotidiana. Tutte queste operazioni sono state possibili grazie a chi, negli anni, ci ha creduto: editori, direttori, agenti, giornalisti e tutto lo staff La Piazza. Soprattutto grazie ai clienti che hanno creduto in questo strumento. D’altra parte, anche dal punto di vista pubblicitario, abbiamo sempre cercato di rimanere al passo con i tempi, senza esasperazioni, at-tenti alle esigenze e ai riscontri. La storia dimostra come l’azienda abbia sempre cercato di portare su Piazza novità editoriali e grafiche, grazie anche alla collabora-zione di esperti, ma soprattutto grazie al supporto e alla valorizzazione delle ottime risorse interne: la redazione e la struttura grafica. Questa uscita di febbraio per noi rappresenta davvero una nuova scommessa. Oltre al re-styling del giornale, ampliamo l’informazione: inaugu-riamo una nuovissima edizione su Padova Est che com-prendera’ Ponte San Nicolò e Saonara, oltre a Noventa Padovana e Vigonza; mentre l’edizione di Padova Nord includera’ anche il comune di Curtarolo.
Buona lettura, dunque, e diteci cosa ne pensate.
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Partecipazione, referendum a quorum zero
P artecipazione, arriva a Mira il Referendum a quorum
zero su materie di competenza comunale. Questa l’importan-te novità che sarà inclusa nelle prossime settimane, con l’ap-provazione del nuovo Statuto del Comune di Mira. A spiegarlo e ad anticiparne le novità è il ca-pogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle Mauro Berti. “All’interno del nuovo Statuto del Comune - spiega Ber-ti- che abbiamo voluto riforma-re, ci saranno tanti elementi di democrazia diretta e quello che riteniamo lo strumento principe, cioè il referendum, che vogliamo
a quorum zero. Quindi chi si reca alle urne decide. Quello che vo-gliamo è la partecipazione attiva della popolazione”. A differenza di tante campagne a favore delle votazioni on line fatte dal Movi-mento 5 Stelle, però le votazioni previste a Mira saranno di tipo classico. “Se verranno indetti referendum su materie legate al territorio o ad argomenti co-munali - spiega Berti - sarà fatto un referendum con urne e seggi elettorali e scrutatori”.
Fra le innovazioni previste, all’interno del nuovo statuto, ci sarà anche quella del bilan-cio partecipativo, che è partito
all’auditorium di Oriago di Mira, a cui hanno partecipato una ot-tantina di giovani. Il processo di selezione dei progetti durerà mesi, e alla fine saranno finan-ziati direttamente dall’ente loca-le. Non mancano le polemiche da parte delle opposizioni su questa novità annunciata.
“C’è da chiedersi - dice per il Pd il consigliere Gabriele Bolzo-ni -, come mai la giunta grillina sempre così attenta alla parteci-pazione, finora delle istanze dei
cittadini, si sia fatta beffe. Si pen-si, infatti, alla raccolta di firme contro il porta a porta per il quale si era anche chiesto un referen-dum, e le migliaia di firme per ripristinare i cassonetti del verde pubblico. Su tutti questi temi non c’è stata grande considerazione dell’opinione dei cittadini, e il sindaco Alvise Maniero ha tirato dritto senza preoccuparsi di nes-suno. Ora vogliamo capire con precisione cosa si vuole fare”.
Alessandro Abbadir
Sarà gestita dalla Pro Loco villa Contarini dei Leoni
F ine del polo culturale, e fino alla fine di settem-
bre del prossimo anno, villa dei Leoni di Mira sarà gesti-ta dalla Pro Loco. Questa la decisione presa dal Comune dopo che Coopculture e La Piccionaia si sono ritirate dalla gestione della villa, dell’oratorio e dalla gestione del Teatro. Il presidente del-la Pro Loco Michele Campalto spiega che non mancheranno le attività didattiche. Attività che saranno organizzate in collabo-razione con l’associazione Mondonuovo di Spinea. I programmi dell’associazione, che promuove il territorio di Mira, partiranno con la primavera. Fra le iniziative in programma da parte della Pro Loco, ci sono visite le guidate, la riattivazione dell’Ecomuseo che da anni è stato chiuso. La Pro Loco pensa di riattivare l’aper-tura della villa anche il giovedì’, cioè il giorno in cui si tiene del mercato rionale. Fra gli altri appuntamenti in programma da parte della Pro Loco di Mira e che prevedono l’utilizzazione della villa, c’è la manifestazione “Peace and food on the road“, che si terrà il prossimo 18, 19 e 20 marzo lungo Riviera Silvio Trentin, cioè davanti a villa Contarini dei Leoni e all’interno della stes-sa, con i migliori chef d’oltreoceano. Insomma si tratta di una soluzione per il momento provvisoria, che però evita che questo importante palazzo da sempre fulcro di tanti eventi culturali, non resti inutilizzato, in vista di una sua assegnazione definiti-va. Assegnazione che sarà effetuata con l’iunizio dell’autunno. A.A.
Il capogruppo M5S Mauro Berti annuncia l’importante novità che sarà inclusa nello statuto comunale. Critiche dal Pd
Mira 4 www.lapiazzaweb.it
Associazione Combattenti
Al centro civico di Borbia-go, è stato presentato il libro Rosso Piave. Il libro è stato rea-lizzato da Edoardo Pittalis, con la prefazione di Arrigo Cipria-ni. La serata è stata occasione per ufficializzare la rinascita dell’associazione ‘Nazionale Combattenti e Reduci’. Manca-va dal territorio da una quindi-cina di anni, scomparve assie-me al suo presidente. Lo scorso novembre, realizzò una mostra storica della Grande Guerra. “Questa associazione, sembra destinata a scomparire a causa dell’invecchiamento del diret-tivo; ma a Borbiago non sarà così – dice Filomeno Porcelluz-zi. A maggio faremo un pro-getto che coinvolgerà le scuole. Proporremo degli incontri de-dicati a: bullismo, stupefacenti e pericoli dei social network. I relatori saranno professionisti delle forze dell’ordine, magi-strato e scrittori”. A gennaio ha organizzato la Festa Tricolore a Borbiago. Sono state esposte bandiere dall’Unità d’Italia, fino a quella repubblicana.
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E ’ arrivata con il 2016 la notizia tanto attesa dai residenti della località di Porto Menai di Mira.
E’ stata, infatti, finalmente aperta dopo la raccolta di centinaia firme dei mesi scorsi, e tanti striscioni di protesta appesi sul ponte, la passarella ciclope-donale sul canale Novissimo. Il ponte sul canale è stato aperto, nonostante non siano ancora stati installati i due pistoni di sollevamento, che servo-no per garantire la navigabilità del corso d’acqua. L’opera chiesta a gran voce e finalmente completa-ta, è necessaria per la sicurezza ciclo-pedonale. Gli abitanti la aspettavano da tantissimo tempo, oltre un anno e mezzo. Era chiusa, nonostante di fatto fosse ormai conclusa. Va detto che l’opera ha avuto un iter davvero complicato per il fallimento delle ditte impegnate nei lavori, e una scarsa attenzione per la decadenza del consiglio e della giunta pro-vinciale responsabile, e la nascita dell’attuale Città Metropolitana. L’intervento era stato finanziato
dalla ex Provincia con 253 mila euro, e in parte con la partecipazione al bando Gal Antico Dogado, che ha contribuito con 380 mila euro. Mancano solo due pistoni e i motori per aprire la passerella per il transito delle barche, l’opera è completa ed è stata già collaudata. Anche il Comune di Mira nel tem-po aveva annunciato un suo interessamento, cer-cando di coinvolgere l’attuale Città Metropolitana. “Finalmente - spiegano i residenti - possiamo tran-sitare da una parte all’altra del Novissimo, senza correre il rischio di venire investiti dalle auto e dai mezzi pesanti. Speriamo che i lavori, che si devono ancora fare, non ne blocchino di nuovo la fruibili-tà”. Infine sulla bretella Mira Lanza sono stati riac-cesi da parte dei tecnici della Città Metropolitana i lampioni spenti a ridosso dell’innesto con la statale 309 Romea. Erano stati spenti a causa di furti di rame negli impianti, dei ladri.
A. A.
Traffico La polizia locale traccia il bilancio dell’attività del 2015
Raddoppiano le multe, nuovi Vista red nel centro di Mira TaglioN uovi Vista red sulla Bren-
tana a Mira sono entrati in funzione a febbraio. I Vista red sono stati piazzati sulla Brentana a Mira Taglio, all’incrocio fra via Miranese e la regionale 11. Intan-to dalla polizia locale sono arri-vati anche i dati delle attività nel 2015, che registrano un aumen-to di multe clamoroso. Le multe sono salite a 3.416, e di fatto qua-si il doppio del 2014. E di queste ben 1889 sono state comminate agli automobilisti, che hanno ignorato il semaforo rosso all’in-crocio controllato dal Vista red, installato nel dicembre del 2014 a Mira Porte: una media di cinque al giorno. Le sanzioni hanno por-tato nelle casse comunali com-plessivamente 400 mila euro. Ma non è stata solo questa l’attività svolta. Nel 2015 sono state ri-tirate 44 patenti di guida, e sono state ritirate 27 carte di circolazione. Pe-sante e in aumento il fenomeno legato alla scarsa “cura“ dell’auto per mancanza di rinno-vo di revisione, o di copertura as-sicurativa. Un fenomeno causato per lo più dalla crisi economica in atto. Il comando della polizia locale va nello specifico: sono state 76 le mancate revisioni ac-certate. Le mancate coperture assicurative accertate: 65. E poi i veicoli sottoposti a sequestro amministrativo: 57. Quelli sotto-posti a fermo amministrativo: 36, e quelli oggetto di rimozione 6. Questo fenomeno nel corso degli ultimi anni è aumentato in modo considerevole. Non sono man-cati ovviamente controlli sugli abusi edilizi e sequestri di armi o stupefacenti in possesso ai con-
ducenti dei mezzi controllati. Non sono mancati nemmeno le multe date a chi sversa abusiva-mente i rifiuti a lato di cassonetti o contenitori della spazzatura ancora presenti. Controlli fatti questi ultimi, in stretta collabo-razione con Veritas, e che hanno visto recentemente “pescare” e denunciare chi scaricava rifiuti industriali e pericolosi, in quel caso a Gambarare di Mira. Ma ora torniamo ai nuovi vista red. Sono stati collocati sia in dire-zione Padova che in direzione Venezia. Le due apparecchiature, che sanzionano gli automobilisti che passeranno con il rosso, si aggiungono a quelli già in fun-zione a Mira Porte, all’incrocio
fra la Brentana via Boldani e via Mo-cenigo. Un punto p a r t i c o l a r m e n t e trafficato, dove si sono verificati nu-merosi incidenti con gravi conse-guenze. Ma di cosa si tratta? Si tratta di telecamere, che
riprendono l’intero attraver-samento dell’incrocio da parte delle auto, rilevando i veicoli in infrazione mediante una coppia di spire elettromagnetiche. In-somma non si vedono flash, e i Comuni non rischiano di incor-rere nelle rivendicazione degli automobilisti come nel caso dei vecchi, e contestati T-red. E per il Comune di Mira si annuncia una nuova entrata nelle casse pubbli-che. I Vista red ovunque vengono installati, consentono di stac-care mediamente cinque multe al giorno. Un bel incasso, se si considera che una multa, me-diamente ammonta a 163 euro. Manna dal cielo per l’ente locale.
Alessandro Abbadir
Aperta dopo anni di attesa la passerella ciclopedonale sul Novissimo a Porto Menai
A Mira Taglio sono stati
installati nuovi impianti
all’incrocio fra via Miranese e la regionale 11
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Menù di Pasqua
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Schiette con polentinaAntipasto Fornace:
Gamberetti, Polipi con sedano, insalata di mare,latticini di Seppia, Gamberoni, 1/2 Astice al proseccoPrimi
Linguine al Salmone affumicatoFarfalle con Scampi e funghi
SecondiGrigliata mista di pesce (Orata, coda di Rospo, Scampo)Vassoi di frittura mista con polentina,
Insalatine di stagioneDolci
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Rifiuti elettronici da riciclare in classe
U n progetto all’avanguardia nell’educazione alla raccol-
ta dei rifiuti. I ragazzi delle classi quarte e quinte elementari e del-le medie di Mira, saranno infatti i protagonisti del progetto Raee@scuola, un programma nazionale di comunicazione e sensibilizza-zione sulla corretta gestione dei rifiuti da apparecchiature elettri-che ed elettroniche. In provincia di Venezia il Comune di Mira è l’uni-co che ha aderito a questo tipo di progetto. “Le centinaia di bambini – hanno spiegato gli organizzatori – saranno invitati a portare da casa i propri piccoli Raee, che verranno raccolti in appositi contenitori po-sizionati all’interno delle scuole. I Raee poi verranno ritirati dagli addetti del servizio di igiene urba-na, che si occuperà della gestione, trasportandoli al centro di raccolta
comunale”. Testimonial d’eccezio-ne del progetto è uno dei perso-naggi del mondo dello spettacolo più amato dai bambini: Baz il co-mico della trasmissione Colorado. Le attività termineranno a fine febbraio. Soddisfatta l’assessore del Comune di Mira Maria Grazia Sanginiti. “Questo progetto – spie-ga la Sanginiti – è di fondamen-tale importanza in un momento di cambiamento del sistema di raccolta dei rifiuti, proprio a Mira. Questa iniziativa oltre che a pre-miare le scuole, che raccolgono maggiori quantitativi di piccole apparecchiature elettroniche, raf-forza l’impegno alla differenzia-zione e consentirà di richiamare l’interesse di bambini e ragazzi alla conoscenza e alla corretta gestione dei Raee. Diventeranno promotori di un messaggio sulla corretta ge-
stione nei confronti delle loro fa-miglie”. All’iniziativa promossa da Anci e Veritas hanno partecipato in Veneto oltre a Mira, anche Este nel padovano e Feltre nel bellune-se. “Queste buone pratiche – ha detto Giancarlo Piva del direttivo di Anci Veneto e sindaco di Este – devono diventare la normali-tà, considerando l’aumento pro-gressivo di questo tipo di rifiuti“. Alessandro Abbadir
I Raee raccolti in appositi contenitori all’interno delle scuole verranno poi ritirati dagli adetti del servizio di igiene urbana e transportati al centro di raccolta comunale
Verde e ramaglie, potenziato il servizio
Il Comune ha annunciato il
potenziamento del servizio a do-
micilio raccolta del verde e rama-
glie. Questo per venire incontro
alle richieste dei cittadini, che nei
mesi scorsi hanno portato sul ta-
volo del sindaco migliaia di firme
contro il ritiro dei cassonetti delle
ramaglie. Il servizio sarà attivo il
29 febbraio e 31 ottobre 2016 nel
settore nord est, 2 marzo e 2 no-
vembre 2016 nel settore sud est.
Dove deve ancora partire la rac-
colta porta a porta, sarà attivo
nel prossimo autunno il 14 e 16
novembre. L’utente che preno-
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potrà esporre insieme al conte-
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Cimiteri, è protesta
Protesta per le condizioni in cui è ridotto il camposanto a Gambarare di Mira. “I campi di inumazione del cimitero – dice Paolo Lucarda, consigliere di For-za Italia e titolare di una impresa di pompe funebri ad Oriago – il principale dei 5 campisanti comu-nali, non sono utilizzabili a causa di una sbagliata gestione delle esu-mazioni. Ora fino al 2017, non po-tranno essere sepolti dei defunti“. Lucarda va nel dettaglio. “Sempre più nei campi di inumazione a Gambarare - dice - si creano con poche gocce d’acqua delle gros-se pozzanghere. Ciò è dovuto al fatto che il Comune ha voluto far partire 70 esumazioni nel periodo sbagliato, cioè in pieno inverno. Il campo destinato alle sepoltu-re comunali ha poco drenaggio e bastano poche gocce d’acqua per creare grossi problemi. Risultato dell’operazione? Un fallimento completo. Ora i campi sono inu-tilizzabili per nuove sepolture e devono essere bonificati e drenati. E’ una situazione di mancanza di decoro. Per poter avere nuovi posti a terra bisognerà aspettare il 2017, visto che per queste operazioni ci vogliono dagli 8 ai 10 mesi”. Ma non va meglio per i loculi. “Il Co-mune ha previsto degli interventi con gli stanziamenti a bilancio – dice Lucarda – di 300 mila euro per una serie di loculi. Questi si potranno fare solo nel 2017. Sa-rebbe stato meglio partire subito con la creazione di nuovi campi di inumazione, ma l’amministrazio-ne ha voluto fare di testa sua, ed ecco i risultati“. A.A.
Economia Incontro fra sindacati e proprietà nel sito di Malcontenta
Polimira a gonfie vele, l’azienda assumerà decine di operai
C ’è a Mira una azienda che è ripartita dalle ceneri di un
disastro, quello dell’ex Pansac a Malcontenta, si chiama Polimi-ra. Farà investimenti per milioni di euro nei prossimi 3 anni, e ha annunciato l’assunzione per i prossimi 6 mesi di 25 persone. I numeri sono stati snocciolati da Polimira, azienda che ha acqui-stato il sito dell’ex Pansac, in un incontro con i sindacati, incon-tro chiesto per conoscere il piano industriale della società. La Po-limira è una azienda del gruppo Poligof, che produce prodotti per l’igiene intima e che ad ora ha as-sunto a Malcontenta 180 persone, una ventina in più di quelli che erano previsti. “Nell’incontro - ha spiegato il segretario provinciale della Femca Cisl Massimo Mene-ghetti - la società, ha confermato che l’assetto societario oggi vede la “21 Investimenti” di Alessan-dro Benetton detenere l’80% delle quote. Un 10% resta in capo alla famiglia Gatti e un 10% al mana-gement attuale. Il piano industria-le prevede il raddoppio del fattu-rato, e l’espansione nei mercati indiano e russo con l’apertura di nuovi siti produttivi. Non si esclu-dono acquisizioni per aumentare il parco delle produzioni interne”. Il 2015 si è concluso con 5,5 milio-ni di euro di investimenti nei siti di Lodi e Mira, mentre nel 2016 ne verranno investiti altri 3 milioni, ai quali si sommeranno i proventi ricavati dalla vendita di attrezza-ture non più utilizzate. Positivo il rapporto con i clienti storici con un aumento del fatturato del 15% già nell’anno in corso. “Se tutto andrà come previsto - conclude Meneghetti - si prevedono tra le 20 e le 25 assunzioni entro il se-condo semestre di quest’anno. Andranno effettuate dal bacino degli ex lavoratori Pansac”. Un monito arriva però dal segretario provinciale della Filtcem Cgil Ric-cardo Colletti. “Siamo soddisfatti delle linee direttive del piano in-dustriale presentato da Polimira - dice Colletti. Ma vogliamo porre dei paletti sulla questione delle turnazioni. Non accetteremo rit-mi di lavoro massacranti. Chiede-
remo all’azienda il pieno rispetto della contrattazione esistente, e che vengano assunte persone solo all’interno del parco degli ex dipendenti Pansac, ora in mobili-tà”. Con la ripartenza a pieno rit-mo del sito di Malcontenta a gio-varne non sarà solo l’occupazione interna all’azienda, ma potranno affluire nuove commesse e quin-di lavoro a tutte quelle imprese dell’indotto che negli anni hanno gravitato intorno all’ex Pansac.
Alessandro Abbadir
Al concorso letterario Pavesi arriva il patrocinio della Ue
Elezioni, Zampieri si candida a sindacoP arte la corsa alla poltrona di
primo cittadino. A Campo-longo a 4 mesi dalle elezioni am-ministrative, si candida a sindaco con una lista civica “Insieme si cambia” Andrea Zampieri, che si è dimesso dalla carica di vice-sindaco e da quella di segretario comunale dell’Udc.
A spiegarlo è lo stesso Zam-pieri. “Annuncio – spiega – la mia candidatura a sindaco per le elezioni che si terranno a Cam-polongo Maggiore tra qualche mese.
Durante questi ultimi cinque anni di mandato ho compreso sempre più, che a fare la differen-za sono le persone e le loro idee. Ho avuto la riprova di questa re-altà durante le elezioni regionali dell’anno scorso, in occasione delle quali avevo espressamente chiesto un voto per la mia per-sona, per le mie idee e per i miei valori; un voto che prescindesse dalle logiche strettamente parti-tiche e dai partiti stessi, ottenen-do un risultato nel mio comune particolarmente gratificante. Da tutto ciò è nata, e si è consolidata
l’idea e la voglia di realizzare un progetto nuovo con al centro una lista civica, i cui protagonisti sia-no le persone”.
Zampieri precisa che non si tratta di una candidatura in rap-presentanza di un partito o di un simbolo.
“E’ – dice – una candidatura in rappresentanza delle persone, una lista civica aperta al contri-buto di soggetti che provengano dai più diversi settori: categorie economiche, produttive, profes-sionali, mondo del lavoro, asso-ciazioni e si, anche persone dal mondo dei partiti.
Persone con provenienze di-verse, ma dirette verso un unico obiettivo: cambiare finalmente il modo di amministrare questo comune”.
Quindi le dimissioni da vice-sindaco: “mi dimetto da vice sin-daco e da segretario comunale dell’Udc, per essere libero ed in-dipendente nella realizzazione di questo nuovo progetto. Rimango consigliere comunale perché alla fine del vecchio progetto politi-co di cui facevo parte, non può e
non deve far venire meno il dove-re civico che ho nei confronti dei cittadini che mi hanno eletto”. Intanto dopo la discesa in cam-po di Zampieri è arrivata secca la presa di posizione dl sindaco in carica.
“Con la sua candidatura – dice Alessandro Campalto –
sembra puntare tutto sul perso-nalismo, forse vuole imbarcare la Lega Nord e pezzi di destra”. Critico anche il Pd con il segreta-rio Stefano Molena che chiede le dimessioni di Zampieri anche da consigliere comunale.
Alessandro Abbadir
Andrea Zampieri e il municipio di Campolongo Maggiore
Un’immagine della festa della legalità a Campolongo Maggiore
Un grande riconiscimento dopo la medaglia del Presidente della Repubblica dello scorso anno.
Il concorso letterario intitola-to a Cristina Pavesi per ragazzi dai 13 ai 19 anni, prende un altro importante riconoscimento: il patrocinio dell’Unione Europea. La stessa Ue, comunicando il pa-
trocinio, ha anche comunicato agli organizzatori. che il bando del concorso sarà diffuso a livello dell’Unione.
Il concorso Pavesi ideato a Campolongo, è diviso in due se-zioni: una letteraria e una artisti-ca, è dedicato ad una ragazza di appena 25 anni, morta nel 1990 durante l’assalto ad un treno portavalori da parte della mafia del Brenta. Soddisfatta Oriana
Boldrin l’ideatrice del concorso. “Dopo la medaglia del Presiden-te della Repubblica – spiega la Boldrin – arrivata lo scorso anno, ecco che quest’anno abbiamo an-che il riconoscimento della Ue, il massimo a cui potevamo aspira-re. E’ un grande riconoscimento al nostro lungo lavoro sulla cul-tura della legalità a Campolongo. Questo è anche uno sprono a non fermarci ed a continuare sulla nostra linea, cioè lavorare per la legalità con i ragazzi. Personal-mente sono molto emozionata e contenta, perché questa idea del concorso, che in questi anni ab-biamo portato avanti grazie ai contributi di tante ditte private di Campolongo, oggi vede la re-alizzazione dei massimi ricono-scimenti. Riconoscimenti ai quali mai avremmo pensato di poter ambire, quando è nato il concorso ben otto anni fa. La Ue con que-sto patrocinio, il bando di con-corso internazionale, si impegna a diffonderlo in tutta l’Europa”. A Campolongo è forte la cultura della legalità. Sono tante le pro-prietà degli ex boss, che sono state sequestrate dallo stato e date in gestione al Comune.
A. A.
L’ex vice di Campalto correrà con la lista “Insieme si cambia”, una civica alternativa al centrosinistra
Torna il progetto “Nonni, i bimbi di ieri”
E’ ripartito in queste settimane nelle scuole di Campolongo il pro-getto “Nonni, i bimbi di ieri”, che continuerà fino a maggio prossimo con la sua seconda edizione. Il progetto che è dell’as-sociazione Anteas ed è realizzato con la collabo-razione dell’associazione Dafne, intende creare dei
momenti di incontro tra nuove e vecchie generazioni in un inter-scambio di conoscenze storico-culturali, manuali, tradizional-popolari. Sarà così per i bimbi un’occasione per conoscere il modo di vivere dei tempi passati, facendo memoria e non disperdendo l’importante “eredità immateriale” formata dai ricordi. “Grazie a questo progetto gli alunni delle classi elementari del nostro Co-mune – spiega l’ente locale – avranno la possibilità di reincontrare i nonni e condividere con loro i saperi di una generazione passa-ta”. Oltre ad ascoltare, i bambini di tutte le classi delle elementari potranno sperimentare anche abilità manuali attraverso labora-tori come la costruzione di un gioco di una volta, scrivere con un pennino e calamaio. Nel progetto sono previste anche delle visite nelle abitazioni “di una volta”, come i casoni dal tetto in paglia. Si parlerà anche della fame e dei cibi poveri che sfamavano le fa-miglie molto numerose. “L’incontro con testimoni in carne ed ossa – spiega il Comune – sarà un modo efficace per i nostri ragazzi di capire il passato per godere al meglio del loro presente”. Insomma, un momento di confronto fra generazioni utile, soprattutto per i piccoli che devono crescere. A.A.
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Il municipio di Camponogara
Saranno riconvertiti a zona agricola 80 mila metri quadri di terreno edificabile, cancellati 500 mila metri cubi
Urbanistica Approvata la variante al piano degli interventi in consiglio comunale
Territorio, la crisi economica favorisce l’ambiente
A fine gennaio, il consiglio comunale, ha approvato e
pubblicato la variante al piano degli interventi. Questa variante ha bloccato il consumo del suolo. Il procedimento ha soddisfatto le osservazioni presentate dai citta-dini.
Saranno riconvertiti a zona agricola 80 mila metro quadrati di terreno edificabile, cancellan-do una volumetria di nuova edi-ficazione pari a 500 mila metri cubi complessivi.
I cittadini avevano presentato delle osservazioni, tramite il pro-tocollo, e alcune di queste sono state accolte. Altre non erano più pertinenti, come il caso della nuova rotatoria di Campoverar-do, che non sarà più costruita per la rinuncia dell’accordo pubbli-co-privato del proprietario di vil-la Manfredini.
Per la frazione di Calcroci sa-ranno riconvertiti 140 mila metri quadrati. L’area era destinata al progetto del nuovo parco com-merciale. Il Comune s’impegna in una consistente riduzione del consumo di suolo, andando incontro alle richieste dei citta-dini. “Per la prima volta c’è una controtendenza – dice il sinda-co Gianpietro Menin. I cittadini non chiedono più di convertire le aree agricole in edificabili, per-ché possedere un terreno edifi-cabile è oneroso. Chi non deve costruire nell’immediato ,ha più convenienza che il suo terreno resti agricolo. Le imposte sui ter-reni edificabili sono davvero im-portanti”.
La riqualificazione compren-de la promozione degli interven-ti per introdurre miglioramenti nell’edilizia bioclimatica e ri-sparmio energetico, l’incentiva-zione alle attuazioni nelle aree individuate per il miglioramen-to della sostenibilità economica degli interventi. Interventi che sono legati alle strategie in ma-teria di sostenibilità ambientale del progetto “Camponogara so-stenibile”. “Dobbiamo conside-rare il nostro territorio come il luogo fisico, dove le attività per-sonali e comunitarie nascono, si sviluppano e vanno fatte convi-vere, progettando e realizzando
gli spazi adeguati a entrambe le dimensioni – conclude il sinda-co Menin. Occorre riqualificare il territorio edificato, con interven-ti di recupero dei vecchi edifici esistenti e puntando così all’ef-ficienza energetica. Inoltre si deve programmare l’utilizzo del territorio in modo da conservare, tutelare e mettere in salvaguardia le residue aree libere, per uno svi-luppo armonico dell’ambiente, dei servizi e del tessuto urbano”.
Roberta Pasqualetto
Colletta per una famiglia vittima del tornado
I lagunari di Campono-gara, l’associazione Anteas, la Pro Loco e il Comitato di Solidarietà hanno con-segnato un assegno di 400 euro a una famiglia di Caz-zago vittima del tornado, a fine gennaio, in municipio in presenza di più di 100 persone. “Il ruolo dei lagu-nari è stato fondamentale – dice il presidente Pro Loco Emanuele Compagno – si sono spesi per organizzare la raccolta fondi, e per do-nare il ricavato alla fami-glia colpita. Il vicesindaco Massimiliano Mazzetto ha espresso i suoi apprezza-menti per la triade di eventi titolata “Autunno Campo-nogarese”, organizzata dal-le associazioni”. Si è tenuto un concerto di musica sa-cra a Campoverardo e una lezione sul ciclo pittorico di S. Francesco, nella chiesa di Prozzolo. Le chiese era-no gremite. Gli anni scorsi i fondi raccolti sono serviti per l ‘acquisto di ceste con generi alimentari destinate ai bisognosi. La Pro Loco, e l’associazione “Punto a Capo”, avevano già orga-nizzato un’altra iniziativa per le vittime del tornado: in piazza Mazzini, furono consegnati ai bambini dei palloncini pieni di elio e con il messaggio di solida-rietà e di dono.
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Asilo nido, bando in tempi record
A silo nido, da settembre si cambia dopo la chiusura repentina ed inaspettata
di quest’anno. E’ stato realizzato infatti in tempo record il bando a Camponogara per l’assegnazione dell’asilo nido comunale che verrà pubblicato già questo mese.
A spiegarlo nel corso di un agitato con-siglio comunale è stato il sindaco del paese Giampietro Menin, dopo che nelle scorse settimane il servizio era stato chiuso a cau-sa di una vertenza sindacale fallita. Ma di cosa si tratta? “Il nuovo bando prevede - spiega Menin - un asilo con 37 posti per i bimbi del Comune e con tariffe più basse per le famiglie, rispetto al servizio che re-centemente ha chiuso i battenti.
Cioè da un massimo di 700 euro a bimbo si scenderà a 400, riuscendo a far spendere in alcuni casi anche soli 150 o 200 euro ai nuclei famigliari in difficoltà”. Il bando sarà assegnato a inizio aprile, e alla fine il nuovo asilo potrà riaprire i battenti con l’inizio del prossimo anno scolastico. Va a rispondere ad una esigenza precisa. “Fin da subito ci siamo impegnati - continua il sindaco - per far fronte ad una situazione complessa, e che ha visto molte delle famiglie del nostro territorio andare in sofferenza”.
Sulla vicenda le opposizioni con il con-sigliere Pascale De Falco si chiedono per-
ché questo bando non sia stato fatto prima. La situazione infatti, è pessima, anche per le ex dipendenti che purtroppo sono state licenziate. Il sindaco Menin in consiglio comunale ha spiegato durante la sessione del parlamentino cittadino, che all’inizio
di gennaio vi furono diverse proposte tra la cooperativa Barchetta di Carta di Cam-polongo e il sindacato sul nuovo orario di lavoro. Proposte che non furono accettate dalle parti.
Purtroppo questo irrigidimento questo determinò in breve tempo la chiusura del nido. I genitori in queste settimane hanno ricollocato i bimbi negli asili nido dei co-muni limitrofi e cioè quelli di Fiesso, Stra, Paluello e Vigonovo. Alcuni dei bambini però sono rimasti a casa. E potranno torna-re al nido a questo punto solo con l’inizio del prossimo anno scolastico.
Alessandro Abbadir
Rassegna Note future, l’ingegno del domani in musica
S esta edizione per la stagione concertistica “Note Future” al Dario Fo di Camponogara. Anche quest’anno arriveranno da tutta Italia i mi-
gliori talenti della musica classica. La stagione concertistica è organizza-ta dall’assessorato alla cultura di Camponogara, con la scuola di musica “Il Pentagramma” e l’Università popolare. Il calendario propone ancora 3 appuntamenti: il 21 febbraio e il 13 e 20 marzo. Ogni serata vedrà protago-nisti quattro o cinque giovani musicisti (dai 9 ai 23 anni circa), che hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale. I musicisti proporranno un repertorio con diversi strumenti e formazioni: il pianoforte, la chitarra, l’ensemble di percussioni, la fisarmonica, l’ar-pa, il coro, il violino. La serata del 21 sarà interamente dedicata al pia-noforte con i quattro finalisti del concorso pianistico premio Venezia, del teatro La Fenice. Per la serata conclusiva due solisti d’eccezione: Ghena-die Rotari alla fisarmonica e la giovanissima Erica Piccotti al violoncello che eseguiranno concerti, accompagnati dall’orchestra da camera Note Future. “Siamo orgogliosi della crescita qualitativa della stagione e del rinnovamento delle collaborazioni – dice il direttore artistico di Note Fu-ture Tania Salinaro. L’idea è nata da un’esigenza spontanea, che deriva dal mio lavoro d’insegnante”. Tutti gli spettacoli si tengono alle ore 18, al teatro Dario Fo. Informazioni: www.notefuture.weebly.com. R.P.
Sarà una struttura con 37 posti per i bambini e con tariffe più basse per le famiglie rispetto al servizio che recentemente è stato chiuso
I genitori in queste
settimane hanno cercato
di ricollocare i bambini
negli asili nido
dei comuni limitrofi
Solidarietà: 7mila euro al Cuam di Padova
Consegnato un assegno di 7 mila
euro al Cuamm, associazione di me-
dici di Padova. A farlo nella chiesa
di Camponogara è stato il comitato
organizzatore del “Rally dei Cam-
pioni”, un evento sportivo rallistico
che si è svolto lungo le strade delle
Riviera a giugno dell’anno scorso. Il
comitato organizzatore ha scelto di
destinare i proventi della manifesta-
zione all’associazione Cuamm Medi-
ci con l’Africa, per il progetto “Prima
le mamme e i bambini” pensato per
garantire l’accesso gratuito al parto
sicuro e alla cura del neonato nelle
terre africane. A consegnare l’assegno
a don Dante Carraro, è stato Fabrizio
de Cecchi, don Piero Toniolo e il pi-
lota Sandro Munari, oltre ai sindaci
e assessori dei comuni di Vigonovo,
Fossò, Campolongo, Campagna Lu-
pia, Mira, Dolo, Stra, Noventa Pa-
dovana e Camponogara, che hanno
sostenuto l’iniziativa. I 7 mila euro
raccolti dai comuni, sosterranno
le spese di trasporto per 700 future
mamme africane, che potranno par-
torire in una struttura medica.
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Inverno troppo secco, rischio disastro per le colture U n inverno così secco non si
ricorda davvero, e per l’agri-coltura della Riviera del Brenta e del Miranese, si preannuncia un disastro, anche se nelle ultime setti-mane qualche forte pioggia e qual-che abbondante nevicata c’è stata. Troppo poco però per l’effettivo bisogno delle colture del compren-sorio dei 17 comuni. A far presagire guai sono i responsabili della Col-diretti dei due comprensori, e cioè Fabio Livieri per il Miranese (che è anche sindaco di Campagna Lupia), e Michele Terrin per la Riviera del
60%. Ma i guai purtroppo in arrivo non sono solo questi. A creare dan-ni, infatti, in questi mesi ci si sono messe anche le nutrie, che stanno crescendo nel territorio a ritmi dav-vero incontrollati. Una proliferazio-ne, che negli anni scorsi invece era stata frenata dall’azione di squadre di cacciatori, che ne abbattevano un gran numero. L’attuale normativa regionale però non lo permette più, e le nutrie, animali erbivore, sono pronte a divorare intere colture in-disturbate.
Alessandro Abbadir
Brenta. A rischio i seminativi: mais, grano, ortaggi, bietole. Le colture potrebbero essere azzerate anche dalla decisione degli agricoltori, vi-ste le condizioni, di non coltivare. Insomma sono in arrivo danni per decine di milioni di euro. “In que-ste settimane - spiega Livieri - sono state fatte misurazioni sui terreni, e si è appurato che appena sotto la superficie umida, cioè solo qualche centimetro in profondità, il terreno è completamente secco e compatto. Un terreno che non lascia la possibi-lità alle sementi di crescere. Questo a causa della siccità. Il livello delle falde acquifere si è notevolmente abbassato e quindi il terreno resterà sterile. Il problema dunque, anche se appare non attuale, lo diventerà a marzo, appena saranno fatte le se-mine. Le piante con questo terreno, cresceranno quel poco che basta, assorbendo l’umidità dalla superfi-cie e poi seccheranno. Secondo Col-diretti, nel Miranese sono gli ortaggi della zona di Martellago, Scorzè e Noale quelli più in pericolo. In Ri-viera le coltivazioni di mais a Mira, Dogaletto e Giare e Campagna Lu-pia. Nell’area sud della Riviera, poi, vi sono anche forti colture di bietole, che vanno seminate da fine febbra-io. Queste, se la stagione non cam-bia radicalmente, potrebbero avere delle flessioni di produzione fino al
Concorso di idee per il capoluogo
Dopo anni di staticità il Co-mune cerca un nuovo look per il centro urbano. Si tratta di un concorso di idee per riqualificare il paese.
A lanciare il bando, che sarà pubblicato in queste settimane è il sindaco in carica Fabio Livieri, che va nel dettaglio di quello che l’amministrazione intende fare.
“Il centro – spiega – da anni attende una importante riquali-ficazione e ridisegno degli spazi. L’area che pensiamo debba essere qualificata nel capoluogo, è quel-la centrale di Piazza Amendola e piazza Matteotti, e un tratto di via Repubblica.
L’intenzione è quella di si-stemare diversi edifici, ormai in pessime condizioni, e l’area delle piazze, creando sempre più un capoluogo aggregativo e vivace“. Il bando delle idee raccoglierà i progetti di diversi professionisti dell’area: geometri e architetti, che poi saranno valutati dalla giunta comunale con attenzione. Quello più meritevole sarà tra-sformato in progetto preliminare. “Il centro – continua il consigliere Renato Trincanato – dopo decen-ni di staticità ha ora bisogno di una riqaualificazione sostanzia-
le, soprattutto per valorizzare le attività commerciali ed artigia-nali che in questi anni haano su-bito la crisi.
Non sarà questa giunta a con-cretizzare gli interventi, però ma la prossima”. Se il centro del ca-poluogo sarà ridisegnato, il pri-mo cittadino fa sapere di non aver dimenticato nemmeno quelli del-le frazioni.
A Lova in queste settimane è stato avviato un intervento di si-stemazione urbana con l’abbat-timento di un vecchio edificio. Operazione attesa da tempo dai residenti.
A.A.
Campagna Lupia 15 www.lapiazzaweb.it
Forti le preoccupazioni per le coltivazioni di mais e
bietole, che vanno seminate da fine
febbraio. Le nutrie si riproducono incontrollate
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Sanità 16 www.lapiazzaweb.it
Pronto soccorso, nuove ambulanze e più interventi
P arola d’ordine: sicurezza. E’ questo che emerge dai dati
dell’attività dei due Pronto soc-corsi di Mirano e Dolo, illustrati dal direttore generale Giuseppe Dal Ben e dal primario dei Pronto Soccorso Pietro Pacelli. C’è un to-tale di sette ambulanze più un’au-to-medica per sede. Le nuove ambulanze forniscono più con-fort per il paziente trasportato, sia per le sospensioni pneumatiche di ultima generazioni che per il nuovo tipo di climatizzazione. Sono mezzi che permettono ai sa-nitari del Suem di praticare la ri-animazione di alto livello sul ter-ritorio, ad esempio defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato dal luogo dell’evento all’Unità coronarica, respiratori automa-tici, materiali per intubare il pa-ziente. “Ed è importante che sia così – spiega il dottor Pacelli – vi-sto che in questa Ulss, nel 2015, il personale del Suem ha eseguito 16.179 trasporti (7.774 effettuati da Dolo e 8.405 eseguiti da Mira-no), di cui 2.801 in codice rosso, con un trend in netta crescita ne-
Le nuove ambulanze per i Pronto soccorsi.
Nel 2015, sono stati eseguiti 16.179 trasporti, 7.774 effettuati da Dolo e 8.405 da Mirano. 2.801 sono stati classificati in codice rosso. Una crescita del 24% in 5 anni
Ci saranno sette
ambulanze più
una auto-medica
per sede. Tutte
con sospensioni
pneumatiche e
nuovo tipo di
climatizzazione
gli ultimi cinque anni del 24%”. “Si esce di più – ha continuato Pacelli – sia perché è aumentata la sensibilità dell’utenza di fronte a certi sintomi, sia perché abbia-mo un territorio che risente di un buon numero di pazienti anziani, per di più allettati”. Nel 2015 i due Pronto soccorso hanno registrato oltre 81 mila accessi, il 20% attra-verso l’utilizzo delle ambulanze. Diminuiti i codici bianchi: da 28 mila del 2014 sono scesi a 25 mila. Idem per i ricoveri, grazie a una riorganizzazione dell’Obi, la os-servazione breve, che consente
di verificare in maniera adeguata se un paziente necessita di un ri-covero, oppure se può rientrare a casa propria dopo un periodo di osservazione. Il Pronto soccorso di Dolo ha effettuato 5.248 ricove-ri mentre quello di Mirano ne ha eseguiti 4.697, su un totale di 12 mila pazienti visti in Obi, con una riduzione globale di 152 ricoveri rispetto l’anno precedente.
Insomma una buona rationa-lizzazione del servizio, che però non ha intaccato la sua efficienza.
Filippo De Gaspari
Il direttore generale espone i dati“L e ambulanze di cui ci dotia-
mo oggi - spiega il direttore generale delle Ulss 12, 13 e 14 Giusep-pe Dal Ben - possono essere parago-nate a delle vere e proprie “terapie intensive mobili”. E’ come se l’ospe-dale si muovesse e andasse sul luogo dell’evento. In queste macchine c’è tutto quello che serve per gestire e stabilizzare un paziente critico fino all’arrivo nella struttura ospedaliera più idonea a curarlo”. Ma non solo. “A fianco della tecnologia e dell]e macchine, in generale - ha aggiun-to - ci sono le professionalità, sia me-diche che infermieristiche. Le mac-chine, anche di ultima generazione, sono necessarie, ma in un contesto in cui ci sono anche risorse umane. Ho già dato il mio via libera perché sia completata la squadra dei 2 Pronto soccorsi dotata oggi di 15 medici, 34 infermieri, 15 autisti di ambulanza e 10 operatori sociosanitari per sede”.
Cultura 17 www.lapiazzaweb.it Cultura 1 www.lapiazzaweb.it
Scuola Il concorso della Biennale sulla creatività
I ragazzi-scenografi di Olmo vincono per la seconda volta H anno fatto il bis gli studen-
ti-artisti-scenografi di della media dell’Istituto comprensivo G. Matteottidi Olmo- Maerne (nel Miranese), che hanno porta-to a casa da Venezia, dal concorso Leone d’argento della Biennale, un altro prestigioso riconosci-mento, dopo quello ottenuto lo scorso anno.
Molto apprezzato e degno della Menzione d’onore il loro la-voro sul fondale per lo spettacolo teatrale “L’orsa”, allestito dagli studenti della scuola secondaria di primo grado, che è andato in scena con successo lo scorso giu-gno.
L’opera, nel suo complesso, è un piccolo e sorprendente ca-polavoro, realizzato dall’istituto scolastico che da anni si caratte-
rizza per il suo Progetto teatrale, di cui il laboratorio di scenografia è parte integrante.
Il testo che ha ispirato la rap-presentazione è stato scritto, infatti, dal professor Alessandro Voltolina, insegnante in pensio-ne che continua da volontario a dare una mano con la propria opera, ed è ispirato alle notizie anche di attualità sull’uccisione degli orsi.
Come spesso accade, il tema ispiratore ha offerto lo spunto per sviluppare una riflessione in una trasfigurazione metaforica sul mondo dei ragazzi e anche degli adulti relativamente al “di-verso”, a chi è etichettato come disadattato o problematico, e per questo è discriminato, sfiorando la questione - altrettanto attuale
- dell’accoglienza degli stranieri.“Letto il copione - spiega
la professoressa Annunziati-na Vitetta che ha curato, anche quest’anno, il laboratorio di sce-nografia - ho subito avviato una ricerca su materiali che potessero contenere dei messaggi, espliciti o impliciti, per proporre un’am-bientazione che creasse un certo pathos in una realtà rivisitata”.
“Siamo partiti - prosegue la professoressa - dalla rivisitazione dell’opera “Gli orsi” di Ulo Soo-ster, artista estone, che è divenu-ta il cuore del nostro paesaggio. Paesaggio dove il viola e il giallo imperversano tra assonanza e contrasti”.
Due in particolare i momenti del “viaggio artistico” che l’inse-gnante ha voluto sottolineare: la
realizzazione del paesaggio - che ha coinvolto a pieno i ragazzi tanto da farli diventare “tavo-lozze vive e palpitanti”, con le mani intinte a pieno nel colore che dava corpo e concretezza alla loro immaginazione - e la corali-tà del lavoro che ha coinvolto ra-gazzi di varie classi, dalla prima alla terza media. “Il primo piano della scuola un giorno - racconta la prof - si è trasformato in una sorta di fucina creativa, dove gruppi di ragazzi hanno coopera-to alla realizzazione interagendo in modo costruttivo”.
Un lavoro che ha prodotto i sui buoni frutti: lo scorso 30 gen-naio infatti i ragazzi-scenografi e la loro insegnate si sono recati all’Arsenale di Venezia, dove in occasione dell’Apertura del Car-nevale internazionale dei ragaz-zi, organizzato dalla Biennale di Venezia, si è svolta anche la ce-rimonia di premiazione. Per loro la prestigiosa Menzione d’ono-re del concorso indirizzato alle scuole che riguarda progetti fina-lizzati allo sviluppo della creati-vità applicata al campo delle arti.
Ornella Jovane
Gli studenti dell’Istituto comprensivo “G. Matteotti” di Maerne-Olmo con la professoressa Vitetta sono stati premiati per il fondale realizzato per lo spettacolo teatrale “L’orsa”
Il fondale che ha ottenuto la Menzione d’onore. Ragazzi del laboratorio di scenografia al lavoro per la sua realizzazione
Il decimo VeneziaComics Festival del fumetto e cultura pop
L ’associazione cultu-rale VeneziaComx in
occasione del suo decimo anno di attività inaugu-rerà il prossimo 19 e 20 marzo, presso il Pala Ex-poVenice a Marghera il Venezia Comics -Festival del fumetto e cultura pop. L’ottava edizione del festi-val veneziano fonderà il Mestre Comics e il Venice Comic Art Fest per rende-re finalmente Venezia un punto di riferimento per tutti gli amanti dei fumetti.
Un forte cambiamento che gli organizzatori hanno voluto realizzare per offrire a visitatori ed espositori un’unica mostra mercato del fumetto di venezia, in un calendario di eventi an-cora più ricco e con nuovi contenuti in spazi espositivi più ampi e strutturati per accogliere un pubblico sempre più numeroso.
La nuova struttura che ospiterà la fiera sarà il Pala ExpoVe-nice che si estende per 14mila mq, su una superficie complessiva di 50mila mq, situata all’inizio del Ponte della Libertà, il ponte che collega il centro storico di Venezia alla terraferma.
Questi cambiamenti, compreso nome e location, permette-ranno di dare finalmente a Venezia la fiera internazionale che tutti aspettavano da anni. Prestigiosi gli ospiti di questa decima edizione: Claudio Chiaverotti, Giorgio Cavazzano, Laura Bra-ga, Lola Airaghi, Lrnz, Marco Checchetto, Mirka Andolfo, Panti, Pocci Poccetta, Sio.
“Chiostri e cori monastici in Chioggia”
Don Giuliano Marangon guida a scoprire questi edifici che hanno segnato la storia della città
Chioggia. I Domenicani nell’i-sola dedicata a San Domenico nella zona nord della città, gli Ere-mitani agostiniani a San Nicolò che ora è parte scuola dell’infanzia e con la chiesa trasformata in un artistico Auditorium comunale, i Francescani fuori le mura il cui convento e chiostro sono diventati il museo civico della Laguna Sud, a Santa Caterina prima le monache Cistercensi poi le suore Canossiane in vasto complesso di edifici che at-tende da anni di essere in qualche modo riutilizzato, mentre la stori-ca chiesetta è stata riaperta solo da pochi mesi dopo un lungo, anch’es-so “storico”, restauro (ma l’impian-to di riscaldamento “attende” l’ar-rivo del metano per funzionare…),
i frati Cappuccini si occupavano di viandanti, pellegrini ed appestati all’Ospedale della Cà di Dio a po-che decine di metri dalla cattedrale di Chioggia in quella che è ora la biblioteca comunale, il monastero benedettino di san Michele esiste-va a Brondolo già nell’VIII secolo, il monastero delle Cappuccine di-venterà il Seminario vescovile…
Don Giuliano Marangon ci guida con la sua consueta perizia a scoprire questi edifici che hanno a lungo segnato la storia della cit-tà in questa nuova pubblicazio-ne, “Chiostri e cori monastici in Chioggia” (edizioni Nuova Scintil-la 2015), come sempre corredata di note erudite e curiosità, ma anche da immagini che ci documentano la grande ricchezza culturale, arti-stica e soprattutto religiosa di que-sti luoghi. Secoli di storia accompa-gnano la presenza dei domenicani giunti a Chioggia sul finire del Due-cento là dove già c’era una comuni-tà monastica benedettina e ancor prima gli Agostiniani a San Nicolò, all’inizio del Trecento arrivano i Francescani… a loro si rivolgeva-no i tanti poveri per un’elemosina o un piatto di minestra calda. La guerra di Chioggia e il saccheggio genovese del 1379 distrussero i vec-
chi conventi, ma furono presto re-staurati o interamente ricostruiti come testimonia la famosa piante di Cristoforo Sabbadino del 1557. Ma tutto fu sconvolto da Napole-one alla fine del Settecento con la confisca dei conventi trasformati in caserme, magazzini, depositi. E il ricco patrimonio artistico nuo-vamente saccheggiato si disperde in Francia e nei mercatini dell’an-tiquariato d’Italia e d’Europa…
Una visita al museo diocesano, che ha recuperato il recuperabi-le, ci consente di renderci conto di quanto fosse consistente e artistica-mente elevata la presenza di chio-stri e conventi in città ed altre opere sono ancora per fortuna presenti nelle chiese cittadine e diocesane: pensiamo al coro ligneo della Cat-tedrale, a quello di San Francesco dentro le mura (quella che a Chiog-gia è chiamata chiesa della ‘Mune-ghette’ cioè appunto delle monache di clausura). Nel libro curato da don Giuliano Marangon, direttore del Polo Museale diocesano, accan-to ai luoghi descritti troviamo an-che i personaggi più significativi. E così si aggiunge un altro importan-te tassello nella conoscenza della storia locale.
Eugenio Ferrarese
Cultura 1 www.lapiazzaweb.it
Scuola Il concorso della Biennale sulla creatività
I ragazzi-scenografi di Olmo vincono per la seconda volta H anno fatto il bis gli studen-
ti-artisti-scenografi di della media dell’Istituto comprensivo G. Matteottidi Olmo- Maerne (nel Miranese), che hanno porta-to a casa da Venezia, dal concorso Leone d’argento della Biennale, un altro prestigioso riconosci-mento, dopo quello ottenuto lo scorso anno.
Molto apprezzato e degno della Menzione d’onore il loro la-voro sul fondale per lo spettacolo teatrale “L’orsa”, allestito dagli studenti della scuola secondaria di primo grado, che è andato in scena con successo lo scorso giu-gno.
L’opera, nel suo complesso, è un piccolo e sorprendente ca-polavoro, realizzato dall’istituto scolastico che da anni si caratte-
rizza per il suo Progetto teatrale, di cui il laboratorio di scenografia è parte integrante.
Il testo che ha ispirato la rap-presentazione è stato scritto, infatti, dal professor Alessandro Voltolina, insegnante in pensio-ne che continua da volontario a dare una mano con la propria opera, ed è ispirato alle notizie anche di attualità sull’uccisione degli orsi.
Come spesso accade, il tema ispiratore ha offerto lo spunto per sviluppare una riflessione in una trasfigurazione metaforica sul mondo dei ragazzi e anche degli adulti relativamente al “di-verso”, a chi è etichettato come disadattato o problematico, e per questo è discriminato, sfiorando la questione - altrettanto attuale
- dell’accoglienza degli stranieri.“Letto il copione - spiega
la professoressa Annunziati-na Vitetta che ha curato, anche quest’anno, il laboratorio di sce-nografia - ho subito avviato una ricerca su materiali che potessero contenere dei messaggi, espliciti o impliciti, per proporre un’am-bientazione che creasse un certo pathos in una realtà rivisitata”.
“Siamo partiti - prosegue la professoressa - dalla rivisitazione dell’opera “Gli orsi” di Ulo Soo-ster, artista estone, che è divenu-ta il cuore del nostro paesaggio. Paesaggio dove il viola e il giallo imperversano tra assonanza e contrasti”.
Due in particolare i momenti del “viaggio artistico” che l’inse-gnante ha voluto sottolineare: la
realizzazione del paesaggio - che ha coinvolto a pieno i ragazzi tanto da farli diventare “tavo-lozze vive e palpitanti”, con le mani intinte a pieno nel colore che dava corpo e concretezza alla loro immaginazione - e la corali-tà del lavoro che ha coinvolto ra-gazzi di varie classi, dalla prima alla terza media. “Il primo piano della scuola un giorno - racconta la prof - si è trasformato in una sorta di fucina creativa, dove gruppi di ragazzi hanno coopera-to alla realizzazione interagendo in modo costruttivo”.
Un lavoro che ha prodotto i sui buoni frutti: lo scorso 30 gen-naio infatti i ragazzi-scenografi e la loro insegnate si sono recati all’Arsenale di Venezia, dove in occasione dell’Apertura del Car-nevale internazionale dei ragaz-zi, organizzato dalla Biennale di Venezia, si è svolta anche la ce-rimonia di premiazione. Per loro la prestigiosa Menzione d’ono-re del concorso indirizzato alle scuole che riguarda progetti fina-lizzati allo sviluppo della creati-vità applicata al campo delle arti.
Ornella Jovane
Gli studenti dell’Istituto comprensivo “G. Matteotti” di Maerne-Olmo con la professoressa Vitetta sono stati premiati per il fondale realizzato per lo spettacolo teatrale “L’orsa”
Il fondale che ha ottenuto la Menzione d’onore. Ragazzi del laboratorio di scenografia al lavoro per la sua realizzazione
Il decimo VeneziaComics Festival del fumetto e cultura pop
L ’associazione cultu-rale VeneziaComx in
occasione del suo decimo anno di attività inaugu-rerà il prossimo 19 e 20 marzo, presso il Pala Ex-poVenice a Marghera il Venezia Comics -Festival del fumetto e cultura pop. L’ottava edizione del festi-val veneziano fonderà il Mestre Comics e il Venice Comic Art Fest per rende-re finalmente Venezia un punto di riferimento per tutti gli amanti dei fumetti.
Un forte cambiamento che gli organizzatori hanno voluto realizzare per offrire a visitatori ed espositori un’unica mostra mercato del fumetto di venezia, in un calendario di eventi an-cora più ricco e con nuovi contenuti in spazi espositivi più ampi e strutturati per accogliere un pubblico sempre più numeroso.
La nuova struttura che ospiterà la fiera sarà il Pala ExpoVe-nice che si estende per 14mila mq, su una superficie complessiva di 50mila mq, situata all’inizio del Ponte della Libertà, il ponte che collega il centro storico di Venezia alla terraferma.
Questi cambiamenti, compreso nome e location, permette-ranno di dare finalmente a Venezia la fiera internazionale che tutti aspettavano da anni. Prestigiosi gli ospiti di questa decima edizione: Claudio Chiaverotti, Giorgio Cavazzano, Laura Bra-ga, Lola Airaghi, Lrnz, Marco Checchetto, Mirka Andolfo, Panti, Pocci Poccetta, Sio.
“Chiostri e cori monastici in Chioggia”
Don Giuliano Marangon guida a scoprire questi edifici che hanno segnato la storia della città
Chioggia. I Domenicani nell’i-sola dedicata a San Domenico nella zona nord della città, gli Ere-mitani agostiniani a San Nicolò che ora è parte scuola dell’infanzia e con la chiesa trasformata in un artistico Auditorium comunale, i Francescani fuori le mura il cui convento e chiostro sono diventati il museo civico della Laguna Sud, a Santa Caterina prima le monache Cistercensi poi le suore Canossiane in vasto complesso di edifici che at-tende da anni di essere in qualche modo riutilizzato, mentre la stori-ca chiesetta è stata riaperta solo da pochi mesi dopo un lungo, anch’es-so “storico”, restauro (ma l’impian-to di riscaldamento “attende” l’ar-rivo del metano per funzionare…),
i frati Cappuccini si occupavano di viandanti, pellegrini ed appestati all’Ospedale della Cà di Dio a po-che decine di metri dalla cattedrale di Chioggia in quella che è ora la biblioteca comunale, il monastero benedettino di san Michele esiste-va a Brondolo già nell’VIII secolo, il monastero delle Cappuccine di-venterà il Seminario vescovile…
Don Giuliano Marangon ci guida con la sua consueta perizia a scoprire questi edifici che hanno a lungo segnato la storia della cit-tà in questa nuova pubblicazio-ne, “Chiostri e cori monastici in Chioggia” (edizioni Nuova Scintil-la 2015), come sempre corredata di note erudite e curiosità, ma anche da immagini che ci documentano la grande ricchezza culturale, arti-stica e soprattutto religiosa di que-sti luoghi. Secoli di storia accompa-gnano la presenza dei domenicani giunti a Chioggia sul finire del Due-cento là dove già c’era una comuni-tà monastica benedettina e ancor prima gli Agostiniani a San Nicolò, all’inizio del Trecento arrivano i Francescani… a loro si rivolgeva-no i tanti poveri per un’elemosina o un piatto di minestra calda. La guerra di Chioggia e il saccheggio genovese del 1379 distrussero i vec-
chi conventi, ma furono presto re-staurati o interamente ricostruiti come testimonia la famosa piante di Cristoforo Sabbadino del 1557. Ma tutto fu sconvolto da Napole-one alla fine del Settecento con la confisca dei conventi trasformati in caserme, magazzini, depositi. E il ricco patrimonio artistico nuo-vamente saccheggiato si disperde in Francia e nei mercatini dell’an-tiquariato d’Italia e d’Europa…
Una visita al museo diocesano, che ha recuperato il recuperabi-le, ci consente di renderci conto di quanto fosse consistente e artistica-mente elevata la presenza di chio-stri e conventi in città ed altre opere sono ancora per fortuna presenti nelle chiese cittadine e diocesane: pensiamo al coro ligneo della Cat-tedrale, a quello di San Francesco dentro le mura (quella che a Chiog-gia è chiamata chiesa della ‘Mune-ghette’ cioè appunto delle monache di clausura). Nel libro curato da don Giuliano Marangon, direttore del Polo Museale diocesano, accan-to ai luoghi descritti troviamo an-che i personaggi più significativi. E così si aggiunge un altro importan-te tassello nella conoscenza della storia locale.
Eugenio Ferrarese
Sport 18 www.lapiazzaweb.itSport 1 www.lapiazzaweb.it
Giovanna Michieletto, e la passione per le due ruoteQ uando la passione ti fa cre-
scere e diventa una conti-nua sfida con te stessa fino a farti raggiungere i più alti livelli dello sport che ami, allora hai già rag-giunto uno dei podi più difficili. Sono questi i punti cardine della storia sportiva di Giovanna Mi-chieletto, attualmente campio-nessa regionale di ciclocross nella categoria donne élite. Giovanna, giovanissima ragazza di Scorzè, classe 1995, inizia già a 7 anni a praticare ciclismo su strada e atle-tica, ma dopo poco tempo capisce che la bici sarebbe stata la sua più grande compagna di avventure e abbandona, in questo modo, l’at-letica leggera.
Iniziano fin da subito le sfide per la bambina. “Ricordo ancora la mia primissima gara, decisa-mente la più importante. – affer-ma Giovanna-. Era una gimkana in cui sono arrivata seconda e ho perso il primo posto per un soffio,
da quel momento ho capito che avrei dovuto migliorarmi e vince-re”.
In terza media, la giovane ve-neziana, oltre al ciclismo su stra-da inizia anche a praticare il ci-clocross, con la società Libertas di Scorzè. Dai 17 anni Giovanna è entrata nella categoria juniores. “Il primo anno in questa catego-ria è stato traumatico – racconta Giovanna - Non solo per la mole di allenamenti, ma anche perché spesso ti ritrovi a gareggiare con e contro le più grandi atlete a livello mondiale e di sicuro la pressione si sente”.
Il 2014 è stato per la ciclista un anno importante per entram-be le discipline. Nel gennaio di quell’anno è stata convocata in nazionale ciclocross per la coppa del mondo a Roma e, per la corsa su strada, con la società Footon - Servetto squadra Uci femminile, ha partecipato a due corse a tap-
Podismo, tutte le novità dei “Venicemarathon Events 2016”
Q uest’anno il Venicemara-thon Club porta a correre
tutti gli appassionati nei par-chi, al mare, in montagna e in città d’arte con il progetto “Ve-nicemarathon Events 2016”. Un’offerta che presenta nuove proposte, anche al di fuori del territorio veneziano, in modo da avvicinare sempre più persone al mondo del running e del jogging in ogni sua forma. Il primo appuntamento in calendario per tutti gli appassionati è quello del weekend di sport “Alì Venice Running Days” in programma sabato 23 e domenica 24 aprile. Il sabato vedrà il battesimo del “Venice Night Trail”, un trail notturno di 16 km. Si svilupperà nel cuore di Venezia lungo calli e campielli, su e giù per 51 ponti della città. Mentre, per la mattinata successiva, l’appuntamento è al Parco San Giuliano di Mestre con la Corrimestre (10 km) e la Panoramica (la corsa green non competitiva di 5, 11 e 18km). Il calendario prosegue in maggio con la Moonlight Half Marathon e la Garmin Forerunner 10K. L’appuntamento con la corsa “al chiaro di Luna” da Cavallino Treporti a Jesolo è fissata per saba-to 28 maggio. Poi la Primiero Dolomiti Marathon, un’occasione unica per correre in un ambiente incantevole e tra i più spetta-colari al mondo. La manifestazione è organizzata in collabora-zione con la U.S. Primiero e in programma sabato 2 luglio. Ma l’appuntamento più importante di tutta la stagione sarà quello con la 31esima edizione della Venicemarathon in programma domenica 23 ottobre e che verrà abbinata alla Garmin Forerun-ner 10K. Info www.venicemarathon.it.
A.M.
L’atleta di Scorzè ha partecipato al Giro d’Italia femminile, al Tour di Norvegia e alla Coppa del Mondo
Diporto Velico, Giorgiutti presidente
M ichele Giorgiutti è stato con-fermato alla guida del Dipor-
to Velico Veneziano alla presidenza. Giorgiutti guiderà nel prossimo trien-nio uno dei circoli velici più prestigiosi dell’Alto Adriatico.
A fianco avrà una squadra com-patta: Alberto Righi sarà vicepresi-dente. E poi: Dino Orsini (tesoriere), Gianmichele Tiburzio (segretario), Bruno Luppi (direttore del cantiere), Luigi Zennaro (direttore della darse-na), Enrico Catarra (direttore sportivo d’altura) e Massimo Scarpa (direttore dell’attività giovanile).
Tanti gli appuntamenti calenda-rizzati per il 2016. Sarà il Trofeo Riz-zotti ad attirare l’attenzione a inizio giugno. Giunto alla 30 esima edizione, è stato organizzato assieme alla Com-pagnia della Vela e prevede una regata internazionale a squadre riservata ai giovani campioni della classe Opti-mist. Il secondo appuntamento sarà la Transadriatica: regata d’altura che parte dalle bocche di porto del Lido e arriva a Cittanova d’Istria. Tante rega-te infine sono previste ad ottobre.
pe internazionali: il Giro d’Italia femminile e il Tour di Norvegia e anche qualche prova di Coppa del Mondo. Dopo questi grandi tra-guardi, ha deciso di lasciare il ci-clismo su strada poiché ha trovato una nuova spinta nella mountain bike e, grazie alla società Four es-Wilier racing team, ha partecipa-to alle gare degli Internazionali d’Italia e al campionato italiano under 23.
Anna Michieletto
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PROMOZIONI VALIDE FINO AL 31 MARZO 2016
Attualità 20 www.lapiazzaweb.itAttualità 1 www.lapiazzaweb.it
Il caso La sentenza di primo grado
Birolo condannato a due anni e otto mesi di carcereD ue anni e otto mesi di car-
cere, oltre il risarcimento di 325 mila euro. E’ questa la pena inflitta dal giudice Beatrice Ber-gamasco del tribunale di Padova, con la sentenza di primo grado dello scorso 28 gennaio, a Fran-co Birolo. Il tabaccaio, che vive e lavora nel centro della frazione di Civè, alla fine dell’aprile del 2012 uccise con un colpo di pistola uno dei ladri che nottetempo, dopo avere sfondato con un’auto la vetrata del suo negozio, stava-no rubando al suo interno. Biro-lo, con la moglie e la figlia, stava dormendo al piano superiore. Le motivazioni della sentenza si basano fondamentalmente sul fatto che secondo il giudice non ci fu un’aggressione da parte del ladro. Dire che il caso abbia sol-levato un polverone è dire poco, tanto da assumere una risonanza nazionale. Anche alla luce del fat-to che solo qualche mese prima il Pubblico Ministero aveva chiesto l’assoluzione per Birolo. La rea-zione più istintiva è stata quella popolare. L’indignazione è stata generale, con i concittadini di Birolo che si sono tutti schierati subito dalla sua parte dimostran-dogli la massima solidarietà. La decisione del giudice ha scate-nato tuttavia una bufera sui so-cial network tanto che, alla luce della miriade di insulti e minac-ce, la Digos fin da subito ha de-ciso di mettere sotto protezione l’abitazione della Bergamasco. Franco Birolo, da parte sua, non
ha mai voluto rilasciare un commento, rifugiandosi nella quotidianità del suo lavoro. Le manifestazioni di solidarietà, come si diceva, non sono mancate. Il movimento Indipendenza Veneta, all’indomani della sentenza, ha organizzato un sit in davanti all’ edicola, raccogliendo anche dei fondi.
Nei giorni successivi, a Correzzola, si è poi fatto promotore di una fiaccolata di solidarietà a cui hanno partecipato cinquecento persone, tra le quali alcuni anche compaesani di Birolo. Sul piano istituzionale le reazioni sono state più ponderate. Il sindaco Mauro Fecchio e la sua amministrazione hanno riproposto il conto corrente postale istituito già nel 2012 e messo a disposizione di chi volesse concretamente aiutare il tabaccaio. La Lega Nord, che si è riunita con il suo stato maggiore provinciale a Correzzola, ha preferi-to spostare il tiro, più che sulla sentenza in se, sulla necessità di modificare la legge sulla legittima difesa istituendo un “Patto”, un tavolo di lavoro aperto al contributo di esponenti del mondo della magistratu-ra e accademico.
Alessandro Cesarato
Il tabaccaio che vive e lavora nella
frazione di Correzzola alla fine
dell’aprile 2012 uccise con un
colpo di pistola uno dei ladri che di
notte, dopo aver sfodato la vetrata
del negozio, stavano rubando
Il tabaccaio di Civè dovrà inoltre risarcire alla famiglia del ladro 325mila euro. Secondo il giudice non ci fu aggressione da parte del ladro
Baldin (M5S): “Siamo dalla parte di Birolo”
L’intervento del vescovo fa scandalo
L a consiglie-ra del M5S in
Regione Veneto Erika Baldin si è recata a Correzzola per ascoltare dalla bocca di Franco Bi-rolo la dinamica dell’episodio che l’ha coin-volto. “Birolo è sceso dal letto per vedere cosa stava avvenendo nel suo negozio al pianter-reno, diviso dagli alloggi della famiglia solo da una porta interna. Al piano sopra c’erano sua figlia e la moglie”.“Non possiamo parlare di far west in questo caso. Lui ha solo difeso la propria famiglia e credo che ogni padre e marito avrebbe fatto lo stesso. Per questo noi siamo con Birolo e ci facciamo portavoce del-la sua richiesta – continua la consigliera – Bi-rolo chiede che in questo Paese si riconosca il diritto di ogni cittadino a difendersi e che tutti diano il proprio contributo politico alla revisione della legge sulla legittima difesa”.
S candalo ha fatto l’intervento del vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessa-
rollo, che ha pubblicamente assolto Birolo, considerando sproporzionata la pena. Una presa di posizione che ha portato l’Associa-zione nazionale magistrati a valutare l’op-portunità di una querela per l’ingerenza del prelato. Anche l’avvocato di Franco Birolo non ha voluto puntare il dito sul giudice, ri-cordando come le sentenze vadano rispettate e che se non le si condivide c’è la possibilità di ricorrere in Appello.
A sostegno del Giudice Bergamasco, l’o-norevole del Pd Alessandro Naccarato, che accusa il presule di aver abusato del proprio ruolo. “Il suo intervento - commenta - è par-ticolarmente grave alla luce delle motivazioni della sentenza, che hanno chiarito che l’im-putato ha sparato contro un uomo disarmato.
ilVenetoAttualità 1 www.lapiazzaweb.it
“Non passi l’idea che rubare si può”
“I o non dico se ha fatto bene o no. Dico solo: cerchiamo
di non far passare l’idea che ru-bare si può tanto dovremmo es-ser protetti per legge. Allora fac-cio una battuta: si faranno anche un’assicurazione sul lavoro?”. Il vescovo di Chioggia Adriano Tes-sarollo non usa mezzi termini per difendere la sua scelta di schie-rarsi a favore di Franco Birolo, il tabaccaio di Correzzola condan-nato per avere ucciso un ladro.
Una posizione netta e inatte-sa la sua.
“Ho solo fatto una riflessio-ne. Certo, la legge deve far capire che la difesa deve essere mode-rata, ma mi sono messo anche nei panni di chi si trova in quella situazione e non ha tutta la fred-dezza richiesta dalla legge”.
Ma comunque Birolo ha tol-to la vita a una persona...
“Non dico che la reazione non sia stata sopra le righe o che ha fatto bene - e ne è convinto anche lui -, ma ha agito d’istinto, spinto dalla rabbia del momento
e dalla tensione”.Si può perdonare un omici-
dio se fatto in questo modo?“Io non penso che sia calco-
lato perciò dico: la difesa non è stata bella, ma nello stabilire le cause il giudice dovrebbe tenere conto del danno fatto e che lui è stato provocato. Perchè se il ladro fosse stato a casa sua non sareb-be successo niente. È come chi fa sport estremi: deve calcolare che si può anche rompere l’osso del collo...Altrimenti la gente si fa l’idea che può andare a rubare tanto non gli si può fare niente”.
Quindi sono “rischi del me-stiere”?
“Anche il giudice ha tenuto conto che non è un omicidio vo-lontario. Però poi, l’altro vitalizio mi sembra esagerato, perchè de-stabilizza la vita di una famiglia”.
Parla del risarcimento alla famiglia del ladro?
“Ma a Birolo i danni chi è che glieli risarcisce? Insomma, 325mila euro rovinano una fami-glia”.
E se quel ladro un giorno si fosse potuto redimere?
“Certo, la morte non dà altre chance. Ma probabilmente an-che chi ha sparato in situazioni diverse non lo avrebbe fatto. Con i ‘se’ non so cosa fare. Ma c’è l’i-dea che si senta più protetto per
legge chi aggredisce che non chi è aggredito”.
Quindi lei sarebbe d’accordo con la revisione della legge sulla legittima difesa?
“Certo quello sarebbe ora”.
Giorgia Gay
Il vescovo Tessarollo e la tabaccheria di Franco Birolo
Intervista al vescovo di Chioggia che difende il tabaccaio che ha ucciso: “Se il ladro fosse stato a casa sua non sarebbe successo niente. È come chi fa sport estremi: deve calcolare che si può anche rompere l’osso del collo”
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Attualità 21 www.lapiazzaweb.itAttualità 1 www.lapiazzaweb.it
Il caso La sentenza di primo grado
Birolo condannato a due anni e otto mesi di carcereD ue anni e otto mesi di car-
cere, oltre il risarcimento di 325 mila euro. E’ questa la pena inflitta dal giudice Beatrice Ber-gamasco del tribunale di Padova, con la sentenza di primo grado dello scorso 28 gennaio, a Fran-co Birolo. Il tabaccaio, che vive e lavora nel centro della frazione di Civè, alla fine dell’aprile del 2012 uccise con un colpo di pistola uno dei ladri che nottetempo, dopo avere sfondato con un’auto la vetrata del suo negozio, stava-no rubando al suo interno. Biro-lo, con la moglie e la figlia, stava dormendo al piano superiore. Le motivazioni della sentenza si basano fondamentalmente sul fatto che secondo il giudice non ci fu un’aggressione da parte del ladro. Dire che il caso abbia sol-levato un polverone è dire poco, tanto da assumere una risonanza nazionale. Anche alla luce del fat-to che solo qualche mese prima il Pubblico Ministero aveva chiesto l’assoluzione per Birolo. La rea-zione più istintiva è stata quella popolare. L’indignazione è stata generale, con i concittadini di Birolo che si sono tutti schierati subito dalla sua parte dimostran-dogli la massima solidarietà. La decisione del giudice ha scate-nato tuttavia una bufera sui so-cial network tanto che, alla luce della miriade di insulti e minac-ce, la Digos fin da subito ha de-ciso di mettere sotto protezione l’abitazione della Bergamasco. Franco Birolo, da parte sua, non
ha mai voluto rilasciare un commento, rifugiandosi nella quotidianità del suo lavoro. Le manifestazioni di solidarietà, come si diceva, non sono mancate. Il movimento Indipendenza Veneta, all’indomani della sentenza, ha organizzato un sit in davanti all’ edicola, raccogliendo anche dei fondi.
Nei giorni successivi, a Correzzola, si è poi fatto promotore di una fiaccolata di solidarietà a cui hanno partecipato cinquecento persone, tra le quali alcuni anche compaesani di Birolo. Sul piano istituzionale le reazioni sono state più ponderate. Il sindaco Mauro Fecchio e la sua amministrazione hanno riproposto il conto corrente postale istituito già nel 2012 e messo a disposizione di chi volesse concretamente aiutare il tabaccaio. La Lega Nord, che si è riunita con il suo stato maggiore provinciale a Correzzola, ha preferi-to spostare il tiro, più che sulla sentenza in se, sulla necessità di modificare la legge sulla legittima difesa istituendo un “Patto”, un tavolo di lavoro aperto al contributo di esponenti del mondo della magistratu-ra e accademico.
Alessandro Cesarato
Il tabaccaio che vive e lavora nella
frazione di Correzzola alla fine
dell’aprile 2012 uccise con un
colpo di pistola uno dei ladri che di
notte, dopo aver sfodato la vetrata
del negozio, stavano rubando
Il tabaccaio di Civè dovrà inoltre risarcire alla famiglia del ladro 325mila euro. Secondo il giudice non ci fu aggressione da parte del ladro
Baldin (M5S): “Siamo dalla parte di Birolo”
L’intervento del vescovo fa scandalo
L a consiglie-ra del M5S in
Regione Veneto Erika Baldin si è recata a Correzzola per ascoltare dalla bocca di Franco Bi-rolo la dinamica dell’episodio che l’ha coin-volto. “Birolo è sceso dal letto per vedere cosa stava avvenendo nel suo negozio al pianter-reno, diviso dagli alloggi della famiglia solo da una porta interna. Al piano sopra c’erano sua figlia e la moglie”.“Non possiamo parlare di far west in questo caso. Lui ha solo difeso la propria famiglia e credo che ogni padre e marito avrebbe fatto lo stesso. Per questo noi siamo con Birolo e ci facciamo portavoce del-la sua richiesta – continua la consigliera – Bi-rolo chiede che in questo Paese si riconosca il diritto di ogni cittadino a difendersi e che tutti diano il proprio contributo politico alla revisione della legge sulla legittima difesa”.
S candalo ha fatto l’intervento del vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessa-
rollo, che ha pubblicamente assolto Birolo, considerando sproporzionata la pena. Una presa di posizione che ha portato l’Associa-zione nazionale magistrati a valutare l’op-portunità di una querela per l’ingerenza del prelato. Anche l’avvocato di Franco Birolo non ha voluto puntare il dito sul giudice, ri-cordando come le sentenze vadano rispettate e che se non le si condivide c’è la possibilità di ricorrere in Appello.
A sostegno del Giudice Bergamasco, l’o-norevole del Pd Alessandro Naccarato, che accusa il presule di aver abusato del proprio ruolo. “Il suo intervento - commenta - è par-ticolarmente grave alla luce delle motivazioni della sentenza, che hanno chiarito che l’im-putato ha sparato contro un uomo disarmato.
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“Non passi l’idea che rubare si può”
“I o non dico se ha fatto bene o no. Dico solo: cerchiamo
di non far passare l’idea che ru-bare si può tanto dovremmo es-ser protetti per legge. Allora fac-cio una battuta: si faranno anche un’assicurazione sul lavoro?”. Il vescovo di Chioggia Adriano Tes-sarollo non usa mezzi termini per difendere la sua scelta di schie-rarsi a favore di Franco Birolo, il tabaccaio di Correzzola condan-nato per avere ucciso un ladro.
Una posizione netta e inatte-sa la sua.
“Ho solo fatto una riflessio-ne. Certo, la legge deve far capire che la difesa deve essere mode-rata, ma mi sono messo anche nei panni di chi si trova in quella situazione e non ha tutta la fred-dezza richiesta dalla legge”.
Ma comunque Birolo ha tol-to la vita a una persona...
“Non dico che la reazione non sia stata sopra le righe o che ha fatto bene - e ne è convinto anche lui -, ma ha agito d’istinto, spinto dalla rabbia del momento
e dalla tensione”.Si può perdonare un omici-
dio se fatto in questo modo?“Io non penso che sia calco-
lato perciò dico: la difesa non è stata bella, ma nello stabilire le cause il giudice dovrebbe tenere conto del danno fatto e che lui è stato provocato. Perchè se il ladro fosse stato a casa sua non sareb-be successo niente. È come chi fa sport estremi: deve calcolare che si può anche rompere l’osso del collo...Altrimenti la gente si fa l’idea che può andare a rubare tanto non gli si può fare niente”.
Quindi sono “rischi del me-stiere”?
“Anche il giudice ha tenuto conto che non è un omicidio vo-lontario. Però poi, l’altro vitalizio mi sembra esagerato, perchè de-stabilizza la vita di una famiglia”.
Parla del risarcimento alla famiglia del ladro?
“Ma a Birolo i danni chi è che glieli risarcisce? Insomma, 325mila euro rovinano una fami-glia”.
E se quel ladro un giorno si fosse potuto redimere?
“Certo, la morte non dà altre chance. Ma probabilmente an-che chi ha sparato in situazioni diverse non lo avrebbe fatto. Con i ‘se’ non so cosa fare. Ma c’è l’i-dea che si senta più protetto per
legge chi aggredisce che non chi è aggredito”.
Quindi lei sarebbe d’accordo con la revisione della legge sulla legittima difesa?
“Certo quello sarebbe ora”.
Giorgia Gay
Il vescovo Tessarollo e la tabaccheria di Franco Birolo
Intervista al vescovo di Chioggia che difende il tabaccaio che ha ucciso: “Se il ladro fosse stato a casa sua non sarebbe successo niente. È come chi fa sport estremi: deve calcolare che si può anche rompere l’osso del collo”
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Donne al vertice Mariacristina Gribaudi
“Arrendersi mai, il talento emerge”A mministratore unico di
un’azienda leader del set-tore della produzione di chiavi come la Keyline spa di Treviso, mamma di sei figli e ora anche presidente della Fondazione mu-sei civici di Venezia. Mariacristi-na Gribaudi non ha certo paura delle sfide.
Capo di un’azienda e ora an-che al vertice della più impor-tante istituzione culturale vene-ziana...
“Quando sono arrivata ho trovato delle vere eccellenze e il mio compito sarà di valorizzare i talenti esistenti, ma anche di portare al suo interno uomini, donne e giovani di talento che facciano la differenza. Inoltre, gli undici musei della Fondazio-ne rappresentano un patrimonio inestimabile, meritano molta più
visibilità, meritano ognuno di vi-vere di luce propria e diventare degli spazi in cui i giovani possa-no trovare un’ambientazione che li faccia ritornare”.
Qual è stato il suo percorso per arrivare a un ruolo così im-portante?
“Io sono piemontese, nasco da una famiglia di imprenditori che ha cominciato a fare busi-ness nel 1920 a Torino. Mia non-na lavorava, mia mamma era una donna manager. Insieme a que-ste figure femminili di riferimen-to ho metabolizzato il modello di fare business del Nord-ovest, caratterizzato dall’esperienza di Adriano Olivetti. Quello che io ho portato all’interno dell’azienda è un modello di business mixato dalle mie origini”.
La sua è una bella esperien-
za di donna al vertice. È davvero così difficile per una donna rico-prire ruoli di rilievo?
“È tutto difficile, a me nessu-no ha regalato niente, la strada è stata tutta in salita. Per esempio, quando nel 2002 sono entrata nel business di famiglia di mio mari-to, Massimo Bianchi, gestito da soli uomini per sette generazio-ni, è stata una grandissima sfida, dovevo superare tutti i pregiudi-zi legati al mio ruolo. Credo che
non sia facile arrivare ai vertici seguendo i valori della merito-crazia, ma certamente si stanno aprendo delle opportunità per le donne di talento”.
Come riesce a coniugare la famiglia e la vita privata con la carriera?
“Dico sempre di essere una maratoneta: sono sopravvissuta a tutto correndo. Sei figli sono tantissimi, ma sono cresciuti con una capacità di autonomia quasi immediata. Per molte estati li ho portati in fabbrica per conoscere il mio mondo, lì hanno fatto dei piccoli lavoretti e poi, autonoma-mente, hanno sviluppato le loro capacità, anche all’estero. Inol-tre, sin da quando erano piccoli ho sempre avuto la casa piena dei loro amici: sono sempre stata circondata dai giovani e questo costante contatto è servito mol-tissimo, anche nel mio lavoro”.
Consigli da dare a una donna che vuole fare carriera?
“Non arrendersi mai, essere resiliente, sorridere sempre, ve-dere il bicchiere mezzo pieno. Prima o poi le persone di talento emergono”.
Giorgia Gay
Fa dialogare industria, cultura, giovani
“D ietro ogni orga-nizzazione c’è un
aspetto fondamentale da te-nere in conto: le emozioni delle persone”. Mariacristi-na Gribaudi, imprenditrice e donna di successo, si basa su poche, semplici regole nel suo lavoro in azienda come anche alla guida dell Fonda-zione Musei civici veneziani: lavoro di squadra, valorizzazione dei talenti, contaminazione tra le varie realtà produttive, spazio alle donne e ai giovani.
“Le aziende dovrebbero cominciare a valorizzare il merito e soprattutto il capitale umano - spiega -: fare arrivare un la-voratore contento o scontento incide sulla qualità del lavoro. Più sereni arrivano, meno problemi abbiamo, più la qualità del lavoro eccelle”.
All’esperienza nell’industria delle chiavi e nella Fondazione Musei Civici, si è aggiunta di recente anche la nomina a consi-gliere indipendente nel consiglio di amministrazione dell’incu-batore veneto di start up H-Farm.
Industria, cultura, nuova imprenditoria: tre ambiti che, per Gribaudi, si incontrano, si specchiano imparando l’uno dall’al-tro. “Possiamo pensare a fare fabbrica senza relazionarci con la cultura che abbiamo in Italia e con i giovani? Dobbiamo im-parare a pensare a certi spazi come a dei luoghi aperti, in cui i giovani possono venire a studiare e a relazionarsi. Il patrimonio che ha Venezia è un contenitore dalle enormi potenzialità, non resta che investire”.
“Come riesco a gestire figli e carriera? Sono una maratoneta, sopravvissuta a tutto correndo. Al mio arrivo in azienda ho dovuto superare pregiudizi”
Mariacristina Gribaudi è la presidente della Fondazione Musei civici veneziani.
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Donne al vertice Mariacristina Gribaudi
“Arrendersi mai, il talento emerge”A mministratore unico di
un’azienda leader del set-tore della produzione di chiavi come la Keyline spa di Treviso, mamma di sei figli e ora anche presidente della Fondazione mu-sei civici di Venezia. Mariacristi-na Gribaudi non ha certo paura delle sfide.
Capo di un’azienda e ora an-che al vertice della più impor-tante istituzione culturale vene-ziana...
“Quando sono arrivata ho trovato delle vere eccellenze e il mio compito sarà di valorizzare i talenti esistenti, ma anche di portare al suo interno uomini, donne e giovani di talento che facciano la differenza. Inoltre, gli undici musei della Fondazio-ne rappresentano un patrimonio inestimabile, meritano molta più
visibilità, meritano ognuno di vi-vere di luce propria e diventare degli spazi in cui i giovani possa-no trovare un’ambientazione che li faccia ritornare”.
Qual è stato il suo percorso per arrivare a un ruolo così im-portante?
“Io sono piemontese, nasco da una famiglia di imprenditori che ha cominciato a fare busi-ness nel 1920 a Torino. Mia non-na lavorava, mia mamma era una donna manager. Insieme a que-ste figure femminili di riferimen-to ho metabolizzato il modello di fare business del Nord-ovest, caratterizzato dall’esperienza di Adriano Olivetti. Quello che io ho portato all’interno dell’azienda è un modello di business mixato dalle mie origini”.
La sua è una bella esperien-
za di donna al vertice. È davvero così difficile per una donna rico-prire ruoli di rilievo?
“È tutto difficile, a me nessu-no ha regalato niente, la strada è stata tutta in salita. Per esempio, quando nel 2002 sono entrata nel business di famiglia di mio mari-to, Massimo Bianchi, gestito da soli uomini per sette generazio-ni, è stata una grandissima sfida, dovevo superare tutti i pregiudi-zi legati al mio ruolo. Credo che
non sia facile arrivare ai vertici seguendo i valori della merito-crazia, ma certamente si stanno aprendo delle opportunità per le donne di talento”.
Come riesce a coniugare la famiglia e la vita privata con la carriera?
“Dico sempre di essere una maratoneta: sono sopravvissuta a tutto correndo. Sei figli sono tantissimi, ma sono cresciuti con una capacità di autonomia quasi immediata. Per molte estati li ho portati in fabbrica per conoscere il mio mondo, lì hanno fatto dei piccoli lavoretti e poi, autonoma-mente, hanno sviluppato le loro capacità, anche all’estero. Inol-tre, sin da quando erano piccoli ho sempre avuto la casa piena dei loro amici: sono sempre stata circondata dai giovani e questo costante contatto è servito mol-tissimo, anche nel mio lavoro”.
Consigli da dare a una donna che vuole fare carriera?
“Non arrendersi mai, essere resiliente, sorridere sempre, ve-dere il bicchiere mezzo pieno. Prima o poi le persone di talento emergono”.
Giorgia Gay
Fa dialogare industria, cultura, giovani
“D ietro ogni orga-nizzazione c’è un
aspetto fondamentale da te-nere in conto: le emozioni delle persone”. Mariacristi-na Gribaudi, imprenditrice e donna di successo, si basa su poche, semplici regole nel suo lavoro in azienda come anche alla guida dell Fonda-zione Musei civici veneziani: lavoro di squadra, valorizzazione dei talenti, contaminazione tra le varie realtà produttive, spazio alle donne e ai giovani.
“Le aziende dovrebbero cominciare a valorizzare il merito e soprattutto il capitale umano - spiega -: fare arrivare un la-voratore contento o scontento incide sulla qualità del lavoro. Più sereni arrivano, meno problemi abbiamo, più la qualità del lavoro eccelle”.
All’esperienza nell’industria delle chiavi e nella Fondazione Musei Civici, si è aggiunta di recente anche la nomina a consi-gliere indipendente nel consiglio di amministrazione dell’incu-batore veneto di start up H-Farm.
Industria, cultura, nuova imprenditoria: tre ambiti che, per Gribaudi, si incontrano, si specchiano imparando l’uno dall’al-tro. “Possiamo pensare a fare fabbrica senza relazionarci con la cultura che abbiamo in Italia e con i giovani? Dobbiamo im-parare a pensare a certi spazi come a dei luoghi aperti, in cui i giovani possono venire a studiare e a relazionarsi. Il patrimonio che ha Venezia è un contenitore dalle enormi potenzialità, non resta che investire”.
“Come riesco a gestire figli e carriera? Sono una maratoneta, sopravvissuta a tutto correndo. Al mio arrivo in azienda ho dovuto superare pregiudizi”
Mariacristina Gribaudi è la presidente della Fondazione Musei civici veneziani.
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Luigi Sposato
“Flessibilità del lavoro, opportunità di crescita”
U na realtà all’avanguardia a li-vello italiano nel campo delle
agenzie del lavoro. E’ Eurointerim Spa, agenzia per il lavoro, nata nel 1998. Una delle prime agenzie per il lavoro a capitale interamente ita-liano. Il successo di questa realtà lo illustrano chiaramente i numeri. Il 2015 si è chiuso per Eurointerim con un fatturato di 68 milioni di euro, con un totale di più di 3 mi-lioni e 600mila ore lavorate, cioè 472mila giorni lavorati e un totale di 10.140 lavoratori. Sono stati ero-gati 139 progetti formativi:18 corsi base, 34 corsi professionali e 87 cor-si on the job, per un totale di 8400 ore formative e 929 lavoratori for-mati, un aumento del 24% rispetto al 2014. Ha la sua sede principale a Padova in viale delle Industrie. A raccontarcelo è direttamente il suo presidente Luigi Sposato. “L’oppor-
tunità di lavorare in questo campo - spiega Sposato- è arrivata con il 1996 cioè con la nuova normativa sul lavoro somministrato. L’Italia e la Grecia erano le ultime in Eu-ropa che non l’avevano introdotto. Due anni dopo, nel 1998 sono par-tito. Eurointerim, è l’unica agenzia che sintetizza una profonda cono-scenza della complessa normativa giuslavoristica italiana con la possi-bilità di dare flessibilità a un merca-to sostanzialmente rigido.
L’attività si sviluppata in un cre-scendo, fino al 2009, quando cioè la crisi ha picchiato durissimo anche sulla nostra attività. La crisi fat-to comunque utile pulizia di rami secchi. Quello che abbiamo impa-rato è che bisogna diversificare le attività per reggere l’urto di perio-di economici così negativi. Nono-stante ciò, fra i nostri dipendenti
Il presidente di Eurointerim spa Luigi Sposato snocciola le cifre di un
successo: fatturato di 68 milioni di euro, più di 3 milioni e 600mila ore
lavorate, e un totale di 10.140 lavoratori diretti, non abbiamo lasciato a casa nessuno”. Eurointerim ha 48 filiali in tutto il territorio naziona-le prevalentemente al centronord e cioè oltre che in Veneto anche in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Friuli-Venezia Giulia.
Ha 200 dipendenti propri e 200 “corner” all’interno di studi di con-sulenza del lavoro. A rivolgersi per trovare lavoro a Eurointerim, sono persone di tutte le età sia italiani che immigrati. Gli immigrati sono il 30 % del totale. Opera a fianco delle Istituzioni pubbliche per pro-muovere occupazione e reimpie-go. Il mondo della consulenza del lavoro si completa con quello dei servizi per le risorse umane e di intervento organizzativo, modalità di assunzione, ricerca e valutazio-ne del candidato e integrazione
con l’azienda. “Il nostro scopo- conclude Spo-
sato - è unire candidati con azien-de. I servizi per le aziende sono: somministrazione, ricerca e sele-zione, formazione, outplacement, outsourcing. Eurointerim è l’unica agenzia per il lavoro inserita nell’e-lenco delle imprese con rating di legalità”. Saranno organizzati incontri di formazione e orien-tamento gestiti dal Presidente di Eurointerim. Gli argomenti?: tro-vare o cambiare lavoro, motivarsi e motivare, gestire i collaboratori, comunicare con efficacia, come raggiungere i propri risultati per-sonali e professionali. Fra le atti-vità innovative di Eurointerim c’è l’avvio di una agenzia di rating in supporto alle imprese e all’azione delle banche.
Mattia Rossin
Sposato: “Quello che abbiamo imparato in questi anni di crisi è che bisogna diversificare le attività per reggere l’urto dei periodi economici negativi”
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Baretta: “La legge di stabilità darà nuovo impulso alla ripresa”
I l Parlamento ha approvato la Legge di stabilità, un docu-
mento che ha importanti ricadu-te non solo a livello nazionale ma anche sul territorio. Ne abbiamo parlato con il sottosegretario all’Economia e Finanze on. Pier Paolo Baretta.
Cosa cambia con la nuova Legge di Stabilità?
“Questa legge contiene prov-vedimenti per irrobustire i se-gnali di ripresa che si intravvede-vano, deboli ma concreti”.
Le novità più importanti?“La riduzione del peso fisca-
le, impedendo l’aumento di due punti dell’Iva. L’eliminazione dell’Imu sulla prima casa. Il rin-novo del bonus energetico. Sono stati confermati i vantaggi fisca-li per le aziende che assumono ed è stata prevista la riduzione
dell’Ires per il prossimo anno. Al-tra novità è l’abolizione del Patto di stabilità: adesso i comuni po-tranno investire le energie bloc-cate al loro interno in interventi sul territorio”.
Quali vantaggi per il Veneto?“Il Veneto ha dei vantaggi di-
retti da molte di queste scelte. È una delle più importanti realtà produttive del Paese, la sua in-dustria è molto esposta all’ex-port internazionale, per cui tut-to ciò che sostiene l’industria va direttamente a beneficio anche del Veneto. Altri interventi di riforma, come quelli su autori-tà portuali e infrastrutture, per esempio hanno avuto una buona ricaduta sul Veneto”.
Ci sono altri provvedimenti al vaglio del Governo?
“Molti provvedimenti sono
“Tre assi di sviluppo per il Veneto”
già in corso, tra questi cito il fi-nanziamento dell’alta velocità sulla tratta Verona-Padova e ver-so Trieste. Il finanziamento della Pedemontana, che è già stato fat-to, ma c’è anche l’accordo di pro-gramma per Porto Marghera, con un finanziamento di 150 milioni. Infine, il riconoscimento da parte dell’Unesco delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità”.
Gaia Ferrarese
“Tra le novità la riduzione del peso fiscale, incentivi alle aziende che assumono, eliminazione dell’Imu prima casa”
P er il sottosegretario al’Econo-mia Pier Paolo Baretta sono
tre le linee da seguire per sostene-re la ripresa in Veneto. “Il primo è certamente lo sviluppo dell’in-dustria manifatturiera - spiega -, che da sempre è il perno della nostra economia”.
I l secondo è il binomio turi-smo e cultura: intesi come tutt’u-no: “Il Veneto ha un patrimonio clamorosamente elevato, elemen-to centrale di sviluppo del territo-rio - evidenzia -. Un patrimonio fatto sia di grandi città d’arte sia di piccoli centri urbani. Dobbia-mo gestirlo in modo organico, con una chiara visione. Non può essere lasciato ai singoli comuni”.
“Il terzo asse è la logistica. La posizione geografica del Veneto è privilegiata: dai porti del Nordest si accede al centro e all’Est Euro-pa, mercati straordinariamente importanti.
Per questo ci serve cinserve una logistica capace di ricevere e smistare”.
Il sottosegretario veneto all’Economia spiega le principali novità contenute nella legge approvata dal Parlamento
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Voci da palazzo
Economia 1 www.lapiazzaweb.it
Luigi Sposato
“Flessibilità del lavoro, opportunità di crescita”
U na realtà all’avanguardia a li-vello italiano nel campo delle
agenzie del lavoro. E’ Eurointerim Spa, agenzia per il lavoro, nata nel 1998. Una delle prime agenzie per il lavoro a capitale interamente ita-liano. Il successo di questa realtà lo illustrano chiaramente i numeri. Il 2015 si è chiuso per Eurointerim con un fatturato di 68 milioni di euro, con un totale di più di 3 mi-lioni e 600mila ore lavorate, cioè 472mila giorni lavorati e un totale di 10.140 lavoratori. Sono stati ero-gati 139 progetti formativi:18 corsi base, 34 corsi professionali e 87 cor-si on the job, per un totale di 8400 ore formative e 929 lavoratori for-mati, un aumento del 24% rispetto al 2014. Ha la sua sede principale a Padova in viale delle Industrie. A raccontarcelo è direttamente il suo presidente Luigi Sposato. “L’oppor-
tunità di lavorare in questo campo - spiega Sposato- è arrivata con il 1996 cioè con la nuova normativa sul lavoro somministrato. L’Italia e la Grecia erano le ultime in Eu-ropa che non l’avevano introdotto. Due anni dopo, nel 1998 sono par-tito. Eurointerim, è l’unica agenzia che sintetizza una profonda cono-scenza della complessa normativa giuslavoristica italiana con la possi-bilità di dare flessibilità a un merca-to sostanzialmente rigido.
L’attività si sviluppata in un cre-scendo, fino al 2009, quando cioè la crisi ha picchiato durissimo anche sulla nostra attività. La crisi fat-to comunque utile pulizia di rami secchi. Quello che abbiamo impa-rato è che bisogna diversificare le attività per reggere l’urto di perio-di economici così negativi. Nono-stante ciò, fra i nostri dipendenti
Il presidente di Eurointerim spa Luigi Sposato snocciola le cifre di un
successo: fatturato di 68 milioni di euro, più di 3 milioni e 600mila ore
lavorate, e un totale di 10.140 lavoratori diretti, non abbiamo lasciato a casa nessuno”. Eurointerim ha 48 filiali in tutto il territorio naziona-le prevalentemente al centronord e cioè oltre che in Veneto anche in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Friuli-Venezia Giulia.
Ha 200 dipendenti propri e 200 “corner” all’interno di studi di con-sulenza del lavoro. A rivolgersi per trovare lavoro a Eurointerim, sono persone di tutte le età sia italiani che immigrati. Gli immigrati sono il 30 % del totale. Opera a fianco delle Istituzioni pubbliche per pro-muovere occupazione e reimpie-go. Il mondo della consulenza del lavoro si completa con quello dei servizi per le risorse umane e di intervento organizzativo, modalità di assunzione, ricerca e valutazio-ne del candidato e integrazione
con l’azienda. “Il nostro scopo- conclude Spo-
sato - è unire candidati con azien-de. I servizi per le aziende sono: somministrazione, ricerca e sele-zione, formazione, outplacement, outsourcing. Eurointerim è l’unica agenzia per il lavoro inserita nell’e-lenco delle imprese con rating di legalità”. Saranno organizzati incontri di formazione e orien-tamento gestiti dal Presidente di Eurointerim. Gli argomenti?: tro-vare o cambiare lavoro, motivarsi e motivare, gestire i collaboratori, comunicare con efficacia, come raggiungere i propri risultati per-sonali e professionali. Fra le atti-vità innovative di Eurointerim c’è l’avvio di una agenzia di rating in supporto alle imprese e all’azione delle banche.
Mattia Rossin
Sposato: “Quello che abbiamo imparato in questi anni di crisi è che bisogna diversificare le attività per reggere l’urto dei periodi economici negativi”
La genuinità dei prod� i, la capacità fa� ap� ione, la delicatezza del gelato naturale.Nel risp� o della ric� a tradizionale.Naturalmente senza glutine e ada� onelle di� e a b� o contenuto glicemico.La compatibilità con la scelta Vegana.Qu� ta è gl� è.
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Voci da palazzo piedino
O ra l’attenzione si sposta sui tempi e sui det-tagli della progettazione del nuovo ospe-
dale di Padova. Intanto dal centrodestra arriva il plauso alla scelta di Padova Est. “L’eccellenza sanitaria patavina - afferma Roberto Marcato, assessore regionale all’economia - meritava di potersi esprimere al meglio in una struttura ade-guata, che ora nascerà secondo tutti i crismi e con le preziose indicazioni tecniche dell’Università e dello Iov, elementi importanti per dare contenu-to scientifico ai massimi livelli”. Il centrosinistra conferma invece i dubbi di quello che giudica un percorso ad ostacoli. “La prima delle perplessi-tà - affermano i consiglieri Claudio Sinigaglia e
Piero Ruzzante - è quella sulla destinazione ur-banistica e la conformità della stessa per attivare la struttura sanitaria. Meritano un approfondi-mento le questioni dell’accessibilità, anche via-bilistica, e delle possibilità di implementazione dell’area”. Teme un nuovo “mostro magia soldi” il capogruppo del Movimento 5 Stelle Jacopo Ber-ti: “Ancora una volta stanno parlando del con-tenitore, ma sui contenuti non ho ancora sentito una parola dalla politica regionale per non par-lare del fatto che diventa indispensabile ribadire un secco no all’ipotesi del project financing, come andiamo dicendo da sempre, per questo proget-to”.
Accordo in Regione L’area da mezzo milione di mq è già nella disponibilità del Comune
Via libera al nuovo ospedale di Padova Sarà costruito a Padova Est - San Lazzaro D opo anni di polemiche e
colpi di scena la politica tro-va l’accordo sul futuro del nuovo ospedale di Padova. Si farà a Pado-va Est - San Lazzaro, in un’area di 521 mila metri quadrati a disposi-zione del Comune di Padova. Tra-montata dunque l’idea di Padova Ovest, dopo un ridda di reazioni, messa da parte anche l’ipotesi dell’aeroporto insieme all’even-tualità di una ricostruzione del vecchio ospedale, la collocazione del nuovo policlinico passa il va-glio del tavolo regionale. Il comi-tato di coordinamento presieduto dal governatore Zaia e composto da tutti i soggetti interessati (Uls, Azienda Ospedaliera, Università, Comune, Provincia) ha dato il via libera alla soluzione di San Lazza-ro dopo l’ultimo confronto tra le diverse opzioni proposto dal nel direttore dell’azienda ospedalie-ra Luciano Flor. Ora viene il bel-lo perché, a parte la disponibilità
dell’area, che il Comune di Padova mette a disposizione in “diritto di superficie” per almeno 99 anni, il progetto del nuovo ospedale è tutto da costruire e ha l’ambi-zione di consegnare finalmente alla città una moderna “cittadella della salute” all’altezza della fama e dell’alta specializzazione della sanità padovana. Serviranno tanti soldi, oltre 600 milioni di euro, e una sinergia tra pubblico e privato visto che anche in questo caso si ricorrerà alla formula del “project
Le reazioni: il centrodestra esulta, perplessità dal centrosinistra mentre il Movimento 5 Stelle teme un nuovo “mostro mangia soldi”
Ora viene il bello con la progettazione
di un’opera attesa da almeno vent’anni.
Servirà una forte collaborazione tra pubblico e privato
financing”. Intanto la Regione ha confermato lo stanziamento di 50 milioni l’anno per il prossimo triennio ma questo è solo il pri-mo passo. Per quanto riguarda l’ormai accantonato progetto di Padova Ovest è lo stesso Zaia ad indicare la strada da seguire: “ Il fatto sarà formalizzato con una nuova delibera regionale che riba-dirà la non pubblica utilità dell’a-rea di Padova Ovest già dichiarata il 14 ottobre 2014. Abbiamo inol-tre costituito un tavolo tecnico composto dai legali dei diversi protagonisti del Tavolo che dovrà darci la corretta linea giuridica ri-spetto ai rapporti con i privati che furono interessati a Padova Ovest. Nel frattempo si può cominciare a scrivere anche il nuovo Accordo di Programma – conclude Zaia – che darà al Veneto un Policlinico Universitario di livello internazio-nale”. Anche il sindaco di Padova Massimo Bitonci parla di una de-cisione storica e sottolinea il ruolo del Comune nel mettere a dispo-sizione il terreno: “Le valutazioni dei tecnici sono state assunte e condivise da tutte le parti: l’area di Padova Est non evidenzia criticità ed è immediatamente disponibi-le. Ora andiamo avanti, insieme. I veneti e, soprattutto, i padova-ni, hanno atteso per troppi anni un’opera che ora possiamo final-mente realizzare”. Più critico in-vece il presidente della Provincia Enoch Soranzo, che si è astenuto: “Invierò a Zaia le controdeduzio-ni su alcuni errori e discrepanze ma a questo punto auspico che, definita una volta per tutte l’area, s’inizino quanto prima i lavori di costruzione, e che davvero Padova possa avere in tempi rapidissimi una struttura attesa da vent’anni”.
Nicola Stievano
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Autori veneti, Lucia Zaramella Brigantessa della Brenta
Lucia è la Brenta. Conoscerla significa conoscere, in-sieme con lei e grazie a lei, un fiume e, ancora, le battaglie di una donna a difesa dell’acqua, dell’ambiente, di una terra, la sua come quella dei Balcani martoriati dalla parte, sempre e prima di tutto, dei diritti. E, dopo che la si è conosciuta, risulta impossibile chiudere gli occhi e far finta di nulla. Il libro è un viaggio attraverso le battaglie civili e sociali di Lucia Zanarella, la “Brigantessa della Brenta”. Battaglie che rappresentano con intelligenza, forza e coraggio, alcune delle grandi utopie novecen-tesche: il desiderio di costruire una società di individui responsabili, liberi da restrizioni di ogni potere politico, ideologico e culturale. Valori che contengono un’ispira-zione più che mai attuale: il rispetto per la vita, che si concretizza nell’utilizzo consa-pevole della terra, nell’organizzazione partecipata delle comunità, nella democrazia, nel dialogo con la politica e nell’importanza di educare i giovani. Scrive Paolo Rumiz nella prefazione: Brigantessa della Brenta “non è una banale autobiografia, la cro-naca delle lotte vinte e perdute da un singolo individuo, ma un brandello di storia patria, il ritratto di un popolo, la testimonianza di quanto è difficile far crescere gli italiani, trasformarli da sudditi opportunisti in cittadini consci di doveri e diritti”. Il libro raccoglie lettere, articoli di giornale, relazioni dai social forum e dai frequen-ti viaggi compiuti da Lucia nei Balcani feriti da conflitti etnici, sinossi di semina-ri, riflessioni di intellettuali di prestigio. Non mancano i pensieri personali sui tanti progetti realizzati in nome della pace. Il volume rappresenta, inoltre, un omaggio al pacifista altoatesino Alexander Langer (la cui lezione costituisce un punto di riferi-mento fondamentale nel pensiero di Lucia) e ai suoi maestri, Silvio Lanaro e Giovan-ni Parolin. Lucia spinge, attraverso queste pagine, a pensare con la propria testa e con il proprio cuore, a essere capace di “dire di no”, di non cedere, di non omologarsi, di dimostrarsi veramente responsabile della propria e dell’altrui esistenza e creare, così, una nuova frontiera di solidarietà e di impegno civile e politico.
Nicoletta Masetto
Cultura veneta 1 www.lapiazzaweb.it
L’opera prima di Guido Barbato
Vinca il migliore? Speriamo di no!
A fianco Guido Barbato e la copertina del libro
Una squadra di giovanissimi calciatori si sta allenando in un campo sportivo del padovano. Domenica giocheranno con-tro i primi in classifica. L’allenatore Silvano li incita a impe-gnarsi: Ciò, mona, tira in porta! Và vanti, torna indrìo Cos’era ‘sto tiro storto? Dai, mona! zogare ben, concentràti!”. Da dietro la recinzione due papà seguono l’allenamento e all’ennesimo “mona” decidono di affrontare Silvano alla fine della seduta. Con molta naturalezza il mister spiega che quella parola non è un offesa, ma un nomignolo che usava normalmente un gran-de allenatore del passato: Nereo Rocco.
Inizia da qui il racconto in flash back di “Vinca il migliore? Speriamo di no!” di Guido Barbato, Cleup (disegno in coperti-na di Francesco Frosi). Un’avventura calcistica padovana uni-ca, quella di paròn Rocco, durata oltre sette anni. Una storia senza precedenti e mai più ripetutasi a quei livelli: la provin-ciale, il Padova di paròn Rocco che batteva gli squadroni. Ne-reo Rocco è un personaggio dello sport carismatico, simpatico, astuto. Gli anni padovani di Nereo Rocco vengono raccontati ispirandosi a testimonianze, dati statistici e fatti narrati da esperti. Tutto in forma di romanzo in cui spicca la figura di un uomo dal carattere originale, dalle formidabili battute di spirito (come quella che dà il titolo al libro), dalla grande ca-pacità di motivare i suoi calciatori.
Autore di “Vinca il migliore? Speriamo di no!” Guido Bar-bato, padovano, al suo debutto come scrittore. Giornalista per Antenna 3 Nordest, ha una lunga esperienza come camera-man, mansione che spesso svolge ancora oggi. Coltiva la pas-sione per il canto nel coro gospel-pop “BluBordò” di Padova.
Nicoletta Masetto
Rovigo L’esposizione a palazzo Roverella e a palazzo Roncade
Al primo sguardo, mostra appassionanteL e collezioni d’arte della Fon-
dazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo vengono svela-te per la prima volta al pubblico a Rovigo grazie alla mostra ”Al pri-mo sguardo - opere inedite della collezione della Fondazione, in calendario dal 27 febbraio al 5 giugno. Oltre 200 opere che rappresentano il fiore all’oc-chiello della raccolta di pit-tura e scultura e che saranno esposte in un doppio allesti-mento, sia a pa-lazzo Roverella che a palazzo Roncale. La scelta della Fondazione è stata di privi-legiare l’ampio corpus di opere ri-guardanti i due recenti secoli, l’Ot-tocento e il Novecento, provenienti dalla Collezione Centanini. La mo-
stra è curata da Giandomenico Ro-manelli e Alessia Vedova ed è aper-ta tutti i giorni tranne il lunedì, con ingresso gratuito. “Quella che pre-sentiamo in mostra è solo una parte della nostra collezione- chiarisce il presidente della Fondazione, Anto-
nio Finotti- Com-plessivamente la Fondazione vanta un patrimonio di oltre 1000 opere di pittura insieme di-versi nuclei di scul-ture, incisioni, di-segni, manoscritti. Insomma un vero e proprio museo che incrementia-mo regolarmente e con oculate acqui-
sizioni”.A Palazzo Roncale ci attende
una raccolta di grande valore, con artisti del calibro di Pietro da Cor-tona, De Nittis, Milesi, Lega, Si-gnorini, Carrà, Guidi, De Chirico e
Chagall. A Palazzo Roverella vanno in scena la modernità e le avan-guardie, con il futurismo rivisitato di Tullio Crali, le ricerche cinetiche del Gruppo N e le tematiche pop di Pozzati, tra gli altri, fino alle più attuali sperimentazioni di Gioli. Si tratta di dipinti riuniti nella colle-zione di Pietro Centanini che l’ha voluta donare alla fondazione per-ché possa rimanere integra e go-duta dalla collettività; una raccol-ta unica nella sua specificità nata da un appassionato d’arte come pochi. Dopo la pausa estiva, e la conseguente chiusura per lavori,
dal 17 febbraio arriverà a Rovigo la grande e tanto attesa mostra dell’anno “Da Gauguin ai Nabis, da Thaiiti alle biennali”, che chiuderà il 14 gennaio 2017. Un percorso di colore e di emozioni, fitto di storie che sono diventate leggende. Un centinaio di opere divise in cinque sezioni. “Una mostra di emozioni- assicura il curatore Giandomenico Romanelli- con le storie di artisti in fuga da città, da legami da loro stessi, che trovano rifugio in riva al mare, quello potente della Manica, o quello dolce casalingo della lagu-na veneziana”. Nella nuova mostra
l’attenzione sarà focalizzata in par-ticolare sul mondo di Gauguin che alla fine degli anni Ottanta dell’Ot-tocento si trasferì nella costa breto-ne dando vita ad una sorta di eden primitivo e quasi incontaminato. Questo contesto attrasse molti arti-sti che si riunirono in vere e proprie piccole consorterie d’arte, vivendo in forma semi-comunitaria, con-dividendo i soggetti del proprio la-voro, focalizzato sulla ricerca di un linguaggio semplice e immediato. Fu così che nacque la scuola dei Nabis che influenzarono e conta-minarono l’Europa, Italia inclusa, come questa mostra ben sottolinea. Tra gli artisti esposti, Oscar Ghiglia, Felice Casorati, Gino Rossi, Mario Cavaglieri, autore internazionale di grande fascino. Tuttavia non man-cheranno le sorprese, dato che il curatore Romanelli è attualmente in trattativa con il Museo d’Orsay per altri importanti prestiti.
Melania Ruggini
Dal 27 febbraio
al 5 giugno 200 opere
tra ‘800 e ‘900
che rappresentano
un tesoro per la
Fondazione Cassa
di Risparmio
di Padova e Rovigo
Cultura 28 www.lapiazzaweb.it
U na città, un albergo. Nel caso di Sondrio bisognerebbe dire: una città e il “suo” al-
bergo. Perché il Grand Hotel della Posta è legato a doppio filo con la città capoluogo della Valtel-lina, sin da quando era ancora parte del cosid-detto Stato di Milano governato dagli austriaci. Dai successori di Radetzky per intenderci. Era il 1855 quando per volontà di Francesco Foianini fu gettata la prima pietra dello storico hotel, la cui costruzione venne completata nel 1862, quando Sondrio e la Lombardia tutta era-no già parte del neonato Regno d’Italia retto dai Savoia. Della sua città il Grand Hotel della Posta è stato, come testimonia il nome, stazione di posta e quindi crocevia di comunicazioni, trasporti e traf-fici commerciali. Uno snodo vi-tale. Affacciato sulla centralissima piazza Garibaldi, di cui costituisce uno dei focus per l’eleganza del suo stile architettonico, da oltre un secolo e mezzo il Grand Hotel della Posta rappresenta il luogo dell’ospitalità per eccellenza di Sondrio. Le camere, grazie anche ad un recente restauro, mantengono intatto il fascino di un tempo con arredi e decori d’epoca, compresi in qualche caso gli affreschi dei soffitti. Entrarvi è come aprire la porta sulla storia e po-ter respirare certe atmosfere della seconda metà dell’Ottocento, quando il gusto per il dettaglio era arte. E parlando di arte va sottolineato un altro aspetto che lega fortemente il Grand Hotel della Posta a Sondrio: l’esposizione di opere d’arte di valore assoluto. Si tratta di intere collezioni che la proprietà dell’immobile, il Credito Valtellinese (erede di quella banca, il Piccolo Credito Valtelli-nese, a cui il proprietario di allora, Enrico Vitali, la cedette nel 1947), ha voluto collocare nei vari spazi dell’albergo per trasformarlo in una sorta di museo. Si tratta di un notevole complesso di ope-re d’arte attinte dalla collezione di quadri antichi
della banca. Ma brillano anche sculture di valore, come i bronzi realizzati dal grande Arturo Marti-ni. Un galleria di capolavori d’autore che spazia-no dal Settecento all’arte contemporanea.
Sembrerebbe di passare dal sacro al profano citando anche l’enogastronomia fra gli aspet-ti che rendono lo storico albergo una vetrina di Sondrio e del suo territorio. Ma non è affatto un’eresia perché oggi la produzione agroalimen-tare di un territorio, specie quella artigianale, è
considerata parte integrante della cultura materiale di una zona. E la Valtellina ne ha molte di eccellenze da mettere in ve-trina, a cominciare dalla bresa-ola, salume crudo a pezzo intero ottenuto da sapiente stagiona-tura naturale che è nato proprio da queste parti. E poi i tanti for-maggi di alpeggio, a comincia-re da Bitto, Casera Valtellina e Scimudin. I pizzoccheri, pasta tipica a base di grano saraceno,
la polenta “taragna” e gli “sciatt”, ovvero frittelle di grano saraceno e formaggio. Quindi i vini: ieri solo lo Sforzato, o Sfurzat (ottenuto da uve pas-site tre o quattro mesi), oggi anche molti altri. In primis il Valtellina Superiore, un rosso che ha ot-tenuto la Docg come lo Sforzato. La base preva-lente è il Nebbiolo che nella Valtellina assume le declinazioni più originali e apprezzate.
Il Grand Hotel della Posta ospita la maggior parte degli eventi di rappresentanza di Son-drio. In aprile è prevista la prima edizione di un evento – contenitore chiamato “Art de Vivre” e dedicato ad arte, moda, gastronomia e intratte-nimento. Oggi la gestione dell’hotel è affidata alla società Lungolivigno della famiglia Giovannini di Livigno, gruppo che ha costruito la sua notorietà nel campo della moda (i suoi negozi di Livigno propongono le griffe più quotate e sono molto frequentati dai turisti, anche stranieri) e che ha
esteso i suoi interessi nella hotellerie di qualità. Il “4 stelle” storico di Sondrio è oggi uno dei fiori all’occhiello dei Giovannini, compreso il risto-rante che si è ritagliato uno spazio anche fra le segnalazioni delle guide specializzate.
Il restauro ha permesso di recuperare anche gli spazi sotterranei dell’albergo dove è stata am-pliata la Spa e ricavate la sala colazione, una rusti-ca taverna e una fornita enoteca, che presenta un panorama completo delle etichette del territorio. Sondrio è città appartata, che non ama i rifletto-ri, ma è ugualmente piacevole da visitare. In tut-te le stagioni. Il suo salotto è piazza Garibaldi su cui si affacciano i palazzi più importanti, fra cui il Grand Hotel della Posta. L’itinerario del passeg-gio comprende la vicina piazza Campello, dove prospettano il Palazzo Pretorio (oggi sede muni-cipale) e la Collegiata dei Santi Gervaso e Prota-sio, chiesa simbolo della città. Il suo campanile, la Torre Ligariana, è nel contempo anche torre civi-ca. Una visita della città deve comprendere anche il Museo Valtellinese di Storia e Arte che sorge in via Quadrio nel Palazzo Sasso de’ Lavizzari. Una strada in salita conduce al Santuario della Sassel-la che presenta pregevoli affreschi del ‘500.
La città, che ha poco più di ventimila abitan-ti, sorge alla confluenza fra il Mallero e l’Adda e mentre si passeggia il sottofondo del rumore dell’acqua che scende rabbiosa da tutta la valle e dal complesso del Mara Corna è costante. Fa capire che tutt’intorno c’è il grande regno della montagna, lo scrosciare dell’acqua ne annuncia il respiro. Sondrio, in fondo, di questa regione di paesaggi austeri che è la Valtellina, terrazzata fin dai tempi dei romani per coltivare la vite, ne è la regina indiscussa. Da sempre.
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La suggestiva piazza Garibaldi, cuore di Sondrio dove sorge
il Grand Hotel della Posta. A destra la Spa e la facciata
dello storico albergo, scorcio sul fiume; sotto: una camera
dell’hotel, prodotti tipici della Valtellina e un piatto
di pizzoccheri. Nella striscia verticale: il ristorante e la
taverna dell’hotel, la Torre Ligariana e l’albergo illuminato.
L’elegante Grand Hotelcostruito nel lontano 1862è legato a doppio filocon la città della Valtellinacostituendone un luogod’accoglienza di classee un singolare, riccoe variegato spazio museale
L0 storic0 “Posta” racconta Sondrio
Pagina a cura di
>Renato Malaman<
Lombardia
Dal 23 al 25 aprileospiterà “Art de Vivre”
un evento d’arte, modae alta gastronomia
L’albergo è uno dei focusdi piazza Garibaldi
il cuore pulsantedi un centro storico
tutto da scoprire
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Salute
Gentile Direttore, da medico ospedaliero che quotidianamente opera in un reparto di chirurgia
generale, ho considerato con particolare attenzione la dichiarazione/denuncia dell’ Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani “L’esigenza di risparmiare non può andare a discapito dei pazienti e della qualità della cura“.
L’associazione Acoi, sulla scia delle segnalazioni di migliaia di medici, accusa la corsa a ridurre i costi della sanità e denuncia che i bisturi utilizzati in sala operatoria sono di qualità sempre più scadente.
Scende in campo direttamente il Presidente Prof. Diego Piazza in rappresentanza dei chirurghi italiani, e su Repubblica leggiamo che “la continua ricerca del prezzo di mercato più basso, con criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali, ha determinato un livellamento verso il basso della qualità”.
“La mediocre qualità dei bisturi utilizzati oggi ha conseguenze sia estetiche, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettive, perché, aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita”.
“Quanto ai costi - prosegue il presidente dell’Acoi - possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento”. Pochi mesi fa vi era stata un’altra recente clamorosa denuncia riguardo la qualità pessima dei guanti che si bucavano durante gli interventi con frequenza anomala fatta dal Prof. Francesco Corcione, Presidente della Società Italiana di Chirurgia.
Sia Corcione, che Piazza sono stimati colleghi eletti dai chirughi italiani a rappresentare ai massimi livello istituzionali questa particolare categoria professionale.
I chirurghi: costo dei bisturi, non si può andare a ribasso
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SaluteInformazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it/category/salute/Per partecipare alla rubrica chiamare il numero 049 8704884
L’allarme dei chirurghi:pericolosissimo operare con bisturi scadenti
dott. Giovanni Leoni
Continua alla pagina seguente
L’Editoriale
pag 1 e 2 editoriale per provincia venezia (o anche padova)
La vertigine visiva, cause e sintomi
a pag 33 a pag 33
Infertilità di coppia, quali soluzioni?
Il Counselor per superare le difficoltà del quotidiano
a pag 34
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I chirurghi generali si occupano dei molteplici campi della chirurgia, sono presenti in tutti gli ospedali italiani e sono i medici che trovate ad operare con più frequenza di notte e festivi, dall’appendicite all’emorragia addominale di un grave trauma stradale, sono persone abituate a prendersi ogni giorno le loro responsabilità nelle condizioni più difficili. Fanno parte degli urgentisti per eccellenza come anestesisti e medici del pronto soccorso: gente che “ci mette la faccia“. E’ irrituale che questi professionisti, a nome di tutta la categoria dei chirurghi, facciano dichiarazioni così allarmanti sui media. Credo assolutamente plausibile quindi, che in entrambi i casi, il coinvolgimento del pubblico in questioni di forniture tecniche sia dovuta al fatto che, i miei colleghi provati altri modi di risoluzione dei problemi senza clamore, non siano stati ascoltati dai diretti interlocutori e si siano trovati costretti a rivolgersi ad altre strade. Sono convinto che se si è arrivati a questo punto, vuol dire che la preoccupazione è talmente forte da superare quella che è la normale riserva dei chirurghi riguardo alla propria attività professionale. Il bisturi, strumento base per eccellenza dell’attività chirurgica, diviene doppiamente simbolo per la causa dei ribassi, in quanto, dal punto di vista del costo non può essere paragonato ad altri strumenti più complessi. L’enunciato porta direttamente ad un altro aspetto, che concerne la possibilità del chirurgo di poter incidere sulla qualità degli strumenti che utilizza quotidianamente per curare le persone, e delle quali è l’unico responsabile finale davanti alla sua coscienza ed alla legge. Questo assunto all’utente comune potrebbe sembrare ovvio ma la realtà dei fatti è ben diversa: questi scritti lo esplicitano spero con chiarezza. Non si può mettere come primo criterio di scelta il costo, che va considerato solo a parità della qualità e facendo attenzione a non scendere sotto un certo standard. Quindi e’ necessario rivedere quali sono le caratteristiche intrinseche al bando per l’aggiudicazione di una commessa su una fornitura ospedaliera, vedere se le ditte che partecipano rispettano i requisiti, rivedere i criteri di attribuzione dei punteggi e le composizioni delle commissioni regionali e locali: se questi sono i risultati appare evidente che c’è qualcosa che non funziona. Mi sento in dovere di affermare che questo atteggiamento da parte dei professionisti che si sono esposti tramite i media, denota la necessità di far arrivare un messaggio a livello istituzionale, al fine che si rivedano quindi le commissioni ai vari livelli su criteri scientifici e di trasparenza, in cui la sana competizione fra ditte deve puntare al progresso ed alla qualità del prodotto, non al risparmio ad ogni costo sulla pelle dell’ignaro paziente e alla crisi di coscienza del professionista che rischia con le nuove normative sulla dipendenza il licenziamento per affermazioni pubbliche potenzialmente lesive per l’azienda in cui è stato assunto.
L’Editoriale
Segue dalla prima paginea dello Speciale Salute
I chirurghi: costo dei bisturi, non si può andare a ribasso
dott. Giovanni Leoni - Presidente OMCeO Provincia di Venezia
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L’intervento
La scienza medica ha da tempo oltrepassato i confini delimitati dalle colonne di Ercole e non occorre
disturbare Kant per ricordare che non tutto ciò che è lecito è moralmente accettabile.
Il progredire scientifico ha favorito la nascita nel secolo scorso della nuova disciplina della bioetica. Sono stati istituiti da allora Comitati di bioetica a vari livelli, da quello nazionale a quelli regionali e locali, per cercare di dare risposte alle nuove situazioni in cui si sono venuti a trovare i medici, e non solo, di fronte a casi come ad esempio la procreazione medicalmente assistita, gli espianti e i trapianti di organo, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico,l’utero in affitto, lo “staccare la spina” al paziente ormai ridotto in stato vegetativo ma vivo solo grazie alle moderne tecnologie, ma anche l’allocazione delle risorse economiche e la priorità delle cure.
In questi giorni in cui è in votazione nel Parlamento italiano la legge Cirinnà sulle unioni delle coppie omosessuali, sull’adozione di figli da parte delle stesse (argomento su cui i pediatri hanno lanciato un grido d’allarme per le possibili conseguenze psicologiche), sulla maternità surrogata, in America si sta discutendo su un caso che ha creato un forte impatto mediatico: può una donna che ha dato il suo utero “in affitto” rifiutarsi di abortire quando questo le sia richiesto dai genitori intenzionali?
Negli USA, in molti Stati è permesso che vengano stipulati regolari contratti in cui una donna si impegna a portare in grembo figli non suoi in cambio di denaro.
Melissa Cook,una 47enne californiana in attesa di 3 gemelli i cui gameti derivavano da un 50enne della Georgia mentre gli ovuli da una donatrice, ha respinto la richiesta di aborto da parte del padre intenzionale ed ha intentato causa contro l’uomo.
Dal momento che tutti e 3 gli embrioni impiantati nell’utero della sig.ra Cook avevano attecchito, il padre, che aveva preso in considerazione l’adozione di un solo bambino, con la preoccupazione di rischi associati ad un parto multiplo e la motivazione di ritenere crudele il separarli, aveva chiesto alla donna di abortire. Melissa,incinta alla 23.ma settimana,ritenendo le motivazioni della richiesta legate più a preoccupazioni economiche che non a motivi di salute, ha rifiutato di abortire: “Stanno andando bene tutti e tre - ha dichiarato al Washington Post - ho profonda empatia per gli uomini che vogliono figli, tuttavia ora penso che il concetto di base di questo tipo di accordi vada riesaminato e non considero più gli accordi di maternità surrogata favorevolmente come in passato.”
Si è quindi rivolta alla Suprema Corte di Los Angeles per violazione dei diritti di uguale protezione garantiti dalla Costituzione da parte della legge californiana su questa forma di fecondazione assistita. Per Jennifer Lahl, Presidente del Center for Bioethics and Culture Network, si tratta di un caso epocale: “Le donne in tutti gli USA sono state intimidite e sfruttate dall’industria per la maternità surrogata che va a caccia dei poveri per profitto. E ora quest’industria si è spinta troppo in là cercando di obbligare le donne ad abortire feti sani per un mero beneficio economico”. “Attraverso casi come questo gli americani inizieranno a capire perché il Canada e tantissimi Paesi Europei, Asiatici e Africani hanno vietato la maternità a pagamento. Trasforma le donne in allevatrici anonime e i bambini in prodotti da ordinare (ed eventualmente da eliminare se non corrispondenti alle aspettative (n.d.r.). Questo- conclude Lahl - deve finire!”
La Cook nella causa in corso rifiuta di abortire e sostiene di essere la madre legale dei 3 gemelli e cerca di ottenere i diritti parentali sul terzo bambino e la custodia per i primi due.
Un caso di riflessione anche per i nostri Parlamentari.
Maternità a pagamento, nuovi risvolti e un caso su cui riflettere
dott. Francesco Noce*
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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Come curare la Lombalgia, diagnosi e procedura
Viene definito lombalgia il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale; qualora si irradi
all’arto inferiore viene indicato come lombo-sciatalgia (irritazione anche del nervo sciatico) o lombo-cruralgia (irritazione anche del nervo crurale). I due termini indicano solamente i distretti corporei in cui si manifesta il dolore senza indicarne le cause. L’origine del disturbo può ritrovarsi in problematiche meccanico-strutturali, dei tessuti molli vertebrali e paravertebrali, della struttura ossea, degli organi interni che “proiettano” dolore nella zona lombare, la gravidanza, lo stress (psicosomatico).
Uno dei fattori di rischio è l’obesità in quanto aumenta la lordosi fisiologica lombare, altera la meccanica vertebrale con conseguente ripercussione sulle zone vicine ed a distanza, irritazione dei nervi, dolore; un altro fattore di rischio è la sedentarietà: “il movimento, questa è la vita”.
Per questi motivi, non è sufficiente calmare il dolore e l’infiammazione, è necessario, anche e soprattutto, restaurare una migliore meccanica vertebrale, affinché le crisi non si scatenino più su dei semplici piccoli “movimenti sbagliati”. Una buona meccanica vertebrale deve permettere un utilizzo normale della colonna vertebrale, senza che si sia obbligati a fare sempre attenzione a tutti i gesti. Se questo non c’è avremo un terreno fertile per il “colpo della strega” su cui un movimento anche minimamente “scorretto e brusco” va a creare un’alterazione strutturale, una distorsione vertebrale e quasi sempre al dolore si accompagna una marcata rigidità muscolare in tutto il corpo.
Il dolore può insorgere in maniera acuta (comunemente detto colpo della strega) o in maniera
Dott. Andrea Bellato - Fisioterapista e OsteopataVia Marcanta 15, Adria (Ro)tel 388 0441845 mail: [email protected]
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sorda e costante (lombalgia cronica) comunque essere prodotto da diverse cause: uno sforzo eccessivo, una caduta che produca un trauma distorsivo – contusivo, patologie cronico degenerative quali artrosi, stenosi lombare, sindrome della cauda equina, problematiche capsulo-legamentose, stiramento della muscolatura, ecc. La risposta dell’organismo al dolore è una contrattura antalgica della muscolatura lombare che aumenta la sensazione dolorosa accompagnandola ad una marcata difficoltà nel movimento del tronco.
Il trattamento della lombalgia non è semplice, dipende dalla severità dei sintomi piuttosto che dalla severità delle lesioni, ed il giudice finale del risultato è il paziente stesso, tenendo presente che ognuno ha la propria percezione del dolore. Lo scopo del trattamento è quindi quello di riequilibrare il corpo in modo da rivitalizzare l’organismo che in genere si trova atteggiato in stato di difesa sia a livello muscolo-scheletrico che a livello organico, emotivo: fattori che modificano la postura e che poi possono scatenare vari sintomi fra i quali uno dei più frequenti è la lombalgia. Si interviene riequilibrando il piede, il ginocchio, il bacino, la colonna vertebrale, ecc., in poche parole è importante ristabilire la mobilità lì dove è perduta nonché riequilibrare le pressioni sopra e sotto diaframmatiche.
La vertigine visiva, sintomi e cause
La vertigine può essere definita come una sensazione di instabilità ed è un sintomo, non una malattia, di
disorientamento in relazione alle cose attorno a noi. La sintomatologia vertiginosa può variare da una leggera sensazione di capogiro sino ad una grave e severa sensazione di instabilità che ci può far cadere con effetti anche gravi o la perdita di motilità che alla guida diventerebbe di estremo pericolo.
Problemi ai muscoli oculari o problemi di rifrazione possono causare instabilità. Un esempio di tale tipo di disturbo è quello che un individuo può avere durante la guida se porta occhiali che appartengono ad un’altra persona oppure di instabilità visiva causata da una non corretta ametropia, tipo l’astigmatismo, o quando si vede sfrecciare un treno che va in direzione opposta alla nostra. Gli occhi rispondono inviando al cervello una rapida serie di impulsi, che indicano che il corpo è in movimento rotatorio. D’altra parte, le orecchie ed il sistema di muscoli-articolazioni, inviano al cervello impulsi che indicano che il corpo non è in movimento rotatorio ma solo in movimento in avanti. Il cervello, nel ricevere tali informazioni confuse (dagli occhi che indicano movimento, dalle orecchie e dal sistema muscoli-articolazioni che indicano il contrario) invia allo stesso modo, ai vari muscoli e ghiandole, ordini confusi che possono causare sudorazione, nausea, e vomito. In tale situazione quando un individuo è seduto nel sedile di fronte e guarda in avanti, gli occhi, le orecchie, e il sistema muscoli-articolazioni, lavorano in modo più uniforme, e la possibilità di avere la sensazione di mal d’auto è minore. Un disturbo visivo può essere causato da vertigini di altra origine. La incapacità intermittente di focalizzare, la difficoltà nella lettura, intermittente sensazione di appannamento visivo, possono derivare
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da piccoli movimenti riflessi dagli occhi (scosse).Le vertigini si possono avere per altri motivi,
quali: problemi otologici, stress emotivi, gli stati di tensione, e l’assunzione di un’eccessiva quantità di alcool. L’insufficienza circolatoria, la disfunzione metabolica o allergica, i tumori o i traumi, possono produrre questo tipo di instabilità con o senza disturbi dell’equilibrio, e altri che per esigenze di spazio non elenchiamo.
Gli occhi rispondono inviando al cervello una rapida serie di impulsi, che indicano che il corpo è in movimento rotatorio
Infertilità di coppia: quali soluzioni?Secondo la definizione dell’organizzazione
mondiale della sanità (OMS), l’infertilità è definita come l’incapacità di procreare dopo 12-24 mesi di rapporti non protetti. Si stima che l’infertilità colpisca circa il 15% delle coppie (circa 60000 nuove coppie ogni anno in Italia) assumendo la dimensione di problema sociale. Nei paesi industrializzati la prevalenza delle coppie infertili è passata dal 6-7% degli anni 60 al 15-20% attuale. Questo importante aumento della prevalenza è imputabile da un lato al maggior numero di coppie che oggi a differenza del passato, si rivolge al medico e dall’altro a fattori sociali e ambientali.
Tra questi si annoverano: • età della partner femminile: negli ultimi
decenni la ricerca della prima gravidanza avviene molto più tardi rispetto al passato (fertilità decresce notevolmente dopo i 40 anni);
• riduzione della frequenza di rapporti legata all’età più avanzata dei partner e alla vita frenetica dei nostri tempi;
• aumento della promiscuità sessuale con conseguente incremento dell’incidenza delle malattie sessualmente trasmesse le quali possono gravemente incidere sulla fertilità;
• abitudini di vita (stress, obesità, fumo di sigaretta, alcool, inquinanti ambientali) con ripercussioni sulle condizioni riproduttive dell’uomo e della donna.
Il tentativo di identificare le cause di infertilità di coppia inizia con un’accurata
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La personalizzazione del trattamento
e la presa in carico della coppia è
fondamentale per l’ottimizzazione
delle probabilità di gravidanza
anamnesi (storia dei pazienti) e con un’attenta valutazione clinica dei 2 partner supportata da indagini laboratoristiche e strumentali. Le cause che sono alla base di una difficoltà riproduttiva si suddividono in:
• fattori esclusivamente o prevalentemente femminili,
• fattori esclusivamente o prevalentemente maschili,
• fattori di coppia.Inoltre nel 25 % circa delle coppie la
causa di infertilità rimane ignota (infertilità inspiegata).
I principali esami diagnostici che permettono l’inquadramento diagnostico della coppia infertile sono:
• per la donna l’esecuzione di esami ormonali, la stima della riserva ovarica, la valutazione dell’ovulazione e la valutazione della pervietà tubarica;
• per l’uomo la valutazione del liquido seminale.
Identificate le cause di infertilità è importante discutere con la coppia l’approccio terapeutico. In molti casi (anovulazione cronica, ridotta riserva
ovarica, liquido seminale con anomalie, malformazioni uterine, alcune patologie tubariche) l’approccio puo’ essere solo di tipo medico non invasivo (rapporti mirati, controllo dell’ovulazione) o con blando supporto terapeutico (induzione della crescita follicolare multipla, induzione dell’ovulazione, supporto della fase luteale) mentre in casi più severi l’infertilità/sterilità di coppia può essere risolta soltanto attraverso le tecniche di riproduzione assistita (PMA).
Le tecniche di riproduzione assistita si distinguono in tecniche di:
• I livello: inseminazioni intrauterine (in vivo in cui la fecondazione avviene nell’organismo della donna);
• II livello: fecondazione in vitro in cui la fecondazione avviene in provetta, all’esterno dell’organismo della donna (FIVET-ICSI);
e vengono definite omologhe, se si utilizzano i gameti della coppia (ovocita e spermatozoo); o eterologhe se prevedono l’uso di gameti estranei alla coppia.
Il ruolo fondamentale del medico che si interessa di infertilità di coppia e medicina della riproduzione è in primis inquadrare la coppia al fine di capire se vi è oppure no un problema riproduttivo, prescrivere e valutare (discutendo con la coppia) gli esami necessari per la diagnosi di infertilità di coppia e infine proporre, dopo adeguata informazione, quelle che sono le opzioni terapeutiche più efficaci per ogni singolo caso. La personalizzazione del trattamento e la presa in carico della coppia è fondamentale per l’ottimizzazione delle probabilità di gravidanza oltre che per la riduzione dei tempi di attesa volti all’ottenimento della stessa.
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Un nuovo laser “micropulsato” per trattare la retina infiammata
La retina costituisce il tessuto retinico più nobile dell’occhio. E’ la superficie sulla quale si proietta
l’immagine ed è costituita da uno strato di cellule, fotorecettori, capaci di trasformare la luce in impulso elettrico. Ovviamente questa semplificazione non rende ragione della complessità del fenomeno da un punto di vista biochimico; dobbiamo infatti pensare che l’energia luminosa, colpendo le cellule, fa si che queste consumino alcune sostanze chimiche presenti al loro interno e quindi determinino l’eccitazione di determinate fibre nervose. La grande complessità dell’occhio è resa ancora più evidente se pensiamo che è collegato a circa il 40% del cervello! Ad ogni modo, questa breve introduzione è riportata solo per far capire che se in questa catena di eventi vi sono delle interruzioni, la visione non è più buona. Uno dei processi morbosi con cui abbiamo a che fare frequentemente è l’edema retinico.
La parola edema rappresenta semplicemente un infarcimento di liquido negli spazi retinici. Se noi prendiamo ad esempio un colpo in una parte del corpo, questa si gonfia, basti pensare ad una distorsione articolare o ad un trauma. A livello oculare esistono equilibri molto delicati che permettono ai liquidi fisiologicamente presenti nei tessuti, di rimanere al loro posto. Se però abbiamo dei processi infiammatori successivi ad interventi chirurgici quali anche una cataratta o disturbi generali quali il diabete o ad altre patologie oculari o generali, ci possono essere delle raccolte di liquido all’interno degli strati retinici. Ovviamente in questi casi la retina non funziona più bene! Per agevolare il riassorbimento di questo liquido
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patologico esistono terapie farmacologiche, farmaci iniettati all’interno del bulbo, e più recentemente un particolare tipo di laser.
Una particolare lunghezza d’onda (Giallo) è in grado di stimolare le cellule retiniche senza danneggiarle permettendo così a queste di riassorbire il liquido patologico. Questo trattamento è chiamato “Laser giallo micro pulsato” e si effettua in pochi secondi senza alcun dolore per il paziente. Costituisce una vera innovazione ed un’arma straordinaria per gli edemi cronici spontanei (retinite sierosa centrale),
post diabete o post trombosi. Una seduta laser dura pochi secondi, si effettua dopo aver dilatato la pupilla e non comporta alcuna sensazione di dolore per il paziente. E’ inoltre possibile ripetere questi trattamenti in caso di recidiva
della raccolta di liquido. Questo laser ha un’efficacia straordinaria anche nei comuni trattamenti laser per la saldatura delle lesioni retiniche (distacco di retina) o nei trattamenti panretinici nei pazienti diabetici. Il grosso vantaggio per il paziente è l’assenza di dolore dovuta alla estrema brevità dellìimpulso (20 msec). Ancora una volta la tecnologia ci offre soluzioni, sta a noi usarla con intelligenza!
Una seduta laser dura pochi secondi, si effettua dopo aver dilatato la pupilla e non comporta alcuna sensazione di dolore per il paziente
“Non so cosa fare”... quando da soli non riusciamo a superare le difficoltà del quotidiano c’è il Counselor
Non so cosa fare! è forse una delle frasi più frequenti pronunciate dalle persone che ho
incontrato in Studio. Persone come te; mamma o moglie, sorella o amica, padre o figlio, che ad un certo punto della loro vita sprofondano in un buco nero. Alcune volte scivolano dentro lentamente, altre volte cadono “di punto in bianco” come se fosse loro venuta a mancare la “terra sotto i piedi”. Convivono con disagi e difficoltà che li accompagnano nel quotidiano, facendo finta di non sentire e di non vedere, pensando che in questo modo la giornata “passi” per arrivare a sera.
Ma il malessere che non passa e la sensazione di non sentirsi a posto con la propria vita, diventa come un’ombra costante…..E a questo punto, non sai cosa fare!
Le tue risorse, i tuoi punti di forza sono gli strumenti che ti permettono di venirne fuori e non sempre è possibile trovarle dentro di te per poter affrontare questi momenti di impasse. Alcune volte la “pacca sulla spalla” non basta, magari neanche la cerchi perché non ti senti realmente ascoltato o per paura di essere giudicato.
E chi può realmente aiutarti, chi può ascoltarti senza giudicarti?
Oggi c’è il Counselor. Un professionista che
Antonietta VerduciCounselor e Career Guidance Via Donizetti, 9 - Spinea (Ve)[email protected]
può prestare un ascolto attento e qualificato con l’obiettivo di aiutarti ad affrontare i problemi con maggiore consapevolezza. Il Counselor si rivolge a tutti coloro che hanno i “normali problemi della vita”. Ti accompagna nel viaggio del cambiamento e ti aiuta ad osservarti con occhi diversi. Ti aiuta a scoprire ciò che puoi essere attraverso le tue risorse e il tuo potenziale
“Alcune volte mi sembra di essere nelle sabbie mobili. Mi muovo, mi divincolo, il cuore mi batte forte, i pensieri si bloccano. Il buio. Mi sento solo e la paura mi assale... Non riesco a fare più nulla!”
L’Ortodonzia intercettiva per i bambini
L’ortodonzia e’la disciplina odontoiatrica che si occupa della correzione
delle malocclusioni per ottenere quell’allineamento dei denti che consente una funzione masticatoria fisiologica e un’estetica facciale armonica. L’ortodonzia intercettiva per bambini serve ad individuare e correggere, se presenti, anomalie dentarie e scheletriche, quali morso crociato, arcate strette, mancanza di spazio, mandibola arretrata o avanzata rispetto all’arcata superiore, prima che possano generare gravi conseguenza funzionali o estetiche. La prima visita dovrebbe essere effettuata tra 3 e i 6 anni, quando sono presenti in bocca tutti i denti da latte, che devono essere mantenuti sani perche’ fanno da guida all’eruzione dei denti permanenti. Fondamentale è la sigillatura dei solchi occlusali dei primi molari permanenti per proteggerli dalla carie. Un altro aspetto molto importante della prevenzione e’ l’individuazione di abitudini viziate come l’uso prolungato del succhiotto, il succhiamento di uno o piu’ dita, la respirazione orale e la deglutizione atipica, che compromettono lo sviluppo armonico del volto . Un intervento precoce, mediante i moderni dispositivi ortodontici-ortopedici, guida la crescita e lo sviluppo dento facciale, creando spazio per denti affollati in eruzione, ottenendo la simmetria facciale, riducendo il rischio di traumi su incisivi superiori protrusi, preservando lo spazio per denti non ancora erotti, diminuendo la necessita’ di
estrazioni di denti permanenti, riducendo la durata del trattamento in dentatura permanente. Se il trattamento precoce non è necessario l’ortodontista può monitorare attentamente la crescita e lo sviluppo per iniziare l’eventuale terapia ortodontica al momento ideale. Nel giovane e nell’adulto, in cui le arcate dentarie e le basi ossee sono gia’ formate i denti possono essere allineati con tecniche ortodontiche tradizionali, come apparecchi fissi vestibolari o linguali. Esiste infine la moderna tecnica ortodontica biodinamica, una sequenza di apparecchi trasparenti, precisissimi e invisibili che allineano i denti e riconfigurano la funzionalità muscolare eliminando le interferenze occlusali anomale e conferendo equilibrio al viso e alla bocca.
Vitaldent - centro odontoiatricoDott.ssa Angela Zadro, specialista in Ortognatodonziavia Alberto Cavalletto 5 35122 - Padova - Tel.: 049 9868694 - www.vitaldent.com
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Libri 36 www.lapiazzaweb.it
La “libraria” settecentesca di S. Francesco: l’ultimo libro di P. Luigi GiacomettiÈ stata recentemente presen-
tata a Perugia l’ultima ope-ra letteraria promossa da Padre Luigi Giacometti, direttore della Biblioteca storica del Conven-to di San Francesco del Mon-te, frate francescano originario di Cavarzere che tutti ricorda-no in paese con grande affetto e stima. L’opera si intitola La “libraria”settecentesca di San Francesco del Monte a Perugia ed è composta da due volumi che restituiscono il volto dell’antica biblioteca del Monte e rendono ancora più evidente la sua im-portanza per la storia cultura-le dell’Ordine francescano, in stretto rapporto con la città di Perugia. “L’opera offre la ricom-posizione scientifica dei fondi librari – scrive Padre Giacometti nella prefazione al testo – così
come erano disposti nella stori-ca Biblioteca, prima dell’avvento della Repubblica giacobina. La ricerca, l’esame e la registrazione dei materiali librari, messi a con-fronto con titoli e signature degli antichi cataloghi settecenteschi, hanno permesso di identificare gli esemplari originari posseduti dalla Biblioteca del Monte, oggi custodite in altre biblioteche, italiane ed estere”. Il progetto di realizzazione dell’opera ha coin-volto numerose personalità della Regione Umbria, della Biblioteca Comunale Augusta, della Biblio-teca del Rettorato dell’Universi-tà di Perugia e del liceo classico “Annibale Mariotti”, riunite sotto la responsabilità scientifica di Al-fredo Serrai, il quale si è avvalso della collaborazione di Maria Paola Barlozzini e di Fiammet-
ta Sabba, quest’ultima curatrice dei volumi. Il catalogo aumenta le conoscenze disponibili sulla preparazione teologica, morale e culturale dei frati francesca-ni lungo i secoli, ma anche sugli ambiti in cui essi la applicavano, attraverso l’insegnamento e la predicazione in Italia e all’estero, dunque rappresenta un prezioso strumento per approfondire in maniera rigorosa il valore sto-rico e culturale della Biblioteca del Monte. “In accordo con il motto presente nel finestrone del salone librario non oculis [sed] mentibus esca – conclude Padre Luigi - la bellezza della bibliote-ca sorprende e incanta, ma il vi-sitatore è avvisato di favorire un personale processo di interioriz-zazione e di lasciare ogni «distra-zione» davanti ad un «oggetto»
tanto ammirevole: esso è solo un tramite, grazie al quale la mente deve lasciarsi condurre al Princi-pio di ogni bellezza. Il messaggio della Biblioteca del Monte, infat-ti, richiama un concetto espresso dal grande dottore francescano Bonaventura da Bagnoregio nel suo Itinerario della mente in Dio: ogni bellezza, poiché è mediata dalla nostra superficiale emozio-ne, potrebbe essere ingannevole;
ma se invece è attirata dalla luce divina, essa vede attraverso quel-la stessa Luce”. Per informazioni e prenotazioni dell’opera è possi-bile rivolgersi alle Edizioni Fabri-zio Fabbri srl (tel. 075 5271076, email [email protected]) oppure a Padre Luigi Giacometti (email [email protected])
Nicola Ruzza
Sotto padre Luigi Giacometti
“Solo andata –Arnaldo e Osvaldo: il viaggio, il biglietto, l’inutile attesa”
ll biglietto, Antonio, fratello minore dei protagonisti e l’’autrice Patrizia Rossetti
La storia di due gemelli di Correzzola deportati in Germania l’8 settembre 1943
Un biglietto sgualcito e un di-segno del destino che riesce a ri-comporre, almeno nel ricordo, una famiglia divisa dai drammi della guerra.
E’ questo il tema del libro “Solo andata – Arnaldo e Osvaldo: il viaggio, il biglietto, l’inutile atte-sa” presentato a metà gennaio in Corte Benedettina a Correzzola nel Padovano. L’opera, scritta dal-la giornalista del Mattino di Pa-dova Patrizia Rossetti, la storia di Arnaldo e Osvaldo Agostini, due
gemelli di Correzzola deportati in Germania l’8 settembre del 1943. Due fratelli, due giovani come tanti altri, due soldati. Chiamati alle armi e inghiottiti dalla guerra dopo l’Armistizio del 1943. La fami-glia conoscerà la loro sorte soltanto grazie a un biglietto lanciato a caso lungo la strada ferrata, e arriva-to a destinazione per un singolare
gioco del destino. Con l’autrice era presente Antonio Agostini, fratello minore di Osvaldo e Arnaldo, dai cui ricordi ha preso vita la storia narrata nel libro. Secondogeniti dei cinque figli di Ettore Agosti-ni e Natalina Ortolan, Arnaldo e Osvaldo conducono la dura vita riservata ai poveri delle campagne venete, quando nell’agosto del 1943
ricevono la cartolina-precetto che li trascina in guerra. Deportati pochi giorni dopo l’Armistizio, in un ul-timo gesto di disperazione gettano dalle feritoie del vagone piombato un biglietto, supplicando chiunque lo trovi di avvertire la loro famiglia. Il misero pezzo di carta sgualcita potrebbe andare distrutto, invece è notato da una donna, letto e in-
viato al padre e alla madre dei due giovani, che ben presto i Tedeschi divideranno per sempre, destinan-doli a due diversi campi di prigio-nia. Soltanto uno di loro tornerà a casa, ma minato nel corpo e nello spirito, tanto da non farcela nep-pure a raccontare per intero quegli anni di sofferenze. Un compito che Antonio, bambino all’epoca dei fat-ti, ha invece fatto proprio, per con-segnarlo alle giovani generazioni. Il libro, edito dall’associazione di volontariato Co-Meta, è corredato dalle foto del fotografo Franco Stor-ti e da una serie di emozionanti immagini d’epoca che ritraggono la famiglia Agostini.
Il ricavato delle vendite andrà ai progetti di solidarietà che l’as-sociazione Co-Meta sta portando avanti a favore dei bimbi africani.
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La cucina di Carmen 37 www.lapiazzaweb.it La cucina di Carmen 1 www.lapiazzaweb.it
La quantità degli ingredien-ti si riferisce a un menù tipo per 4 persone. Abbreviazioni usate: C = cucchiaio, c = cucchiaino, g = grammo, kg = chilogrammo, L = litro, dl = decilitro, olio (quando non è specificato altro) = olio extra vergine di oliva, q.b.= quanto basta.
Nota
Ca r m e n B e l l i n ,
E d u c a t o r e A l i m e n t a r e dell’Associa-zione Cultu-rale La Biolca di Padova: tiene corsi e conferenze su alimentazione e cuci-na, collabora al mensile Biolcalenda, ha pubbli-cato “Metti una sera a cena” libro di ricette e consigli utili per una cu-cina in armonia con i rit-mi della natura.
Carmen Bellin
Proposte per una cucina biologica, integrale, vegetariana, in sintonia con la natura
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TARTINE ALLA CREMA DI CARCIOFI
Ingredienti: 4 fette di pane integrale - 1 ci-polla - 2 spicchi d’aglio - 4 carciofi - 1 pizzi-co di zenzero e 1 di curry - 1 ciuffo di prezze-molo - 1 spicchio di limone - olio e sale q. b.
Preparazione: preparare o acquistare già pronti i fondi di carciofo. Lasciarli a bagno in acqua acidulata per qualche minuto. Intanto tritare bene la cipolla e l’aglio e farli saltare in una teglia oliata, unire i carciofi, regolare di sale e spezie e lasciar cuocere. A fine cottura aggiungere un po’ d’olio e il prezzemolo tritato. Quindi frullare con il frullatore ad immer-sione fino ad ottenere una crema morbi-da. Spalmare su fette di pane, tagliate in varie forme.
CROCCHETTE DI VERDURE
Ingredienti: 1 gambo di sedano - 1 cipolla - 2 carote - 1 finocchio - ½ porro (o altre verdure a scelta) - sale - peperoncino - rosmarino - olio - tamari - 1 spicchio d’ aglio - 3 o 4 C di fiocchi di riso o fiocchi di avena piccoli.
Preparazione: tagliare tutte le verdure abbastanza sottili, metterle in una teglia con un filo d’olio e il rosmarino, mescolarle bene e farle saltare a fiamma abbastanza alta per 10-15 minuti rigirandole spesso. Coprire, aggiungere il tamari e lasciare cuocere anco-ra qualche minuto. Nel frattempo mettere in ammol-lo 3-4 C. di fiocchi di riso o di avena piccoli nell’ac-qua o meglio nel brodo vegetale. In una terrina unire tutti gli ingredienti, amalgamarli bene e formare delle palline, passarle nel pane grattugiato e farle dorare in forno in una teglia unta d’olio, girandole da ambo le parti in modo da farle diventare croccanti.
TORTA DI CAROTE
Ingredienti: 250 g di carote - 250 g di noc-ciole o mandorle - 3 C di farina integrale - 1 C di miele - 2 C di uvetta - 1 C di pinoli - 1 uovo.
Preparazione: in una terrina mescolare la farina con le carote grattugiate, le noc-ciole tritate, il miele, l’uvetta e i pinoli. Aggiungere il tuorlo d’uovo e impastare. Ungere uno stampo, versarci il composto (se risulta troppo asciutto aggiungervi un po’ di succo di frutta) e infornare a 200 gradi per 30 minuti. Nel frattempo montare a neve l’albume dell’uovo e versarlo sulla torta. Rimettere in forno e lasciare cuocere ancora per 10 minuti circa.
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ArieteSarete più riflessivi e astuti. Riuscirete finalmente a far decollare i vostri progetti.
Comunicate di più.
Datevi da fare e dedicatevi ai cambiamenti, possibilmente nella prima metà del mese, poi diventerete più nervosi.
Recupererete fiducia in voi stessi grazie a nuovi incontri,
positivi anche per risolvere tensioni familiari.
Riflettete prima di agire, sarete molto impulsivi e
carichi di energia.
Il vostro umore è dei migliori ma sarà un mese impegnativo, con qualche
delusione.
Sistemate le questioni in sospeso e godetevi un po’ di
relax, con un viaggio e magari nuove amicizie. Dedicatevi
allo sport.
Non spendete troppo e non fate-vi prendere dall’ansia. Alcuni
problemi si sistemeranno entro la metà del mese.
Avrete dei momenti piacevoli con la persona che amate. Riscoprire-te il valore delle amicizie. Tenete sotto controllo la gelosia, però, e
siate poco possessivi.
Gratificatevi con un po’ di sva-go, dopo un periodo pieno di
impegni. E’ il momento perfetto per conoscere l’anima gemella.
Date spazio all’immaginazione. Questo mese sarà molto vivace.
Farete nuove conoscenze e migliorerete la vostra vita sociale.
Siete un po’ stanchi. Tenete duro fino a marzo. Fate
qualcosa che vi piace per gratificarvi. Dedicatevi solo a
voi stessi.
Nuove amicizie e qualche buona notizia in arrivo. E’ un momento buono per voi, per
affrontare nuove sfide.
Toro
Gemelli
Cancro
Leone
Vergine
Bilancia
Pesci
Acquario
Capricorno
Sagittario
ScorpioneL’amore prima di tutto nel mese di San Valentino. Abbracciatevi,
tutto andrà per il verso giusto
Febbraio
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