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Pittori spagnoli a Roma negli anni ’40

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Gaspar Becerra

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• Il vero propagatore in Spagna del verbo pittorico di Michelangelo fu GasparBecerra, originario di Baeza, nel Regno di Jaén in Andalusia, documentato a Roma dal 1544 quando entrò nella Compagnia di San Luca (ma secondo alcuni era arrivato nell’Urbe qualche anno prima) fino all’agosto del 1556, e nuovamente in Spagna, a Burgos, entro il primo dicembre 1557.

• Gaspar Becerra partecipò a imprese di grande impatto innovativo nella pittura romana di metà ‘500. Nel 1546 collaborò con Vasari alla decorazione della Sala dei Cento Giorni del Palazzo della Cancelleria, per il Cardinale Alessandro Farnese, cui prese parte anche il connazionale Pedro Rubiales (Roviale Spagnolo), e poco dopo con Daniele da Volterra alla decorazione della Cappella di Lucrezia della Rovere nella chiesa di Trinità dei Monti, iniziata nel 1548, interrotta fra 1550 e 1553 e terminata nel 1560. Fu coinvolto, alle dipendenze di Giulio Mazzoni, anche nei lavori nel Palazzo Capodiferro.

• È invece assai significativo che il soggiorno romano di Luis Machuca abbia coinciso per qualche anno con quello di Gaspar Becerra. I loro rispettivi padri, i pittori Pedro Machuca e Antón Becerra, intrattennero rapporti di mestiere nel 1540 (Antón Becerra e Lucas Sánchez avevano effettuato una perizia estimativa sul Polittico della Vergine della Cappella nella Cattedrale di Jaén, incaricato nel primo semestre del 1539 a Pedro Machuca e, per le parti di doratura, estofado e policromia a Lucas Quiterio e Lorenzo Gómez ) il che può indurre a ipotizzare uno stimolo da parte del primo affinché Gaspar compisse il viaggio di formazione a Roma che nessun altro artista in Spagna più dell’anziano Pedro Machuca doveva ritenere indispensabile. Anzi, constatata la stretta vicinanza della prima attestazione nell’Urbe dei due giovani andalusi, non è da escludersi che abbiano intrapreso insieme il pellegrinaggio.

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Gaspar Becerra, Ascensione della Vergine, 1558-84, scomparto centrale del Polittico della Cattedrale di Astorga (León)

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• Gaspar Becerra, Allegoria della Carità, 1558-84, scomparto del Polittico della Cattedrale di Astorga (León)

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• Gaspar Becerra, Cristo appare a Mariaaccompagnato dai Giusti liberati dal Limbo, 1553-56, già nella Cappella del Castillo(distrutta) della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, Roma, oggi al Museo di CastelSant’Angelo.

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• Gaspar Becerra attr.), Nudo, c. 1553-56

• Venezia, Gallerie dell’Accademia

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• Mercurio e Minerva, Gaspar Becerra, sesto decennio del ‘500.

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• Nettuno con due cavali marini, Giorgio Ghisi, da Perin del Vaga.

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Pittori spagnoli a Roma negli anni ’40

Francisco Credença

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Francisco Credenza detto anche Francesco Napoletano, documentato a Roma dal 1546 al 1576, è da ritenersi senz’altro figlio di quel Nicolau I Credensanapoletano emigrato in Catalogna e associato a Pietro Cavaro nel sodalizio dei pittori di Barcellona nel 1508. Mai attestato a Barcellona, sebbene i documenti romani ne accertino questa origine, riveste spesso ruoli di grande prestigio nella Compagnia di San Luca, gode di un discreto successo professionale nell’Urbe, oltre che dell’amicizia di Taddeo Zuccari. Fu certamente in rapporti di fiducia con Pietro Pisa, in quanto nel 1564 alla nomina a console del Credenza fa seguito l’elezione a camerario (tesoriere) del sardo. Non si conoscono opere sopravvissute.Nel 1550 Francisco Credenza ebbe una commissione minore ai lavori di Palazzo Capodiferro, in cui doveva essere attivo Pietro Pisa al seguito di Giulio Mazzoni.

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• La prima attestazione romana di Francesco Credenza è del 17 maggio 1546, quando i Conservatori di Roma gli concessero la cittadinanza, segno di prestigio sociale, implicante un soggiorno già avanzato di qualche anno e la probabile protezione del Papa Paolo III, alla cui influenza sulle istituzioni cittadine si deve la concessione del medesimo riconoscimento negli anni ’40 ad artisti al suo servizio. Eseguiti nello stesso anno lavori di doratura di alcuni ambienti del Palazzo dei Conservatori, il 30 luglio del 1547 si impegnò alla doratura e decorazione della struttura lignea dell’organo disegnato da Antonio da Sangallo il Giovane per Alessandro Guidiccioni - già nunzio apostolico in Francia e dal dicembre 1546 Commendatore dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia – e destinato alla chiesa annessa a questa istituzione

• Nell’aprile 1550 gli fu commissionata la costruzione e la decorazione della copertura di un ambiente minore in Palazzo Capodiferro.

• Nel 1551 compare per la prima volta nei registri della Compagnia di San Luca, in cui svolse un ruolo di primo piano. Doveva essere molto vicino a Taddeo Zuccari il quale indicò il proprio sostituto nella persona del Credenza quando nel 1562 decise, in attuazione di una norma statutaria, di dimettersi dall’incarico di console perché doveva recarsi a Caprarola a decorare la villa del Cardinal Farnese.

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• Le altre attestazioni nei registri della Compagnia di San Luca vanno dal 1552 al 1565, questa come console in carica, con una certa continuità. Dopo una lunga assenza, ricompare nel 1573, quando viene eletto sindaco; infine nel 1574, quando realizzò parte della doratura del soffitto della chiesa di Santa Maria in Aracoeli. Si tramanda anche di una sua presenza a Bologna.

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Pittori spagnoli a Roma negli anni ’40

Pedro Rubiales (Roviale spaguolo)

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• Nato intorno al 1512, ad Albuquerque, nel 1536 è attestato a Madrid e nel 1540 contratta insieme con il valèncianoGaspar Requena il Polittico di Sant’Orsola a València, che denuncia un’assimilazione dei modi valènciani.

• Il 14 aprile 1541 figura a Roma come testimone del matrimonio del pittore Giovanni Battista de Ippoliti, che a fine decennio ricoprirà ruoli importanti nella Compagnia di San Luca e che nel 1520 aveva ricevuto l’onore di avere Raffaello come testimone del proprio primo matrimonio.

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• La prima opera nota in Italia è il fregio con Scipione l’Africano nel Palazzo dei Conservatori a Roma (1544).

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• A Roma dovette intessere fecondi scambi con Perin del Vaga, Francesco Salviati e Daniele da Volterra.

• Diviene collaboratore del Vasari nel 1546 negli affreschi con i Fasti Farnesiani al Palazzo della Cancelleria e nel dicembre ricevette un pagamento per un quadro con S. Michele destinato alla chiesa romana di S. Giacomo degli Spagnoli.

• Nel 1547 decora in proprio la cappella Guidiccioni in Santo Spirito in Sassia con Scene cristologiche e profeti, con stucchi e specchiatureall’antica. A questo stesso torno di tempo, precedente il suo trasferimento a Napoli, è stato assegnato l’affresco con la Madonna col Bambino nella chiesa di S. Maria di Monserrato, della nazione catalana.

• A cavallo del 1550 è a Napoli dove esegue affreschi e dipinti su tela.• Entro il 1556 è nuovamente a Roma dove disegna delle tavole

anatomiche per il Valverde.

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Pittori spagnoli a Roma negli anni ’50

Pietro Pisa

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• Pietro Pisa (Pisano), pittore e doratore nato a San Gavino nel 1519 o nel 1520, attestato a Roma dalla prima metà del sesto decennio fino al 1590.

• La data di nascita si ricava dalla lapide sepolcrale, collocata nella chiesa di S. Maria di Monserrato, che, commemorandone la morte avvenuta nel 1590, dichiara che era giunto all’età di circa settant’anni: “PETRO PISA RICTORI (sic) / VSSEL(L)E(NSIS) DIOCESIS / VIRO OPTIMO E(T) PIO / SOCIETAS B(EATE) MARIE / DE MONSERRATO / CORONE ARAGONVM / EX TESTAMENTO / HAERES POSUIT / OBIIT NONIS SEPTEM ANNO / M D X C / AETATIS SVAE PENE / SEPTVAGESIMO” .

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• Pietro Pisano aveva accumulato a Roma una discreta fortuna e da un certo momento in poi cessò di svolgere l’attività di operatore artistico.

• A Roma Pietro Pisa fu diretto testimone, probabilmente perché collaboratore, della decorazione pittorica eseguita dal piacentino Giulio Mazzoni sia nel Palazzo Capodiferro (oggi Spada), sia nella cappella dell’Assunzione nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli per incarico del canonico Constantino Del Castillo, intrapresa da Gaspar Becerra nel 1553 e in via di pagamento al Mazzoni nel 1557.

• È perciò sicuro il rapporto del Pisa con Giulio Mazzoni, ed è difficile escluderne la conoscenza con il Becerra.

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• Abbiamo altre notizie di Pietro Pisano nel verbale della sua deposizione nel processo contro lo scultore e pittore piacentino Giulio Mazzoni, cui l’organismo associativo dei pittori romani, la Compagnia di San Luca, richiedeva il pagamento dei diritti spettanti per l’esercizio del mestiere. Nel documento, rogato il 15 agosto 1564, Magister Petrus quondam Johannis Pisani, dichiaratosi pittore di circa 45 anni, afferma di aver visto Giulio Mazzoni dipingere molte stanze nel Palazzo Capodiferro(oggi Spada) all’epoca di Papa Giulio III (cioè fra il 1550 e il 1555) e di averlo visto proseguire la decorazione pittorica non conclusa da GasparBecerra nella cappella Del Castillo della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli. Il Mazzoni fu pagato nel 1557 per l’esecuzione dei lavori nella cappella Del Castillo, contrattati dal Becerra nel 1553.

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• Pietro Pisano aveva in precedenza soggiornato a Barcellona (i documenti lo designano Pere Pisa) in cui risulta legato al pittore portoghese Pere Nunyes, fautore di una transizione ai modi rinascimentali. In entrambi i documenti catalani egli si qualifica come pittore: il 28 gennaio 1546 attesta a Barcellona per conto del Nunyesuna ricevuta di pagamento di un retaule commissionato anche all’altro pittore lusitano Enrique Fernandes, mentre il 28 novembre 1547 sigla, sempre come testimone, un atto stipulato dal Nunyes a Tarragona per la commissione di un retaule per la locale chiesa dei Domenicani, dichiarandosi familiaris del portoghese.

• Ne’ a Barcellona, ne’ a Roma, ne’ altrove si conoscono opere da lui firmate o attribuitegli.

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• Il 4 novembre 1563 Pietro Pisa pagò il contributo richiesto per entrare nella Compagnia di San Luca. La sua identificazione èesplicita in una seduta della Compagnia di San Luca del 1°ottobre 1564, in cui è registrato compare come Petrus de Pisa e viene eletto camerarius, ossia tesoriere, dell’associazione.

• Nei verbali di sedute precedenti il 1564, la presenza di un Petrus Hispanus pictor o di un maestro Pietro Spagnolo èriferibile a Pedro Rubiales, aderente alla Compagnia fin dal 1543. Ma vi sono eccezioni: in un caso, nel verbale delle congregazioni del 10 e 18 ottobre 1557, figura Pedro Rubiales(“Roviales hispanus”) in contemporanea con Petrus Hispanus; nel verbale del 2 ottobre 1558 sono registrati due distinti PetrusHispanus. Si danno dunque diversi casi: che questo secondo Petrus Hispanus pittore sia identificabile in Pietro Pisa, anche se la sua iscrizione del 1563 dovrebbe escluderlo; che si trattidi un terzo pittore spagnolo di nome Pietro, non meglio identificato; che il notaio abbia commesso un errore.

• Negli stessi anni sono presenti nella Compagnia di San Luca confratelli illustri, quali Daniele da Volterra, Francesco Salviati, Taddeo Zuccari, Girolamo Siciolante.

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• I pittori spagnoli a Roma negli anni ’40 e ’50 e la famiglia Farnese

• Un dato di assoluto rilievo che emerge dalle vicende dei citati artisti spagnoli, sardi e catalani a Roma è la connessione con la famiglia Farnese e con il suo entourage. La concessione della cittadinanza romana era un beneficio comune ai migliori artisti che lavoravano per Paolo III e non sorprende che essa fosse elargita a Francesco Credenza, operoso per committenti strettamente legati al Papa Farnese come il cardinale Guidiccioni, che fu commendatore dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia per cui il pontefice si era speso molto. È perciò possibile che almeno Francesco Credenza, Luis Machuca e Gaspar Becerra possano essere venuti a contatto anche con Perin del Vaga, protetto dei Farnesenegli ultimi anni romani (morì nell’ottobre del 1547). Per lo stesso Guidiccioni nella sua cappella di S. Spirito in Sassia lavorò intorno al 1546 anche Pedro Rubiales, sicuramente collaboratore di Perin del Vaga, ed èquindi plausibile che vi siano stati contatti e scambi prima di tutto con il Credenza, forse anche con Luis Machuca e con Gaspar Becerra.

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• Si può inoltre pensare che i contatti costruiti a Barcellona agli inizi del secolo fra gli artisti sardi e napoletani, fra Pietro Cavaro e NicolauCredensa senior, avessero un seguito nei rapporti di fiducia e di mutua solidarietà fra Pietro Pisa e Francisco Credenza.

• Il periodo del soggiorno romano di Pietro Pisa non coincide con quello in cui risulta la presenza di Luis Machuca, ma questo non impedisce di porsi il problema di quali scambi con Roma potessero essere attivati da Pietro Pisa e di quali legami vi fossero esattamente fra lui, Pere Nunyes, NicolauI Credensa (socio di Nunyes a Barcellona già dal 1517 e fino almeno al 1532) e il giovane Francesco Credenza. Non è davvero credibile, visto l’intreccio di sodalizi artistici e di parentele fra questi personaggi, che non vi siano state anche a Roma azioni di sostegno reciproco e forti solidarietàinterne nel procacciare e nell’esaudire commissioni.

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• Polittico dei Beneficiati,Cagliari, Museo diocesano

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• Pittori spagnoli residenti a Roma: fra loro gli autori del Polittico dei Beneficiati

• Sono percepibili sensibili differenze all’interno delle tavole cagliaritane. Il tratto nervoso, ancora goticizzante, che definisce i contorni del Crocifisso nella tavola superiore non mostra lo stesso interesse di definizione plastica di quello che racchiude i due ladroni. Esso èprodotto di un’altra mano, poco avvezza alla resa scultorea delle figure di Michelangelo, ma forse legata per devozione propria alla venerata figura del Crocifisso di Nicodemo.

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• Pittori spagnoli residenti a Roma: fra loro gli autori del Polittico dei Beneficiati

• Le differenti sensibilità dimostrate dall’autore del Crocifisso, che fanno pensare a un autoctono sardo, permettono di proporne l’identificazione in Pedro Raxis, uomo di fiducia di Pedro Machucache bene potrebbe avere accompagnato il giovane Luis nella trasferta romana e che potrebbe essere stato il procacciatore, anche per i legami della bottega familiare con quella dei Cavaro, della prestigiosa commissione cagliaritana. Fra il 1544 e il 1547 –ricordiamo che Luis si trovava a Roma nel 1545 - esiste una lacuna documentaria della presenza in Andalusia di Pedro Raxis. Ciò consente di circoscrivere entro questi termini una proposta di datazione del Polittico dei Beneficiati.