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PAKISTAN NORD Il Festival Uchal dei Kalash Tra etnie, siti archeologici, laghi e montagne 16 giorni Straordinario viaggio nel nord del Pakistan, in occasione del Festival Uchal dei Kalash, celebrato ogni anno in Agosto e dedicato al raccolto del grano e dell’orzo. Nell’estremo nord-ovest del paese si trovano tre anguste e recondite valli di alta montagna che si insinuano fra le pendici dell’Hindukush. Vi risiede una popolazione estremamente periferica e poco numerosa che, per i suoi caratteri storici e culturali, va annoverata tra le più interessanti di cui si possa occupare l’etnografia: si tratta del popolo dei Kalash, seguace di un’antica religione politeista di origini ancora sconosciute, noto anche con il nome di Kafiri, il termine usato dai musulmani per connotare gli infedeli. I Kalash prendono molto sul serio le loro feste che comportano invariabilmente complicate cerimonie religiose, danze e festeggiamenti. Ogni valle ha le sue tradizioni specifiche, ma in genere gli uomini anziani stanno al centro, cantando a turno vecchie leggende, mentre le donne, accompagnate dai tamburi, danzano intorno a loro, con le braccia sulla vita o sulle spalle delle compagne, girando in linee concentriche… La valle dello Swat, culla della raffinata arte del Gandhara; l’isolata valle del Chitral, dominata dal massiccio del Tirich Mir (7.706 m); le ampie vedute del Rakaposhi (7.790 m) e del Nanga Parbat (8.126), tra le più alte vette del pianeta; la valle dell’Hunza, che incarna il mito dello Shangri-La; le rovine dei siti buddhisti di Takht-i-Bahi e Taxila, Patrimonio dell’Umanità UNESCO… I grandi contrasti del paesaggio del nord del Pakistan sono uguagliati solo dalle diverse culture dei suoi popoli che da sempre vivono nel “crocevia” dell’Asia.

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PAKISTAN NORD Il Festival Uchal dei Kalash

Tra etnie, siti archeologici, laghi e montagne

16 giorni

Straordinario viaggio nel nord del Pakistan, in occasione del Festival Uchal dei

Kalash, celebrato ogni anno in Agosto e dedicato al raccolto del grano e dell’orzo.

Nell’estremo nord-ovest del paese si trovano tre anguste e recondite valli di alta

montagna che si insinuano fra le pendici dell’Hindukush. Vi risiede una

popolazione estremamente periferica e poco numerosa che, per i suoi caratteri

storici e culturali, va annoverata tra le più interessanti di cui si possa occupare

l’etnografia: si tratta del popolo dei Kalash, seguace di un’antica religione

politeista di origini ancora sconosciute, noto anche con il nome di Kafiri, il

termine usato dai musulmani per connotare gli infedeli. I Kalash prendono molto

sul serio le loro feste che comportano invariabilmente complicate cerimonie

religiose, danze e festeggiamenti. Ogni valle ha le sue tradizioni specifiche, ma in

genere gli uomini anziani stanno al centro, cantando a turno vecchie leggende,

mentre le donne, accompagnate dai tamburi, danzano intorno a loro, con le

braccia sulla vita o sulle spalle delle compagne, girando in linee concentriche…

La valle dello Swat, culla della raffinata arte del Gandhara; l’isolata valle del

Chitral, dominata dal massiccio del Tirich Mir (7.706 m); le ampie vedute del

Rakaposhi (7.790 m) e del Nanga Parbat (8.126), tra le più alte vette del pianeta;

la valle dell’Hunza, che incarna il mito dello Shangri-La; le rovine dei siti

buddhisti di Takht-i-Bahi e Taxila, Patrimonio dell’Umanità UNESCO… I grandi

contrasti del paesaggio del nord del Pakistan sono uguagliati solo dalle diverse

culture dei suoi popoli che da sempre vivono nel “crocevia” dell’Asia.

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PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenza dell’11 Agosto 2020 in

occasione del Festival Uchal dei Kalash.

1° giorno / Italia – Islamabad Partenza nel primo pomeriggio da Milano Malpensa con volo di linea Turkish

Airlines via Istanbul per Islamabad. Cena a bordo.

2° giorno / Islamabad – Taxila – Abbottabad (circa 125 km)

Uno dei più importanti siti archeologici di tutta l’Asia Arrivo a Islamabad in nottata, disbrigo delle formalità d’ingresso, accoglienza da

parte dell’organizzazione locale e trasferimento in hotel per un breve riposo. Dopo la

prima colazione partenza verso ovest per la visita delle rovine di Taxila, Patrimonio

dell’Umanità UNESCO, una delle più importanti città dell’antichità, per secoli

centro politico e culturale dei vari regni dell’India del Nord. Visita dei principali

siti di interesse: il Museo di Taxila, dove sono esposti i resti rinvenuti negli scavi:

sculture Ghandara, rilievi di stucco, immagini di terracotta, sigilli, oggetti in vetro,

gioielli, ceramiche, utensili d’argento, scrigni, manoscritti e una vasta collezione di

monete; il grande Stupa di Dharmarajika, chiamato anche Chir (spaccatura) Tope,

per via dei cercatori di tesori che nei secoli passati hanno diviso la cupola in due

parti; la città greco-battriana di Sirkap. Si prosegue verso nord-est per Abbottabad

(1.220 m), capitale dell’Hazara, fondata intorno al 1850 come guarnigione inglese.

Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

La città di Taxila fu fondata all’incrocio delle tre importanti vie commerciali

dell’epoca: della Bactriana verso l’Asia centrale, del Kashmir verso l’India e del

Passo Khunjerab verso la Cina. Nel VI secolo a.C. fu annessa all’Impero Persiano

da Dario, poi a quello Macedone di Alessandro Magno nel 326 prima d’essere

conquistata da Chandragupta, il fondatore dell’Impero Mauria. Ashoka, il figlio di

questo, la trasformò in un importante centro buddhista fino a portarla a essere una

delle maggiori università vediche, di buddhismo e di classicismo indù. Gli scavi

archeologici hanno portato alla luce tre città distinte, più una serie sparsa di stupa,

templi e monasteri.

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3° giorno / Abbottabad – Naran – Babusar Pass – Chilas (circa 260 km)

La scenografica valle di Kaghan, gli alti pascoli dell’Hazara, i nomadi gujar Dopo la prima colazione partenza verso nord, a est del fiume Indo e quindi della

Karakorum Highway, lungo la Valle di Kaghan. Percorrendo la strada tra i boschi

si vedono sfilare in alto le maestose vette innevate del Koh-i-Makra (3.900 m), il

“Monte Ragno”, e del Malika Parbat (5.290 m), la “Regina delle Montagne”.

Arrivo a Naran (2.400 m), senza dubbio il centro più attivo della valle di Kaghan,

anche se durante l’inverno gli abitanti si trasferiscono a valle nel più mite clima di

Balakot. Si continua verso nord per Chilas attraverso i pascoli del Lalazar Plateau.

Si costeggia il lago Lulusar, il lago naturale più grande della zona, da cui ha

origine il fiume Kunhar. Se fortunati si possono incontrare gli accampamenti dei

nomadi gujar che si spostano con i loro animali negli alti pascoli dell’Hazara. In

fondo alla valle si trova il Babusar Pass (4.175 m). Fino all’inaugurazione della

Karakorum Highway, il Babusar Pass rappresentava l’unica via di collegamento tra

le Aree Settentrionali e il resto del Pakistan. Arrivo a Chilas (950 m), una volta

conosciuta come Sonamagar “Città della Luna”, tappa fondamentale della strada

carovaniera che collegava la pianura a Gilgit. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

4° giorno / Chilas – Gilgit – Karimabad – Duiker (circa 240 km)

Le incisioni rupestri lungo l’antica Via della Seta, lungo la Karakorum

Highway, il profilo del Nanga Parbat Dopo la prima colazione partenza verso nord-est, percorrendo la Karakorum

Highway che costeggia l’Indo, fino a scorgere il profilo del Nanga Parbat, nona

montagna al mondo per i suoi 8.125 metri d’altitudine, Diamir è la sua

denominazione locale. La vetta in estate è spesso coperta di nubi perché

rappresenta l’ultimo baluardo contro il monsone. Si prosegue verso nord per

Karimabad, via Gilgit, seguendo il corso serpeggiante del fiume Hunza tra

maestose montagne grigio-marroni e vette innevate. Le zone più basse della valle

sono scure e severe, nonostante siano abbellite da pioppi e frutteti in primavera e in

autunno. Più si sale però e più il panorama acquista bellezza: sopra i 2.000 metri

molte nala (parola urdu per “gole di affluenti”) alimentate da ghiacciai ospitano

foreste di pini e ginepri e prati lussureggianti. Arrivo a Karimabad, principale

cittadina della Valle dell’Hunza, che ricomprende Baltit, l’antica capitale

dell’Hunza, e il complesso di piccoli villaggi tribali circostanti. Il suo nome deriva

dal principe Karim Agha Khan, il capo spirituale della setta Nazari degli sciiti-

ismailiti. Si prosegue per il vicino villaggio di Duiker a circa 3.000 metri di

altitudine. Le magnifiche vedute sulla valle e sulla corona di montagne circostanti

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(Rakaposhi, Diran, Golden Peak, Ultar) rendono questo luogo davvero

straordinario. Pernottamento in resort.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in resort.

Le incisioni rupestri lungo la Via della Seta Già nel II secolo a.C. un’importante ramo della Via della Seta passava di qui.

Mercanti, missionari buddhisti e pellegrini si muovevano tra la Cina e le regioni di

Gandhara e viceversa. L’impronta dell’uomo è confermata in tutte le epoche dalle

sculture e incisioni rupestri che si rincorrono lungo il percorso della Karakorum

Highway e che dimostrano come questa via in mezzo ad aspre e solitarie montagne

sia stata per secoli l’arteria culturale del Pakistan. La più alta concentrazione di

incisioni rupestri lungo l’intera Via della Seta si trova nei pressi di Chilas: ruote,

cavalieri, asce, stambecchi, bodhisattva, stupa, nomi, preghiere etc.

5° giorno / Duiker – Altit – Baltit – Karimabad (circa 30 km)

Il panorama mozzafiato dall’Eagle’s Nest, la Valle dell’Hunza Sveglia all’alba (opzionale) per osservare le meravigliose montagne, coperte di

ghiacciai, illuminate dalle prime luci del sole. Dopo la prima colazione visita del

magnifico forte e del bazar di Baltit. Camminata nei dintorni per osservare i

caratteristici canali di pietra dai quali dipende la vita della valle. Trasportando

l’acqua dalle gole montane a chilometri di distanza fino ai piccoli campi in

prossimità degli abitati, questi canali hanno consentito di trasformare un deserto,

quasi del tutto privo di superfici orizzontali, in una zona fertile. Nel pomeriggio

visita del villaggio di Altit, con il suo imponente forte recentemente restaurato, una

miniatura del Baltit Fort. Sistemazione in hotel a Karimabad (2.400 m). Visita

della jamaat khana, la sala della comunità ismailita, e del bazar. Pernottamento in

hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo con lunch-box, cena in hotel.

Famosa per la sua bellezza, la Valle dell’Hunza è nota anche per la particolare

immagine che la vuole pura e isolata; questo mito è stato rafforzato dal romanzo

“Lost Horizon”, di James Hilton (1933), e da una serie di leggende e film sul regno

perduto di Shangri-La diffusi dai media negli anni ’70. Al centro dei racconti vi

erano sempre la straordinaria salute e la longevità degli abitanti di questa zona. Le

ripide pareti delle montagne sono coltivate con arditi terrazzamenti sui quali

prevale la coltura dell’albicocco, il cui frutto essiccato al sole è fra gli alimenti

principali della dieta del popolo hunza. Hunza mantenne l’indipendenza e

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l’isolamento fino all’arrivo delle truppe britanniche, vivendo di scambi e baratti

con le carovane che passavano per la Via della Seta.

Il Forte di Baltit, che sorge su una sporgenza di roccia simile a un trono, con la

Ultar Nala alle spalle, è sempre stato il cuore del regno. Il forte è stato usato come

palazzo reale, dalla famiglia dei mir locali, per più di 750 anni, fino al secolo

scorso. Le costruzioni più antiche risalgono al XIII secolo ma l’aspetto attuale si

deve al mir Nazim Khan che rinnovò alcune stanze, aggiunse una piattaforma sul

tetto e rivestì di calce i muri esterni aumentando notevolmente l’impatto visivo del

forte su tutta la vallata. Nel 1945 il nipote di Nazim Khan si spostò in una nuova

dimora a Karimabad e il forte cadde in uno stato di profondo abbandono. Il

sapiente restauro di tutto il complesso è stato operato tra il 1990 e il 1996 grazie a

un enorme sforzo congiunto anglo-pakistano.

6° giorno / Karimabad – Nagar – Hopar – Lago Attabad – Karimabad (circa

90 km)

L’incontro dei ghiacciai Bualtar e Barpu, il lago formato da una colossale

frana nel 2010 Dopo la prima colazione partenza verso sud-est lungo la Napar-Hopar-Hispar Road

che segue il corso del fiume Nagar fino al villaggio di Nagar, la capitale dell’antico

regno omonimo, ancora oggi residenza del mir (re) locale. Si procede oltre, fino ai

villaggi di Hopar che sorgono intorno a una conca naturale presso l’incontro degli

splendidi ghiacciai Bualtar e Barpu. E’ possibile fare una breve camminata sul

ghiacciaio (si consiglia di calzare uno scarponcino da trekking anti scivolo). Si

torna indietro sulla Karakorum Highway e si procede verso est fino alle sponde del

Lago Attabad, formatosi nel 2010 in seguito a una colossale frana che ha sbarrato il

corso del fiume Hunza. Nel tardo pomeriggio rientro a Karimabad. Pernottamento

in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

7° giorno / Karimabad – Ganesh – Ghulmet – Chalt – Gilgit (circa 110 km)

Le piccole moschee di legno riccamente intagliate, l’ampia veduta del

Rakaposhi, la falda asiatica Dopo la prima colazione visita del vicino villaggio di Ganesh che nel 2002 è stato

insignito dell’Asia Pacific Heritage Haward dall’UNESCO per il restauro delle

numerose piccole moschee di legno, riccamente intagliate, risalenti a 100-200 anni

fa. Partenza verso sud per Gilgit ripercorrendo a ritroso il tratto di Karakorum

Highway lungo il fiume Hunza ai piedi dell’imponente Rakaposhi. All’estremità

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orientale di Ghulmet si trova la Ghulmet Nala, dalla quale si gode un’ampia veduta

del Rakaposhi (7.790 m.). Nei pressi di Chalt la Karakorum Highway si snoda

lungo il confine della “falda asiatica”, nella quale il subcontinente indiano si inserì

50 milioni di anni fa dando origine alla catena dell’Himalaya. Non c’è una linea di

demarcazione, ma a nord si trova l’Asia, mentre a sud ci sono i resti di una catena

di isole vulcaniche intrappolate dalla deriva geologica di Asia e India. Nel

pomeriggio arrivo a Gilgit (1500 m), nodo di transito della Karakoram Highway,

che sta diventando una vera e propria città, il suo sviluppo impetuoso è dovuto

all’odierna posizione sulle vie commerciali verso la Cina e l’Asia centrale.

Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

8° giorno / Gilgit – Phander (circa 180 km)

La grande immagine di Buddha incisa sulla roccia, laghi e fiumi dalle acque

turchesi Dopo la prima colazione visita del sito di Kargah Nala, nei pressi di Gilgit, con un

grande Buddha in piedi, inciso su una roccia, risalente probabilmente al VII secolo

d.C. Partenza verso ovest attraverso una zona di montagne e passi lungo il corso

del fiume Gilgit. Un tempo quest’area ospitava piccoli regni feudali (Punial,

Ishkoman, Yasin e Ghizar) e ancora oggi è un sorprendente mosaico di popoli e

lingue. Si scavalcano passi da cui si dominano paesaggi selvaggi, incontrando

fiumi e laghi dalle acque turchesi, circondati da cime di montagne innevate. Nel

pomeriggio arrivo a Phander, dove la valle è molto larga, con ampi campi coltivati

intorno al lago e cavalli al pascolo. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo con lunch-box, cena in hotel.

9° giorno / Phander – Shandur Pass – Mastuj (circa 100 km)

Il passo di montagna con il campo di polo più alto del mondo Dopo la prima colazione camminata lungo le rive del Lago Phander. Partenza

verso ovest lungo una strada che si inerpica scoscesa fra ripidissimi pendii che a

volte si aprono in ampie praterie di alta quota dove pascolano gli yak, fino al Passo

Shandur (3.810 m). Il passo è ampio abbastanza da ospitare numerosi laghetti e un

campo di polo dove ogni anno in luglio si incontrano i migliori giocatori di Gilgit e

Chitral in occasione di uno dei più importanti tornei del paese. L’area dello

Shandur Pass, insieme all’Hundrup Gol, è stata dichiarata parco nazionale nel

1993. Si prosegue verso ovest lungo la valle del fiume Laspur fino a raggiungere il

villaggio di Mastuj (2.400 m) che fino al 1880 fu la capitale dello stato di

Kushwaqt, che si estendeva a est verso Ghizar; vi sorge ancora un antico forte

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reale. Da qui la valle del fiume Yarkhun si estende per 100 km a nord-est fino al

Corridoio di Wakhan e al Broghil Pass, un tratto importante dell’antica Via della

Seta tra Kashgar e l’Afghanistan. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo con lunch-box, cena in hotel.

10° giorno / Mastuj – Buni – Chitral (circa 120 km)

Le vedute del Buni Zom e del massiccio del Tirich Mir, l’isolata Valle del

Chitral Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest lungo valli che non hanno pari

per maestosità e bellezza in tutto il Pakistan settentrionale. A sud del villaggio di

Buni si innalza il Buni Zom (6.550), la vetta più elevata dell’Hindu Raj. Si

prosegue per l’isolata Valle del Chitral, al confine con l’Afghanistan, nell’angolo

nord-occidentale del Pakistan, chiusa dalle pareti dell’Hindukush a ovest e da

quelle dell’Hindu Raj a est. Campi terrazzati di grano orzo, mais e riso, frutteti di

noci, albicocche e more si susseguono lungo la valle, ai piedi di ripide pareti

montuose. Da ogni punto della valle è visibile il massiccio solitario del Tirich Mir

(7.706 m), il più alto dell’Hindukush. Nel pomeriggio visita di Chitral (1.500 m), il

centro amministrativo della valle, che si distingue per un vivace e esotico bazar, per

il palazzo-fortezza del methar, il sovrano locale, l’imponente Shahi Masjid, la

Grande Moschea. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

11° giorno / Chitral – Valle di Bumburet – Ayun (circa 50 km)

I villaggi dei Kalash Dopo la prima colazione escursione per la visita dei villaggi Kalash della Valle di

Bumburet. Dal villaggio di Ayun la strada entra in un canyon deserto e prosegue,

scavata nella roccia, in un saliscendi con vista sulle oasi sottostanti. Si risale la

valle lungo il lato sinistro del fiume tra campi coltivati, canali di irrigazione e

piante di noci secolari; in alto foreste di pini e alti pascoli, sullo sfondo le rocce

delle montagne. Rientro ad Anjun nel pomeriggio. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

I Kalash Proprio sul confine con l’Afganistan si trovano tre anguste e recondite valli di alta

montagna che si insinuano fra le pendici dell’Hindukush. Vi risiede una

popolazione estremamente periferica e poco numerosa che pure, per i suoi caratteri

storici e culturali, va annoverata tra le più interessanti di cui si possa occupare

l’etnografia: si tratta del popolo dei Kalash, seguace di un’antica religione

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politeista di origini ancora sconosciute, noto anche con il nome di Kafiri, il termine

usato dai musulmani per connotare gli infedeli. Alcuni studiosi ritengono che i

Kalash siano discendenti delle milizie erranti di Alessandro Magno; è comunque

vero che la maggior parte degli abitanti di queste valli hanno capelli chiari e occhi

azzurri, quindi ben diversi dalle altre etnie che popolano il Pakistan.

La prima cosa che colpisce arrivando nei villaggi è l’abbigliamento femminile: un

ampio saio di lana naturale marrone stretto in vita da una cintura decorata con gli

stessi motivi del caratteristico ed elegante copricapo chiamato kupass, ornato da

numerose file di conchiglie cauri, originarie dell’Oceano Indiano ed utilizzate fino

a pochi decenni fa come moneta per gli scambi in tutto il subcontinente indiano. I

riti e le tradizioni del popolo Kalash sono molto differenti da quelle delle

popolazioni circostanti e a parte i contatti con i turisti, rappresentano un’isola di

tempi antichi inserita nel presente. La religione kalash è politeista con un dio

creatore, Khodai e una serie di altre divinità tra cui Jestak, la dea che protegge la

casa e la famiglia, Mahandeo, il dio della guerra e protettore dei raccolti. Le donne

sono escluse dai riti che consistono nel sacrificio di un animale. In genere un

montone, agli dei e agli antenati. Ma le donne sono anche escluse dalla comunità

durante il parto e le mestruazioni. In questo periodo sono considerate impure e

vivono in una casa lungo il fiume, bashaleni. Possono ritornare alla loro casa solo

dopo un bagno purificatore e il cambio dell’abito.

12° giorno / Ayun – Valle di Rumbur – Ayun (circa 40 km)

I villaggi Kalash e il Festival Uchal Dopo la prima colazione partenza per la visita dei villaggi Kalash della Valle di

Rumbur. Partecipazione al Festival Uchal, celebrato ogni anno in Agosto e

dedicato al raccolto del grano e dell’orzo. I Kalash prendono molto sul serio le loro

feste che comportano invariabilmente complicate cerimonie religiose, danze e

festeggiamenti. Ci possono essere adua-naat (danze diurne) e raadt-naat (danze

notturne), alcune vietate agli stranieri. Ogni valle ha le sue tradizioni specifiche, ma

in genere gli uomini anziani stanno al centro, mentre cantano a turno vecchie

leggende o semplicemente chiacchierano. Accompagnate dai tamburi, le donne

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danzano intorno a loro, con le braccia sulla vita o sulle spalle delle compagne,

girando in linee concentriche. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

I villaggi Kalash Le Valli dei Kalash, coperte di boschi di deodora e malvoni, sono piccole e aspre.

Quella di Rumbur è particolarmente stretta e le solide case in legno, pietra e fango

si inerpicano sui fianchi delle montagne, con il tetto di una che fa da veranda alla

successiva. Al piano terra si trovano stalle e magazzini; tra le stanze ai piani

superiori generalmente c’è una cucina-sala da pranzo senza finestre e fuligginosa,

con un focolare al centro cui corrisponde il foro di uscita del fumo, e una porta che

dà sulla veranda. I Kalash coltivano grano, miglio, mais e lenticchie e allevano

capre. Le uve dolci, delle viti nodose che crescono rampicanti intorno agli alberi,

vengono trasformate in un vino molto forte e di sapore per noi non proprio

gradevole. Le more, le albicocche, le mele e le susine sono abbondanti. Le noci

rappresentano un’importante fonte di proteine in una dieta povera di carne. Le

provviste vengono conservate in dispense di legno rialzate da terra, strutturate

all’interno come armadi. I Kalash non seppelliscono i morti, ma li depongono in

sarcofaghi di legno posti sulla superficie del terreno. Purtroppo i gandau, le antiche

statue di legno intarsiato messe a guardia dei cimiteri, sono state tutte asportate da

archeologi e tombaroli e oggi si possono trovare nei musei o nei negozi di qualche

antiquario di Londra.

13° giorno / Ayun – Lowari Pass – Saidu Sharif (circa 230 km)

Dalla Valle del Chitral all’ampia e verde Valle dello Swat Dopo la prima colazione partenza verso sud. La strada si inerpica ripida dalla Valle

del Chitral per poi scendere a fatica in ampi meandri sul versante del Dir. Si

percorre il nuovo tunnel che consente di evitare il Lowari Pass (3.118 m) spesso

chiuso in passato per neve o per le pessime condizioni della strada. Si prosegue per

la Valle dello Swat, ampia e verdissima, bagnata dal fiume omonimo che scorre

disperdendosi in rami laterali. I suoi paesaggi dolci non riescono però a competere

con i panorami mozzafiato delle altre valli del nord. Il suo fascino sta tutto nel peso

della storia, visto che da qui è passato Alessandro Magno e da qui l’arte e la dottrina

buddhiste si estesero in tutta l’Asia in seguito alla nascita dell’antica civiltà del

Gandhara. Gli abitanti di origine pashtun yusufzai, di lingua pashto, sono persone

semplici e ospitali. Arrivo a Saidu Sharif (990 m), la sede tradizionale del governo

dello Swat. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

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14° giorno / La Valle dello Swat

La raffinata arte del Gandhara Le sorgenti, i corsi d’acqua e i frutteti hanno valso alla Valle dello Swat il nome di

Udyana, giardino. Dopo la prima colazione intera giornata dedicata alla visita dei

principali siti di interesse dello Swat Inferiore. Purtroppo molti dei numerosi resti

archeologici sparsi per tutta la valle sono attualmente in pessime condizioni.

Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione, pranzo e cena in hotel.

La Valle dello Swat e l’arte Gandhara Nel 327 a.C. Alessandro Magno conquistò la valle sconfiggendo gli abitanti a

Udegram e Barikot. Il buddhismo arrivò nel III secolo a.C. con l’imperatore

Ashoka e fiorì per ben nove secoli, diventando una sorta di “Terra Santa” e dando

vita anche al Vajirayana, il buddhismo tantrico, che da qui si diffuse in Ladakh e

Tibet. Durante i regni buddhisti l’arte religiosa raggiunse livelli di grande

raffinatezza. Grazie alla posizione strategica della valle, sulle più importanti vie

commerciali di un tempo, gli scultori locali vennero a contatto con tutte le culture e

da queste assimilarono linguaggi diversi che si riconoscono nella particolare

fusione di stilemi greco-romani e indiani da cui nacque la particolare e

apprezzatissima arte detta appunto Gandhara. Vi arrivavano pellegrini da tutte le

regioni asiatiche per visitare i numerosi stupa e monasteri decorati con bassorilievi

dedicati alla vita del Buddha, capitelli corinzi dove figure umane si intrecciavano a

motivi ornamentali, statue di Buddha dall’aspetto mediterraneo o centroasiatico. La

caratteristica peculiare di questa scuola è di aver presentato, per la prima volta nella

storia della religione, la figura di Buddha in forma umana, diversamente dalle

precedenti scuole e in particolare dalla statuaria indiana antica le cui raffigurazioni

del Buddha erano esclusivamente simboliche e identificate in un fiore di loto, un

albero, una ruota o uno stupa. Nel periodo di massimo splendore del buddhismo,

secondo la relazione del monaco viaggiatore cinese Hsuan Tsang, nella valle

c’erano ben 1400 monasteri.

15° giorno / ISaidu Sharif – Takht-i-Bhai – Islamabad (circa 270 km)

Le rovine del monastero buddhista tra le più complete di tutto il Gandhara Dopo la prima colazione partenza verso sud-est attraverso la vecchia North-West

Frontier Province che si estende per 700 km lungo la frontiera con l’Afghanistan, a

cavallo del Khyber Pass e di altri storici accessi che dalla Persia e dall’Asia centrale

conducevano in India. Lungo il percorso sosta per la visita delle rovine del

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monastero buddhista Takht-i-Bhai, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, tra le più

complete di tutto il Gandhara, risalenti a un periodo compreso tra il I e il VII secolo

d.C., poste in una posizione spettacolare su una collina rocciosa. Si prosegue per la

Valle dello Swat, ampia e verdissima, bagnata dal fiume omonimo che scorre

disperdendosi in rami laterali. I suoi paesaggi dolci non riescono però a competere

con i panorami mozzafiato delle altre valli del nord. Il suo fascino sta tutto nel peso

della storia, visto che da qui è passato Alessandro Magno e da qui l’arte e la dottrina

buddhiste si estesero in tutta l’Asia in seguito alla nascita dell’antica civiltà del

Gandhara. Gli abitanti di origine pashtun yusufzai, di lingua pashto, sono persone

semplici e ospitali. Arrivo a Islamabad nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel.

Pasti: colazione in hotel, pranzo in ristorante locale, cena in hotel.

16° giorno / Islamabad – Italia Molto presto al mattino trasferimento all’aeroporto per il volo di linea Turkish

Airlines via Istanbul, per l’Italia. Arrivo previsto a Milano Malpensa nel primo

pomeriggio.

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Sistemazioni previste (*):

Rawalpindi: Pearl Continental Hotel, 5* o similare (1 notte)

Abbotabad: Hotel One, 4*o similare (1 notte)

Chilas: Shangri-La Midway Hotel o similare (1 notte)

Duiker: Eagle’s Nest Resort (1 notte)

Karimabad: Hunza Darbar Hotel (2 notti)

Gilgit: Gilgit Serena Hotel, 4* o similare (1 notte)

Phander: PTDC Motel o similare (1 notte)

Mastuj: PTDC Motel o similare (1 notte)

Chitral: Pamir Inn Hotel o similare (1 notte)

Ayun: Ayun Fort Inn Hotel o similare (2 notti)

Saidu Sharif: Swat Serena Hotel, 4* o similare (2 notti)

Rawalpindi: Pearl Continental Hotel, 5* o similare (1 notte)

(*) N.B. A causa della scarsità di strutture alberghiere e alla possibilità che

queste vengano requisite dal governo, non è garantita la lista delle sistemazioni

previste e in alcuni casi non è garantita la camera singola.

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Altre informazioni:

Organizzazione e trasporti – Si utilizzano fuoristrada tipo Toyota Prado con 3

passeggeri + autista per auto (una vettura potrebbe avere 4 passeggeri) per tutto l’itinerario in Pakistan (eccetto il transfer da/per aeroporto a Islamabad). Guida

locale di lingua inglese, accompagnatore italiano a partire da 8 partecipanti. Su

richiesta è possibile organizzare partenze individuali.

Pernottamenti e pasti – Alcuni hotel sono semplici (i migliori esistenti in loco)

ma sempre in camere con bagno privato. Comunque la categoria delle strutture non

è paragonabile a quelle di tipo occidentale. (N.B. A causa della scarsità di

strutture alberghiere e alla possibilità che queste vengano requisite dal governo,

non è garantita la lista delle sistemazioni previste e in alcuni casi non è garantita

la camera singola). Pranzi prevalentemente a picnic o in ristoranti locali, cene nei ristoranti delle

strutture dove si pernotta o in ristoranti locali.

Altimetria – Come specificato nel programma, si superano raramente i 3.000 metri

di altitudine. Tutti i pernottamenti, eccetto quello a Duiker, sono ben al di sotto dei

3.000 metri. Quindi il viaggio non presenta particolari difficoltà di adattamento

all’altitudine.

Clima – Approssimativamente si può dire che il Pakistan ha tre stagioni: la

stagione fredda (autunno-inverno, all’incirca da Ottobre a Febbraio), la stagione

calda (primavera-estate, all’incirca da Marzo a Giugno) e la stagione

umida/monsonica (estate, all’incirca da Luglio a Settembre). Le temperature sono

molto variabili in funzione dell’altitudine. Possibilità di pioggia nella pianura

dell’Indo solo sul versante sud delle montagne nel periodo monsonico

Disposizioni sanitarie – Non è obbligatoria alcuna vaccinazione. Si consiglia di

informarsi presso l’Ufficio d’Igiene provinciale.

Formalità burocratiche – E’ richiesto il visto consolare. Devono essere inviati in

ufficio, almeno 30 giorni prima della partenza, il passaporto in originale (con validità

di almeno 6 mesi dalla data di partenza) con 2 pagine contigue libere e 3 fototessera a

colori da accompagnare ai moduli compilati in tutte le loro parti e firmati dal titolare

del passaporto.

Sicurezza – Negli ultimi anni la situazione di sicurezza in Pakistan, condizionata

dal rischio di attentati terroristici rivolti soprattutto verso obiettivi istituzionali, è

nettamente migliorata e le zone incluse nel programma sono ritenute attualmente

sicure. Comunque permane l’abitudine di proteggere lo straniero in viaggio e in

alcune aree le autorità locali potrebbero ritenere opportuna l’assegnazione di una

scorta militare. E’ richiesta una certa flessibilità e una buona capacità di

adattamento a eventuali cambiamenti di programma dovuti a eventuali ragioni di

sicurezza.

Caratteristiche del viaggio e grado di difficoltà – Viaggio dalle caratteristiche

prevalentemente paesaggistiche con una grande varietà di ambienti sempre

spettacolari. Molto interessante anche dal punto di vista etnografico dato che

l’isolamento della vita nelle valli ha permesso il mantenimento di tradizioni e

costumi locali. Itinerario fisicamente impegnativo per alcune lunghe tappe di

trasferimento in fuoristrada. Alcuni semplici hotel. Qualità dei pasti media.

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QUOTAZIONE PER PERSONA da Milano:

€ 3.640 base 10-14 partecipanti con nostro accompagnatore

€ 3.790 base 8-9 partecipanti con nostro accompagnatore

Da aggiungere

- partenze da altre città su richiesta

- supplemento singola € 570

- (a) supplemento alta stagione aerea incluso

- tasse aeroportuali, security e fuel surcharge € 330 - copertura assicurativa di viaggio vedi tabella sotto

- costo individuale gestione pratica € 90

- visto consolare € 80

N.B. Il supplemento singola è eliminabile in caso di condivisione camera doppia

con altro partecipante, previa verifica disponibilità.

Data di partenza: - (a) da martedì 11 a mercoledì 26 Agosto 2020 (partenza in occasione del

Festival Uchal dei Kalash, alta stagione aerea)

Promozione “Prenota Prima”

Prenotate il vostro viaggio con un anticipo di almeno 90 giorni dalla partenza e

otterrete uno sconto del 50% sul costo della copertura assicurativa “all

inclusive”.

La quota comprende: Voli di linea in classe economica, guide locali di lingua inglese, accompagnatore

italiano a partire da un minimo di 8 partecipanti, trasporti con automezzi

fuoristrada, i pernottamenti in hotel, pensione completa per tutto il viaggio, gli

ingressi ai siti di interesse, assicurazione come specificato, dossier informativo sul

paese.

La quota non comprende:

Le bevande, le eventuali tasse aeroportuali, le mance, gli extra personali,

l’assicurazione integrativa facoltativa, tutto quanto non specificato.

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La nostra nuova ed esclusiva copertura assicurativa “all inclusive”

- Annullamento del viaggio prima della partenza

- Interruzione viaggio (con rimborso dei giorni persi fino a € 5.000)

- Assistenza sanitaria tramite centrale operativa h24

- Spese mediche in viaggio fino a € 20.000 (di cui € 5.000 fino a 45 gg dal rientro)

- Bagaglio fino a € 750

- Viaggi Rischio Zero per eventi fortuiti e casi di forza maggiore in corso di

viaggio

- Indennizzo fino a € 150.000 per infortunio che causi decesso o invalidità

permanente

Il costo a passeggero del pacchetto assicurativo è da aggiungere alle spese

accessorie e da versare al momento dell’iscrizione al viaggio. Il calcolo

dell’importo si evince dalla tabella che segue:

Quota totale fino a: Costo a passeggero*

€ 1.000,00 € 50

€ 2.000,00 € 90

€ 3.000,00 € 130

€ 4.000,00 € 165

€ 5.000,00 € 190

€ 10.000,00 € 200

NB: il conteggio del totale assicurabile non deve includere visto e spese

gestione pratica. *comprensivo di imposte di assicurazione e diritti di agenzia.

Copertura Integrativa E’ possibile estendere la copertura delle spese mediche in viaggio fino a

€ 120.000 stipulando una polizza facoltativa con premio lordo per passeggero di

€ 55,00, da specificare espressamente all’operatore.

Le condizioni dettagliate delle coperture assicurative sono consultabili sul nostro

sito www.viaggilevi.com.

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NOTE IMPORTANTI

• La quotazione è calcolata col valore del rapporto di cambio USD/Euro = 0,90

in vigore nel mese di Gennaio 2020. In caso di oscillazioni del cambio di +/-3% a 20

giorni dalla data di partenza sarà effettuato un adeguamento valutario.

• Per ragioni tecnico-organizzative in fase di prenotazione o in corso di viaggio

l’itinerario potrebbe subire delle modifiche, mantenendo invariate quanto più

possibile le visite e le escursioni programmate.

• Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a

disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione, in caso di non

confermabilità della tariffa utilizzata per la costruzione del prezzo del viaggio,

comunicheremo il supplemento.

• Molte compagnie aeree prevedono l’emissione immediata del biglietto. In tal

caso vi informeremo all'atto della vostra conferma e procederemo alla emissione.

L'acconto dovrà includere anche l'importo intero del biglietto, che non

sarà rimborsabile, e le penali del viaggio in questione derogheranno dalle nostre

pubblicate.

• L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e del costo

del petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto

dell’emissione dei biglietti aerei.

Milano, 04.02.2020 n. 1

Organizzazione tecnica:

I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italy)

Tel 0039 02 34934528 – Fax 0039 02 34934595

E-Mail: [email protected] – Web site: www.viaggilevi.com