Michele Tempera a pag. 3 Roberta Brunazzi a pag. 5 Silvana ... · la storia si ripete... la...

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anno 88, n. 28 - 23 luglio 2015 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974 Chiuso in redazione il 20/07/2015 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue Editoriale la vignetta della settimana La colonna e la rocca A Bertinoro la storia sem- bra volersi prendere una rivincita. La popolazione si è trasferita alle pendici del paese e a custodia dell’an- tico borgo sono rimasti gli anziani e i luoghi della memoria. Il più noto è la colonna dell’ospitalità, con le sue dodici anelle. Un’antica tradizione la fa risalire al 1497. Per evitare inutili dispute i cavalieri che entravano in paese venivano accolti dalla nobile famiglia al cui anello avevano legato il cavallo. A due passi dalla colonna oggi sorge la Casa della Carità che, paradosso della storia, accoglie non i cavalieri, ma i più poveri, coloro che questa società ha sbalzato da cavallo. Il secondo luogo, ben più imponente, è la Rocca. Collocata in vetta al colle è una struttura militare nata nel Medioevo; lungo i secoli ha ospitato cavalieri e vescovi ed oggi accoglie il Centro Universitario e soprattutto il Museo Interreligioso, luogo di confronto e di dialogo fra le tre religioni monoteiste. La storia è capace di farsi beffe dei luoghi e di trasformarne segno e orientamento. Spetta agli uomini volerlo. LUCIANO SEDIOLI Alla Rocca di Bertinoro, in occasione del decennale di fondazione, apriranno cinque nuove sezioni FRANCO RUSTICALI Intervista al cardiologo che fu sindaco di Forlì dal 1995 al 2004 Roberta Brunazzi a pag. 5 AMBULATORIO CARITAS Un punto strategico per conoscere le povertà presenti a Forlì Silvana Irene Borgatti a pag. 18 Nel Museo dove il dialogo è di casa TUMORI L’oncologo Ridolfi denuncia la pericolosità degli inceneritori Michele Tempera a pag. 3 Il pizzicotto Critica a fin di bene Nessun taglio in vista per i cacciabombardieri d’attac- co F-35. Si tratta di 90 velivoli al costo unitario di 100 milioni di euro. Nel Documento di Programmatico Pluriennale (Dpp), presentato nelle scorse settimane, non risulta nessuna sensibile riduzione di spesa. Che fine hanno fatto le dichiarazioni di Renzi e gli impegni del Parlamento? Come non detto. Il Museo in- terreligioso di Bertinoro è dedicato alle tre grandi religioni monoteiste. Nato per volontà della diocesi di Forlì-Bertinoro, dall’idea del senatore Leonardo Melandri è stato inaugu- rato il 10 giugno 2005. Lo spettacolo “Canti Apocrifi” del 16 luglio ha inaugurato la nuova stagione del Museo, con il progetto “Della ragione, della fede. Uomini in- sieme nel nome di Gesù, Yhwh e Allah”. Enrico Bertoni a pagg. 12-13 L’artistico ingresso del Museo Interreligioso, all’interno della rocca vescovile di Bertinoro, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo dal 1960 Impresa attestata SOA Albo installatori elettrici Emilia Romagna Via Oreste Regnoli, 43 - 47121 Forlì Tel. e fax 0543.28259 [email protected] www.checchi-impianti.it • IMPIANTI CIVILI • IMPIANTI INDUSTRIALI • TRASMISSIONE DATI • TELEFONIA • FIBRA OTTICA • MANUTENZIONE IMPIANTI • PROGETTAZIONE IMPIANTI

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anno 88, n. 28 - 23 luglio 2015 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45%D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974

Chiuso in redazione il 20/07/2015 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue

Editoriale

la vignetta della settimana

La colonna e la roccaA Bertinoro la storia sem-bra volersi prendere una rivincita. La popolazione si è trasferita alle pendici del paese e a custodia dell’an-tico borgo sono rimasti gli anziani e i luoghi della memoria. Il più noto è la colonna dell’ospitalità, con le sue dodici anelle. Un’antica tradizione la fa risalire al 1497. Per evitare inutili dispute i cavalieri che entravano in paese venivano accolti dalla nobile famiglia al cui anello avevano legato il cavallo. A due passi dalla colonna oggi sorge la Casa della Carità che, paradosso della storia, accoglie non i cavalieri, ma i più poveri, coloro che questa società ha sbalzato da cavallo. Il secondo luogo, ben più imponente, è la Rocca. Collocata in vetta al colle è una struttura militare nata nel Medioevo; lungo i secoli ha ospitato cavalieri e vescovi ed oggi accoglie il Centro Universitario e soprattutto il Museo Interreligioso, luogo di confronto e di dialogo fra le tre religioni monoteiste.La storia è capace di farsi beffe dei luoghi e di trasformarne segno e orientamento. Spetta agli uomini volerlo.

Luciano SEdioLi

Alla Rocca di Bertinoro, in occasione del decennale di fondazione, apriranno cinque nuove sezioni

FRanco RuSTicaLiIntervista al cardiologo che fu sindaco di Forlì dal 1995 al 2004Roberta Brunazzi a pag. 5

aMBuLaToRio caRiTaSUn punto strategico per conoscere le povertà presenti a ForlìSilvana irene Borgatti a pag. 18

Nel Museo dove il dialogo è di casa

TuMoRiL’oncologo Ridolfi denuncia la pericolosità degli inceneritoriMichele Tempera a pag. 3

il pizzicottoCritica a fin di bene

Nessun taglio in vista per i cacciabombardieri d’attac-co F-35. Si tratta di 90 velivoli al costo unitario di 100 milioni di euro. Nel Documento di Programmatico Pluriennale (Dpp), presentato nelle scorse settimane, non risulta nessuna sensibile riduzione di spesa. Che fine hanno fatto le dichiarazioni di Renzi e gli impegni del Parlamento?Come non detto.

“Il Museo in-terreligioso di

Bertinoro è dedicato alle tre grandi religioni monoteiste. Nato per volontà della diocesi di Forlì-Bertinoro, dall’idea del senatore Leonardo Melandri è stato inaugu-rato il 10 giugno 2005. Lo spettacolo “Canti Apocrifi” del 16 luglio ha inaugurato la nuova stagione del Museo, con il progetto “Della ragione, della fede. Uomini in-sieme nel nome di Gesù, Yhwh e Allah”.

Enrico Bertoni a pagg. 12-13 L’artistico ingresso del Museo interreligioso, all’interno della rocca vescovile di Bertinoro, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo

dal 1960Impresa attestata SOA Albo installatori elettrici

Emilia Romagna

Via Oreste Regnoli, 43 - 47121 ForlìTel. e fax 0543.28259

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• IMPIANTI CIVILI• IMPIANTI INDUSTRIALI

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23 luglio 20152costume

Redazione e amministrazione:Via Solferino, 21 - 47121 Forlì - Tel. 0543.36861- Fax. 0543.376786 - e-mail: [email protected] - sito internet: www.ilmomento.bizDirettore responsabile: Luciano SedioliIn redazione: don Giovanni Amati, don Franco Appi, Beppe Brescia,Paola Mettica, Franco Garavini, Roberta BrunazziImpaginazione grafica: Damiano DitiUfficio abbonamenti e amministrazione: Eleonora GaraviniPubblicità: Pigreco srlProprietà: Chiesa Cattedrale di Forlì - P.zza Dante, 1 - 47121 ForlìStampa: Galeati srl - Imola (BO)Il Momento è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici)e a USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)

Settimanale d’informazionedella diocesi di Forlì-Bertinoro

A confronto su: xxxxxxxxxxxPorte aperte & Porte chiuse

Ha un aroma di agrumi es-sicati al sole e miele. È la birra B. 180, prodotta ad Alvignano in provincia di Caserta da 5 persone con disturbi psichiatrici, nell’ambito dei percorsi di inserimento lavorativo del Consorzio Co.Ri., pensa-ti per dare loro la possibilità di sperimentare le proprie capacità e di conquistare l’autonomia, uscendo dall’as-sistenzialismo. Il nome è stato scelto per ricordare la legge Basaglia, la 180 del 1978, che ha portato alla chiusura dei manicomi. Dalla macina dell’orzo e del luppolo all’etichettatura, le persone con disturbi psichiatrici partecipano a tutte le fasi della produzione con l’eccezione della bollitura, la più pericolosa, per via delle alte temperature. Insieme a loro nel birrificio ci sono gli operatori delle cooperative sociali e un mastro birraio, che segue le varie fasi della produzio-ne. Chi volesse assaggiare la birra B. 180, al momento, può trovarla in alcuni ristoranti e pizzerie di Caserta e Napoli, ma l’intenzione è di ampliare la rete di diffu-sione per arrivare all’autofinanziamento.

Tratto da Redattore Sociale

L’Italia ven-de pistole e fucili in 123 Paesi al mondo per un valore di 54 miliardi di euro di autorizza-zioni e 36 miliardi di controvalore per effettive consegne di sistemi d’arma. Sono i dati presentati oggi alla Came-ra dalla Rete Italiana per il Disarmo.La legge 185/90 prevede non solo il divieto di espor-tazione di armamenti verso Paesi in stato di conflitto ma anche verso Paesi in cui sono violati i diritti uma-ni. Nei primi anni di applicazione i principi innovativi della legge e il controllo, esercitato anche tramite una relazione al Parlamento da parte del Governo, hanno permesso la diminuzione della vendita verso Paesi con situazioni problematiche. Un trend che dal 2009 ha cambiato verso. Nonostante le leggi italiane e internazionali, pistole e fucili finiscono in Paesi dove infuria la guerra o dove i diritti umani non sono garantiti, come Ucraina, Russia, Colombia e Messico. La produzione di armi dà lavoro a migliaia di operai nella zona della Val Trompia (provincia di Brescia).

Tratto da Redattore Sociale

Italia esporta armiLa birra B. 180

cent’anni fa di Umberto Pasqui

Nella seconda pagina de “Il Pensiero Romagnolo” del 3 luglio 1915 si presentano i nomi dei volontari forlivesi partiti per il fronte. I più sono nelle file dell’11° Fanteria, ma anche nel 68°, tra i Granatieri e nella Regia Marina, mentre “altri, come l’avv. Bondi Antonio ed il dott. Nullo Bovelacci attendono la nomi-na pei rispettivi corpi nei quali hanno fatta richiesta”. Nume-rosi sono anche i volontari del “Plotone ciclisti” di cui si men-zionano: Adolfo Banti, Amilcare Casati, Sergio Casadei, Armando Casalini, Paolo Cortini, Adolfo Cappelli, Giulio Laghi, Marcello

Fussi, Mario Fuzzi, Ludovico Malpezzi, Carlo Passardi, Gugliel-mo Zavatti, Ercole Lombardi, Luigi Vernocchi, Mario Mambelli, Ernesto Boccardi, Fortunato Scheda, Flaminio Ascari, Michele Alboni, Armando Lanzoni, Aure-lio Spazzoli, Berto Zoli, Edgardo Matteucci, Cesare Berti, Giuseppe Spazzoli, Paolo Bondi, Alberto Trapani, Decio Fuzzi. Arman-do Casalini è lo stesso che poi sarà assassinato a Roma nel ‘24. Sindacalista e politico di matrice repubblicana poi fascista, si era arruolato nonostante una mal-formazione fisica. Per un certo periodo, l’attuale piazzale della

Vittoria fu chiamato, appunto, “Armando Casalini”. Poi, tra i vo-lontari “automobilisti”, si segnala il solo Alvaro Zavatti.

Un plotone di volontari ciclisti in guerra

un Momento in cucina

Ciambella alle zucchine

un Momento in cucina

a cura di Cecilia Sedioli

Bentornati al nostro “Momento... in cucina”.Sì, avete letto bene... una torta con le zucchine! In questo periodo in cui ormai ce le tirano dietro, ecco un modo alternativo per utilizzare questa versatile verdura. Questa torta viene direttamente dalla Germania: qualche anno fa tutta la truppa Sedioli è partita in vacanza per andare a trovare la famiglia che ospitò mia mamma in Germania quando era ragazzina. In quell’occasione Chri-sta ci fece assaggiare questa torta: nessun di noi indovinò cosa c’era dentro: vi posso assicurare che tutte le volte che la faccio assaggiare a qualcuno, la storia si ripete... la cannella e le noci si sposano benissimo con questa verdura, creando un gusto unico e misterioso!Ecco la ricetta (si può, a vostro gusto, ridurre la quantità di zucchero, perché é abbastanza dolce):• 3 uova;• 200 g di zucchero;• 250 g di farina;• 70 g di noci;• 300 g di zucchine:• 1/2 bicchiere di olio di semi;• 1 cucchiaino di cannella;• 1 bustina di lievito.

Il procedimento è facilissimo: Sbattete le uova con lo zucchero, poi unite l’olio. Unite poco alla volta la farina mescolata con il lievito e la cannella. Lavate le zucchine e grattug-giatele (così con la buccia), tritate le noci: unite tutto all’impasto. Versate il composto in una tortiera (io ne ho usata una rettangolare) foderata di carta da forno e cuocete a 180 gradi per circa un’ora (verificate la cottura con uno stuzzicadenti).Buon appetito!

23 luglio 2015 3 attualità

Intervista al dottor Ruggero Ridolfi, oncologo e coordinatore di Medici per l’ambiente

Area Vasta anche per i tumori

Vuoi lasciare la tua impronta in città? Adotta una rotonda. È quanto il Comune di Forlì propone a cittadini, professionisti, imprese, associazioni o scuole, interessati a contribuire alla valorizzazione e mantenimento di queste aree pubbliche destinate al verde cittadino, attraverso un progetto di miglio-ramento qualitativo ed estetico delle stesse.La collaborazione tra pubblico e privato prevede l’attuazione, a cura e spese del proponente, di un intervento di valorizzazione e di abbellimento estetico della rotonda scelta caratterizzato preva-lentemente a verde; la manutenzione e gestione dell’area e del manufatto attuato con il progetto. “La cura e l’allestimento delle 90 rotonde presenti a Forlì - fanno sapere dall’amministrazione comu-nale - costituisce un’importante occasione di visi-bilità, comunicazione e arredo urbano, che riflette l’immagine e la cultura della città e che consente di mettere in rete sinergie, competenze e forme di collaborazione diverse”.L’“Avviso pubblico per la ricerca di collaborazioni finalizzate alla valorizzazione e manutenzione del verde pubblico” è stato pubblicato dall’ammini-strazione comunale dopo il percorso partecipativo che ha portato, nei mesi scorsi, alla definizione dell’abaco delle rotonde. Gli interessati posso-no presentare domanda al Servizio Innovazione Imprese Professionisti - Unità Amministrativa Contrattualistica Pubblica (piazza Saffi 8, terzo piano, ingresso via delle Torri), mediante consegna a mano, in busta chiusa, entro e non oltre le ore 11 di martedì 15 settembre. È possibile scaricare il testo e la domanda dal sito del Comune, all’indiriz-zo www.comune.forli.fc.it.

La posizione dell’amministrazione forlivese in merito all’inceneritore gestito da Hera sul territorio comunale è sempre stata quella di una progressiva riduzione dei rifiuti da bruciare, in favore del riciclo. Tuttavia, il decreto “Sblocca Italia” dell’autunno 2014, al suo articolo 35, determina l’arrivo di un quantitativo di rifiuti da fuori regione tale da incre-mentare, e non ridurre, la quantità attuale incenerita a Forlì. Di fronte a questa eventualità, l’assessore all’ambiente di Forlì, Alberto Bellini, e l’amministra-zione hanno opposto resistenza, interpretando il sentire diffuso nella maggioranza della popolazione forlivese ed ottenendo nei giorni scorsi una parziale vittoria. Ritenuta da alcuni partiti non sufficien-temente solida, l’intesa trovata tramite la Regione Emilia-Romagna sarebbe quella di non ricevere rifiuti da bruciare provenienti da fuori regione, salvo casi di emergenza. Cosa che in Italia abbiamo imparato ad interpretare nelle maniere più diverse, fantasiose e flessibili agli interessi che, di volta in volta, prevalgono sul bene comune.

Un altro fattore pericoloso per la salute umana e per la salubrità dell’ambiente nel quale viviamo è dato dall’inquinamento agricolo ambientale. Il dot-tor Ruggero Ridolfi, oncologo di Forlì e membro dell’Isde (associazione internazionale dei medici per l’ambiente; www.isde.it) ci ha spiegato approfondi-tamente questo tema: “Noi italiani siamo i mag-giori consumatori europei di pesticidi e di erbicidi. Ad esempio, usiamo un diserbante prodotto dalla multinazionale Monsanto, il glifosato, che è stato dichiarato cancerogeno dal marzo 2015 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organiz-zazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite. Viene usato anche nei fossi del nostro territorio ed in altri luoghi dove poi finisce nelle acque e alle persone. Come ordine dei medici a livello di Forlì abbiamo chiesto all’amministrazione di bandire l’utilizzo di questa sostanza sul nostro territorio. Infatti questa ed altre sostanze simili sono tossiche e pericolose, non solo per quanto riguarda i tumori, ma anche il morbo di Parkinson”.

La richiesta ai privati per la cura delle rotonde

Glifosato, pesticida cancerogeno ma tranquillamete usato

Comune di Forlì:niente rifiuti da fuori regione

Bando comunale

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“Abbiamo inter-vistato il dottor

Ruggero Ridolfi, oncologo endocrinologo a Forlì e coordinatore della sezione di Forlì-Cesena dell’asso-ciazione internazionale dei Medici per l’ambiente (Isde).Come valuta la situazio-ne ambientale-sanitaria nel comprensorio forli-vese, e come pensa stia evolvendo negli ultimi anni e verso il futuro?La situazione sanitaria loca-le è in linea con quella della Regione Emilia-Romagna e con il Nord-Est d’Italia. Va però specificato che si tratta, nel caso del nord-est, dell’area con la più alta in-cidenza di tumori in Italia. Siamo dunque in linea con una situazione non positi-va. Forlì, come incidenza tumorale, si colloca leg-germente al di sotto della media dell’Area Vasta nella quale è compresa; anche in questo caso si tratta però di una area con valori di inci-denza tumorale abbastanza elevati. Anche il contesto nazionale non è favorevole: l’incidenza di tumori infan-tili in Italia è la più alta tra quelle registrate nei Paesi occidentali (sostanzialmen-te Unione Europea e Stati Uniti). Esiste la tendenza a focalizzare l’attenzione e le risorse sulle terapie finalizzate al contrasto dei tumori mentre non ci si chiede quasi mai cosa abbia causato i tumori stessi per agire sulle cause invece che

sugli effetti.

Quale è la sua opinione sugli inceneritori che da tempo sono funzionan-ti sul nostro territorio, rispetto al loro impatto sulla salute delle persone e sulla qualità dell’am-biente nel quale viviamo?Se per uno dei due incene-ritori sembra essere stata sventata l’eventualità di un aumento dei rifiuti bruciati provenienti da altre regioni italiane, l’altro inceneritore,

di proprietà privata, brucia rifiuti ospedalieri prove-nienti da diverse parti del Paese. Rilevazioni dell’Isde (Associazione internaziona-le dei medici per l’ambien-te) su polli e uova nell’area circostante gli inceneritori di Forlì, hanno evidenziato una rilevante presenza di diossina e Pcb, sostanze che tipicamente proven-gono dagli inceneritori. In particolare, solamente 20 polli su 60 analizzati rien-trano nei valori di norma.

Inoltre, tra la popolazione femminile che risiede entro 3 chilometri dai due ince-neritori, nell’arco di tempo tra il 1990 ed il 2003, sono stati registrati 116 deces-si oltre la quantità attesa normalmente. Di questi 116 decessi in più, 70 sono stati causati da tumori. A mio parere, infine, questi dati sono probabilmente sottostimati, soprattutto a causa dell’area chilome-trica presa in esame che è troppo ridotta ed a causa della scarsa considerazione prestata verso l’andamento dei venti che trasportano le polveri fuoriuscite dagli inceneritori.

Con riferimento anche all’Enciclica che è stata da poco pubblicata da papa Francesco su questi argomenti, quale è la rilevanza del documento rispetto ai temi dell’am-biente e della salute dal suo punto di vista?Il Papa sembra essere l’u-nica voce fuori dal coro su questi temi, una voce che, con semplicità, dà speranza a chi si batte per la salute dell’ambiente e dell’uomo. “Questa economia uccide”, come dice il Papa, non solo con meccanismi iniqui di distribuzione, ma perché stiamo lasciando un mondo degradato per aumentare il Pil, a vantaggio di una quota sempre più piccola di persone. “Questa economia uccide” anche attraverso l’inquinamento ambientale.

MichELE TEMpERa

nella foto il dottor Ruggero Ridolfi

La rotonda di carpinello, con al centro l’opera di Mario Magnani

23 luglio 2015

“A fine maggio la riapertura della

chiesa di San Giacomo, auditorium della città; adesso l’avvio del cantiere per la riqualificazione del mercato coperto di piazza Cavour e, a settembre, l’i-naugurazione dell’ex-Gil.

In pochi mesi rinasco-no tre luoghi simbolici della città. Nel processo di recupero della memoria e di spazi da risocializzare, però,tanto ancora c’è da fare perché le opere ancora ferme non mancano. Ab-biamo fatto il punto con il vice sindaco Veronica Zanetti.Nuovo carcere. “La data prevista per il tra-sferimento è slittata già diverse volte - spiega -. Attualmente è prevista per il 2017, tuttavia il trasferimento in sé non è sufficiente per riappro-priarsi di quello spazio, in quanto occorrerà mettere in atto lo smantellamento dell’esistente, con costi e

tempi ad oggi sconosciuti. Tuttavia fondamentale è la valorizzazione e l’utilizzo continuativo degli spazi già oggi liberi alla Rocca e dei suoi giardini. Come Amministrazione stiamo facendo una ricognizione precisa per verificarne le condizioni”.Campostrino. I lavori partiranno quest’anno, “ed entro l’inizio del 2017 si concluderanno: conte-stualmente partirà il bando per l’aggiudicazione della gestione, che sarà rivolta ad attività culturali e artisti-che”. Il progetto prevede

il recupero anche dell’area verde circostante.Ex Eridania. “È tuttora di proprietà privata. Pur riconoscendo il grande valore che riveste e le gran-di aspettative che la città nutre su quell’edificio, non ci sono le condizioni da consentire un intervento del Comune”.Palazzo Gaddi. “Il piano terra è in sicurezza ed accessibile. Grazie alla collaborazione con i Lions vengono effettuate aper-ture e visite. È previsto un intervento di recupero da 15 milioni che al momento

il Comune non è in grado di sostenere. Tuttavia si sta lavorando per realizzare un piccolo intervento che consenta di rendere fun-zionale il primo piano”.Ripa. Da tempo si valuta la possibilità di recupero edilizio e trasferimento dell’Archivio di Stato, ma i costi sono elevati e la pro-prietà non è del Comune. Permangono, però, con-tatti attivi con la Soprin-tendenza e il Ministero dei Beni culturali.Campus. Per ultimarlo mancano i padiglioni Sauli-Saffi. “Entro l’anno pren-derà però avvio il progetto del Parco del Campus, che prevede la sistemazione di quelle aree che non saranno oggetto di futuro cantiere prevedendo siste-mazione del verde, arredi urbani, percorsi ciclo pedonali di collegamento e illuminazione. Il tutto per restituire al Campus una fruizione più spicca-tamente pubblica”. I due interventi costeranno circa 10 milioni.

EnRico paSini

Opere pubbliche: alcune in corso di realizzazione, altre in stallo per mancanza fondiIncompiute e nuovi cantieri

4attualità

È precluso al pubblico da ormai tre anni, dopo i danni subiti a causa di piogge e nevicate nel 2012. E in primavera la riapertura tempora-nea della Pinacoteca in occasione della mostra “I forlivesi e la Grande Guerra” non ha fatto al-tro che aumentare l’urgenza di rimettere a disposi-zione dei cittadini un tesoro come Palazzo del Me-renda. Già, quando potrà succedere? Il recupero, lento, difficile, ma progressivo del grande scrigno della cultura forlivese inizierà solo il prossimo anno. Per risolvere definitivamente i problemi strutturali dell’ex ospedale, il Comune ha stimato una spesa di 15 milioni. Insostenibile, ovviamente. Ecco, allora che si procederà per piccoli passi. Dapprima 400mila euro per completare i rilievi sulla tenuta sismica, poi nel 2016 si interverrà sulla biblioteca classica per riaprire definitivamente lo scalone (nella foto), sistemare il corridoio d’accesso alle sale studio e il controsoffitto. Poi ogni anno, per 5 anni, si apriranno piccoli cantieri sui singoli problemi da sanare, senza mai interrompere l’attività interna. La spesa complessiva sarà come minimo di 3 milioni. Una volta che sarà poi disponibile il Santarelli come futura sede dell’Archivio della memoria visiva della città, lì vi si trasferirà la sezione moderna e per ra-gazzi della biblioteca. Il complesso cantiere dell’ex asilo aprirà idealmente tra fine 2016 e inizio 2017. Costo? Si parla di 2,5 milioni da trovare attraverso i fondi strutturali europei. (e.p.)

Dal 2016 il restauro, ma a piccoli passi

palazzo del Merenda

Amadori conosce bene il cre-dito cooperativo, i suoi valori, la missione, la fiducia che riscuote, le attese di cui è fatto oggetto da persone, famiglie, aziende. Lui entrò in banca da ragazzo, nel 1981, in quella Cassa Rurale ed Artigiana diretta da Romano Baccarini che contava complessivamen-te meno di una quarantina di dipendenti nel periodo in cui, dieci anni dopo la propria costituzione, il piccolo isti-tuto cominciava a diventare riferimento certo per Forlì. Oggi Amadori, ex corridore di maratone, ex musicista di una band di tendenza, una figlia che studia medicina a Bologna, ha messo insieme un bel po’ di saggezza ma non ha dismesso la passione professionale. “Da diversi anni sono il responsabile della filiale di San Martino in Strada ed è una bellissima espe-rienza. Qui il rapporto secolare tra le antiche Casse Rurali e le Parrocchie è evidentissimo, basti pensare che abbiamo un muro comune tra la nostra sede e la

Chiesa… la filiale è di fatto una piccola banca se consideriamo il tessuto sociale ed economico che la circonda”. Ma per lui le responsabilità, ultimamente, sono di molto aumentate. La Banca si è infatti data una nuo-va organizzazione accorpando in tre grandi aree operative le filiali periferiche. Amadori è stato chiamato a “sovrainten-dere” anche a quelle di Viale Roma, del Ronco, di Fratta, di Meldola, di Galeata, di Santa Sofia. “Il progetto messo a punto da Direzione e Consiglio parte dalla idea di attribuire maggiore autonomia operativa alle sedi periferiche. Ad esempio in ciascuna delle tre aree è presen-te un esperto del credito, che nel nostro caso è Gianluca Mazzoni, in grado di supportare i respon-sabili locali nelle delicate decisioni relative agli affidamenti, sgra-vando la sede centrale di Corso della Repubblica da tali incom-benze. Realizzando, di fatto, una strategia di ulteriore vicinanza a

imprese e famiglie che parte dalla diretta conoscenza sul campo di persone, economie, ambienti”. Un compito non da poco, le filiali sono luoghi strategici. Nel caso di Meldola e Santa Sofia, ad esempio, si tratta di loca-lità ove operavano storiche Casse Rurali; quella di Santa Sofia, autonoma fino agli anni Novanta, quest’anno compie addirittura un secolo di opera-tività. Amadori è originario del Bidente, tra Civitella e Cuser-coli, sa bene di cosa parliamo. “Ci sono storie da rispettare, professionalità da valorizzare. 26 persone lavorano con impegno e capacità in questa area che registra annualmente circa 220 milioni di raccolta tra diretta ed indiretta e circa 120 milioni di impieghi a favore del territo-rio. Il progetto di aggregazione consente, tra le altre cose, un fondamentale scambio di esperien-ze e conoscenze tra professionisti del credito che intendono offrire un servizio sempre migliore alla clientela. Certo, come in tutte le

iniziative innovative, qualcosa, alla luce della esperienza quoti-diana, andrà messo ulteriormente a punto. Più ciascuno di noi è messo in grado di dare il meglio di sé più la missione del Credi-to Cooperativo, fatta anche di vicinanza ai problemi reali delle

comunità, sarà rispettata”. In sostanza la Banca di Forlì si da nuove strategie operative per continuare il mestiere antico, quello di sostenere la crescita economica e la diffusione delle opportunità. Nelle prossime settimane incontreremo gli altri responsabili delle aree operati-ve dell’istituto.

Danilo Amadori

danilo amadori

Voci e volti della Banca di Forlì

alla palestra compostrino lavori al via previsti entro quest’anno

23 luglio 2015 5 attualità

“1995 - 2015: sono passati 20 anni

dalla prima elezione a sindaco di Forlì di Fran-co Rusticali, cardiologo, classe 1938, primo tra i primi cittadini ad essere caratterizzato più per la sua professione che per il partito di provenienza.

Il ciclone Tangentopoli ave-va portato anche in provin-cia il bisogno di recuperare la credibilità della politica dal basso ed ecco che lo stimato primario, all’epoca 57enne, venne eletto a pieni voti alla guida della città e riconfermato anche per il secondo mandato, fino al 2004.

Da subito dichiarò che avrebbe continuato a svolgere l’attività profes-sionale anche durante il mandato amministrati-vo...Esatto, e non fu facile. Mi dissero che non potevo fare le due cose insieme. Si arrivò fino alla Corte costituzionale, la quale però si espresse affermando che non c’era incompatibilità tra le due cose. Fu un lavo-ro duro, ma avevo un’otti-ma squadra sia in ospedale sia in municipio.

Come scelse i suoi primi assessori?Erano otto - Giovanni Ta-voletti, Mauro Bacciocchi, Danilo Casadei, Giovanni Tassani, Lodovico Buf-fadini, Loretta Bertozzi, Paolo Talamonti e Lam-berto Garavini - li avevo individuati già prima delle elezioni, e questa modali-tà mi attirò varie critiche. Era una strada nuova, che i partiti si trovarono da allora a dover sempre più assecondare. Scelsi bene: la squadra si rivelò affiatata e coesa, insieme riuscimmo a impostare grandi opere per la città. Nel secondo mandato fu Antonio Bran-ca il vicesindaco, altra scelta vincente.

Quali furono i principali progetti avviati?Nel primo mandato met-temmo a fuoco progetti importanti, in parte com-pletati nel secondo e dalla giunta successiva, guidata da Nadia Masini. Il nuovo ospedale a Vecchiazzano è stato il mio fiore all’occhiel-

lo; poi la realizzazione del San Domenico come musei civici, i primi lotti della tan-genziale, la riqualificazione delle aree industriali e di via Vittorio Veneto, con l’elimi-nazione dell’ultimo passag-gio a livello che ancora di-videva la città. Nel secondo mandato portammo avanti gli altri lotti della tangenzia-le, cominciammo a lavorare per il Campus universitario e riqualificammo il quadri-latero del centro storico, con la ristrutturazione del palazzo municipale.

Grandi opere che hanno cambiato il volto di Forlì, passata da città dell’a-gricoltura a città della cultura... La domanda che ci face-vamo era: perché chi passa dall’autostrada A14 dovreb-be decidere di uscire al ca-sello di Forlì? Individuam-mo allora alcuni poli su cui lavorare per caratterizzare la città, quello culturale e ospedaliero, del commercio e tecnologico-aeronautico, del centro storico e univer-sitario.

Quali furono le principali difficoltà?Su ogni proposta c’era da combattere. Il nuovo ospe-dale a Vecchiazzano non piaceva, c’è chi lo voleva mantenere in centro a Forlì; contro la tangenziale ci fu una raccolta di 5mila fir-me... Per la riqualificazione dell’ex Eridania c’è stato un processo, conclusosi dopo 7 anni con l’assoluzione; per l’aeroporto un’inchiesta della Procura, finita con una seconda archiviazione qualche mese fa. Furono anni intensi, in cui stava cambiando l’immagine della

città e c’era la possibilità di incidere davvero nella scelta della direzione da prendere.

A proposito del polo aeronautico, è forse al momento quello più problematico... La questione aeroporto è sempre stata il mio pallino. Il polo tecnologico-aero-nautico forlivese, composto

da Itaer, Ingegneria Aero-spaziale, Enav e Ridolfi, senza lo scalo in funzione non sta in piedi. Deve ria-prire al più presto, le con-dizioni sembrano esserci, serve un piano industriale solido e almeno un milione di euro subito, per poterlo rimettere in funzione dopo 3 anni di chiusura.

RoBERTa BRunazzi

Ospedale, San Domenico, tangenziale: i grandi progetti partiti venti anni faLa Forlì della Giunta Rusticali

Da primo cittadino, vent’anni fa ha gettato le basi della Forlì di oggi. È quasi scontato, quindi, chiedere a Rusticali come vede la Forlì di domani: “Il futuro non sarà male”, dice. “Anche se i fondi sono pochi e la collaborazione tra chi amministra e i partiti è meno forte di un tempo. Per rendere la città sempre più attrattiva dobbiamo puntare sulla vivibilità, che è sempre stata una prerogativa di Forlì. Comincian-do dal centro storico, che va aiutato con iniziative a carattere continuativo. L’Università e il polo del San Domenico sono fiori all’occhiello per la crescita culturale, su cui intervenire con la sistemazione di piazza Guido da Montefeltro e l’individuazione di un buon sistema gestionale per i musei e per il San Giacomo. Poi c’è la sanità: l’ospedale forlivese deve mantenere l’eccellenza raggiunta, pur nella più ampia cornice dell’area vasta. E se proprio vogliamo essere vincenti - conclude Rusticali - dovremo dare una sistemata anche al settore sport, che a livello di squadre di punta è al momento in difficoltà”. (R.B.)

La città del futuro: ricette dell’ex sindaco

Abbiamo chiesto a Pierfrancesco Cornacchia, imprenditore agricolo e presidente della Commis-sione prezzi agricoli della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, di illustrarci lo stato dell’agricol-tura provinciale relativo al primo semestre 2015. Ecco alcune sue considerazioni.“Dopo un’annata agricola negativa come quella del 2014, l’agricoltura nel 2015 ha dovuto fare i conti con il maltempo in inverno e primavera. L’eccesso di piogge ha causato gravi danni alle colture nel periodo della fioritura e gli allagamenti ai terreni, dovuti anche al mancato sgrondo delle acque, ha ritardato di 30-40 giorni i trapianti e le semine primaverili.Nel dettaglio il semestre in agricoltura può essere così sintetizzato.Nel settore dell’allevamento, i bovini sono in diminuzione come numero di stalle ma stazionari come numero di fattrici.I prezzi ormai da tempo sono fermi e riescono a superare di poco i costi.Anche nel comparto suinicolo si assiste a una ri-duzione del numero di capi, con aumento dell’im-portazione dall’estero. I prezzi sono gravemente negativi, non compensati dalla lieve riduzione dei costi dell’alimentazione.Segnali negativi anche per gli ovini, sia nell’alleva-mento che nel macello, con prezzi al di sotto della marginalità.Brutti segnali arrivano anche nel settore cereali e foraggi: i cereali registrano una diminuzione del 10% in pianura e del 20% in collina della superficie investita, con un calo della produzione oscillante fra il 30-35%.Prezzi soddisfacenti, invece, per il grano duro, stazionari per grano tenero e orzo.Per quanto riguarda i foraggi, la produzione è nella media ma i prezzi sono in forte calo.Il comparto ortofrutticolo è altalenante: albicoc-che e ciliegie con prezzi soddisfacenti, ma con un calo di produzione che si aggira attorno al 50%. Pesche, nettarine, susine registrano una produ-zione normale, ma i prezzi ormai non coprono le spese.Normale la produzione degli ortaggi, ma con prezzi non più remunerativi.Da ultimo una previsione sulla prossima vendem-mia: se non ci saranno vicende particolari avremo un’annata nella norma, come qualità e quantità”.

La ripresa... rinviata

agricoltura

Franco Rusticali nella sede della Fondazione cardiologica Mi-riam zito Sacco, da lui presieduta. nella foto piccola la Giunta

Rusticali al lavoro, nel 2003, per la tangenziale

23 luglio 2015

Forlì sette giorni di Beppe Brescia

Don Quinto Fabbri in piazza sulla Sindone

Terzo e ultimo appuntamento del Circolo della Stampa di Forlì-Cesena in occasione dell’evento “Impazza la Piazza”. Sabato 18 luglio, nell’emiciclo di piazza Saffi, il Circolo della Stampa in collaborazione con “L’Edi-cola in... Piazza Saffi” ha invitato don Quinto Fabbri, parroco in Basilica, a parlare sul tema “Il mistero della Sindone”. Avvalendosi di modellini in legno appositamente confezionati, don Quinto ha illustrato come avveniva la crocifissione ai tempi dei romani e la compatibilità dell’effige sulla Sindone con la presenza di un corpo umano, fustigato, percosso e crocefisso. Difficile dare una risposta univoca al tema della veridi-cità della Sindone: l’incontro ha comunque fornito una cornice ben definita entro cui restringere le valutazioni e le argomentazioni di ciascuno.

Avis crescono le donazioni di sangue nel 2015

Buone notizie sulla raccolta sangue. L’Ausl ha reso noti i principali dati di raccolta relativi ai primi cin-que mesi del 2015. Sono state 23.133 le donazioni di sangue da gennaio a maggio, 228 in più rispetto allo stesso periodo del 2014, in cui le donazioni effettua-te erano state 22.905. È aumentato anche l’utilizzo del sangue, passando dalle 20.161 unità di globuli rossi concentrati del 2014 alle 20.621 del 2015. Per quanto riguarda i nuovi donatori, nel 2014 sono stati 5.718 i cittadini che si sono presentati nei Punti di Raccolta con il desiderio di donare il proprio sangue e di questi sono stati sottoposti per la prima volta alla donazione in 3.998. Il territorio dell’Azienda Usl della Romagna ha potuto contare nell’anno 2014, complessivamente, su 31.986 donatori periodici.

Start Romagna, Prati lasciacol primo bilancio in attivo

Paolo Prati (nella foto), presidente di Start Roma-gna dal 2013, per motivi personali ha presentato le dimissioni all’assemblea dei soci del 16 luglio scorso, con un anno d’anticipo alla scadenza del mandato, per poter stare più vicino alle proprie società. Al suo arrivo la società aveva un buco da quasi due milioni di euro registrato nel 2012, mentre il bilancio 2014 presentato all’assemblea, è per la prima volta in posi-tivo, per quasi 129mila euro. Cresciuti di circa il 5% i ricavi dai biglietti (19,5 milioni di euro), e del 23% le multe a chi viaggia senza, per un incasso di circa 1,1 milioni. “Abbiamo ritrovato un equilibrio economico - afferma il presidente uscente - e il merito è dei di-pendenti, per i quali vanno ora eliminate le differenze da bacino a bacino”.

Franco Sami governatoredel Distretto Lions 108/a

Dopo molti anni la carica di Governatore del Distretto Lions 108/a (che comprende Romagna, Marche, Abruzzo e Molise) torna ad un forlivese. Franco Sami (nella foto) del Lions Club Forlì Host è il nuovo governatore distrettuale: il passaggio delle cariche è avvenuto domenica 19 luglio a Forlì, all’au-ditorium di San Giacomo, per la prima volta allestito come sala convegni per accogliere 400 soci da tutto il Distretto. Il passaggio delle cariche, durante la cerimonia ufficiale, è avvenuto con il Governatore uscente, Nicola Nacchia. I Lions sono la prima asso-ciazione di solidarietà nel mondo, che opera in 210 Paesi con 1,4 milioni di soci: nel solo Distretto 108/a i soci Lions sono oltre 3.500, i Club sono 86, mentre quelli Leo (riservati ai Lions sotto i 30 anni) sono 16.

Aperto il 16 luglio il cantiere per il recupero del Mercato Coperto di piazza Cavour, con chiusura lavori prevista entro luglio 2016. Un anno di tempo per il ripristino della struttura di piazza Cavour, passo fondamentale per il rilancio dell’area come polo enogastronomico del centro storico. “Lo chiameremo Foro Annonario, com’era in origine”, annuncia il sindaco Drei. Via la tettoia, con un bar ristorante al suo interno, sarà aperto anche di sera, con la piazzetta centrale, oggi piena di chioschi, a fare da fulcro. Il costo del progetto è di 680mila euro: fuori dai finanziamenti resta l’abbattimento della tettoia, oltre all’eventuale restyling degli edifici e la nuova illuminazione. Un intervento da altri 180-200mila euro.

Mercato coperto, avviatii lavori per il recupero

sette giorni

Electrolux, operai in sciopero per il troppo caldo

Operai in sciopero all’Electrolux di Forlì il 17 luglio, per le temperature eccezionali raggiunte nei capanno-ni dello stabilimento, con punte sopra i 40 gradi. Lo sciopero è stato proclamato dalla Rsu unitaria-mente, “Dopo che il direttore del personale - riferi-sce una nota della Fiom Cgil - ha rifiutato un incon-tro al sindacato”. L’adesione è stata pressoché totale tra gli operai, oltre il 95%. “Diversamente da altri stabilimenti del gruppo - spie-ga Cinzia Colaprico della Rsu - le temperature elevate e l’umidità rendono insopportabili le condizioni di lavoro. L’insensibilità alle condizioni degli operai, da parte della dirigenza aziendale, che se ne sta al fresco dei condizionatori, è vergognosa e contraria a qualsiasi etica”.

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Foto Frasca

23 luglio 2015

Il percorso di questa set-timana ha inizio nei pressi del Museo della Forestale, oltre il ponte sul torrente Camaldoli in direzione Bibbiena, dove il sentiero 72 si distacca, sulla sinistra, dalla strada asfaltata. Si tratta di un’antica mulat-tiera acciottolata che sale rapidamente tra gli abeti, offrendo subito una bella vista dall’alto del mona-stero ma chiedendo anche di procedere misurando le forze. Dopo 5 e 15 minuti

di cammino si incrociano due bivi ai quali terremo la sinistra ed in capo ad un’o-ra giungeremo al Rifugio di Cotozzo (a quota 1.114 m.), annunciato da un viale di aceri.Una volta ritemprati alla fonte posta di fronte al piccolo edificio in muratu-ra, si riprende il cammino lasciando il sentiero 72, che porta a Badia Prataglia passando per Poggio Bro-gli, per prendere a sinistra lo splendido sentiero 70

che sale da Serravalle e che ci accompagnerà dolcemente fino all’eremo. Alcuni saliscendi portano, infatti, ai 1.171 m. di Prato ai Meli (il punto più in alto dell’anello) da cui si piega decisamente a destra per scendere alla Fonte della Duchessa. Da qui il sentiero prosegue pianeg-giante fino alla Provin-ciale asfaltata e, quindi, in discesa, approfittando delle scorciatoie boschive, fino all’Eremo.

Effettuata la doverosa visita al complesso - non se ne avesse avuto occasione in precedenza - si prende a sinistra lungo la cosiddetta “Corta” che ci riporterà in meno di un’ora al Mona-stero. Lungo il sentiero incrociamo, dopo circa 300 m, il laghetto Traversari, scavato nella prima metà del Quattrocento per alle-vare tinche, anguille e pesci per i monaci. Diviso in due parti da una passarella, il laghetto dà ospitalità, oltre che ad una vegetazione quanto mai varia (tra cui la mentha aquatica), alle specie protette del tritone punteggiato e di quello alpestre. Imboccato quindi il sentiero “68” si scende rapidamente alternando scorciatoie boschive a tratti su asfalto, fino ad arrivare alle Tre Croci - che fino al 1866 hanno segnato il limite della clausura eremi-tica - circondate da abeti bianchi secolari, tra i quali spicca - con i suoi 44 metri - quello più alto dell’intera foresta di Camaldoli. Poco più in basso incrociamo la

cappella di San Romualdo, eretta nel Tardo Medioevo a ricordo di un prodigio del Santo, sfidato dal demonio che voleva gettarlo nel vicino Tellito, e, scendendo ancora, nei pressi dei resti del ponte fatto costruire

dal priore Allegri nel 1458, quando ormai è in vista il Museo della Forestale da cui siamo partiti, la cap-pella della Madonna della Neve, edificata a sua volta a metà del Quattrocento.

VERonica FRanco

territorio7

Estate all’aria aperta

Tra l’eremo e il monastero

Come anticipato la scorsa settimana, ci fermiamo a Camaldoli per un secon-do anello che congiun-ge il monastero (a 813 metri) all’eremo (a 1.103 metri) passando dal rifu-gio Cotozzo, attraverso un sentiero che, dopo lo strappo iniziale, diventa tanto facile quanto ricco dal punto di vista natu-ralistico. La lunghezza - circa 8,5 chilometri - ne consente il compimento in poco meno di 3 ore.

Edificato a partire dal 1046, quando nei pressi della chiesa i monaci costruirono un piccolo ospedale (di cui si conserva solo l’antica farmacia in cui venivano lavorate le erbe per i preparati galenici), il comples-so monastico di Fontebuona è composto dall’antico ospizio, dalla chiesa e dal mona-stero.Il primo risale già all’XI secolo quando venne costruito il chiostro detto di Maldolo, che tuttora funge da sala di accoglienza per i visitatori. Ai primi anni del XV secolo risale invece il secondo chiostro, detto dei Fan-ciulli perché fu edificato per dare alloggio ai novizi richiamati dalla neonata scuola di preparazione culturale. Nella seconda metà del Quattrocento alloggiò qui anche Loren-zo il Magnifico, insieme a Marsilio Ficino, Leon Battista Alberti, Cristoforo Landino e altri letterati della sua corte. Per le loro dispute il priore Allegri fece ristrutturare il piano superiore del chiostro di Maldolo, conservatosi pressoché inalterato.La chiesa, dedicata a San Donato e a San Ilariano, sorge sull’area occupata dalle quat-tro chiese succedutesi nel corso dei secoli, a partire da quella distrutta in seguito all’in-cendio del 1203. La seconda venne ricostru-ita all’inizio del XIII secolo e decorata nel 1361 da Spinello Aretino. All’inizio del XVI secolo l’edificio venne totalmente ricostru-ito sul modello del monastero camaldolese

di San Michele a Venezia, mentre l’ultima ristrutturazione data al XVIII secolo ed ha visto, tra l’altro, la creazione delle cappelle laterali, la suddivisione dello spazio absidale in due piani (sacrestia e coro monastico, con stalli in noce del 1774) e il passaggio dal soffitto a cassettoni all’attuale a volta. Tra le opere d’arte che la decorano si segnalano le sette tavole dipinte da Giorgio Vasari per la chiesa cinquecentesca. Il monastero, ampliato a sua volta nel Cinquecento, è raccolto intorno al chio-stro centrale. Degni di nota nel refettorio, completato nel 1609, la tela secentesca del Pomarancio che occupa l’intera parete di fondo e, ai lati del pulpito, due opere di Lorenzo Lippi.

Dato alle stampe nel 1924 (all’inter-no del primo tomo de “Le faville del maglio”), Il secondo amante di Lucrezia Buti raccoglie e rielabora materiali autobiografici sparsi che fanno capo agli anni di formazio-ne trascorsi al Convitto Cicognini di Prato (tra il 1876 ed il 1880) ed al soggiorno a Romena del 1902, facendo propria la tecnica composi-tiva del frammento di prosa poetica portato in auge da “La Voce” per confermare una volta di più la sua predestinazione al ruolo di poeta e di vate. Il titolo fa riferimento alla vicenda amorosa tra Filippo Lippi e Lucrezia, monaca nel monaste-ro di Santa Caterina di Prato, che il pittore volle come sua modella per la tavola della Madonna che dà la Cintola a san Tommaso e che quindi rapì - facendone la sua compagna di vita - proprio in occasione della processione della Sacra Cintola. D’Annunzio, rapito dalla sua bellez-za, se ne propone in queste prose come nuovo amante. Così come si assimila ai grandi nati in queste ter-re: “Mi cerco e mi ricerco in questo Casentino di passione e di preghie-

ra, come già mi cercai e ricercai nel suolo aspro dove nacqui e nel dolore di colei che mi portò. Se nato non fossi nella terra d’Abruzzi, vorrei esser nato qui, nella terra della Verna e di Michelagnolo”. E combinando ancora passione e preghiera, il finito dell’arte con l’infinito del pensiero: “Verba sicut ceram formamus et fingimus. [...] Formo d’animo e gitto di bronzo; e attendere non posso. [...] La colata è di sangue bono; e ne’ rami di gitto, nei numeri del verso, mi discende dal cervello. Tanto fervore, tanto vigore, tanto furore in una stanza angusta come una cella di Camal-doli! Della cella di san Romualdo mi piace che qui non ci sia se non la mola senza stanga, di bona pietra; e dopo il gitto la scarpellerò. Dentro ci voglio ritrovare il dio vero”.

Il complesso monastico di Camaldoli “Il secondo amante di Lucrezia Buti” di Gabriele d’Annunzio

da vedere da leggere

Una pagina dedicata a chi ama la Romagna con i suoi tesori naturali ed artistici.Una piccola guida per chi si mette in viaggio in auto o a piedi.Una lettura per chi, rimanendo in casa, desidera comunque sognare.

Camaldoli, 8.5 chilometri percorribili in tre ore con un dislivello di 300 metri

Salita al cotozzo

Laghetto Traversari

Fonte duchessa

Foto Frasca

23 luglio 2015territorio 8

Val Montone - Rabbi

Si è aperta martedì 21 luglio a Rocca San Cascia-no, per il settimo anno consecutivo, la rassegna estiva dei mercatini serali “Rocca delle Meraviglie”, con la partecipazione delle bancarelle di artigiani, arti-sti e hobbisti. “I mercatini di Rocca - affermano gli organizzatori di Comune e Pro Loco - sono eventi eccezionali, che riescono a stupire i visitatori”. Ogni appuntamento dalle 18.00 in poi presenterà un tema diverso, con una grande esposizione. Dopo le auto e moto d’epoca della prima serata, in omaggio al “Rombo delle Meravi-glie”, si prosegue martedì 28 luglio con “Giocolandia delle Meraviglie”, martedì 4 agosto con “Meraviglio-se Quattro Zampe” e l’11 agosto con “Arte e moda delle Meraviglie”. Com-menta il sindaco, Rosaria Tassinari: “Speriamo di portare anche quest’anno migliaia di persone, come nelle precedenti edizioni, perché Rocca offre varie attrazioni architettoniche, culturali e storiche, che si aggiungono alla squisita ospitalità degli abitanti. I

mercatini sono un modo per riappropriarsi della piazza, in compagnia degli amici, un’iniziativa che piace molto agli abitanti del paese, della valle del Montone e della Romagna. E la presentazione di libri aggiunge spessore cultu-rale all’iniziativa, grazie ad importanti autori”. Dopo il libro di Francesco Billi di Castrocaro, “Il Raccon-to Postale della Grande Guerra” (Il Ponte Vecchio Editore), martedì 28 luglio sarà presentato il volume “Pinida” di Emanuele Pini e Ida Cenni (Il Ponte Vecchio); martedì 4 agosto “Noi e i nostri amici a quattro zampe per una convivenza senza proble-mi” di Gianluca Vasumi e Luca Righini e, infine, martedì 11 agosto “Sala D’Aspetto. Metafora della Vita” (In Magazine). Ad affiancare il tema centrale della serata diversi even-ti collaterali, fra cui un laboratorio creativo per bambini e l’intrattenimen-to musicale di vari gruppi. Conclude il sindaco Tassi-nari: “Una visita ai merca-tini di Rocca San Casciano è l’occasione per passare

una serata sulle colline della Romagna Toscana e ritrovarsi circondati da mille meraviglie, anche

per gli stessi abitanti che vogliono conoscere meglio il proprio paese”.

QuinTo cappELLi

La famiglia Giannelli a Premilcuore ha dato notabili, imprenditori e politici, due sindaci ed un consigliere provinciale, ai tempi in cui Premilcuore era ancora sotto Firenze. Si tratta del casato più antico del paese; le prime notizie risalgono al 1600. Di proprietà ancora oggi c’è l’omonimo palazzo che si affaccia sulla piazza del municipio, un edificio composto da quattro unità accorpate disposto su un blocco di tre piani. Parte della storia della famiglia Giannelli viene oggi resa per la prima volta pub-blica con l’esposizione di cartoline che vanno da inizio Novecento fino al termine della Prima guerra mondiale, visibili al centro visite del Parco per tutta l’estate. Duecento foto-grafie che rappresentano

uno spaccato sull’Italia del tempo, raccontandone storia e geografia. Si va dalle cartoline delle grandi città alle terme, come San-gemini e Chianciano, dai primi ombrelloni di Forte dei Marmi ai monasteri della Verna e Camaldoli, fino a luoghi ancora oggi sconosciuti alla maggior

parte dei cittadini come Vobarno o Induno, Introd e Premariacco, in tutto una sessantina di città e paesi anche all’estero, come Zermatt e Locarno. L’esposizione contiene alcune “chicche” che nel giornalismo attuale non si esiterebbe a definire scoop. Come la fotogra-

fia della casa diroccata a Mortano di Santa Sofia dopo il terremoto del 1918, oppure lo scatto che immortala il duce Benito Mussolini sulla porta della casa natia a Predappio (a quei tempi ancora Dovia) in occasione della visita compiuta il 15 aprile 1923. Ma lo scatto probabilmen-te più importante riguarda la posa della prima pietra della chiesa di Sant’Anto-nio a Montepaolo di Do-vadola, il 29 giugno 1908. Proprio le cartoline della Romagna, da Cesena a Forlì o Bellaria, insieme ai comuni limitrofi Tredozio, Modigliana, Rocca, Porti-co, Dovadola, Castrocaro e Santa Sofia hanno ampio risalto, in questa rassegna imperdibile per viaggiare nella storia e geografia di inizio Novecento.

RiccaRdo RiniERi

Rocca S. Casciano: tornano i mercatini la sera del martedì ogni settimana fino all’11 agosto

Premilcuore: nella raccolta la foto della posa della prima pietra della chiesa di Montepaolo

In piazza con artigiani e hobbisti

Le cartoline della famiglia Giannelli

HOTEL GRANDUCAproprietà e gestione Tassinari47010 Loc. Campigna (FC) - ItalyTel. (+39) 0543.980051Fax (+39) [email protected] 1343340400

Benedizione e posa della prima pietra della chiesa di S. antonio a Montepaolo

Ausl Romagna: atto organizzativo e piano strategico Il 3 luglio scorso si è concluso il lungo confronto, iniziato a metà maggio, fra Cgil, Cisl, Uil Romagna e la direzione generale Ausl Romagna sul nuovo assetto organizzativo dell’Azienda, nel corso del quale i sindacati hanno chiesto ed ottenuto, oltre ad importanti integrazioni sull’assetto aziendale, l’adozione di un Piano strategico condiviso, come strumento col quale, valorizzando le vocazioni presenti nei vari presidi e implementando nuove funzioni, si consegua la prospettiva di crescita e di investimenti per concretizzare potenzialità uniche nel contesto regionale.

Pensionati ancora in attesa di convocazione da parte dell’InpsI sindacati dei pensionati Spi-Fnp-Uilp sono da tempo in attesa di essere convocati dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, per definire un nuovo pro-tocollo di relazioni teso a creare un rapporto più costruttivo, indispensabile per affrontare i nume-rosi e urgenti problemi che assillano la previdenza italiana. Il ritardo è emerso nella recente riunione, tenutasi a Roma, degli esecutivi unitari delle tre sigle sindacali.

Assegno sociale e pensione socialeL’assegno sociale, in vigore dal 1° gennaio 1996, è una prestazione assistenziale che prescinde dal versamento di contributi previdenziali e spetta ai cittadini che si trova in condizioni economiche disagiate ed abbiano situazioni reddituali particola-ri, previste dalla legge. Il diritto è basato sul reddito personale per i cittadini non coniugati, o su quello cumulativo per quelli coniugati, ed è concesso con carattere di provvisorietà e di verifica annuale dei requisiti di reddito e di residenza. Non è rever-sibile ai superstiti, non è esportabile e non può essere erogato all’estero. L’assegno sociale spetta ai cittadini italiani, ai comunitari ed extracomuni-tari titolari di carta di soggiorno di lungo periodo che risiedono abitualmente in Italia per almeno 10 anni, dal 1° gennaio 2009. Anche per l’anno 2015 è richiesto il requisito anagrafico del compimento di 65 anni e 3 mesi. L’importo massimo erogato per l’assegno è di 448,51 euro mensili, per 13 mensilità. La pensione sociale, attualmente sostituita dall’as-segno sociale, è una forma assistenziale che l’Inps concede agli ultra 65enni residenti in Italia e privi di reddito, o con reddito inferiore a 309,63 euro mensili (la misura della pensione sociale attuale), che hanno maturato i requisiti entro l’anno 1995.

Rifiuti di apparecchi elettrici ed elettroniciCol D.L. n°49 del 2014 è stata modificata la normativa relativa allo smaltimento dei rottami di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Resta l’obbligo di destinare i rifiuti (piccoli e grandi elettrodomestici, telefoni cellulari, televisori, computer, giocattoli elettrici, lampadari, ecc.) alla raccolta differenziata gestita dai Comuni o da aziende apposite, come Hera. Non rispettare tale obbligo può venire a costare caro: una sanzione da 300 a 3mila euro, oltre ad eventuali altre previste dai singoli Comuni. È confermato il diritto degli acquirenti di un prodotto simile al rottamato, di affidare al venditore, all’atto dell’acquisto, l’onere del ritiro del vecchio.

Chiusura estiva dei nostri uffici Informiamo i nostri iscritti e simpatizzanti che gli uffici del Sindacato pensionati Cisl Romagna saranno chiusi in tutto il territorio romagnolo dal 3 al 21 agosto prossimi. Buone vacanze a tutti.

notiziario pensionati

a cura della F.n.p.-Cisl Forlì, Piazza del Carmine 20 - tel. 0543 26007

23 luglio 2015 territorio9

Val Bidente

Campigna, il cuore verde del Parco nazionale delle Foreste casentinesi monte Falterona e Campigna. La stazione turistica più rinomata di tutta la Roma-gna e del vicino Casentino è facilmente raggiungibile dai due versanti dell’area protetta tosco-romagnola, attraverso la provinciale 4 del Bidente.Luogo storico di villeggia-tura in tutte e quattro le stagioni, è l’unica stazione invernale completa della Romagna e attira migliaia di turisti e sportivi ogni anno. La forza di Campigna è fatta di pochi ingredienti. Un ambiente naturale di ca-ratura europea (leggi Sasso Fratino, la foresta bioge-netica, i prati della Burraia, le vette di Monte Falco e Falterona), in parte mo-dellata dall’uomo a partire dalla regola benedettina dei Camaldolesi che da queste parti, subito dopo l’anno Mille, hanno incentivato la coltivazione dell’abete bianco. Una gestione unita-ria e responsabile dei beni naturali a partire dai Lorena con il selvicoltore Carlo Siemoni, lo Stato italiano con l’azienda demaniale a

cui ha fatto seguito quella del corpo forestale prima e del Parco nazionale poi. Infine la presenza di alcuni lungimiranti operatori privati che hanno saputo, nel corso del tempo, offrire servizi turistici e ospitalità di ottimo livello. Qui il tu-rista non è un numero, ma un amico. Nello specifico poi, grazie all’azione con-giunta dell’ufficio territo-riale biodiversità di Prato-vecchio e dell’ente parco, tante sono le opportunità per visitare Campigna e i suoi dintorni. Una lunga e segnalata rete escursionista che favorisce gli itinerari a piedi, in mountain bike, a cavallo e con gli sci o le

racchette da neve, i sentieri natura, il museo forestale e il punto informazioni La Villetta, parcheggi per auto e camper sono gli ingredienti del successo di Campigna, senza dimen-ticare che le curve ardite e le salire della Bidentina fa-voriscono anche il ciclismo su strada e il motorismo e, naturalmente, nei momenti giusti, quello dei cercatori di funghi. Luogo di natura, di ospitalità, di lavoro in foresta, ma anche labora-torio all’aria aperta per la scienza. Da Pietro Zan-gheri, il grande naturalista forlivese, in poi, tante sono state le scoperte scientifiche in questa parte di Appen-

nino. Variegata l’offerta turistica. Dall’Alpen Bar ai rifugi classici come quello Cai Città di Forlì, che da sempre punta a diffondere la cultura alpinistica e della montagna a quello della Capanna, conosciuto so-prattutto dagli appassionati degli sport invernali. Ed ancora lo Chalet Burraia a fianco degli ampi e splen-didi prati della Burraia che, con la nuova gestione, ha puntato su una gastro-nomia di qualità insieme all’offerta di escursioni gui-date in tutte le stagioni. Nel centro di Campigna c’è l’al-bergo Lo Scoiattolo, gestito dalla famiglia Amadori, con cucina tosco-romagnola e un’ampia sala polivalente al servizio degli ospiti, e l’hotel Granduca, gestito dalla famiglia Tassinari fin dal 1930 che, oltre alla cucina di qualità, mette a disposizione un’ampia area spa e relax e una piscina esterna. Infine l’agriturismo Poderone di Lorenzina Be-nilli, un grande fabbricato rurale di pietra ristrutturato, ambiente informale con i piatti della tradizione tosco-romagnola.

oScaR Bandini

Amanti della musica, della cultura, della buona cucina, della natura: l’alta valle del Bidente organizza il fine settimana per tutti. Musica e parole sono protagoniste nell’affascinante cornice dei Poderi dal Nespoli, a Cusercoli: venerdì 24 luglio Roberto Mercadini e i Pun-to e virgola con “Numeri e Nuvole” introducono un viaggio di canzoni, poesie, logica e follia (ore 21.30, ingresso a pagamento, info: 0543.989904). Venerdì 24 e sabato 25, a Santa Sofia, la musica incontra l’arte e l’enogastronomia durante il “Brusatopa Live Festi-val” nell’area del Parco di Sculture, lungo il Parco Fluviale che costeggia il Bidente, dj set dal tardo pomeriggio, concerti (The strikeballs, Balca Bandanica e The urgonauts venerdì 24, seguiti da Enri Zaval-

loni, Lumiere+Francobeat e Duo Bucolico sabato 25) ed esposizioni artistiche curate dall’associazione SpazioArte. Per l’occa-sione Osteria da Fischio, Fiaschetteria di Mortano e Bar La Loggia uniscono le forze per offrire delizie enogastronomiche dell’alta val Bidente. Chi ama inve-ce la natura può conoscere meglio il lupo, misterioso ed affascinante predatore dell’Appennino, durante la serata organizzata da Quo-ta900 al Punto Informativo La Villetta di Campigna. Qui, sabato 25 alle 21.00, sarà possibile conoscere il progetto Wolfnet nel Parco Nazionale e assistere alla proiezione del documenta-rio “Progetto Lupo”, insie-me al fotografo e docu-metarista Andrea Dalpian (info: 366.1676466).Domenica 26, infine,

il Parco Nazionale del-le Foreste Casentinesi propone la giornata “In bici e scarponi”. Tante le attività organizzate: alle 9.30 ritrovo presso l’Ecomuseo delle Acque Idro per un escursione con “Bici, scarponi e battello” fino alla Foresta della Lama (info: 0543.917912), alle ore 10.00 partenza invece

dal Mulino di Culmolle per giungere alla Lama con bici a pedalata assistita, accom-pagnati dalla guida MTB Massimo Schiumarini (info: 0543.913039). Per gli amanti delle lunghe pedala-te, infine, ritrovo in località Cancellino alle 10.00 per giungere, dopo 20 chilome-tri, alla Foresta della Lama (info: 0575.559477).

Campigna: un viaggio per conoscere le bellezze paesaggistiche insieme ad operatori lungimiranti

Alta val Bidente: dal progetto Lupo all’escursione con bici, scarponi e battello fino alla Lama

Dove il turista è anche un amico

Appuntamenti tra natura e cultura

cusercoli

La parrocchia di Cusercoli celebra domenica 26 la festa della Beata Vergine Madre di Misericordia. In preparazione alla festa, giovedì 23 avrà inizio il triduo di preghiera con la messa alle 18.30. Il triduo continuerà venerdì 24 e sabato 25 con la messa alle 20.00. Domenica 26 messe alle 7.30 nella chiesa parrocchiale, alle 11.00 nella chiesa del castello celebrata dal neo vescovo di Modena-Nonatola, mons. Erio Castellucci, e alle 20.45 processione solenne presieduta dal parroco don Massimo Masini.“Anche noi possiamo vivere la gioia del Vangelo praticando la misericordia - afferma don Masini - possiamo condividere le difficoltà di tanta gente, delle famiglie, specialmente quelle più fragili e segnate dalla crisi economica. Le famiglie hanno bisogno di sentire la carezza materna della Chiesa per andare avanti nella vita coniugale, nell’edu-cazione dei figli, nella cura degli anziani e anche nella trasmissione della fede alle giovani genera-zioni”.In occasione della festa, tutte le sere ricco pro-gramma di intrattenimenti con spettacoli, sfilata di abiti da sposa il 25 luglio e recita dei ragazzi del centro estivo il 26.

Festa della Madonna della Misericordia domenica 26

• dopo scuola• centro estivo diurno• attività laboratoriali• organizzazione feste in collaborazione con altre associazioni

Via P. Nefetti 3/D - 47018 Santa [email protected]

348.5194348

PRINCIPALI ATTIVITÀ

23 luglio 2015

Le proposte culturali del Momento

cultura 10

Il 13 luglio è morto nella sua Lucca, dov’era nato nel 1912, Arturo Paoli.Una vita lunghissima, spesa al servizio della Chiesa e dei poveri che lui definiva “i miei veri maestri”.Il volume che presen-tiamo raccoglie i suoi scritti giovanili, che vanno dall’ordinazione sacerdotale, nel 1940, alla sua dipartita da Lucca, gli anni di paura e dolore della seconda

guerra mondiale e quelli di liberazione e speranza del dopoguerra. In questi scritti c’è già “in nuce” tutto l’Arturo Paoli futuro: l’ispirazione al messaggio di Cristo, l’obbedienza alla Chiesa, la distinzione fra assistenza e carità, la sete di giustizia, l’amicizia, l’aiuto agli oppressi, la contra-rietà al materialismo di qualsiasi tipo, la coerenza tra fede e condotta, la polemica con i ‘cattolici borghesi’, la distinzione fra fede e politica, il pluralismo, l’attenzione alla formazione dei giovani, il misticismo. I testi come annota nella presentazione la curatrice Silvia Pettiti “si collocano fra quelli che Paoli ha definito ‘gli anni più belli e più duri della mia vita’, poiché ‘è una grazia co-minciare il sacerdozio in tempo di guerra’ e i cosiddetti ‘giorni dell’onnipotenza’ che Arturo Paoli visse a Roma ai vertici della Gioventù di Azione Cattolica, quando la chiesa e il cattolicesimo in Italia celebravano il trionfo dei valori cristiani contro il comunismo”.Seguirà, nel 1954, la “rottura” con la gerarchia eccle-siastica, (ma conservando un rapporto di profonda amicizia con monsignor Montini, il futuro papa Paolo VI) e poi l’inizio del peregrinare nel mondo, la decisione di entrare nei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld e la scelta di vivere in mezzo ai poveri dell’America Latina. Un testo importante, per capire da dove nasce e come si alimenta una scelta di vita alla luce del Vangelo.

Arturo Paoli EDB Editore - Euro 16,50

Chi ha diritto di dirsi cristiano?

Intervista a Rocco Ronchi, anima del corso in programma dal 21 al 25 luglio

“Praxis”, a scuola di filosofia

“Con la parola ‘evento’ - spiega il noto filosofo forlivese Rocco Ronchi (nella foto) - si intende, da un lato, l’oggetto della filosofia, tradizionalmente battezzato ‘l’essere’, dall’al-tro, si intende la filosofia stessa, che non è un sem-plice fatto tra gli altri della storia culturale umana, ma il modo in cui gli umani hanno fatto esperienza del loro essere situati nella natura come parte del-la natura”. Praxis, la cui direzione scientifica porta la firma di Rocco Ronchi e Carlo Sini, è condotta dai filosofi Carlo Sini, Rocco Ronchi, Florinda Cambria, Federico Leoni, Vittorio Morfino, Riccardo Panat-toni, Rossella Fabbrichesi e Davide Tarizzo. Lo scopo di questa scuola di filosofia è quello di rispondere al diffuso bisogno di filosofia teoretica, che non sempre trova soddisfazione negli ambiti istituzionali prepo-sti al suo insegnamento. Praxis è dunque un modo diverso di “fare scuola”.“Fare scuola - precisa Ronchi - significa creare

occasioni di pensiero. Una scuola di filosofia non è un posto in cui si apprendono dei contenuti. O, almeno, non è soltanto questo. In una scuola di filosofia l’attenzione deve essere rivolta al ‘come’ si pensa, piuttosto che al ‘che cosa’ si pensa. Per questo, quan-do presentiamo Praxis, insistiamo sul tema della ‘postura’ corretta ed effica-ce del pensiero”. Il corso prevede quattro seminari (riservati ai soli iscritti) tenuti nella mattinata da una coppia di docenti al Palazzo Romagnoli; quat-tro lezioni pomeridiane tenute dagli stessi docenti della mattina e aperti al pubblico all’oratorio di Santa Caterina e un semi-nario conclusivo, con la

partecipazione di docenti ed iscritti sul tema generale della scuola che avrà luogo nel refettorio dei Musei del San Domenico. I titoli dei seminari sono i seguenti: Federico Leoni - Riccardo Panattoni: Simultaneità: alla lettera; Rossella Fab-brichesi - Rocco Ronchi: Vita e Potenza; Vittorio Morfino - Davide Tarizzo: Evento e Temporalità; Flo-rinda Cambria - Carlo Sini: Cominciamento e Inizio. Visto l’alto numero degli iscritti, si prevede anche per quest’anno il successo dell’iniziativa. “La ragione del successo della filosofia oggi - conclude Rocco Ronchi - nel mondo, è semplice. Non è affatto vero che la filosofia sia marginale o che debba tra-

vestirsi da ‘consulenza filo-sofica’ per poter sopravvi-vere. La filosofia è più che mai al centro del nostro mondo e non ha bisogno di pagliacciate. Tutte le grandi questioni politiche, economiche, religiose che ci agitano, sono, in ultima analisi, questioni puramen-te filosofiche; direi, anzi, che sono questioni ‘metafi-siche’. I giovani se ne ren-dono perfettamente conto. Sanno che per andare al cuore dei problemi non c’è più tempo per divagare. Bisogna andare al sodo per provare a risolverli. Ed è per questo che, nonostante tutto, la filosofia continua ad attrarli e ad affascinarli. E quasi sempre si tratta dei giovani migliori’.

RoSanna Ricci

“Praxis, la scuola di filosofia orga-

nizzata in collaborazione con Crisalide Festival/ Masque teatro, giunta alla seconda edizione, si tiene dal 21 al 25 luglio a Forlì ed ha per titolo Filosofia dell’evento / L’evento della filosofia.

L’antica chiesa di San BiagioL’antica chiesa di San Biagio, da non confondere con l’attua-le, risorta nel 1952 dalle ceneri della basilica quattrocentesca annientata dalle bombe tedesche, è quell’edificio ormai fatiscente posto in via Dandolo, ad ango-lo con via Paradiso. Ne parla in una sua pubblicazione lo storico Gilberto Giorgetti, scomparso il 20 luglio 2012. “La chiesa di San Biagio è ricordata per la prima volta in una pergamena capitolare del luglio 1110 e ritorna in una vertenza tra il vescovo Alberto ed i canonici di Santa Croce del 1212-15. Questa chiesa sconsa-crata risulta spesso confusa con la sua gloriosa erede di titolo San Biagio in San Girolamo, distrutta

dalla seconda guerra mondiale”. Con l’occupazione napoleonica, la chiesa è confiscata e venduta a privati, che la suddividono in due piani con una soletta latero-cementizia, riducendola a magaz-zino. La sede della parrocchia è trasferita nella vicina San Giro-lamo, che assunse il titolo di San Biagio in San Girolamo. Ai tempi dello scritto di Giorgetti, nel 2005, “l’edificio conserva ancora tracce della sua lunga esistenza ed un pregevole interno barocco del ‘700, discretamente conservato ed anche di ragguardevoli dimen-sioni”. Ci associamo all’auspicio di un pronto recupero dell’im-mobile, che mantiene un note-vole valore architettonico per gli

interni barocchi e la facciata. piERo GhETTi

Tesori nascosti. L’edificio di via Dandolo con l’occupazione napoleonica divenne un magazzino

Appuntamento con la grande musica lunedì 27 luglio nella Chiesa di San Giacomo. Qui, alle ore 21.00, la Istanbul State Symphony Orchestra diretta da Ender Sakpinar, presenta “Water Dances”, con l’esecuzione della Sinfonia n. 8 di Michael Nyman, il Poema sinfonico “Turkey” e la Suite orchestrale “Instantanes” di Cemal Resid Rey e “Kocekce” di Ulvi Cemal Erkin. Il concerto è inserito nel cartel-lone dell’Emilia-Romnagna Festival. Ingresso con prenotazione telefonica obbligatoria, al numero 0542.25747. Info: 0543.712445 -712435 - 712444.

Water Dances: l’Orchestradi Istanbul al San Giacomo

concerto

23 luglio 2015

Bacheca culturale

cultura11

Siamo così andati a co-noscere Giacomo Toni, cantante e pianista di For-limpopoli che ha portato la sua musica fin negli Stati Uniti. Abbiamo però sco-perto che per lui il jazz è un mezzo, una sonorità per seguire la sua vera vocazio-ne, quella per la canzone d’autore.

Come sono arrivati la musica e il jazz nella sua vita?In maniera casuale, direi. Ho cominciato a suonare il piano da piccolo, poi sono entrato in conserva-torio. Non ho bei ricordi di quell’esperienza, smisi dopo tre anni. Il jazz venne dopo, studiando pianisti ragtime; a poco a poco sono entrato nella sfera sonora delle attitudini jazzistiche, ma l’ho sempre fatto da lontano. Il mio mestiere sono sempre state le canzoni.

Come definirebbe il suo jazz?Non lo definirei jazz. Continuo a considerarmi un non professionista dello swing all’italiana, se con-sideriamo la parte meno recente del mio repertorio. Ora ricerco altri tipi di sperimentazione ritmica; il jazz forse è un sotto testo,

dettato dall’attitudine dei musicisti che collaborano con me.

A suo avviso c’è un rap-porto tra jazz e ironia?Ci sono stati personaggi che hanno fatto di que-sto rapporto la loro cifra. Penso a Fats Waller, per esempio, uno dei miei riferimenti pianistici. Io sono uno scrittore di canzoni e questo signifi-ca che ho problematiche che riguardano la lingua italiana. L’ironia nella nostra lingua è un mezzo efficace per esprimere la propria visione del mondo e della condizione umana, cercando di evitare la noia agli ascoltatori. Non ho la presunzione di creare un’o-

pera che perda la relazione con gli uomini e con il buon uso del tempo libero.

Cos’è la ‘900 Band? La Novecento band è un collettivo di musicisti: al-cuni sono con me da dieci anni, altri si sono inseriti da poco. Sono il mio primo riferimento sonoro, è con loro che sviluppo le idee musicali. E credo che siano nei loro rispettivi strumenti tra i migliori che abbia-mo nella nostra zona. Ci vogliamo bene e questo significa che mi costano relativamente poco.

Vogliamo ricordare i loro nomi? Sì, tengo a ringraziarli tutti, Roberto Villa, Marco Frat-

tini, Marcello Jandù Detti, Gianni Perinelli, Alfredo Nuti Dal Portone, Daniele Marzi e Franco Naddei.

A cosa sta lavorando e quali sono i suoi proget-ti?Sto lavorando al prossi-mo disco, uscirà nel 2016 spero. Sono in fase di ricerca e vorrei esprimere dei concetti artistici più chiari e schierati. Sto cer-cando brani che indicano la necessità di allontanare la canzone dalla gabbia dei cantautori passati. La mia sarà una ricerca contro la musica comportamentista, mistificheggiante e genera-zionale.

STEFania naVacchia

“Le tradizioni si creano: è, ad esem-

pio, indubbio che la Ro-magna si stia affermando come terra di jazzisti.

Il cantante pianista forlimpopolese Giacomo Toni ha portato la sua musica in USA

La Romagna che suona il jazz

S’intitola “La bottega del demiur-go” la mostra del forlivese Delio Piccioni, allestita fino al 9 agosto al Museo della Marineria di Cese-natico. Tre grandi opere dell’artista sono posizionate all’esterno del mu-seo (una di queste avrà come sede definitiva la biblioteca Malatestiana di Cesena), le altre nel corridoio in-terno. Nato nel 1952, Delio Piccioni è un artista poliedrico assai cono-sciuto per la partecipazione a molte mostre. “Mi piace - spiega l’artista - sperimentare e utilizzare ogni tipo di materiale per realizzare le mie opere. Come formazione scolastica sono un elettronico, appassionato di meccanica, e fin da bambino innamorato dell’arte”. Un’arte, la sua, che interagisce fra design, pittura, meccanica, matematica e

anche musica. Nell’attuale mostra sono presenti macchine primordiali sorprendenti, come ad esempio

la Musik Camer, con cui l’artista amplifica con le conchiglie i suoni musicali prodotti da un carillon. Le sculture, realizzate in prevalenza con materiale ferroso, rappresenta-no soprattutto un percorso storico su un macchinario che può muo-versi o emettere suoni, come “San Giorgio, la principessa e il drago” o la “Macchina mangiafulmini”, “La catapulta cosmica” (riferita all’an-tico Egitto, per proiettare i faraoni defunti tra le stelle) o il “Datario astronomico della casualità”, un originale oracolo attuale, “eredita-to - scrive Cristina Ambrosini - da un meccanismo predeterminato dal destino”. La mostra è aperta tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 23.00. (R.R.)

Le originali creazioni dell’artista forlivese esposte fino al 9 agosto a Cervia

Delio Piccioni al Museo della Marineria

delio piccioni

Giovedì 23/07Forlì - Arena Eliseo, corso della Repubblica 108 - ore 21.30Il film di Morten Tyldum The imitation game, con con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley e Mat-thew Goode. Info: 0543.712445.

Venerdì 24/07Predappio - Piazza Garibaldi - ore 21.30Musica e animazioni in piazza, per una serata a cura dell’associazione di commercianti “L’Albero Rosso”. Info: 0543.921700; www.comune.predappio.fc.it.

Forlì - Biblioteca Magica, parco di via Brandi - ore 16.00Per la rassegna Mi leggi una storia?, letture a cura del lettori volontari del progetto Nati per Leggere. Alle ore 17.00 attività manuali e giochi d’acqua. Info: 0543.481408; [email protected].

Sabato 25/07Forlì - Arena Eliseo, corso della Repubblica 108 - ore 21.30Per il progetto “Accadde Domani”, in collaborazio-ne con la coop. Saffi, proiezione del film di Edoardo Falcone Se Dio vuole, con Marco Giallini, Alessandro Gassman e Laura Morante. Info: 0543.712445.

Fratta Terme - Parco delle Terme - ore 21.30Per la rassegna “Donne Jazz in Blues”, in concerto Camille Thurma e Mmgt. Ingresso libero. Info: 0543.469213; www.comune.bertinoro.fc.it.

Domenica 26/07Bertinoro - Piazza della Libertà - ore 22.00Per la rassegna “Donne Jazz in Blues”, in concerto Gianna Cerchier & Power Play Band. Ingresso libero. Info: 0543.469213.

Forlì - Palco di Piazza Saffi - ore 21.15Per la rassegna “Piazze d’estate”, concerto del gruppo Rolls Robbie, con tutte le hits di Robbie Williams, dal primo album pop/rock “Life thru a lens” del 1997, fino ai brani più dance delle recenti produzioni. Parte-cipazione libera. Info: 0543.712445.

Lunedì 27/07Forlì - Arena Eliseo, c.so della Repubblica 108 - ore 21.30Per il progetto “La grande arte al cinema”, Van Gogh di David Bickerstaff, con un accesso esclusivo al mu-seo Van Gogh di Amsterdam. Info: 0543.712445.

Forlì - San Giacomo, piazza G. da Montefeltro - ore 21.15Per la rassegna Emilia Romagna Festival in scena Wa-ter Dances di Michael Nyman, con la Istanbul State Symphony Orchestra, diretta da Ender Sakpinar. Info: 0543.712445; 0542.25747; www.ertfestival.org.

Forlì - Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi 30- ore 21.30Per la rassegna “Il Teatro Arroccato alla Fabbrica”, il Teatro delle Forchette, Malocchi e Profumi e MiNiMo presentano lo spettacolo Petronilla - L’arte di cuci-nare con quello che c’è, testo Sabina Spazzoli, musi-che dal vivo eseguite da MiNiMo. Info: 339.7097952.

Martedì 28/07Forlì - Fabbrica delle Candele, p.tta Corbizzi 30 - ore 21.30Per la rassegna “Fresco di Fabbrica”, proiezione di Terra Nera di Simona Ciani e Danilo Licciardello, viaggio in Canada e Congo, tra i custodi delle grandi foreste. Info: www.giovaniaforli.comune.forli.fc.it.

Forlì - Palco di piazza Saffi - ore 21.15Per la rassegna “Piazze d’estate”, il concerto Grande Madre Africa, che racconterà, col linguaggio della musica, la storia delle deportazioni forzate dello schia-vismo fino agli attuali fenomeni migratori. Sul palco il gruppo musicale diretto da Seydou Kyenou. Info: 0543.712445 - 712435.

Mercoledì 29/07Forlì - Piazza Saffi e centro storico - dalle ore 20.30Nuovo appuntamento con I Mercoledì del Cuore, con le vie del centro storico animate da suoni e perfor-mance di band e artisti vari. Info. 388.8546400; [email protected].

Sarà possibile ascoltare Giacomo Toni e la “‘900 Band” venerdì 24 luglio alle ore 21.15, quando saliranno sul palco di piazza Saffi.

Durante il concerto vi saranno Bollicino e l’equipe del vizio, cocktail bar di strada e dj set, a cura di Big Bar. La serata rientra nell’iniziativa “Piazze d’estate 2015. 800

e 3 - impazza La Piazza”, promossa dal Comune d Forlì.

23 luglio 201512focus su...

Accade spesso, che i visitatori ci chiedano le ragioni che hanno portato alla creazione del Museo Interre-ligioso a Bertinoro. La prima ragione è da ricercare nella tradizione dell’Ospitalità che, a partire dai primi commentatori della Commedia dantesca, era ricono-sciuta come il valore fondante della convivenza civile. L’autore dell’Ottimo Commento, nella spiegazione al canto XIV del Purgatorio, ci offre una descrizione dettagliata della Colonna degli Anelli (nella foto), con-ferendone la paternità dell’istituzione al personaggio di Guido del Duca, giudice a Bertinoro dal 1202 al 1218. Dopo diverse vicende storiche, la Colonna fu riedificata nel 1926 e continua ancora oggi ad essere il simbolo più profondo dell’identità dei bertinoresi. Occorre domandarsi quale significato assuma oggi la Colonna degli Anelli, come la sua tradizione continui e si rinnovi e, soprattutto, se l’Ospitalità può essere considerata ancora oggi come fondamento del vivere civile. Il Museo Interreligioso continua e rinnova la tradizione dell’Ospitalità, mettendo a fuoco il proble-ma vivo del mondo contemporaneo, che continua ad essere eminentemente un problema di tipo religioso. Se la Colonna nacque per trovare soluzione ad una situazione di conflitto civile (anche se a ben guardare la motivazione più profonda fu di tipo religioso), il Museo Interreligioso nacque per ricordare che non può esistere l’affermazione di un’identità religiosa o culturale senza la necessaria relazione positiva con la diversità. Il primo grande insegnamento di Abra-mo, padre delle religioni monoteistiche, non nasce da un semplice atto di fede, ma dall’incontro e dalla sua ospitalità data ai tre stranieri che si presentaro-no davanti alla sua tenda alle querce di Mamre. E dunque l’ospitalità è il primo punto di incontro sul quale è possibile iniziare a tessere il dialogo interreli-gioso. Quale migliore e unico luogo possibile, se non Bertinoro.

A 10 anni dalla sua apertura, il Museo Interreligioso di Bertinoro è pronto ad ampliare la propria offer-ta e i propri confini. Con un pro-getto - “Della ragione della fede” - incentrato sul modo di concepire il mondo proprio delle tre grandi religioni monteiste.

Museo Interreligioso

Dialogo interreligioso nella terra dell’Ospitalità

Lo spettacolo di Ambrogio Sparagna e Davide Rondoni in piazza della Libertà

Oltre un centinaio le per-sone che, nella calda serata bertinorese, hanno seguito l’evento di apertura del progetto “Della ragione, della fede” che, nel mese di ottobre, porterà all’apertura di cinque nuove sezione museali. Tanti i volti delle persone che nel corso di dieci anni hanno seguito il cammino e le offerte culturali del Museo Inter-religioso, confermando come la realtà bertinorese è andata crescendo nel tem-po, in stima e reputazione, dal punto di vista culturale. Ma il dato più significativo è stato il fatto di vedere tanti volti nuovi che, per la prima volta, hanno scelto di seguire il Museo Inter-religioso. Ragione, fede, mistero e bellezza sono i pilastri di un progetto che vede coinvolti rinomati ar-tisti, artigiani di evocazione antica ed esperti maestri. Il loro lavoro renderà omag-gio al nuovo decennio che si apre davanti al Museo In-

terreligioso, in un contesto contemporaneo profonda-mente agitato dalla questio-ne del rapporto tra ragione e fede. Il concerto “Canti Apocrifi” ha risposto al bisogno di ripartire dalla cultura popolare che, spes-so grazie alla rielaborazione legata alla diffusione orale della tradizione apocrifa, studiata anche da Pasoli-ni, ha espresso uno delle voci più autentiche della spiritualità cristiana. Grazie ad Ambrogio Sparagna e ai suoi musicisti, alla voce narrante e ai componimenti di Davide Rondoni, voci antichissime sono tornate a cantare di alberi magici di carrubo, zingare gen-tili e ospitali, turchi che si interessano ai misteri cristiani. Lo spettacolo ha tratto spunto dai Vangeli Apocrifi che, esclusi dal canone neotestamentario,

hanno rappresentato per secoli una parte importante della religiosità popolare. La grande incisività delle musiche di Sparagna e dei maestri della sua orchestra, insieme ai componimenti di Rondoni, hanno porta-to sulla scena e rinnovato i quadri narrativi nati da

questa grande tradizione letteraria, dalla spada di san Giuseppe, all’orologio della Passione, dal canto di san Paolo - protettore dei tarantolati - al passo del Profeta, dove il turco chiede al “poeta naturale” di spiegargli i misteri della religione cristiana.

Canti Apocrifi per il nuovo Museo

Bertinoro

“Il progetto “Della ragione della fede.

Uomini insieme nel nome di Gesù, Yhwh e Allah” è iniziato sotto i migliori auspici con il concerto “Canti Apocrifi”, tenuto nella sera del 16 luglio a Bertinoro con le musiche di Ambrogio Sparagna e la poesia di Davide Rondoni.

piazza Libertà gremita per il concerto del 16 luglio

Saluto finale, con i musicisti di Sparagna e davide Rondoni

ambrogio Sparagna

Su libertà, religioni e democraziaIl volume con le relazioni delle personalità che hanno ricevuto il premio MelandriNel decimo anniversario della scom-parsa del senatore Leonardo Melan-dri, il Museo Interreligioso ha dato alle stampe il volume “Mettere a fuo-co la libertà. Religioni e democrazia”, pubblicato da Carta Canta Editore. Il libro raccoglie gli interventi di Fran-co Frattini, del marabutto Serigne Mame Mor Mbacké e del professor Joseph Weiler, insigniti delle prime tre edizioni del Premio “Leonardo Melandri”. A partire da un punto di vista cristiano, musulmano ed ebrai-co, i tre saggi esplorano il problema della libertà di religione, che rappre-senta la prima e fondamentale que-stione del dialogo interreligioso. Un dialogo possibile, quando il ricono-scimento della libertà di religione sia esplicito parte delle istituzioni. Gli interventi, coprendo l’arco tempo-rale 2011-2013, anticipano numerosi

problemi esplosi nella loro dram-maticità nel corso dell’ultimo anno,

dalla persecuzione delle minoranze cristiane in Africa e in Medio Orien-te, al rafforzamento dell’estremismo religioso, inteso come tradimento dell’originario messaggio islamico, alla possibilità per l’Europa Unita di mostrarsi come spazio dove religione e democrazia vivono insieme. Come ricorda il poeta Davide Rondoni, il libro affronta lo strano paradosso del mondo contemporaneo: “Il tema delicatissimo, proteiforme, e insi-diosissimo di queste pagine e degli autorevoli contributi che vi figurano è il tema che nessuno può sfuggire - pena il non essere veramente mo-derno. Come c’entra l’esperienza reli-giosa, e più precisamente la fede in un Dio, con la struttura di organiz-zazione sociale, la democrazia, che le società più evolute si sono date”.

Pagina a cura di Enrico Bertoni

23 luglio 2015

“Fate, mi raccomando, fate, ma non fate cose banali”. È stata l’ultima raccomanda-zione del senatore Leonar-do Melandri, quando venne a Bertinoro per vedere che tutti i lavori di allestimento dell’allora nascente Museo Interreligioso fossero com-pleti. Sono trascorsi dieci anni da quelle parole e dalla fedeltà a quell’ultima conse-gna nasce il progetto “Della Ragione, della fede. Uomini insieme nel nome di Gesù, Yhwh, Allah”. Il progetto andrà a creare cinque nuove sezioni espositive che sa-ranno inaugurate ed aperte al pubblico a partire dal prossimo mese di ottobre. Rinomati artisti, artigiani

di grande maestria capaci di evocare la bellezza delle antiche tecniche decorative, e infine saggi maestri sono al lavoro per la nuova tappa per rendere omaggio al nuovo decennio che si apre davanti al Museo Interre-ligioso. Attraverso questo progetto, vogliamo ritorna-re a quella forma di pensie-ro che, davanti ad un pro-getto scritto, si interrogava sui modi per realizzarlo, per adattarlo a nuove esigenze, per renderlo significativo e importante anche per gli altri, affrontando tutti i “se” e i “ma”, che ogni azione progettuale vera comporta. Il progetto intende riscopri-re quello spirito, che con-

cepiva la cultura degna di tale nome solo se capace di generare pensiero, e senso, per la più ampia comunità possibile. Così nacque il Museo Interreligioso ed è seguendo questa linea che

andrà a rinnovarsi nelle sue sezioni espositive e nei suoi contenuti. È tempo che Bertinoro riacquisti il ruolo che le spetta, con la certezza che non avremo fatto cose banali.

La visita al Museo Interreligioso è sempre un’espe-rienza particolare, non solo per chi la vive dal punto del visitatore, ma anche per chi si trova dall’altra parte della barricata in veste di guida. Grazie alla pre-senza del Centro Universitario, in dieci anni abbiamo accompagnato migliaia di uomini e donne provenien-ti veramente da ogni parte del pianeta. Alla prima reazione di curiosità o alla malcelata stanchezza da parte dei corsisti - spesso con gli ospiti di Ce.U.B. le visite si svolgono al termine delle lezioni - subentra un reale interesse. Recentemente, abbiamo avuto in visita tre donne medico con passaporto israeliano, ma rispettivamente di fede ebraica, cristiana e musul-mana (nella foto). È ascoltando le loro storie, dopo la visita al Museo, dove ognuna si è sentita rappresen-tata nella propria fede religiosa, che ci si rende conto come il dialogo interreligioso non solo sia possibile, ma realmente tangibile. E ancora le donne medico iraniane, splendide nei loro chador, alcune da poco sposate, in viaggio senza i loro mariti, che ascoltano senza perdere una parola la spiegazione su come i cristiani credono in Gesù o in Maria. Di loro ricordo che mi chiesero di visitare anche la Concattedrale di Santa Caterina. Era il mese di maggio, si recitava il rosario. Entrarono in duomo con lo stesso rispetto con cui sarebbero entrate in moschea. Alla spiegazio-ne in inglese, sottovoce, si sovrapponevano le litanie lauretane e ci chiesero il significato di quelle parole. Al termine della visita ci ringraziarono: non eravamo più cristiani o musulmani. Nell’intima spiritualità, ci scoprimmo donne e uomini religiosi. È difficile da spiegare a parole, ma per un momento, forse come Mosè sull’Oreb, avvertimmo passare vicino a noi le spalle dell’Eterno. Più difficile è l’esperienza di visita con i ragazzi, in particolare con gli studenti delle se-condarie di primo e secondo grado. Attraverso i loro sguardi abbiamo imparato, come deve essere una visita guidata al Museo Interreligioso. Se abbiamo intenzione di fare una chiacchierata di storia, spie-gando in modo impeccabile tutti i pezzi, la partita è persa. Se, invece, riusciamo a mostrare loro che quel-lo che diciamo è realmente quello in cui crediamo, allora ci seguono e non diventa più complicato anche soffermarsi sulle questioni più difficili o spinose. E allora per loro l’esperienza del Museo Interreligioso non è più solo un’uscita formativa, ma diventa un’e-sperienza educativa.

Scambio di esperienze tra i visitatori

13 focus su...

Museo Interreligioso

Ora si apre il progetto “Della ragione, della fede” con 5 nuove sezioni del Museo

Attraverso le segrete della Rocca Vescovile, era possibile vedere qualcosa che sino a quel momento sembrava impensabile: uno spazio dedicato al dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani. Uno spazio che testimoniava attra-verso una raccolta artisti-ca ancora oggi unica in Europa, le testimonianze più importanti delle fedi monoteistiche nella storia. Identità e differenza hanno rappresentato i poli di maturazione del pensiero del Museo Interreligioso. Già allora il Museo rimar-cava la sua modernità, l’equilibrio espositivo non era una questione di metri quadri, ma un questione più profonda, resa dalla capacità di sapere guarda-re ogni fede religiosa dal proprio interno. Se non ci si riesce a guardare con i propri occhi, se non si ha una posizione nei con-fronti del mondo e di Dio, non potrà mai esserci la reale possibilità di riuscire a guardare l’altro con uno sguardo di autentica co-

noscenza, a cogliere la sua irriducibile diversità come bene, anche se professa la tua stessa fede religiosa. È per questo motivo che il Museo Interreligioso è un luogo vivo di dialogo

tra persone di diverse fedi religiose. Non si spieghe-rebbero altrimenti i dati del progetto “Museo a Km Zero” o il fatto che per-sonalità importanti, come quelle insignite del Premio

“Leonardo Melandri”, abbiano deciso di salire verso Bertinoro. Parlare di identità e differenza, però, nel contesto contempora-neo non è più sufficiente, l’analisi deve essere portata al punto cruciale del dialo-go interreligioso: il rap-porto tra ragione e fede. Da qui, nasce il progetto “Della ragione, della fede. Uomini insieme nel nome di Gesù, Yhwh e Allah”. Davanti alla distruzione quotidiana di uomini e donne, del patrimonio di civiltà antichissime - come al momento dell’uscita di Mosè e del popolo ebrai-co dall’Egitto - , “Della ragione, della fede” torna a mettere a fuoco il valore fondante della civiltà, ripartendo dalla nascita della nostra cultura, del nostro modo di pensare e di concepire il mondo. Le vicende di Mosè e del popolo ebraico superano il loro contesto storico e rappresentano l’esperien-za che l’uomo vive ogni giorno. La grande opera musiva ispirata ai mosaici ravennati del V secolo, la ricostruzione dei grandi luoghi dell’incontro, come il Tabernacolo e il Tempio di Gerusalemme, rinnove-ranno i contenuti artistici, educativi e didattici del Museo, ripartendo da lì, da dove la civiltà mediterra-nea è nata, da dove tutto è iniziato.

Dieci anni di dialogo tra religioni da tutto il mondo in Rocca

“Sono trascorsi dieci anni dal 10 giugno

2005, quando il Museo Interreligioso di Bertinoro, da poco orfano del sena-tore Leonardo Melandri, svelava il suo affascinante percorso al pubblico.

in alto la Rocca vescovile, sede del ceuB e del Museo interreligioso. Sotto l’ingresso al museo

il direttore Enrico Bertoni durante la visita guidata ad un gruppo di studenti

La cultura vera che genera pensieroUn modello museale innovativo e interattivo, che rilancia il ruolo di Bertinoro

Pagina a cura di Enrico Bertoni Pagina a cura di Enrico Bertoni

23 luglio 2015

A un anno esatto di distanza dall’illusione di grandeur rappresentata dalla cessione della Ful-gor Libertas di serie A2 nelle mani del bolognese Massimiliano Boccio e della compagna romena Mirela Chirisi, si ritrova ora a dovere ripartire da una categoria inferiore (la serie B) e, soprattutto, da una società nuova di zecca dopo il fallimento traumatico e al limite del patetico del club, nato nel 2003 dalla fusione tra Pgs Fulgor e Libertas Basket 80.La nuova realtà si chiama Pallacanestro Forlì 2.015, con quel “punto” da “2.0” che simboleggia la voglia di rinascere da basi completamente diver-se rispetto a quelle che hanno portato la società portabandiera dapprima ad autoescludersi dal cam-pionato a gennaio, som-mersa da assegni scoperti e mancati pagamenti, poi a crollare verso il fallimento decretato dal Tribunale ad

aprile e a un’inchiesta per bancarotta che, la scorsa settimana, ha portato la Procura della Repubblica a sequestrare 45 milioni di euro di azioni di società riconducibili a Boccio e a indagare 5 persone.Una partita che ora si gioca su tavoli giudiziari lasciando il campo, quello vero, a disposizione del nuovo soggetto creato dalla disponibilità del presidente dell’Orthos Zanni Lugo, il bolognese Giuseppe Rossi, a trasferi-re sotto San Mercuriale il proprio titolo sportivo di serie B creando un nuovo

sodalizio tutto biancoros-so che disputerà le proprie partite al Pala Credito e avrà sede organizzativa in via Corridoni.Un progetto seguito e supportato passo per passo dal Comune e dall’assessore allo Sport Sara Samorì, che pare avere non solo un rinno-vato entusiasmo che soffia alle spalle, ma anche basi economiche più solide rispetto al recente passato. A fornirle, al momento, più che i soci di Rossi che potrebbero entrare nella stanza dei bottoni a par-tire da ottobre, un nutrito

pacchetto di sponsor loca-li capeggiato da marchi di primo piano quali Unieuro (che sarà l’abbinamento ufficiale), Conad e Ubi Banca Popolare di Anco-na.Con risorse significative se parametrate alla terza serie nazionale, Forlì ha costruito dapprima uno staff tecnico di primissi-mo piano e tutto forlivese - Gigi Garelli allenatore, Alessandro Tumidei e Al-berto Serra assistenti - poi si è dotata di un direttore sportivo di fiducia del coach come il varesino Geremia Giroldi e quindi

ha allestito un organico ricco di giocatori che la se-rie B l’hanno vinta. Spesso e anche recentemente.La squadra che si radunerà il 16 agosto e dal 27 set-tembre inizierà le proprie fatiche nel girone compo-sto da emiliano-romagno-le, piemontesi e toscane, lotterà dichiaratamente per risalire in serie A, anche se solo la vincente dei play-off potrà appro-dare in A2. Tanto più solo dopo avere affrontato uno scoglio successivo come le Final Four spareggio: 4 squadre per 3 posti.L’ambizione si nutre del

valore degli atleti scelti da Garelli e Giroldi. Il quintetto base è quanto di meglio i tifosi potes-sero auspicare: il regista titolare è Michele Ferri, classe 1985 nelle ultime 4 stagioni capitano e leader indiscusso di Ferrara, al suo fianco la guardia italo-argentina Sebastian Vico, 29enne fresco di promo-zione dalla B ottenuta con la Mens Sana 1871 Siena, e il jolly Rodolfo Rombal-doni, 39enne da Piacenza con 54 maglie azzurre in carriera. Nel reparto lunghi un altro ex Siena come Luca Pignatti e il pivot Paolo Rotondo che il campionato lo vinse due stagioni fa con Tortona.In panchina spiccano di sicuro l’ala (da Lugo) Riccardo Pederzini, giocatore dal grande potenziale offensivo, e il lungo milanese di 2 metri, Marco Arrigoni, l’anno scorso in A2 a Legnano. Con loro anche Riccar-do Iattoni, mattatore in serie C con i Tigers Forlì e il play 25enne Davide Bonacini, già allenato da Garelli a Latina e voglioso di riscatto dopo un anno di inattività.

EnRico paSini

Estate rovente sul parquet del basket forliveseDopo il fallimento e l’inchiesta del Tribunale, la società della pallacanestro locale rinasce con il nome “Forlì 2.015”

“Ricostruire dalle macerie. Non c’è

espressione che si addica meglio di questa all’estate del basket forlivese.

14sport

Iniziano a scaldare i motori le formazioni di serie C. Tre acquisti per i Tigers Forlì che hanno piazzato il “colpo” della 27enne ala Marco Mossi proveniente dalla categoria superiore, del 21enne Andrea Gurini dall’A2 di Recanati e del 22enne play-guardia Fabio Giampieri da Senigallia in B. Lo Scirea Bertinoro, invece, inserisce il play Filippo Riguz-zi dai Ghepard Bologna.

BASKET

Il Forlì FC ha avviato i 12 giorni di ritiro precampionato a Castrocaro Terme. Squadra imbottita di giovani quella di mister Gadda, in attesa di completare la campagna acquisti e conoscere il destino sull’ipotesi di ripescaggio in Lega Pro, ancora possibile, pur versando 500mila euro di contributo, dopo l’esclusione di 9 società e le inchieste della Procura Federale.

CALCIO

Il forlivese Paolo Montaguti porta a casa una medaglia d’oro e una d’argento ai campionati italiani di Tiro a segno svoltisi a Bolo-gna. Il finanziere 38enne ha conquistato il secondo posto nazionale nella Cara-bina libera a terra, mentre ha addirittura ottenuto il titolo tricolore nella stessa disciplina, ma nel gruppo Super A.

TIRO A SEGNO

Il Volley 2002 Forlì ripone i sogni nel cassetto. Giovedì la Federvolley ha ufficializzato i nomi delle 12 società parteci-panti al prossimo campionato di serie A1 femminile Tra queste c’è il Club Italia, fucina di giovanissime che non potrà per regolamento né prendere parte ai play-off né retroce-dere, ma non Forlì che pure aveva richiesto il ripescaggio. Si ripartirà, quindi, dall’A2.

PALLAVOLO

Si è tenuta a Pievequinta la 10ª edizione del “Moto Guzzi Memorial Zigolo” dedicato al campione di moto Sergio Va-lentini, scomparso nel 2003. Organizzato dal Moto Club “Aquile della Notte” di For-limpopoli, è stato impreziosito dalla visita alla collezione “Guzzi Brunelli” del comune artusiano. Il museo, dedicato al giornalista sportivo Augusto Farneti, contiene 50 Guzzi.

MOTOCICLISMO

Brevi di sport a cura di Enrico Pasini e Riccardo Rinieri

www.4live.it

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Il Momento e 4live insieme

da sinistra, Sara Samorì, Giuseppe Rossi e Gigi Garelli da sinistra, Rodolfo Romaldoni e paolo Rotondo

Foto Massimo NazzaroFoto Massimo Nazzaro

23 luglio 2015 15

Una nota abbastanza positiva, in questo quadro negativo, è rappre-sentata dalla carta. Forse a causa della relativa facilità con la quale può essere raccolta in maniera differen-ziata dagli altri materiali, il reciclo di carta in Italia sta segnando successi anno dopo anno.Lo conferma il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli im-ballagi di carta e cartone, il quale ha emanato un rapporto dagli accenti positivi ed ottimisti. In primo luogo, la raccolta differenziata ed il riciclo di carta e dei suoi derivati continua ad aumentare da diversi anni. L’in-cremento dell’ultimo anno (2014) rispetto a quello precedente risulta infatti del 4%, con 120mila tonnella-te in più di carta recuperata. Il totale si attestaquindi intorno ai 3 milio-ni di tonnellate nel 2014, mentre per l’anno in corso si prevede una quantità analoga o leggermente su-periore. La svolta in questo settore è iniziata in Italia all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, quando la quota di carta riciclata era di dieci volte inferiore. Intanto, volendo fare emergere i lati positivi della situazio-ne attuale, inizia a muoversi qualcosa in questo senso anche nel Sud Italia. L’incremento del riciclo di carta in queste problematiche regioni è aumentato nel 2014 del 10%, con un picco toccato in Campania (17%). Dati incoraggianti, i quali tuttavia sono dovuti ad una circostanza tutt’altro che positiva: l’ingente in-

cremento consegue infatti alla base di partenza dalla quale si è originato, prossima allo zero. Al Sud infatti, l’abitudine alla raccolta differenziata ed al riciclo è praticamente inesi-stente, salvo alcune lodevoli quanto rare eccezioni, tanto che è stato recentemente stanziato un fondo di sette milioni di euro affinchè i primi segnali positivi provenenti da questa area del Paese siano alimentati e valorizzati.Tra le conferme, invece, non certo cogliendo di sorpresa i lettori, spicca il Trentino Alto Adige, che ricicla più di 80 kg di carta per cittadino (contro una media nazionale di 50 kg). Seguono l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta.L’obiettivo da raggiungere in futuro per tutto il Paese sarebbe comun-que quello di riciclare quasi tutta la

carta che viene utilizzata sul nostro territorio. Una meta difficile da rag-giungere e una lunga strada ancora da percorrere, tuttavia si tratta di un percorso sempre più urgente ed im-prescindibile. Sia per la sostenibilità ecologica del pianeta sia per avere un’economia italiana moderna, in cui settori come la raccolta differen-ziata ed il riciclo della carta dovran-no divenire sempre più centrali nelle strategie economiche pubbliche e private italiane. L’opportunità di unire dinamicità del tessuto produt-tivo e ricerca, tecnologie ed innova-zione, cura dell’ambiente e crescita economica sostenibile, deve essere assolutamente colta dall’Italia: la carta è uno dei settori con queste potenzialità e con qualche successo già ottenuto dal quale partire.

MichELE TEMpERa

“Il settore dei rifiuti costituisce in Italia sinonimo di corru-

zione, malaffare e inquinamento.

vita italiana

Il 50% circa dei prodotti alimentari destinati al consumo umano e a quello animale venduti in Italia contengono materie prime provenienti dall’estero. Questa situazione penalizza i produt-tori italiani, nonché la qualità dei prodotti stessi consumati direttamente o indirettamente dagli italiani. Inoltre, non è trascurabile l’impatto sulla reputazione del “Made in Italy” alimentare.

La Regione Sicilia, nonostante essa goda di uno statuto speciale vantaggioso rispetto alle altre regioni italiane, è indebitata per la ragguardevo-le cifra di 8 miliardi di euro. Al fine di chiudere legalmente il bilancio e di pagare gli stipendi ai propri numerosi dipendenti, la regione dovrà ricevere circa 300 milioni di euro dallo stato in tempi brevi.

L’Italia è al 73° posto nel mondo all’interno della classifica preparata annualmente da “Reporter senza frontiere” ong che difende la libertà di stampa. Persino la Moldavia ci ha superato mentre riusciamo ancora a piazzarci davanti al Nicaragua. Rispetto all’anno precedente abbiamo perso venti-quattro posizioni, confermano in questo caso che “Al peggio non c’è mai fine”.

Alimenti dall’estero

Regione Sicilia

Libertà di stampa, Italia 73°

Attualità in pilloleDall’inizio degli anni ‘90 decuplicato il recupero, 3 milioni di tonnellate nel 2014

La risorsa della carta riciclata

L’importante ruolo sociale delle fondazioni bancarie in ItaliaLe fondazioni bancarie hanno origine dalle antiche “casse di risparmio”, nate nell’Europa Centrale ed affermatesi in Italia agli inizi del XIX secolo, quando si manifestò il biso-gno di sostenere lo sviluppo produttivo dei ceti medio-piccoli e di raccogliere i flussi di liquidità derivanti dalla nascente “rivoluzione industriale”. L’attività delle casse di risparmio, nate su iniziative prevalentemente private, era diversa dall’attività bancaria vera e propria:• le casse raccoglievano capitali con una sotto-scrizione iniziale e poi con successivi depositi, mentre le banche nascevano su iniziativa di gruppi ristretti ed avevano fini commerciali e speculativi;• le casse svolgevano attività di assistenza e beneficenza, mediante elargizione di beni indirizzati gratuitamente verso i ceti più umili, mentre le banche raccoglievano e remunera-vano il piccolo risparmio.A partire dagli anni 80 la Comunità Europea ha innescato un processo di forte liberaliz-zazione e privatizzazione dell’economia e di conseguenza negli anni 90 in Italia si decise di scorporare le fondazioni dall’attività bancaria, trasformate in Società per Azioni, mentre le

fondazioni dovevano gestire i dividendi con fini non lucrativi, ovvero per perseguire “fini di interesse pubblico e di utilità sociale”.Le fondazioni bancarie si sono viste ricono-scere una identità definitiva nel 2003 dalla Corte Costituzionale che ha sancito la natura giuridica privata delle fondazioni ponendole “tra i soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali”. Le fondazioni bancarie in Italia sono 88 e vanno dalle più importanti, come la Fon-dazione Cariplo di Milano e la Compagnia di San Paolo di Torino, a quelle medio piccole, sparse in tutto il territorio nazionale. Non mancano eccezioni negative, come la Fon-dazione del Monte dei Paschi di Siena, per le disastrate condizioni della banca senese.Come noto, nel nostro territorio opera la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli, che trae origine dalla Cassa dei Risparmi di Forli, istituita nel lontano 1839 e scorporata, come azienda bancaria nel 1992. La Fondazione persegue l’obiettivo di sostenere, con il red-dito che deriva dal suo patrimonio, iniziative rivolte allo sviluppo sociale, culturale ed eco-nomico del territorio storico di riferimento, nelle forme e nei modi previsti dallo statuto e

nel rispetto della propria tradizione storica.Sintetizzando, i settori più importati di inter-vento della Fondazione riguardano:• arte, attività e beni culturali ( il Polo museale di San Domenico, la Chiesa di San Giaco-mo, gli”Incontri con gli Autori”, gli eventi al Palazzo del Monte, eccetera);• ricerca scientifica e tecnologica (Rinnova, Polo Universitario con il Teaching Hub, ecc.);• volontariato e filantropia (contributi alla Caritas e ad altre associazioni di volontariato e del terzo settore);• salute pubblica, in collaborazione sia con l’Ausl che con l’Irst di Meldola;• sviluppo locale (Eataly a Palazzo Talenti-Framonti, aeroporto e infrastrutture locali);• qualità ambientale in collaborazione con la “Settimana del Buon Vivere”;• educazione ed istruzione• assistenza agli anziani• attività sportivaPossiamo senz’altro concludere che in una fase di crisi economica, in cui scarseggiano le risorse pubbliche, l’attività delle Fondazioni Bancarie è stata determinante a sostegno del welfare locale.

L’economia al tempo della crisi di Luciano Camaggio

““... Le fondazioni

bancarie hanno origine dalle antiche “casse di risparmio”, affermatesi in Italia agli inizi del XIX secolo, quando si manifestò il bisogno di sostenere lo sviluppo produttivo dei ceti medio-piccoli...

23 luglio 201516mondo

Flash dal mondo di Franco Garavini

“Pensano a nutrire il mercato internazionale dimen-ticandosi di quello interno, mentre nella provincia di Nampula la gente muore di fame”: Clemente Ntauazi, coordinatore dell’ong (Adecru), parla con la MISNA dopo una “consultazione nazionale” a Maputo sul pro-getto di agro-business ProSavana. ProSavana è il più imponente progetto di agro-business nella storia del Mozambico che coinvolge 145mila km², dove vivono circa quattro milioni e mezzo di persone. “ProSavana allontanerà i contadini dalle loro terre, riassumendoli solo su base stagionale... i contadini diventano brac-cianti che producono per altri e poi non hanno i soldi per comprarsi da mangiare. In Mozambico serve un modello che consenta agli agricoltori di produrre per il loro fabbisogno e in aggiunta per il mercato”.

Sono cinquemila gli eritrei vittime di abusi e violazioni dei diritti umani che fuggono dal loro Paese ogni mese. A denunciare la situazione in Eritrea è un’inchiesta del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Dopo oltre un anno di indagini, interviste e raccolta di materiali, il documento denuncia un sistema repressivo in cui la gente viene regolarmente arrestata, detenuta, torturata o data ufficialmente per dispersa e uccisa. Un Paese che molte associazioni definiscono una “prigione a cielo aperto”. Governato col pugno di ferro da 22 anni dal presidente Isaias Afewerki, l’Eritrea non ha mai svolto elezioni dall’anno della sua indipendenza dall’Etiopia, nel 1993. Le violazioni, commesse con l’avallo delle autorità di Asmara potrebbero costituire crimini contro l’umanità.

Eritrea, un Paese “governato dalla paura”secondo l’Onu

Mozambico, serve un nuovo modello di produzione agricola

Sottoscritto in Vaticano un accordo che sancisce il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Santa Sede, definito “stimolo per porre fine all’an-noso conflitto israeliano-palestinese” e sostegno “all’auspicata soluzione dei due Stati”. Monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha evidenziato che l’intesa riguarda la vita e l’attività della Chiesa in Palestina. “Spero che il pre-sente accordo possa in qualche modo costituire uno stimolo per porre fine in modo definitivo all’annoso conflitto israeliano-palestinese, che continua a pro-vocare sofferenze ad ambedue le parti; spero anche che l’auspicata soluzione dei due Stati divenga realtà quanto prima”. L’intesa fa seguito a un accordo base firmato tra la Santa Sede e l’Olp nel 2000.

Città del Vaticano, firmato un accordo con lo Stato di Palestina

Un anno dopo il debutto del progetto pilota, le biciclette pubbliche di Montevideo hanno percorso complessivamente 262mila chilometri. Le due ruote sono a disposizione del pubblico per ora solo nel centro storico, dove si possono ritirare e consegnare in apposite stazioni in corrispondenza dei capolinea delle principali linee di autobus, con un abbonamento an-nuale di soli 4 dollari, pagando il servizio attraverso la tessera magnetica ricaricabile del servizio pubblico dei bus, a prezzi che vanno da circa mezzo dollaro per la seconda mezz’ora (la prima è inclusa nell’abbonamen-to) a circa 3 euro per oltre tre ore (un uso, in questo caso, turistico). Ben 2.672 utenti hanno utilizzato il trasporto ecologico nei primi 12 mesi di prova, evitan-do l’emissione di 44.041 kg di diossido di carbonio.

Uruguay, grande successo per le bici pubbliche nel centro di Montevideo

Fonti Misna.org - Asianews - Radio Vaticana

approfondimento

a cura di Michele Tempera

Come ha sottolineato più volte papa France-sco, le persecuzioni nei confronti dei cristiani nel mondo sono oggi paragonabili a quelle in-tentate nei loro confronti durante i primi secoli dopo Cristo. Questa situazione non si esplici-ta, a meno di qualche isolato caso, attraverso leggi vere e proprie che condannano a morte i cristiani, bensì attraverso azioni concrete che travalicano spesso le leggi stesse dei Paesi interessati.Il caso dell’India è, a questo proposito, emble-matico. Forte di una Costituzione che formal-mente si configura come democratica, il grande (per dimensioni) paese asiatico è teatro di soprusi quotidiani contro i cristiani, che spesso finiscono per distruggere quartieri abitati da comunità cristiane e uccidere diverse persone.Anche in Pakistan, i cristiani vivono una con-dizione estremamente dura, nella quale le leggi discriminatorie sono solo la scusa per azioni mirate e violente contro i cristiani. Questi ul-timi sono regolarmente picchiati e schiavizzati mentre non di rado sono uccisi.In questi casi, uno degli elementi centrali è l’impunità e la mancata applicazione di leggi che comunque esisterebbero. Nei fatti le forze dell’ordine non fanno quasi nulla e le istitu-zioni di questi stati, estremamente corrotte, si guardano bene dallo sfidare i poteri locali (induisti e musulmani rispettivamente).Al di là dell’elenco che si potrebbe fare guar-dando ai massacri di cristiani che avvengono quotidianamente, è l’insieme di questi eventi che ci interessa sottolineare in questa sede. Essi rappresentano un fenomeno di portata storica e di ampiezza mondiale, il quale ci suggerisce in modo particolare una riflessione.In nessuno dei Paesi dove avvengono crimini contro i cristiani si sono formate, per il mo-mento, forze armate di difesa che sopperiscano alla complicità delle istituzioni con i persecuto-ri (come quelle indiane e pakistane). Questo è un segno contrario alla maggior parte dei feno-meni storici che possiamo osservare nel recen-te passato in analoghe situazioni e costituisce un segnale rivoluzionario ed estremamente in-novativo. Portare avanti la resistenza disarmata per affermare i propri diritti con argomenta-zioni e solidarietà, come fanno i cristiani in India e Pakistan, significa sovvertire le logiche strategiche della geopolitica mondiale. Significa applicare il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa cattolica alle relazioni internazionali e seguirne coerentemente i valori anche a costo della vita. Una testimonianza che nella sua radicale semplicità, dovrebbe essere studiata da tutti gli esperti di politica internazionale.

Asia, la resistenza disarmata dei cristiani

23 luglio 2015 diocesi17

Domenica 26 luglio ricorre il 20° anniversario della morte di padre Pietro Leoni (nella foto), il missionario gesuita originario di Pre-milcuore che per dieci anni visse internato nei gulag russi, prigioniero del regime sovietico. Quella di Leoni è una figura emblematica di sacerdote che dedicò la propria esistenza all’evan-gelizzazione dei popoli, spingendosi laddove i muri dell’oppressione erano alti e non vi era spazio per la libertà. Nell’Unione Sovieti-ca si era trasferito nel 1941 arruolandosi come cappel-lano militare durante la II Guerra Mondiale e, dopo un breve rientro in Italia, ritornò ad Odessa nel 1943, come parroco delle comu-nità cattoliche. Nel 1945 fu arrestato con l’accusa di essere un sovversivo e di fare propaganda antisovie-tica e rinchiuso nei lager di Mordovia e Siberia dove fu condannato ai lavori forzati. In quei luoghi di atrocità e

morte, Leoni riuscì sempre a trasmettere agli altri un messaggio di vita e speran-za e ad essere per tutti una presenza consolatoria, un testimone incrollabile di fede e verità. Un ruolo al quale mai rinunciò, neppure di fronte alle tante torture subite e agli estenuanti in-terrogatori. Anzi, quelle pri-gioni divennero la sua casa, la sua “parrocchia” come lui stesso disse, dove conti-nuò a praticare il ministero di sacerdote, a convertire i suoi compagni di cella, ad impartire i sacramenti. Nel libro “Pietro Leoni” edito nel 1999 da “La Casa di Matriona” e scritto dal gior-nalista forlivese Alessandro Rondoni (che quando era direttore del settimanale “il Momento” tenne una corrispondenza epistolare con padre Leoni) e da Mara Quadri, si legge: “La sua condizione di sacerdote non è vissuta da lui come un peso, è piuttosto la sua realtà, un dono che non

deve essere rifiutato e che gli conferisce anzi una forza positiva con la quale può restare ancorato al reale con un respiro di speranza più grande”. Leoni fu rilasciato nel 1955 con la mediazione del Governo e del Vaticano e la sua storia divenne un caso nazionale. Al suo rientro in Italia, in pieno clima di Guerra fredda, la sua testi-monianza fu però percepita come scomoda. Ottenne così di poter partire per una nuova missione fra i russi emigrati in Canada, dove vi rimase fino alla morte avve-nuta a Montreal nel 1995. Nell’autobiografia “Spia del Vaticano!” del 1959, di recente tradotta anche a Mosca, il gesuita raccontò l’esperienza nei campi di concentramento. Leoni era nato a Premilcuore nel 1909 e la sua figura aveva subito suscitato interes-se e ammirazione in don Francesco Ricci, anch’egli originario di Premilcuore

che, ancora bambino, servì come chierichetto la prima messa di Leoni celebrata nel suo paese. I due si rividero a Roma dopo la liberazione del sacerdote e don Ricci volle fissare le forti emo-zioni di quell’incontro in un articolo per il Momento del 1955. “Il suo nome - scri-veva - intanto è impresso in ciascuno dei nostri cuori, poiché egli è certamente uno dei migliori tra noi, per ciò che ha sofferto e per come ha saputo soffrire”.

MaRia dEpaLMa

Mons. Bettazzi è l’unico vescovo italiano vivente che partecipò al Concilio. Ha svolto le relazioni leg-gendo i testi della Laudato si’ ed Evangelii Gaudium mettendoli in relazione con le 4 Costituzioni Con-ciliari fondamentali. La povertà è anzitutto aprire la chiusura del mondo, è sentirsi parte del mondo, come venne espresso dalla Costituzione conciliare “Gaudium et Spes”. Una Chiesa che si apre al mon-do, che esce nelle periferie, che sta dalla parte dell’u-

manità, specialmente dei poveri, degli ultimi, riposo nei documenti di Papa Francesco. Una Chiesa che è popolo di Dio, la “Lu-men Gentium”, guidato dalla gerarchia, dai pastori, che a volte precedono il gregge, altre vivono in mezzo al gregge e altre ancora stanno dietro, per stimolare e confortare chi fa più fatica. Una Chiesa che nel battesimo dona il carisma sacerdotale, regale e profetica, cioè

al battezzato è dato il rapporto diretto con Dio, la regalità come unione di tutti i popoli nella carità, per renderli ‘uno’ solo; la profezia come annuncio, testimonianza della pro-pria fede in Dio. La “Dei Verbum”, che riconsegnò ai cristiani la bibbia, la cui centralità è Cristo, che è venuto per liberare l’uma-nità dal peccato originale, originale in quanto ha origine nel cuore, dentro di sé, chiudendosi in sé e

nei confronti degli altri. Fin dall’antichità l’umanità si è fatta l’immagine di Dio a propria somiglianza, Gesù invece ci ha rivelato il volto di Dio, di cui noi siamo immagine e somi-glianza. Infine la “Sacro-sanctum Concilium”, la Costituzione sulla liturgia, che mette in evidenza la centralità - culmen et fons - dell’Eucarestia. L’ascolto della Parola di Dio, il pane e il vino segno del creato e del lavoro, che diventano il dono a Dio per mezzo di Gesù che si è consegnato nelle mani del Padre do-nando il suo spirito “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, donando il suo Spirito alla Chiesa. A 50 anni dal Concilio Vaticano II, papa France-sco rilancia l’immagine di Chiesa che il Concilio ci aveva suggerito, a co-minciare proprio da una Chiesa dei poveri, aperta con simpatia e fraternità a tutta l’umanità, soprattutto ai più bisognosi, ma una Chiesa povera anche al suo interno, con un Papa e una gerarchia che non dominano, ma sono al ser-vizio del popolo di Dio.

FRanco GaRaVini

Dal Concilio a Papa FrancescoAnche da Forlì alla Settimana di Spiritualità guidata da mons. Luigi Bettazzi

“Alla Casa per la Pace di Pax Chri-

sti a Tavarnuzze (firenze) ho partecipato alla “Set-timana di Spiritualità” guidata da mons. Luigi Bettazzi, che ha collegato la lettura dell’enciclica Laudato Si’ e dell’esorta-zione Evangelii Gaudium di papa Francesco alla luce del Concilio Ecume-nico Vaticano II, di cui l’8 dicembre prossimo la Chiesa celebra il 50° dalla conclusione.

Vent’anni fa moriva il gesuita rinchiuso nei gulag sovietici dal 1945 al 1955

La missione di padre Pietro Leoni

47122 Forlì (Italy) Via Secondo Casadei, 14Tel. +39 0543 780055 - Fax +39 0543 781404

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Mons. Bettazzi con alcuni partecipanti alla Settimana, nel cortile della casa della pace

Come dice il Papa,non si cresce da soli...

Scuola dell’infanzia nadiani

Nella scuola dell’infanzia Giovanni Nadiani di Bertinoro la strada seguita è fondata sui valori cristiani, per camminare accanto alle famiglie e condividere con loro l’avventura educativa. “Ci piace pensare all’educazione - afferma l’insegnante Anna Peiretti - come ad un prendere per mano il bambino ed aiutarlo a percepire il significato integrale della realtà. Come ad un’opera fondata sull’amore, un amore per la vita nella sua pienez-za. La nostra scuola è un luogo di relazioni e di incontri, il luogo dove si curano le tre dimensioni umane: mente, cuore, mani. Quello che più ci sta a cuore è insegnare ai bambini a conoscersi, ad amarsi, a camminare insieme, favorendo i valori del vero, del bene e del bello”. Il bambino è al centro dell’attenzione, insieme alla sua formazione integrale che comprende tutte le dimensioni: fisi-ca, affettività-relazionale, cognitiva, spirituale, mo-rale e religiosa, al fine di permettere al piccolo di sentire affermato il valore della sua persona. “L’in-contro autentico con l’altro è ascolto - conclude l’educatrice - si raccoglie la sua storia e si prova il desiderio di custodirla in profondità, lasciando che ci accompagni, che venga via con noi”.La scuola dell’infanzia Giovanni Nadiani, in via Neruda a Bertinoro, è privata, cattolica e pari-ficata, affiliata alla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne Cattoliche) e convenzionata con il Comune di Bertinoro e Cesena. Il parroco don Aldo Dino Menghi, coraggiosamente, in 18 mesi eresse la struttura. La scuola accoglie bambini dai 12 mesi ai 5 anni di età, dalle 7.30 alle 16.30. È organizzata in sezioni omogenee per età: sez. Mar-gherite (12 - 24), sez. Tulipani (24 - 36 mesi), sez. Papaveri (3 anni), sez. Rose (4 anni), sez. Girasoli (5 anni). Inaugurata nel 2004, è immersa nel verde di un parco di circa 9mila mq, con svariati giochi esterni. Perla della struttura, una sabbiera di 6 metri per 15, interamente coperta e ombreggiata a norma Asl. Davanti all’entrata c’è un ampio par-cheggio privato, a disposizione del personale sco-lastico e dei genitori. La struttura è caratterizzata da spazi ampi e luminosi, che creano un ambiente funzionale e invitante, accogliente e curato anche sul piano estetico. L’equipe educativa è abilitata e qualificata, un gruppo di lavoro che condivide le proposte educative guidato da una coordina-trice didattica con una coordinatrice pedagogica esterna di supporto, alla quale i genitori possono rivolgersi in caso di necessità. Da due anni, inoltre, la struttura è entrata a far parte del progetto 0-6 in collaborazione con i Comuni di Castrocaro, Bertinoro, Meldola e Forlimpopoli. Si tratta di un progetto basato sull’importanza dell’outdoor educa-tion, ossia educazione all’aria aperta, per stimolare nei bambini l’esplorazione e sperimentazione del contesto naturale attraverso esperienze dirette e concrete. Tra le tante iniziative della scuola vale la pena ricordare anche “Nadiani carica di libri”, che da anni promuove la vendita di libri per bambini e genitori, il cui ricavato viene usato per acquistare volumi per i piccoli. Una vera occasione di cresci-ta e conoscenza per tutti.

23 luglio 2015diocesi 18

L’ambulatorio caritas ha sede in via Fossato Vecchio 20, a Forlì ed è aperto il mercoledì dalle 16.00 alle 17.30

Come già comunicato, mons. Erio Castellucci (nella foto) sarà ordinato vescovo sabato 12 settembre, alle ore 16.30 presso il Palafiera di via Punta di Ferro. Viste le previsioni della ecce-zionale partecipazione da Forlì, in particolare delle parrocchie di San Giovanni Evangelista e di Roncadello e dell’Agesci e da Modena, è stata scelta una struttura che possa ospitare 6mila persone a sedere, con la possibilità di allestire altri 800 posti in un padiglione della Fiera con maxischer-mi. Si è messa in moto la macchina organizzativa per preparare l’evento e per far partire gli inviti, in partico-lare alle autorità di Forlì e di Modena. Sarà garantito un servizio d’ordine per i parcheggi e per l’entrata al Palafiera. Le autorità e i sacerdoti avranno (previa

conferma alla segreteria pastorale) un pass per il parcheggio riservato e per il posto in Palafiera, mentre tutti gli altri fedeli potranno accedere ai vari settori accompagnati da un adeguato servizio d’ordine. La liturgia sarà celebrata con massima solennità e partecipazione (sono pre-visti oltre 50 vescovi, più di

300 sacerdoti, 50 ministran-ti) e sarà animata dal canto di tutti i cori diocesani. Chi non potrà partecipare alla celebrazione potrà seguire la diretta che sarà trasmes-sa su Teleromagna. Dopo la celebrazione liturgica è previsto un buffet per tutti nei padiglioni della Fiera. In preparazione alla ordinazio-ne, domenica 6 settembre

in tutte le chiese sarà letta la lettera del vescovo, mons. Lino Pizzi, e sarà distribu-ito il quotidiano nazionale Avvenire che conterrà una pagina dedicata alla diocesi di Forlì-Bertinoro. Le offerte raccolte in chiesa domenica 6 settembre saranno a sostegno dell’or-ganizzazione della festa e del dono della diocesi al nuovo Vescovo, che ha già comunicato di devolverlo per l’incremento del Centro Vocazionale diocesano.Domenica 13 settembre mons. Castellucci farà poi l’ingresso solenne nella dio-cesi di Modena-Nonatola. Per chi desidera partecipare l’Ufficio pellegrinaggi della diocesi di Forlì-Bertinoro organizza un pullman, costo euro 15,00 preno-tazioni a Mariella Leoni (348.2401674) fino ad esaurimento posti. (G.A.)

Prestano il loro servizio medici volontari, medici specialistici e infermieri, che si rendono disponibili per l’assistenza sanitaria ai pazienti segnalati dal Centro di Ascolto, estesa ai Centri parrocchiali, al Centro Servizi per l’In-tegrazione, Cds e tutte le associazioni del privato sociale. L’ambulatorio è aperto il mercoledì pome-riggio dalle ore 16.00 alle 17.30. Prima che questo si realizzasse, gli ospiti venivano orientati agli am-bulatori dei medici di base del territorio, disponibili ad accogliere e curare le persone prive di copertu-ra sanitaria. Il servizio è prevalentemente rivolto a persone prive di assisten-za, quali migranti privi di permesso di soggiorno, migranti dotati di permes-so ma con domicilio in un altro Comune d’Italia, quindi privi di assistenza

sanitaria, cittadini UE sen-za attestato di soggiorno, persone senza fissa dimo-ra. Negli ultimi due anni, a causa della crisi econo-mica, abbiamo accolto italiani “di passaggio” per la ricerca lavoro, per i quali si è resa necessaria la visita medica. Ulteriore cambio di utenza è rappresentato dalla presenza, presso la nostra struttura, di perso-ne che si trovano a dover scontare misure alternative alla detenzione anche a loro viene data assisten-za. Ci sono da segnalare numerosi interventi di primo screening sanitario, effettuati al momento

dell’ingresso in struttura, a favore di profughi irre-golari, privi di permesso di soggiorno. I nostri pazienti usufruiscono di terapie gratuite grazie al Banco Farmaceutico (fornitura annuale), di far-maci rintracciabili grazie alla collaborazione del Comitato per la Fame nel Mondo e di un fondo da parte del Lion’s Club Forlì Host, esteso al pagamento di eventuali visite speciali-stiche. Dopo qualche anno dall’apertura dell’ambu-latorio medico, possiamo cogliere la validità e l’im-pegno professionale che comporta questo servizio,

oltre alla valenza umana di chi vi opera. È stata data risposta alle molteplici domande di assistenza gratuita, che erano diven-tate sempre più frequenti sia per gli italiani sia per gli stranieri presenti nel territorio.Per poter continuare ad offrire un servizio digni-toso, vorremmo trasferire la sede dell’ambulatorio in uno spazio più consono. Contiamo dunque sull’a-iuto e sul contributo di quanti condividono con noi l’urgenza di rispondere ai bisogni sanitari di quanti si trovano in difficoltà. Ringraziamo tutto il per-sonale che con umanità, professionalità e gratuità ha operato in questi anni all’interno dell’ambula-torio e auspichiamo che la Direzione dell’Ausl continui a sostenere e pro-muovere il Centro studi Donati, senza il quale il servizio verrebbe meno. L’accompagnamento sa-nitario è una componente assolutamente indispensa-bile ai bisogni dell’uomo ed è dovuta per diritto (Art. 32 Costituzione). Star bene fisicamente ren-de capaci di fare progetti e percorsi nuovi, per una nuova autonomia.

SiLVana iREnE BoRGaTTi

L’ambulatorio della CaritasAperto dal 2009, accoglie e assiste le persone prive di copertura sanitaria

“L’ambulatorio per persone in diffi-

coltà è stato costituito nel febbraio 2009 dal Centro studi per il volontariato e la solidarietà “Giovanni Donati”, coordinato da Daniela Valpiani e dalla Fondazione Buon Pastore.

Il 12 settembre la consacrazione di don erio al palafiera, il 13 l’ingresso a Modena

Si prepara l’ordinazione episcopale

La parrocchia luogo di relazioni costruttiveNella diocesi di Forlì-Bertinoro sono molte le iniziative che generate nelle modalità più diverse, “abitano” le nostre parrocchie, tante altre poten-zialmente possono nascere.È necessario avviare riflessioni/prassi anche “spe-rimentali” per poter affrontare al meglio il tema del rapporto fra le parrocchie/unità pastorali e le organizzazioni (associazioni, cooperative sociali, ecc.). La proliferazione di queste attività è segno di un dinamismo pastorale vivo e fecondo che da sempre fa della nostra diocesi un luogo capace di realizzare percorsi che valorizzano le “risorse” di-sponibili. Molte persone oggi vengono a contatto con la Chiesa grazie alla possibilità di frequentare questi progetti. Il primo spazio in cui muovere le leve giuste, per far funzionare questi progetti che vivono nelle parrocchie, è quello relazionale, della fiducia reciproca, di una visione pastorale condi-visa. Non possiamo, per esempio, pensare che le parrocchie diventino agenzie immobiliari o luoghi in cui vengono forniti servizi; la missione della parrocchia è evangelizzare, per questo è fonda-mentale condividere una visione comune - che si fonda su valori condivisi - nel rispetto dei talenti e carismi che lo Spirito ha donato ad ognuno. Solo in uno stile di valorizzazione reciproca è possibile creare quel clima che permette di generare “in-novazione” relazionale, che porta a realizzare una pastorale prospera. Il futuro sarà di chi si saprà relazionare in modo costruttivo con il mondo in cui vive. Occorre dare continuità a queste opere a prescindere dalla figura del parroco (che spesso ne è anche il fondatore), soprattutto quando esse prevedono una complessità tale da avvalersi di lavoratori e forme di impresa più articolate, rispetto alle iniziative a carattere volontaristico. Quando in una parrocchia cambia la figura del parroco, se le attività nate ed avviate sono realizza-te in una pastorale condivisa, il senso delle opere, attive nella parrocchia, non viene meno. Non è pensabile che in campo educativo la parrocchia possa delegare in toto ad altri la sua responsabi-lità: titolare dell’educazione resta la parrocchia, che coopera con altra realtà. Occorre precisare i rapporti di collaborazione/compresenza e in che misura e in che modo la parrocchia esercita la sua azione educativa, anche quando nella conduzione sono presenti altri enti. Dalla cooperazione fra attori diversi possono nascere modi innovativi di gestire ciò che si è fatto finora. Per cui nasce l’esigenza di avere a livello diocesano, oltre che indirizzi pastorali, anche indirizzi di tipo con-trattuali. Nel definire tutto questo si debbono rispettare la natura particolare e le finalità della parrocchia e dei suoi spazi; occorre precisare i rapporti di collaborazione/compresenza e in che misura e in che modo la parrocchia esercita la sua azione educativa anche nella conduzione da parte di altri enti; si deve salvaguardare la possibilità di intervenire per serie ragioni a livello educa-tivo e gestionale; vanno apportate clausole che salvaguardino la libertà della parrocchia, anche a fronte di cooperative e operatori regolati da leggi civili. In questo senso, per evitare il verificarsi di situazioni fortemente conflittuali, è fondamenta-le definire un organo collegiale che permetta di rappresentare con continuità tutta la ricchezza e gli attori coinvolti nell’opera che “abita” la parroc-chia: parroco, consiglio pastorale, consiglio degli affari economici, parrocchiani... Questo per dare continuità all’opera a prescindere dalla disponibili-tà di determinate persone o dall’avvicendarsi della figura del parroco.È possibile avviare in proposito un confronto a livello diocesano?

punto di domanda

A cura di Pietro Fabbri

23 luglio 2015 diocesi19

La sua vita può essere raccolta in tre grandi capitoli: il primo, con-trassegnato dall’impegno nell’Azione Cattolica, dove ricoprì l’incarico di presidente della GIAC, fino alla rottura con la presidenza Gedda; il secondo, ha come scena-rio il deserto algerino con la decisione di diventare Piccolo Fratello di Gesù e l’America Latina (Argen-tina, Venezuela, Brasile), dove la scelta radicale dei poveri lo costringerà ad un continuo peregrinare per sfuggire la cattura. Terza e ultima tappa il ritorno in Italia, nelle col-line della sua Lucca, dove continuerà, pur con l’età avanzata, a dispensare fiducia e tenerezza ai tanti,

soprattutto giovani, che gli chiedevano di trascorrere un po’ di tempo con lui.Ho incontrato Arturo Paoli, ormai prossimo ai 100 anni, nella cornice

del Monte Scenario (nelle colline fiesolane), dove l’Associazione Ore Undici di Roma, di cui faceva parte, gli aveva chiesto di guidare bambini e ragazzi

alla scoperta di Dio. Tema della settimana “A spasso con il nonno”, il nonno era ovviamente lui, padre Arturo.Nella quiete delle colli-

ne toscane l’ho sentito raccontare ai ragazzi il suo incontro con Dio, la luce e l’oscurità del suo lungo cammino. Parlava di Gesù come l’Amico che non ti lascia mai, anche nei momenti più difficili e confusi. Aveva sperimen-tato la sua presenza nel buio del deserto algerino, a Tamanrasset, quando aveva abbracciato la via dei piccoli fratelli di Char-les de Foucauld, aveva sentito vicino a sé l’Amico nei giorni della feroce dittatura argentina quando aveva visto assassinare l’a-mico vescovo Angelelli (di cui solo da poco è stato riconosciuto il martirio) e aveva conosciuto monsi-gnor Bergoglio, il futuro papa Francesco.Ai bambini raccomandava di leggere il Vangelo e di ascoltare l’Amico, quell’A-mico con cui dialogava nelle notti insonni.Agli adulti parlava della chiesa, come della più grande meraviglia, che l’uomo possa incontrare e a qualche adulto che si

ostinava nel sottolinearne i ritardi, le durezze e ceci-tà, lui che dalla gerarchia era stato costretto all’e-silio, rispondeva: “Non attardiamoci, guardiamo avanti, c’è ancora tanto da fare”. Al centro del suo cuore stavano i poveri. “Vivendo tra i poveri - diceva - senza l’inten-zione di beneficarli, di arricchirli, ma da amico, ho scoperto le tracce della misteriosa comunicazione di Dio con l’uomo”. Nel suo ultimo periodo in Bra-sile aveva dato vita, grazie all’associazione Ore Undi-ci, ad un’azienda agricola biologica e solidale, un agriturismo responsabile e una falegnameria per dare lavoro ai ragazzi strappati dalle favelas.L’elezione di papa Fran-cesco l’aveva reso felice e quando il 18 gennaio scor-so papa Francesco l’aveva invitato a Santa Marta per un incontro riserva-to, aveva custodito per sé quell’abbraccio tanto atteso e desiderato.

Luciano SEdioLi

Arturo Paoli, quell’abbraccio con FrancescoIl piccolo Fratello di Gesù, dopo una vita spesa per i poveri, prima di morire ha incontrato l’amico divenuto papa

“Dopo aver attra-versato per intero

il ventesimo secolo, a 102 anni, è morto a Lucca, Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucauld.

arturo paoli in una fotografia del febbraio 2014

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23 luglio 2015

Eminenza è iniziato il Giubileo: che giudizio dà dell’avvio delle celebra-zioni nella nostra regio-ne?Ho l’impressione che la gente abbia colto qualcosa e sia stata colpita come si è visto per la partecipazione alle celebrazioni di apertura il pomeriggio del giorno di Natale. Da tanti segni mi pare che sia davvero una grande seminagione e anche se non possiamo prevedere dove il seme germoglierà l’importante è che sia gettato.

Lei spesso ha richiamato il rischio di dimenticare la vera ragione di questa festa...In tutta la ricchezza di argomenti e prospettive del Giubileo non è im-probabile il rischio che nelle coscienze non trovi giusto ed efficace risalto un convincimento che di sua natura è preliminare ad ogni latra considerazione, la persuasione lucidamente consapevole che si tratti del duemillesimo anniversario della nascita di Gesù di Nazaret. Gesù è un caso assolutamente singolare, nessuno più di lui ha segna-to la storia umana. Per noi che osiamo dirci cristiani, cioè di Cristo, suoi, lui è il solo e vero maestro, l’unico necessario salvatore di tutti: sarebbe perciò imperdo-nabile se il 2000 trascor-resse nella dimenticanza del Festeggiato. Ma anche per quanti non credono, lo straordinario appunta-mento potrebbe portare ad una conoscenza più

adeguata e più seria della figura di Cristo, dell’identi-kit del Festeggiato, della sua originalità, della sua novità sconvolgente, che ha ma-nifestato col suo atteggia-mento spesso politicamente scorretto e che aveva il suo segreto nel rapporto unico di figliolanza col Padre.

La Giornata della vita mette in evidenza il grave problema della denatalità, ancora più avvertito nella nostra terra. Quale speranza per il futuro?Questo bisognerebbe chiederlo agli interessati, vale a dire ai potenziali genitori. Già 15 anni fa la provincia di Bologna deteneva il primato mon-diale di denatalità, ora il problema si è allargato e

riguarda tutta l’Italia. Non c’è motivo di rallegrarci e ora però cominciano tutti a capire che si tratta di una grande tragedia anche sul piano sociale, economico e previdenziale.

C’è grande attenzione al problema del rapporto con l’islam: da una parte l’accoglienza, dall’altra le richieste come quella di costruire le moschee e centri di cultura islamica, di cui si è parlato anche a Forlì. Qual è il suo giudizio?Sono convinto che quello dell’islam è il problema più grave che noi ab-biamo come cristiani e come comunità italiana. A differenza di tutte le altre etnie, l’islam ci creerà grossi problemi, poiché porta con

sé un diritto di famiglia diverso, un’alimentazione di versa, un giorno di riposo diverso. Ho l’impressione che ancora non lo stia-mo affrontando con una consapevolezza adeguata, sia sul piano religioso, sia su quello sociale e politico.

Si celebrano fra poco la Giornata e il Giubileo dei malati...Secondo l’ottica del Signore i malati sono i privilegiati nella comunità cristiana, la loro sofferenza avvalora il perdono dei peccati e la remissione della pena. Que-sto vale per i malati fisici e per ogni forma di malattia. Almeno nello spirito siamo tutti un po’ malati, nessuno è perfettamente sano.

a cuRa di aLESSandRo Rondoni

Le sfide per la Chiesa di oggiIntervista al card. Biffi in occasione del suo intervento a Forlì nell’Anno Santo 2000

“Il card. Giacomo Biffi, morto l’11

giugno scorso, più volte ha fatto visita a Forlì durante i vent’anni del suo episco-pato bolognese e in queste occasioni più volte è stato intervistato da il Momen-to. Al termine della confe-renza tenuta nella Catte-drale di Forlì l’1 febbraio 2000 su “L’originalità di Cristo” il card. Biffi aveva rilasciato all’allora direttore de il Momento, Alessandro Rondoni, l’intervista (pubblicata nel n. 3/22 febbraio 2000) che riproponiamo integral-mente.

“Venite in un luogo deserto voi soli e, riposa-tevi un po’ ”. Quest’invito mi è sempre piaciu-to. Un luogo in cui potersi isolare e riposare... E Gesù, da buon intenditore, fa da guida al suo gruppetto per andare a fare, cosa? Ferie o esercizi spirituali? Un luogo a numero chiuso, di sua conoscenza, per evitare affollamento, ché altrimenti la solitudine si va a far benedire!Ma oggi esiste un luogo simile? Non è l’invi-to ad un grande assembramento, a riempire piazza S. Pietro. Se lo trovate, non ditelo in giro, che ve lo occupano immediatamente. Riposarsi un po’: è quanto fece Dio al settimo giorno della creazione, pur essendo freschis-simo ed infaticabile, ma lo fece per insegnarlo a noi: anche Gesù collaudò un luogo deserto per quaranta giorni, ma questa non sarebbe cosa adatta a... noi. Ed ora torniamo a noi. Ricrearsi dentro, ricaricare le pile, ritrovare le motivazioni del vivere, del credere, del lavorare, del rinsaldare i vincoli familiari, dell’uscire dalla apatia e sco-prirsi capaci di novità. Sempre pieno di sor-prese, Gesù! Più c’è da fare, più chiede calma e riflessione. A tutti! Prima di piombare nella agitazione, prima di essere sommersi dall’an-sia chiede di premunirsi, di farsi una buona corazza di protezione (Noi di solito invece ci lasciamo schiantare e poi ricorriamo alle cure. Non sarebbe meglio prevenire?). Non ci chie-de di “evadere”, di rimandare a tempi migliori, ma di affrontare i problemi nel modo giusto. “Ritiratevi in disparte voi soli in un luogo deserto”. Come dire: “Guarda le cose dal di fuori, dalla giusta distanza, dall’alto”. È una visone diversa, che ti permette di controllare le emozioni, di ragionare, di riflettere.Rimandare di un po’ non è poi tanto male. Invece se si vuol essere sempre in prima linea, da protagonisti, si improvvisa, si perde il con-trollo, si rompono i rapporti. Darsi un respiro. Fare un esame di coscien-za. Trovare o ritrovare i giusti motivi. Non prendere decisioni quando si è troppo agitati e depressi, rinfrancare lo spirito. E per fare questo... si può restare anche dove si è, basta organizzarsi un po’. Estate: occasione per stancarsi? Per spendere un fracasso di soldi? Oppure occasione da non sciupare? Non fac-ciamo a gara a chi va più lontano, perché poi capita…. di incontrare “là” i vicini di casa, i compaesani con i quali “qua” non c’era tempo di salutarsi. Non andiamo in luoghi scelti per “sentito dire” o per poterli raccontare e per inviare qualche cartolina esotica, per far schiattare d’invidia qualcuno. Estate: tempo per rinfrancare lo spirito, per buone letture (ci sta anche il Vangelo), per saziare la sete di cultura, per essere gli amba-sciatori, presso altri, della nostra comunità, per dissodare la nostra fede, per una buona confessione, per... Perché non sia un tempo perso a caro prezzo! L’uomo ha bisogno di tempi di riposo, di rifornimento e noi siamo uomini! Ma chi torna dalle ferie ha ritrovato se stesso, il senso della vita, ha rinsaldato la sua voca-zione alla famiglia, alla cultura, al lavoro? Ha scoperto il valore del silenzio, della preghiera? Si è ricaricato interiormente? Speriamo di sì. Buona estate a chi va e a chi resta…!

Gesù inventa le ferie... sacre

La posta di don camillo

a cura di don Aldo Budelacci

L’8 maggio 1986 il card. Biffi accolse in piazzale della Vittoria papa Giovanni paolo ii che iniziava la visita in Romagna

10-09-1989, cattedrale di Forlì: l’arcivescovo di Bologna presiede l’ordinazione episcopale di mons. Giuseppe Fabiani

diocesi 20

23 luglio 2015 chiesa italiana21

Terminano le pubblicazio-ni, a fine 2015, le riviste Il Regno e Settimana. Ne hanno dato notizia il Centro editoriale deho-niano (che edita le due testate) e la Provincia italiana settentrionale dei sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani), parlando di “decisione sofferta” ma “inevitabile, malgrado tutti gli sforzi di questi ultimi anni per evitarla”. “È stata una scelta molto dolorosa e faticosa, dettata da anni di crisi nei quali non ci sono stati segni di rilan-cio”, conferma al Sir padre Lorenzo Prezzi, portavoce dell’editore e direttore di Settimana. Nato nel 1956, Il Regno è fin dagli anni del Concilio Vaticano II “un punto di riferimento per l’opinione pubbli-ca ecclesiale”, non solo italiana, ma internazionale.

Settimana, invece, nacque nel 1946 e nel 1965 venne acquisita dal Centro edito-riale dehoniano, accompa-gnando il clero italiano per decenni con un’“accurata cronaca pastorale”. “Le ragioni dell’amara decisio-ne - spiega l’editore in una nota - risiedono nell’accu-mularsi di stratificazioni di crisi diverse: dal profondo mutamento del comparto dei media, che penalizza la comunicazione cartacea e modifica le forme della co-municazione, al restringer-si del bacino di utenza del personale ecclesiale (preti, religiosi e religiose); dal peso della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni fino alla sempre più problematica distribuzione postale”. “Ci auguriamo che questa storia possa proseguire in altro modo e in altra

forma nella continuità di un servizio d’informazione religiosa che è stato in que-sti 60 anni libero, compe-tente e fedele”. Il direttore de Il Regno, Gianfranco Brunelli, e la redazione re-plicano con queste parole alla nota del Centro edito-riale dehoniano. “Questa

decisione della proprietà, la Provincia dell’Italia set-tentrionale dei dehoniani, è sofferta ed è grave, ed è assunta - riconosce la reda-zione - a fronte di una crisi strutturale ed economica che in questi anni non ha risparmiato nessuno, nep-pure noi”.

L’iniziativa, che ci porta in piazza San Pietro e alla quale vorrei davvero che ciascuno si sentisse invitato, vuole essere una risposta di popolo ai mol-teplici appelli del Santo Padre alla preghiera per la famiglia e per il lavoro dei Padri sinodali. Abbiamo una grande necessità di far vedere la bellezza della famiglia: la nostra vera forza è rimanere ancorati alla realtà con la consa-pevolezza che la realtà è superiore all’idea. E la realtà, quella più diffusa e prevalente e della quale siamo in tanti a fare espe-rienza, è la famiglia”. Così mons. Galantino, segre-tario generale della Cei, in una recente intervista ha invitato a partecipare alla preghiera che si farà in piazza San Pietro in apertura del Sinodo sulla famiglia. “La lunga sta-

gione di crisi che stiamo vivendo più che economi-ca, o oltre che economica, è culturale e spirituale - ha aggiunto Galanti-no, sollecitando anche la politica a difendere la famiglia con più decisione - ha contribuito a privare

tanti giovani di opportu-nità non solo di lavoro, ma anche di progettua-lità in merito a scelte di vita. Come Chiesa sono innumerevoli le forme con cui si cerca di stare accanto, accompagnare e sostenere. Vorremmo che

la politica la smettesse di mettere all’angolo la fami-glia, per ritrovare energie e soluzioni con cui pro-muoverla: penso a servizi reali, agevolazioni fiscali, conciliazione di tempi famiglia-lavoro... È troppo chiedere, per il futuro del Paese, un’attenzione alla famiglia perlomeno analoga per intensità a quella che si sta ponendo per realtà assolutamente “altre” dalla famiglia? Ho l’impressione che si stia facendo pericolosamente strada una grave forma di strabismo da parte di alcu-ni settori della politica. Sembra che l’unico pro-blema oggi sia quello dei diritti degli individui che chiedono di unirsi nelle unioni civili o di coloro che, avendo un orienta-mento sessuale diverso, chiedono stabilizzazione per la loro posizione. Forse bisognerebbe con più forza richiamare al sano realismo delle cose: la nostra società, grazie a Dio, conta e può ancora contare sulla stragrande maggioranza di famiglie fatte di padre, madre e figli, quando il buon Dio li dona. E queste famiglie hanno il diritto di vedersi al centro dell’impegno politico delle Istituzioni”.

Sostegno deciso alla famigliaMons. Galantino invita alla preghiera che il 3 ottobre prossimo aprirà il Sinodo

““Il 3 ottobre pros-simo saremo alla

vigilia dell’apertura della XIV assemblea genera-le ordinaria del Sinodo dei Vescovi, imperniato su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.

Le due riviste edite dai Dehoniani saranno pubblicate fino alla fine del 2015

Chiudono “il Regno” e “Settimana”

Verso la legalizzazioneanche in Italia?

utero “in affitto”

La quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha depositato recentemente le motivazioni della sentenza con la quale ha assolto il 24 marzo scorso una coppia imputata per “alterazione di stato”, dopo aver trascritto l’atto di nascita di due gemelli nati in Ucraina grazie a un contrat-to di maternità surrogata a pagamento, legale a Kiev, ma bandito in Italia da un esplicito divieto contenuto nella legge 40 e ribadito dalla Corte Costituzionale. Un altro passo verso la legaliz-zazione tacita dell’utero in affitto anche in Italia, una pratica universalmente esecrata a parole ma che alcuni tribunali stanno di fatto rendendo lecita con ragionamenti giuridicamente discutibili ed eticamente inquietanti.Il collegio presieduto da Annamaria Gatto scrive che alcuni concetti sarebbero ormai “patrimonio acquisito del nostro ordinamento ed escludono che la genitorialità sia solo quella di derivazione biologica” indicando che “la tutela del diritto allo status e all’identità personale del figlio può comportare il riconoscimento di rapporti diversi da quelli genetici”.Il Tribunale milanese, non il primo a sentenziare in questa direzione, si giustifica sostenendo che per far cadere l’accusa di alterazione di stato (far passare in Italia per proprio un figlio nato da una madre diversa da quella che vuole essere consi-derata tale, e nell’ordinamento italiano ogni nuo-vo nato è figlio di chi lo partorisce, non di chi lo registra) è dirimente la formazione dell’atto di nascita dei due bimbi in Ucraina nel rispetto integrale della lex loci, ossia della legge ucraina.Quindi, se una pratica qualunque è lecita in un Paese dovrebbe esserlo a richiesta anche in Ita-lia? Secondo il Tribunale è la stessa legge italiana a imporre ai cittadini italiani all’estero di effettua-re le dichiarazioni di nascita all’ufficiale di stato civile straniero e secondo la legge del luogo ove l’evento è avvenuto.Anche l’ordinamento italiano, “al pari di quello ucraino, nel disciplinare gli effetti della feconda-zione eterologa valorizza il principio di respon-sabilità procreativa e ne fa applicazione in luogo di quello di discendenza genetica; il coniuge che abbia dato l’assenso (...) alla nascita di un bambino tramite fecondazione eterologa (...) non può esercitare l’azione di disconoscimento, per avere assunto la responsabilità di questo figlio, e ne diviene genitore nonostante lo stato civile del neonato venga determinato in maniera estranea alla sua discendenza genetica”. Ma l’esito di questo ragionamento è già scritto: la caduta per via giudiziaria del divieto di maternità surroga-ta, e intanto la possibilità per coppie formate anche da persone non di sesso diverso di vedersi riconosciuto un figlio nato all’estero da compra-vendita di utero come proprio. Col beneplacito del tribunale.

La prima pagina di un numero di “il Regno” e di “Settimana”

Roma, piazza San Pietro3 ottobre 2015

23 luglio 2015vita diocesana 22Tracce di Cammino: Gianfranco Sabbatani e pier Sante Bertelli

Gianfranco Sabbatani, 60 anni, in pensione da circa 4 anni, la moglie insegnante di italiano alle scuole medie, una figlia che ha intrapreso una professione in campo sanitario, Pier Sante Bertelli, 70 anni, un fratello sacerdo-te, una numerosa famiglia d’origine e tre figli che lavorano in città diverse.“Non è questa la prima esperienza insieme”, dice Pier Sante - “già l’anno scorso abbiamo percorso il sentiero che da Dovadola porta ad Assisi; quest’an-no abbiamo realizzato il pellegrinaggio che da tempo progettavamo. Parlo di ‘pellegrinaggio’ perché, sostenuti dalla fede, e per fede, abbiamo percorso gli oltre 800 chilometri. che separano Irun, ai piedi dei Pirenei, da Santiago, la nostra meta. Tanti dub-bi prima della partenza, l’interrogativo ricorrente era ‘ma ce la farò?’, eppure la volontà di fare questo cammino è più forte di

ogni dubbio e dentro di me c’era, in fondo, la consa-pevolezza di farcela, così il pensare positivo mi ha dato forza e sicurezza. Volevo pregare per i miei cari, per i piccoli che devono cresce-re, per quanti in famiglia hanno bisogno di un soste-gno che va oltre le capacità umane e volevo compiere questo percorso ‘di vita’ che è totalmente estraneo all’esistenza di ogni giorno. Cosa mi ha emozionato di più? Difficile dirlo, certa-mente la meraviglia di certi paesaggi, il silenzio che si ‘tocca’ lungo tutta la strada e soprattutto la realtà di Santiago, il partecipare, nel giorno di domenica, alla messa dedicata ai pellegrini di cui viene ricordata la nazionalità, il sentirmi uno

dei tanti che, tra difficoltà e problemi da superare, hanno raggiunto la meta: Santiago, che ho visto ora per la seconda volta e che non è escluso io veda per la terza volta l’anno prossimo...”.“Un’esperienza com-movente,- sostiene Gian-franco - che ho voluto fare portando a compimento un progetto che mia figlia Francesca, morta 4 anni fa per un male incurabile e rapidissimo, aveva soste-nuto e incoraggiato. Per 34 giorni (dall’8 maggio al 13 giugno) io e Pier Sante abbiamo camminato in altrettante tappe, recitando preghiere, visitando luoghi, incontrando persone di ogni nazionalità. E proprio questo ultimo aspetto è sta-

to l’elemento più coinvol-gente dell’intero percorso. Tutti incontri in cui vedevi una uguale volontà di farsi capire, con tanta voglia di aiutarsi, proprio nello spiri-to del pellegrino! Si viveva la sensazione di essere in un mondo a parte. E poi quei paesaggi dai forti contrasti. Il colore blu del cielo e del mare vicino al verde bril-lante dei pascoli, dei tanti pascoli dove le mucche brucavano tranquille. Inten-sa a Finisterre l’emozione di essere giunti là dove tutti i pellegrini, da secoli, anda-vano, per toccare l’oceano, alla fine della terra, appun-to! E quest’altro anno? Forse la meta sarà ancora Santiago, per me seguendo il Cammino francese”.

paoLa METTica

Fino a Santiago de Compostela

“Due amici, una comune profonda

fede, una identica passione: camminare. Quale migliore proposta se non quella di percorrere insieme il Cammino verso Santiago di Compostela? Scegliendo la Via del Nord, meno frequentata, più “alta” in quota, che costeggia l’Oceano.

Periodo intenso di attività per l’Azione Catto-lica, che propone le vacanze per tutti i settori dell’associazione. L’Acr si organizza unendo insieme diverse parrocchie: Cava, San Martino in Strada, San Paolo, Villagrappa e Villanova saranno ad Alfero dal 26 luglio al 2 agosto; Pianta, Pieve Salutare, Predappio e Romiti alle Balze dal 2 al 9 agosto. Nello stesso periodo Bussecchio, Regina Pacis, Roncadello e San Pie-tro in Vincoli saranno a Fanano; Forlimpopoli, San Martino in Villafranca e Vecchiazzano a Madonna di Pugliano; Ronco San Varano e Sel-va a Rinuccioli; Meldola e Ravaldino andranno invece a Teodorano dall’1 al 8 agosto. Il campo giovanissimi si svolge a Bormio dal 25 luglio all’1 agosto, i giovani andranno in cammino fino a Roma seguendo la via Romea partendo il 16 agosto e tornando il 23. Il campo adulti e famiglie si svolgerà a Villa Bertinoro di Fonta-nazzo, primo turno dal 25 luglio all’1 agosto, secondo turno dal 15 al 22 agosto.

Le vacanze proposte dall’associazione con Acr, giovanissimi, giovani e adulti

Azione Cattolica in campo estivo

da sinistra Gianfranco Sabbatani e pier Sante Bertelli durante il loro pellegrinaggio al Santuario compostelano

il Vangelo della domenica

XVII Domenica del Tempo Ordinario

26 luglio 2015

(Gv 6,1-15)

“Segni”: così l’evangelista Giovanni chiama i miracoli di Gesù. Segni perché non hanno la loro ragione in se stessi, ma rimandano ad altro, a qual-cosa - in questo caso a Qualcuno - più grande del segno stesso. La folla ha visto i segni di Gesù sugli infermi, e da questi segni è rimasta incuriosita. Riuscirà ad andare anche oltre i segni stessi?Dopo aver attraversato il Mare di Galilea, Gesù sale su un monte e la folla ancora lo segue. Non ci sono ammalati da guarire: l’interesse evidente-mente adesso è un altro, è più concentrato sulla persona di Gesù. Sul monte, Gesù guarda quella folla che lo cerca e che gli viene incontro numero-sa. Da quello sguardo, sulle labbra di Gesù affiora una domanda, ed egli chiede a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Eppure questa non è una folla né particolarmente stanca né particolarmente affama-ta. Il suo desiderio di sfamarla non sembrerebbe dunque il tentativo di rispondere ad un bisogno urgente. In effetti, dietro alla domanda che Gesù rivolge a Filippo stanno altre parole, che ci invita-no a guardare più in profondità. Rivolgendosi agli Israeliti, infatti, Dio aveva detto per bocca del pro-feta Isaia: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide”. Si tratta di un invito ad un banchetto per il quale non serve pagare; un banchetto nel quale il cibo che sazia è la Parola stessa di Dio, e questa Parola invita ad una relazione di reciproca alleanza. Filippo non coglie il senso profondo della domanda di Gesù, e rispon-de rimanendo semplicemente sul piano del cibo materiale: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Poi Andrea indica un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; Gesù fa sedere tutti e distribuisce i cinque pani e i due pesci alla folla. E tutti si saziano. Restano anche degli avanzi: dodici ceste. È il sovrappiù divino, la sovrabbondanza del suo amore e della sua premura verso gli uomini.Ancora una volta un segno compiuto da Gesù. La gente lo coglie e, anzi, riesce finalmente a intra-vedere, dietro questo segno, l’identità di Gesù: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”. Il segno sembra essere stato inteso pienamente. Purtroppo è solo un guizzo che si spegne in fretta. Appena un versetto dopo la folla distorce in senso politico l’identità di questo pro-feta: ne vuole fare un re, il proprio re che si metta alla guida della nazione e metta fine all’occupazio-ne romana. “Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo”.

a cura di don Enrico Casadei Garofani

compleanni dei sacerdoti

Dal 23 al 29 luglio compresi:

Don Ruffillo Rivalta26 luglio

Don Mauro Petrini27 luglio

23 luglio 2015

il direttore risponde

Gentile Direttore, sono un’abbonata di vecchia data del suo giornale, lo ero già della precedente gestione e col tempo ho potuto apprezzare le mo-difiche e gli arricchimenti che hanno fatto di questa testata una piacevole ed utile compagnia. Ho l’abitudine di leggerlo tutto, a volte d’un fiato in una sola sera, altre volte a più riprese, ma sempre rimanendo colpita dalla multiforme ricchezza delle realtà ‘vicine a casa’. Nel numero 26 del 9 luglio scorso mi sono imbattuta in un trafiletto, o meglio in una finestra dal titolo importante: ‘i riti della dome-nica’ e dal sottotitolo invitante: ‘le osservazioni di un praticante’. Sono rimasta particolarmente delusa. Ora non voglio fare un commento frase per frase, non ne vale proprio la pena,

però mi permetto di condividere con lei un paio di considerazioni. Se avessi letto tutto questo all’interno di un qualsiasi giornale laico, avrei pensato che davvero non avevano molto da scrivere e avrei ritenuto più opportu-no andare ad osservare gli avventori di un qualsiasi bar in una piazza di paese, invece mi ritrovo questo spro-loquio all’interno di un bel giornale cattolico e mi chiedo: Perché? A cosa serve? A chi serve? Possibile che meriti lo stesso spazio, anzi forse qualcosa di più, di quello dedicato al commento della Parola di Dio della domenica? Mi scusi questo sfogo, nel salutarla colgo l’occasione per rinno-vare i complimenti per una rivista che merita di essere letta e divulgata.

LETTERa FiRMaTa

Gentile lettrice grazie per i complimen-ti: il sostegno fa sempre bene.Per quanto riguarda l’articolo del nostro collaboratore condivido le sue osservazioni sulla forma e la moda-lità di espressione, ma il richiamo che viene fatto colpisce nel segno. La messa domenicale più che il cuore di una comunità che vive e condivide la stessa fede rischia di diventare un rito dove alcuni segni restano freddi e muti. Più che stare a lamentarci che le chiese sono vuote e i giovani vanno da altre parti, ognuno di noi, prete o laico che sia, deve ridare alla Messa il posto che merita.

Precisazioni sui “Riti della domenica”

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ovita diocesana23

don Roberto Rossi dal 2 al 9 maggio scorso ha visitato i campi profughi dei cristiani a Erbil

il Vescovo incontra

Venerdì 24/07Ore 10.00 - VescovadoPresiede il consiglio espiscopale

Ore 16.00 - VescovadoPresiede l’incontro del comitato organizzativo dell’ordinazione epi-scopale di mons. Erio Castellucci

Sabato 25/07Ore 9.30 - SeminarioPartecipa all’incontro

dell’Issr con i 5 vescovi delle Diocesi referenti

Domenica 26/07Ore 11.00 - Rocca delle CaminateCelebra la messa

Da mercoledì 29a venerdì 31/07TeseroPartecipa alle vancanze alla Villa Madonna del Fuoco

Iniziativa di solidarietà proposta da don Roberto Rossi e dalla parrocchia di Regina pacis

E ora “Adottiamo i cristiani di Mosul”

Don Roberto Rossi, parroco di Regina Pacis, lancia con la sua parrocchia la campa-gna “Adottiamo i cristiani di Mosul” per offrire aiuto ai cristiani perseguitati e profu-ghi, bisognosi di tutto. Don Roberto ha visitato dal 2 al 9 maggio scorsi alcuni dei campi profughi di Erbil, nel Kurdi-stan iracheno e ha raccontato la drammatica situazione dei cristiani perseguitati durante la veglia di Pentecoste in Catte-drale il 23 maggio scorso. Ad Erbil don Roberto ha incon-trato anche padre Majeed At-tala, il sacerdote di Mosul già ospite della parrocchia di viale Kennedy durante gli studi di teologia. Per contribuire si può fare un’offerta con versamento o bonifico (anche mensile) sul conto: Gruppo Missionario parrocchia Regina Pacis, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna. IBAN: IT64 R060 1013 2040 7400 0008 302. Il parroco di Regina Pacis ha

invitato anche i sacerdoti della diocesi di Forlì-Bertinoro ad aderire alla campagna aiutan-do in particolare i sacerdoti. “Fra le tante cose che mi hanno colpito e commosso nel mio viaggio ad Erbil - racconta don Rossi - oltre alla

chiarezza della fede e della testimonianza di tutti que-sti cristiani, è la donazione piena dei sacerdoti: vivono coi loro fedeli, si sono assunti la responsabilità della vita delle famiglie nei vari campi, con-fortano, organizzano gli aiuti,

le scuole, i piccoli ospedali da campo, curano le celebrazio-ni e la formazione cristiana. Sono sacerdoti meravigliosi, la maggior parte giovani, consacrati alla loro gente, persone di speranza per tutti. Potremmo, come sacerdoti della nostra Diocesi, sostenere qualcuno di questi confratelli che sappiamo così spogliati, perseguitati ma nello stesso tempo così dediti alle necessi-tà dei loro fedeli?”. Per questa seconda iniziativa è possibile versare le offerte nel conto già indicato oppure a quello aperto dal Vesco-vo di Mosul: Beneficiary name: Mr. Khedher Mousa Ishak Mouschi (Archidio-cese), Account number: 0023 110858349011 Bank Name Ibl Bank S.A.L., Swift: INLELBBE, Euro Iban: LB 890052006705557608 00392012, specificando nella causale “Sostentamento Sacer-doti dell’Iraq”.

pREFESTiVo15.15 Santa Maria in Fantella15.30 Osp. Pierantoni pad. Morgagni, Villa Serena16.00 Casa di riposo di Vecchiazzano16.30 Carpinello, casa di rip. Terra del Sole, Selba-gnone (chiesa campo sportivo)17.00 Casa di riposo Al Parco, Galeata, Fratta Terme, Portico di Romagna17.30 S. Pellegrino, Concattedrale18.00 S. Maria del Fiore, S. Giovanni Ev., Pianta, Ravaldino, S. Biagio, S. Caterina, S. Giuseppe Artigiano, Suffragio, Cava, Ronco, Carmine, S. Colombano, Dovadola, Rocca S. Casciano, Castro-caro, S. Sofia, Forlimpopoli, Madonna del Popolo, S.Leonardo, S. Lorenzo in Premilcuore, S. Francesco di Meldola, Romiti18.30 S. Lucia, Regina Pacis, S. Pio X in Ca’Ossi, Coriano (via Pacchioni), Cappuccinini, Bussecchio, Santa Lucia, S. Paolo, Duomo, Nespoli, Villarotta, Terra del sole (1° del mese S. Reparata), S. Antonio in Predappio, Carmine, San Tomè19.00 Opera Nostra Signora di Fatima19.15 S. Filippo19.30 Grisignano, Carmine20.00 Magliano, Vecchiazzano, S. Rita, S. Giorgio, S. Spirito, S.Giuseppe Operaio, S.Pietro in Vincoli, S. Pietro in Tontola, Capocolle, Villafranca20.30 Monte Guidi, Vitignano, S. Paolo

FESTiVo7.00 Corpus Domini, S. Ruffillo7.30 Ronco, S. Maria delle Grazie, Pieve Salutare, S. Nicolò di Meldola, S.Martino in Villafranca8.00 Ravaldino, Bussecchio, S. Rita, Vecchiazzano, Villanova, S. Pio X in Ca’Ossi, S. Paolo, Santuario del Lago, S.Pietro Forlimpopoli, S. Spirito, Suore Agostiniane, Santuario Suasia, Collinello, S. Sofia, Fiumana, Castrocaro, Coriano (Chiesa di via Correcchio), Cava,8.30 S. Martino in Strada, Carmine, Pianta, TrinitàRegina Pacis, S. Benedetto, S. Pellegrino, S. Giuseppe Artigiano, Suore Francescane (via A. Cantoni), Romiti, S. Giovanni Ev., Duomo, S.Pietro in Vincoli, Concattedrale Bertinoro, Cappel-la di S. Rosa in Predappio, Villafranca9.00 Selva, Cappuccinini, Bagnolo, S. Maria del Fio-re, S. Lucia, Cimitero Urbano, S. Biagio, Dovadola,S. Francesco di Meldola, Malmissole, S. Ruffillo, S. Leonardo, Rocca S. Casciano, Bagnolo, Terra del Sole, Rovere, Durazzanino, Monticino9.30 Ravaldino, Ospedale Morgagni, S. Caterina, Villa Rotta, Casa di Riposo Zangheri, Filetto, Spinello, Ist. Davide Drudi, Cusercoli, S. Pietro in Tontola, S. Martino in Premilcuore, Cap-pella Opera S. Camillo in Predappio, Ricò, Coriano (Chiesa di via Pacchioni), S. Francesco, Villanova9.40 Isola10.00 Bussecchio, S. Pio X in Ca’ Ossi, San Lorenzo in Noceto, Magliano, Villarotta, Duomo, Villa Selva, S. Spirito, S. Giuseppe Operaio, Pianetto, Duraz-zano, Ladino, S. Antonio in Predappio, Branzolino, Carmine10.15 S.Pietro10.30 Regina Pacis, S. Pellegrino, S. Varano, Pieve Salutare, Dovadola, S. Rita, Concattedrale Bertino-ro, Fratta Terme, S. Lucia in Predappio, S. Savino, Capocolle, S.Martino in Villafranca10.45 S. Benedetto, Collinello11.00 Carpena, S. Caterina, Pianta, S. Giorgio, S. Mercuriale, Cava, Vecchiazzano, S. Paolo, Barisano, Roncadello, Santuario del Lago, S. Ruffillo, S. Andrea, S. Colombano, Coccolia, Corniolo, Civitella, Castrocaro, Collina di Pondo, Fiumana, S. Sofia, Rocca S. Casciano, S. Marina in Particeto, San Ze-none in San Zeno, Villafranca, S. Nicolò, Ravaldino, Trinità11.10 Bussecchio11.15 Romiti, Suffragio, Suffragio, S. Giovanni Ev., S. Giuseppe Artigiano, Galeata, Terra del Sole, S. Pietro in Vincoli, Carpinello11.30 Ravaldino, S. Maria del Fiore, Carmine, S. Martino in Strada, S. Pio X in Ca’Ossi, Duomo, Ronco, Madonna del Popolo, S. Cassiano12.00 Regina Pacis, S. Filippo15.00 Voltre, Irst di Meldola15.30 Ospedale Pierantoni, Villa Serena16.00 Villa Igea, Bocconi17.00 Bussecchio, S. Maria del Fiore, Galeata, S. Benedetto in Alpe17.30 S. Pellegrino, Concattedrale Bertinoro18.00 Cava, S. Biagio, Castrocaro, S. Sofia, Dova-dola, S. Ruffillo, San Nicolò (Vespertina), Carmine, Villagrappa18.30 Regina Pacis, Duomo, Predappio Alta, Coria-no (via Pacchioni), Suffragio19.00 S. Rita, Cappuccinini, S. Mercuriale, Opera Nostra Signora di Fatima20.00 Regina Pacis, S. Giuseppe Operaio20.30 Suffragio, S. Giovanni Ev.

Gli orari possono subire variazioni per esigen-ze pastorali delle parrocchie.

orari Messe

Si svolgerà venerdì 24 luglio la camminata notturna all’eremo di Montepaolo, organizzata dall’Avis di Castrocaro e Terra del Sole. Partenza alle 20.00 davanti alle Terme di Castro-caro (partenza intermedia a Bagnolo ore 21.00), percorso andata e ritorno 17 km (da Bagnolo 10 km). Nel piazzale della chiesa di Montepaolo sarà allestito un punto ristoro, per chi desidera, possibilità della benedizione di gruppo.

Montepaolo

Camminata notturna con l’Avis il 24