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Legendre, Désir politique de Dieu- Cap. IV n. 4

Girard, la violenza e il sacro- Cap. I n. 6Cap. V n.4

Zambrano, Persona e democrazia. La storia sacrificale- Cap. I n. 6-7

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GirardLa violenza e il sacro

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Coazione (sacrificio)- compassione (tutela dell'innocente) coesistenza (diritti umani)

Quali sono quelle cose che abbiamo nascosto sin dalla fondazione del mondo? Perché le accuse di violenza (omicidio, infanticidio, incesto) ricompaiono in tutti i miti ancestrali? Perché sono il segno di una "crisi sociale", dell'origine del "sacro", come fondamento della comunità e dell'identità umana.

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La religione appare e riappare nell'universo primitivo nel momento in cui il disordine collettivo conduce a un'unanime polarizzazione nei confronti di una vittima qualunque percepita come la fonte unanime del disordine.

La vittima sacrificale riunisce in sé tutti gli aspetti negativi: "A partire dal momento in cui l'unanimità è acquisita, non c'è più violenza di ciascuno contro ciascuno: ci sono solo innocenti di fronte a un unico responsabile". La polarizzazione della violenza sulla "vittima sacrificale" scarica la carica di violenza presente nella comunità fondando l'ordine della convivenza. Il sacro in questa unione di disordine (la vittima) e ordine (il sacrificio).

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Capro espiatorio

Oggetto su cui si scarica la carica di aggressività individuale.Compiuto il sacrifico, la comunità è pacificata.

Disgregazione - vittima- aggregazione

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Dalla ripetizione vendicatrice alla ripetizione rituale

Sacrificio e pena di morte• La legge che energe dal rinsavimento

successivo all’uccisione della vittima sacrificale è la matrice comune di tutte le istituzioni, ed è il risultato di tale omicidio una volta che sia compreso nel suo ruolo fondatore,

• L’assassionio colettivo diviene fondatore per mezzo delle sue ripetizioni rituali.

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Perché la violenza?

• La violenza è intrinseca alla frattura, alla separazione che determina la contrapposizione tra io e altro.

• Contrapposizione che si manifesta nel desiderio mimetico

• Se non ci fosse l’altro, io non saprei desiderare• Esempio: la moda (desiderio di avere quello che tutti

desiderano)

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Amore / Odio

• Mimesi: vorrei essere l’altro (amore)

• Mimesi: non posso essere l’altro (invidia)

• Odio – violenza

• L’identità si costruisce attraverso l’immagine dell’altro e attraverso il rifiuto dell’altro

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Io

Eros (invidia)

Altro

Thanatos (odio)

Oggetto

mimesimimesi

Il desiderio è mimetico

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Capro espiatorio

Rompe e afferma il triangolo mimetico

Concentrando la violenza sulla vittima

Elimina l’altro oggetto del mio timore

Costruisce la comunità: mette assiemeil desiderio di dare la morte

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Canetti: Muta di caccia / linciaggio

• La muta vuole una preda: vuole il suo sangue e la sua morte…

• Ciò che finalmente è stato raggiunto e abbattuto viene mangiato da tutti (comunione)

• La sensazione della muta è decisiva a un determinato livello della convivenza umana e non può essere scossa da nulla

• Stirpe, parentela, clan, massa sono unità che derivano dal modello della muta

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Rilettura di FreudDivieto dell’incesto

Il divieto riguarda i beni più prossimi e più accessibili, dunque quelli più suscettibili di scatenare conflitti e quindi più pericolosi

Si instaura la cultura dello scambio (delle figlie e poi dei beni) che prende il posto dell’esplosione della rivalità mimetica

Senza cultura dello scambio non c’è società (coesistenza, ma senza timore della rivalità mimetica (differimento del piacere e differenza dei ruoli) non c’è scambio

Senza cultura dello scambio non c’è società (coesistenza, ma senza timore della rivalità mimetica (differimento del piacere e differenza dei ruoli) non c’è scambio

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Violenza individuale

Violenza collettiva

Mimesi

Io

Altro

Compassione

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Mimesi - desiderio

conflitto

Oggetto

Io

Altro

Compassione

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Mimesi - desiderio

conflitto

Oggetto

Io

Altro

Uguale a me

Ambivalenza esistenziale

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Coazione

coesistenza

Mimesi

Io- ???

Altro

Compassione

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Volere il posto del ...(padre) è l'elemento mimetico che sta alla base dell'identità umana: l'altro appare come elemento centrale della mia identità a partire dal desiderio: è come me (vorrei essere lui) perché desideriamo la stessa cosa (vorrei avere quello che ha lui), è il mio rivale perché mi sottrae quello che desidero (Edipo). La circolarità del processo desiderio-rivalità- violenza culmina nella crisi della vittima sacrificale indispensabile a eliminare gli effetti distruttivi della rivalità, alimentata dal desiderio unanime e indifferenziato di vendetta.

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Volere il posto del ...(padre) è l'elemento mimetico che sta alla base dell'identità umana: l'altro appare come elemento centrale della mia identità a partire dal desiderio: è come me (vorrei essere lui) perché desideriamo la stessa cosa (vorrei avere quello che ha lui), è il mio rivale perché mi sottrae quello che desidero (Padre - incesto).

Se non ci fosse l’altro, io non saprei desiderareEsempio: la moda (desiderio di avere quello che tutti desiderano)

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Ciò che il desiderio di uno stesso oggetto non fa mai- eliminare il conflitto / conciliare gli avversari- lo fa l’odio

Quando l’odio si concentra all’unanimità contro un avversario unico – considerato la causa di tutti i mali- un capro espiatorio determinato dal meccanismo del desiderio mimetico

La comunità si trova unita nel polarizzare la carica di violenza – generata dal meccanismo mimetico- contro un solo colpevole

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Carnefici – vittimeconflitto

Capro espiatoriocoesistenza

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Altri miti

Dioniso, Osiride, Adone subiscono un supplizio collettivo che fa pensare alla Passione di Cristo. Questa violenza si colloca al parossismo di un disordine collettivo che poi, con la riapparizione (risurrezione) trionfale, della vittima ripristina l’ordine

Cosa cambia nel Cristianesimo?Nei miti le vittime sono colpevoli e la comunità è sempre innocenteNei miti le vittime sono colpevoli e la comunità è sempre innocenteNella tradizione giudaico-cristiana, le vittime sono innocenti e la Nella tradizione giudaico-cristiana, le vittime sono innocenti e la violenza collettiva è colpevole (Giuseppe – Giobbe)violenza collettiva è colpevole (Giuseppe – Giobbe)

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CristianesimoSvela il meccanismo sacrificale

Il Cristianesimo riproduce e, intanto, modifica questa logica: Gesù è una vittima perfettamente innocenteGesù è una vittima perfettamente innocente. Ora "la morte della vittima rivela non solo la violenza e l'ingiustizia di ogni culto fondato sul sacrificio", ma l'idea di una divinità, e la possibilità di una comunità, che si fondi sulla "rinuncia alla rappresaglia e alla vendetta in qualsiasi forma". Nessuna società ha mai soccorso le vittime come la nostra, mostrandosi di gran lunga superiore a tutte le altre civiltà.

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Non ci sono più mistificazioniDobbiamo scegliere

Stiamo dalla parte dei carnefici (linciaggio) o dalla parte delle vittime (Cristo)?

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Da cosa deriva la passione moderna per le vittime?

Diritti umani -attenzione per chi soffre

DemocraziaPensare tutti -pensare a tutti

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Rischi del modernoA) nazismo: il progetto di Hitler è simile a quello di N.: pretende di estirpare le radici cristiane di questo insegnamento: l'olocausto come ritorno al paganesimo...B) totalitarismo: "scheggia di cristianesimo impazzita“. pretende di liberare da qualsiasi persecuzione, da qualunque oppressione, perseguitando e sacrificando intere popolazioni (vi costringeremo a essere felici)C) consumismo: la pulsione competitiva sopravvive, ma non siamo in grado di riconoscerla ( a causa del Cristianesimo), e la trasferiamo, inconsapevolmente nella logica del risentimento (rifiuto della società attraverso il rifiuto di noi stessi il "non consumo vistoso": anoressia; bulimia (mangia per sé, vomita per la società) d) terrorismo porta fino all’estremo il conflitto, ignorando la valvola di sfogo della vittima sacrificale o meglio il sacrifico è la cultura occidentale nel suo complesso (rifiuto della modernità attraverso gli strumenti della modernità) Apocalisse

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CompassioneMettersi dalla parte delle vittimePensare con la testa delle vittimeL’esistenza dell’altro mi riguardariguarda

volto

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Levinas: "l'epifania dell'assolutamente altro è volto in cui un Altro mi interpella e mi significa un ordine, in nome della sua nudità, del suo squallore. La sua sola presenza è un'intimazione a rispondere. Essere io significa... il fatto che nessuno possa rispondere invece mia"

Il rifiuto di Caino "io non sono il custode di mio fratello". Caino è così ingenuo da volere ingannare Dio? Nega la logica di Dio perché nega la logica etica della responsabilità per l'altro. Perché non vede il volto dell'altro.

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ZambranoIdolo- vittima

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Idolo - Eidolos (immagine)

Paura della paura

Sacrificio

Paura della solitudinePaura dell’ioPaura dell’altro

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Costruiamo idoli per sfuggire alla paura

Più l’idolo è inconsistente

Più grande è il numero di vittime che esige

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Idolo -vittima

POTERE?

Potere - individuo

Cos’è assoluto?

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Idolo -vittima

POTERE?

Potere - individuo

Cos’è reale?

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Niente che sia un nostro prodotto è assoluto e potrà mai esserlo (potere, religione, ideologia, denaro…).Lo è solo quel lato sconosciuto e senza nome fatto di solitudine e libertàsolitudine e libertà

Io

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IndividuoIO

Assoluto

E’ originale

Reale

E’ all’origine dell’identità

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OriginaleMi pongo la domanda

sull’origine

Provengo da…Provengo da…

Non sono l’origine di me stessoNon sono l’origine di me stesso

Altro da me

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Discutiamo perché siamo liberi

Siamo liberi perché siamo soli -senza vincoli precostituiti

Senza vincoli - senza padre: nessuno può dirmi come posso essere felice

Senza padre: paura della solitudinerelazionalità

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Democrazia

Società senza padre - senza padroneBeneficenza- OpinioneCiascuno è l’artefice del proprio destino (bene)Nessuno ne è il padrone (opinione- dialogo)

Pensare tutti, pensare assieme

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Caos

Ordine

Desiderio IndividualizzazioneDifferenza nello spazio tra le cose Mio - TuoDifferimento nel tempo del piacere Io - Non Io

Io

Non-ioLimite – Altro da me

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Inter-detto: limita, separa, de-finisce, unisce

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Fabbricare l’uomo (instituere vitam) è dargli un limite Io / Non io Mio/tuo Amico/ nemico Madre/figlio

Dargli un limite è mettere in scena il padreL’instaurazione del “non”, dello “scarto” che consente le relazioni

•Biologico (derivo da…)•Sociale (interdetto -parola)•Inconsio (interdetto –divieto)

Terzo

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IOIO

Non ioNon io

Interdetto

DivietoRegolaGeneologia

Detto traParolaGenerazione

Instituere vitam (Digesto 1,3,2)

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Inter Inter detto detto

Vuoto –frattura dualismoVuoto –frattura dualismoReferente - mediumReferente - medium

Instituere vitamAnimale politico

Differenziare separare

Madre-moglie-Sorella

(famiglia)

Oggetto e oggetto(desiderio)

Parola e parola(linguaggio)

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InterInterdettodetto

separare – desiderare – vietare – interdire-generare

RappresentareInterdire

Inventare un referenteQualcosa a cui riferirsi

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Referente

Punto di riferimento – desiderio (compassione)…a cui faccio riferimento- parola (coesistenza)…in nome di cui agisco – potere (coazione)

Chi è Chi?

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InterInterdettodetto

Dio - sistema di referentiDio - sistema di referentiDiritto – sistema di referentiDiritto – sistema di referenti

Zoon politichon instituere vitamOrganizzazione dello spazio sociale (polis) attorno alla parola

Legalitàlogos

Chi è chi?dogma

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DogmaticaDogmatica

Legato a una referenza che Legato a una referenza che non mi appartiene: Dionon mi appartiene: Dio

Messa in scena della parola

In nome di Chi è chi?

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Terzietà (interdetto)- referenza inventata

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Stare assieme la società come spazio di simbolizzazione generalizzata. Allarghiamo il discorso. La nozione di far tenere insieme si applica al concetto di Stato ( dal latino stare = tenersi in piedi), come a quello di Totem, nel senso che questi montaggi circoscrivono il posto del discorso dominante quello del soggetto particolare al quale è riferita, come all’istanza causale, la serie degli effetti normativi (genealogia delle immagini, concatenazione delle categorie) concernente lo statuto del sesso, la parentela, le filiazioni, in una parola il nodo sociale dell’identità, che traduce il divieto dell’incesto. La normatività appare allora porre la questione del commercio con il luogo dello Specchio istituito, nel caso specifico il posto dello Stato o del Totem .

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InterInterdettodetto

Dio - DogmaDio - DogmaLa referenza inventata per eccellenzaLa referenza inventata per eccellenza

Lo scarto indisponibileLo scarto indisponibile

Referente

In nome di Chi è chi?

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Messa in scena Montaggi

PersonaPer-sona

Invenzione di un referenteInvenzione del Chi è chi

Invenzione: a)del nome (parola)b)della regola (in nome di)

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auctoritas e potestas. Tradurre con “ autorità ” e “ potere ” non rende conto, se non si ha in mente la gerarchia allora posta di due livelli del discorso istituzionale : l’auctoritas della fondazione divina, la potestas o potenza governativa. La divisione si ritrova nelle pratiche costituzionali degli Stati, che distinguono la funzione di rappresentare il fondamento ( l’autorità del monarca o capo di Stato che incarna l’Emblema ) e l’esercizio concreto della potenza ( il potere di governare )., pratiche a cui fa eco la governance dell’impresa nell’ordinare la stessa dualità. Quali che siano le modulazioni di questa distinzione, la sua sola presenza nei montaggi moderni giustifica tale questione : perché le società occidentali, razionalizzate e democratiche, hanno conservato una gerarchia di principio puramente formale talvolta, incarnante una assenza alla maniera dell’effigie ?