Il Tema. La Rivolta Di Atlante - Ayn Rand

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Primo Volume del capolavoro di Ayn Rand

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  • LA RIVOLTA DI ATLANTE

    Il Tema AYN RAND

    Revisione by ISG scangroupwww.ipmart-italia.com

  • SommarioLA RIVOLTA DI ATLANTE .................................................................................. 1

    Sommario ............................................................................................................... 2

    Colophon ............................................................................................................. 3

    Il libro ............................................................................................................... 4

    IL TEMA 1 .................................................................................................... 5

    LA CATENA 2 ........................................................................................... 27

    LA CIMA E IL FONDO 3 ......................................................................... 42

    I MOTORI IMMOBILI 4 .......................................................................... 60

    L'APOGEO DEI D'ANCONIA 5 ............................................................. 82

    LA PARTE NON COMMERCIALE 6 ................................................... 117

    SFRUTTATORI E SFRUTTATI 7 .......................................................... 149

    LA JOHN GALT LINE 8 ........................................................................ 199

    IL SACRO E IL PROFANO 9 .................................................................. 232

    LA TORCIA DI WATT 10 ....................................................................... 268

  • Colophon

    IL TEMA

    Romanzo Traduzione di Laura Grimaldi

    CORBACCIO

    Titolo originale:

    Atlas Shrugged. First Part: Non-Contradiction

    Traduzione dalloriginale americano di

    Laura Grimaldi

    COERENZA

    Visita www.InfiniteStorie.it Il grande portale del romanzo

    A Frank O'Connor

    PROPRIET LETTERARIA RISERVATA

    Copyright Ayn Rand, 1957. Copyright renewed 1985 by Eugene Winick, Paul Gitlin, and Lonard Peikoff

    1992. 2007 Casa Editrice Corbaccio s.r.l., Milano www.corbaccio.it

    ISBN 978-88-7972-863-8

  • Il libro

    Questo romanzo riassume l'etica oggettivista di Ayn Rand, fondata sulla difesa del capitalismo, della ragione e dell'individualismo. La vicenda della compagnia ferroviaria Taggart Transcontinental si incrocia con quella della nazione americana, la cui politica dirigista ne sta provocando il collasso. Hank Rearden, inventore di una speciale lega metallica, e Dagny Taggart, mente direttiva della Taggart, si persuadono dell'impossibilit di redimere un mondo che rifiuta la ragione quale mezzo di sopravvivenza e di progresso e decidono di aderire allo sciopero dei cervelli. Francisco D'Anconia e Ragnar Danneskjld sposano il progetto di John Galt che vuole impedire lo sfruttamento delle menti produttive riunendole in una localit inaccessibile. Ma John dovr affrontare un'avventura che tenter di sopraffarlo, alle prese con individui spietati che cercheranno anche di corromperlo.

  • IL TEMA1

    Chi John Galt? Nella luce morente, Eddie Wilers non riusciva a distinguere il volto del mendicante. Il mendicante l'aveva detto con semplicit, senza accento. mendicante l'aveva detto con semplicit, senza accento.

    Ma dal tramonto lontano, in fondo alla strada, lampi giallastri si riflettevano nei suoi occhi. Occhi che fissavano Eddie Wilers apertamente, beffardi e pacati, come se la domanda fosse stata rivolta al turbamento inspiegabile che era in lui.

    Perch dice questo? chiese Eddie Wilers, con voce tesa. Il mendicante si appoggi allo stipite. Un frammento di vetro rotto, alle sue spalle, rifletteva il giallo metallico del cielo. Perch la preoccupa?

    Non mi preoccupa affatto, sbott Eddie Wilers.

    In fretta infil una mano in tasca. Il mendicante l'aveva fermato per chiedergli dieci centesimi, poi era andato avanti a parlare, come per uccidere quel momento e rimandare la preoccupazione del futuro. L'accattonaggio era cos frequente nelle strade, in quei giorni, che non era necessario ascoltare delle spiegazioni. E lui non aveva nessuna voglia di sentire i particolari della disperazione di quel mendicante.

    Andate a prendervi una tazza di caff, disse, porgendo la moneta allombra senza volto. porgendo la moneta allombra senza volto.

    Grazie, signore, fece la voce, senza interesse. Il viso si chin in avanti per un attimo. Era un viso abbronzato dal vento, segnato da rughe di stanchezza e rassegnazione cinica. Gli occhi erano intelligenti.

    Eddie Wilers continu la sua strada, chiedendosi perch, a quellora, lo riafferrava sempre una sensazione di terrore senza ragione. No, pens, non terrore, non c' niente di cui aver paura: solo un'immensa angoscia, che non ha n motivo n scopo. Si era abituato a quella sensazione, pur senza riuscire a spiegarla. Eppure il mendicante aveva

  • parlato come se avesse saputo quel che Eddie sentiva, come se avesse pensato che bisognava sentirlo. Ancor pi: come se ne conoscesse la ragione.

    Eddie Wilers raddrizz le spalle, con coscienziosa autodisciplina. Doveva finirla, pens; cominciava a lavorare troppo di fantasia. Si era sempre sentito cosi?

    Aveva trentadue anni. Cerc di richiamare alla mente il passato. No, prima non era cos. Ma non riusciva a ricordare quando era cominciato. La sensazione era arrivata allimprovviso, a rari intervalli, e da un po' di tempo veniva pi spesso. il crepuscolo, pens. Odiava il crepuscolo.

    Le nuvole e le aste dei grattacieli che vi si ergevano contro, stavano diventando scure, come un vecchio quadro a olio, come il colore di un capolavoro sbiadito.

    Lunghe striature di sporcizia correvano dai cornicioni lungo i muri corrosi. In alto, sul fianco di una torretta, un bagliore immobile. Un oggetto frastagliato interrompeva il cielo sopra i tetti; era la met di un campanile che tratteneva ancora la luce del tramonto. La patina d'oro era scomparsa da molto tempo dallaltra met. La luce era rossa e immobile, come il riflesso di un fuoco: non un fuoco che divampa, ma un fuoco che sta per morire, che ormai non si pu pi fermare.

    No, pens Eddie Wilers, non c'era niente di preoccupante nella visione della citt. Era come sempre.

    Continu ad andare, ricordandosi che era in ritardo. Non gli piaceva il lavoro che lo attendeva in ufficio, ma doveva farlo. Perci non tent neppure di rimandarlo.

    Anzi allung il passo.

    Gir un angolo. Nello spazio ristretto che si apriva tra le forme scure di due edifici, come nellapertura di una porta, vide la pagina di un gigantesco calendario sospeso nel cielo.

    Era il calendario installato dal sindaco di New York sula cima di una casa, perch i cittadini potessero vedere che giorno era cos come vedevano l'ora alzando gli occhi a una torre civica. Un rettangolo bianco sospeso sula citt, che offriva la data agli uomini delle strade in basso.

    Nella luce color ruggine di quel tramonto, il rettangolo diceva: 2 settembre.

  • Eddie Wilers distolse lo sguardo. Non gli era mai piaciuta la vista di quel calendario. Gli dava fastidio, in un modo che non avrebbe saputo descrivere o definire. La sensazione pareva armonizzarsi con il suo disagio, aveva la stessa natura.

    Pens allimprovviso che esisteva una frase, una specie di citazione, che esprimeva quel che il calendario sembrava suggerire. Ma non riusc a ricordarla. Continu a camminare, cercando quella frase, che aleggiava nella a camminare, cercando quella frase, che aleggiava nella sua mente come una forma vuota. Non riusciva n a riempirla n a liberarsene. Si guard indietro. Il rettangolo bianco era sui tetti e diceva, irremovibile e deciso: 2 settembre.

    Eddie Wilers fece scivolare lo sguardo in basso, nella strada, sullinsegna di un fruttivendolo allingresso di una casa di pietra scura. Vide un cesto di carote dorate e il fresco verde delle cipolle.

    Vide una tenda bianca svolazzare da una finestra aperta.

    Vide un autobus che svoltava a un angolo. Si chiese perch si sentisse rassicurato... e poi il perch dellimprovviso, inesplicabile desiderio che quelle cose non venissero lasciate allaperto, senza protezione dinanzi allo spazio vuoto.

    Arrivato nella Quinta Strada, tenne gli occhi volti alle vetrine dei negozi. Non c'era niente che desiderasse o avesse bisogno di comprare, ma gli piaceva vedere la merce esposta, qualsiasi tipo di merce, oggetti fatti dagli uomini, per essere usati dagli uomini. Gioiva nel vedere le strade ricche. Ogni quattro negozi ce n'era uno con le strade ricche. Ogni quattro negozi ce n'era uno con le vetrine buie e vuote, chiuso.

    Non cap perch allimprovviso gli venne di pensare alla quercia. Niente gliel'aveva ricordata. Ma ci pens e pens alle sue estati di quando era bambino, nella propriet dei Taggart. Aveva trascorso la maggior parte dellinfanzia con i bambini Taggart, e ora lavorava per loro, come suo padre e suo nonno avevano lavorato per il loro padre e il loro nonno.

    La grande quercia sorgeva su una colina che guardava l'Hudson, in un angolo solitario della propriet Taggart.

    Eddie Wilers, a sette anni, amava contemplare quellalbero. Era l, da centinaia d'anni e vi sarebbe rimasto per altre centinaia d'anni. Le sue radici si aggrappavano alla colina come dita affondate nel terreno. Eddie pensava che se un gigante avesse afferrato l'albero per la cima, non sarebbe stato capace di sradicarlo: avrebbe estirpato la colina e con la collina

  • tutta la terra, come una pala allestremit di una corda. Si era sempre sentito al sicuro, alla presenza della quercia.

    Era una cosa che nulla poteva cambiare o minacciare.

    Era il suo pi grande simbolo di forza.

    Una notte, un fulmine aveva colpito la quercia. Eddie l'aveva vista il giorno seguente. Giaceva spaccata a met.

    Aveva guardato nel tronco come nella bocca di una galleria buia. Il tronco era solo un guscio vuoto. Non c'era niente, dentro. Solo una sottile polvere grigia, che si sarebbe dispersa al minimo soffio di vento. L'energia vitale se n'era andata, e la forma che aveva lasciato non era stata capace di reggersi senza di essa.

    Alcuni anni pi tardi, aveva sentito dire che i bambini devono essere protetti dalle sensazioni violente, dal primo incontro con la morte, con il dolore, con la paura.

    Ma queste cose non l'avevano mai spaventato.

    L'impressione l'aveva avuta quando era rimasto a guardare nel buco scuro della quercia. Un tradimento enorme, ancor pi terribile perch non riusciva a rendersi conto di che cosa lo avesse tradito. Non lui stesso, lo sapeva, n la sua fiducia, ma qualcos'altro. Era rimasto l per un po', senza parlare, poi era ritornato a casa. Non ne aveva mai parlato a nessuno, neanche pi tardi.

    Eddie Wilers scosse il capo, mentre lo stridio di un meccanismo arrugginito che cambiava la luce d'un meccanismo arrugginito che cambiava la luce d'un semaforo lo fermava sul bordo del marciapiede. Era arrabbiato con se stesso. Non c'era ragione perch ricordasse la quercia, quella sera. Non significava pi niente, per lui, solo una leggera sfumatura di tristezza... E da qualche parte, dentro, al suo essere, una punta di dolore serpeggiante e subito scomparsa, come una goccia di pioggia sul vetro di una finestra a forma di punto interrogativo.

    Ala sua infanzia non voleva collegare nessuna tristezza, ne amava i ricordi: ogni giorno di essa gli pareva ora immerso in una luce di sole serena e brillante. E gli sembrava che pochi raggi di quel sole si fossero protratti fino al presente: non raggi, anzi, ma piccolissime chiazze di luce, che di tanto in tanto davano una parvenza di luminosit al suo lavoro, al suo appartamento solitario, al Tranquillo, scrupoloso andare della sua esistenza.

  • Pens a un giorno d'estate di quando aveva dieci anni.

    Quel giorno, in una radura del bosco, l'unica compagna preziosa della sua infanzia gli aveva detto quel che avrebbero fatto da grandi. Le parole erano state decise e brillanti, come la luce del sole. Lui aveva ascoltato, ammirato e sbigottito. Quando gli aveva chiesto cosa ammirato e sbigottito. Quando gli aveva chiesto cosa avrebbe voluto fare, aveva risposto: Quel che giusto. E aveva aggiunto: Tu dovresti fare qualcosa di grande... Voglio dire, noi due insieme. Che cosa? aveva domandato lei. E lui: Non so. questo che dobbiamo scoprire. Non solo quel che dici tu. Non solo affari e un modo per guadagnarsi da vivere. Cose come vincere battaglie, salvare gente dalle fiamme o scalare montagne. A che servirebbe? aveva detto lei. E lui aveva risposto: il sacerdote, la scorsa domenica, ha detto che dobbiamo cercar sempre di raggiungere il meglio, in noi stessi. Cosa pensi che sia il meglio in noi due? Non so. Dobbiamo scoprirlo. Ma lei non aveva risposto. Stava guardando lontano, verso le rotaie della ferrovia.

    Eddie Wilers sorrise. Aveva detto: Quel che giusto ventidue anni prima. Da allora aveva mantenuto fede a quella dichiarazione. Le altre domande si erano sbiadite nella sua mente; aveva avuto troppo da fare, per proporsele. Ma ancora pensava che bisognava fare quel che era giusto; non aveva mai capito come la gente potesse fare il contrario. Sapeva solo che lo facevano. E gli sembrava ancora semplice e incomprensibile: gli sembrava ancora semplice e incomprensibile: semplice che le cose dovessero essere giuste, incomprensibile che non lo fossero. E sapeva che non lo erano. Pensava a questo quando, svoltato un angolo, raggiunse il grande edificio della Taggart Transcontinental.

    L'edificio dominava la strada con la sua mole altissima e superba. Eddie Wilers sorrideva sempre, guardandolo.

    Le lunghe file di finestre non erano rotte, al contrario di quelle delle case vicine. La sua linea si innalzava verso il cielo, senza angoli smussati o spigoli corrosi. Pareva contemplare gli anni, intatto. Rimarr sempre cos, pens Eddie Wilers.

    Tutte le volte che entrava nel Taggart Building provava un senso di sollievo e di sicurezza. Era un luogo di competenza e di potere. I pavimenti dellingresso erano specchi fatti di marmo. I rettangoli stnerigliati dellimpianto elettrico, fonti di solida luce. Dietro le vetrate, file di dattilografe sedevano alla macchina da scrivere; il ticchettio dei tasti pareva il suono delle ruote di un treno in corsa. E come un eco, a volte le mura erano scosse da un leggero tremito che saliva di sotto l'edificio, dalle gallerie della grande stazione di testa dove i treni partivano per attraversare un continente e ritornavano dopo averlo attraversato di nuovo, cos come erano partiti e tornati per generazioni. Taggart Transcontinental, pens Eddie Wilers, da oceano a oceano... l'orgoglioso slogan della sua infanzia, ancor pi splendido e sacro di un comandamento della Bibbia. Da oceano a

  • oceano, per sempre, pens Eddie Wilers in atto di devozione, mentre attraversava i vestiboli lucidi, verso il cuore delledificio, verso l'ufficio di James Taggart, presidente della Taggart Transcontinental.

    James Taggart sedeva alla scrivania. Dimostrava una cinquantina d'anni. Pareva essere entrato nella maturit direttamente dalladolescenza, senza aver conosciuto lo stadio intermedio della giovinezza. Aveva una bocca piccola e petulante. I capelli sottili erano appiccicati alla fronte calva. Se ne stava messo di sghimbescio, mollemente, come a sfidare il proprio corpo, alto e sottile. Un corpo di linea elegante, adatto agli atteggiamenti sicuri di un aristocratico, ma trasformato nella goffaggine di un vilano. Le sue gote erano pallide e mollicce. Gli occhi slavati e velati, con uno sguardo che si muoveva lentamente, senza mai fermarsi, scivolando e muoveva lentamente, senza mai fermarsi, scivolando e passando sule cose in un eterno risentimento per la loro esistenza, un'aria ostinata e esausta. Aveva trentanove anni.

    Alz gli occhi irritato, al rumore della porta che si apriva.

    Non mi seccare, non mi seccare, non mi seccare, esclam.

    Eddie Wilers si avvicin alla scrivania.

    importante, Jim, disse, senza alzare la voce.

    Va bene, va bene, di che si tratta?

    Eddie Wilers guard una carta geografica attaccata alla parete dellufficio. I colori della carta erano sbiaditi, sotto il vetro. Si chiese quanti presidenti Taggart fossero stati seduti di fronte ad essa e per quanti anni. La ferrovia Taggart Transcontinental, la rete di linee rosse che attraversavano il corpo stinto del paese, da New York a San Francisco, pareva un apparato di vasi sanguigni. Era un po' come se, molti anni prima, il sangue fosse uscito dallarteria principale e, sotto la pressione della sua dallarteria principale e, sotto la pressione della sua stessa sovrabbondanza, si fosse esteso in tante diramazioni per correre attraverso tutto il paese. Una linea rossa ne segnava il corso da Cheyenne nel Wyoming gi fino a El Paso, nel Texas... la Rio Norte Line della Taggart Transcontinental. Nuovi segni erano stati aggiunti di recente e le righe rosse erano state estese fino al di l di El Paso, verso sud... Ma Eddie Wilers distolse in fretta lo sguardo, quando giunse a quel punto.

    Guard James Taggart e disse:

  • Si tratta della Rio Norte Line. Not che lo sguardo di Taggart scivolava verso un angolo della scrivania. Abbiamo avuto un altro incidente.

    Gli incidenti ferroviari avvengono ogni giorno. Dovevi proprio seccare me, per questo?

    Sai cosa voglio dire, Jim. La Rio Norte ha le rotaie andate, in tutta la linea.

    Abbiamo ordinato le rotaie nuove.

    Eddie Wilers continu a parlare, come se non avesse avuto risposta. avuto risposta.

    Le rotaie sono andate. inutile continuare a mandar treni laggi. La gente non vuole pi saperne.

    Mi pare che non esistano ferrovie, in tutto il paese, che non abbiano almeno una linea passiva. Non siamo gli unici. una condizione nazionale... Una condizione nazionale temporanea.

    Eddie rimase a guardarlo in silenzio. Quel che a Taggart non piaceva, di Eddie Wilers, era il modo di guardare la gente diritto negli occhi. Gli occhi di Eddie erano azzurri, grandi e interrogativi; aveva i capelli biondi e il viso quadrato, un viso senza nulla di particolare tranne quello sguardo di scrupolosa attenzione, di aperta meraviglia.

    Che vuoi, insomma? sbott Taggart.

    Sono venuto per dirti qualcosa che prima o poi dovrai sapere, perch qualcuno dovr pur dirtelo.

    Che abbiamo avuto un altro incidente?

    Che non possiamo chiudere la Rio Norte Line.

    James Taggart alzava la testa di rado. Quando doveva guardare qualcuno, alzava le palpebre pesanti e lo scrutava di sotto la fronte calva.

    Chi pensa di chiudere la Rio Norte Line? chiese. Nessuno ha mai detto che la chiuderemo. Mi urta sentirtelo dire. Mi urta terribilmente.

  • Non abbiamo rispettato una sola volta l'orario, in questi ultimi sei mesi. Non abbiamo fatto una corsa senza un incidente, grande o piccolo. Stiamo perdendo tutti i nostri spedizionieri, uno dopo l'altro. Quanto si pu tirare avanti cos?

    Sei un pessimista, Eddie. Manchi di fiducia. E questo mina il morale di un'organizzazione.

    Vuoi dire che non si far niente, per la Rio Norte Line?

    Non ho affatto detto questo. Appena riceveremo le nuove rotaie... nuove rotaie...

    Jim, non ci saranno nuove rotaie. Vide le palpebre di Taggart alzarsi lentamente. Ritorno adesso dallufficio dell Associated Steel. Ho parlato con Orren Boyle. Che ha detto?

    Ha parlato per un'ora e mezzo, senza darmi alcuna risposta conclusiva.

    Perch sei andato a disturbarlo? Mi pare che la prima consegna di rotaie non debba avvenire che nel prossimo mese.

    E prima di quella, ce n'era una per tre mesi fa.

    Circostanze imprevedibili. Assolutamente estranee alla volont di Orren.

    E prima di quella, un'altra per sei mesi fa. Jim, sono tredici mesi che aspettiamo che l'Associated Steel ci consegni le rotaie.

    E che vuoi che faccia? Non posso mica sostituirmi a Orren Boyle!

    Orren Boyle!

    Voglio che tu capisca che non possiamo aspettare.

    Taggart chiese lentamente, con un tono mezzo beffardo e mezzo prudente:

    Che ha detto mia sorella? Non torner fino a domani. Bene. E tu che vuoi che faccia? Sta a te decidere.

  • Senti, qualsiasi altra cosa tu voglia dire, ricordati che non devi assolutamente nominare la Rearden Steel. Non devi neanche parlarne.

    Eddie non rispose subito. Poi mormor Tranquillo: Bene, Jim. Non ne parler.

    Orren mio amico. Aspett inutilmente una risposta.

    Il tuo atteggiamento mi urta. Orren Boyle consegner le rotaie non appena sar umanamente possibile. Finch lui non sar in grado di fare la consegna, nessuno potr biasimarci.

    Jim! Ma che stai dicendo? Non capisci che la Rio Norte Line sta andando in rovina, che qualcuno ci biasimi o no?

    La gente la userebbe, sarebbe costretta a usarla... se non fosse per la PhoenixDurango. Vide il viso di Eddie irrigidirsi. Nessuno si mai lamentato della Rio Norte Line, finch non venuta in campo la PhoenixDurango!

    La PhoenixDurango sta facendo un magnifico lavoro.

    Immagina, una cosa che si chiama PhoenixDurango che fa concorrenza alia Taggart Transcontinental! Non era che una linea locale adibita al trasporto del latte, dieci anni fa.

    Ora, per, ha ottenuto la maggior parte dei trasporti dell'Arizona, del Nuovo Messico e del Colorado.

    Taggart non rispose. Jim, non possiamo perdere il Colorado! la nostra ultima speranza. l'ultima speranza di tutti! Se non ci uniamo, perderemo tutti i grandi spedizionieri dello stato, e se li prender la PhoenixDurango. Abbiamo perduto il petrolio Wyatt.

    Non capisco perch tutti continuino a parlare del petrolio Wyatt.

    Perch Elis Wyatt un prodigio che... Accidenti a Elis Wyatt!

    Quei pozzi di petrolio, pens Eddie allimprovviso, non avevano qualcosa in comune con i vasi sanguigni della carta geografica? Il modo in cui le linee rosse della Taggart

  • Transcontinental si erano diramate per tutto il paese, non sembrava un'impresa incredibile, ora?

    Pens ai pozzi di petrolio dai quali scaturiva un getto nero che scorreva attraverso il continente con la stessa velocit con cui veniva trasportato dai treni della PhoenixDurango. Quei terreni petroliferi non erano stati che un appezzamento roccioso sule montagne del Colorado, dato per estinto molto tempo prima. Il padre di Elis Wyatt aveva fatto in modo, durante i suoi ultimi giorni, di succhiare un po' di vita oscura dai pozzi moribondi. Adesso era come se qualcuno avesse praticato un'iniezione di adrenalina nel cuore della montagna. Il cuore aveva cominciato a pulsare, il sangue nero era sgorgato attraverso le rocce... perch proprio sangue, pens Eddie Wilers, il sangue che nutre, proprio sangue, pens Eddie Wilers, il sangue che nutre, che d vita, come aveva fatto il petrolio di Wyatt.

    D'incanto la nuova linfa aveva ravvivato le cavit della montagna, e nuovi impianti, nuove citt, nuove fabbriche erano sorti in una regione che nessuno aveva mai neppure notata sula carta geografica. Nuove fabbriche, pens Eddie Wilers, in un momento in cui il reddito di tutte le vecchie grandi industrie andava diminuendo anno per anno; un ricco campo di petrolio, in un momento in cui le pompe si fermavano in un campo famoso dopo l'altro; un nuovo stato industriale, dove nessuno si era aspettato di trovar altro che pecore e rape. Un uomo aveva creato tutto questo. E l'aveva creato in otto anni; era come una di quelle storie che aveva letto nei libri di scuola, pens Eddie Wilers, e alle quali non aveva quasi creduto, le storie degli uomini che erano vissuti nel paese quando il paese era ancora giovane. Gli sarebbe piaciuto conoscere Elis Wyatt. Ne parlavano tutti, ma pochissimi l'avevano conosciuto di persona. Veniva molto di rado a New York. Dicevano che aveva trentatr anni e un carattere violento. Aveva scoperto un modo per far rivivere i pozzi di petrolio e l'aveva attuato.

    Elis Wyatt un avido bastardo, per il quale non c' altro che il denaro, fece James Taggart. Mi sembra che ci siano cose pi importanti, nella vita, che il far soldi.

    Di che stai parlando, Jim? Che c'entra questo con...

    E per giunta ci ha traditi. Abbiamo servito i pozzi Wyatt per anni, e degnamente. Ai tempi del vecchio Wyatt mandavamo un treno cisterna alla settimana.

    Questi non sono i tempi del vecchio Wyatt, Jim. La PhoenixDurango manda due treni cisterna al giorno, laggi. E li fa andare in orario.

    Se ci avesse dato il tempo d'ingrandirci insieme a lui...

  • Non aveva tempo da perdere.

    Che spera? Che mandiamo al diavolo gli spedizionieri sacrificando gl'interessi del paese, per mettere a sua disposizione tutti i nostri treni?

    Ma no, non ci pensa neanche lontanamente. Fa affari con la PhoenixDurango.

    Per me non altro che un ruffiano senza scrupoli. Un irresponsabile che stato grossolanamente sopravvalutato. Era sbalorditivo sentire la voce esanime di James Taggart scossa da una emozione improvvisa. Non sono poi cos sicuro che i suoi pozzi di petrolio siano un beneficio. Secondo me hanno sconvolto l'economia dellintero paese. Nessuno si aspettava che il Colorado divenisse uno stato industriale. Come facciamo ad avere sicurezza e a progettare qualcosa, se tutto cambia in ogni momento?

    Buon Dio, Jim! Sta...

    S, lo so, lo so. Sta facendo soldi. Ma non mi pare che questo sia il metro con cui valutare il valore di un uomo nella societ. E in quanto al suo petrolio, sarebbe venuto da noi in ginocchio e avrebbe aspettato il suo turno insieme a tutti gli altri spedizionieri, non avrebbe chiesto pi della sua parte di trasporti... se non fosse stato per la PhoenixDurango. Non possiamo far niente contro una concorrenza sleale come quella. Nessuno pu biasimarci.

    La pressione che sentiva nel petto e alle tempie, pens Eddie Wilers, era dovuta allo sforzo che stava facendo; aveva deciso di mettere in chiaro le cose e le cose erano cos chiare, pens, che nulla avrebbe potuto impedire a Taggart di capirle. Aveva tentato con tutta la sua volont, ma stava fallendo, come aveva sempre fallito in tutte le loro discussioni. Qualunque cosa dicesse, sembrava sempre che parlassero di argomenti diversi.

    Jim, che stai dicendo? Che importanza ha se nessuno ci biasima, quando la strada sprofonda?

    James Taggart sorrise di un sorriso sottile, freddo e divertito.

    commovente, Eddie. commovente, la tua devozione alla Taggart Transcontinental. Se non stai attento, diventerai come uno di quei servi feudali...

    quel che sono, Jim.

  • Ma posso chiederti se compito tuo discutere questi argomenti con me?

    No, non compito mio.

    Allora perch non impari che abbiamo degli uffici appositi che si interessano di quel che succede? Perch non ne parli con il responsabile? Perch non piangi sula spala della mia cara sorellina?

    Senti, Jim, so che non tocca a me parlarti, ma non riesco a capire che succede. Non so che cosa ti dicano i tuoi consiglieri o perch non riescano a farti capire. per questo che ho cercato di parlarti io.

    Apprezzo molto la tua amicizia di vecchia data, Eddie, ma ti sembra che questa amicizia ti autorizzi a entrare qui senza essere annunciato tutte le volte che ti salta in testa?

    Considerando il tuo grado qui dentro, non dovresti ricordare che io sono il presidente della Taggart Transcontinental?

    Parole sprecate. Eddie Wilers lo guardava come al solito; non offeso, ma solo perplesso.

    Allora non hai intenzione di far qualcosa per la Rio Norte Line?

    Non ho detto questo. Niente affatto. Taggart guardava la carta geografica e la linea rossa a sud di El Paso. Non appena le miniere San Sebastin cominceranno a produrre e la nostra linea messicana comincer a dare i suoi frutti...

    Non ne parliamo, Jim.

    Taggart si volt, allibito per lo straordinario fenomeno di una rabbia implacabile nella voce di Eddie. Ma che succede?

    Lo sai che succede. Tua sorella dice... Accidenti a mia sorella! url James Taggart. Eddie Wilers non si mosse. Non rispose. Rimase con gli occhi fissi davanti a s, ma non vedeva n James Taggart n l'ufficio. Dopo un momento si inchin e usc.

    Nellaltra stanza, gli impiegati personali di James Taggart stavano spegnendo le luci, pronti ad andarsene. Ma Pop Harper, capo ufficio, era ancora seduto alla scrivania, dove

  • stava storcendo le leve di una macchina da scrivere mezzo sventrata. Tutti avevano l'impressione che scrivere mezzo sventrata. Tutti avevano l'impressione che Pop Harper fosse nato in quellangolo, a quella scrivania, e che non li avrebbe mai lasciati. Era stato capo ufficio sotto il padre di James Taggart.

    Pop Harper alz gli occhi su Eddie Wilers, quando questi usc dalla stanza del presidente. Uno sguardo lento, astuto. Pareva dire che sapeva che la visita di Eddie in quella parte delledificio significava guai sula linea, sapeva che la visita non aveva ottenuto niente, e restava indifferente a tutto questo. Era la stessa indifferenza cinica scorta da Eddie negli occhi del mendicante allangolo della strada.

    Di', Eddie, sai dove posso trovare delle maglie di lana? chiese Pop. Le ho cercate per tutta la citt, ma nessuno le aveva.

    Non so, fece Eddie, fermandosi. Perch Io chiedi a me?

    Lo chiedo a tutti. Forse qualcuno me lo dir.

    Eddie guard a disagio il viso emaciato e spento, i capelli bianchi. bianchi.

    Fa freddo, aggiunse Pop Harper. E quest'inverno ne far ancora di pi.

    Che stai facendo? chiese Eddie, accennando ai pezzi della macchina da scrivere.

    Questo dannato aggeggio si rotto di nuovo. Inutile mandarla a riparare. L'ultima volta ci hanno messo tre mesi. Ho pensato di metterla a posto da me. Ma non durer molto, ho paura, picchi sui tasti un pugno. Sei pronta per il ferrivecchi, cara mia! I tuoi giorni sono contati.

    Eddie trasal. Era la frase che aveva tentato di ricordare: i tuoi giorni sono contati. Ma ora aveva dimenticato a che proposito avesse tentato di ricordarla.

    inutile, Eddie, mormor Pop Harper.

    Cosa inutile?

    Niente. Tutto.

  • Che succede, Pop?

    Non chieder un'altra macchina da scrivere. Quelle nuove sono fatte di latta. Quando quelle vecchie saranno tutte andate, sar la fine della scrittura a macchina. C' stato un incidente stamani, nella sotterranea. I freni non hanno funzionato. Dovresti andare a casa, Eddie, accendere la radio e sentirti una buona orchestra da ballo. Dimenticatene, ragazzo. Il guaio, per te, che non hai mai avuto un passatempo fisso. Qualcuno ha rubato le lampadine elettriche ai pianerottoli delle scale di casa mia. Ho un dolore al petto. Non sono riuscito a trovare delle gocce contro il raffreddore, questa mattina, la farmacia sullangolo fallita il mese scorso. Hanno chiuso il ponte Queensborough, ieri temporaneamente per riparazioni. Ebbe! A che serve? Chi John Galt?

    Era seduta accanto al finestrino del treno, il capo gettato indietro, una gamba appoggiata al sedile vuoto di fronte. L'intelaiatura del finestrino tremava per la velocit, il vetro si apriva su una oscurit vuota, interrotta di tanto in tanto da lampi di luce.

    Modellata dalla serica lucentezza della calza, la gamba si allungava in una linea che, oltre l'arco della caviglia, giungeva fino alla punta del piede chiuso in una scarpetta dal tacco alto, un'eleganza femminile che sembrava fuori posto nello scompartimento polveroso, e in contrasto col resto della persona. La donna indossava un cappotto di pelo di cammello liso, che aveva l'aria di esser costato parecchio, avvolto senza forma attorno al corpo nervoso e snello. Il bavero era rialzato sino alla falda abbassata del cappello, di sotto il quale sfuggiva un'onda di capelli castani che andava a caderle sule spalle. Il viso aveva lineamenti angolosi, la bocca un taglio deciso. Una bocca sensuale, tenuta chiusa con inflessibile precisione. Teneva le mani in tasca e stava diritta, in atteggiamento poco femminile, come inconsapevole del proprio corpo e del fatto che fosse un corpo di donna.

    Stava seduta ad ascoltare la musica, una sinfonia trionfale. Le note, che invocavano le altezze, parevano le altezze stesse, l'essenza e la forma dellascesa. Un'ondata di suoni che aveva rotto gli argini e si diffondeva nello spazio aperto. Sapeva di libert e di conquista. Si librava nellaria per non lasciare che la gioia di una corsa senza freni. Solo un eco leggero tra i suoni suggeriva quel che la musica pareva sfuggire. Ma lo suggeriva con musica pareva sfuggire. Ma lo suggeriva con sbigottimento burlesco, perch non esistevano n brutture n dolore. Perch non ve ne sarebbero mai state. Era la canzone di un immenso sollievo.

    Pens: per alcuni attimi... finch questo dura... giusto abbandonarsi completamente... dimenticare lutto e concedersi al sentimento. Pens: lasciati andare... rinuncia al controllo... questo il momento.

  • Da qualche parte, nei recessi della mente, sent il suono delle ruote del treno, il loro ritmo regolare accentuato di tanto in tanto, come a perseguire uno scopo preciso.

    Ascolt la sinfonia e pens: ecco perch le ruote devono essere fatte andare, ed ecco dove sono dirette.

    Non aveva mai sentito quella sinfonia prima d'allora, ma sapeva che era stata scritta da Richard Haley.

    Ne riconosceva la violenza e la maestosa intensit.

    Riconosceva lo stile del tema: era una melodia chiara, complessa... di un tempo in cui nessuno pi componeva melodie. Rimase seduta con gli occhi fissi al soffitto dello scompartimento, senza vederlo. Aveva dimenticato dove scompartimento, senza vederlo. Aveva dimenticato dove si trovava. Non sapeva neppure se stava ascoltando un'intera orchestra o il solo tema. Forse sentiva l'orchestrazione nella sua mente.

    Pens confusamente che echi premonitori di questo tema c'erano stati in tutti i lavori di Richard Haley, durante i lunghi anni della sua lotta fino al giorno in cui, raggiunta la maturit, la fama lo aveva investito e distrutto allimprovviso. Ecco... pens ascoltando la sinfonia... quale dev'essere stata la meta della sua lotta. Ricordava alcuni tentativi abbozzati nella sua musica, battute che promettevano quel tema, frammenti di melodia che lo suggerivano senza mai esprimerlo compiutamente.

    Quando Richard Halley l'ha scritta deve... Si raddrizz improvvisamente. Quando l'aveva scritta?

    Nello stesso attimo si rese conto di dove si trovava. Si chiese per la prima volta di dove venisse quella musica.

    A pochi passi di distanza, in fondo al vagone, un guardiafreni stava mettendo a posto i controlli del condizionatore dellaria. Era giovane e biondo. Stava fischiettando il tema della sinfonia. La donna comprese che lo stava fischiando da un po' di tempo e che quello che lo stava fischiando da un po' di tempo e che quello era tutto quel che lei aveva sentito.

    Lo guard incredula per un po', prima di chiedere:

    Per piacere, vuol dirmi che cosa sta fischiando?

  • Il ragazzo si volt. Lei incontr uno sguardo diretto e vide un sorriso aperto, come di chi stia per scambiare una confidenza con un amico. Le piacque quel viso dalle linee ferme e decise. Non aveva l'aspetto dato dai muscoli rilassati che evadono la responsabilit di una forma, l'aspetto che aveva imparato ad aspettarsi dal viso della gente.

    un concerto di Haley, rispose lui, sorridendo.

    Quale?

    Il Quinto.

    Lasci passare un momento, prima di dire, lentamente e con cura: Richard Haley ha scritto solo quattro concerti.

    Il sorriso svan, come se il ragazzo fosse stato ricacciato all'improvviso nella realt, proprio come lo era stata lei alcuni momenti prima. Le parve di aver chiuso una porta, e quel che rimaneva era un viso senza espressione, impersonale, indifferente. E vuoto.

    S, naturalmente. Devo aver sbagliato. Allora che cos'era?

    Qualcosa che ho sentito da qualche parte.

    Che cosa?

    Non so.

    Dove l'ha sentito?

    Non ricordo.

    Lei rimase zitta, senza speranza. Il ragazzo si stava voltando, senza pi interesse per lei.

    Pareva un tema di Haley. Ma conosco ogni nota scritta da lui. E so che non ha mai scritto questo concerto.

  • Sul viso del ragazzo, quando si volt, non c'era ancora alcuna espressione, solo un leggero sguardo allarmato.

    Le piace la musica di Richard Haley?

    S. Molto.

    Lui la consider per un attimo, esitante, poi si rivolt dallaltra parte. La donna segu l'esperta efficienza dei suoi movimenti mentre egli proseguiva il suo lavoro.

    Lavorava in silenzio.

    La donna non aveva dormito da due notti, ma non poteva permettersi di addormentarsi; aveva troppi problemi da considerare e non troppo tempo. Il treno sarebbe dovuto arrivare a New York il mattino di buon'ora. Aveva bisogno di quel tempo, tuttavia avrebbe voluto che il treno corresse pi veloce. Ma era il Comet della Taggart, il treno pi veloce della regione.

    Cerc di pensare, ma la musica rest nei recessi della sua mente. Continu a sentirla, come il cammino implacabile di qualcosa che non pu essere fermata...

    Scosse la testa, irata, si tir via il cappello e accese una sigaretta.

    Non doveva dormire, pens. Avrebbe potuto resistere, fino all'indomani sera... Le ruote del treno accelerarono il ritmo. Vi era cos abituata che non le udiva coscientemente; il suono si trasformava in lei in una sensazione di pace. Quando fin la sigaretta, cap che ne aveva bisogno di un'altra. Ma pens che avrebbe aspettato un minuto, pochi minuti, prima di accenderla...

    Si era addormentata. Si svegli di soprassalto, sapendo che qualcosa non andava, ancor prima di sapere cosa fosse: le ruote si erano fermate. Il vagone era immobile e silenzioso, nel chiarore azzurrognolo delle lampadine notturne. Guard dal finestrino: il treno si era fermato in mezzo ai campi.

    Sent qualcuno muoversi fuori nel corridoio.

    Da quanto tempo siamo fermi? chiese.

    Una voce di uomo rispose, indifferente:

  • Da circa un'ora.

    L'uomo la guard, insonnolito e sbigottito, nel vederla balzare in piedi e correre verso l'uscita.

    Fuori il vento era pungente e la terra si stendeva vuota sotto il cielo vuoto. Ud l'erba frusciare nelloscurit.

    Lontano distinse delle figure maschili in piedi vicino alla locomotiva... e su di esse, appesa nel cielo, la luce rossa di un segnale.

    Si avvicin in fretta, sorpassando l'immobile fila di ruote.

    Nessuno bad a lei, quando si avvicin. Il personale del treno ed alcuni passeggeri si erano riuniti sotto la luce rossa. Non parlavano pi. Parevano disposti ad aspettare in placida indifferenza.

    Che succede? chiese.

    Il macchinista si volt, allibito. La domanda era suonata come un ordine, non come la curiosit di un passeggero.

    Lei rimase immobile, le mani in tasca, il bavero rialzato, mentre il vento le sbatteva ciocche di capelli sul viso.

    Luce rossa, signora, rispose quello, accennando con il pollice.

    Da quanto tempo accesa?

    Un'ora.

    Non siamo sul binario principale, vero? No.

    Perch? Non lo so.

    Non credo che ci fosse una ragione per mandarci su un binario laterale, si intromise il conduttore. Il binario mobile non funzionava bene e quellaffare non funziona

  • affatto, fece un cenno con la testa verso la luce rossa. Secondo me quel segnale non cambier. Dev'essere inceppato.

    Allora che avete intenzione di fare?

    Aspettare che cambi.

    Mentre lei rimaneva zitta, allibita per la rabbia, il fuochista sogghign.

    La scorsa settimana il treno speciale dellAtlantic Southern rimase su un binario morto per due ore... solo perch qualcuno aveva commesso un errore.

    Questo il Comet della Taggart, esclam lei. Il Comet non mai arrivato in ritardo.

    l'unico treno che non sia arrivato in ritardo, in tutto il paese, fece il macchinista.

    C' sempre una prima volta, comment il fuochista.

    Non ve ne intendete di ferrovie, signora, si intromise un passeggero. Non esiste, in tutta la nazione, un sistema di segnalazione o un convoglio che funzionino a dovere.

    Lei non si volt, n not il viaggiatore; si rivolse al macchinista.

    Se sapete che il segnale rotto, che avete intenzione di fare?

    Al macchinista non piaceva il suo tono di autorit, e non riusciva a capire perch l'assumesse con tanta naturalezza. Sembrava una ragazzina. Solo gli occhi e la bocca rivelavano che era una donna sula trentina. Gli occhi grigio scuro erano decisi e inquietanti, sembravano penetrare l'essenza delle cose, scartandone la parte non necessaria. Il viso gli sembrava familiare, ma non riusciva a ricordare dove l'avesse visto.

    Signora, non ho nessuna intenzione di andarmi a rompere il colo.

    Intende dire, si intromise il fuochista, che dobbiamo aspettare ordini.

    Dovete mandare avanti questo treno.

  • Non contro una luce rossa. Se la luce dice fermatevi, noi ci fermiamo.

    La luce rossa vuol dire pericolo, signora, fece un viaggiatore.

    Non correremo rischi, continu il macchinista. Il responsabile di tutto questo getterebbe la colpa su di noi, se ci muovessimo. Perci non ci muoveremo, noi, se ci muovessimo. Perci non ci muoveremo, finch qualcuno non ci dir di farlo.

    E se nessuno lo dice?

    Prima o poi si faranno vivi.

    Quanto siete disposti ad aspettare?

    Il macchinista si strinse nelle spalle.

    Chi John Galt?

    Intende dire, spieg il fuochista, non fate domande alle quali nessuno pu rispondere.

    La donna guard la luce rossa e le rotaie che si allontanavano nel buio profondo della notte.

    Andate avanti con prudenza fino al prossimo segnale, ordin. Se libero, rientrate sul binario principale. Poi fermatevi al primo ufficio aperto.

    Davvero? E chi lo dice?

    Io, lo dico.

    E lei chi ?

    Una brevissima pausa, un momento di sbalordimento per una domanda che non si era aspettata, ma il macchinista la guard pi da vicino e, insieme alla risposta, balbett:

    Buon Dio!

  • Lei rispose, non in modo offensivo, ma come una persona che non abituata a sentirsi rivolgere quella domanda.

    Dagny Taggart.

    Be', che io sia... mormor il fuochista. Poi rimasero tutti silenziosi.

    La donna continu, con lo stesso tono di indiscussa autorit: Procedete fino al binario principale e fermate il treno al primo ufficio aperto.

    S, signorina Taggart.

    Dovete riguadagnar tempo. Abbiamo tutta la notte, Dovete riguadagnar tempo. Abbiamo tutta la notte, davanti a noi, per questo.

    S, signorina Taggart.

    Dagny Taggart stava voltandosi per andare, quando il macchinista chiese:

    Se ci saranno guai, se ne prende lei la responsabilit, signorina Taggart? Certo.

    Il conduttore la segu, mentre tornava al suo vagone.

    Ma... mormor sbalordito. Solo un posto nello scompartimento diurno, signorina Taggart? Ma come mai? Perch non ce l'ha detto?

    Lei sorrise, spontanea.

    Non avevo tempo per i formalismi. La mia carrozza era attaccata al numero 22 proveniente da Chicago, ma a Cleveland sono scesa... Il numero 22 era in ritardo. Cos ho lasciato andare la mia carrozza e ho preso il Comet.

    Non c'erano pi cuccette libere nei vagoni letto.

    Il conduttore scosse il capo.

  • Suo fratello... non sarebbe salito in uno scompartimento normale. - No, credo di no.

    Gli uomini vicino alla locomotiva erano rimasti a guardarla, mentre si allontanava. Il giovane guardiafreni era fra loro. Chiese, facendo un cenno verso di lei:

    Chi quella?

    Quella dirige la Taggart Transcontinental, fece il macchinista. Il rispetto, nella sua voce, era genuino. Quella il vicepresidente esecutivo.

    Quando il treno balz in avanti, lanciando un fischio acuto attraverso i campi, Dagny Taggart sedette al finestrino e si accese una sigaretta. Pens: di questo passo c' da aspettarsi che tutto il paese vada in pezzi, in qualsiasi momento. Ma non sentiva ira n ansiet: non aveva tempo per sentire.

    Era una faccenda di pi da sistemare, come tante altre.

    Sapeva che il sovrintendente del distretto dellOhio era un buono a nulla e che era amico di James Taggart. Non l'aveva licenziato, molto tempo prima, solo perch non aveva un uomo migliore da mettere al suo posto. Era cos difficile trovare uomini di valore. Ma doveva liberarsi di lui, pens. L'avrebbe sostituito con Owen Kelogg, il giovane ingegnere che stava svolgendo un lavoro brillante come assistente del direttore della stazione terminale della Taggart a New York. Era Owen Kelogg che dirigeva la stazione. Lei aveva seguito il suo lavoro per un certo tempo: aveva sempre cercato in lui qualche sprazzo d'ingegno, come un cercatore di diamanti in una terra senza promesse. Certo Kelogg era ancora troppo giovane per nominarlo sovrintendente di un distretto, e lei avrebbe voluto aspettare un altro anno; ma non c'era tempo da perdere. Gli avrebbe parlato non appena arrivata.

    La striscia di terra, appena visibile dal finestrino, ora correva pi veloce, e si mischiava col vapore grigio.

    Attraverso le aride frasi dei calcoli fatti dalla sua mente, si rese conto che aveva tempo, in fondo, di sentire rese conto che aveva tempo, in fondo, di sentire qualcosa: il duro, inebriante piacere dellazione.

    Al primo sibilo d'aria, quando il Comet si tuff nelle gallerie della stazione terminale della Taggart di New York, Dagny Taggart si eresse. Aveva sempre provato, quando il treno entrava sotto terra, quella sensazione di violenza, di speranza, di eccitazione

  • misteriosa. Era come se la normale esistenza fosse una fotografia di cose informi, coi colori mal riprodotti, mentre quellistante aveva tutta la bellezza, l'importanza, il valore di uno schizzo realizzato con poche pennellate vigorose, eccezionali.

    Guard le gallerie, che sfilavano correndo: nude pareti di cemento, un groviglio di tubi e fili, una rete di binari che si perdevano in buchi neri nei quali luci verdi e rosse formavano deboli macchie di colore. Nient'altro. Niente che potesse attenuare quel senso di ammirazione che suscita l'opera compiuta e l'ingegnosit che ha presieduto alla sua realizzazione. Pens al Taggart Building, che in quel momento s innalzava verso il cielo al di sopra di lei.

    Pens: queste sono le radici delledificio, radici che si affondano nel terreno e danno vita alla citt.

    Quando il treno si ferm, quando lei scese e sent il cemento del marciapiede sotto i tacchi, si sent leggera, pronta allazione. Si incammin spedita, come se la velocit dei suoi passi potesse dare forma alle cose che sentiva. Ci vollero alcuni attimi, perch si rendesse conto che stava fischiettando un pezzo di musica... Il tema del Quinto Concerto di Halley.

    Sent che qualcuno la guardava. Si volt. Il giovane guardiafreni la stava fissando intensamente.

    Sedette sul bracciolo della poltrona di faccia alla scrivania di James Taggart, il cappotto aperto sullabito da viaggio sgualcito. Eddie Wilers era seduto dallaltra parte della stanza. Di tanto in tanto prendeva appunti. La sua qualifica era di assistente speciale del vicepresidente esecutivo, e il suo incarico pi importante era di farle risparmiare ogni inutile perditempo. Lei esigeva la sua presenza in tutte le discussioni di quel genere perch cos, dopo, non avrebbe dovuto spiegargliele. James Taggart era seduto alla scrivania, con il capo rientrato nelle spalle.

    La Rio Norte Line una catasta di ferri vecchi, disse Dagny. Ancor peggio di quanto pensassi. Ma la salveremo.

    Naturalmente, mormor James Taggart.

    Alcune rotaie si possono ancora usare. Non molte e non per molto tempo. Cominceremo col metter gi nuove rotaie nel distretto montano, iniziando dal Colorado.

    Avremo i nuovi binari nel giro di due mesi.

  • Ah! Orren Boy le ha detto...

    Ho ordinato i binari alle acciaierie Rearden.

    Il lieve e soffocato suono emesso da Eddie Wilers era una risatina repressa.

    James Taggart non rispose subito.

    Dagny, perch non stai seduta come si deve? La sua voce era petulante. nelle riunioni d'affari nessuno sta cos.

    Io s.

    Dagny aspettava. James Taggart domand, cercando di sfuggire il suo sguardo:

    Hai detto di aver gi ordinato le rotaie a Rearden?

    Ieri sera. Gli ho telefonato da Cleveland.

    Ma il consiglio non l'ha autorizzato! Io non l'ho autorizzato. Non mi hai consultato.

    Dagny si chin in avanti, prese il ricevitore del telefono e lo porse a James Taggart.

    Chiama Rearden e annulla l'ordine, disse.

    James Taggart si ritrasse sula sedia.

    Non ho detto questo, rispose, irritato. Non ho detto questo!

    Allora confermi l'ordine?

    Non ho detto neanche questo.

    Dagny si volt.

    Eddie, fa' preparare il contratto con la Rearden Steel.

  • Jim lo firmer.

    Prese di tasca un foglio sgualcito e lo gett a Eddie. Ecco le cifre e i termini.

    Ma il consiglio non ha... fece Taggart.

    Il consiglio non ha niente a che vedere con tutto questo.

    Ti hanno autorizzato a comprare le rotaie tredici mesi fa.

    Dove le compri affar tuo.

    Non mi pare corretto prendere una decisione del genere senza dare al consiglio la possibilit di esprimere la sua opinione. Non vedo perch dovrei prendermi una simile responsabilit.

    Me la prendo io.

    Ma il prezzo...

    Rearden ha prezzi inferiori a quelli dell Associated Steel Rearden ha prezzi inferiori a quelli dell Associated Steel di Orren Boyle.

    S, ma Orren Boyle che dir?

    Ho annullato il contratto. Ne avevamo il diritto gi da sei mesi.

    Quando l'hai annullato? Ieri.

    Ma non mi ha telefonato per avere la mia conferma. E non lo far.

    Taggart rimase con gli occhi fissi sula scrivania. Dagny si chiese perch se la prendesse per la necessit di trattare con Rearden e perch il suo risentimento fosse cos strano, evasivo. La Rearden Steel era stata la maggior fornitrice della Taggart Transcontinental per dieci anni, dal giorno in cui il primo forno Rearden era stato messo in azione, al tempo in cui il loro padre era presidente della ferrovia. Per dieci anni, la maggior parte delle rotaie Taggart erano uscite dalla Rearden Steel. Non c'erano molte ditte, nel paese, che consegnassero puntualmente e regolarmente ci che era stato loro ordinato. La

  • Rearden Steel era una di queste. A ragionare pazzescamente, Steel era una di queste. A ragionare pazzescamente, pens Dagny, si sarebbe potuto dedurre che suo fratello detestava trattare con Rearden perch questi svolgeva il suo lavoro con meravigliosa efficienza, ma scart questa idea, perch le pareva che un simile sentimento fosse al di fuori delle possibilit umane.

    Non belo, mormor James Taggart.

    Cosa, non belo?

    Che passiamo le nostre commissioni a Rearden. Mi sembra che dovremmo dare possibilit di lavoro anche a qualcun altro. Rearden non ha bisogno di noi, gi abbastanza grande. Dovremmo aiutare le industrie pi piccole a svilupparsi. Altrimenti, non faremmo che incoraggiare un monopolio.

    Non dire fesserie, Jim.

    Perch dobbiamo sempre servirci di Rearden? Perch ci ha sempre soddisfatti. Henry Rearden non mi piace.

    A me s. Ma che importanza ha? Abbiamo bisogno di A me s. Ma che importanza ha? Abbiamo bisogno di rotaie e lui l'unico che possa darcele.

    L'elemento umano molto importante. Non hai assolutamente il senso dellimportanza dellelemento umano, tu.

    Stiamo parlando della salvezza di una ferrovia, Jim.

    S, naturalmente, naturalmente. Tuttavia non hai alcun senso dellimportanza dellelemento umano.

    No, non l'ho.

    Se passiamo a Rearden un ordine cos importante di fornitura di rotaie di acciaio...

    Non saranno di acciaio. Saranno di metallo Rearden.

  • Aveva sempre evitato le reazioni personali, ma fu costretta a rompere la regola quando vide l'espressione del viso di Taggart. Scoppi in una risata.

    Il metallo Rearden era una nuova lega, prodotta da Rearden dopo dieci anni di esperimenti. L'aveva lanciata sul mercato solo recentemente, ma non aveva ricevuto ordini n trovato clienti.

    Taggart non riusc a capire il passaggio dalla risata al tono improvviso della voce di Dagny, divenuta fredda e decisa.

    Lascia perdere, Jim. So gi quel che stai per dire.

    Nessuno l'ha mai usato prima. Nessuno approva il metallo Rearden. Nessuno ne interessato. Nessuno lo vuole. Con tutto questo, per, le nostre rotaie saranno fatte di metallo Rearden.

    Ma... Ma nessuno l'ha mai usato, prima.

    Fu soddisfatto di vedere sua sorella ammutolita per Tira.

    Gli piaceva osservare le emozioni, erano come lanterne rosse che illuminavano la parte oscura e sconosciuta della personalit altrui, mettendo in vista i punti vulnerabili. Ma come si potesse sentire un'emozione personale per una lega di metallo, o che cosa indicasse quell'emozione, per lui era incomprensibile. Perci la sua scoperta non gli fu di nessuna utilit.

    Le migliori autorit in campo metallurgico, continu, sembrano essere alquanto scettiche riguardo al metallo Rearden...

    Piantala, Jim.

    Bene, allora. Chi ti ha consigliato?

    Non chiedo consigli a nessuno.

    E su che ti basi?

    Sul giudizio.

  • Bene. Il giudizio di chi?

    Il mio.

    Ma chi hai consultato? Nessuno.

    Allora che ne sai del metallo Rearden?

    il pi grande prodotto che sia mai stato immesso sul mercato. Perch?

    Perch pi solido dellacciaio, meno caro dellacciaio, e dura pi di qualsiasi tipo di metallo esistente. Come fai a saperlo?

    Ho visto la formula di Rearden e le prove che mi ha mostrato.

    Senti, se ci fosse del buono qualcuno l'avrebbe usato.

    E nessuno l'ha fatto. Vide l'ira divampare, ma continu: Come fai a sapere che buono? Come fai a esserne sicura? Come fai a decidere?

    Qualcuno le decide pure, queste cose, Jim. Chi?

    Non capisco perch i primi dobbiamo essere proprio noi. Non lo capisco proprio.

    Vuoi salvare la Rio Norte Line, s o no? Taggart non rispose. Se la strada potesse reggere a un lavoro simile, strapperei ogni pezzo di rotaia sullintera linea e lo sostituirei con metallo Rearden. Tutta la rotaia ha bisogno di essere sostituita. Nemmeno una piccola parte durer molto. Ma non possiamo farlo. Dobbiamo levarci dai guai, prima. Vuoi o non vuoi? guai, prima. Vuoi o non vuoi?

    Siamo ancora la migliore ferrovia del paese. Le altre sono in condizioni assai peggiori.

    Allora vuoi che restiamo nei guai?

    Non ho detto questo! Perch semplifichi sempre le cose a questo modo? E se sei preoccupata per il denaro, non vedo perch tu voglia sciuparlo per la Rio Norte Line, quando la PhoenixDurango ci ha derubati di tutti i nostri affari, laggi. Perch spendere

  • del denaro quando non abbiamo possibilit di ripresa da un concorrente che distrugger i nostri investimenti?

    Perch la PhoenixDurango una ferrovia eccellente, ma io intendo rendere la Rio Norte Line ancora migliore.

    Perch batter la PhoenixDurango, se necessario... solo che non sar necessario, perch nel Colorado c' posto perch possano viverci benissimo due o tre ferrovie. Perch sarei disposta a costruire una linea in qualsiasi distretto vicino a Elis Wyatt.

    Non ne posso pi di sentir parlare di Elis Wyatt!

    Non gli piacque come gli occhi di lei si mossero per guardarlo e rimasero fissi per un attimo.

    Non vedo la necessit di un'azione immediata, continu. Sembrava offeso. Cosa ci trovi, poi, di tanto allarmante, nella presente situazione della Taggart Transcontinental?

    Le conseguenze del tuo modo d'agire, Jim.

    Che modo d'agire?

    L'esperimento di tredici mesi con l'Associated Steel, tanto per cominciare. La tua catastrofe messicana, anche.

    Il consiglio ha approvato il contratto con l'Associated Steel, la interruppe in fretta. Il consiglio ha dato voto favorevole per la costruzione della San Sebastian Line.

    Non vedo perch tu debba chiamarla una catastrofe.

    Perch il governo messicano nazionalizzer la tua linea da un giorno allaltro.

    una menzogna! La sua voce era quasi uno strillo.

    Non sono che maligne chiacchiere! Ho saputo da un'autorit che bene addentro in queste cose...

    Non farti vedere spaventato, Jim, fece Dagny, sprezzante.

  • Lui non rispose.

    Inutile lasciarsi prendere dal panico, continu Dagny.

    Non ci resta che cercare di attutire il colpo. E sar un colpo duro. Quaranta milioni di dollari rappresentano una perdita dalla quale non ci rimetteremo facilmente. Ma la Taggart Transcontinental si ripresa da molte batoste nel passato. Far in modo che sappia superare anche questa.

    Rifiuto di considerare, rifiuto assolutamente di considerare la possibilit che la San Sebastian Line venga nazionalizzata!

    Bene. Non considerarlo.

    Dagny rimase silenziosa. Taggart mormor, sula Dagny rimase silenziosa. Taggart mormor, sula difensiva:

    Non capisco perch tu sia tanto ansiosa di offrire un'occasione a Elis Wyatt, pur pensando che non giusto prendere parte allo sviluppo di un paese disgraziato che non ha mai avuto alcuna possibilit di migliorarsi.

    Elis Wyatt non sta chiedendo a nessuno di offrirgli un'occasione. E io non sono in grado di offrirgliene.

    Dirigo una ferrovia.

    Mi pare che sia una visuale alquanto ristretta, la tua.

    Non vedo perch dovremmo aiutare un uomo solo, invece che un'intera nazione.

    Non mi interessa aiutare nessuno. Voglio far soldi.

    Questo un atteggiamento poco pratico. L'avidit di ricchezze in senso egoistico una cosa sorpassata. ormai scontato che gli interessi della societ devono avere il primo posto in qualsiasi iniziativa d'affari che...

    Quanto hai intenzione di farla lunga per sviare il discorso?

  • Che discorso?

    L'ordine di metallo Rearden.

    Taggart non rispose. Rimase a studiarla in silenzio. Il suo corpo sottile, vicino a crollare per la stanchezza, era tenuto eretto dalla linea diritta delle spalle e le spalle erano sorrette da un cosciente sforzo di volont. Il viso di Dagny piaceva a poche persone: era troppo freddo, gli occhi troppo intensi. Niente avrebbe potuto accendervi il fascino della dolcezza. Le belle gambe, dondolanti dal bracciolo della poltrona, davano fastidio a Taggart.

    Rovinavano il resto del suo giudizio.

    Dagny rimase silenziosa. Taggart fu costretto a chiedere:

    Hai deciso di ordinarlo cos sui due piedi, per telefono?

    L'ho deciso sei mesi fa. Aspettavo che Hank Rearden fosse pronto a iniziare la produzione.

    Non chiamarlo Hank Rearden. volgare.

    Lo chiamano tutti cos. Non cambiare argomento.

    Perch gli hai telefonato proprio ieri sera?

    Non sono riuscita a trovarlo prima.

    Perch non hai aspettato di essere ritornata a New York e... Perch avevo visto la Rio Norte Line.

    Senti, ho bisogno di tempo per pensarci, per proporre la faccenda al consiglio, per consultare i migliori... Non abbiamo tempo.

    Non mi hai dato la possibilit di formarmi un'opinione.

    Non me ne importa un accidente delle tue opinioni.

  • Non ho nessuna intenzione di discutere con te, col tuo consiglio o coi tuoi professori. Hai una scelta da fare e la farai adesso. Limitati a dire s o no.

    un modo di fare assurdo, arbitrario... S o no?

    Questo il guaio, con te. Riduci sempre tutto a s o no.

    Le cose non sono assolute come tu pensi. Niente assoluto.

    Le rotaie di metallo lo sono. E il fatto che noi le abbiamo o non le abbiamo, anche.

    Dagny aspett. Lui non rispose.

    Be'?

    Ti prendi tu la responsabilit? S.

    Fai pure, allora. Ma a tuo rischio. Non annuller l'ordine, ma non mi impegno per ci che dir al consiglio.

    Di' quello che vuoi.

    Dagny si alz per andarsene. Taggart si chin sula scrivania, riluttante a finire la discussione in modo cos decisivo.

    Ti renderai conto, naturalmente, che sar necessaria una lunga procedura per definire tutto questo. Le una lunga procedura per definire tutto questo. Le parole suonarono quasi speranzose. Non cos semplice.

    Oh, certo. Ti mander un rapporto particolareggiato, che Eddie preparer e che tu non leggerai. Eddie ti aiuter a mettere in moto la faccenda. Io vado a Filadelfia, stasera, per vedere Rearden. Abbiamo insieme un sacco di lavoro da fare. Aggiunse: cos semplice, Jim.

    Si era voltata per andarsene, quando lui riprese a parlare.

    E quel che disse parve sconcertante, tanto era fuori posto.

  • Ti va sempre bene perch sei fortunata. Gli altri non possono farlo.

    Fare che?

    Le altre persone, sono umane, sono sensibili. Non potrebbero dedicare tutta la vita a metalli e macchine. Tu sei fortunata... non hai mai avuto sentimento. Non hai mai sentito niente di niente.

    Mentre lo guardava, i suoi occhi grigio scuro passarono lentamente dallo sbigottimento alla calma, poi a una strana espressione che pareva di stanchezza, solo che sembrava rispecchiare molto pi della durata di quel momento.

    No, Jim, mormor, tranquilla. Ammetto di non aver mai sentito niente.

    Eddie Wilers la segu nellufficio. Tutte le volte che lei tornava, gli pareva che il mondo divenisse chiaro, semplice, facile da affrontare. E dimenticava le sue vaghe apprensioni. Eddie era l'unica persona che trovasse naturale che Dagny fosse vicepresidente di una grande ferrovia, anche se era una donna. Gli aveva detto, quando aveva dieci anni, che avrebbe diretto una ferrovia, un giorno. La cosa non lo meravigliava, ora, come non lo aveva meravigliato quel giorno nella radura del bosco.

    Quando entrarono nellufficio, quando la vide sedere alla scrivania e guardare gli appunti che le aveva lasciato, prov la stessa sensazione che provava in macchina prov la stessa sensazione che provava in macchina quando il motore ingranava e le ruote cominciavano a muoversi.

    Stava per lasciar l'ufficio, quando ricord qualcosa.

    Owen Kelogg, della stazione terminale, mi ha chiesto di fissargli un appuntamento con te.

    Dagny alz gli occhi, meravigliata.

    Strano. Stavo per mandarlo a chiamare. Fallo salire.

    Voglio vederlo. Eddie... aggiunse allimprovviso, prima che io parta, fammi dare la comunicazione con Ayers, della Casa editrice musicale.

    La Casa editrice musicale? chiese lui, meravigliato. S, ho qualcosa da chiedergli.

  • Quando la voce del signor Ayers le chiese premurosamente cosa potesse fare per lei, Dagny domand: Pu dirmi se Richard Haley ha scritto un nuovo concerto per piano, il Quinto?

    Un quinto concerto, signorina Taggart? No, Un quinto concerto, signorina Taggart? No, naturalmente.

    Ne certo?

    Certissimo, signorina Taggart. Non ha pi scritto niente, da otto anni.

    ancora vivo?

    S... cio, non ne sono sicuro, si completamente ritirato dalla vita pubblica... ma sono certo che l'avremmo saputo, se fosse morto.

    Se scrivesse qualcosa, lo sapreste?

    Naturalmente. Saremmo i primi a saperlo. Abbiamo pubblicato tutti i suoi lavori. Ma ha smesso di comporre. Capisco. Grazie.

    Quando Owen Kelogg entr nellufficio, Dagny lo guard soddisfatta. Era lieta di vedere che non si era sbagliata nel vago ricordo della sua apparenza... il suo viso era simile a quello del giovane guardiafreni del Comet, il viso del tipo d'uomo con cui lei poteva trattare.

    Sieda, signor Kelogg, disse, ma lui rimase in piedi di fronte alla scrivania.

    Una volta mi ha chiesto di farle sapere se avrei voluto cambiare impiego, signorina Taggart, disse. E sono appunto venuto a dirle che mi dimetto.

    Dagny si aspettava tutto tranne che questo; ci volle un momento prima che domandasse tranquillamente:

    Perch?

    Per ragioni personali. Non soddisfatto, qui? No.

  • Ha avuto un'offerta migliore? No.

    In che ferrovia va?

    Non vado in nessuna ferrovia, signorina Taggart. Qual il suo nuovo lavoro, allora? Non ho ancora deciso.

    Dagny lo studi, sentendosi leggermente a disagio. Non c'era ostilit, nel viso di Kelogg. La guardava negli occhi, rispondeva con semplicit, senza evadere. Parlava come uno che non abbia niente da nascondere n da mettere in mostra. Il suo viso era educato e vuoto.

    Allora perch vuole andarsene?

    una questione personale.

    malato? Si tratta della sua salute?

    No.

    Lascia la citt? No.

    Ha avuto un'eredit che le permette di ritirarsi? No.

    Intende continuare a lavorare, per guadagnarsi da vivere? Si.

    Ma non vuole lavorare per la Taggart Transcontinental? No.

    In questo caso dev'essere accaduto qualcosa per In questo caso dev'essere accaduto qualcosa per determinare la sua decisione. Che cosa? Niente, signorina Taggart.

    Vorrei che lei me lo dicesse. Ho una ragione che mi fa desiderare di saperlo.

    Accetta la mia parola, signorina Taggart? S.

    Nessuna persona, cosa o avvenimento connessi col mio lavoro qui hanno a che vedere con la mia decisione.

  • Non ha lamentele specifiche contro la Taggart Transcontinental?

    No.

    Allora penso che potr ripensarci, quando avr sentito quel che le offro.

    Spiacente, signorina Taggart, ma non posso. Posso dirle quel che ho in mente? S, se lo desidera.

    Mi creder sula parola, se le dico che avevo deciso di offrirle il posto che sto per offrirle, prima che lei chiedesse di vedermi? Voglio che lei lo sappia.

    Le creder sempre sula parola, signorina Taggart.

    la carica di sovrintendente del distretto dellOhio. sua, se la vuole.

    Il viso di Kelogg non espresse alcuna reazione, come se le parole non avessero per lui pi significato di quanto avrebbero potuto averne per un selvaggio che non avesse mai sentito parlare di ferrovie.

    Non la voglio, signorina Taggart.

    Dopo un momento, lei disse, con voce dura:

    Ponga le sue condizioni, Kelogg. Faccia lei il prezzo.

    Voglio che lei rimanga. Posso offrirle qualsiasi cosa le abbiano gi offerto le altre ferrovie.

    Non lavorer per nessun'altra ferrovia.

    Pensavo che il suo lavoro le piacesse.

    Per la prima volta, sul viso di lui apparve un segno di emozione. Solo un leggero dilatarsi degli occhi e un'enfasi stranamente tranquilla della voce, quando rispose:

    Mi piace.

  • Allora mi dica che cosa devo fare per trattenerla!

    Forse sono stato scorretto a venire a dirle che voglio dimettermi, signorina Taggart. So che lei mi aveva chiesto di dirglielo per avere la possibilit di farmi una controfferta. E siccome son venuto, pu sembrarle che io sia disposto a trattare. Ma non vero. Sono venuto solo perch... volevo mantenere la parola che le avevo data.

    Quellunico tremito nella sua voce fu come un lampo improvviso che le disse quanto il suo interesse e la sua offerta fossero stati importanti per lui. E che la decisione non era stata facile.

    Kelogg, c' qualcosa che io possa offrirle?

    Niente, signorina Taggart. Assolutamente niente.

    Si volt per uscire. Per la prima volta in vita sua, Dagny si sent sconfitta e senza speranza.

    Perch? chiese, non indirizzandosi a lui.

    Kelogg si ferm. Si strinse nelle spalle e sorrise... fu vivo per un momento e il suo fu il pi strano sorriso che Dagny avesse mai visto: conteneva un divertimento misterioso, dolore e un'infinita amarezza. Kelogg rispose:

    Chi John Galt?

  • LA CATENA 2

    Cominci con poche luci. Mentre un treno della linea Taggart correva verso Filadelfia, poche luci scintillanti, sparpagliate, apparvero nelloscurit. Sembravano senza scopo, nella pianura vuota, eppure troppo potenti per essere inutili. I viaggiatori le guardarono pigri, senza interesse.

    Apparve la sagoma nera di una costruzione, appena Apparve la sagoma nera di una costruzione, appena visibile contro il cielo, poi un grande edificio, vicino alle rotaie. L'edificio era buio e il riflesso delle luci del treno lampeggi sullo spesso vetro delle sue mura.

    Un treno merci proveniente dalla direzione opposta nascose la vista, riempiendo i finestrini di un forte boato.

    Attraverso un vuoto improvviso dei vagoni, i viaggiatori scorsero alcune costruzioni distanti, sotto il debole bagliore rossastro del cielo. Il bagliore si muoveva in palpiti irregolari, come se le costruzioni stessero respirando.

    Quando il treno merci svan, videro degli edifici angolari avvolti in spire di vapore. I raggi di alcune lampade tagliavano le spire con sciabolate decise. Il vapore era rosso come il cielo.

    Quel che segu non aveva l'aspetto di un edificio, ma di un'intelaiatura di vetro variegato contenente travi, gru e armature immersi in un'accecante, spessa lingua di fuoco arancione.

    I viaggiatori non riuscirono ad afferrare la complessit di quella che sembrava una citt estesa per chilometri, quella che sembrava una citt estesa per chilometri, attiva, ma senza segno di presenza umana. Videro torri che parevano grattacieli contorti, ponti appesi a mezz'aria e improvvise ferite che sputavano fuoco da solide mura.

    Videro una fila di cilindri infocati muoversi nella notte. I cilindri erano di metallo incandescente.

  • Vicino alle rotaie apparve un edificio. La grande insegna al neon sul tetto illumin l'interno dei vagoni, mentre passavano. Diceva: rearden steel.

    Un viaggiatore, professore d'economia, domand al suo vicino:

    Che importanza ha, un individuo, nella titanica attivit collettiva della nostra era industriale?

    Un altro, giornalista, prese un appunto da usare in un suo futuro articolo: Hank Rearden il tipo d'uomo che imprime il suo nome su qualsiasi cosa tocchi. Da questo potrete formarvi un'opinione sule qualit di Hank Rearden.

    Il treno stava accelerando nelloscurit, quando una chiazza rossa saett verso il cielo di dietro a una lunga chiazza rossa saett verso il cielo di dietro a una lunga costruzione. I viaggiatori non vi fecero caso; una nuova colata di ferro non era una cosa che richiamasse la loro attenzione.

    Era la prima colata del primo ordinativo di metallo Rearden.

    Per gli uomini che si trovavano alla bocca del forno, dentro la fabbrica, il primo getto di metallo liquido fu come il sorgere di un nuovo mattino. Il getto sottile che colava aveva il puro colore bianco della luce del sole.

    Nere spire di fumo ribollivano in alto, striate di rosso violento. Fontane di scintile si innalzavano palpitando, come uscite da arterie rotte. L'aria pareva sfilacciarsi e riflettere una fiamma violenta che non era l; chiazze rosse volteggiavano nello spazio come a non voler essere contenute in una costruzione fatta dalluomo, come a voler consumare le colonne, le travi, i ponti di ferro. Ma il metallo liquido non aveva l'aspetto della violenza. Era un lungo ruscello bianco dalla morbidezza della seta e dal radioso calore di un sorriso. Scorreva obbediente in un canale di argilla dai bordi fragili, cadeva nel vuoto da un'altezza di sei metri per andare a raccogliersi in un un'altezza di sei metri per andare a raccogliersi in un recipiente capace di contenerne duecento tonnellate. Il ruscello pareva delicato come pizzo e innocente come un giuoco di bambini. Solo da vicino si poteva notare che la seta bianca bolliva. Alcuni spruzzi schizzavano di tanto in tanto sul pavimento, in basso: erano metallo e, raffreddandosi al contatto col terreno, emettevano faville.

    Duecento tonnellate di un metallo pi duro dellacciaio scorrevano liquide a una temperatura di quattromila gradi. Avrebbero potuto annientare l'edificio e tutti gli uomini che vi lavoravano. Ma erano stati controllati ogni centimetro della sua corsa, ogni

  • grammo della sua pressione e il contenuto di ogni sua molecola. Erano stati creati da una mente che vi aveva dedicato dieci anni di lavoro.

    Ondeggiando nelloscurit del capannone, il bagliore rosso illuminava di tanto in tanto il viso di un uomo che stava in un angolo lontano; era appoggiato a una colonna, guardava. Il bagliore gli illumin per un attimo gli occhi azzurri e gelidi come ghiaccio, poi la colonna nera di metallo e le ciocche biondo cenere dei capelli, poi la cintura dellimpermeabile e le tasche, nelle quali teneva affondate le mani. Era alto, asciutto; era sempre stato pi alto di quelli che lo circondavano. Aveva gli zigomi forti, e il viso segnato da alcune rughe profonde. Ma non erano rughe di vecchiaia, le aveva sempre avute: lo avevano fatto sembrare vecchio a vent'anni e giovane ora, a quarantacinque. Ricordava che gli avevano sempre detto che il suo viso era brutto, perch spietato, crudele e inespressivo. Restava inespressivo anche in quel momento, mentre guardava il metallo. Era Hank Rearden.

    Il metallo riboll fino allorlo del recipiente, trabocc con arrogante prodigalit. Poi i ruscelletti bianchi si scurirono, e dopo un attimo si trasformarono in pezzetti di metallo che gi cominciava a sbriciolarsi. La scoria si raggrum in uno strato spesso, scuro che sembrava la crosta della terra. Man mano che la crosta si inspessiva, si aprirono alcuni crateri nei quali il liquido bianco ribolliva ancora.

    Nella cabina di una gru, in alto, un uomo tir una leva con un movimento disinvolto della mano: discesero uncini di acciaio attaccati a una catena, afferrarono le maniglie di acciaio attaccati a una catena, afferrarono le maniglie del recipiente, lo tirarono su come se fosse stato un secchio di latte... E duecento tonnellate di metallo volteggiarono nello spazio verso una fila di forme che attendevano di essere riempite.

    Hank Rearden si appoggi alla colonna, chiudendo gli occhi. Sentiva la colonna scossa dal rollio della gru. Il lavoro fatto, pens.

    Un operaio lo vide e sorrise con comprensione, come un compagno compartecipe di una grande cerimonia.

    Rearden rispose al sorriso: era l'unico saluto che aveva ricevuto. Poi si diresse verso il suo ufficio, sempre col volto inespressivo.

    Era tardi, quella notte, quando Hank Rearden lasci l'ufficio per rientrare a casa. Era una passeggiata di alcuni chilometri in aperta campagna, ma si era sentito di farla, senza alcuna ragione.

  • Camminava tenendo una mano in tasca, le dita chiuse attorno a un braccialetto. Era di metallo Rearden, a forma di catena. Moveva le dita di tanto in tanto, per sentirne la levigatezza. C'erano voluti dieci anni, per fare sentirne la levigatezza. C'erano voluti dieci anni, per fare quel braccialetto. Dieci anni, pens, sono molti.

    La strada era buia, fiancheggiata da alberi. Alzando gli occhi, vide alcune foglie stagliate contro le stele. Foglie contorte e aride, pronte a cadere. Luci distanti, dalle case sparse per la campagna, facevano sembrare la strada ancor pi solitaria.

    Non sentiva mai la solitudine, allinfuori di quando era felice. Si voltava, di tanto in tanto, a osservare il bagliore rosso del cielo, sopra la fabbrica.

    Non pensava ai dieci anni. Quel che di essi rimaneva, quella sera, era solo una sensazione che non riusciva a definire, quieta e solenne. La sensazione era una somma, e lui non aveva 'bisogno di ricontare le parti che l'avevano formata. Le parti erano l, nella sensazione.

    Erano le notti passate ad accendere i fuochi nel laboratorio di ricerche della fabbrica...

    ...le notti trascorse nello studio, a casa sua, su fogli di carta riempiti di formule e poi stracciati con ira...

    ... i giorni in cui l'esigua schiera di giovani studiosi che aveva scelto come suoi assistenti, esaurite le risorse del loro ingegno, aspettava istruzioni come soldati pronti a una battaglia senza speranza, ancora volitivi ma silenziosi, mentre nellaria aleggiava la frase non detta: Signor Rearden, non si pu fare...

    ... i pasti, interrotti e abbandonati allimprovvisa luce di un nuovo pensiero, che doveva essere subito sviluppato, provato e riprovato, con un lavoro di mesi, per poi essere scartato da un nuovo fallimento...

    ... i momenti rubati alle conferenze, ai contratti, ai doveri impliciti al suo lavoro di dirigente della maggiore fabbrica di acciaio del paese, rubati quasi colpevolmente, come per un amore segreto...

    ... quellunico pensiero tenuto irremovibile per dieci anni, sotto qualunque cosa facesse o vedesse, il pensiero fermo nella mente quando guardava gli edifici di una citt, le rotaie di una ferrovia, le luci di una fabbrica lontana, il coltello tenuto in mano da una bela donna mentre tagliava la frutta a un banchetto, il pensiero di una lega che avrebbe

  • reso pi di quanto avesse mai reso l'acciaio, che avrebbe reso pi di quanto avesse mai reso l'acciaio, un metallo che sarebbe stato allacciaio come l'acciaio era stato al ferro...

    ... gli atti di autotormento quando scartava una speranza o un campione, quando non permetteva a se stesso di sentirsi stanco senza darsi il tempo di reagire, trascinandosi nel torturante pensiero: ... non abbastanza buono... non ancora... e procedendo senz'altro spinta allinfuori della convinzione che la sua idea si poteva realizzare...

    ...poi il giorno in cui era stata realizzata e il risultato aveva avuto un nome: metallo Rearden...

    ... queste le cose che si erano fatte incandescenti, che si erano fuse in lui, e la loro lega era una strana sensazione di tranquillit che lo induceva a sorridere alla campagna immersa nel buio e a domandarsi perch la felicit pu far soffrire.

    Dopo un po' si accorse che stava pensando al passato, come se alcuni giorni si fossero schierati di fronte a lui, chiedendo di essere rivisti. Non voleva guardarli; disprezzava i ricordi, li considerava indulgenza senza disprezzava i ricordi, li considerava indulgenza senza scopo. Ma poi si rese conto che pensava ad essi, quella notte, in onore del pezzo di metallo che teneva in tasca.

    Allora si permise di guardare.

    Vide il giorno in cui era stato su un argine roccioso, mentre un rivolo di sudore gli colava dalle tempie al colo.

    Aveva quattordici anni ed era la sua prima giornata di lavoro nelle miniere di ferro del Minnesota. Stava cercando di imparare a respirare contro il dolore acuto che sentiva nel petto. Era in piedi, maledicendo se stesso perch si era messo in mente di non dover sentire la stanchezza. Dopo un po', era ritornato al lavoro, aveva deciso che il dolore non era una ragione valida per fermarsi.

    Vide il giorno in cui dalla finestra del suo ufficio guardava le miniere; ne era il proprietario, da quella mattina. Aveva trent'anni. Quel che aveva fatto in tutti quegli anni non aveva importanza, cos come non aveva avuto importanza il dolore. Aveva lavorato nelle miniere, nelle fonderie, nelle fabbriche di acciaio del nord, perseguendo lo scopo che si era prefisso. Di quel lavoro ricordava solo che gli uomini intorno a lui avevano sempre avuto solo che gli uomini intorno a lui avevano sempre avuto l'aria di non saper che fare, mentre lui l'aveva sempre saputo. Ricordava che si era chiesto perch tante miniere di ferro venivano chiuse, proprio come stavano per venir chiuse quelle davanti alla finestra prima che le prendesse lui. Aveva guardato i lontani declivi rocciosi. Alcuni

  • operai stavano mettendo una nuova insegna sul cancello in fondo alla strada: Miniere Rearden.

    Vide un pomeriggio in cui era rimasto chino sula scrivania del suo ufficio. Era tardi e gli impiegati se n'erano andati. Perci era potuto rimanere l senza testimoni. Era stanco. Gli sembrava di aver condotto una gara contro il suo stesso corpo. Tutta la stanchezza di anni di lavoro, che si era sempre rifiutato di accusare, l'aveva assalito allimprovviso per abbatterlo sul ripiano della scrivania. Non aveva sentito niente, tranne il desiderio di non muoversi. Non aveva avuto la forza di sentire... neppure di soffrire. Aveva bruciato tutto quanto vi fosse da bruciare dentro di lui; aveva spento tanti sprazzi per iniziare tante cose... si era chiesto se avrebbe trovato qualcuno capace di dargli ora la spinta di cui aveva bisogno, ora che si sentiva incapace persino di alzarsi. Si era chiesto chi l'aveva avviato nel suo cammino, chi l'aveva tenuto in moto. Poi aveva alzato la cammino, chi l'aveva tenuto in moto. Poi aveva alzato la testa. Lentamente, col pi grande sforzo della sua vita, aveva costretto il suo corpo ad alzarsi finch era ancora in grado di star seduto diritto, sorreggendosi con una mano appoggiata alla scrivania e col braccio tremante.

    Non si era pi rivolto quella domanda.

    Vide il giorno in cui era rimasto su una colina a guardare un ammasso confuso di roba che una volta era stata una fabbrica di acciaio. Ora era chiusa e abbandonata. Lui l'aveva comprata la sera precedente. C'era un forte vento e una luce grigiastra occhieggiava tra le nuvole. In quella luce, aveva visto il bruno rossastro della ruggine, come sangue morto, sullacciaio delle gru gigantesche... e l'erba leggera, verde, viva, come un cannibale ingordo, cresciuta sugli ammassi di vetri rotti ai piedi di un muro fatto di armature vuote. Vicino a un cancello lontano aveva distinto le sagome nere di alcuni uomini. Erano i disoccupati che abitavano nelle capanne in decadimento di quella che era stata una citt fiorente. Guardavano in silenzio l'automobile scintillante che aveva lasciato ai cancelli della fabbrica; si chiedevano se l'uomo sula colina fosse quellHank Rearden di cui tutti parlavano e se era vero che la fabbrica sarebbe stata riaperta. Il se era vero che la fabbrica sarebbe stata riaperta. Il ciclo storico dell'acciaio, in Pennsylvania, evidentemente in fase discendente, aveva detto un giornale, e gli esperti sono d'accordo nel considerare l'avventura di Hank Rearden senza speranza. Presto potreste essere testimoni della fine sensazionale del sensazionale Hank Rearden.

    Questo dieci anni prima. Quella notte il vento freddo sul suo viso era come il vento di quel giorno. Si volt a guardare. Il bagliore rosso della fabbrica respirava nel cielo, vivo come il sorgere del sole.

    Questi erano stati i suoi passi, le stazioni che un rapido aveva raggiunto e sorpassato. Non ricordava nulla di distinto, degli anni che erano intercorsi fra di esse; gli anni erano scivolati via come una ventata.

  • Nonostante l'agonia e il dolore, per, era valsa la pena di viverli, pens, perch gli avevano permesso di raggiungere quel giorno... quel giorno in cui la prima colata di metallo Rearden era stata fusa per trasformarsi in rotaie per la Taggart Transcontinental.

    Tocc il braccialetto in tasca. L'aveva fatto fare dal Tocc il braccialetto in tasca. L'aveva fatto fare dal primo metallo fuso. Era per sua moglie.

    Mentre lo toccava, si rese conto allimprovviso che aveva pensato a un'astrazione chiamata sua moglie... non alla donna che aveva sposato. Ebbe un attimo di rammarico, avrebbe voluto non aver fatto il braccialetto; poi un'ondata di rimorso per il rammarico.

    Scosse il capo. Non era il momento adatto per i suoi vecchi dubbi. Sentiva che avrebbe potuto perdonare qualsiasi cosa a chiunque, perch la felicit il pi grande agente di purificazione. Sentiva la sicurezza che tutti gli esseri viventi gli auguravano del bene, quella notte.

    Avrebbe voluto incontrare qualcuno, affrontare il primo sconosciuto, per dirgli, disarmato e sincero: Guardami. La gente, pens, affamata di gioia come lo era sempre stato lui... per trovare un attimo di sollievo dal grigio fardello del dolore che sembra cos inspiegabile e non necessario. Non era mai riuscito a capire perch gli uomini debbano essere infelici.

    La strada scura saliva impercettibilmente verso la sommit della colina. Si ferm per voltarsi. Il bagliore sommit della colina. Si ferm per voltarsi. Il bagliore rosso era una striscia sottile a oriente. Su di esso, impiccolite dalla distanza, le parole dellinsegna al neon parevano scritte contro l'oscurit del cielo: rearden steel.

    Rimase diritto, come davanti allo scranno di un giudice.

    Pens che nelloscurit di quella notte altre insegne erano accese nel paese: Miniere Rearden, Carbone Rearden, Cementi Rearden. Pens ai giorni che si era lasciato alle spalle. Avrebbe voluto che fosse possibile accendere su di essi una luce al neon con la scritta: Vita Rearden.

    Si volt, deciso, e continu a camminare. Man mano che la strada si avvicinava a casa, si accorse che i suoi passi rallentavano e che qualcosa stava spegnendosi nel suo stato d'animo. Sentiva una strana riluttanza al pensiero di entrare in casa, una riluttanza che non avrebbe voluto provare. No, pens, non stanotte. Stanotte capiranno.

  • Ma non sapeva neppure lui, non aveva mai definito, chiarito a se stesso che cosa voleva che capissero.

    Mentre si avvicinava vide che le luci del salotto erano accese. La casa sorgeva sula colina, si innalzava davanti accese. La casa sorgeva sula colina, si innalzava davanti a lui come una grande mole bianca. Aveva l'aria spoglia, con lo stonato ornamento di alcune colonne di tipo semi coloniale; aveva lo sgradevole aspetto di una nudit che non vai la pena di rivelare completamente.

    Non fu certo che sua moglie si fosse accorta di lui, quando entr nel salotto. Sedeva davanti al caminetto.

    Parlava gesticolando graziosamente con ampi movimenti delle braccia, per dare pi, forza alle parole. Hank Rearden ud un lieve tremito nella sua voce e pens quindi che l'avesse visto. Ma lei non alz il capo e le sue frasi continuarono a fluire.

    ... ma appunto perch un uomo di cultura annoiato dai dubbi accampati dallingegno puramente materiale, diceva. Lui si rifiuta semplicemente di lasciarsi prendere dalla boria.

    Poi volt il capo per guardare Rearden attraverso le ombre della lunga stanza e le sue braccia si allargarono con grazia, come due coli di cigno.

    Oh, caro, esclam con un tono leggermente divertito, non troppo presto per tornare a casa? Non c'erano non troppo presto per tornare a casa? Non c'erano delle scorie da ripulire o degli arnesi da lucidare?

    Si voltarono tutti verso di lui, sua madre, suo fratello Philip e Paul Larkin, il loro vecchio amico.

    Mi dispiace, mormor, so di aver fatto tardi.

    Non dire che ti dispiace, si intromise la madre. Avresti potuto telefonare. Lui la guard, tentando di ricordare qualcosa. Avevi promesso che sar