Donna Moderna - Internet compie 30 anni e noi lo usiamo così

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  • 8/17/2019 Donna Moderna - Internet compie 30 anni e noi lo usiamo così

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    46WWW.DONNAMODERNA.COM

    DM ANALISI

    Navighiamo molto su F acebook e poco sui siti degli uffici pubblici.Facciamo shopping , ma non la dichiarazione dei redditi.

    In occasione del 30 aprile, anniversario dell'ar rivo del web nel nostroPaese, abbiamo indagato sul rappor to tra gli italiani e

    il mondo digitale. E abbiamo scoper to che può (anzi de ve) miglioraredi GIANLUCA DE MARTINO scrivigli a [email protected]

    INTERNET COMPIE 30 ANNIE NOI LO USIAMO COSÌ

    Il 29 e 30 aprile è l’InternetDay: si festeggia l’anniversario

    dell’arrivo del web inItalia. Gli appuntamenti sono

    su italianinternetday.it.

  • 8/17/2019 Donna Moderna - Internet compie 30 anni e noi lo usiamo così

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    WWW.DONNAMODERNA.COM

    Trent’anni fa Internet arrivava in Italia. Era il 30 aprile del1986 quando per la prima volta il nostro Paese fu connesso alla

    Rete: il segnale partì dai ricercatori del Centro universitarioper il calcolo elettronico di Pisa e raggiunse la stazione diRoaring Creek, in Pennsylvania, attraverso la rete satellitareatlantica Satnet. E un anno dopo, il 23 dicembre 1987, vennecreato il dominio “.it”. Sembra un secolo fa, considerato cheoggi contiamo circa 30 milioni di utenti attivi sul web. Leggereun giornale, consultare l’orario dei treni o comprare una borsaonline ci sembra normale, ma è il frutto di quel sogno deipionieri della navigazione, diventato progetto concreto. Perfesteggiare il trentennale, il governo ha promosso l’InternetDay il 29 e 30 aprile, con iniziative in tutta Italia. Sarà l’occasioneper parlare a chi nel 1986 non era ancora nato e ora utilizzala Rete più di tutti: 9 giovani su 10 tra i 15 e i 24 anni, infatti,

    sono connessi. Ma che rapporto hanno gli italiani con il web?L’ITALIA È IN RITARDO RISPETTO ALL'EUROPAIl nostro Paese è al quart’ultimo posto in Europa per accessoalla Rete. «Un terzo della popolazione non è connesso»scrive la Commissione europea nella ricercaDigital economyand society index 2016 . Quando si tratta di effettuare un bonifico o fare shopping, gli italiani preferiscono ancorai metodi tradizionali: il 28% si affida all’home banking(la media europea è del 46%), a 1 su 3 fa acquistionline (in Europa sono 2 su 3). E ancora meno sonoquelli che consultano e scaricano gli atti della pubblicaamministrazione, dal bando per l’asilo nido alla deliberacomunale, alla dichiarazione dei redditi precompilata:rispettivamente il 24% e il 17%, secondo Eurostat,nonostante le leggi sulla trasparenza lo consentano.

    LE CAUSE? SIA TECNOLOGICHE SIA CULTURALISecondo la Commissione europea, in Italia mancano lecompetenze digitali. Le ragioni sono «la quota importante dianziani e il basso livello di istruzione». Cosa significain concreto? «Il divario tecnologico-culturale dipendeda elementi molto diversi tra di loro, per esempio l’etàmedia della popolazione italiana, superiore rispetto a quellaeuropea» spiega Antonio Samaritani, direttore dell’Agid,

    l’Agenzia per l’Italia digitale. «Per colmarlo è necessarioun lato far crescere le competenze digitali dei cittadini pefavorire l’utilizzo di Internet, dall’altro semplificare i serdigitali, in modo da facilitare l’esperienza degli utenti chinteragiscono con la pubblica amministrazione via web.

    In questo sarà utile lo Spid, il sistema pubblico di identitàdigitale, che permetterà di accedere a tutti i servizi onlinecon un’unica password. Rispetto al resto d’Europa scontiun grande ritardo accumulatosi nel tempo, ma il 2016può essere considerato l’inizio della rimonta: da quest’ansiamo entrati a far parte del gruppo dei Paesi che registrauna crescita più rapida». Importante per fare il saltodi qualità, dice la Commissione europea, è investire sulla banda ultralarga: bisogna ora vedere quale sarà l’impattoreale del piano annunciato dal governo per dare atutti gli italiani entro il 2020 la connessione veloce adalmeno 30 megabyte al secondo.

    I PIÙ CLICCATI SONO I SOCIAL NETWORKFacebook & Co. hanno contribuito ad aavvicinare alla Reun crescente numero di persone e a incentivare gli acquiscomputer e smartphone da parte di una nuova plateadi potenziali navigatori. Facebook è il social più diffuso,superando i 25 milioni di utenti attivi al mese nel 2015:oltre la metà degli italiani iscritti alla piattaforma creata dZuckerberg ha meno di 35 anni, 1 su 4 ne ha oltre 46.Snapchat e Instagram sono invece quelli cresciuti di più t2014 e il 2015: oggi gli iscritti sono rispettivamente 600.(soprattutto teenager) e 8 milioni Di contro, sono calatiTwitter e Google+, che comunque vantano numeri notev6,4 e 8,4 milioni di utenti. «I social hanno aiutato a diffonInternet sia tra gli adolescenti sia tra gli over 50» spiega Vincenzo Cosenza, social media strategist. «La Rete vienpercepita perlopiù come strumento di comunicazione.Si utilizza Facebook per dire ciò che si pensa, Instagramper postare foto, Snapchat per la messaggistica istantaneaMa le potenzialità del web vanno sfruttate meglio: siadal punto di vista quantitativo, perché il numero di persoconnesse può ancora aumentare, sia da quello qualitativoperché molti servizi che si potrebbero utilizzare sono invtrascurati». È questa la sfida dei prossimi 30 anni.

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