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RAVENNA Salute Dieci Piu’ LIPEDEMA ALLERGIE E ACQUE TERMALI L’INSALATA IN BUSTA È SICURA? PER DIMAGRIRE NON BASTA L’ESERCIZIO FISICO MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 6 - GIUGNO 2019 ASSOCIAZIONE ITALIANA PAG.7 FLAVIA PETRIN PRESIDENTE NAZIONALE www.adiura.com [email protected] RAVENNA Via Ravegnana, 61 Tel. 327.5308774 Tel. 327.5308775 FISIOTERAPIA E VISITE SPECIALISTICHE A DOMICILIO - CENTRO ASSISTENZA FISCALE BADANTI AD ORE E 24H IL DIABETE NEL CANE SALUTE_10piu_cover_n.6.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 27/05/19 16:13 Pagina 1

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RAVENNASalute Dieci Piu’

LIPEDEMA

ALLERGIE E ACQUE TERMALI

L’INSALATA IN BUSTAÈ SICURA?

PER DIMAGRIRE NONBASTA L’ESERCIZIO FISICO

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 6 - GIUGNO 2019

ASSOCIAZIONE ITALIANA

PAG.7

FLAVIA PETRINPRESIDENTE NAZIONALE

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ALIMENTAZIONE

2 L’INSALATA in BUSTA è SICURA?Dott.ssa Daniela Verduci

INTERVISTA

7 ASSOCIAZIONE ITALIANA “AIDO”di Tiziano Zaccaria

OBESITÀ

10 OLIO d’OLIVA e FEGATO GRASSODott. Valerio Nobili

ALIMENTAZIONE

13 PER DIMAGRIRE NON BASTA l’ESERCIZIO FISICODott. Massimo Vincenzi

SANITÀ

4 LIPEDEMADott. Andrea Baldisserri

Nr. 6 - GIUGNO 2019 - www.salute10piu.it

SALUTE 10+ - Anno 9 - N. 6.2019 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 RavennaTel. 0544.501950 - [email protected] - Direttore responsabile: Spada Gabriele

Stampa: Modulgrafica Forlivese Spa - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it

Salute Dieci Più

SALUTE

6 ALLERGIE E ACQUE TERMALIDott. Antonio Spadoni e Dott. Marco Conti

NATURA

18 IPERICODott.ssa Maria Nives Visani

SANITÀ

21 COSE da SAPERE sui TUMORIDott.ssa Stefania Gori

SANITÀ

16 FARMACO CONTRO l’ASMAProf. Alessandro Fiocchi

PREVENZIONE

24 HERPES ZOSTERdi Tiziano Zaccaria

AMBIENTE

25 IL RICICLO CREATIVOdi Tiziano Zaccaria

TECNOLOGIA

28 ANTICIPARE il PARKINSONDott. Filippo Cavallo

I NOSTRI AMICI ANIMALI

29 IL DIABETE NEL CANEDott. Giuliano Montalto

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L’INSALATA IN BUSTEALIMENTAZIONE

L’insalata in busta è stata una delleinnovazioni del settore agroalimen-tare più gettonate negli ultimianni, perché ha risposto ad un’esi-genza imperante nella nostrasocietà che è quella di risparmiaretempo. Sulla sua genuinità sono natediatribe che vedono mettere in discussio-ne la sua freschezza e la sua sicurezza dalpunto di vista batteriologico, su cui èimportante fare delle riflessioni. In linea generale possiamo dire che è unprodotto sicuro quando vengono effet-tuate da parte dei produttori alcune pre-cauzioni che riguardano la preparazione ela conservazione, molto importanti ai finidella qualità. Il problema più limitante di questo pro-dotto è la proliferazione all’interno dellebuste di colonie batteriche che possonodiventare pericolose per la salute del con-sumatore.

consumatore ed evitare che la freschezza ela qualità siano compromesse.

Il confezionamentoIl confezionamento avviene dopo la rac-colta a cui segue il lavaggio in vascheapposite e l’asciugatura a seguire, inmodo che non ci siano residui di terra oacqua che aiuti la proliferazione batterica.Il tutto avviene in sale climatizzatedove è necessario mantenere la tem-peratura intorno agli 8 gradi per con-sentire un rallentamento della caricamicrobica grazie alla catena del freddo.

E’SICURA?In linea generale sì, ma nelle buste a voltepossono proliferare delle colonie batteriche.Ecco alcuni semplici accorgimenti per portarea tavola un prodotto sano.

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]: OfficinaAlimentare

L’insalata in busta è un prodotto di quartagamma, cioè appartiene a quella categoriamerceologica di alimenti che sono fre-schi e che vanno consumati quasisubito, ovvero confezionati e prontial consumo. Il self-life di questo prodottoè quindi limitato nel tempo e varia da quel-lo delle verdure fresche, sott’aceto o giàcotte che troviamo a disposizione nellagrande distribuzione.

Prodotti di questo tipo devono rispettarele norme igieniche sanitarie previste per iprodotti confezionati al fine di tutelare il

Direttore Sanitario: dott. Sergio Kraigher

Convenzioni con: Soci Banca BCC - Endas - CSRC PortualiGruppo Provinciale Guardia di Finanza - ASCOM - Cral HERA ravennaCral ConfArtigianato - Cral Vigili del Fuoco - Amici di Ravenna Antica

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Il confezionamento in busta avviene adatmosfere normali e non sotto vuoto,quindi all’interno della busta si crea unasaturazione di anidride carbonica datadalle foglie che ancora continuano a respi-rare. Questo gas dovrebbe consentire perqualche giorno che il prodotto si possamantenere fresco. Ovviamente tutti questipassaggi devono essere fatti conforme-mente alla regola a cui sono sottoposti. Seciò non dovesse avvenire il prodottopotrebbe rappresentare un valido substratoper lo sviluppo di microrganismi.

Per essere sicuri di portare sulle nostretavole un ottimo prodotto, possiamocomunque valutare di osservare alcunisemplici accorgimenti.• Verificare che l’insalata siaconservata ad una temperaturainferiore agli 8 gradi e che abbiaseguito quindi il percorso della catenadel freddo.• Controllare sempre la data discadenza e le condizioni in cui sitrova il prodotto e ovviamente se il sacchetto è gonfio, non acquistarlo.• Non interrompere mai la catena del freddo e quindi riporre la busta di insalatain frigo anche dopo l’acquisto.• Controllare bene l’etichetta e verificare se ci sono tipologie di piante che comun-que richiedono ulteriore lavaggio. Ad esempio la rucola per la sua superficie rugosa puòtrattenere tracce di terriccio. Quindi a scanso di equivoci conviene in ogni caso lavare ilnostro prodotto anche se riporta la dicitura “ già lavato”.• Controllare che non ci siano odori strani all’apertura del sacchetto e in ognicaso consumare l’insalata entro 24 ore.• Ricordare sempre che il buon senso è l’attenzione migliore verso noi stessie la nostra salute e mangiare verdure è comunque una buona attitudine per stare bene.

SEMPLICI ACCORGIMENTI

FINE

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LIPEDEMASANITÀ

Il lipedema è una malattia cronicache colpisce soprattutto le donne,caratterizzata da un enorme accu-mulo di tessuto grasso sui fianchi. A differenza della cellulite, può scenderefino ai polpacci e causare molto dolore.Rappresenta anche un serio problema este-tico, con tutte le sue implicazioni psicologi-che. Chi ne è affetto, nota un improvvisoaumento di volume delle gambe e dei fian-chi, che finisce per limitarne la capacità dimovimento. Il lipedema è raro negli uomi-ni, ma nei pochi casi noti è accompagnatoda un vistoso gonfiore del viso. Va chiaritoche non si tratta di un semplice problemadi obesità: l’alimentazione o lo stile di vitaha poco a che vedere con il lipedema.

Cause e sintomiNon sono ancora del tutto chiare lecause che provocano il lipedema. Si sospetta un’origine genetica e chepossano agire fattori metabolici, infiam-matori e soprattutto ormonali.

Superata la prima fase, dopo alcuni mesisi nota una costante sensazione di freddoed un senso di affaticamento. La pelleassume una consistenza simile allagomma. Il dolore diventa cronico e siverifica una graduale perdita della mobi-lità, fattori che generano sconforto, rab-bia e tristezza fino a degenerare indepressione.

È una malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso sui fianchi. Ma adifferenza della cellulite, non è legata alle abitudini alimentari.

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatriaMedicina di Gruppo “Caspita” - FaenzaE-mail: [email protected]

Questo anomalo accumulo di grassopuò iniziare durante la pubertà,dopo una gravidanza o perfino inmenopausa. I primi sintomi sono: dolorenei tessuti molli, a riposo, camminando o alsemplice tocco; improvviso accumulo digrasso dalla vita fino alle ginocchia o allecaviglie. In genere i piedi non vengonocoinvolti. Il grasso si accumula in noduli ocuscinetti che esercitano pressione sulle arti-colazioni, fino ad impedire la normaledeambulazione. La pelle perde elasti-cità; compaiono edemi e lividi.

UNA MALATTIA DIFFICILE

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trattamento farmacologico specifico chefreni l’accumulo di tessuto adiposo.

I trattamenti più comuni sono: abiti con-tenitivi che aiutino a drenare ed elimina-re il grasso; massaggi mirati al drenag-gio linfatico; pressoterapia; onde d’ur-to; mesoterapia; radiofrequenza.

I trattamentiCome già detto, il lipedema non è lega-to all’alimentazione o ad abitudini di vitapoco sane. L’approccio terapeutico èvasto e personalizzato e, ovviamente, nondeve trascurare l’aspetto psicologico.Diete estreme o digiuni non risolvonoil problema e al momento non esiste un

La liposuzione non sempre è unasoluzione definitiva al problema, dalmomento che il grasso può comparirenuovamente. Molte pazienti ottengonobuoni risultati con il nuoto. Si tratta, in definitiva, di trovare la strate-gia individuale più indicata e di intra-prenderla con ottimismo. FINE

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ALLERGIESALUTE

Prevenzione e cura delle allergie respiratorie con le acque sulfureee salsobromoiodiche.

Dott. Antonio SpadoniSpecialista in Otorinolaringoiatriapresso le Terme di Castrocaro

Secondo un recente studio dell’ISTAToltre l’8% della popolazione adulta e deibambini soffre di allergie respiratorie pri-maverili (intese come patologie croniche),posizionandosi al terzo posto fra le pato-logie croniche più frequenti.

In generale, fattori quali l'inquinamentoatmosferico, una scarsa attenzione ai cor-retti stili di vita, l'utilizzo di fertilizzantiartificiali in agricoltura e di sostanze chi-miche nella preparazione e conservazio-ne degli alimenti favoriscono l'insorgen-za dei fenomeni allergici. I pollini, in particolare, sono unadelle cause più importanti delle aller-gie primaverili quali il raffreddore aller-gico e la rinocongiuntivite allergica, le

Dott. Marco ContiSpecialista in Medicina Termalee Direttore Sanitario presso le Terme di Castrocaro

quali possono favorire lo sviluppo dialtre patologie respiratorie quali sinusiti,otiti, sordità rinogena, rinofaringiti, ton-silliti, laringiti e bronchiti.

Le acque termali sulfuree e salsobro-moiodiche hanno un'azione fluidificantesulle eccessive secrezioni bronchiali,detergono le alte vie aeree, aumentano ledifese immunitarie della mucosa e pro-ducono un effetto ipoallergizzante. Grazieal loro contenuto di iodio e di zolfo, svol-gono anche un’azione antisettica cherende meno vulnerabili le mucose respi-ratorie e favorisce la loro reattività. Un ciclo di cure inalatorie con que-ste acque limita anche l'infiamma-zione della mucosa, riduce la sen-sazione di ostruzione nasale e lecrisi di starnuti. Si tratta di cure indicate anche nelle per-sone particolarmente sensibili come ibambini allergici, proprio perché nonsono invasive e hanno pochissimi etrascurabili effetti collaterali.

Durante la visita medica di ammissionevengono suggerite le cure termali inalato-rie più adatte: inalazioni caldo-umide, aero-sol, humages, nebulizzazioni, irrigazioninasali, docce nasali micronizzate, ventilazio-ni polmonari, insufflazioni tubo-timpani-che, Politzer crenoterapici sulfurei.Il tratta-mento termale delle allergie respiratorie vaeffettuato preferibilmente nel momento incui i disturbi sono quiescenti, come adesempio nei mesi estivi. Su indicazione delmedico, il ciclo di cura può essere effettua-to anche due volte all’anno.

Per usufruire di un ciclo di cure ina-latorie in convenzione con il ServizioSanitario Nazionale, occorre farsirilasciare dal proprio medico di fami-glia la richiesta su ricettario dell’ASLche riporti la patologia e il ciclo dicura termale consigliato. Ogni citta-dino ha diritto ad usufruire di unciclo di 12 giorni di cure specificheall’anno, pagando solo il ticket.

LE CURE INALATORIE

COME USUFRUIREDEL CICLO DI CURE

CURIAMOLE CON LEACQUE TERMALI

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INTERVISTA

di rene a un anno dall’intervento è del97,3% e il 93% dei pazienti torna allavoro dopo il trapianto o è in condizio-ne di farlo.

Quante sono le opposizionialla donazione?Le opposizioni alla donazione sono il29,9%. Questo dato risente molto delfatto che in assenza di volontà espressain vita, ci si rivolge ai familiari aventidiritto in un momento molto doloroso,quando hanno appena perso il lorocaro.

Il diritto al trapianto, che è un diritto allasalute, sancito dalla Costituzione e dagliorganismi internazionali, purtroppo, inItalia, non è ancora un diritto di tutti. Questo vuol dire che il nostro impegnodeve continuare. Vorremmo fare di piùma il nostro lavoro è condizionato dallascarsità di risorse economiche. Non abbiamo finanziamenti pubblicie le nostre entrate sono frutto del-l’impegno nella raccolta fondi.A chi è convinto che il nostro lavoro vadapotenziato, chiediamo per esempio disostenerci con il 5 per mille.

È stato un 2018 da record perAIDO, l’Associazione Italianaper la Donazione di Organi,Tessuti e Cellule. Dal 2014 il numero di donatori è in costante crescita. Soddisfatti di questo trend?Certamente possiamo prendere atto consoddisfazione che in Italia si sta facendosempre più forte la sensibilità alla dona-zione a favore di persone in gravi diffi-coltà, che spesso si possono salvare solocon un trapianto – risponde la presidentenazionale Flavia Petrin - Il trend 2014-2018 è in decisa ascesa, con una cre-scita delle donazioni pari al 24,4%.Il dato 2018 sulle donazioni complessi-ve è il secondo migliore di sempre,dopo un 2017 straordinario. Ecco alcu-ni dati: 1.370 donatori (tra deceduti eviventi) e 3.718 trapianti (3.407 dadonatore deceduto e 311 da vivente). Per quanto riguarda le liste d’attesa, peril terzo anno si è ridotta quella per il tra-pianto di rene, ma oltre 8.700 personerestano in attesa di un dono. E’ impor-tante rilevare che gli indici di qualità deitrapianti sono estremamente positivi: adesempio la sopravvivenza dei trapiantati

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

ASSOCIAZIONEITALIANAPER LA DONAZIONE DI ORGANITESSUTI E CELLULE

Intervista a Flavia Petrin, Presidente Nazionale.

»SEGUE

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A che punto è la diffusionedella cultura della donazionedegli organi in Italia?Se rispondo da un punto di vista dellasituazione attuale, devo prendere atto chequesta presa di coscienza è ancora tropposcarsa e diffusa a macchia di leopardo,con grandi difformità da regione a regio-ne. In particolare nell’Italia Meridionale,per quanto si stia parlando di popolazio-ni di grande generosità, a volte il mes-saggio della donazione stenta a imporsi.Però ritengo di poter dire che il futurosarà migliore. E questo non solo perché sono certa cheil nostro lavoro, quello nei Comuni, chestanno attuando il progetto “Una scelta inComune”, quello delle ASL, sono garanziadi continua crescita delle dichiarazioni divolontà a donare. Certo, finora si sonopronunciati circa il 10% dei cittadinimaggiorenni, che si sono espressi a favo-re della donazione nell’80% dei casi.

Sono sicura che il futuro ci riserverà dellebelle sorprese, perché un’attenta analisidei dati dimostra che negli ultimi anni ascegliere di donare sono soprattutto igiovani. Ritengo che gli sforzi di AIDO,impegnata nella diffusione dellacultura del dono fra gli studentidelle scuole di ogni ordine egrado (e di conseguenza delle lorofamiglie e dei loro insegnanti), stiadando importanti risultati.

Significa che la strada intrapresa è quel-la giusta e che dobbiamo continuare alavorare in questo senso.

AIDO è impegnata sul frontedella raccolta delle dichiarazionidi volontà presso le anagrafi,al rinnovo delle carte di identità. Come rispondono le persone a questa proposta?AIDO, oltre a raccogliere manifestazionidi volontà proprie, è partner del proget-to “Una scelta in Comune” perché ritie-ne importante informare correttamente icittadini affinché possano fare una scel-ta consapevole in vita. In Comune il cittadino deve andarci perrinnovare il documento d’identità, percui è il momento giusto per chiederglise vuole esprimere il consenso o il dis-senso alla donazione. I giovani rispon-dono molto bene. Se analizziamo lemanifestazioni di volontà raccolte daAIDO, negli anni 2017 e 2018 scopria-mo che oltre il 50% sono fatte da ragaz-zi dai 18 ai 35 anni.

Anche nei Comuni all’atto del rilascio odel rinnovo della carta d’identità, sono igiovani dai 18 ai 29 anni i più favorevo-li alla donazione degli organi (i consen-si raggiungono l’86,4%). Andandoavanti con l’età la percentuale di con-senso progressivamente si riduce: 85,5% tra 30 e 44 anni, 80% tra 45 e 59anni; 63,2% degli over 60.

Quali organi sono più difficilida reperire per i pazienti chehanno bisogno di trapianti?Gli organi che si possono donare sono ireni, il cuore, il fegato, i polmoni, il pan-creas e l’intestino. Di questi, i trapianti dicuore, fegato e polmone costituisconodegli interventi salvavita, mentre il tra-pianto di rene rappresenta una validaalternativa terapeutica per malati chealtrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi.

Tra tutti gli organi, la donazione dicuore ha criteri anagrafici piùstringenti (il donatore deve avere mas-simo tra i 55 e i 60 anni) per cui è l’or-gano più difficile da trovare perché oggiil donatore medio ha 70 anni.

Abbiamo donatori ultraottentenni e ultra-novantenni che donano reni e fegato conottimi risultati, perché per questi organi nonsi guarda l’età biologica ma la funzionalità.

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Perchè ancora tante personenon vogliono donare? E’ un fattore egoistico, culturale o religioso?Probabilmente ciò è dovuto a una serie diconcause. Sicuramente la non conoscenzadelle tematiche sociali, culturali e sanitarielegate alla donazione rappresenta un osta-colo alla scelta positiva. Ancora oggi sentopersone parlare di “rispetto” del corpo delproprio caro e quindi del rifiuto a consenti-re il prelievo. Fatica forse, nonostanteuna consistente crescita del livello cul-turale generale, a farsi strada la consa-pevolezza che il prelievo avviene quan-do c’è la certezza assoluta dell’avvenu-ta morte della persona. E in quel momento bisogna prendere attoche la vita di quella persona si è conclusa enon c’è più nulla, dal punto di vista fisico,che possa giustificare la negazione al pre-lievo. Direi perciò, rispondendo alla suadomanda, che si tratta di un fattore di egoi-smo, ma anche e forse soprattutto di scar-sa conoscenza del tema, quindi di un fatto-re culturale. Penso che si possa escludere,invece, la causa dell’appartenenza a unareligione. Le fedi più diffuse, in particolarei cristiani, i musulmani e gli ebrei, si pon-gono assolutamente a favore della dona-zione. E così anche molte religioni ricono-sciute dallo Stato italiano.

Mi fa piacere concludere con la voce piùautorevole a livello internazionale, in que-sto momento, che è quella di Papa

Francesco, che lo scorso mese di aprile ciha ricevuto in udienza privata, in SalaClementina e che, benedicendo la nostramissione, ci ha spronati con affetto a conti-nuare nel nostro impegno di solidarietà eamore per il prossimo. Esprimersi a favoredel dono di una parte di sé, dopo la pro-pria morte, sapendo di poter salvare la vitaa una o più persone, è proprio questo: soli-darietà sociale e amore per gli altri, senzanulla chiedere per se stessi. Invitiamo per-ciò tutti a riflettere sull’importanza di que-sto dono che può servire a ridare unanuova possibilità di vita normale a personecolpite da malattie gravi. Questo dono per-mette una vita piena di affetti, permette dicontinuare a fare i genitori o a diventarlo,vuol dire tornare al lavoro e condurre unavita sociale. Per un bambino vuol dire dar-gli la possibilità di avere un futuro. Al compimento del 18° anno, quando igiovani sono nelle condizioni di fare le loroscelte in autonomia, possono decidere di“dare il meglio di sé” in molte maniere:donando tempo, competenza, ma ancheparte di sé donando sangue o dando ladisponibilità a donare il midollo osseo, edopo la morte a donare gli organi. Nonesistono limiti di età per manifestare lavolontà a donare organi e tessuti.

• Il cittadino può modificare ladichiarazione di volontà in qualsiasimomento. Sarà comunque ritenuta vali-da, sempre, l’ultima dichiarazione resa inordine di tempo.

• Per chi al rinnovo della carta d’i-dentità non si esprime, chiediamodi non aspettare 10 anni per il pros-simo rinnovo. AIDO è a disposizione per informarvi cor-rettamente al fine di fare una scelta con-sapevole e per raccogliere la vostra mani-festazione di volontà se positiva.

• AIDO è a disposizione anche perchi ha espresso dissenso per paurao disinformazione.

• La domanda che ci dobbiamoporre è: io sono favorevole alladonazione di organi?Senza pensare all’età o al proprio stato disalute, essere favorevoli non vuol necessa-riamente dire che si diventa un donatore. L’idoneità o meno a donare, infatti, vienestabilita al momento del decesso. Molte persone aspettano un dono specia-le per continuare a vivere. Fra questidomani potremmo anche esserci noi, unnostro caro o un nostro conoscente. E allo-ra diciamo sì a questo gesto semplice, cheperò può fare la differenza.

ALCUNI MESSAGGICHE AIDO VUOLE DARE

www.aido.itNumero Verde: 800.736.745Per donare il 5x1000 all’Aido,

scrivere il codice fiscale80023510169.

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L’OLIO D’OLIVAOBESITÀ

MIGLIORA IL FEGATO GRASSOL’idrossitirosolo è una sostanza antiossidante contenuta nell’olio d’oliva.

Dott. Valerio NobiliResponsabile di Malattie Epato-MetabolicheOspedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

L’idrossitirosolo, una sostanza contenutanell’olio di oliva, migliora lo stress ossida-tivo, l’insulino resistenza e la steatosi epa-tica nei bambini obesi e affetti da fegatograsso. Lo dimostra uno studio condottoall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù epubblicato sulla più importante rivistascientifica del settore, “Antioxidant andRedox Signaling”.

Queste sostanze possono essere misuratenel sangue dei bambini e in questo studioci si è avvalsi dell’esperienza del diparti-mento di chimica biologia e farmacologiadell’Università di Messina.

Fegato normale

Fegato grasso

In Italia si stima che ne sia affetto circail 15% dei bambini, ma si arriva finoall'80% tra i bambini obesi.

Tra le cause del fegato grasso c’èl’aumento dello stress ossidativoche le cellule subiscono come con-seguenza dell'obesità. Per stress ossidativo si intende qualsiasicondizione patologica causata dalla rot-tura dell'equilibrio fisiologico fra la pro-duzione e l'eliminazione, da parte deisistemi di difesa antiossidanti, di sostan-ze chimiche ossidanti.

L'obesità è uno dei principali problemimondiali nei bambini e negli adole-scenti. L'aumento del numero dei bambinicon sovrappeso e obesità nei Paesiindustrializzati ha portato al paralleloaumento di casi di fegato grasso osteatosi epatica non alcolica.Negli ultimi vent'anni, infatti, la stea-tosi ha raggiunto proporzioni epidemi-che anche tra i più piccoli, diventandola patologia cronica del fegato più fre-quente nel mondo occidentale.

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CONTROLLO

•L’invecchiamento dell’orecchio con conseguente degenerazione delle cellule sensoriali (Presbiacusia).

•Comportamenti uditivi sbagliati, come l’esposizione prolungata a rumori forti ( superiori agli 80dB).

• Infezioni all’orecchio frequenti (otiti).•Reazioni ototossiche ad alcuni medicinali

(come alcuni antibiotici).•Predisposizione genetica.•Complicazioni durante la gravidanza

e durante il parto.

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più appropriata.

L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva chepuò manifestarsi a tutte le età e con diversi tipi di gravità,può interessare un solo orecchio oppure entrambi.

Ci sono diversi tipi di cause che possono essere tenute sotto controllo con un’attenta prevenzione:

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Quello condotto al Bambino Gesù è ilprimo trial pediatrico con l'uso dell'i-drossitirosolo, un fenolo dell'olio di olivacon elevato potere antiossidante. I fenolisono dei composti chimici presenti indiversi alimenti e bevande (olio, vino,ecc.) capaci di inibire i processi ossidanti.L'olio d'oliva è l’ingrediente principaledella dieta mediterranea, un regime ali-mentare i cui benefici sono stati piùvolte dimostrati. Il problema è che per avere il desidera-to effetto antiossidante sarebbe necessa-rio usare grosse quantità di olio d'oliva,col serio rischio di diventare obesi, poi-ché l'olio d'oliva è molto calorico. Ma oggi è possibile usare, grazie aiprogressi della tecnologia farmaceu-tica, solo le sostanze antiossidantidell'olio d'oliva, come appunto l'i-drossitirosolo, senza avere l'effettocalorico ma solo gli effetti benefici.Questi prodotti naturali possono essereintegrati nella dieta dei bambini percombattere le complicanze dell'obesitàcome lo stress ossidativo, l'insulino resi-stenza e la steatosi epatica.

Lo studio, che ha coinvolto 80 bambini obesi e con fegato grasso, haevidenziato le ottime capacità antiossidanti e antisteatosiche dell’i-drossitirosolo, sostanza che se usata nei dosaggi testati riduce l'insulino resisten-za (primo step verso il diabete tipo II) senza causare aumenti di peso. L'idrossitirosolo viene assunto in perle facilmente assumibili dai bam-bini e non presenta problemi di palatabilità o di effetti collaterali, essendo unasostanza naturale. Può essere prescritto da tutti i pediatri che curano bam-bini con obesità e fegato grasso.

LO STUDIO SUI BAMBINI

FINE

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ALIMENTAZIONE

PER DIMAGRIRENON BASTA

Dott. Masimo VincenziDietologo e gastroenterologo - Faenza

La vera e propria attività fisica finaliz-zata (ad esempio corsa, spinning, cicli-smo, nuoto, ecc.) è solo una parte del-l’attività motoria generale.

L’ESERCIZIO FISICO

Il dispendio energeticoSpesso chi ha problemi di sovrappeso,nonostante una dieta ferrea, la rinunciaa qualsiasi peccato di gola e la praticasportiva, non riesce a modificare il pro-prio peso.

Dobbiamo considerare che tutte lecalorie provengono dagli alimenti chenoi mangiamo e dalle bevande chebeviamo, ma solo una parte delleenergie consumate (dispendioenergetico) viene persa durantel’esercizio fisico.

Sono presenti tre componenti principa-li per il dispendio energetico: il meta-bolismo basale, che è la quantità dienergia necessaria per mantenere ilcorpo in funzione a riposo, la termoge-nesi indotta dal cibo, che è la cosiddet-ta azione dinamico-specifica degli ali-menti, infine l’attività fisica.

Il tasso metabolico basale nella maggiorparte delle persone rappresenta dal 60all’80% della spesa energetica totale.Invecchiando, il metabolismo basale siriduce e quindi diminuisce il consumoenergetico; tuttavia la presenza di unaquota maggiore di massa muscolareaumenta il dispendio energetico. Circa un10% della perdita energetica è da attri-buire all’azione dinamico-specifica deglialimenti; il 10-30% viene perso attraversol’attività fisica, incluso tutto quello checoncerne l’attività motoria (fare le scale,camminare, palestra e quant’altro). »SEGUE

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Ad esempio, camminare per 30 minu-ti causa un consumo energetico dicirca 200 Calorie, che possono essereannullate mangiando quattro biscotticon gocce di cioccolato o bevendomeno di due bicchieri di vino. Anche un’intensa attività ciclistica, chepuò portare a bruciare in un’ora circa700 Calorie, può essere annullata conl’assunzione di una fetta di torta.

Dagli studi effettuati risulta che chi pra-tica sport a livello moderato ha unaspesa energetica superiore rispetto a chiconduce vita sedentaria.

In media una persona (esclusi gli atletiprofessionisti) brucia soltanto dal 5 al15% delle calorie giornaliere attra-verso lo sport, e questo non è un valo-re elevato rispetto alle calorie totaliintrodotte con il cibo.

INOLTRE BISOGNA TENERE PRESEN-TE CHE L’ATTIVITÀ FISICA, SOPRAT-TUTTO SE INTENSA, DETERMINAUNA MAGGIORE SENSAZIONE DIFAME, RENDENDO MOLTO DIFFICILEL’APPLICAZIONE DI UN PROGRAM-MA TENDENTE A PERDERE PESO.

ESISTONO DEI POSSIBILIMECCANISMI ADATTIVI

Tuttavia, si è anche osservato che chisvolge un’attività fisica intensa nonbrucia più energia di chi praticaun’attività moderata. Probabilmente,per un meccanismo difensivo-conservati-vo, esiste una soglia di attività fisica oltrela quale il corpo umano riduce altre fun-zioni per evitare un eccessivo consumo dicalorie.

- Mangiare di più per incrementodell’appetito, nel tentativo di com-pensare lo sforzo.- Essere meno attivi in altri contesti.Molto spesso dopo un allenamento,dopo averdato tutto edessere rimastisenza energie,ci si sdraia perore sul divano davanti alla televisionesenza più muovere un muscolo.- Rallentamento del metabolismobasale. Infatti la perdita di peso, soprat-tutto a carico della massa magra, indu-ce un abbassamento del metabolismobasale e quindi un minor dispendioenergetico.

Questo è soprattutto evidente in chi prati-ca tentativi dimagranti che finiscono conl’indurre la cosiddetta sindrome yo-yo, conrecupero progressivo del peso smaltito.

ATTIVITÀ FISICA SÌMA SEGUENDO DELLE REGOLE

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efficacia nel mantenere nel tempo il pesoperduto. E’ bene quindi non ricorrere adiete veloci ed estremamente rigide. Ilmodello alimentare potrebbe essere quellomediterraneo, con un maggiore incremen-to della quota proteica come previsto in chipratica attività fisica, un buon apporto difibre sotto forma di frutta e verdura, riposoe sonno adeguati.

E’ quindi buona norma fare attività fisicasenza modificare eccessivamente le pro-prie abitudini alimentari ed evitare diabbassare il metabolismo con diete ferreee incongrue, che sul medio-lungo terminenon hanno efficacia, anzi inducono veri epropri disastri metabolici.

I muscoli pesano di più per cui, pra-ticando un allenamento costante,la mancata discesa della bilanciapotrebbe essere dovuto all’aumen-to della massa muscolare.

Allenamenti troppo intensi possono poiportare ad un incremento degli ormonidello stress, come il cortisolo. Se i valori dicortisolo sono alti per un lungo periodo ditempo, si può arrivare ad una decrescitamuscolare e quindi ad un incremento pon-derale. Se si assume un adeguatoapporto calorico e si pratica attivitàsportiva moderata, si dovrà attenderedalle 2 alle 4 settimane prima di vede-re scendere il proprio peso. Quindi laperdita di peso nella maggioranza dellepersone con qualche chilo in più e senzaimportanti problemi di salute va ottenutacon un intervento composito che interessisia l’aspetto dietetico che motorio.

Quest’ultimo, indipendentemente dairisultati ottenuti, fa comunque bene sia alcorpo che alla mente. Per quanto concer-ne l’aspetto dietetico, una riduzionedell’apporto calorico giornaliero di500 Calorie è sufficiente per determi-nare un calo ponderale graduale e noneccessivamente rapido, perché questamodalità “slow” determina una maggiore FINE

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FARMACOSANITÀ

RIDUCE LE ALLERGIE ALIMENTARI

Prof. Alessandro FiocchiResponsabile di Allergologia dell’OspedalePediatrico Bambino Gesù - Roma

Un farmaco per il controllo dell'a-sma si è rivelato capace di ridurre inmaniera significativa il rischio dishock anafilattico per i bambiniaffetti da allergie alimentari gravi.La scoperta è stata fatta dagli allergologidell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù,che hanno osservato le reazioni a vari aller-geni alimentari in un gruppo di bambinitrattati con il farmaco omalizumab.L’allergia alimentare colpisce 5bambini su 100, con un picco nei primitre anni di vita. È scatenata dalle proteinecontenute in alcuni cibi che, per un erroredel sistema immunitario, vengono ricono-sciute come minacce, innescando la rea-zione infiammatoria. Nel 40% dei casi è associata ad asmaallergico grave, che pregiudica la crescitadei polmoni e riduce la qualità di vita.

Lo shock anafilatticoL’anafilassi è la forma più grave di aller-gia alimentare. È dieci volte più fre-quente tra i bambini che tra gli adulti. I sintomi della reazione allergica aglialimenti si sviluppano rapidamente:basta l’ingestione, il contatto, o lasemplice inalazione di piccole quan-tità dell'alimento “incriminato”, percreare immediatamente orticaria,edema e gonfiore del volto, prurito egonfiore delle estremità, rinite, congiun-tivite, mancanza di fiato, tosse convulsa.

Altrettanto velocemente, in circa 3 casi su100, un’allergia alimentare arrivare allariduzione della pressione arteriosa ed alloshock anafilattico. I bambini con allergiaalimentare associata ad asma allergicograve corrono un rischio maggiore diandare incontro allo shock anafilattico.

CONTRO L’ASMA

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Grazie all’azione protettiva del farma-co, oltre il 70% degli alimenti testa-ti è stato reintrodotto in sicurezzanella dieta dei bambini, senza neces-sità di procedure di immunoterapiaorale. I restanti cibi sono stati quasi deltutto tollerati.

Lo studio ha permesso di capire che, conl’omalizumab, l’allergia alimentaresmette di essere pericolosa e che dosi dicibo prima molto rischiose possonoessere tollerate, pressoché azzerando ilrischio di shock anafilattico.

EFFETTI DEL FARMACOCon la somministrazione del far-maco il bambino guadagna unostato di tolleranza che gli permet-te di respirare, mangiare edentrare in contatto con gli aller-geni, anche i più pericolosi per lui. I risultati della ricerca aprono la stradaa studi sull’opportunità di utilizzare iltrattamento anche per casi selezionatidi pazienti con allergia alimentare chenon abbiano asma.

LA RICERCA CONTINUA

Al Bambino Gesù è stato studiato ungruppo di 15 bambini e ragazzi, di etàcompresa tra i 6 e i 18 anni, affetti daasma allergico grave associato a formecomplesse di allergia alimentare. Lo studio è durato quasi 3 anni, duran-te i quali sono state osservate le rea-zioni a vari allergeni alimentari prima edopo l’avvio del trattamento con oma-lizumab, un principio attivo utilizzatoper la cura dell’asma allergico gravepersistente. I 15 pazienti manifestavano reazioniallergiche immediate a 37 alimenti el’80% di loro aveva già affrontato epi-sodi di anafilassi. I ricercatori hanno effettuato il test deilivelli di reattività per 23 diversi ali-menti prima e dopo l’inizio del tratta-mento con omalizumab.

Dal confronto dei dati è emersoun innalzamento della soglia ditolleranza agli allergeni, che haridotto sensibilmente il rischio dishock anafilattico in caso di con-tatto involontario con i cibi“proibiti”. Nel periodo di osser-vazione, infatti, il numero di rea-zioni all’ingestione accidentaledi allergeni è sceso da 47 a 2episodi registrati.

FINE

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LA PIANTA CHE CURALA DEPRESSIONE

NATURA

Per la cura della depressione, ai tradizio-nali farmaci antidepressivi si affianca per leforme medio-lievi l’utilizzo dell’erba diSan Giovanni, una pianta particolarmentestudiata da ricercatori e scienziati america-ni e tedeschi alla fine del ‘900, che occu-pa tutt’ora un posto di rilievo in molte far-macopee europee ed extraeuropee.

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - NaturopataE-mail: [email protected]

La piantaIl suo nome botanico è HypericumPerforatum L. o Hypericum Vulgare Lamk;appartiene alla famiglia delleHypericacee/Guttifere.

Le parti della pianta utilizzata sonole foglie e le sommità fiorite, mentreil tempo balsamico di raccolta nei nostriclimi è tra la primavera (maggio/giugno) ela fine estate (agosto/settembre).

È una pianta erbacea perenne, in grado diraggiungere il metro di altezza, che produ-ce grandi fiori raccolti in infiorescenzecimose con 5 sepali e 5 petali gialli asim-metrici con puntini nero rossicci.

Il nome Cacciadiavoli nasce dalla tradi-zione di cui parla Plinio nei sui scritti,secondo cui la pianta esercita un poteresu fantasmi ed altre manifestazioni dia-boliche e virtù magiche contro diavoli estreghe.

È comune in Europa in terreni sassosi esecchi, in Africa Settentrionale e Asia. Nel‘700 la coltivazione si diffuse anche inAmerica Meridionale, soprattutto in Cile.In Italia viene chiamata volgarmenteIperico, Cacciadiavoli, Pilastro in Toscana,Perforata, mentre il suo nome anglosas-sone è ST. John’s Wort.La pianta è conosciuta fin dall’antichità inGrecia per le sue proprietà curative. Già Ippocrate, Plinio il Vecchio,Dioscoride e Galeno la indicano per lesue proprietà cicatrizzanti e antinfiamma-torie su ferite ed ustioni.

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in Iperforina. Dell’Iperico si utilizzaanche la Tintura Madre e l’infuso, ma inquesti casi l’uso erboristico non corri-sponde agli studi fatti.

Viene chiamata Erba di San Giovanni dalSanto celebrato il 24 giugno, notte in cuiavvenivano gli incontri e i riti stregone-schi e da cui, secondo la tradizione popo-lare, bisognava proteggersi portando consé un mazzetto di iperico, artemisia, rutae aglio.

Uso internoPer uso interno si utilizzano soprattuttoestratti secchi e fluidi, titolati in principiattivi quali Ipericina e Iperforina. L’azioneantidepressiva conosciuta e studiata peròsembra dovuta all’intero fitocomplesso, cioèalla pianta in toto. Nel fitocomplesso, infatti,sono presenti anche Flavonoidi (Quercetina,Rutina, Iperoside), Tannini e oli essenziali,che contribuiscono all’efficacia e spesso allaprotezione degli effetti collaterali.

La pianta si è rivelata molto utilenel trattamento degli stati didepressione lieve e moderata, e neidisturbi del sonno ad esso correlati,nella distonia neurovegetativa enella somatizzazione di ansia.

La terapia deve essere prolungataper almeno 4-8 settimane, condosaggi che variano dai 600 ai 1200mg al giorno di estratto secco titolato »SEGUE

INFUSO DI IPERICO

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Per quanto riguarda la Tintura Madrevanno somministrate 50 gtt in acqua da 1a 3 volte al dì, mentre per l’infuso si useràun cucchiaio di sommità fiorite essiccateper tazza d’acqua bollente lasciando ininfusione per 10 minuti e in questo casol’utilizzo sarà per tosse, raffreddore oinfiammazione delle vie urinarie.

Anche se molti studi farmacologici e cli-nici dimostrano che la pianta è sicura, visono però alcune attenzioni da tenere.

A SCOPO PRECAUZIONALE NONVANNO UTILIZZATI IN BAMBINISOTTO I 12 ANNI, IN GRAVIDAN-ZA E ALLATTAMENTO E NELLARICERCA DI GRAVIDANZA. INOLTRE, È BENE SOSPENDERNEL’ASSUNZIONE ALMENO 5-10GIORNI PRIMA DI UN INTERVEN-TO CHIRURGICO.

Uso esternoL’uso esterno dell’Iperico è noto soprattut-to per l’oleolito di Iperico, che si ottienedalla macerazione in olio di mandorle ogirasole dei fiori freschi di Iperico, che stro-picciati tra le dita le colorano di rosso. Haun caratteristico colore rosso e contienesostanze altamente cicatrizzanti, emollienti,antinfiammatori e rigeneranti cellulari.

TINTURA MADRE E INFUSO

IMPORTANTE

Perciò viene utilizzato con successo su feri-te, ustioni, eritemi solari, macchie cutanee,psoriasi, secchezza del viso e corpo, invec-chiamento cutaneo, piaghe da decubito,smagliature, cicatrici, segni dell’acne. Inpratica, è uno dei prodotti più potenti chela natura offre a questo scopo.

L’oleolito siottiene da 70grammi disommità fre-sche e 250 mldi olio di man-dorle. Lasciaremacerare ifiori per 6 set-timane in bot-tiglia chiusa atemperaturaa m b i e n t e ,quindi esporre al sole per un giorno, fil-trare e conservare in bottiglia di vetroscuro al fresco e al riparo dalla luce.

Applicato su viso e collo è un ottimoanti-age che darà risultati già in 10-15 giorni. Infine l’Iperico viene utilizzatoanche per ottenere un rimedio omeopaticoHypericum Perforatum che alle varie dilui-zioni viene utilizzato in granuli o gocce incaso di dolori che decorrono lungo il nervocome ad esempio nel mal di denti o neidolori da traumi per ferite da punta, pun-

tura profonda che non ha sanguinato, nellenevralgie da trigemino, Herpes Zoster,paralisi facciale o “Frigor”.

ControindicazioniVi sono molte controindicazioni all’utilizzodell’Iperico, legate all’attività induttricedella pianta sul metabolismo di molti far-maci. È bene evitare l’associazione conCiclosporine (farmaci utilizzati come antiri-getto), Citostatici e altri antitumorali,Anticoagulanti, Benzodiazepine,Anticoncezionali, Digossina (farmaco utiliz-zato per rafforzare il cuore), Indinavir (uti-lizzato nell’Aids). Controindicata è anchel’associazione con antidepressivi farmacolo-gici, perché può potenziarne l’azione.

Possono poi verificarsi anche vertigini,diarrea, stanchezza, sindrome dellegambe senza riposo ed aumento dellasensibilità alla luce, che ne sconsiglial’uso durante l’esposizione al sole o araggi UVB per il rischio di eritemi, spe-cie in presenza di fototipo I e II. All’insorgenza di alcuni di questi sintomi èbene consultare il medico o il farmacista.

ConclusioniL’Iperico risulta particolarmente indicatonei disordini dell’umore che accompagna-no i cambi di stagione a primavera edautunno. “Mi è capitato spesso di consi-gliarlo insieme ad oligoelementi, fiori diBach e altre piante ed integratori per supe-rare momenti difficili della vita”.

OLEOLITO DI IPERICO

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FINE

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SANITÀ

I TUMORILO SAPEVATE CHE...Domande e risposte semplici per capirne di più (ed affrontarel’argomento con meno paura).

Dott.ssa Stefania GoriPresidente Nazionale AIOMAssociazione Italiana di Oncologia Medica

Quali sono le differenze fratumori benigni e maligni?Se il tumore è benigno, non si parladi cancro. Le cellule che lo costituisco-no sono considerate tumorali perché simoltiplicano più del dovuto, dando ori-gine a una massa che può raggiungeredimensioni importanti. TUMORI BENIGNI: Le cellule si svi-luppano lentamente e non hanno lacapacità di diffondersi ad altre partidell’organismo, anche se possono crea-re problemi alla salute. Se, infatti, conti-nuano a crescere, esercitano pressioneQuando è stato scoperto

per la prima volta il cancro? Nonostante sia stato definito “il male delsecolo” nel Novecento, il cancro accompa-gna da sempre l’umanità. Le prime testimonianze storiche risalgonoa papiri egizi del 1600 a.C., in cui venivachiamato “nemsu”. Il termine “carcinoma”fu invece coniato dal medico grecoIppocrate. Personaggi di varie epoche,come l’imperatore romano OttavianoAugusto, San Francesco d’Assisi e il com-positore Gioacchino Rossini, sono decedu-ti a causa di una neoplasia. Negli ultimi 200 anni il cancro è diventatouna delle malattie più diffuse nel mondoa causa del costante aumento della vitamedia, del sempre maggiore inquinamen-to ambientale e della tendenza tra lapopolazione ad adottare stili di vita nonsalutari (fumo, abuso di alcol, sedentarietàe dieta scorretta).

contro gli organi sani vicini. TUMORI MALIGNI: sono composti dacellule che, senza un adeguato tratta-mento, possono invadere i tessuti cir-costanti. Inoltre le cellule di un tumore malignohanno la capacità di staccarsi e crescerea distanza, fuori della sede d’insorgenzadel tumore primitivo. Le vie di diffusione principali sono ilsangue e il sistema linfatico. Quandoraggiungono una nuova sede, le cellulepossono continuare a dividersi, dandocosì origine a una metastasi. »SEGUE

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La lista dei fattori di rischio chiamati incausa è molto ampia e in continua evo-luzione. Non è facile determinare unsingolo fattore di rischio associato a unasola sede tumorale, perché la malattianeoplastica è per definizione a “genesimultifattoriale”.Esiste quindi un concorso di fattori dirischio che si sommano e si moltiplica-no nel determinarla. A questi vannoaggiunte le capacità di reazione dell’o-spite, intese sia come meccanismi didifesa immunitaria, sia come processi diriparazione dei danni sul DNA.

Alcune neoplasie possono essere causateda infezioni virali. L’esempio più notoè il Papilloma Virus umano, che puòprovocare il cancro della cervice uterina, ditesta e collo, della vulva, della vagina, delpene e dell’ano (quasi 4.400 casi di tumo-re ogni anno in Italia). Anche i virusdell’Epatite B e C sono associati allosviluppo di epatite cronica, cirrosi etumore primitivo del fegato.

Nel mondo il ruolo delle infezioni cronicheè considerato responsabile del 16% di tuttele neoplasie. Per l’Europa questa stima èpari al 7%, in Italia è dell’8,5%. Nel nostroPaese è stato calcolato che, tra i tumoridovuti a agenti infettivi, l’Helicobacterpylori è causa del 42%, i virus dell’epatiteB e C del 35%, l’HPV del 20%.

Quanti tumori vengono diagnosticati ogni anno in Italia?Nel 2017 in Italia sono stati stimati pocopiù di 369.000 nuovi casi di tumoremaligno, di cui il 54% negli uomini e il46% nelle donne. Nel nostro Paese ognigiorno circa mille persone ricevono unanuova diagnosi di tumore. Le 5 neoplasiepiù frequenti nel 2017 sono state quelledel colon-retto (53.000 nuovi casi), seno(51.000), polmone (41.800), prostata(34.800) e vescica (27.000).

I VIRUS POSSONO CAUSARE I TUMORI?

Quali sono le cause principali dei tumori? Le cause sono imputabili a fattori ester-ni e interni.

I primi includono il fumo di siga-retta, l’abuso di alcol, la scorrettaalimentazione, l’esposizione aradiazioni (compresi i raggi ultravio-letti del sole) e ad agenti chimici. I fattori interni, invece, comprendo-no elevati livelli ormonali, mutazionigenetiche e alterate condizioni delsistema immunitario.

Sezione di RAVENNAdell’Associazione Italiana

Contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma- ONLUS -

RAVENNA AIL SOSTIENE1. L’ASSISTENZA DOMICILIARE medica e psico-logica per i pazienti con malattie del sangue e

con tumori solidi in fase avanzata della malattia eper i loro familiari.

2. La RICERCA CLINICA sulle Malattie delSangue. Presso l’U.O. di Ematologia di Ravennasono in corso circa 50 studi clinici che prevedonol’utilizzo di farmaci innovativi.

3. L’ASSISTENZA AI MALATI EMATOLOGICI,con i volontari che ogni mattina si recano nel repar-to di degenza per dare conforto ai pazienti e forni-re piccoli servizi di utilità per chi è impossibilitato aduscire dalla stanza.

4. La fornitura di PARRUCCHE E BELLISSIMI

COPRICAPO per far si che le signore sotto chemio-terapia affrontino più serenamente questo percorso.

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È sempre necessaria l’asportazione totale dell’organo? Questo approccio è stato sostituito progres-sivamente da interventi individualizzati,dove la resezione completa, ma il più possi-bile conservativa, si inserisce in un pro-gramma multidisciplinare. Il caso emblematico è rappresentato daltumore del seno, in cui la chirurgia ha com-piuto progressi notevolissimi, passando daiprimi interventi mutilanti a quelli cosiddetticonservativi, che mirano ad eliminare solola massa tumorale e il tessuto immediata-mente adiacente al tumore e preservando ilpiù possibile il muscolo. Fu Umberto Veronesi, all’IstitutoNazionale dei Tumori di Milano, il primoa parlare di quadrantectomia, cioè diasportazione di un solo quadrante dellamammella. I progressi in questo campoconsentono inoltre di ricostruire il seno giàdurante la mastectomia, evitando allapaziente lo stress psicologico dovuto a unradicale cambiamento dell’immagine cor-porea e un nuovo intervento chirurgico egarantendo un miglior recupero.

Le varie strategie possono essere utilizzatesingolarmente o in combinazione. Nel corso degli anni, la ricerca ha portatoa terapie sempre più efficaci, in grado diridurre la mortalità, con effetti collateraliminori.

Quando viene utilizzata la chirurgia? Salvo alcune eccezioni, la chirurgia è ilprimo passo nel trattare i tumori. Inparticolare, il ricorso al bisturi è indica-to per rimuovere tumori localizzati e infase non troppo avanzata; rimuoveremetastasi isolate; ridurre i sintomi provo-cati dalla compressione degli organi circo-stanti e migliorare la qualità di vita delpaziente, anche nei casi in cui non è pos-sibile l’eradicazione completa del tumore.Quando la diagnosi è precoce e la massaha dimensioni ridotte, la chirurgia puòcostituire l’unica terapia necessaria.

In altri casi, va preceduta o seguita dachemioterapia o da altre tipologie dicura. I clinici possono sconsigliare l’inter-vento se il cancro è molto esteso e lamalattia è in fase avanzata.

Il cancro è un male incurabile?No, non deve più essere considerato unmale incurabile. In Italia negli ultimidecenni si è registrato un incrementocostante delle persone vive con una storiadi cancro: erano un milione e mezzo all’i-nizio degli anni Novanta, due milioni e250mila nel 2006, oltre 3 milioni e trecen-tomila nel 2017. Rispetto al 2010, nel 2017 l’aumento delnumero di persone che vivono dopo unadiagnosi di tumore è pari al 24%. Sonosempre di più i cittadini che, a distanza dianni dalla diagnosi, possono affermare diavere sconfitto la malattia.

Le due neoplasie più frequenti, quelladella prostata negli uomini e del senonelle donne, presentano sopravvivenze a5 anni pari al 90%, con percentuali ancorapiù elevate quando la malattia è diagnosti-cata in stadio precoce. Risultati sicuramenteincoraggianti, anche se ovviamente tantastrada va ancora fatta per migliorare i risul-tati in molte situazioni cliniche.

I principali approcci nel trattamentodelle neoplasie sono la chirurgia, laradioterapia, la chemioterapia, laterapia ormonale (in alcune patologiecome il tumore della mammella o dellaprostata) e le terapie mirate, a cui siaffianca la nuova arma costituita dal-l’immuno-oncologia.

QUALI SONO LE PRINCIPALIARMI CONTRO IL CANCRO?

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HERPESPREVENZIONE

ZOSTER

• Ravenna, CMP, via fiume Montone Abbandonato 134 - Martedì dalle 8.30 alle 11.30.

• Bagnacavallo, via Vittorio Veneto 8 - Venerdì dalle 9 alle 12.

• Faenza, via Zaccagnini 22 - Giovedì dalle 14.30 alle 16.30 e Venerdì dalle 8.30 alle 11.30.

• Rimini, “Colosseo”, via Coriano 38 - Mercoledì dalle 9 alle 18.

• Riccione, via San Miniato - Martedì e venerdì dalle 8,30 alle 9,30.

• Forlì, via della Rocca 19 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 11.30 alle 12.30.

• Folimpopoli, via Duca d’Aosta 33 - Il 16 e 30 maggio, 13 e 25 giugno dalle 11 alle 12.

• Cesena, piazza Magnani 146/b - Martedì e giovedì dalle 9 alle 11.30

• Savignano sul Rubicone, via Fratelli Bandiera 15 - Giovedì dalle 9 alle 11.30.

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

Su tutto il territorio dell’Ausl Romagna èpartita la campagna vaccinale control’Herpes Zoster, rivolta ai cittadini che que-st’anno compiono i 65 anni d’età (i nati nel1954). L’Herpes Zoster, noto anche come“fuoco di Sant’Antonio”, è una malattia fre-quente e debilitante, dovuta alla riattivazio-ne del virus della varicella.

Dopo la varicella, infatti, il virus nonviene eliminato ma resta presente nelsistema nervoso. L’aumentare dell’età o particolari situazio-ni di stress o di malattia, possono causarela riattivazione del virus, che si manifestacon la comparsa, in una parte localiz-zata del corpo, di vescicole accompa-gnate da dolore, bruciore e prurito.Spesso vi è anche febbre, debolezza,malessere generale e mal di testa. Dopola fase acuta della malattia possono com-parire complicanze, in alcuni casi anchegravi, come meningite e perfino cecità.

La complicanza più frequente è lanevralgia post erpetica, che comportaun dolore severo e cronico, che puòdurare anche anni dopo la guarigionedelle lesioni cutanee. Si tratta di undolore invalidante, che risponde pocoalle terapie disponibili.

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AMBIENTE

Le nuove tendenze del mercato richiedo-no prodotti realizzati in maniera ecoste-nibile. Diverse aziende hanno adottatometodi di produzione green, trasforman-do i rifiuti e gli scarti in oggetti ecologi-ci. Ecco i più innovativi ed interessanti.

Le scarpre garantiscono un’ottima traspi-rabilità e sono impermeabili. Sono disponibili sei modelli, cinque perdonna e un modello unisex, tutti confodera in spugna naturale, sottopiedeestraibile rivestito in tessuto naturale esuola in gomma.

Dalle scarpe fatte con gli scarti del caffè, al tessuto realizzato con lebanane, ecco alcuni innovativi prodotti ecosostenibili.

NAT-2 Le scarpe fatte con gli scarti del caffèIl marchio tedesco di sneakers Nat-2 halanciato una nuova linea di scarpe ecolo-giche, create partendo dagli scarti delcaffè. Sono scarpe vegane, unisex e dispo-nibili in due modelli, alto e basso. La copertura color cioccolato provieneal 50% da caffè riciclato, che fornisceuna texture simile alla pelle scamosciata.

Le suole sono invera gommanaturale, cosìcome eco-friendly è la collaa base d’acquaimpiegata perassemblare i varicomponenti. La suola interna,

infine, è fatta di sughero antibattericonaturale. Il materiale brevettato è stato svi-luppato in Germania, mentre le scarpevere e proprie sono realizzate interamentea mano in Italia.

WOMSH Le scarpe realizzatecon gli scarti della melaL’azienda italiana Womsh, con sede aBolzano, ha lanciato una linea di scarpevegan realizzate con gli scarti industriali(bucce e torsoli) della mela. Si tratta di sneakers comode e dal designmoderno, che nascono grazie all’utilizzodi questo tessuto innovativo ricavato al50% dagli scarti delle mele e al 50%dal poliuretano. Il tessuto, ecologico, èstato chiamato “apple skin”. Il risultato finale è qualcosa di molto simi-le alla pelle animale, senza lo svantaggiodi uccidere essere senzienti.

QUANDO IL RICICLOE’CREATIVO

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ecologico a base di fibre di foglie diananas, prendendo spunto dai vestititradizionali del luogo, bordati di fibredi foglie di ananas. Si tratta quindi di riciclare scarti di pro-duzione che, grazie ad una lavorazionetessile che li rende simili al feltro,diventano la base per il nuovo materia-le. Le fibre possono essere tinte e averedifferenti spessori, rendendole versatilie adatte alla produzione di scarpe,borse, giacche, cinture ed altro.

Occorrono in media le foglie dicirca 16 ananas per produrre unmetro quadrato di tessuto. Inoltre, dalla lavorazione del Piñatexsi estrae una biomassa riutilizzabilecome fertilizzante. Questo materiale, oltre che piùecologico del cuoio, è anche piùeconomico, perciò varie industrie delsettore stanno iniziando ad utilizzarlo.

ORANGE FIBERIl tessuto sostenibile dagli scarti delle aranceE se le oltre 500mila tonnellate annue discarti prodotti dall'industria delle arancefossero trasformarti in un tessuto d'eccel-lenza, che magari profumi anche?

È questa l'idea di Orange Fiber, aziendache sviluppa tessili innovativi e sostenibi-li. Orange Fiber è stata ideata da AdrianaSantanocito e sviluppata insieme a EnricaArena, entrambe catanesi di nascita emilanesi dʼadozione. Adriana ha svilup-pato unʼipotesi di fattibilità, che ha poibrevettato insieme al Politecnico diMilano. Il tessuto di Orange Fiber è arric-chito con oli essenziali naturali, che rila-sciano vitamina C sulla pelle di chi loindossa.

BANANATEX Il tessuto vegetale fatto con le bananeForte, flessibile e realizzato interamentecon foglie di banane: è il rivoluzionarioe multiuso Bananatex, tessuto vegetaleprodotto dal marchio Qwstion. Totalmente biodegradabile e capacedi sostituire le plastiche adottatedall’industria del settore, Bananatex

offre unanuova opzionefra i materialisostenibili diorigine vegeta-le. L’idea vienedalle foglie dibanano utiliz-zate nelleFilippine peroltre un secolocome cordeper barche.Dopo tre anni

di ricerca e sviluppo, la Qwstion ha ini-ziato a realizzare e commercializzare iprimi prodotti di Bananatex, che sonosono zaini e borse. L'obiettivo più gran-de, tuttavia, è vendere il tessuto adaltre società, per eliminare i materialisintetici.

PINATEXIl cuoio fatto dall’ananasNelle Filippine la spagnola CarmenHijosa ha ideato il Piñatex, un materiale

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LIGNEAHL’ecopelle fatta in legnoEcopelle fatta al 100% di legno tratta-to ad hoc per dar vita a calzature, borse

e accessori,diventandoun innovati-vo materialedalle caratte-ristiche tattilisimili alcuoio. È que-sta l'idea diLigneah della

società italiana My Mantra, un punto diincontro tra la sostenibilità ambientale,il design innovativo e il rispetto per glianimali. Fondatrice dell’azienda è stata la giova-ne designer vegetariana MartaAntonelli insieme al padre Aldo. "Illegno è un elemento pensato comepovero e rigido, ma noi lo abbiamoreso morbido, in grado di essere lavo-rato come una pelle, dandogli ancheun tocco estetico. I prodotti di Ligneahsono fatti con fogli di legno trattati allaser e uniti al tessuto, una tecnica dilavorazione brevettata”.

PELLEMELA La pelle ecologicacreata con gli scarti delle meleA Bolzano, dall’idea dell’ingegnere altote-sino Alberto Volcan, è nata Pellemela, lapelle ecologica creata con gli scarti dellemele. Il Trentino Alto Adige è la regione

dove si sviluppa oltre la metà della pro-duzione nazionale di mele, e dove le circa500mila tonnellate annue di scarti dibucce e torsoli alimentano per lo piùimpianti di biogas.

Pellemela, ecosostenibile e biodegradabi-le, è utilizzata sia nella la moda che nel-l’arredamento. Si ottiene con il 76% difarina di mele, dopo aver fatto essic-care bucce e torsoli, miscelata conacqua e collante naturale e compatta-ta in un macchinario.Dal 2015 è in commercio PellemelaShopper, una borsa naturale disegnatadall’artista Carlo Busetti e realizzata dall’a-zienda March di Bolzano.

ULTRABOOST PARLEYLa scarpa realizzatadalla plastica riciclataLa partnership tra Adidas e l'organizza-zione ambientalista Parley ha dato vitaad un prodotto innovativo e sostenibi-le, contro l’inquinamento degli oceanicausato dalla plastica.

Si tratta dell’UltraBoost Parley, unascarpa da running che ha la tomaiarealizzata all’85% dal materiale ParleyOceans Plastic, nato dal riciclo della

plastica raccolta in mare. Le UltraBoostParley sono disponibili anche online,sul sito di Adidas.

CRUSHLa carta che nasce dalle aranceNel 1992 l’azienda italiana Favini haportato per prima l’innovazione ecologi-ca nel mondo della carta.

La cartiera con sede a Rossano Veneto, inprovincia di Vicenza, ha iniziato con laproduzione di carta a partire dalle alghe,brevettando l’ecologica Shiro Alga Carta.Oggi il loro prodotto ecologico di puntaè Crush, carta prodotta dal pastazzoche resta delle arance in seguito allaspremitura, dopo che aziende specializ-zate nei dolcificanti hanno estratto lapectina, e quelle cosmetiche le essenze.Crush riporta in vita il pastazzo e gli altriscarti sotto forma di quaderni, blocchi,fogli per scrivere e disegnare. FINE

RICICLO DI UN PNEUMATICO PER REALIZZARE UN TAVOLINO

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NUOVA TECNOLOGIAINDIVIDUA IN ANTICIPO

TECNOLOGIA

Si tratta di un dispositivo in grado di diagnosticare la malattia 5-7anni prima che si manifesti

La precisione, prima dell’approdo nellafase clinica, dovrà essere ulteriormenteperfezionata. I dettagli della ricerca sonostati pubblicati sulla rivista scientificaspecializzata Parkinsonism & RelatedDisorders.

Dott. Filippo CavalloIstituto di Biorobotica della scuola superioreSant’Anna di Pisa

IL PARKINSON

Senshand è il nuovo dispositivo italia-no in grado di diagnosticare il morbodi Parkinson con 5-7 anni di anticipoed un’accuratezza del 79%.Si tratta di un guanto indossabile, dotatodi intelligenza artificiale, che misura imovimenti e riconosce in anticipo i segnidella malattia prima che si manifesti. La tecnologia è nata dal gruppodell’Istituto di Biorobotica della scuolasuperiore Sant’Anna di Pisa, in collabora-zione con l’U.O. Neurologiadell’Ospedale delle Apuane (AuslToscana Nord Ovest) e l’azienda Co-Robotics di Capannoli.

La funzione del dispositivo Senshandè quella di rilevare, misurare ed ana-lizzare i movimenti delle braccia, acaccia delle spie della possibile comparsadella malattia.

I sintomi del morbo di Parkinson si mani-festano molti anni dopo l’avvio del pro-cesso di neurodegenerazione, perciò piùprecoce è la diagnosi, migliori sono leprospettive terapeutiche.

I parametri presi in considerazione daSenshand per individuare i sintomi dellamalattia riguardano tremori, rigiditàmuscolare e velocità dei movimenti.

Sperimentato su 90 persone (30 sane, 30con iposmia idiopatica e 30 conParkinson), il dispositivo Senshand hadimostrato che, combinando le informa-zioni acquisite con i sensori e con un testdell’olfatto, è possibile identificare i segniprecoci della malattia. Il sistema permettedi valutare in totale 96 i parametri e, neitest, i tre gruppi di individui sono statiidentificati con un’accuratezza del 79%.

L’ESPERIMENTO

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

IL DIABETE

Il diabete nel cane è una malattia diffu-sa, che necessita di adeguate terapie edi un’alimentazione controllata, esatta-mente come per l’uomo. Si sviluppaquando il pancreas inizia a produrremeno (o a non produrne affatto) insuli-na, l’ormone che regola la concentra-zione di zuccheri nel sangue. Quandol’insulina inizia a scarseggiare, gli zuc-cheri nel sangue non vengono più uti-lizzati sotto forma di energia o grasso,ma restano in circolo, producendocome primo effetto evidente l’aumentodella glicemia.Quindi, come mantenere il cane in salu-te? Con la prevenzione, ma anche facen-do attenzione ai sintomi tipici del diabe-te nel cane, a cui però spesso tendiamoa dare poca importanza. Individuare intempo la malattia, aiuta il cane a viveremeglio e trovare un giusto equilibrio traalimentazione e terapie.

(aumento della sete), polifagia (aumen-to della fame) e perdita di peso.Bisogna poi considerare che questamalattia colpisce più le femmine deimaschi, principalmente in età adulta,nella fascia dai 5 ai 15 anni.

È una malattia frequente, pericolosa, non semplice dadiagnosticare.

NEL CANE

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. GaetaninoCirc. San Gaetanino, 203/205Ravenna - Tel. 0544.456328

I sintomiQuando la glicemia è sempre alta, anchea stomaco vuoto, il cane si sente stan-co e tende a dimagrire, pur mangian-do normalmente, dato che il pancreasnon lavora come dovrebbe. Questoscompenso ha effetto anche sui reni, cheiniziano a produrre più liquidi (la mag-giore produzione di liquidi è legata allapresenza di glucosio nelle urine) indu-cendolo a fare più pipì e a bere più spes-so. I sintomi del diabete nel cane posso-no essere riassunti in 4 punti: poliuria(aumento delle urine), polidpsia

L’ECCESSIVA SETE DEL CANE PUÒ ESSERE

UN PRIMO SINTOMO DI DIABETE

»SEGUE

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trollo gli occhi e rimuovere la catarattaappena si presenta, per scongiurareconseguenze più gravi.

2. AUMENTO DELLEINFEZIONI BATTERICHEL’alto livello di glucosio nel sangue predi-spone il cane ad una maggiore prolifera-zione di batteri, aumentando il rischio disviluppare infezioni pericolose. Un canediabetico deve essere quindi costante-mente monitorato ed eventuali infezionivanno debellate per tempo.

Le complicanzeSe non viene individuato per tempo, ildiabete può portare ad uno scompensofisico nel cane e a gravi complicazioninella sua salute. Tra queste, ecco le cin-que principali.

1. CATARATTAÈ una complicanza tipica del diabetenel cane, che con il tempo provocal’opacità del cristallino, fino aduna potenziale cecità.È quindi importante tenere sotto con-

3. GLAUCOMASi tratta di una malattia dell’occhio cau-sata da un’eccessiva concentrazione diproteine, che produce un’elevata pres-sione oculare. In genere si sviluppa aseguito di una cataratta mal curata, per-tanto se ne può scongiurare l’insorgenzatrattando adeguatamente la malattia sca-tenante. In caso contrario, il glaucomapuò avere conseguenze molto gravi,come il distacco della retina.

4. CHETOACIDOSI DIABETICAÈ una malattia grave, che può svilup-parsi quando il diabete non viene indi-viduato per tempo o se le cure appor-tate non sono adeguate. In questi casi,il cane inizia a digerire i depositi digrassi ed i muscoli, al posto deglizuccheri mancanti. Ciò causa un gravedeperimento, oltre a vomito, debolezzaed eccessiva fame o sete. Nei casi piùgravi può portare alla cecità.

5. NEUROPATIAL’elevato livello di zuccheri nel sanguepuò portare a gravi danni neuronali,con sintomi non immediatamente asso-ciabili al diabete, quali tremore e debo-lezza delle articolazioni. In molti casi questa problematica è risol-vibile attraverso un riequilibrio del livel-lo di glucosio nel sangue, ma se non siinterviene per tempo, i danni possonoessere permanenti.

I cani diabetici sono particolarmentesuscettibili allo sviluppo di cataratta.

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L’INSULINA PUO ESSERE SOMMINISTRATACON DUE DOSI GIORNALIERE, MA IN OGNI CASO

SENTIRE CON IL PROPRIO VETERINARIO DI FIDUCIA

La tipologia di diabete più diffusa, neicani come nell’essere umano, è il dia-bete mellito di tipo 1, che va trattatoattraverso la somministrazione di insu-lina, per ristabilire i giusti livelli di zuc-cheri nel sangue.L’insulina può essere somministratacon due dosi giornaliere, da sommini-strate a distanza di 12 ore l’una dal-l’altra, sempre negli stessi orari e inconcomitanza dei pasti. In ogni caso, per definire modalità etempistiche di somministrazione, con-sultate il vostro veterinario di fiducia.

AlimentazioneIn un cane diabetico l’alimentazione deveessere bilanciata e controllata, con l’aiutodi un medico veterinario che può indivi-duare la giusta dieta sulla base delle suecondizioni fisiche. In linea generale, però,si possono dare alcuni consigli alimentari,che non devono mai sostituirsi a quelli del

IL DOSAGGIODELL’INSULINA

Utilizzando tecniche di counseling sulla persona siandrà a individuare il disagio emotivo dell’animale

e di riflesso quello che l’animale ci sta mostrando con la sua sensibilità. Il counseling relazionale

tra l’animale e l’uomo aiuta a conoscere meglionoi stessi attraverso l'animale.

Stefania Scarabelli è professionista disciplinata ai sensi della legge n.4/2013, laureata in ScienzeNaturali, Naturopata Heilpraktiker, Operatore Olistico Trainer, Counselor Olistico.

RELAZIONE EVOLUTIVA ANIMALEUOMOANIMALE

Grande aiuto per l’animale e la sua famigliaarriva dai Fiori di Bach, Californiani o Australiani la cui indaginepuò essere una chiave di lettura per individuare il disagio profondo.

E' dimostrato che le emozioni degli uomini possono essere percepite dai cani, condizionandoneil comportamento.L’animale è quindi una guida e si fa carico dei nostri disagi.

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proprio veterinario.• Somministrare due pasti al giorno,evitando il più possibile cibi fuori orario.

• Evitare la somministrazione di zuc-cheri semplici.

• Fornire un’alimentazione ricca diPROTEINE ANIMALI.

• Somministrare adeguate dosi diOMEGA 3, che hanno un forte potereantinfiammatorio. FINE

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Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

Dott. Valerio NobiliResponsabile di Malattie Epato-MetabolicheOspedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

Salute Dieci PiuHANNO COLLABORATO al numero 6_GIUGNO_2019 di SALUTE 10+

I COLLABORATORI DI SALUTE 10+Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta

Email: [email protected]

Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinaria - www.avanzimorivet.it

Stefania De Fazio - Consigliere nazionale della Società Italiana diChirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE

Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche

Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-CimberleRavenna - E-mail: [email protected]

Dott. Andrea DreiPronto Soccorso Medicina d’Urgenza

Ospedale di Faenza - E-mail: [email protected]

Paola Ferrari - Medico Veterinario della Società ScientificaItaliana di Medicina Veterinaria PreventivaEmail: [email protected]

Dott.ssa Alice Finazzer - www.ambulatoriozama.it

Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia MedicaDirezione Sanitaria Terme di RIOLO

Dott. Francesco Giuseppe FoschiAmbulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse

Presidio Ospedaliero di Faenza - Azienda USL di Ravenna

Dott.ssa Alessia FronteMedico Veterinario - E-mail: [email protected]

Dott. Battista Galli - Medico Veterinariowww.clinicaveterinariacmv.it

Dott. Emanuele GiordanoDirettore Sanitario Centro Veterinario Riminese

Valentina Giorgi - D.O.D.O.P. - Specialista in riabilitazioneneurologica infantile c/o Madicina Ravenna, via Porto Coriandro, 7

Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenzae Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza AUSL di Ravenna

Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN,Società Italiana di Neonatologia

Dott. Valerio Nobili - Responsabile di Malattie Epato-MetabolicheOspedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

Dott. Roberto Nonni - Direttore SanitarioSan Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: [email protected]

Dott. Gianfranco NieddaOtorinolaringoiatra

E-mail: [email protected]

Dott. Andrea Sagona - Senologo - Itituto Clinico Humanitas

Dott. Aladar Bruno IanesDirettore medico di Korian Italia - www.korian.it

Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialistain Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Cell: 393.4825681 - E-mail: [email protected]

Dott. Massimiliano Perrone - Medico Chirurgo Oculista DirettoreSanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Anna Pasi - Medico Specialista in ginecologiae ostetricia c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott.ssa Simonetta SantisiFisioterapista c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott.ssa Paola StefanelliDipartimento Malattie Infettive,

Parassitarie ed Immuno-mediateIstituto Superiore di Sanità - Roma

Dott. Francesco GiambelliSpecialista in Ginecologia e Ostetricia

Unità Operativa di Ginecologia e OstetriciaPresidio Ospedaliero di Ravenna

Dott. Mauro StronatiPresidente S.I.N. - Società Italiana Neonatologia

Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio MedicoVia Anastagi, 2 - Ravenna -

Cell. 333.3537612 - [email protected]

Dott. Giovanni Lughezzani - Urologo - Humanitas

Dott.ssa Daniela Verduci - Farmacista, consulente alimentare e ricercatrice indipendente di sani

percorsi alimentari. E-Mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata - E-mail: [email protected]

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologiaed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Prof. Silvio Danese - Responsabile Centro Malattie InfiammatorieCroniche Intestinali di Humanitas - Milano

Dott. Nicola GaffuriResponsabile dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia

digestiva all’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo

Prof. Franco LocatelliDirettore del Dipartimento di Onco-Ematologia,

Terapia Cellulare e Genica Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma

Prof. Carlo SelmiResponsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas

Viola TofaniAssociazione Luca Coscioni - www.associazionelucacoscioni.it

Prof. Antonio CostanzoResponsabile di Dermatologia di Humanitas

Dott.ssa Giselle Cavallari - Psicologa e psicoterapeuta RogersianaPsicoterapia del benessere Emozionale

Dott.ssa Patrizia BenvenutiMedico di Base - Ravenna - Via Berlinguer, 36

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed Epatologia

Interventistica in Humanitas

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalista

Allevamento “Delle Code Allegre” Fossalto - Campobasso

Dott. Renato CuteraResponsabile Unità di Bronco-Pneumologia

Ospedale Bambino Gesù - Roma

Prof. Antonino Di PietroMedico-Dermatologo - Presidente fondatore Isplad,

società internazionale di dermatologia plastica, rigenerativa e oncologica. Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis - Milano

Prof. Nicola SpecchioResponsabile di Epilessie rare e complesse

del Bambino Gesù di Roma

Dott.ssa Beatrice SalvioliGastroenterologa di Humanitas - Milano

Dott. Filippo OngaroProfessore presso l’Università di Bologna Medico Chirurgo -

Direttore scientifico di Medicina Rigenerativa e Antiaging (Ismerian) - Treviso

Prof. Giuseppe BarillaroDipartimento di Ingegneria dell’Informazione

dell’Università di Pisa

Dott. Alessandro RepiciResponsabile Endoscopia Digestiva - Humanitas Milano

Prof. Riccardo PolosaDirettore Centro di Ricerca del Danno da FumoDipartimento Medicina Clinica e Sperimentale

dell’Università di Catania [email protected]

Davide AcitoFondatore di Action Project Animal

Dott.ssa. Laide AntonioniPsicologa scpecializzata in terapia psicomotoriae Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico

presso Centro Psicopedagogico Dorantea Ravenna - Cell. 339.4950100

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. Gaetanino

Circ. San Gaetanino, 203/205 - Ravenna Tel. 0544.456328

Dott.ssa Lara CastagnettiOsteopata e Specialista in Medicina Fisica

e Riabilitativa di Humanitas

Dott. Pier Andrea Della CameraUrologo - Ospedale Careggi di Firenze

E-mail: [email protected]

Dott.ssa. Michela MancinelliBiologa Nutrizionista - Ravenna

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed Epatologia

Dott. Vincenzo TulloNeurologo e Responsabile dell’ambulatorio

sulle cefalee di Humanitas

Dott. Francesco PurrelloPresidente della Società Italiana di Diabetologia

Dott. Ennio DragoniSpecialista in urologia presso Policlinico S.Orsola Malpighi - Bologna

E-Mail: [email protected] - Tel Tel. 051.2142514

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]

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Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Stefania GoriPresidente Nazionale AIOMAssociazione Italiana di Oncologia Medica

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. GaetaninoCirc. San Gaetanino, 203/205Ravenna - Tel. 0544.456328Dott. Marco ContiSpecialista in Medicina Termalee Direttore Sanitario presso le Terme di CastrocaroDott. Antonio SpadoniSpecialista in Otorinolaringoiatriapresso le Terme di Castrocaro

Dott. Filippo CavalloIstituto di Biorobotica della scuola superiore Sant’Anna di Pisa

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]. Masimo VincenziDietologo e gastroenterologo - Faenza

Prof. Alessandro FiocchiResponsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

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