Barzelletta

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DENTAL CADMOS | 2013;81(3):113 | 113 Nella sala d’aspetto di uno studio odontoiatrico ci sono un egiziano, un’indiana e un italiano. I tre sono accomodati su poltrone ampie e comode, in un ambiente pulito e ordinato. Le luci e i colori sono rilassanti, così come la raffinata musica lounge. Alla reception un segretario mostra un sorriso disponibile (e bianchissimo). Nonostante l’ambiente accogliente, i tre manifestano segni d’inquietudine. L’egiziano, un uomo anziano che vive da trent’anni nel nostro Paese, bofonchia nella sua lingua madre. La donna si stropiccia nervosamente le mani che escono dal sari. Il trentenne di Lucca non smette di alzarsi dalla poltrona e risedersi. Non è però la proverbiale paura del dentista la causa di questi atteggiamenti. A osser- varne bene gli sguardi e soffermandosi sui gesti appare evidente che i tre sono in preda a una vera e propria rabbia. Anzi, sono furibondi. L’oggetto del loro (ri)sentimento è la titolare dello studio, che recentemente si è presa cura della loro salute. Lo ha fatto con grande attenzione: da ottima professionista qual è. A ciascuno di loro, dopo un’accura- ta diagnosi, ha illustrato il piano di trattamento che riteneva più adeguato e le eventuali alternative, discutendone benefici, costi e rischi e ottenendo un consenso solidamente informato. Le cure sono state eseguite con puntualità e rigore, senza imprevisti e nei tempi programmati, riuscendo a soddisfare le esigenze e le aspettative estetiche e funzionali dei pazienti. Anche il prezzo pagato è stato ritenuto più che onesto dai tre. Ma allora, che cosa è andato male? Leggendo la dettagliata relazione consegnata al termine del trattamento, l’anziano egi- ziano ha scoperto che dopo un’estrazione gli è stata inserita una spugnetta emostatica di origine suina, per lui inaccettabile perché è contro le prescrizioni della sua religione. Anche la collera della donna ha motivazioni simili, dal momento che nel corso di un intervento chirurgico è stato impiegato un sostituto osseo di origine bovina, animale per lei sacro. E il giovane italiano? Non ha religione, ma è animalista e vegano, e ha appreso che l’impianto che ha sostituito il suo dente è prodotto da un’azienda che testa i propri prodotti sugli animali. La dottoressa è chiusa nel suo studio, non sa come cavarsi da questo pasticcio e riflette sul fatto che svolgere al meglio questo mestiere non è una barzelletta. Buona lettura. Barzelletta Joke editoriale Giovanni Lodi Ricercatore Università degli Studi di Milano UCL Eastman Dental Institute [email protected] Gi iL di © 2013 LSWR Srl. Tutti i diritti riservati.

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DENTAL CADMOS | 2013;81(3):113 | 113

Nella sala d’aspetto di uno studio odontoiatrico ci sono un egiziano, un’indiana e un

italiano.

I tre sono accomodati su poltrone ampie e comode, in un ambiente pulito e ordinato.

Le luci e i colori sono rilassanti, così come la raffinata musica lounge. Alla reception

un segretario mostra un sorriso disponibile (e bianchissimo).

Nonostante l’ambiente accogliente, i tre manifestano segni d’inquietudine. L’egiziano,

un uomo anziano che vive da trent’anni nel nostro Paese, bofonchia nella sua lingua

madre. La donna si stropiccia nervosamente le mani che escono dal sari. Il trentenne

di Lucca non smette di alzarsi dalla poltrona e risedersi.

Non è però la proverbiale paura del dentista la causa di questi atteggiamenti. A osser-

varne bene gli sguardi e soffermandosi sui gesti appare evidente che i tre sono in preda

a una vera e propria rabbia. Anzi, sono furibondi. L’oggetto del loro (ri)sentimento è la

titolare dello studio, che recentemente si è presa cura della loro salute. Lo ha fatto con

grande attenzione: da ottima professionista qual è. A ciascuno di loro, dopo un’accura-

ta diagnosi, ha illustrato il piano di trattamento che riteneva più adeguato e le eventuali

alternative, discutendone benefici, costi e rischi e ottenendo un consenso solidamente

informato. Le cure sono state eseguite con puntualità e rigore, senza imprevisti e nei

tempi programmati, riuscendo a soddisfare le esigenze e le aspettative estetiche e

funzionali dei pazienti. Anche il prezzo pagato è stato ritenuto più che onesto dai tre.

Ma allora, che cosa è andato male?

Leggendo la dettagliata relazione consegnata al termine del trattamento, l’anziano egi-

ziano ha scoperto che dopo un’estrazione gli è stata inserita una spugnetta emostatica

di origine suina, per lui inaccettabile perché è contro le prescrizioni della sua religione.

Anche la collera della donna ha motivazioni simili, dal momento che nel corso di un

intervento chirurgico è stato impiegato un sostituto osseo di origine bovina, animale

per lei sacro. E il giovane italiano? Non ha religione, ma è animalista e vegano, e ha

appreso che l’impianto che ha sostituito il suo dente è prodotto da un’azienda che

testa i propri prodotti sugli animali.

La dottoressa è chiusa nel suo studio, non sa come cavarsi da questo pasticcio e

riflette sul fatto che svolgere al meglio questo mestiere non è una barzelletta.

Buona lettura.

BarzellettaJoke

editoriale

Giovanni Lodi

Ricercatore

Università degli Studi di Milano

UCL Eastman Dental Institute

[email protected]

Gi i L di

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