Athame n° 7 - Quaderni di Wicca e Stregoneria

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    J6elt"oe - -tith" 2004

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    Con un po' d i fa tica anclie stauolta ce fa66iam o fatta , siam o giunti a[ settim o num ero. C i scusiam on uovam en te p erir rita rd o co n cui uscia mo, m a d ovete ferm arvi a co nsid era re clie q uesto Iau oro tuttoIauoro "uoiontaria to ': clie facciam o con im menso piacere, m a clie ci costa fa tica , per cui [ofacciam onei tem po clie rubiam o ai nostri passatem pi, a lle nostre letture , a i nostri am ici, area nostra 'V ita in ge-n er e e a nc lie al n os tr o I ao or o . .. q ue C[oc lie c i d a e ffe tti'V am ente da viueret:M a [ungi da m e I'idea di im pietosirvi ... d iciam o clie inostri tem pi si sono pi uniform ati a llo Stan-d ard P aga n 'Iime, i[tem po standard pagano ... c i siam o rilassati un po '! :M entre ci rilassavam o in-ta nto a bb iam o te rm in ato i[co rso su iia UU ca deC nostro C irco[o a iJ3 erg am o,a 66 iam o d ato q ua [clie a p-puntam ento di incontro qua e W , a66iam o atteso a tutte [e questioni burocratiche, relazioni alla pro-vincia, bila nci e cose 'V a rie , c os e d a'V 'Veronoiosissime, a66iam o celebrato [o sposalizio di due am icliedeC (ircolo, jlrianna e 'Ierry, a cu i 'V ann o a nco ra tu tte [e m ie p i sincere feE icita zio ni, e p er foccasionea6 6ia mo istituito u n registro intern o d ella no stra a sso ciazion e in cu i registra re [e n ostre celebra zion ip u6 6E iclie e g Ei eo en tu ali m atrim on i fu tu ri. .. In tanto ci stiam o preparando per i[gra nde e'V ento diquest'esta te, Sacri P uoclii, organizzato da o/antli deC Pagan P nde V ay P roject, troverete tu tte [e no-tiz ie c lie 'V i servon o tra [e p ag in e sequ en ti, un a g ra nd e o ccasio ne p er in co ntra rci efare m agia insiem e;e infine, nei tem po clie ci rim aneva, con O ssian. e gE i a mci de[f jln ticaQ uercia , abbiam o com inciato ip rep arativ i p er u n a ltro g ra nd e, gra ndissim o co n'V egn o UU ca, orm ai giunto area sua terza edizione.Quest 'anno i{Con'Vegno diuenta "in tern azio na le" p erch avrem o com e o sp ite n ientem en o clie P liy{[isC urott clie star con noi per i d ue g io rn i d eC c o n'V eg no , a ssiem e a gE i altri p re qeuo iissim i o sp iti tu tti i-ta liani com e Laura 1{.angoni e W anna Ve jlnge{is, noncli Strega jlm anda clie si offerta di farsi in~tennstare dar sottoscritto e di suelarci un po ' dei m isteri e de{{e tradizioni clie lia ereditato dalla suafa mifJ{ia e d alia sua terra .Vn con 'V egn o clie q uest'a nn o avr piuttosto un risvolto pratico , grazie ai Iaboratori e ai gruppi di d i-sc ussio ne , u n'o cca sio ne p er sta re in sie me e p er p ra tica re fa 'V ia d e {{ a UUc a in sieme.Questo q ue {{o c l ie a 66 iamo p re pa ra to p er 'Voi... speriam o quindi di ritrouarci tu tti insiem e per questie'Venti!P rim a di lascia roi per 'Vi fascio questa volta un appuntam ento un po' p i preciso ... i{ p ro ssim o n u-m ero di A tham e uscir iprim i di settem 6re a m et strada tra Luqhnasad e :M a60n.jl p restoCronos

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    Anno 111-n7 V/2004Direttore editorialeDavide Marr (Cronos)

    RedazioneGabrio Andena (Gabriel)Daniele Tronco (Elaphe)Hanno collaboratoTaliesin (Mario Zausa)

    Circle of SandEowynXeniaFalco

    Foto in copertina:Donon - Alsazia(Cronos)

    Per informazioniTel:3401282118

    e-mail:[email protected]

    Stampato in propriopresso

    "Circolo dei Trivi"Via Medaglie d'Oro 19Casorate Sempione (VA)Tutti i diritti di propriet e il mar-chio Athame sono riservati a:

    Associazione"Circolo dei Trivi"CF 97334480155Atto CostitutivoReg. 10/12/2002W 7198 serie 3

    3 Uff icio Entrate MilanoSede LegaleVia Oxilia 13, 20127 - Milano

    Tel3481282118Athame un bollettino in-terno non a scopo di lucro.La distribuzione riservataa soci e simpatizzanti.Athame non si occupa n di raccolta,n di commento e di elaborazionecritica di notizie a ttua li, n cara tte-r izzato dal la tempestiv it di informa-zione diretta a sollecitare i cittadini.non ha per iodici t definita, n diret-to a l pubbli co, ma a soci e simpatiz-zanti dell'Associazione, pertantosecondo l'insegnamento costantedella Corte di Cassazione e ai sensidella legge sul l'ed itoria 47/1948 eseguenti, non pu essere consi-derato testata soggetta a regi-strazione.

    Il Gioco dello Spazio Paq 4Il Coven Difficile Pag 6Il Dono degli Dei Pag 9Liberi di Credere oCredenti nella Libert? Pag 11

    Pag 14 ~j:Il Cervo

    La Biblioteca della Stregapag 15

    Pag22 rpag24 .Pag 26 ~:!

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    Domanda e Risposta

    qqq Convegno Cl%tsionafeCWiccan""vaLLegaClR.ftRfcfV} campagna

    aLLawfcca rnoveRna""2 e 3Ottobre 2004

    CasteUodi ~ssaua

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    bC ;ioco de;L lo Sp~ioAlla ricerca dello Spazio Sacro

    Parliamo tanto di spazio sacro e di ere- corati a questa realt. Talvolta, ma nonazione dello spazio sacro, spessosenza sempre, lo propria stanza diventa unconoscere veramente ci di cui stiamo ancora su questo mondo che ci impedi-parlando. Una delle prime domande sce di rendere davvero sacro il nostroche ci dobbiamo porre se lo spazio luogo.sacro sia unluogo esteriore o una real- E'per questo che inalcune correnti del-t interiore, e lo prima risposta che ci lo Wicca si insistetanto sull'uscirefuoridobbiamo dare che lo spazio sacro nella natura, alla ricerca di unospaziopartecipa di tutte e due le dimensioni, e di un luogo. Oggi la Wicca ha sem-quella psichica e quella fisica. Inizial- pre di pi assuntouna dimensione cc-mente prevale questa seconda dimen- salinga... certo le obiezioni di chi hasione, mentre pi ci abituiamo a vivere paura ad inoltrarsi, magari di notte, inlo spazio sacroci rendiamo conto che luoghi isolati, sonoassolutamente lecite,la dimensionementale ad esserecarat- ma se siete in due o tre personealloraterizzante. possibile che possiate farvi coraggio.Ma procediamo conordine. Nella Wic- L'emozione e l'intensit che ci vengonoca, almeno nelle correnti originarie, lo regalate celebrando in un bosco o inspazio sacro il cerchio, cheviene de- una radura, sia notte o sia giorno, sonofinito "un luogo d'incontro di amore, impagabili e di un'intensit straordina-gioia e verlt, scudocontro ogni ingan- ria che non decisamente possibileno e molvcqlt: confine tra il mondo trovare nel proprio salotto di casa adegli uomini e i reami dei Potentlj pro- parte alcune rare eccezioni.tezione chepreservi e contenga il pote- Dobbiamo affermare anche che nonre". Esso quindi innanzitutto un luogo. siamo mai noi a trovare un luogo, Per luogo esteriore possiamo intendere piuttosto lui a trovare noi, a chiamarci,un posto o unospazio chesentiamoco- il luogo stesso che sceglie di ecco-me nostro, sentireun luogo comenostro, glierci e di rendersi accogliente pernon significa affatto che questo ci op- noi: quando questo accade non c' bl-partenga, significa piuttosto che noi sogno di spiegazione, perch sapreteapparteniamo a quel luogo. Per molti che accaduto. E' per questo chenondi noi, soprattutto per chi solitario, il luogo ad appartenere a noi, ma sia-facile identificare lo spazio sacro dove mo noi ad appartenere al luogo e allesi "attua" il lavoro magico nella pro- forze, agli "spiriti", che lo abitano. E'pria stanza o nel proprio studiolo. Esi- sempre bene tenere presente questostono una serie di buone ragioni per per nonfare grossolani errori, unluogoquesto: in uncerto sensolo spazio che e "coloro" che ci accolgono in questogoverniamo meglio, checi pi conge- luogo e checi consentonodi aprire unoniale, che ci concede pi privacy. E' il spazio chesar "veramente" sacro de-nostro luogo... e tuttavia questa perce- ve essere rispettato. La familiarit conzione di aver trovato un luogo "nostro" il luogo si fonda suquesto rispetto. lm- spesso un fondamentale errore; Le magino chesia unretaggio checi vienestanze dove viviamo ci rimandano con- dalle culture onlmlste, pensate a untinuamente al quotidiano, esse sono oggetto chevi caro, molto caro, nonnostre principalmente solo nella dimen- vi mai balenata l'idea che potessesione in cui trascorriamo la nostra vita esserevivo? Che sentissequalcosa, chein esse, in quanto nostre ci tengono on- "soffrisse" qualcosa? Tutto ci quoko-

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    di Cronos

    sa di pi di una semplice proiezionedella mente. E' anche lo sensibilit e-stetica chesi congiunge alla sensibilitaffettiva, per cui un libro diventa unricordo, undono, unmaestro o unmoni-le qualcosa di profondamente nostroche ci guida e ci aiuta. Siamo natural-menteben oltre la razionalit, ma sonosensazioni comunia tutti. Forsela mag-gior parte delle persone preferisceaccantonare queste sensazioni, farefinta di niente: amare il mondo, dareun ruolo alle cosechenon sia quello disemplici ouslll "tecnici" qualcosa dirischioso.La re-visione del mondo impli-ca ancheuna revisionedi noi stessi.Per lo spazio sacro il "sentire identi-co". Trovare un luogo che ci accoglie,che accoglie il nostro spazio sacro,questo implica sicuramente una re-visione, non solo del mondo che ci cir-conda, ma anche di noi stessi.Quandosentite questa sensazione di"accoglienza", sentite che il vostro piintimo essere che viene "accettato",quel luogo diventer e accoglier ilvostro Spazio Sacro che viene dellevostra dimensione interiore. Checosa infatti lo spazio sacro se non un luogodi serenit nel vostro mondo interiore?Esistonoper luoghi dove il vostro spa-zio sacro si pu manifestare meglio cheinaltri. Ladimensionesacra inquestomodo davvero tra i mondi. Essa amet strada tra il vostro mondo interio-re e il luogo che l'accoglie. E' una me-ravigliosa apertura chevi conduceallatrasformazione. Quando avete davve-ro trovato il luogo in cui il vostro Spa-zio Sacro pu manifestarsi, allora sco-prirete col tempo che qualunque luogopu diventare Spazio Sacro.All'interno di una dimensionedel gene-re scoprirete che la caratteristica prin-cipale di questo Spazio il gioco, que-sto il fondamento del rituale. Badate

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    di Taliesin

    l'individualismo nella Stregoneria ItalianaMa quanto difficile costituire unaCongrega regolare in Italia!Ho avuto modo di scoprire che mentrenegli U.S.A.costituire una Congrega diStreghe nonsembra presentare grossedifficolt, qui da noi sifatica a mettereinsiemegruppi la cui consistenzaecce-da i 3 - 4 membri. Negli anni trascorsida quando sonoentrato in contatto conquesta meravigliosa realt sia io chealtri checonoscopersonalmenteabbia-mo tentato di raggruppare un certonumero di "solitari", che per dipi in non poche occasioni ave-vano gi operato insieme, masono sorte ogni volta divergen-ze caratteriali tali da mandareinvariabilmente a monte il pro-getto.

    Credo che la radice del pro-blema vada ricercata in duedirezioni.La prima la differenza sostan-ziale tra il modo di vivere ame-ricano e il nostro: rispetto aglistatunitensi noi siamo molto piindividualisti, diamo maggiorpeso alle considerazioni di caratterepersonale senza tenere d'occhiol'obbiettivo comune;viceversa gli ame-ricani hannounsensodel collettivo mol-to p iu sviluppato, a scapitodell'individualit ma a vantaggio delrisultato da raggiungere.La seconda il fatto che la quasi tota-lit dei praticanti italiani comincianocome solitari e quando si incontranocon altri praticanti tendono a confron-tarsi su unpiano paritetico e sono restiiad accettare un leader del gruppo, dicui implicitamente dovrebbe riconosce-re la superiore conoscenzamagica o ilmaggiore carismapersonale.Cos assistiamoal fenomeno parados-sale di bravissimeStreghe (e Stregoni)

    italiane che, pur essendoa mio avvisomolto pi capaci, magicamente par-lando, delle consorelled'oltreatlantico, nonottengono risulta-ti all'altezza del loro talento per lamancanza di collaborazione nel rag-giungere l'unione delle energie pro-pria delle Congreghe ben affiatate. unvero sprecodi opportunit fanta-stichechenonsi concretizzano, spessoperch ci si arena su questioni di lanacaprina: si tende a dare fondamenta-

    le priorit alle sensazioni "a pelle",come si suoi dire, ovvero a giudicarele persone a prima vista e soventeincontrandole al di fuori del contestomagico vero e proprio, trascurando ilprecetto Wiccan "in perfetto amore eperfetta fiducia" dal quale si dovreb-be desumere che dentro il Cerchiotutte le divergenze si appianano, poi-ch se nella vita di tutti i giorni noimostriamo unaspetto, almeno in par-te, "costruito" ad usoe consumodegliestranei concui entriamo in contatto eche non rispecchia il nostro vero lo,quando entriamo nel NostroMondo cispogliamo di tutte le ipocrisie e la-sciamo libera lo nostra vera persona-

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    lit, lo quale, proprio in virt del no-stro appartenere alla Stregoneria, portata ad unatteggiamento di Amo-ree Fiduciaverso i nostri simili.Invece ancora di recente ho trovatounatteggiamento pi guardingo nellepersone facenti parte di gruppi diStreghe e Stregoni che frequento,gruppi cheancora unavolta sonolimi-tati a 3 o 4 partecipanti, piccoli cerchipiuttosto chiusi in loro stessi e abba-stanza diffidenti verso color che cer-

    cano di stabilire legami me-nochesuperficiali, arrivandoin alcuni casi a scoraggiarelo costituzione di Coven dimaggiori dimensioni con ilpretesto che "sono destinatia non durare e portano adiscussioni e liti anche fraamici".Personalmentenoncondividoaffatto questo punto di vista:le divergenze, quando cisono, sono facilmente supe-rabili conunpo' di buonse -so (di cui le Streghe dovreb-bero esserefornite a iosa) e

    di buona volont, anteponendol'obbiettivo comunea opinioni perso-nali chepoi, a ben vedere, differisco-no pi nella forma che nella sostan-za....

    Secondome un valido modo di pro-cedere sarebbe quello di attribuire loleadership del Coven ad unmembroeletto a maggioranza e, meglio anco-ra, alternare fra loro in questo ruolo imembri pi esperti stabilendo al mo-mento della costituzione della Con-grega lo durata della carica(ottimale unperiodo di unannomagi-COlO di un semestre, da Samhain aBeltone e viceversa) e stabilire un

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    modus operandi comunechesia accet-tato senzaproblemi da tutti i membri,magari adottando all'inizio i rituali diuntesto conosciutoed apprezzato datuttii fatta salva la possibilit in unsecondo tempo di elaborare un Librodelle Ombre della Congrega con ri-tuali nuovi e personalizzati, ancheperch operando insiemesi focalizza-nomeglio i desideri comuni per quan-to concerne il metodo da seguire.Dopo di che il legame a livello menta-le si consoliderebbe molto adottandounaveste cerimoniale uguale per tuttii partecipanti, cosa questa che elimi-nerebbe la parvenza di "diversit"chepu costituire ostacolo all'agire insintonia.Ovviamente ci non significa annulla-re le personalit indivi-duali, che anzi sono patri-monio inestimabile, masoltanto arrivare a fon-derie insiemearricchendo-

    Congrega bene assortita e bene affia-tata di creare incantesimi portentosi epreziosi per il bene comune, non solodei membri stessima anchedi altri chesi trovino in situazioni talmente dispera-te che solo un Cono di Potere forte eaccuratamente diretto possa aiutarli inmodo efficace (chi ha letto Il Sentierodella Dea di P.Curott saa cosami rife-risco... )Occorre per, per raggiungere risultatidi tale portata, abbandonare la men-talit del "proprio orticello" e unire leforze per coltivare uncampo pi vasto,anche perch ci non impedirebbe co-munque di operare a modo proprioquando si al di fuori del gruppo enon sarebbe di ostacolo alla ricercapersonale di ognuno, ma anzi offrireb-

    be il modo di contare sull'aiuto deglialtri per superare determinati ostacolisul percorsodella nostraCrescitaMa-gica personale che altrimenti potreb-bero metterci indifficolt!

    Non posso quindi che esortare leStreghe e gli Stregoni italiani a met-tere da parte i particolarismi e faredel proprio meglio per formare Con-greghe forti e unite, senza timore di"perdersi" nell'insieme ma anzi colproposito di ritrovarsi in unMondo dipersone eccezionali quali noi Wiccansappiamo di essere!Oltretutto questo sarebbe un ottimosistema per mostrare agli "altri" chenonsiamo n pochi n tanto menode-boli comequalcunosi compiaceanco-

    ra di crederci: invari paesi iWiccan hanno ottenuto ri--spetto e riconoscimento alivello ufficiale proprio per-ch hanno fatto fronte comu-ne...

    scando unprocessodi ma-turazione, collettiva oltreche individuale, sul pianomagico.Dobbiamo tenere contoche le facolt dei singoli,all'interno di un Coven,nonsi sommanotra loro inmodo meramente aritmeti-co ma si moltiplicano inmodo esponenziale, po-tenziandosi a livelli incre-dibili!Questo permette a una*****~*~~~~~~~~~~~~~~~~*~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    " ' L ~ .~?' b.w;s(ro fflO.nut; a WJ4J splil;:zolipt;r(o .Pt;~(o siamo $t;mp~t; /J .lltt .n"ct;~lidJ .' t "~ : E - .Pt;~$O.2Jt;ht; libbJb.moCflltllO$1idli dirt; $alUl M"cli. ~ : E -~ : E - .S't;$t;i m(({.rt;$$Ii(oli dirt; .lli (ali O.z;(Ii(t;!:ti! ~ : E -~k ~.!.'.' '.',., [email protected] ~.!.?' '.'~ .~ ~ .~'.' 't'~.!. Telefono ~.!.~:; 3401282118 ~:~?' '.'*~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~*~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

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    gnare o muovere qualche passo didanza .. ma non tutti sono Leonardoo Rudolf Nureyev!! Vi una grandedifferenza fra il "riprodurre" eil "creare" un incanto ...Riprodurre? ha ha ha! Essendocomunque convinto che vi sonocose, luoghi e azioni intrinseca-mente magiche e che l'Universo sibasi suun equilibrio dinamico enon statico di energie, chiunquesi appresti ad operare magica-mente otterr un risultato comm-surato al grado della volontesercitata. Ci comprende anchelo studio ed il sapere appreso.Detto ci qualsiasi atto magicopotr produrre un risultato cheva da un banale fruscio, del tuttoirrilevante ma diverso dal nulla,a qualche tipo di guaio pi omeno rilevante e rilevabile, alsuccessodell'operazione.Non lo magia che individua laStrega, lo magia praticataanche dai Maghi cerimonia listi eda altri, ma (e spero che suquesto siamo tutti d'accordo)questo non fa di loro delle Stre-ghe!Parole sante!!Sicuramente l'esercizio e lo di-sciplina sono fondamentali nellamagia, ma non solo studiandoo facendo esercizi di meditazione evisualizzazione che si diventa Streghe

    Non condivido quelle nostre screlle cherinunciano/trascurano la pratica inno-me del mero studio e dell'alta culturamagica. A mio modesto parere la ma-gia, ed indispensabilmente la suaprati-ca, sono mezzi di conoscenza non solodi noi stessima dell'Universo.Qui ti volevo! qui che entra ingioco il fattore "mistico"!La concezione di Divinit immanente uno dei fondamenti della Wicca, ilDivino non "nell'alto dei cieli" mabens IN TUTTIE TUTTO. Ogni cosa hauna parte di Divino, possiede un suospirito.L'Universo di cui facciamo parte vive

    CON noi e non PERnoi.. .lo direi che la Strega colei (o colui)che opera lo magia INSIEMEagli Dei e

    agli spiriti degli elementi, non certo chicerca di "comandarli a bacchetta" ocerca di relegare ogni entit ad un uni-co, singolo ruolo.Per di pi scelto dall'operatore in que-stione.Pi di una persona ha obiettato, argo-mentando con termini propridell'ermetismo, che porre a paragone la"via umida" e la "via secca" inutile inquanto entrambe tendono ad un unicofine ed estremamente ovvio in quantoognuna delle due si fa delatricedell'altra.Saremmo di parte?Ovvio che s!Ci piace pensare che se una strega convinta che il Divino sia in ogni cosa perch lo sente "sulla propria pelle" e

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    non per una concezione astratta. Taleconvinzione implica un vivere lo ma-gia integrando lo propria umanit

    con lo divinit e compiendoopere che non tutti possono.O meglio, sorella mia, che sipotrebbero compiere a costi econ mezzi assolutamente diversi.. coercizione, possessione ...Diciamo che Strega chi rie-sce ad abbandonarsi total-mente al Potere divino, masenza perdere lo propria inte-grit/identit operando CONesso, non "comandandolo" o"facendosi comandare", maINTERAGENDO in sintonia conil Divino, per realizzareun'intenzione.Nel Cerchio in perfetta fiduciae perfetto amore, non soltantotra i congrega ti ma anche eprima di tutto con le Divinit.La Strega, come lo Sciamano,CREDEnelle forze della naturaperch le VEDE, le SENTE, leVIVE e si CONNETTE con esse!Questo, secondo me, vuoi direessere "toccati dagli Dei", nelsenso pi ampio del termineed un Dono che non tutt i han-no.Sembra che negli ultimi decennisempre pi persone stiano ac-

    quisendo un certo qual tipo di consape- '"volezza della Divinit nel mondo ...La speranza l 'ultima a morire!Certamente per il sottoscritto, chesfruttando una delle frasi pi abusate ebuoniste, convinto che "le differenzeci arricchiscono".Una societ di pari diritti ... questal'ho gi sentita!Non possiamo altro che aspettare masoprattutto vivere.Benedizioni

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    Riflettendo su vocazione e libero arbitriodi Elaphe

    Una delle caratteristiche che vengono Wicca: questa viene vissuta, o forsespessotrovate nella Wicca, da chi vi si sfiorata, comeunastrana forma di spi-accosta e da chi lo pratica, lo libert ritualit dolce-amara(2), incentrata suchequestaconsentea chi lo segue. Non se stessi, incatenata nella singola, oci sono dogmi, non ci sono restrizioni, collettiva, interiorit e ad essa ridottatutto si riconduce, o si ricondurrebbe, da interpretazioni semplicisticamentead un semplice meccanicismoin fondo psicologiche. Certo, in tal senso lo li-non dissimile dall'agnosticismo new bert pressochassolutae le normeage. Ma, come Ronald Hutton scrisse, etiche che, eventualmente e solo even-"La Wicca lo religione perfetta per tualmente, ci si potrebbe sentir tentatiun deista agnostico, ma non richiede di seguire non differiscono da quellecerto di esserlo per essereapprezzata"( 1). E, aggiungoio che sono assolutamente diparte e non sono unantropo-logo come Mr. Hutton, certa-mente chi agnostico lo viveben diversamente da chi nonlo . vero, innegabilmente, cheuna larga fetta dei praticantiWiccan, e nonsolo italiani daisussurri colti nel web e nelleoccasioni di ritrovo, ben siritroverebbe in uncontesto di"potenziale umano", ossia inuna visione in fondo priva, inquanto non necessari, di con-cetti di "Dei", "Sacro" o"Religione", ove questi vengo-no piuttosto percepiti come"ilDivino", "Sacralit" e "Spiritualit". chepotremmo facilmente inglobare nelChesia il rifiuto di una religione anche fatidico e decantato "buon senso". Ilsolo in minima parte regolamentata o, bene ed il male vengono definiti, edpiuttosto, determinata; che sia sempli- anche in modo piuttosto netto, nono-cemente l'incapacit o lo non volont stante le apparenze e le intenzioni. La(se possibile, cosa di cui dubito forte- Magia stessa si annacqua divenendomente) di vivere ci cheinuna religione una sorta di (legittimo, ammirevole edrivelata si potrebbe definire conlo pa- a suo modo invidiabilmente pieno dirola Fede e che in una visione neopa- meraviglia) misticismovibrante nell'ariagana assumeconnotazioni del tutto dif- che ci circonda e nelle nostre vite. Ilferenti. Fatto sta che lo Religione, il divino (mi si conceda il minuscolo) inMistero, spesso non vengono neppure noi, le rappresentazioni che vengonolontanamente associati all' esperienza utilizzate non sono che un sistema sim-

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    bolico per venire a contatto con le pro-fondit del nostro essere, strumentiprettamente psicologici che mirano afar crescere in noi una divinit che didivino non possiede poi molto, ma sostanzialmente uno stadio umanissimonella propria pretesamagica superiori-t.Tuttoci viene considerato da chi scri-ve, e rileggendo quanto sopra mi ren-do conto che potrebbe esseredifficile

    da accettare, come as-solutamente meritevole.Nulla di ci assumeunaqualunque valenza ne-gativa di per s, se non(e ci vale per qualun-que via spirituale, infondo) per il rischio diassolutizzazione di ciche non pu che essereun'esperienza del tuttopersonale e della qualenon possibile ritrovarein chi ci circonda altro' .che un rispecchiamento,c e r t o n o nun'identificazione.

    Ma per chi crede (sa)chegli Dei esistono?For-

    ze reali, dotate di intelligenza e pro-positi, non lo grande indistinta paludeluminosa in cui attendiamo tutti di dis-solverci. Coloro che credono (sanno)che ben lungi dall'essere (soltanto)un"aspetto", una "allegoria", un"Simbolo", il Divino una realt e nonunmodo di interpretare lo stessa.Chinon pu utilizzare il termine" credere",ma (inmancanzadi termini menoincor-retti) "sa" e "sente" il guizzo divino ins e nel mondo. Ingenui tenuti lontanidalla meta reale, lo scoperta del pro-

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    prio potenziale, dalle gramaglie diun'educazione innocente e superstizio-sa~Puessere.Curiosamente, la perce-zione dell' elitariet dell' esperienzavissuta si insinua,dalla visione newage(in cui carattere essenzialesebbenepoco percepito e pudicamente taciuto)della divina realt di cui dicevo, inprofondit anchefra le reti della real-t divina, ed proprio inquestosofficenido che si schiudono i miei dubbi ri-guardo alla libert. Dubbi non legati,neppure lontanamente, a concetti comequelli di dogma o di ortodossia; do-mande che non si pu evitaredi porgersi nel momento in cuici si sente parte (o meglio,partecipanti) di una realt su-periore sebbene compresa inquella cosmica. Nel momentoin cui gli Dei sono parte, lo sivoglia o menoquotidiana, del-la nostra vita, ha sensoparla-re di libert~ Non vi rinuncia-mo forse per inseguire unqualche (pi o meno definito)fatalismo~ Nonci troviamo for-se in una condizione tale davoler cercare a tutti i costi unamotivazione esterna e preferi-bilmente incontrollabile per leproprie, umane, tribolazioni esoprattutto monccnze Siamoinsomma tanto distanti nellanostra illuminata globalizza-zione religiosa dal borghesealtorinascimentale che non punon indicare nell'"altro", pre-feribilmente diverso o incon-trollabile (Dio, il diavolo,l'ebreo, la strega) la causaprima dei propri travagli~In altre parole: si pu avereuna visione religiosa della realt este-riore, ed interiore, senza che il sacrovischiodiventi pania per i penslerl?

    "modi di essere della Divinit", per ge- Un'impostazione di questo tipo, con unneralizzare il discorso) ben raramente si Creatore necessariamente perfetto inpone. Viene spessoasserito che la fede contrasto con la terrena fallacit, con-sia undono, meraviglioso e terribile, che tiene ins il paradosso del libero arbi-non ci dato di rifiutare. Va da s che trio: essendoDio eterno, ed onnisciente,questo pericoloso regalo nonha ins che cheposto ha nella mia vita la capacitil germe della comprensionedella struttu- di decidere outonomcmentera intima dell'Universo (o meglio, la per- L'immagine dantesca, chepone il Crea-cezione del fatto che l'Universo ha una tore quale osservatore consapevole estruttura e che a questa ci si pu avvici- gi certo del sentiero cheprenderannonare sia nelle profondit dei cieli sia ne- le scelte di ognuno, e non intervienegli abissi del nostro animo). Da questa sulle stessese non a livello di giudizio,sollecitazione a cui ci si pu abituare, rimane molto forte. Ma quell'Alberocome ad una musica di sottofondo della conoscenzadel bene e del male,

    che l'ebraico Jahveh pose aconfine del lecito e del nonlecito (emblematico, forse, ilfatto che questo concetto pa-re essereantecedente in que-sta allegoria a quello di benee di male, appunto: la morali-t ampiamente antepostaall'etica personale) pu ancheessere interpretato in mododrasticamente differente.Nella partecipazione diretta,non mediata che dalle nostrestesse capacit percettive,dell'abbraccio Divino, ci ren-diamo conto che quella sim-bolica mela dolceamara ve-ramente ci ha "aperto gli oc-chi", e che la conoscenzadicui siamo, grazie agli Dei,dotati ci pone effettivamentein una posizionedi particolareresponsabilit verso noi stessie verso il mondo in cui vivia-mo. Tutto ci in quanto esseriumani... Ma in quanto Stre-ghe~ Nel momento in cui gliDei vengono percepiti col cor-po e con lo spirito, quando ci

    (l'armonia delle sfere~), ma da cui nonci sentiamo di essere loro prediletti, esi pu sottrarre, la via che si snoder talora (o sempre) loro tramite... lachiaramente legata all'educazione ed volont individuale, i desideri di ognu-all'ambiente incui ci si ritrova a crescere no di noi, che posto hanno in una pro-e vivere. Tuttoci vale anche per le reli- spettiva cos sconvolgente e totalizzan-gioni cosiddette "rivelate", che cio si te~basano sudi uncorpusdi Scritture (ocor- Mi rendo conto di muovermi su unsen-rispondenti) e che spesso sostengono, tiero insidioso, qui, nel sostenerechenelperlomeno quelle con cui per noi pi momento in cui ci troviamo ad esserefacile venire incontatto, una netta distin- Sacerdoti, e qui l'essere iniziati al pri-zione fra il Creante ed il .creoto. mood al terzo grado di alcunchcome

    Il problema va ovviamente vistoda unadiversa prospettiva per poter essereinterpretato con qualsivoglia coerenza.Qualunque sia la ritualistica e la formamentisconcuisi esprimono, la scelta frail credere o il non credere in determi-nati principi religiosi (in determinati

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    viene ordinato sacerdote, pastore ochealtro, o tale si sente). Per parafra-sare l'efficace espressione(anchese lenecessarie specifiche sfaldano lo suasintetica linearit): servi Deorum Dea-rumque... La frattura, meno sottile diquanto nonpossaapparire, fra lo con-dizione del sacerdote pagano e quelladei pescatori di uomini, sta nel sottilemisticismoche necessariamente perva-de una visione immanentisticadell' esistenza e nella funzione stessadel sacerdote.Nelle religioni in cui lo Parola di Dionon viene rivelata e soprattutto codifi-cata attraverso l'uomo, lo Wicca fra lealtre, ma al contrario lo divinit stes-sa a rapportarsi conchi lo cerca (oan-che con chi ne avrebbe fatto volentieria meno) inmodo pi o menodiretto, loparola Fede, comesottintesopi sopra,assumeunsignificato molto pi sfumato,non perdendo nulla della sua limpidez-za cristallino. Se possiamo infatti direchenel fulcro stessodella fede di ognicredente (sempre inmancanzadi termi-ni migliori) vi unnucleoadamantino dicertezza, magari appannato dal dub-bio mamai infranto, allo stessomodo sipotrebbe dire chequella stessafede unfertile terreno perch il contatto congli Dei possa radicarsi e sbocciare, npossiamo ignorare la potenziale cata-lizzazione e galvanizzazione che que-sta dona alla pratica.Sarebbe quindi poco accurato distin-guere fra lo Fede, poniamo, Cristiana,e lo Certezza Pagana, inquanto ripro-porremmo, se mi concessalo cadutadi registro, lo sempiterna domandasull'uovo e lo gallina (3). Se, per, nelmondo chemi circonda nonvedessi cheun'immagine distorto del Creatore, al-lora il contatto con Questo pu a buondiritto rimanere codificato in una ceri-monia eucaristica mediata; se invece ilmondo che mi circonda in qualchemodo lo Divinit stessa, ne consegueche noi vi veniamo a contatto continua-mente, fuori o dentro di noi. Abbraccia-re una "chiamata" non significa quindidivenire mediatori di questa realt,non essendovene alcuna necessit, masottoporsi al volere degli Dei (e nondi

    una qualsivoglia chiesa o Chiesa) dive-nendo un ricamo nell'arazzo che Questitessono. Possiamoscegliere di divenireparte di quella trama, ma non cosa visar rappresentato. Gli intrecci divinisono per noi misteriosi, e nonsempre es-serne parte offre unpunto di vista privi-legiato.Il dubbio quindi rimane: una vera scel-ta? Non siamo piuttosto, gentilmente obruscamente,attirati dagli Dei attraversol'estasi della loro esistenza che noi lo sivoglia o no?Per molti pare esserecos.Tante Streghesi sono ritrovate a percorrere vie che,tortuosamente, le hanno riportate ad unaChiamata da loro un tempo rifuggita oignorata. Si sentespessodire cheWiccan"lo si sempre stati senza soperlo" ...Ma altrettanto spessosi ha lo sensazionedi nonaver trovato da soli lo via "di ca-sa", di esservi stati sospinti o piuttostoattirati (dal suonodi una siringa, forse, oda untambureggiare ritmato, o ancorada un accordo d'arpa). E , ancora, peralcuni tale scoperta di se stessi stataunavera e propria violenza... Sentieri divita, ad esempio, che serpeggiando ciportano non alla meta da noi prefissatama in tutt'altra direzione; ma ancheveree proprie bastonate (morali, materiali oanche fisiche) chegiungono nel momentomeno (o "pi") indicato. Le ripercussionidella Chiamata nella nostra vita possonoesseremolto forti, senonaltro per quan-to riguarda lo propria consapevolezza.Possiamodirci liberi nel momento in cuisiamo consci di essere, nel nostro piccolopi o menoallargato, il fulcro di una le-va che tocca in qualche modo il cuorepulsantedell'universo?Certamente, equesta forsein assoluto ladifficolt mag-giore, non pos-siamo pi finge-re di non sape-re. Non possia-mo incolpare unmaligno dellenostre disgra-zie, n unavolta

    che si sia vissuta lo comunione con ilDivino possibile rifugiarsi in unpalu-doso agnosticismo. La Strega, anchesenza averne coscienza, ha imboccatoper esseretale (divenendolo o consa-crandocisi a seconda delle opinionipersonali) un cammino senza ritorno;rendersi contoche le proprie esperien-ze precedenti nonhannofatto altro chepreparare il terreno (bonificando lonostra percezione? Nutrendo il nostropensiero critico?Affilando unsano cini-smo?)alla comunionedegli Dei, o alme-no alla loro sensazione, pu anchenonessereuna"sorpresa" piacevole."Beata l'ignoranza", si suoi dire: quan-to spessoil sapiente ha in passato invi-diato l'ignaro? La perdizionedell'estasi, le catene della responsabili-t, il brivido del potere non sono pesifacili da portare, nel nostro intimo co- -menella vita di relazione.Ma chi, fra coloro chehanno morso lamela, tornerebbe indietro?

    (1) R. Hutton: The Triumph of the Moon(cit.)

    (2) Pi spesso che no, per di pi, do/ce-dolce ...

    (3) CheDean R.Koontz risolse,proba-bilmente non per primo, asserendo chelo prima gallina era arrivata conden-tro il primo uovo. Opinione salomonicache mi pare ben adatta anche allaquestione presente.

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    Suo simbolismo e sacralit di Xenia

    Dimmi buon signore/ che siedi cos quie-to/Io fine del tuo viaggio/che cosa ciport?/Le teste maculote di feroci tigri/per fartene tappeto le loro pelli?/Sullecolline, /tra il quarto e il quinto mese,/io, per cacciare, /da solo mene andai ./E fu cos che, col cuore in gola, /un ag-guato al daino io tendevo, /ed invecevenne il cervo/che, davanti a me, si fer-m. / "Piango il mio destino: fio prestomorir/ ed in dono allora/ a te io offri-r/queste ampie corna, /mio buon si-gnore, /dalle mie orecchie/ tu potraibere, / un chiaro specchio/sar per te ilmio occhio, /con il mio pelo/pennelli tifarai, / e selo mia carne cibo ti sar, /lo mia pelle ti riscalder/ e sar il miofegato/ che coraggio ti dar. / E cossar, buon signore, / che il corpo deltuo vecchio servo/ sette volte dar frut-to, /sette volte fiorir".( "Il dono del cervo", di Angelo Bran-duardi)

    Questa bellissima canzone, trattadall'album Alla fiera dell'est del gran-de cantautore-menestrello italiano, gici fa intuire come, sia in tempi lontaniper i culti pagani, sia pi recentemente,anche con l'arrivo del Cristianesimo,fino ad oggi, il cervo abbia incuriositoe affascinato l'uomo per la sua graziaregale, ma non solo, tanto da renderlounodei simboli pi importanti del colle-gamento tra umanit, natura e divinit.Soprattutto, gi ci aiuta ad introdurrela 'sua forte connessionecon l'idea delsacrificio rituale.Cominciamo quindi a cercare di capirecome sia stata intesa nel tempo la figu-ra di questo elegante signore del bo-sco partendo primadall'Interpretazione chese ne dava nelmondo classico e poi in ambiente cel-tico, fino poi a giungere in epoca cri-stiana e nelle culture al di fuori di quel-la occidentale-europea.

    All e o ri gi nila propria partenza per Troia e placa-re la Dea - viene sostituita dalla stessaArtemide all'ultimo momento con uncervo, la Dea si porta cosvia Ifigeniaportandola sana e salva inTauride do-ve diviene sacerdotessa della Dea(almeno in unaversione).Arriviamo quindi ai Celti: nel loro mon-do mitologico, il cervo visto come il"toro delle fate", unintermediario frail mondo degli Dei e quello umano. Larappresentazione maggiore di questoconcetto il Dio Kernunnos,signore de-gli animali, del boscoe Dio - sciamano.A questo punto conviene fermarsi perapprofondire proprio l'aspetto ritualee sciamanico del cervo presso le popo-lazioni celtiche e nordiche.Come ci spiega RiccardoTaraglio ne Ilvischio e lo quercia, il cervo unodeglianimali pi importanti di questa cultura;era considerato " un essere spiritualeappartenente alla Dea Madre ed eraassociato ad un culto della fertilit piterreno che celeste, anche senel suosim-bolismo non mancano elementi solari. I

    Nelle culture antiche, il cervo maschio(poi parleremo anche della cerva) hasempre avuto un ruolo rilevante. Sem-bra che gi nell'arte delle cavernedell' era glaciale costituissecon animalicome il toro, il bue, il cavallo unsistemadi tipo dualistico mitico - cosmololco, isuoi palchi di corna, che si rinnovanoperiodicamente e che lo fanno somi-gliare ad un albero (per cui rendonosimile lui stesso all'albero del mondo),lo rendevano unsimbolo forte di vita -morte - rinascita, tanto vero che sepensiamo alla mitologia antico-nordica,accanto all'Yggdrasil, il mitico frassino,vi sono quattro cervi chesi nutrono deisuoi rami: ne mangiano i boccioli cherappresentano le ore, i fiori che rap-presentano i giorni e i rami cherappre-sentano le stagioni.Sempre le corna facevano pensare alSole, ai suoi raggi. Inoltre, semprenell'antichit, era considerato ungran-de nemico dei serpenti vele-nosi: la sua pelle era un a-muleto contro i morsi di ser-pente e la polvere delle suecorna si riteneva che difen-desse le sementi dai sortile-gi.Pressoi greci, sappiamo be-ne che il cervo appare invari episodi dei miti: pensia-mo alla dea Artemide(Diana per i Romani) chepu-n Atteone per averla vistanuda al bagno, trasforman-dolo proprio in cervo e fa-cendolo sbranare dai propricani. Cos, nel racconto diIfigenia, la ragazza - cheavrebbe dovuto esseresacri-ficata agli Dei dal padreAgamennone per propizia re

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    ristiche pi tenute in considerazione per- degli di e quello degli uomini e questach, rinnovandosi periodicamente, lo loro particolare funzione li rese accompa-rendevano il simbolo della vita che rin- gnatori delle anime dei defunti versogiovanisce di continuo, della rinascita e l'Altromondo ( come la renna e il capri 0-del corsodel tempo (... ) Vita - morte - lo). /I cervo in questo ruolo quindi asso-rinascita erano il ciclo della vegetazione, ciato a Samhain (... ). /I cervo maschio erail Canto della vita che faceva del cervo e simbolo di rapidit, prestanza, agilit edelle sue corna un potente simbolo di vigore e nella sua figura di maschio com-speranza, di longevit e abbondanza, battente, il capo branco e solitario corri-un'importante figura dell'aspetto divino dore rappresentava il guerriero, il capodella natura (Cernunnos) che, pur ap- clan o il cavaliere solitario ( ... ). I/Iegamepartenendo al regno animale, viveva un del cervo con la spiritualit e la sacralitfenomeno vegetale. I Celti, perci, usa- della Vita ben testimoniato dalla storiavano molti talismani in corno di cervo di Tuan Mac Cairell, quando narraper evocare le qualit dell'animale e la dell'episodio in cui egli divenne cervo alsua pelle e i suoi palchi venivano adotta- giungere in Irlanda della stirpe di Nemedti come ornamenti e indumenti rituali. il cui nome contiene la radice celtica(.)". Tutto questo" ne faceva un de- "nem","sacro". Inoltre, presso i Celti, pergno rappresentante della Vita interpre- tradizione ogni anno venivano scelti untata come divinit e del rinnovo della fanciullo ed una fanciulla per essere i-natura, incarnata spessosotto le figure struiti nel ruolo del Giovane Cervo e del-di deee di. /I cervo, infatti, era abbina- le Regina di Maggio; il loro momentoto alla figura del Dio Cernunnos, uno dei arrivava a 14 anni: il giovane dovevapi antichi di celtici che sembra essere correre con il Cervo dominante e vincer-stato gi invocato dalle popolazioni eu- lo, per poi tornare dalla ragazza e unirsiropee del mesolitico e del neolitico, dio a lei durante la festa di Beltane per pro-che la tradizione cristiana utilizz per piziare fertilit alla terra e al villaggio.forgiare l'immagine del diavolo. Cermn- Ma torniamo a Taraglio: "1/ cervo pre-nos ha palchi di cervo che gli svettano sente nel primo verso della Canzone disul capo e tiene in mano un torque sim- Amergin, ritenuta un poema in grado dibolo di regalit. Nella tradizione celtica evocare stati di coscienza modificati in chii cervi erano detti ( ... ) anche"bestiame lo recita in una certa cadenza e intensitdella dea" e la stessa definizione di emotiva.""bestiame di Flidais" veniva data ai cervi Eccoqui di seguito la prima parte delche trainavano il carro della dea e le testo de La canzone di Amergin ( trattocorrevano attorno. I cervi erano perci da La dea bianca di Graves ) chesembraconsiderati gli intermediari fra il mondo sia stata cantata dal capo bardo degli

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    invasori mllesi quando arriv in Irlandanel 1268 a.c., testo di cui nonabbiamol'originale in goidelico ma solo la tra-duzione in irlandese corrente. Sembrafosse uninnomolto diffuso e checi dicegi molto sull'idea sciamanica delle"trasformazioni" in animali totem e al-tre forme naturali di cui parleremo piavanti ( n.b.: ho eliminato le glossedaltesto ):

    Dio parla e dice:

    lo sono un vento del mare,j io sonoun'onda del mare,jio sonounsuonodelmare, fio sono un toro dalle sette lot-te, / opp.: lo sono uncervo dai settepalchi, fio sono ungrifone su una sco-gliera, /opp.: io sono un falco su unascogliera, fio sono una lacrima del so-Ie, / losono bello tra i fiori, fio sonouncinghiale, fio sono un salmone in unapozza, fio sono un lago in una pianu-ra, fio sono uncolle di poesia,/io sonouna lancia che d battaglia, fio sonoundio che forma fuoco per una testa/opp.: io sono un dio che forma fumodal fuoco sacro per unatesta.(... )( seguono cinque domande, quasi unindovinello, e la chiosadel druido )

    Robert Graves, semprenel testoLa DeaBianca, fa proprio notare la frase incuisi citano i palchi del cervo e da qui po-ne il punto di partenza per la rifle;sio-ne sull'importanza del culto del cervo ela sua connessionecon altre divinit eanimali cornuti creduti sacrinell'antichit:

    "Il fatto che il primo verso della Canzo-ne di Amergin contempli le due varianti"cervo dai sette palchi" e "toro dallesette lotte" suggerisce che nell'Et delBronzo in Irlanda, come in Grecia e aCreta, questi due animali fossero sacrialla Grande Dea. Nella Creta minoicail toro si impose come Minotauro,"Minosse - toro", ma c'era anche unMinelaphos, "Minosse - cervo" , chefigurava nel culto della Dea - LunaBri-tomarte, e persino unculto di Minotra-gos, "Minosse - capro" Il cervo eral'animale regale dei Danai irlandesi,

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    come indicano le corno a palco rinve-nutenelle sepolture di New Grange , ecompare in numerosi miti: un episodiodella Razzia dello Mandria di Cuail-nge, chefa parte della saga di Cuchu-lonn, mostra l'esistenzadi una gilda disacerdoti del cervo chiamati "le leggia-dre arpe di buon auspicio" che avevasede ad Assaroenel Donegal."Poi Graves cito il mito diNiamh e Oisin (o Ossian):"Oisin ero figlio dello dea -cervo Sadb e allo fine dellosuo vito, quando mont su ldestriero fatato di Niamhdallo Chioma d'oro e accom-pagnato dai lamenti dei Fe-niani giunse a/l'isola-paradiso, gli apparve unovisione: un cerbiatto senza

    del Minelaphos cretese: lo dimostrano lepitture paleolitiche delle grotte di Alta-miro in Spagna e dello "grotta dei trefratell i" nel dipartimento dell'Arige neiPirenei francesi, databili almeno 0 1 2-0.000 a.c. Le pitture di Altamira sonoopero di Aurignaciani che hanno lasciatotraccio dei loro riti anche nelle cavernedi Domboshawa e nelle Rodesia meridio-

    nale. A Domboshawa undipinto "boscimano" rap-presenta, tra altre figureu lo morte di un re che in-dossa uno maschera di an-tilope e ha il busto racchiu-

    bagnandosi nudo in uno fonte sacra e poisi sceglie un nuovo amante. Lo Garbh Oghirlandese, con lo suo muto di segugi, erolo stesso dea e si cibava di lotte di selvag-gina e petti di aquila( ... )."L'autore, facendo collegamenti contradi-zioni simili, aggiunge: "Uno figurino sordodell'et del bronzo mostra un uomo-cervocon corna che assomigliano o foglie di

    corna inseguito sulle acquedel more dai bianchi segugiinfernali dalle orecchie rosse.1 / cerbiatto ero Oisin stesso.Un paral/elo o questo episo-dio si trovo nel Romanzo diPwyll, principe di Dyfed:Pwyll va o coccio e si imbat-te in Arawn re di Annwm (n.d. Xenia: l'altromondo),che cavalco un destriero pal-lido e sto cacciando un cervocon i suoi coni bianchi dalleorecchie rosse. In segno diriconoscenza per lo cortesiadimostratagli, Arawn, purmondando Pwyll ad Annwm( perch il cervo in realtl'anima di Pwyll ), gli conce-de di regnarvi in vece sua. Ilromanzo di Math figlio di Mathownyoffre un terzo parollelo: Llew Llaw, incompagnia della traditrice Blodeuwedd,vede un cervo braccato e ucciso: lo suoanimo, e poco dopo egli viene messo omorte dall'amante di lei Gronw Pebyr."

    A questo punto, Graves parlo del de-stinodel re cervo: " Il foto del re dallecorno di cervo (... ) espressodall'antico mito di Atteone (... ).L'uccisione di Atteone avviene durantel'anodos o apparizione annuale dellodea, che rinnovo lo proprio verginit

    ~S.~

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    .~--..,. .".~

    so in un corsetto". Nel mo-rire, racconto Graves, il refecondo la terra dallaquale nasce del granoiaccanto o lui presenteuno vecchia sccerdotessochesembro mimareo cau-sare per mogia simpaticala morte del re, accontoad uncolderone, poco piin l vi sonofigure di gio-vani sacerdotesse accontoad un corso d'acqua, confrutta e cesti ricolmi. Infi-ne, sono presenti animalicarichi di frutta che si al-lontanano mentre uno sa-cerdotessa placa un bison-te conunpitone in posizio-ne eretta. Evidentemente,in questa cultura, il cultodel cervo e del toro eranouniti (ma pi importanteera quello del cervo).

    quercia e uno piccolo coda, il quale tienein mano uno freccia e nell'altra un orcoche si mutato in serpente che si contorce.Lo bocca e gli occhi del 'personaggio e-sprimono un comprensibile terrore allovisto di questo metamorfosi, perch il ser-pente lo morte. Che il cervo facesse por-te del cuito oracolare elisio dimostratodallo storia del troiano Bruto e dello suovisito di Leogrecia, dove riceve l'oracololunare mentre dorme avvolto nella pelle diun cervo bianco appena scuoiato, il cuisangue ero stato versato nel fuoco sacrifi-cale. /I culto del cervo molto pi antico

    Ma torniamo oro a parlare di comeappariva il cervo nelle tradizioni celti-che. Sempre secondo il testo di Tara-glio, nella tradizione gallese "il cervodi Redynvre una delle pi antiche crea-ture del mondo, messaggero e guidoverso l'Altromondo. Vi sono infatti mol-tissime leggende che iniziano con unococcio 0 1 cervo che spesso termino conun avvenimento soprannaturale el'incontro con degli esseri del Sidhe. Si gi parlato di Finn e i guerrieri Fianna( ... ) ed interessante notare come (essi)fossero spesso associati ai cervidi. Forse

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    appartenevano ad un clan molto antico, spesso le donne dello Sidhe prendonoerede degli occupanti preistorici questa forma per portare gli uomini nelledell'Irlanda, trib nomadi formate da colline fatate altrimenti introvabili, pro-cacciatori di renne ( .. ). Un cervobianco prio come succede a Finn seguendo un una creatura particolarmente sacra e cerbiatto, in una delle sue avventure. Inanche estremamente rara. Nel nostro realt il cerbiatto unadonna del Picco-tempo molte volte stato visto e foto- lo Popolochegli chiede di recuperargli ilgrafato il famoso Cervo Bianco proprio anello finito in un lago. Egli lodell' Isola di Arran su cui secondo lo tra- ritrova ma esce dall'acqua invecchiato,dizione Caoilte dei Fianna scrisse il poe- anche se con una grande saggezza ( ima "Arran dai molti cervi". 1 / cervo laghi ecc. erano porte per il mondo fata-bianco associato al dio Lugh e al/a to). Inquesto caso, quindi, la cerva rap-luce segreta del sole, simbolo presenta il viaggio verso il mondo fatatodel/'iniziato ai misteri della vita e della e la percezione differente del mondochemorte, di colui che ha superato delle donano lequalit femminili.prove di trasformazione e rinnovamento Le cerve sono state importanti nei ritidella propria personalit ottenendo la preistorici di iniziazione delle ragazze econoscenza. In effet ti in moltissime tradi- sarebbe stata una cerva ad indicare unzioni questo animale, soprattut to di co/o- guado provvidenziale ai guerrieri franchire bianco, il simbolo del sole nascente sul Meno; infine, in molte fiabeche raggiunge lo zenit, il mediatore dell'Europa antica si parla di ragazzetra il cielo e la terra, i l messaggero divi- trasformate in cerve."no.

    In generale, spesso sia cervi che cerveLa cerva in Occidente bianche appaiono anche nel ciclo artu-

    riano, come si pu leggere nelle varieDetto questo, va aggiunto cheanche la avventure di ReArt e dei suoi cavalieriCerva ha una sua simbologia precisa, nel testo di ThomasMalory, il cui insegui-sia in Occidente che in Oriente. Per il mentod sempre inizio a ritrovamenti dimomentoci interessacapire la sua sim- luoghi incantati, castelli e dame....bologia in et classica e nel periodo misteriose.celtico, in ambito mediterraneo ed eu-ropeo, mentre pi avanti si accenneral ruolo dei cervi nelle altre culture.Inmolti miti la cerva il simbolo dellanatura animale femminile che, se ancheappare mite, spessopu avere carat-teristiche demoniache e negative. Neimiti greci essaappare nelle fatiche diErcole: la terza fatica fu proprio la cat-tura della cerva Cerinea - magicamen-te dotata di corna d'oro - chesfuggivacontinuamentee che dava il desiderioa chiunque la vedesse di inseguirla(anche nei luoghi senza ritorno). Forseera la rappresentazione di Artemide,la femminilit aspra e sfuggente delladea, una femminilit virginale ed intat-ta; tanto vero che il carro di Artemi-de era trainato da cerve.La cerva spessoappare anche nel mitidei Fianna: ha un grande fiuto, pu Il D io Cornutocambiare forma ed induce il cacciatorenel profondo della foresta dei misteri; Detto ci, occorre fermarsi sulla figura

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    del Dio Cervo Kernunnos,"signore de-gli animali", rappresentante fertilit eprosperit e chevenne identificato dairomani conMercurio, dio del commercioma soprattutto psicopompo, ovverocolui che trasportava nell'aldil le ani-me dei defunti. Il grande dio sciamano rappresentato spessoin molte operemesolitiche e neolitiche, soprattutto nel-le grotte con dipinti rupestri che ripro-pongono scenedi caccia. Egli legatoal culto magico che connessocon leenergie naturali, al mondo animale.Famosa la sua immagine sbalzata nelcalderone di Gundenstrupove sedutoa gambe incrociate e, come dice Tara-glio, "circondato da un grande cervo,due tori, due lupi e da un bambino checavalca un delfino. Sulla testa spiccanodue corna di cervo e porta al collo untorque, ne stringe un altro nella manodestra e nella sinistra afferra un serpentecon la testa d'ariete. Egli il signoredegli animali selvaggi, terrestri ed ac-quatici ed espressione di forza, poten-za, abbondanza e perennit nella tra-sformazione simboleggiata dalle corna"che cadono e ricresconopi possenti diprima. A volte stato rappresentatoanche con orecchie da cervo ( vedi ilmonumentodi Reims, Francia ). Lecor-na potrebbero indicare ancheun'illuminazione, un irraggiamento sola-re, mentre le gambe incrociate indiche-rebbero uno stato di meditazione pro-fonda, tipica dello sciamano. Kernunnosunisceterra e cielo tramite le corna ein questo richiama Taranis, il dio che incerti momenti dell'anno si univa allaMadre terra sottoforma di animale perdare laVita alla terra. Ancora nell'Altomedioevo sopravvivevano feste, poicensurate dalla Chiesa, in cui ci si tra-vestiva da cervidi che celebravano E-sus - Taranis (e comevedremo, ancoraoggi vi sonofestivit di questo tipo).A Kernunnossono spesso associati an-chei serpenti chetendonoverso unsac-co o una coppa da cui sgorga unasor-gente a cui si abbeverano uncervo euntoro."La presenza di serpenti - continuaTa-raglio - connette Kernunnos al fuocopresenteall'interno della terra ( e quindi

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    Sacri Fuochi nasce dalla collaborazione di molte realt del panorama pagano ital ia-no che hanno riunito i propri sforzi per dare vita ad un festival che aiuti a creare ilsenso di una comunit connessa, che lavora unita per crescere e prosperare in armo-nia e rispetto per tutti.Questa prima edizione (la prima, speriamo, di molte a venire) si terr dal 17 al 25luglio 2004 in Val di Taro, sull' Appennino Parmense, in un magnifico scenarionaturale ricco di boschi di castagno.Durante i giorni del festival si terranno numerose attivit e workshop, tra i qualielenchiamo:

    ~ Vie aeHa CWccaAt'temiae: r-ic ont at tar e Ce enet'flie pt'ofonae aeCCa cret't'a

    qntt'oaueione af pet'cot'so ne odr-uidic oSact'e ~ppt'esentaeioni- n Viaflflio Sciamanico

    q crat'occhi~ sPsicoCoflia

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    al "fuoco interiore" ) e per i Ce/ti il ser-pente con testa d'ariete era un simbolodi potere." Sempre secondo Taraglio,Kernunnospotrebbe rappresentare, alivello simbolico, le forze del desiderioracchiusenell'inconscioumano, essendoil signore degli animali, forze che chivuole ricevere l'iniziazione deve saperdominare innalzando il proprio spiritoversogli Dei (quindi, rappresenterebbeil dominio sulla parte pi animalesca dis). Le corna rappresentano, infatti, lasua connessionecon i mondi spiritualisuperiori e tenendo un serpente nellamano sinistra potrebbe indicare la ca-pacit di controllare la forza telluricadella terra (il fuoco interiore). Lamanodestra stringe il torque, legato alle for-ze celesti. Doveappaiono il toro (forzasessuale)e il cervo (forza dei sentimen-ti) che si nutrono dalsacco del dio, alloraKernunnos indica laparte divina umanain grado di padro-neggiare le forzedella terra quantoquelle del Cielo emanifestarle nel mon-do materiale."Ritroviamo quindiuniti nella figura diKernunnos simbolidei tre Mondi(inferiore-sotterraneo/Medio, oumano/ superiore oceleste/divino) cheogni iniziato di qual-siasi tradizione deveattraversare, conosce-re e padroneggiare" -dice sempre l'autore.Come signore deglianimali, questo dio si pu ricollegareanche a Pan e a tutti gli di cornuti e,proprio per questa importanza di signi-ficato, si vide trasformare nell'Anticristodalla Chiesa con gli attributi che tutticonosciamo(coda, pelle rossastra, odo-re di zolfo... ), per non parlare poi delsuo collegamento con il sabba dellestreghe, durante il quale, secondo ilfolklore popolare, apparivano al fian-

    co delle donne anche molti animali che male come l'anima, appunto, assetatadurante l'antichit erano attributi delle di Divino.Addirittura, nel Fisiologo pro-principali divinit pagane e chesi sareb- to-cristiano detto che il cervo sputabero prostrate di fronte a questo essere acqua nelle fessuredella terra per far-cornuto. ne uscire i serpenti velenosi, proprio

    come Dio colpisce il dlovolo, e gli a-/I cervo e i/ Cristianesimo sceti, si dice, devono seguire questo

    esempio: con le lacrime del pentimentoEsauriamoqui il discorso,anchesesareb- soffocano il maligno e lo uccidono. Ilbe ben pi complesso.Esaminatala figu- cervo sarebbe anche in grado di risuc-ra del cervo in periodo celtico, vale la chiare dalle loro tane i serpenti e dipena sapere poi comesia stato interpre- difendersi dal veleno bevendo entrotato dalla Cristianit. Come gi detto, il tre ore acqua di fonte, per vivere an-Dio-Cervo ha acquisito una connotazione cora quindici anni. Nel Medioevo sicre-negativa ( come anche il Dio Caprino), deva chea 50 anni il cervo si mettessementre il cervo ins divenuto unsimbo- alla ricerca di unserpente, lo uccidesselo positivo, tanto vero cheaddirittura in e lo mangiasse, per poi correre alloalcune chieseCristo stesso rappresen- stagno per bere e rinnovare le proprietato come uncervo bianco conuna croce corna per altri 50 annij chiaramente,dorata tra le corna o appesa al collo, per, se non giungevano all'acqua in

    tempo entro tregiorni, morivano.Egli la rappresen-tazione dell'animache anela a Dio.Tutto questo dettoanche nel Bestiariomedievale secondoil quale i cervi a-vrebbero addirittu-ra scoperto la forzamiracolosa del dit-tamo poich, quan-do hannodelle frec-ce conficcate nelcorpo, mangiano lapianta e riesconocos ad espellere lafreccia e a guarirela ferita.Sempre nel medioe-vo si narrava che icervi si aiutasseroreciprocamente

    collegandosi cosa Lugh ( nella chiesetta quando guadavano unfiume e chesal-di Thrhoreuntec, in Brocelandia, Francia, tassero i luoghi sporchi: cosavrebberoappare proprio in questo ultimo modo, dovuto fare i cristiani, aiutarsi ed evita-come documentatoda unarticolo di Kel- re il peccato. Enel casoavesseroerra-tika di alcuni anni fa ). In effetti, il cervo to, avrebbero dovuto correre subitoappare in varie storie di santi, poich alla sorgente di Cristoper purificarsi.l'iconografia cristiana , che si basa sul C' da aggiungere, inoltre, che le cor-Salmo 42 di Davide che dice: "Come il na si diceva fossero un medicamentocervo anela ai corsi d'acqua cos l'anima potente: il palco destro era il pi forte.mia anela a te, o Dio", vede questo ani- La polvere di corna bruciate avrebbe

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    no si diceva fossero un medicamentopotente; il palco destro era il pi forte.la polvere di corna bruciate avrebbescacciato i serpenti; lo carne era controlo febbre e un linimento di midollo dicervo era unmedicamento buono." rinnovo periodico delle corna del cer-vo lo rendono simbolo di fecondit, deiritmi di crescita e spesso era parago-nato all'albero della vita. Nella tradi-zione cristiana l'albero ( divenuto poid'oro, simbolo del Cristo e della rivela-zione salvifica l addirittura raffigura-to mentre esce dal centro del capodell'animale, fra le corna ramificate,come nella storia di Sant'Uberto e SanGiovanni Ospitaliero. In due leggendesui santi cristiani Eustachio e Ubertonarrano dell'apparizione di una crocefra le corna di uncervo inseguito; coscome il cervo appare anchenelle storiedei santi Mainulfo, Osvaldo, Procopiodi Boemia e il famoso San Patrizio cheaddirittura cambia forma ( lo sua equella dei suoi seguaci le si muta incervo per sfuggire agli incantesimi delre loegaire. Nella Bretagna armorica-no, Sant'Edernera raffigurato a caval-lo di uncervo.

    Nell'araldica questo animale ( o anchesolo le sue corna l spesso presentepoich rappresenta lo dolcezza enell'araldica britannica il cervo biancodivenne l'emblema personale di ReRic-cardo Il; mentre il modo di dire"marito cornuto" si riferisce alla storiadel re greco Andronico chefaceva ap-porre delle corna di cervo sulle casedelle donne con cui era stato, esten-dendo a loro il diritto di caccia.Nella scultura medievale il cervo spesso rappresentato mentre mangiadell'uva: rappresenta l'uomo che sullaterra pu partecipare ai beni divini; iltendere alle sorgenti il desiderio dipurificazione tramite il battesimo( spesso i cervi sono rappresentati sufonti battesimali l.Comunque, durante il medioevo, il sim-bolismodel cervo ( usato comesinonimodi mistero lfu in parte sostituito daquello dell'unicorno e i poeti ermeticidel XVII secolo ne confusero il vero si-

    gnificato designando per il primo anima-le lo rappresentazione dell'anima e peril secondoquella dello spirito.Infine, per l'alchimia il cervo rappresentasimbolicamente lo possibilit di trasfor-mazione dei vili metalli in oro tramite ilcontatto con l'argento ( mondo lunare efemminile l ricollegandosi alla metamor-fosi subita da Atteone da parte di Arte-mide/Diana.Mentre il modo di dire "cacciare il cervobianco" indica un'impresa quasi impossi-bile.

    " sacrificio rituale

    Il legame tra il cervo e lo figura di Cristo sicuramenteanchedovuto alla caratte-ristica del sacrificio, anche se per motividifferenti ( il cervo simbolo di morte erinascita tipico del ciclo della vegetazio-ne per lo vita sulla terra, Cristo muoreper salvare l'uomo dal peccato l.Questaritualit del sacrificio tipica del cervo ampiamente riscontrabile in tradizionivive tutt'oggi.Word Rutherford in Tradizioni celtiche eJean Markale inDruidismo citano lo cac-cia al cervo. Rutherford dice: " I momenticanonici del sacrificio, umano e animale,erano le festivit maggiori. Quattro diqueste ci sono note ma, se vogliamo darvalore alla tradizione folklorica, dovevanoessercene delle altre. Ad esempio, il 4 set-tembre ad Abbots Bromley nello Staffor-dshire, si svolge il festival dei cacciatori dicervi. I partecipanti indossano delle cornadi cervo, danzando lungo le strade comescorta di "Rohin Hood" che, come caccia-tore vestito di verde e abitante dei boschi,pu ben essere un'epifania di Cernunnosed certamente evocato dalle corna rami-ficate dei danzatori. A conclusione dellagiornata queste vengono riconsegnate allachiesa perch le custodisca e lo continuitdella tradizione attestato dal faHo che,quando una di queste corna stata datataal radiocarbonio, si scoperto che risalivaad un'epoca precedente l'invasione nor-manna ( 1066 ). /I festival si svolge neinove giorni prima del pardon bretone diSan Cornly - e forse i due avvenimentiavrebbero coinciso senon vi fossero statidei cambiamenti del calendario. San Cor-

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    nly, che risulta essere un'invenzione lo-cale, il santo patrono degli animalidotati di corna e non certo casuale cheil suo nome contenga il termine corn."A tal proposito, anche Robert Graves,in La dea bianca ci dice che "l'anticomito del re - cervo tradito sopravvivecuriosamente nelle Isole britanniche e sulcontinente, nell'immagine tradizionaledel marito tradito che in fronte ha unpaio di corna ramificate. I mimi che adAbbots Bromley nello Staffordshire imi-tano il cervo a Calendimaggio sono im-parentati ai mimi - cervo dell'antica Si-racusa; da un frammento epico che ri-guarda Dioniso parrebbe anzi che inorigine il mimo - cervo che impersonavaAHeone venisse cacciato e divorato. Sulmonte Liceo in Arcadia lo stessa tradi-zione di un uomo vesti to di pelle di cervoche veniva cacciato e divorato sopravvi-veva ancora all'epoca di Pausania, an-che selo cerimonia era spiegata come lopunizione di chi si avventurava nel recin-to".Per arrivare ai nostri giorni e qui inItalia, c' da dire chea CastelnuovoalVolturno ( Isernia, Moliselviene rievo-cato ogni anno il rito de "GI'Cerv" gra-zie ad un'associazione culturale natanel '93. l'ultima domenica di carnevale,quando inizia a scendere il buio, giun-gono dalla salita del borgo vecchio leJanare ( streghe l. le donne danzano epreannunciano che qualcosa stid peraccadere. E infatti, ecco giungerel'uomo - cervo e lo donna - cerva cheostentano aggressivit versogli abitan-ti del paese e tutto ci che incontrano.Allora giunge unuomomisterioso, forseunmago, Martino ( similea Pulcinellalche cerca di fermare i due animali elotta con loro. Per un po' riesce a fer-morii, ma poi le ostilit riprendono.L'unico momento in cui vi un po' dipace quando il cervo cede alle lusin-ghe della cerva, nel corteggiamentoamoroso. Ma poi tutto riprende comeprima. A questo punto, giunge il caccia-tore che uccide i due animali, ma pocodopo soffia nelle loro orecchie facen-doli rivivere, questa volta tranquilli epacifici. I due si allontanano e restanosolo le Janare che danzano attorno al

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    fuoco....

    A I d i fuori J e lfEuropa

    Rimangono ora solo da citare le pre-senze del cervo e della cerva nei mitidelle culture al di fuori di quella euro-pea.In Cina, il cervo ( lu ) a causa dellasomiglianza del suonomecon la parola"ricchezza" era considerato simbolo dibenesseree di piet infantile ( per una

    gue per nutrire gli Di e gli Antenofl, an- onqme alla stirpe degli Unni e deglicora oggi il suo sangue viene utilizzato Ungari. Cos come anche Gengis Khanper rendere sacre le offerte votive evie- vanterebbe tra i suoi avi una cerva edne sparso simbolicamente sulla terra per un lupo come progenitori.nutrirla prima di seminare il mais. Fra gli Una leggenda dell'antica Cina narra diAztechi ritroviamo spesso riprodotta una cerva che partorisce una fanciullal'immagine del cervo da cui prendeva in seguito allevata da unuomo: ma al-nome ( Mazdal ) il sestogiorno della set- la suamorte il corpo scompare, rivelan-timana del loro calendario. Nella Colum- do cos l'origine soprannaturale.blo Britannica vi una leggenda di uno Nei miti dei Maya dello Yucatnappa-di quei matrimoni mistimolto presenti nei re un dio della caccia, Zip, che con ilmiti dei nativi tra ungiovane ed una cer- nome di A Uuc Yol Zip viene rappre-

    sentato nelle antiche scritture geroglifi-che come uomo cornuto che si uniscead unacerva.

    leggenda incui un ragazzino, per otte-nere del latte come medicina per gliocchi dei genitori ciechi, si travest conuna pelle di cervo) oltre cheaccompa-gnatore del dio della lunga vita Shou-hsing. Per lo shintoismogiapponese ilcervo una cavalcatura degli dei espesso viene rappresentato con i lorosimboli sui templi.Nell'America Centrale precolombianaanimali simili al cervo rappresentavanoil settimo giorno del calendario a ventigiorni e anche coloro nati sotto talesegno dovrebbero vagare nel mondonaturale.Anche per i Navaho il cervo ha unagrande importanza e in generale pertutte le trib dei nativi omerlccnij se-condo la mitologia degli Huicol, il cer-vo fu il primo animale apparso sullaterra a offrire la suacarne e il suosan-

    va. L'uomo, una volta sposato, and avivere con il popolo dei cervi e divennemagicamente cervo lui stesso.Ma non sidimentic della sua gente e da quel mo-mento si preoccup lui stessodi procura-re la carne di cervo alla trib. Per i Co-manche, poi, il cervo era invocato da chisi trovava in difficolt amorose: la suavitalit veniva utile per portare avanti unlungo corteggiamento ...

    Per finire, anche la cerva ha unsuo ruolofondamentale in Asia e nell'est europeo,in ambito uralo - altaico ella la capo-stipite soprannaturale di molte trib eper questo era intesa come un animaletotem. Secondo una leggenda unghereseuna cerva avrebbe attirato due cacciato-ri inuna palude e si sarebbe trasformatanelle due figlie di un re che accoppian-dosi con i due cacciatori avrebbero dato

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    BIBLIOGRAFIADELCERVO:

    ~ RiccardoTaraglio, /I vi-schio e la quercia ( Milano, 20-01 )~ LeGarzatine, Simboli(Milano, 2001 )~ Atlanti edizioni Demetra,Atlante illustrato della mitolo-gia del mondo (Firenze, 200-2 )~ Ward Rutherford, Tradi-zioni celtiche( Trento, 1997 )~ JohnMatthews, Sciamane-simo celtico ( Novara, 1997)~ Jean Markale, /I druidi-smo (Fa, 1996)~ Brian Bates, La sapienza''''di Avalon ( Bergamo, 1998 )~ Anthony S.Mercatante,Dizionario universale dei miti edelle leggende ( Cuneo, 2003 )~ Robert Graves, La deaBianca (Azzate, 1998 )~ Articolo Brocliande, diGiorgio Calcara e BarbaraPanduri, tratto da Keltika nu-mero 6, anno Il.~ ThomasMalory, ReArt eicavalieri della tavola rotonda( Farigliano, Cuneo, 1996 )

    Sito riguardante il rito del cervo inMo-lise: www.uomocervo.it (a questo pro-posito, ringrazio Neon per averlo se-gnalato sul forum del Pagan PrideDay)

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    RUBRICA A CURA DI CRONOS

    Terzo appuntamentoconla nostra rubri-ca dedicata ai libri e piccolocambio alvertice, la nostra Mnemosyneha infattidecisodi prendersi unprolungato perio-do di vacanzae quindi, finchnontorne-r tra noi, sar io a sostituirlanel compi-to di suggerirvi gli spunti letterari piinteressantiper calmare la vostrasetedisapere.Naturalmentemi atterr alle lineeguidacheMnemosyneaveva gi precedente-mentechiaritoe cio neppure io parlerdi libri cheabbiano comeesclusivoar-gomento la Wicca, mapi ingenerale dilibri chepossanooffrire delle suggestioniad unaspiritualit autenticamentepaga-na.La nota dolente all'interno del mercatoeditoriale chespessotroviamopiWic-ca e neo-paganesimo in testi che nontrattano direttamente l'argomento: delresto non un mistero che la maggiorparte delle caseeditrici che pubblicanolibri sullaWicca, diano alle stampe pre-valentementequei testi chehannoanchel'elencodi ricettine, la listadi incantesimial bisogno, le regole della buonastrega,il vademecumdella wicchina... dimenti-candosi del fatto chenonesistonosolo itredicenni,chei ragazzini, almenoalcuni,sono in grado di ragionare e sarebbemeglio aiutarli in questosenso,che peravere una lista di incantesimiparimentiefficaci a quelli riportati su molti libribasta guardarsi Buffy, Streghe, Sabrina,ecc.ecc.Del resto quelli che hanno superato lamaggior et spessonon se la passanomeglio in quanto a ricettari. .. resta co-munquescandalosochein Italia nonsianoancorastati pubblicati autori comei Far-rar, DoreenValienteeVivianneCrowley.Ma noi intanto attendiamo fiduciosi econtinuiamoa proporvi quei testi che cisembranoandare oltre, a volte unpo', avolte unpo' di pi.

    Buonalettura!

    Laura RangoniViveRe \tVicca

    Edito da XENIA e diz io niPrezzo: 76,00 Euro

    Inquestosuonuovo libro sulla Wicca, l'autrice comincia proprio l do-vemolti tendono a glissare, la storia della stregoneria e leorigini dellaWicca. Possiamoessereo non essere d'accordo sulla definizione chel'autrice da di strega, di stregoneria e di Wicca. Tuttavia ci sembrainteressante e fondamentale che sia un autrice italiana a scenderesuquesto campo facendo delle puntualizzazioni chesonodavvero essen-ziali, una tra tutte:

    "Quello che le differenzia (le nuove streghe n.d.R) dalle persone"normali" la loro ricerca di una connessionecon la terra, connessioneche pu essere attuata sia ballando sotto la luna, sia festeggiandoalcune date significative nel corso dell'anno, sia coltivando ungiardinoo unpiccoloorto, sia portando a passeggio il proprio cane, sia cammi-nando per i parchi cittadini e nei sentieri di montagna. [.. ] Streghe losi dentro, e losi diventa ogni giorno di pi, accettando di fare partedi quell' enorme esercito di personeanonime che, come i fili d'erba, ab-bellisconoe impreziosisconola nostra amata Madre Terra" '.,

    Naturalmente non solo di storia si tratta, ma anche di rituali di inizia-zione, di unione, di benedizione della casa. L'autrice ci parla delleerbe e delle ricette della medicina popolare materiale che fa parteoltre chedella sua vita di tutti i giorni e di una profonda esperienzaanchedel suobagaglio di studi.Spunti interessantissimisono infine le interviste agli wiccan chel'autriceha raccolto rispetto alle tematiche trattate nel libro e checorredano lafine di ogni capitolo.

    "Vivere Wicca" sicuramenteunmanuale, chesi distacca per dai so-liti testi sulla Wicca, proponendoci untentativo di "italianizzare" con lenostre tradizioni la Wicca. Una lettura per tutti checi presenta ancheun"vivere" migliore che davvero alla portata di chiunque.

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    RUBRICA A CURA DI FALCO

    VandarotEccocidi nuovo ad affrontare il mondo della rete dal punto di vista critico. Inquesto articolo vorrei descrivervi unsito incui mi sono imbattuto qualche mesefa, in realt unsito molto singolare, forse troppo. All'epoca si chiamava"CriWic" ora il sito ha cambiato nome in"Vandarot, la corrente del cambiamento",

    http://vandermast.altervista.org Ilndex.htm, ovvia-mente a mio parere, questo unodei siti pi comi-ci cheabbia incontrato, vi presente unsincreti-smo religioso fuori da ogni limite possibile, la Wic-ca e il Cristianesimomischiati assiemeper ottenereunprodotto bizzarro echefatica a stare inpiedi.L'autore del sito, e fondatore di questa"religione", parla di una nuova corrente occultanata nel 1999, ma comunquesempre esistita soloche il mondo nonsen'era mai accorto ...Il sito ha unagrafica a dir poco spaventosa e lemusichedi sottofondo anche inquietanti, nella pre-sentazione della "nuova religione" c' il sottofondodi una delle musichedi Indiana Jones,carina sevolete, mamolto comica.L'autore poi si lancia alla ricerca di unanuova esignificativa definizione di magia, da questo esa-me della parola "magia" desume il suosignificato:"Profonda forma di conoscenzaoperativa delleinterazioni fra natura e soggetto, compiutamenterealizzata nella persona che la pratica.", ok evitocommenti, soprattutto pensando al fatto chenon ',.trova soddisfacenti le denominazioni di autori co-meCrowley.

    Ma veniamo a quello di cui parlavo prima, il sincretismoreligioso, anchemal abbozzato diciamo, questa forma di"occultismo" viene presentata contutte le caratteristiche della Wicca, compresomolte pratiche emolti rituali, a cuiviene affiancato il Dio cristiano, ve lospiego con le parole dell'autore:"I Vandarottiani credono in ununico Dioonnipotente onnipresenteed eterno. Dio pura energia tutto ci checicirconda Diodagli alberi alle Pietre dagli animali ai fiumi e cosvia" e ad essoassociano il concetto di Leggedel Tre, solo per fare unesempio: "Ci chefai ti ritorner contro tre volte (obbligatoriamente)", matanti altri e-sempi sonopresenti nel sito.Molto folcloristici sono" leTavole delle Leggi", le riporto tutte perch sonodavvero carine:Crederai SoloAd UnDioNon dire BugieNon vantarti della magia.Non rubare.NonAmare Personedi AltriAma I Tuoi GenitoriNon fare alcunmale,di nessungenere.

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    Non uccidereNon farti pagare per gli incantesimi .(solo i soldi per comprare gli strumenti da utilizzare)Non invocare demoni.Ricorda di Festeggiare

    A mio parere va un elogio particolare alle invocazioni dei Guardiani delle Quattro Torri, e la frase finale dellacostruzione del cerchio, che riporto per lo sfizio di tutti:

    "Guardiani delle torri del NordAngeli della Terralo vi Invoco in questo LuogoPer purificarlo e ConsacrarloIn Nome dell'elemento Terra!!"Tornati a Nord Pronunciare:"In Nome di Dio Ameni"Procedere cos cambiando punto cardinale e cambiando le parole.Finito il passo degli elementi si passa alla parte f inale.Mettersi al centro della stanza e pronunciare:"Dio Onnipotente,Omipresente ed Eterno.Simboleggiato dalla Dea e Dal Dio.lo ti invoco in questo luogoPer purificarlo Consacrarlo In Nome tuo.Ameni"

    Diciamo che in questo piccolo rituale si nota, in modo alquanto evidente, questo esagerato sincretismo.A dire il vero molte altre sono le cose divertent i del sito, ma appunto ripeto divertenti. Dovessi dare un valore allacomicit del sito probabilmente non avrei una scala abbastanza ampia per farlo, supererebbe ogni mia pi otti-mistica votazione, ma se devo parlare del significato e del valore di questo sito, beh, mi troverei un po' in difficol-t, non perch non saprei cosa dare e cosa dire, ma semplicemente perch dovrei cercare una scala inversa allaprecedente e dare il voto massimo (e peggiore) mai dato. Ma il mondo, fortunatamente, libero e ognuno pudire la sua nei limiti dell'educazione. Bene anche per questo numero la rubrica finisce qui, alla prossima recensio-ne.

    Siate benedetti

    Falco

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    di CronosLe radici esistenzialistiche del neopaganesimo

    Per chi comemeha seguito unpercorsoprofondamente laico prima di appro-dare alla Wicca, lo domanda a cuici sitrova spesso di fronte, il perch diquesto passaggio dalla laicit ad unpercorso di questo genere.E' necessario chiarire ulteriormente itermini della questione.Una buona parte degli wiccan appro-dano a questa spiritualit provenendoda un'altra spiritualit, quella cristiana.Il sottoscritto, dopo aver bazzicato nelcristianesimo e nell'esoterismo cristia-neggiante, dopo aver toccato dateenager anche lo Wicca nella ver-sione husoniana e il paganesimo da-manhuriano, ha messoradici nel ma-terialismo e nel nlchlllsrno.Radici pro-fonde che sono cresciute nell'ultimoanno di liceo attraverso lo studio el'adesione, seppur parziale, al marxi-smo, e all'ombra dell'idea nietschianadi crepuscolo degli Idoli e morte diDio. Unfaro luminosissimo,o a secon-da dei punti di vista, un'ombra cupa,su questo percorso, stato Cioran, ilfilosofo nichilista rumeno, che ha com-pletato definitiva mente il mio percorsodi sradicamento da qualsiasi possibilespiritualit, passando anche attraversoSartre e autori comePessoae Camus.Ilmio corso di studi in medicina e in se-guito in psichiatria mi hanno portatodal pensiero scientifico a quello esisten-ziale, e sempre nichilista, di Heidegger,che a tutt'oggi non rinnego, passandoper il materialismo freudiano.Immagino che per molti gli autori cheho citato non vogliano dire assoluta-mente nulla, in questo sensonon mi nemmenofacile dare unadefinizione dimaterialismo e di nichlllsmo. Diciamoche il materialismo ogni dottrina cheponga come unico principio di tutta lorealt lo materia e riduca lo stessaattivit intellettuale umana a una fun-zione o a un aspetto di essa, mentreper definizione il nichillsmo invece,

    nella storia delle dottrine morali e filo-sofiche, ogni indirizzo del pensiero chesi spinga fino alla negazione o al rifiu-to della realt tutta o di una suamani-festazione particolare. Nella mia espe-rienza personale il nlchlllsmosi articolasia in senso nietschiano di assenza divalori assoluti e nella necessit di unatrasvalutazione dei valori comuni,sia insenso heideggeriano come esperienzadel nulla attraverso il sentire dello sta-to di angoscia.Come facilmente intuibile il mio radi-

    Martin Heideggercamento nella laicit, come posizioneche nega l'appartenenza a qualsiasiconfessione, stato davvero un radica-mento, molto pi forte e intensodell' esperienza cristiana precedente.Come si potuto operare il passaggiodalla via laica alla Wicca? Immaginosia stata una cosagraduale, il mio inte-resse per lo stregoneria stato peranni esclusivamente antropologico estorico, del resto questo interesse an-cora assolutamentevivo inmeoggi. Maoggi che sono uno stregone (preferiscoquesto termine a quello di wiccan) chepratica lo via della Wicca, posso diredi appartenere ad una confessione?Seintendiamo per "confessione" quell'attocon cui pubblicamente si rende testimo-nianza della fede religiosa (e per e-stensione dell'ideologia politica) allaquale si aderisce o il complesso delle27

    credenze di una comunit religiosa,possiamo dire davvero che lo Wiccasia unaconfessione?L'atto di adesione alla Wicca infattinon unatto pubblico in nessunsenso,stiamo parlando dell'iniziazione o delladedicazione, esse possono essereun'atto del singolo in solitudine(l'autoiniziazione), oppure possono av-venire nell'ambito di una cerchia ristret-ta di persone, non sono mai unatto acui tutti possonopartecipare siano que-sti tutti anche e solamentewiccan. Nella

    Wicca non parliamo mai di fe-de, ma di sentire, non ci vienechiesto di credere in niente senon in ci che sperimentiamosulla nostra pelle, ed infine esi-ste un complesso di credenzedella comunit? Il Redenon uncomplesso di credenze, e nem-meno le otto festivit (cheperal-tro ognuno interpreta a suomo-do), il duoteismo non condivisoda tutti, c' chi si spinge verso ilpolltelsmo e chi verso il monotei-smo, l'immanentismo di alcuni si

    oppone al trascendentalismo di al,t i, elo sacralit condivisa della natura nonbasta a darci uncomplessodi creden-ze. La caratteristica principale dellaWicca quella di essere in continuomutamento, lo comunit si struttura almassimo proprio su questo mutamentocontinuo, su questa creativit e sulloscambio incessantedi elementi e trafor-mozioni progressive. LaWicca , oggi,in buona sostanza una religione acon-fessionale, persino all'interno delle tra-dizioni, anche se ci dovremmo chiederea questopunto se una religione.Se intendiamo come religione il com-plessodi credenze e di atti di cultocheesprime il riconoscimentoda parte del-l'uomo di unordine superiore, in parti-colare della divinit, intesa per lo picome creatrice, reggitrice e fine supre-mo dell'universo, lo Wicca non affat-

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    to una religione. Peraltro nemmeno ilbuddismo, il taoismo e altri lo sono. Seprendiamo lo definizione analitica direligione di Stark e Gluk per religioneintendiamo:a) condividere le credenze checostitui-scono il corpo della dottrina del grup-po,b) partecipare a rituali e ad atti di de-vozlonejc) sperimentare contatti diretti con lorealt ultlmo,

    d) acquisire conoscenzerellqlosej

    e) sperimentare nella vita quotidianadei cambiamenti e dei risultati derivan-ti dagli altri aspetti della religiosit

    Ora lo Wicca soddisfa gli ultimi quat-tro punti, e anche il primo se intendia-mo comegruppo lo coven, una cerchialimitata di persone, il che esclude co-munque lo confessionalit: lo comunit infatti qualcosa di pi ampio delgruppo e ricordiamoci che il numeromedio di persone di una congrega su-pera difficilmente i quindici sedici ele-menti.

    Ma se infine approdiamo alla defini-zione di religione propria delle scienzesociali cio che lo religione una com-binazione di forme e atti simbolici chepongono l'individuo in relazione con lecondizioni ultime della propria esistenza,nonc' dubbio chelo Wicca sia piena-mente una religione, lo religione dellereligioni, per lo sua pluralit di forme edi simboli e di combinazioni che attin-gono alle mitologie pagane di unamoltitudine di culture.

    Il grande merito e anche il grande pre-gio della Wicca sta proprio qui, essaha recuperato dei simboli "dimenticati"e li ha fatti rivivere, li ha fatti riviverericostruendo i rapporti tra questi simbo-li e creandone di nuovi, ha rievocato ledivinit di molti pantheon, le ha messein rapporto, in sostanza le ha risveglia-te e vivificate di nuovo, non fermandosiall'elemento del ricordo e della tradi-zione, ma ascoltando lo voce ridesta

    degli Dei stessi.

    Il senso della domanda iniziale vienequindi a cadere, infatti lo mia adesionealle battaglie della laicit e per lo laici-t all'interno dello stato, delle istituzionie per i diritti umani, rimasta assoluta-mente immutata. Non un caso che loWicca in America sia stata trasformataproprio dai valori del radical-socialismo.

    Naturalmente questo nonbasta a giustifi-care una scelta di questa portata, altri-menti mi definirei semplicemente laico, selo Wicca non mi desse qualcosa in pidella "Iaicit". Ma che cosa questoqualcosa in pi?

    Se lo Wicca conserva il respiro di libertdel laicismo a questo aggiunge per lodimensione del simbolo come ente viven-te, come ho specificato prima, una di-mensioneche il riflesso delle divinit.

    Partiamo per, facendo un giro largo,da una prospettiva esistenzialista. Que-sta posizione filosofica afferma chel'essere dell'uomo non si da mai cometale, ma sempre come esser-ci come pre-senza nel mondo, rapporto con il mondo,mai come semplice presenza. L'esserci,l'uomo, coglie gli altri enti, inizialmentecome possibilit della totalit degli entistessi, poi attraverso gli enti nella lorounicit che strumentalit cio significa-tOj anchequi l'ente non viene colto comepura presenza, come presenza qualifica-ta. In questa prospettiva, che io condivi-do pienamente, il niente si presentaall'uomo come angoscia (Angst), comenegazione dell' ente nella sua totalit cheappunto l'Essercicoglie. Per questo moti-vo l'Esserci rimane sempre sospesotra ilnulla e l'ente, chesi da e si ritira, e in cuiil sensodell'essere dell'esserci appuntolo temporalit (lo morte l'orizzonte disenso). Qui il simbolo si presenta comemodo della presenza in cui l'esserci sirappresenta il mondo in relazione al pro-prio mondo interiore, questo mondo chein uncerto qual modo autonomo, ma inrelazione alla presenza nel mondo, nel"ci". Dovremmo naturalmente interrogarcisulla questione della possibilit dellaneutralit della presenza, cio se l'uomo

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    semplicemente unesser-ci o se questoesserci originariamente connotato, ese lo presenza degli enti deve esseremanifesta attraverso qualcosa che vaoltre il loro significato. Se pensiamo aisignificati in realt essisi danno semprea noi secondounatonalit affettiva, siaessa noia, gioia, tristezza, persino in-differenza, una situazione in cui noi citroviamo ad essere senza potercenedare ragione, perch lo tonalit affet-tiva non dipende da noi e in questosensonoi ci troviamo gettati nel mondocon questa apertura "affettiva" neiconfronti del mondo. Il simbolo si daqui, ci rappresenta lo relazione tra ilmondo interiore e il mondo esteriore, eattraverso lo tonalit affettiva con cuiquesti due mondi ci si danno, o si dannoal "ci". Nel simbolo compresa lo sin-tesi tra i mondi alla lucedi qualcosa dipi essenziale che produce il simbolo.Essoci dato, come nella dimensioneonirica, indipendentemente dalla nostravolont o dalla nostra elaborazione,esso un altro "sintomo" dell'esseregettato. Un'esistenzialedel mondo inte-riore che ci si da sempre attraversosimboli, come il mondo esteriore attra-verso una tonalit affettiva.Ma come si costituiscie questo mondointeriore? Attraverso unastrutturazione-strumentalizzazione della rappresenta-zione dei significati come ci si danno. ,negli enti? Noi siamo nel mondo, e ab-biamo esperienza del mondo, undar-si al mondo che in noi diventa rappre-sentazione. Il rapporto tra noi e il mon-do e il mondo che in noi un rappor-to di tipo simbolico, oltre che semplice-mente strumentale, tuttavia ben lungidal rimanere meri significati i simboli sidanno a noi, connotati di unsensochesfugge lo logica, essi sono anche unasintesi tra l'esterno e un'interiorit altri-menti non rappresenta bile, mediano lopresenza dell'uomo. Questa operazio-ne da ai simboli una trascendenza chesupera gli enti, accogliendoli sia nelladimensione dell' esserci,ma conferendo-gli un'autonomia. I simboli diventanouna risposta al nulla in cui l'essercl,l'uomo, sospeso, e lo spiritualit uncomplesso di simboli e forme che si

  • 8/7/2019 Athame n 7 - Quaderni di Wicca e Stregoneria

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    strutturiamo, in un rapporto reciproco,che noi tentiamo di leggere manife-stando uno spirito religioso chediventala chiave di lettura per leggere il mon-do inunmodoo nell'altro.

    Dove stanno gli Dei in tutto questo edove sta la Wicca? I simboli originanodagli archetipi ed essidagli Dei, essisidanno autonomante in modo creativo,gli dei sono la fonte dei simboli. Il rap-porto tra la spiritualit, che in uncertosenso anche il modo in cui cerchiamodi organizzare ci che sta dietro aisimboli, e il mondoesteriore lochiavedi interpretazione o di significazione,che dir si voglia, dei simboli chesi ge-nerano nell' esserci dell'uomo. In uncontesto del genere possiamo pensareche gli Dei siano nostre creazioni,strutturati dalla spiritualit che fruttodi una elaborazione del nostro esser-ci rispetto ai simboli, la strutturazionepu essere successivaalla presenza,ma la capacit simbolica si da da sein modo autonomo ed fondamentodell'essere nel mondo dell'uomo, unesistenziale correlato all' esserci e almondo, in un rapporto si simultaneit,di sincronicit. Non c' spazio per ipo-tesi sulla creazione.

    Anche nella Wicca infatti noi non ciponiamo lo questione della"creazione", il rapporto tra l'esserci eil mondo quando entra nella connota-zione simbolica che lo apre al sensoelo porta al di l dei significati, il di-vino. Il rituale ci che consente disperimentare pienamente, nel rapportotra esser-ci e mondo, questa corrente,ma il rituale non pu esseremera ripe-tizione, altrimenti perde di senso.NellaWicca troviamo anche questo, il dina-mismo che vivifica la dimensione delsimbolico e l'esperienza del simbolo...un dinamismo che non ostacolato ndai dogmi e nemmenodalla fede, mache intrisodi esperienza.

    Sono Wiccan proprio perch fonda-mentalmente sonoesistenzialista e inuncontesto del genere persinol'esperienza dell'angoscia cio del nul-la finisce per esserestrutturale nei ter-

    mini in cui gli Dei danno unvolto al nullae all'angoscia stessa, l'apertura dellaWicca anche all'oscurit del Nulla, e almistero, alla velatezza dell'essere che siesplica nei contesti rituali, mi affascina.Questo quello che la Wicca mi da inpi, il dischiudersi della possibilit.

    Non pretendo che tutti comprendano ildiscorso che ho fatto fin qui, naturalmen-te nemmenochecondivid