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Anno 21° Anno 21° Anno 21° --- Anno scout 2007

Anno scout 2007

Anno scout 2007---2008 2008 2008 --- Numero 4 Numero 4 Numero 4 --- Maggio 2008

Maggio 2008 Maggio 2008

Associazione Guide E Scouts Cattolici Italiani

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Sommario Editoriale 3

CO.CA.: Udite Udite! Ci sono novità!! 4

LC: Spazio Branco 7 EG: Il lungo e impegnativo cammino

verso l’autonomia 13

RS: Noviziato...questi sconosciuti! 14 RS: Ora et scout laborant!!! 15

Mese mariano 18 Notizie dall’interno 20

L’alfabeto Fantastico 21 Dal mondo dei visi pallidi 23

Autore: Angus Young of

Soggetto: Yeah! Rock and

rolll...

Foto del mese

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editoriale

r e d a z i o n e . p a f @ t i s c a l i . i t

Hanno collaborato: il branco e i Vecchi Lupi,

Gloria, Lucrezia, Kaa, Marianna, Maria

Valentina, Simone, Stefano, …GRAZIE!

PARLIAMOCI ATTORNO AL FUOCO [email protected]

ANNO 21° NUMERO 4 MAGGIO 2008 Direttore responsabile: Alessandra

Capo redattore: Pietro In redazione: Alessio, Emanuele (Phao),

Giorgio, Giulia, Ilaria Impaginazione e Grafica: Pietro

Copertina: Andrea

Non so a voi, ma a me pare che quest’anno il tempo sia volato. Mi sembra ieri che ero seduta alla tastiera a scrivere i due editoriali per il numero “double face” iniziale e mi ritrovo invece ad introdurvi al quarto e penultimo giornalino di quest’anno scout 2007-2008. In apertura trovate la lettera di Gloria, che ave-va lasciato il gruppo ai passaggi, ma vi è stata ricondotta da quella che qualcuno definisce la “malattia dello scout” e ha deciso di riprendere a “giocare il gioco”, questa volta direttamente in Co.Ca., una “piccola pedina (…) con la speran-za di fare cose grandi” e con la volontà di “mettersi alla prova vivendo la vita come servi-zio”. Non lasciatevi spaventare dalla lunghezza: la lettera è veramente bellissima! In questo numero grande spazio al Branco: si parte con un’intervista a Raksha e Phao, per poi essere coinvolti in un cruciverba giungla (mi raccomando non barate sbirciando subito i ri-sultati!), piccola spiegazione sulla tana e alcuni simboli di branco ed infine si torna bambini ri-vivendo la storia di Cappuccetto Rosso (e bravi i nostri interpreti, che dalle foto pare si siano di-vertiti un sacco!). Dal Reparto attendiamo gli articoli sulle imprese e le specialità di Squadriglia che non potranno che essere coinvolgenti vista l’introduzione della

Capo Reparto su autonomia, responsabilità e fi-ducia. Miracolo! Il Noviziato ci dà notizie di sé! Per sa-perne di più appuntamento con Panda Socievole a pagina 14. A seguire le bellissime pagine di Clan dedicate alla Route di Pasqua. Basta leggere i racconti e i commenti per capire che hanno vissuto un’e-sperienza intensa, ricca ed indimenticabile. Infine le consuete rubriche. “Dal mondo dei visi pallidi” mi preme segnalar-vi l’articolo sulla “Giornata della memoria e del-l’impegno in ricordo di tutte le vittime delle ma-fie” per il quale ringrazio Marianna, che si con-traddistingue sempre per la sua passione e schiettezza nell’affrontare questo tipo di temi a lei cari e l’articolo del nostro Martin, che questa volta sembra proprio voler sfiorare l’eresia, ma il cui intento è il medesimo da quando ha dato vita alla sua rubrica “Dai fatti alle parole”: spin-gerci a fermarci e a riflettere su temi scottanti di fede. Condite il tutto con tante belle foto ed ecco un nuovo PAF fresco di stampa tutto da leggere! Buona caccia, Buon Sentiero e Buona Strada a tutti,

Alessandra

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Sottotitolo: Ma la Gloria, c’è o ci fa???Sottotitolo: Ma la Gloria, c’è o ci fa??? Molti di voi mi hanno visto lasciare il gruppo all’uscita dei passaggi, ma altret-tanti di voi mi hanno visto settimana scorsa in settimana comunitaria di Co.Ca… mmmmm! Nasce quindi un dilemma: la Gloria c’è o ci fa??? È nel gruppo o no?? Eh eh… ecco qui la soluzione del mistero!!! L’8 di marzo alla Rocchetta di Airuno (Lecco) con una cerimonia del tutto per-sonalizzata, perché non si era mai verificata una situazione del genere, ho pre-so la partenza e ho aderito alla Co.Ca. Ora sono capo a disposizione! Chiara e concisa… perché vi lascio alla mia lettera della partenza… ed es-sendo molto lunga non voglio che vi addormentiate!

Sono tornata! Si, come avevo promesso all’uscita dei passaggi mi sono impegnata a fare il per-corso della partenza, incontri col don, con i capi; tutto per trovarmi qui davanti a voi per dirvi che ho fatto la mia scelta! Questo periodo lontano dal clan, dal gruppo, dallo scoutismo è stato difficile ma mi ha aiutato a riflettere su ciò che veramente desidero e che Dio mi chiama a fa-re. Ho deciso di prendere la partenza e impegnarmi a servire ieri, oggi, sempre! Questa scelta di servizio è una scelta felice, è la scelta di un cristiano che dona la sua vita agli altri e sceglie di essere una voce che grida nel deserto la parola del Signore. Sono giunta a questa scelta perché ho fatto miei i valori dello scoutismo e deside-ro vivere la mia vita su queste basi: non mi basta comportarmi da scout quando sono alle attività o indosso il fazzolettone ma voglio testimoniare anche fuori la mia scelta, accogliendo la gente che incontrerò, vivendo con uno spirito di condi-visione e di rispetto per me e per gli altri. Ma soprattutto ho capito che non necessariamente un servizio è ben fatto se si riceve un sorriso: è altrettanto valido se sembra di non ricevere nulla in cambio. Oggi so che il servizio, la fede, la comunità e la strada non sono solo punti a-stratti ma ben sì reali, li ho provati sulla mia pelle e li ho condivisi con tutti i membri di questa comunità in mille occasioni. In camera mia ho tre scatoloni: in uno c’è tutto quello che ho vissuto nel mio uni-co anno di branco, nel secondo tutte le meravigliose esperienze fatte col reparto e la mia mitica squadriglia e nell’ultimo, quello più pieno sono contenuti tutti i ricordi di noviziato e di clan. Beh che dire… La mia vita scout è iniziata grazie a una persona che con testardaggine ogni mese che passava mi ripeteva sempre la stessa domanda: vieni agli scout? Così a 11 anni ho deciso di provare a vivere questa nuova esperienza. Grazie eli, a volte penso che se non fossi riuscita a convincermi ad entrare mi sarei persa me-

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ravigliosi fratelli ed esperienze. Ma un anno passa in fretta e il cucciolo d’uomo deve tornare al suo villaggio… l’entrata in reparto è stata caratterizzata da due sentimenti opposti: la tristezza di lasciare i vecchi lupi e la felicità di ritrovarli co-me capi. Eh si! Giorgio e Barbara mi hanno seguito in buona parte del mio cammino verso l’ormai accer-tata partenza. Mi sento di ringraziarli con tutto il cuore perché in quegli anni li ho sentiti veramente vicini. Ma loro non sono stati gli unici! Mi rallegra citare Luca Angelino che con la sua grinta ci ha permesso di fare esperienze indimenticabili come le uscite in grotta o la tanto lottata uscita di alta il mio ultimo anno e Daniele Ramondetta che con il suo spirito romano e con la sua spontaneità è riuscito a diventare “famoso” e indimenticabile. Ma soprattutto devo ringraziare tutte le rondini che mi hanno fatto passare quattro anni favolosi. Non dimenticherò mai il san Giorgio con Raffo, i suoi avvertimenti da grande capo e i suoi rimproveri per mandarci a far legna, capendo solo alla fine quando ci ha visto tutte attaccate a un tronco d’albero, che forse era meglio che restavamo in tenda. Mi sono affezionata molto in questi anni ai più piccoli, tralasciando di conoscere quelli della mia età. Per questo l’anno di noviziato è iniziato con qualche incertezza. Abbiamo imparato a conoscerci, peccato che dai sei che eravamo siamo arrivati alla fine in quattro. Pochi ma buoni! È proprio vero… e lo abbiamo dimostrato superando anche le salite più difficili della Provenza, anche se a volte aiutati dal mitico piano B. Non ci siamo mai dati per vinti grazie allo spirito che insieme a Paolo e Marco avevamo creato. Paolo sempre sorridente e con la battuta pronta capace di toglierci dalle situazioni anche più imbarazzanti (dun piat nem fa du) e Marco allegro e socievole nonostante fosse il suo primo anno di servizio nel nostro gruppo. Grazie, siete una coppia perfetta! E così mi hanno accompagnato fino in clan dove mi aspettava… Giorgio! Si ancora lui! Questi anni so-no stati un po’ tormentati tra la voglia di uscire e quella di non mollare mai. Cate, forse proprio grazie ai nostri accesi dibattiti, ho imparato a capirti, a volerti bene e a rattristarmi se a volte ti vedevo giù di morale. Ti voglio bene. Di Herry che dire: sei stato un punto di riferimento, un capo con cui parlare e confidarmi ma anche ridere e scherzare. E anche te Silvia mi sei stata vicina in questo periodo. Da una parte ti vedo come capo ma a volte sei sta-ta capace di darmi consigli da vera amica. In fine c’è Ste… non abbiamo mai avuto tanto tempo per conoscerci ma di certo con le tue risate e battuti-ne mi hai insegnato forse molto di più di quello che immagini. Grazie capi! Ma i capi sono una piccola parte di tutte le persone eccezionali che ho conosciuto in questo gruppo. Elen-carle tutte sarebbe impossibile: Sergio, Fed, Chiara, Paola, Fabio…quante…! Ma un pensiero e un grazie davvero speciale lo devo rivolgere al clan per essermi stato vicino in tutti questi anni e avermi fatto vivere sensazioni e avventure fantastiche! Giulia: mi sei stata vicina nei momenti di debolezza e mi hai dato la forza per arrivare fin qua, anche quando non pensavo di farcela il tuo sorriso rendeva tutto più semplice. Kia: sei stata una buona sorellina, ci conosciamo dal reparto e non scorderò mai tutte le volte che mi hai fatto sbellicare dalle risate. Stefi: forse ci siamo conosciute veramente facendo servizio in branco, non mollare mai e resta sempre un po’ svampitella che non fa di certo male! Ale: sei una mina vagante…sempre con le tue battutine sottili sottili ma con un grande cuore. Sei un ragazzo d’oro per me. Simo: siamo cresciute assieme, siamo state sempre nella stessa squadriglia… ti sento veramente vicina…come una sorella Pietro: sei sempre attivo, vitale, solare ma con me sei stato anche un vero amico, calmo pronto ad ascoltar-mi e a volte rimproverarmi Flora: so che ora non è più in clan, ma io credo che dovrebbe essere un esempio: nonostante creda forte-

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mente nello scoutismo ha scelto, ha fatto una scelta come la sto facendo io ora. Ema: ci conosciamo da un sacco di anni e forse non so ancora come sei, ogni vol-ta mi stupisci. Continua a farlo, fa bene! Vale: come dimenticarti. Quest’anno in route sei stata favolosa… ma poi quanto sono sexi i finley? Monti: spero tu non ti offenda se ti dico che sei stato la mascotte del nostro grup-po. Ah ora puoi dircelo: ma poi topolino l’ha mangiata la colazione che gli ha pre-parato pippo??? Marta: non ci siamo viste per un bel po’ di anni a causa dei mille anni che ci se-parano ma ti ho ritrovato in clan sempre favolosa come sei! Mi sono trovata bene l’anno scorso… Dani: non ho avuto tanto tempo per conoscerti come per gli altri…ma forse un po’ ho conosciuto come sei…sii sempre te stesso. Laura e Marivalli: appena arrivate, ma avete lasciato un grosso segno in me…simpatiche, socievoli ma soprattutto con la voglia di buttarsi in una nuova av-ventura come quella di farsi accettare da un nuovo gruppo! ci siete riuscite! E l’ex noviziato: che dire.. un gruppo di pazzi! E in ultimo, ma forse la persona più importante che è sempre stata presente nel nostro cammino e prega per noi ogni giorno: don Michele! Anche se ti hanno mandato lontano da noi ti sentiamo sempre vicino…mi sento di parlare per tutti perché credo sia un pensiero comune. Quello che posso dire per me è che è stato un piacere fare il percorso della partenza, mi hai chiarito molti dubbi e rassicurato cancellando le mie insicurezze. Hai capito quello che ho provato lasciando il clan e il gruppo e ti sei messo così tanto a disposizione per farmi essere qui questo giorno, in questo momento! Grazie. Questi anni trascorsi nel gruppo mi hanno modellato, mi hanno fatto compren-dere cosa vuol dire “fare del bene”: sono felice se so che la persona che ho al mio fianco sta bene. Un amico lo chiama malattia dello scout. Non so se ha ragione, so solo che il servizio sarà sempre un elemento fondante della mia vita e per la mia crescita. So che il mio percorso non finisce qui, ma la partenza è solo l’inizio di un lungo cammino per capire me stessa, per mettermi alla prova vivendo la vita come servi-zio alle persone con la speranza che questo porti al raggiungimento del progetto che Dio ha per me. Chiedo, quindi, di entrare nella comunità capi, di essere una piccola pedina al-l’interno del gruppo scout Cassina I con la speranza di fare grandi cose. Questa nuova avventura non so dove mi porterà, non so cosa mi aspetta di preci-so; ma spero di riuscire a portare avanti, anche col passare degli anni, questa mia scelta. Chiedo ai capi di accompagnarmi in questo nuovo viaggio che intraprendo, di es-sermi vicini nei momenti di difficoltà e di sapermi consigliare bene per diventare un buon capo. Ma soprattutto, un aiuto particolare lo chiedo a Dio. Che possa essere sempre con me lungo il mio servizio, lungo tutta la mia vita al fine di essere un esempio per lupetti/e ed esploratori/guide. Aiutami a percorrere la strada del bene per realizza-re il progetto di vita che hai per di me. Buona strada a tutti!

gloria

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a quanti anni siete entrati negli scout?

raksha- a 8 anni nel branco croce del sud phao- a 10 anni nel branco bianca luna

quanti anni avete? ra- 20 quasi 21 ph- 19

quante specialità avete preso in branco?

ra- kim,amico della natura e cuoco ph- solo tre purtroppo: kim, atleta e amico della natura

in quale sestiglia eravate in branco?

ra- neri e bianchi ph- rossi e neri (w milan)

cosa vi ha spinto a entrare negli scout?

ra- i miei genitori ph- un'amica che già li conosceva

qual'è stata l'esperienza più bella in branco?

ra- le vacanze di branco e le ambien-tazioni ph- le ultime v.d.b. a Piazze

in branco cosa pensavate dei capi?

ra- mi trovavo molto bene e con al-cuni mi tengo in contatto tuttora ph- mi trovavo bene soprattutto con akela

quale squadra tifate? ra- odio il calcio ph- milan sempre e comunque

come mai avete deciso di di-ventare vecchi lupi?

ra- io non sono un vero e proprio vec-chio lupo, sono aiuto capo e non l'ho scelto io, ma mi è stato proposto dai mie capi clan ph- anche io sono un rover in servizio e ho accettato questo servizio in branco; mi interessava sapere com’era la vita di branco vista dalla parte dei vecchi lupi

che personaggi siete? ra- io sono raksha e dovreste sapere quale personaggio sono: mamma lu-pa! ph- io sono phao, un lupo che si rive-lerà molto importante per la storia del branco

come vi trovate in branco? ra- molto bene siete tanti, belli, bravi, ma casinisti ph- mi trovo molto bene e non pen-savo di riuscire a sopportarvi tutti quanti

avreste preferito andare a fare servizio in reparto?

ra- è giusto fare un po' e un po' ph- visto che è il mio primo anno, non mi cambiava molto

saluti da: Mattia,Paolo T.,Bea M.,Alessandra

C.,Anna B.e Fra A.

RAKSHA E PHAO I VECCHI LUPI PIÙ SIMPA MAI VISTI -conosciamoli-

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GIOCATE CON IL BRANCO Quanti di voi conoscono bene il branco? Vi mettiamo alla prova!! Si proprio così... Vogliamo vedere se vi ricordate proprio tutto. Un modo carino per condividere qualche cosa sulle nostre cacce. Riempite le caselle orizzontali secondo le definizioni, chi sa che cosa com-parirà in verticale?! Buon divertimento!!

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1. L’albero a cui fratel Bigio, si apposta per cacciar Shere Khan; 2. Lo è Hathi; 3. La parola Maestra ripetuta da Mowgli a Chil per avvisare Bagheera e Baloo della sua posizione, dopo essere stato rapito dalle Bandarlog: “....Guarda su!”; 4. E’ il lupo solitario della giungla; 5. E’ il maestro della giungla; 6. E’ composta da 4 prede, che il lupetto prende per salire in cima alla rupe; 7. La sestiglia rappresentata da due colori;

8. Lo lancia il capo sestiglia alle promesse: Il grande....; 9. E’ il picchio della giungla; 10. Il cucciolo d’uomo; 11. Colui che offre un toro grasso, fresco di uccisione, al branco in cambio dell’accetta-zione del ranocchio nudo; 12. Il fiume della giungla; 13. Dove caccia il branco; 14. Specialità dei 5 sensi; 15. La tartaruga della giungla;

Branco Bianca Luna

Le soluzioni: 1. Dack 2. Elefante 3. Hillo 4. Wantolla 5. Baloo 6.Pista 7. Pezzati 8. Urlo 9. Pherao 10. Mowgli 11. Bagheera 12. Waingunga 13. Giungla 14. Kim 15. Ohoh

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La storia di cappuccetto rosso C’era una volta una bambina tanto carina e dolce che era amata da tutti ed era chiamata Cappuccetto Rosso perché indossava sempre una bella mantellina di colore rosso…..

La mamma della bambina tutti i giorni preparava un bel cestino pieno di provviste e mandava Cappuccetto Rosso dalla nonna per portarglielo.

Così un giorno, come di consueto, la mamma disse:

Così Cappuccetto Rosso decise di andare a casa della sua cara nonnina, non dando troppo peso alle

raccomandazioni della mamma…………..

“Prendi il cestino, cara. Ho preparato un pranzetto davvero speciale per la nonna,

mi raccomando portaglielo subito e, mi raccomando, non fermarti a parlare con

nessuno nel bosco!”

…….quando all’improvviso un temibilissimo lupo, con un balzo incredibile, piombò dinanzi a lei

spaventandola tantissimo……..

…….infatti si fermò nel bosco a raccogliere dei fiori da portare alla nonna, senza troppo

preoccuparsi di guardarsi intorno……

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Così se la diede a gambe e scappò verso la casa della nonna, pensando di non essere seguita dal lupo……..ma l’animale, furbo, non solo la seguì ma

riuscì ad entrare in casa della nonna prima di cappuccetto rosso…così aprì la porta e………………….

Mangiò la povera nonna che ingenuamente aveva lasciato la porta aperta per la

nipotina……Dopodiché si mise nel letto facendo finta di essere la nonna stessa!!

Quando Cappuccetto Rosso entrò in casa non si accorse subito che nel letto c’era il lupo

e non la nonna. Così quando si avvicinò per darle il cestino……..GNAM…..il lupo mangiò

anche Cappuccetto Rosso.

Ma proprio in quell’istante il valoroso cacciatore, avendo seguito il lupo cattivo,

entrò in casa e con la spada trafisse il lupo……

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APPROFITTIAMO DELLO SPAZIO per pubblicare questa bellissima foto scattata dopo il giocone del Thinking Day (o meglio conosciuto dal clan come Tinky Winkie!!!!!!!).

Ma quanto siamo belli????!!!!!!!!

…..facendo attenzione a non ferire le due vittime, ancora nel ventre

dell’animale……..

Così riuscì a salvare Cappuccetto Rosso, la sua nonna…..

E vissero tutti felici e contenti…….!!!!!!!!

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Aprile per il nostro reparto è stato il mese della squadriglia. E’ iniziato con delle uscite di sq. ben organizzate… ma che hanno saputo far fronte anche a imprevisti dell’ultimo minuto! Gli EG sono stati quindi messi alla prova con delle missioni specifiche per ogni sq. in base agli ambiti delle loro imprese. E l’ultima prova del mese è stata il San Giorgio che ha visto le nostre squadri-glie scendere in campo per una grande gara tecnica di tre giorni che ha coinvol-to quasi quaranta squadriglie di tutta la nostra zona. …E se la squadriglia è il centro della vita di reparto questo è stato un mese fon-damentale e indispensabile che ha contribuito a fare da trampolino di lancio per i nostri EG per tuffarsi con entusiasmo nell’ultima parte dell’anno… Ma non sarò io a dilungarmi in racconti perché lascio la parola ai protagonisti assoluti di queste imprese che credo siano state, per i ragazzi, l’occasione per affiatarsi e approfondire lo spirito di sq., ponendo delle buone basi in vista del campo estivo [N.d.R: gli articoli sulle imprese e specialità verranno pubblicati sul prossimo numero di Parliamoci]. Ma sono state anche un momento privilegiato per sperimentare in pieno quell’autonomia che per noi rimane un obiettivo fondamentale a cui puntare. Certamente deve essere un cammino graduale, in cui accompagnarli passo dopo passo. Ed è un andare un po’ controcorrente, in un tempo come il nostro, il voler affidare delle responsabilità come queste a dei ragazzi che non hanno più di 16 anni, ma riteniamo che questo strumento, pen-sato 100 anni fa dal fondatore dello scoutismo, abbia ancora piena attualità e sia

una delle poche occasioni che permettono ai ragazzi di mettersi dav-vero alla prova, contando sulle loro forze… E’ un affidare responsabi-lità, è un dare fiducia, è chiedere tanto… ma per permettere a loro di dimostrare a noi e se stessi che sono in grado di puntare in alto, di progettarsi e di arrivare a realizzare le loro imprese. E per questo ri-sulta fondamentale tutto il percorso che li porta fino alla meta… a volte ancora di più che il raggiungimento della meta stessa. Senz’altro costa fatica… ai ragazzi viene chiesto uno slancio in più, l’impegno di organizzarsi da soli, di prendere in mano le redini; a noi capi e genitori viene chiesto di dare loro fiducia e di accompagnarli in

questo cammino verso l’autonomia… All’inizio portandoli per mano, poi cam-minando di fianco a loro e alla fine seguendo da lontano i loro passi (cosa che sembra facile ma che di solito è la parte più difficile). Non sono compiti facili, ne siamo consapevoli, ma, se ben preparate e sfruttate, possono essere occasioni davvero uniche di crescita! Grazie allora a voi genitori per la fiducia che date a loro e a noi! Buon sentiero a tutti…

Chiara—Pettirosso Gioioso

Chiedere tanto… ma per permettere ai

ragazzi di dimostrare che sono in grado di

puntare in alto, di progettarsi e di arrivare

a realizzare le loro imprese.

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Carissimi lettori, qui è un membro dell’anonimo noviziato che come ho detto è ancora anonimo nonostante siamo quasi arrivati alla fine dell’anno. Penso che qualcuno non sappia neanche della nostra esistenza ma ahimè esi-stiamo anche noi e non potete farci niente; comunque già che ci sono vi parlo di noi!! Forse non vi interessa la storia della nostra vita perché avete qualcosa di meglio da leggere o da fare ma anche io voglio partecipare a questo giorna-lino!!! Siamo 3 ragazzi gemellati con il noviziato di segrate perché anche loro erano in pochi (solo 3 ragazzi e una ragazza). Forse non sapete cosa vuol dire gemellati?? Beh è banale: vuol dire che ci sia-mo riuniti in un solo gruppo così da raggiungere un numero di ragazzi mini-mo da dare un senso alla parola NOVIZIATO!!! Comunque abbiamo fatto, come tutti i gruppi, delle uscite di strada e di servi-zio, per esempio in un centro per “ragazzi” con problemi mentali, ai quali ab-biamo animato un pomeriggio con giochi e canzoni suonate dalla nostra chi-tarra: Francesco (Abba per gli amici). Direi che non c’è molto da dire, nel senso che alla fine abbiamo fatto attività come tutti voi, ma un particolare interessante è stata la scelta di fare un fazzo-lettone di noviziato così da ricordarci di loro alla fine di questa esperienza quando torneremo nel clan di Cassina; forse qualcuno si ricorderà del fazzolet-

tone perché lo avevamo all’uscita del Thinking Day. Posso dirvi ancora che abbiamo deci-so che questa estate come route esti-va andremo a fare strada in Piemon-te aggiungendo alla fine della route una discesa di rafting. Auguro un buon sentiero e una buo-na strada a tutti e un buon campo estivo. Ciao,

Panda Socievole

Ovvero: Ovvero: Ma che fine ha fatto il noviziato del Cassina???Ma che fine ha fatto il noviziato del Cassina???

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Il clan e le dure prove di fede della route di Pasqua...Il clan e le dure prove di fede della route di Pasqua...

UNA BELLA FOTO DI GRUPPO nel

chiostro del convento

insieme a i frati, le suore e ai clan

del Brescia5 e del Cormano...

“Per lo scatto

sorridete dicendo: Padre Ouiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!”

E’ stata propria un’esperienza intensa e positiva quella che come clan abbiamo vissuto dal 20 al 23 aprile a Camposampiero (Pd) presso il convento dei frati minori conventuali, un ordine della “grande famiglia” dei frati francescani. In questi quattro giorni abbiamo vissuto, insieme alle scolte ed ai rover di altri due clan, Brescia 5 e Cormano, il Triduo Pasquale. Questo allegro gruppo di 50 giovani scout è stato guidato nei lavori di servizio al convento e nelle numerose (aspetto che prima della partenza preoccupava molti di noi) celebrazioni ed attività di riflessione da quattro frati e due suore a loro volta ospiti del convento. Come sempre, e questa volta ancora di più, è difficile riportare su carta le sensazioni, le emozioni ed i pensieri che ho vissuto in questi quattro giorni, è più facile (e bello) viverle di prima persona. Per-ciò mi limito a sottolineare i due aspetti che mi hanno colpito maggiormente: • Il constatare che tanti ragazzi di età compresa tra i 17 ed i 21 anni hanno deciso di dedicare 4 gior-ni delle proprie vacanze ad un intenso cammino spirituale e che l’abbiamo vissuto bene scoprendo la bellezza e la ricchezza di pregare insieme. • La serenità che i frati e le suore ci hanno testimoniato con le loro azioni, anche le più semplici e quotidiane, e che sono stati capaci di trasmetterci con le loro parole durante i momenti di riflessione, di preghiera ma anche nei colloqui più informali. Ciao!

Ste

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Prima di partire per la route ero un po’ preoccupata perchè pensavo che sa-rebbe stata una noia mortale! Non ero e non sono abituata a pregare così tan-to… E infatti al'inizio avevo fatto una battutina cretina che era: “o divento super cristiana o addirittura divento buddista!!”. Tutto sommato invece mi è piaciuto pregare in compagnia, e mi sembra strano che in certe preghiere era come se mi "rispecchiavo". Di questo mi meraviglio! La veglia poi è stata bel-lissima, peccato che ero un po’ stanca che non ero al 100% attiva. Il momento della festa finale è stato veramente bello: mi sono divertita un sacco.!! Poi il servizio è stato bellissimo: la cosa migliore è che ero l’unica del Cassina in quel servizio e così ho avuto modo a conoscere di più le persone. Tra l’altro ho rivisto una mia amica che non vedevo da tanto e questo mi ha fatto tanto piacere. Poi ho fatto conoscenze con IL MITICO BRESCIA 5!!! SO-PRATUTTO FORZA THOMAS E MICHELE .....MAMMA MIA CHE BEL-LI!!!!!!!!! ..... COMUNQUE MI SN DIVERTITA UN SACCO e mi piacerebbe ancora fare qualche uscita o route con il Brescia 5!Chissà perchè?!!!!! Ma non solo per loro, anche per le mie amiche!!

Vabbè ciaoo by Mary Vally!!

“Che gioia ci hai dato Signore del cielo Signore del grande universo…” Sono tornato dalla route di Pasqua canticchiando così! Ero davvero felice perché durante i quattro giorni avevo vissuto sulla mia pelle una sensazione che prima mi sembrava lontana, o forse troppo trascendete! Era gioia…ma una gioia un po’ particolare.. Mi dava gioia percepire che Pietro (intendo l’apostolo di Gesù, non me stes-so!!!) era un uomo come noi. Così come lui faticava sulla sua barca, buttava le reti e a volte deluso le tirava su vuote, anche noi in quei giorni abbiamo lavo-rato nel convento, abbiamo faticato coltivando la terra, zappando le vigne, pulendo o imbiancando il convento… Ed è proprio in quei momenti che qualcuno del nostro clan ha coniato la nuova regola dell’ordine dei frati: “Ora et scout laborant!!!”. Scherzi a parte… In particolare proprio questo contatto con la terra (proprio facendoci umili coltivatori della vigna del Signore!!!) mi ha avvicinato molto a Gesù. Mi ha ricordato che anche Lui era un uomo come noi. Faticava come noi. E da uomo ha sopportato la sofferenza della croce per gli altri e per noi. Tutto ciò mi dà gioia così come sono contento e grato quando un amico mi aiuta, si spende e si sacrifica per me. E poi mi rende consapevole dell’esem-pio che Gesù ha dato a tutti noi: grazie al Suo esempio credo di aver percepi-to il senso, l’importanza e (perché no?) la necessità del sacrificare me stesso (il mio tempo, le mie energie..) per gli altri. “…e hai salvato tutti noi uomini come te tutti noi, uomini come te..”

Pie’

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Ciao a tutti !!!!! Cosa dire di questa route se non che è stata magnifica nonostante il timore iniziale del tipo "come potrò sopportare le mille ore di preghiere continue!". In ogni caso sono partita, alme-no dal mio punto di vista, con il proposito di portare a casa qualcosa di positivo... E alla fine ci sono riuscita!! =). Ho ritrovato una fede che credevo di non avere, la capacità di rendere ancora più con-creto il mio incontro con il Signore come ad esempio nella mia preghiera personale e nel gesto del-l'abbraccio della croce, un momento che resterà per sempre nostro. Per questo e le mille altre emo-zioni che ho provato non posso che ringraziare di cuore i frati che ci sono stati vicini e che mi hanno permesso di vivere tutto questo e il mio clan che insieme agli altri hanno reso questo soggiorno an-cora più bello .... GRAZIE di cuore soprattutto a te Signore che l'hai reso possibile.

Lu

QUALCHE SCATTO DALLA SETTIMANA COMUNITARIA DEL CLANQUALCHE SCATTO DALLA SETTIMANA COMUNITARIA DEL CLAN Un momento importante per il clan di

quest’anno è stato sicuramente la fantastica settimana comunitaria!!!

Siamo stati ospitati dall’oratorio SDS dal 25 febbraio al 1 marzo e in un solo enorme stanzone abbiamo dormito, mangiato,

studiato, giocato… insomma vissuto insieme in allegria.

È stata davvero un’esperienza positiva quest’anno perché ci ha permesso di

crescere molto come comunità… Vi lascio a qualche foto: nella prima il

sottoscritto sta istruendo Akela e Bagheera (venuti a scroccare una cena insieme al resto della CoCa!) sul famoso

“dilemma del prigioniero” e su altre diavolerie di sociologia che stavo

studiando in quei giorni!! Nelle altre due invece Ale e Dani alle prese per la prima e l’unica volta con i fornelli aiutati da Laura

e Lucrezia!!!!!! Pie’, Husky Tenerone GRAZIE

MAMMA CUOCA =)

Grazie a don Paolo e all’oratorio che ci hanno ospitato e scusateci per le

dimenticanze nella pulizia finale…

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Credo di non sbagliare se dico che il 1° maggio è un giorno gradito un po’ a tutti, perché corrisponde alla Festa dei Lavoratori e permette un piccolo stac-co da scuola e lavoro. Per me è un giorno speciale, perché segna l’inizio di un mese a me caro. Due i motivi: A maggio di due anni fa è nato il mio piccolo Giacomo e da allora la festa della mamma, che ci ricorre in questo mese, è diventata per me doppiamente speciale.

Secondo, ma non meno importante, maggio è il mese maria-no, ovvero il mese dedicato alla Madonna. Ricordo con tenerezza quando, da bambina e poi da ragazza, a maggio si saliva in processione al Santuario della Madon-na della Rosa, ciascuno portando un fiore e una preghiera da offrire a Maria, durante la recita del Rosario. Ammetto che restare concentrati per tutte le 50 Ave Maria era, e lo è tuttora, molto difficile, quasi impossibile. Allora cercavo di recitare con attenzione almeno una decina, chie-

“porta del cielo, stella del mattino, rifugio dei peccatori, consolatrice

degli afflitti, regina della famiglia, regina

della pace”

Ricordo con tenerezza quando, da bambina e Ricordo con tenerezza quando, da bambina e poi da ragazza, a maggio si saliva in processione poi da ragazza, a maggio si saliva in processione

al Santuario della Madonna della Rosaal Santuario della Madonna della Rosa......

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dendo a Maria, con intensità e passione, che quella preghiera che portavo in cuore venisse esaudita. Poi, sempre scorrendo i grani della corona (non ne perdevo uno!), la mia voce continua-va a seguire le altre, ma gli occhi erano rapiti ora da un partico-lare della chiesa, ora dalla bellissima statua della Madonna, ora dalla cesta piena di fiori ai suoi piedi, finché non arrivava il mo-mento delle Litanie che ho sempre apprezzato molto, forse per-ché mi stupisco sempre di quanti nomi siano stati dati alla Ma-donna. Ve ne sono di veramente bellissimi: “porta del cielo, stella del mattino, rifugio dei peccatori, conso-latrice degli afflitti, regina della famiglia, regina della pace”. Ma chi è Maria? Maria è “colei che tutte le generazioni chiameranno beata” (Lc 1, 48), perché grazie al suo “Si”, Dio ha mutato per sempre il corso della storia degli uomini. Per Dio, Maria è colei, scelta da tutta l’eternità, per compiere la difficile e insieme bellissima missio-ne di Madre del Messia, nella quale ha potuto realizzarsi il piano di salvezza per l’umanità intera. Per Gesù, Verbo di Dio, Maria è colei che gli ha dato la sua umanità, colei che Lui può chiamare mamma e che lo accompagna e lo sostiene in tutta la sua vita, fin sotto la croce. E per ogni uomo Maria è Madre, una “madre amabile”, una “madre ammirabile”, “madre del buon consiglio”, un rifugio di tenerezza. Anche per noi scout Maria è Madre. I lupetti cantano “Mamma del cielo” e chiedono “rendici tu cortesi e buoni come Gesù”. Il Reparto la invoca “Vergine di luce”, “Madre degli esplorator” e canta “O delle stelle Signora volgi lo sguardo quaggiù, dove i tuoi figli, sotto le tende ti ameranno sempre più”. E i più grandi: “Madonna degli scouts, ascolta, t’invochiam! Concedi un forte cuore a noi che ora partiam! La strada è tanto lunga e il freddo già ci assal, respingi Tu, Regina, lo spirito del mal”. E per me, chi è Maria? Anch’io la vedo come una mamma, soprattutto da quando Dio ha chiamato anche me ad esserlo. La immagino mentre si prendeva cura di Gesù, così come io faccio con Giacomo, mentre lo abbrac-ciava e lo consolava dopo una caduta, mentre lo sgridava dopo una marachella, mentre gli insegna-va tante cose. Lei è per me un grande esempio di pazienza (io non ne ho molta), di umiltà, di forza d’animo, di fi-ducia, di speranza. A lei, tutte le sere, con amore e fiducia di mamma, affido il mio piccolo, chiedendole di proteggerlo, coccolarlo, stringerlo a sé come stringeva a sé Gesù, affinché non si senta solo, ma amato di un amo-re grande, che non tradisce mai.

Alessandra

I lupetti cantano “Mamma del cielo”. Il Reparto la invoca

“Vergine di luce”, “Madre degli esplorator”

E i più grandi: “Madonna degli scouts, ascolta,

t’invochiam!”

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CAMPI DI COMPETENZA per E/G Cosa sono? Sono eventi nazionali organizzati dal settore Specializzazioni dell’AGESCI e sono rivolti ad esplora-tori e guide in cammino verso un brevetto di competenza, quindi nella tappa della Competenza o che abbiano già raggiunto il brevetto di competenza e quindi in cammino nella tappa della respon-sabilità. (notare che non è necessario avere già un brevetto di competenza) Questi campi hanno lo scopo di offrire l'occasione per affinare uno specifico ambito di competenza attraverso l'approfondimento ad alto livello di una tecnica, con l'ottica di rendere esploratori e guide pronti in ogni circostanza a ser-vire validamente il prossimo, ad animare la squadriglia e il reparto di appartenenza o anche per consolidare le proprie competenze in vista del cammino nella branca RS. Dove e quando? I capi di competenza sono sparsi in tutt’Italia e sono distribuiti in tutto il periodo estivo (Giugno-Luglio-Agosto). Avete solo da scegliere! Eccone solo alcuni: SHERPA tecniche di vita all’aperto...e noi sopravviveremo (Castigiola VI)

ESPLORAZIONE FLUVIALE IN CANOA TRAPPEUR SEGUENDO LA ROTTA DEL BURCHIO VENEZIANO (Castigiola VI)

MUSIGOLOGY: ALLA RISCOPERTA DEL SUONO E DELLA MUSICA (Castigiola VI)

HEBERTISMO ED ANIMAZIONE SPORTIVA (Melegnano MI)

CAMPI DI COMPETENZA NAUTICA (Pisogne, Bracciano, Sabaudia, Lago d’Orta, Falconara)

L’elenco completo dei campi lo trovate qui: http://www.agesci.org/eventi/campi

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CAMPI DI SPECIALIZZAZIONE per R/S I Campi di Specializzazione per R/S hanno lo sco-po di sviluppare la competenza per poterla mette-re poi al servizio degli altri. Tendono a privilegiare l’attività manuale, a stimolare la capacità di pro-durre e non di consumare, a sollecitare l’abitudine di riflettere sul proprio agire. Ecco un assaggio: 7 GIORNI 7 NOTE: FARE MUSICA IN ROUTE (Bracciano RM)

L’ ACQUA, LA TERRA E IL CIELO ESPLORAN-DO MONTI E FIUMI (Andreis Muinta PN)

QUANDO L ESPRESSIONE COSTRUISCE LA CITTA (Bracciano RM)

L’elenco completo dei campi lo trovate qui: http://www.agesci.org/eventi/campi

CANTIERI per R/S I cantieri rappresentano un'esperienza inserita in un ambito di servizio preciso ma con le fi-nestre spalancate sul territorio che li ospita. Si tratta di un'esperienza che interpella ogni sin-golo partecipante a viverla in prima persona e che lancia una sfida ad affrontare e superare la "frontiera" che viene proposta. Obiettivi prin-cipali dell'esperienza cantiere sono: • La valorizzazione delle proprie motivazio-ni verso una scelta di servizio responsabile e competente (la Partenza!) • La qualificazione del servizio nel territorio Tutti i dettagli li trovate direttamente sul soli-to sito web (che ormai vi consiglio di inserire tra i preferiti!): http://www.agesci.org/eventi/campi

Per maggiori informazioni, chiarimenti, proposte: contattatemi all’indirizzo di redazione: [email protected] oppure chiamatemi: tel 02-9587603

Scoiattolo Scattante

CONTINUA LA SFIDA Avete recuperato le lettere dell’altra volta? Mi raccomando.. se riuscirete

anche in questa impresa vi mancherà solo la sfida finale... che sarà all’uscita di chiusura ... Dove solo i migliori saranno premiati!

Impegnatevi allora!! Ne va del vostro onore e dell’alfabeto fantastico!! VOLTATE PAGINA E INIZIATE A GIOCARE!!!

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ORIZZONTALI 3. In alcuni gruppi non c’è la giungla ma il bosco.. non c’è il lupo ma la.. 6. è il nome del fuoco nella giungla 7. La porta a termine una squadriglia, può essere anche un uscita 10. è stato dedicato a BP, ed è a cassi-na. Recentemente è stata messa la tar-ga. 11. L’ha fatta il clan la domenica del Thinking Day. Può essere anche alle stel-le. 12. E’ l’evento di zona del reparto

VERTICALI 1. E’ l’evento di sfida del noviziato 2. E’ la grande caccia con altri branchi della zona 4. Lo si fà la sera con le scenette 5. Le ha vendute recentemente il cda per fare autofinanziamento 8. L’hanno fatta le zampe tenere per di-ventare lupo della legge 9. Ci va sia il reparto che il branco que-st’estate: in..

ISTRUZIONI: giocare è molto semplice!

Risolvete il cruciverba e riportate nella tabella qui sotto

le lettere dell’alfabeto italiano e fantastico che si corrispondono!

Conservate i risultati!!!

8 9

10

11

12

ϋ

ω

ψ

ρ

Φ

1

2

3 4 5

6

7

Alfabeto fantastico

Alfabeto italiano

Φ ρ ψ ϋ ω

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Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie di tutte le vittime delle mafie

Il 15 marzo ho partecipato a Bari alla marcia contro le mafie e in ricordo delle vittime che queste hanno causato e che purtroppo continuano a causare. Tornata a casa da questa esperienza ho scritto un articolo per un giornalino locale e, su invito della redazione, voglio condividerlo anche con voi. Poteva sembrare una pazzia da giovani avventurosi: prendere il treno alle 19, arrivare a Bari alle 6 del mattino, sfilare e ripartire la sera stessa per tornare a casa. Eppure migliaia di ragazzi della Lombardia, del Friuli, dell’Emilia e

del Piemonte hanno deciso che era una pazzia che andava fatta. Ed io mi ci metto dentro. Orgogliosa di aver partecipato ad una follia collettiva che a ben pensarci risulta molto meno insensata se si riflette sul motivo che ci ha spinto a compierla: dimostrare, insieme ad altre migliaia di persone, che non abbiamo paura della mafia, che purtroppo questo è un fenomeno che esiste, che uccide l’Italia e gli italiani e che va debellato con la forza e la collaborazione di tutti.

Continua a pagina 24

Dal mondo dei Visi Pallidi è la sezione del giornalino dedi-cata all’attualità, a riflessioni e anche a racconti di esperien-

ze particolari. I Visi Pallidi per noi scout sono coloro che non hanno mai

fatto la promessa scout. Invitiamo ciascuno di voi a contribuire (anche replicando

alle opinioni qui espresse). Giorgio Gaber diceva:

LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE

Per collaborare o rispondere scrivete a [email protected] o rivolgetevi ad uno dei redattori.

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Il 15 marzo è stata organizzata dall’associazione Libera la XIII edizione della ''Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie” ed è stato scelto come luogo significativo per la manifestazione Bari, perché anche la Puglia ha bisogno di gridare forte il suo “NO!” alla mafia, perché anche la Puglia è, come si leggeva in numerosissimi striscioni, “un’arca di pace”. Libera si aspettava un massimo di 70000 persone e invece eravamo 100000, e tra questi c’erano tantissimi ragazzi provenienti da tutt’Italia. È stata questa la cosa che mi ha piacevolmente colpito. Si sente spesso dire che i giovani di oggi non s’impegnano in ambito civile, che non hanno interesse per la politica, che sono individualisti e assolutamente non in grado di affrontare discorsi complessi che riguardano le realtà in cui vivono… ma non è così! Noi il 15 marzo a Bari c’eravamo, e siamo consapevoli che la nostra presenza ha significato tanto, benché i media non abbiano dato le dovuta considerazione ad una partecipazione così sentita e straordinaria. Ciò è incredibile: la manifestazione di Bari è stata probabilmente la più grande richiesta di cambiamento da parte degli italiani alla classe politica, richiesta passata, purtroppo, un po’ troppo inosservata. Noi abbiamo detto basta all’illegalità, basta alle vittime innocenti di mafia, basta ai cittadini che vengono lasciati dallo stato a combattere da soli, basta al pizzo, basta all’omertà, basta ai politici che per una manciata di voti si legano con le cosche, basta a

quelli che festeggiano con i cannoli quando vengono condannati per favoreggiamento di mafiosi… ma lo Stato italiano da che parte sta? Tutti vogliamo una risposta chiara e definitiva a questa piaga. Il corteo del 15 marzo era un serpentone lungo e coloratissimo che si snodava per chilometri lungo il mare e poi dentro Bari, accompagnato da canti , tamburi, violini e chitarre, ricco di striscioni schietti a accalorati, si respirava

nel l ’ar ia ca lda pr imaver i le un’allegria contenuta nel rispetto delle 705 vittime (conosciute) uccise dalle mafie, i cui nomi sono stati scanditi lungo tutta la durata del corteo. Delle oltre 700 vittime

ricordate, saranno state una decina quelle “ celebri”, tutte le altre erano uomini, donne e bambini innocenti che hanno combattuto senza alzare la voce e che ancora oggi aspettano, nel silenzio e dimenticati da tutti, una giustizia che faccia onore alla loro memoria e al loro impegno. Questa manifestazione aveva soprattutto lo scopo di ricordare i morti innocenti, di unire italiani del Sud e del Nord contro un’istituzione potente come la mafia. Quello del 15 marzo è stato un grido doloroso e commosso, a voce unanime: quella dei parenti delle vittime, quella di don Ciotti, fondatore di Libera; quella di Emiliano, sindaco di Bari; quella del presidente della regione Vendola e soprattutto la nostra, quella degli italiani che chiedono alla classe dirigente un mondo più giusto e più legale in cui vivere.

Marianna

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Una nuova rubrica per i lettori del Parliamoci!! Mancava da diverso tempo tra le pagine del giornalino uno spazio dedicato

ai genitori. Abbiamo voluto ripristinarlo sperando di poter creare un interessante spazio di CONDIVISIONE.

In questa rubrica non scriverà la redazione: si tratta di uno spazio libero, un luogo di incontro e confronto, a cui tutti i genitori e adulti sono invitati a

scrivere condividendo riflessioni di qualsiasi genere e argomento o risposte agli articoli pubblicati.

Sarà sicuramente arricchente per noi tutti sentire la vostra voce, capire cosa apprezzate di più e cosa di meno di quanto facciamo, conoscere i vostri

dubbi e le vostre domande, trarre spunto dalle vostre esperienze. Coraggio!!! Non abbiate paura!!!

Per partecipare scrivete a [email protected] oppure contattare i capi unità o un redattore.

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Come molti di voi avranno inteso, il titolo riprende lo slogan in auge nel mondo dello spet-tacolo per cui nonostante tutto, qualunque di-sgrazia o inciampo si verifichi, si deve andare in scena. In riferimento al mio precedente articolo, ritengo questa mia “adozione” particolarmente azzeccata per approfondire il tema affrontato nel numero scorso.

Per venire quanto prima al dunque, pren-do spunto da quanto abbiamo sentito declamare la prima domenica dopo Pasqua in chiesa durante la declamazio-ne della Parola: “I fratelli erano assidui nell’ascoltare l’insegnamen-to degli apostoli e nell’unione frater-na, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti (…). Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune.” (At 2, 42 e segg). Al di là della visione palesemente idilliaca (e non del tutto veritiera) dei rapporti esistenti nella prima comunità cristiana (altrimenti non si spiegherebbe l’episodio di Anania e Saffira de-scritto poco oltre – cfr cap 5), ciò che più mi inte-ressa sottolineare sono le parole evidenziate in neretto: “un senso di timore era in tutti”; ove il termine “timore” non deve essere inteso alla

stregua di “paura”, bensì di “consapevolezza” e “rispetto”: la consapevolezza che ogni cosa vole-va essere fatta in nome di Dio secondo il Suo co-mando e il rispetto da essa derivante.

Secondo me, noi abbiamo perduto, nei

meandri della Storia che ci ha preceduto, pro-prio questo “senso di timore” che innervava la prima Chiesa. Quel “senso del sacro” che l’uomo medievale (del quale la cultura illuminista ci ha

superficialmente ed erronea-mente tramandato un’immagine negativa) coglieva appena en-trato in una chiesa. Proviamo a riflettere un attimo: chi di noi, oggi, coglie la reale presenza fisica di Dio nel taber-

nacolo? Chi, durante la celebrazione eucaristica percepisce, pur solo minimissimamente, la gran-dezza di quanto sta accadendo? Chi avverte in sé quel senso di smarrimento tipico dell’uomo che sperimenta l’Epifania di Dio (e che è tanto spesso descritto nei Vangeli e nelle vite dei san-ti)? A me è capitato di assistere a cose talmente assurde, durante la celebrazione eucaristica che, se ve le raccontassi, fareste ragionevolmente fati-ca a credere che non me le sia inventate. Una su

Ma perché il senso del sacro

non ci appartiene più?

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tutte: un tizio che, durante l’omelia, sale sull’al-tare per chiedere al sacerdote di far spostare una macchina (a questo punto Grillo aggiungerebbe: «Ve lo giuro!»).

Ma perché il senso del sacro non ci appar-tiene più? Naturalmente, non ho la verità in ta-sca e le risposte possono essere molte, tutte più o meno fondate. Pur non volendo apparire eretico (beh…almeno un po’ spero proprio di sì!), credo che le cause siano paradossalmente da ricercare non solo nell’aumento “industriale” del numero dei battezzati ma, soprattutto, nella “cattiva ge-stione” del mistero di Dio da parte della Chiesa nel corso della sua storia recente. Ma, a questo punto, devo assolutamente spiegarmi, se non altro per cercare di lisciare i capelli rizzati in te-sta a queste mie parole sia ai miei amici della Re-dazione sia ai miei tre lettori.

Se ci prendessimo la briga

di andare a leggere qualche libro di storia della chiesa, scoprirem-mo che agli inizi (I-III secolo) le comunità cristiane (dette anche Chiese) non disponevano di un luogo di culto ufficiale. Le famo-se “agapi fraterne” e la celebrazione dell’Eucare-stia avvenivano nelle case messe a disposizione dell’intera comunità dai fedeli più agiati. Ciò comportava una maggiore conoscenza reciproca tra fedeli e pastori ed una maggiore partecipa-zione. Di ciò ne guadagnavano la carità fraterna e la maturazione della propria fede.

Continuando a leggere, scopriremmo an-che che nei secoli successivi (IV-VI sec) le cate-chesi per i catecumeni (in tal senso illuminanti sono quelle scritte dal vescovo di Milano Am-brogio), cioè per coloro che si stavano preparan-do al battesimo, si dispiegavano in una vera e propria ascesa verso il mistero di Dio fatto uomo e risorto. Solo alla fine, dopo un cammino perso-nalizzato (ogni aspirante veniva assegnato ad un “padrino”, cioè ad credente che lo aiutasse nella comprensione delle catechesi e nella pratica di vita), agli aspiranti veniva rivelato l’evento della resurrezione, così che il suo significato salvifico

non perdesse la propria forza nell’assuefazione del “già sentito”.

Come ben capite, oggi tutto questo non

c’è più! I fedeli sono aumentati di numero e le chiese si sono sostituite alle case, la fede scade nel proforma, quali padrini del battesimo vengo-no scelti dai genitori (e accettati dal sacerdote!) anche persone incapaci di curare la crescita di fede del battezzando. E la resurrezione di Gesù (spesso anche ai nostri occhi diciamoci la veri-tà!), proclamata all’interno di un messaggio or-mai scipito e insipido, ha perso forza.

Senza voler avallare l’intuizione del

fondatore di una setta che purtroppo è riuscita recentemente a farsi riconoscere come Movimen-to Ecclesiale, certamente una comunità più è grande peggio è. Sarebbe necessario che la Chie-sa promuovesse la nascita di tante piccole comu-

nità che andassero a sostituire l’odierna comunità parrocchiale. Ognuna con il proprio pastore. Mi si potrebbe obiettare che non ci sono sacerdoti a sufficienza per far questo. Vero. Ma sicco-me si dovrà andare per gradi

questo è un falso problema. Inoltre, col tempo, rinnovando la fede le vocazioni cresceranno. E comunque continuare col modello attuale è pale-semente da matti.

Sarebbe bene anche ripensare alla propo-sta del cammino di fede, non solo per animare la nascente fede nei battezzandi ma, soprattutto, per rinvigorire quella dei battezzati. Negli scritti dei padri della Chiesa c’è materiale a sufficienza per tentare questo “Rinascimento Ecclesiale”. Sono un eretico davvero? Il cardinale Ri-chelieu, accusato di tradimento da parte della Corona di Francia, ha detto a propria difesa: “Il tradimento è solo questione di tempi”. A mia difesa, dico: “L’eresia è (spesso) solo questione di tempi”. Ho ragione o torto circa quanto scritto in queste due pagine? Ai posteri l’ardua senten-za…

Martin

La fede scade nel proforma...

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PARLIAMOCI ATTORNO AL FUOCO

Giornalino del gruppo scout AGESCI Cassina de’ Pecchi 1

Anno 21° - Numero 4 - MAGGIO 2008

Riprodotto in proprio — COPIA GRATUITA

Direttore responsabile della pubblicazione: Alessandra Bedini

Associazione Guide E Scouts Cattolici Italiani

Gruppo scout AGESCI “Cassina de’ Pecchi 1°” Zona Milano Nord

Per raggiungerci o per informazioni:

Per raggiungerci o per informazioni: Parrocchia Santa Maria Nascente –

Via don Verderio 17 – Località Camporicco – 20060 Cassina de’ Pecchi (MI).

Sito webSito web www.agescicassina.webhop.net

www.agescicassina.webhop.net Community

Community www.agescicassina.itwww.agescicassina.it

EE--mailmail [email protected]@tiscali.it

Potete scaricare ParliamociPotete scaricare Parliamoci A COLORI A COLORI

dalla Community di gruppodalla Community di gruppo www.agescicassina.itwww.agescicassina.it

nella sezione nella sezione “Downloads”“Downloads”