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I gallinacei delle montagne ticinesi 3i Schweizerische Vogelwarte Sempach Stazione ornitologica svizzera Avifauna Report Sempach

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I gallinacei dellemontagne ticinesi

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Schweizerische Vogelwarte SempachStazione ornitologica svizzera

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Schweizerische VogelwarteStation ornithologique suisse

Stazione ornitologica svizzeraStaziun ornitologica svizra CH-6204 Sempach I

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Titolo:

I gallinacei delle montagne ticinesi

Autori:

Dr. Niklaus Zbinden, Dr. Marco Salvioni

Collaborazione, impaginazione e grafici:

Hans Schmid

Illustrazioni:

Paola Ricceri, Pirmin Näf (piume)

Traduzioni:

Dr. Bernard Volet (francese), Dr. Verena Keller (inglese)

Stampa:

Stämpfli AG, Bern

Indicazione bibliografica (proposta):

N. Zbinden & M. Salvioni (2003): I gallinacei delle montagne ticinesi.

Stazione ornitologica svizzera, Sempach; Dipartimento del territorio,

Divisione dell'ambiente, Ufficio della caccia e della pesca del Cantone

Ticino. Avifauna Report Sempach 3. 52 pagine.

Questo volume è ottenibile anche in lingua tedesca:

N. Zbinden & M. Salvioni (2003): Die Hühnervögel der Tessiner Berge.

Avifauna Report Sempach 3. 52 Seiten.

Distribuzione:

Stazione ornitologica svizzera, CH-6204 Sempach

Tel 041 462 97 00, Fax 041 462 97 10, e-mail [email protected]

Prezzo:

Fr. 25.--

Editore:

Stazione ornitologica svizzera, Sempach

Coeditore di questo volume: Dipartimento del territorio, Divisione

dell'ambiente, Ufficio della caccia e della pesca del Cantone Ticino

Direttori di redazione:

Dr. Reto Spaar, Dr. Matthias Kestenholz

ISSN: 1424-7976

© 2003, Stazione ornitologica svizzera, Sempach

Avifauna Report SempachCollana della Stazione ornitologica svizzera di Sempach

Impressum

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Prefazione 4

Riassunto 5

Zusammenfassung 6

Résumé 7

Summary 8

Introduzione 9

Il fagiano di monte 10

La pernice bianca 16

Il francolino di monte 22

La coturnice 28

Sviluppo del piumaggio e muta 32

Adattamenti alla vita in inverno 33

Nutrimento 34

Riproduzione 38

Minacce 42

La caccia in Ticino 46

Altre specie di gallinacei presenti in Svizzera 48

Bibliografia 50

Autori delle fotografie 52

Indice

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I gallinacei selvatici hanno sempre eserci-tato un grande fascino sulle varie fascedella popolazione e molte persone seguo-no con preoccupazione il calo dei loro ef-fettivi registrato in numerose regioni.

La legge federale sulla caccia e la prote-zione dei mammiferi e degli uccelli selva-tici, entrata in vigore nel 1988, concedeai Cantoni, nel quadro di disposizioni bendefinite, un ampio margine di manovranella gestione dell'attività venatoria, maaffida loro anche una notevole responsa-bilità. Naturalmente, tale principio puòessere applicato solo se vengono elabora-te le basi necessarie per valutare l'evolu-zione della diffusione e del numero dieffettivi. Con quasi dieci anni di anticiporispetto all'entrata in vigore della nuovalegge sulla caccia, il Canton Ticino, perce-pendo il peggioramento della situazionecon il passare del tempo, ha avviato un'at-tività di monitoraggio degli effettivi dellediverse specie, e in particolare del fagianodi monte.

L'Ufficio federale competente per il set-tore della fauna selvatica auspica natu-ralmente che il suddetto programma dimonitoraggio continui ad essere portatoavanti e che i relativi risultati siano ade-guatamente impiegati per la pianificazio-ne della caccia. Solo in tal modo, infatti,la caccia ai tetraonidi può essere pratica-ta in maniera sostenibile. E solo così èpossibile garantire che questo preziosopatrimonio naturale venga gestito in mo-do responsabile e rispettoso. Il Canton Ti-cino e la Stazione ornitologica svizzera diSempach sono stati dei pionieri in questosenso e rappresentano sempre più unesempio ed un punto di riferimento pergli altri Cantoni. Ad essi vanno il nostroriconoscimento e ringraziamento.

Dr. H.J. BlankenhornIspettore federale della caccia Settore Fauna selvatica UFAFP

Prefazione

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Le Alpi sono un luogo privilegiato per lapresenza di diverse specie di uccelli, neiconfronti delle quali la Svizzera e il Ticinohanno delle importanti responsabilità disalvaguardia. Sulle montagne ticinesi tro-viamo alcune specie di gallinacei fra lequali spiccano, in particolare per il lorointeresse venatorio, il fagiano di monte ela pernice bianca. Negli ultimi decenni glihabitat idonei a questi uccelli hanno su-bito importanti cambiamenti dovuti sia amodifiche ambientali, quali ad esempiol'abbandono degli alpeggi o l'aumentodella superficie del bosco, sia all'intensifi-cazione delle attività ricreative in prossi-mità del limite superiore del bosco.

Il monitoraggio degli effettivi di tetraoni-di e gli studi per acquisire informazionisulla loro ecologia sono importanti percontinuare una corretta pianificazionedell'attività venatoria o se del caso peruna loro protezione. L'Ufficio della cacciae della pesca del Cantone Ticino, già dall'inizio degli anni '80, controlla l'evoluzio-ne delle popolazioni di fagiano di montee nel corso degli ultimi venti anni ha rac-colto molte informazioni anche sugli altrigallinacei che ora, grazie alla collabora-zione con la Stazione ornitologica diSempach, vengono messe a disposizione,come previsto dalla legislazione venato-ria, degli interessati, e in particolare deicacciatori ma non solo, nella presentepubblicazione.

Direttore Dipartimento del territorioavv. M. Borradori

Direttore Divisione dell'ambientearch. M. Bernardi

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Riassunto

La pernice bianca occupa specialmente imassicci alpini del Ticino settentrionale. Ilsuo limite di distribuzione meridionalesegue in pratica la linea delle cime chesuperano i 2100 m/slm. La pernice predili-ge i versanti esposti a nord dove non esi-stono alberi, in caso di forti nevicate devecercare il nutrimento su ripidi versantisenza neve esposti a sud. Tra il 1991 e il2002 gli effettivi primaverili di pernicebianca hanno subito delle fluttuazionisenza tuttavia mostrare nessuna tendenza.

Il modo di vita molto elusivo del franco-lino di monte fa sì che anche in Ticino leconoscenze sulla sua situazione siano li-mitate. La specie è ben distribuita nelSopraceneri, anche se sono poche le se-gnalazioni che provengono dall'alta Val-le Maggia e dalla Valle Verzasca. Il fran-colino raggiunge le maggiori densità neiboschi continui dell'alta Leventina. Mol-ti boschi ticinesi, con la loro ricca strut-tura e la presenza di numerose specie alegno molle, offrono condizioni di vitafavorevoli al francolino.

La coturnice occupa in Ticino zone fra i1000 e 2500 m/slm, dal Gottardo fino alMonte Generoso, prediligendo ripidiversanti spesso rocciosi esposti a sud econ una vegetazione di tipo subalpino.Oltre che da rocce e massi, riparo e om-bra possono essere forniti anche da ar-busti e alberi sparsi o da piccole superfi-ci d'arbusti nani. Localmente la densitàpuò arrivare a cinque coppie per chilo-metro quadrato. La coturnice evita nu-trimento con una forte componente le-gnosa. In inverno consuma principal-mente vegetazione erbacea e in caso diforti nevicate è costretta a cercare su-perfici di terreno libero a quote più bas-se. La grandezza dei gruppi tra ottobree marzo fornisce indicazioni sullo svilup-po delle popolazioni. I valori erano au-mentati nella prima metà degli anni ot-tanta mentre sono poi fortemente dimi-nuiti fino alla fine del secolo.

I gallinacei selvatici della regione alpinasuscitano grande interesse nelle personesensibili alla natura. Le esigenze per quelche riguarda l'ambiente in cui vivonorendono il loro mantenimento e la lorotutela un compito impegnativo. La si-tuazione delle popolazioni deve dunqueessere tenuta sotto controllo. In Ticinoquesto vale specialmente per il fagianodi monte e la pernice bianca, prede am-bite dei cacciatori. Accanto a queste duespecie in Ticino troviamo anche il fran-colino di monte e la coturnice, per lequali la Svizzera a livello internazionaleha grandi responsabilità di conserva-zione.

In Ticino il fagiano di monte è ben di-stribuito al limite superiore del bosco,dove lo troviamo in particolare su super-fici con buona copertura d'arbusti nani.Foglie, rametti, gemme e bacche d'arbu-sti nani costituiscono la sua principalefonte d'alimentazione. Tra il 1981 e il2002 il numero di maschi in parata inprimavera ha subito delle variazioni an-nuali nel Ticino settentrionale, mentrenel Ticino centrale e meridionale gli ef-fettivi sono diminuiti. Il loro sviluppomostra un andamento parallelo al tassoriproduttivo. La temperatura nella pri-ma fase dello sviluppo dei pulcini e laqualità dell'habitat influiscono in mododeterminante sul tasso riproduttivo. Ipulcini nascono nella seconda metà diluglio nel Ticino settentrionale, quandola temperatura raggiunge i valori medipiù elevati. Nelle regioni dove le superficid'arbusti nani sono rimaste invariate osono aumentate, il tasso riproduttivodipende solo dalla temperatura. Dove ilbosco o l'ontano verde hanno soppian-tato gli arbusti nani, il tasso riprodutti-vo diminuisce. Il prelievo venatorio nelfagiano di monte viene effettuato uni-camente sui maschi e influisce sullastruttura della popolazione. Con unadiminuzione della pressione venatoria ilrapporto fra i sessi è migliorato.

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Zusammenfassung

grenze folgt im wesentlichen der Linieder Berggipfel, die mindestens 2100 mü.M. erreichen. Weil in seinem Lebens-raum keine Bäume vorkommen, mussdas Alpenschneehuhn nach starkenSchneefällen den in der Regel beliebterenNordhang verlassen und die ausaperndenStellen am Südhang aufsuchen. Zwischen1991 und 2002 schwankte der Bestanddes Alpenschneehuhns ohne deutlichenTrend.

Wegen seiner heimlichen Lebensweisesind die Kenntnisse über die Situationdes Haselhuhns im Tessin beschränkt.Die Art ist im Sopraceneri weit verbrei-tet, hingegen sind aus dem nördlichenMaggiatal und dem Verzascatal nur weni-ge Vorkommen bekannt. Das Haselhuhnerreicht seine höchsten Dichten in denausgedehnten Wäldern der oberen Le-ventina. Viele Tessiner Wälder sind reichstrukturiert und bieten dem Haselhuhnmit ihren vielfältigen Vorkommen vonWeichholzarten günstige Lebensbedin-gungen.

Das Steinhuhn besiedelt im Tessin zwi-schen Gotthard und Monte GenerosoGebiete in Höhen zwischen 1000 und2500 m ü.M. Steile bis sehr schroffe fels-durchsetzte Hänge in südexponierter Lagemit subalpiner Rasenvegetation werdenbevorzugt. Lockere eingestreute Zwerg-strauchbestände sowie Bäume und Sträu-cher können ihm an Stelle von grösserenFelsvorsprüngen und -blöcken Deckungund Schatten bieten. Lokal können bis 5Reviere pro Quadratkilometer besetztwerden. Das Steinhuhn meidet stark ver-holzte Nahrungsbestandteile. Es ernährtsich im Winter in erster Linie von Gräsernund Kräutern und ist deshalb nach star-ken Schneefällen gezwungen, tiefere La-gen aufzusuchen. Die Gruppengrössezwischen Oktober und März gibt Hin-weise auf die Bestandsentwicklung. Sostieg die Gruppengrösse in der erstenHälfte der Achtzigerjahre an und sankdanach bis zur Jahrhundertwende wiederstark ab.

Die wildlebenden Hühnervögel des Berg-gebietes stossen bei vielen naturverbun-denen Personen auf grosses Interesse.Wegen ihrer speziellen Ansprüche anden Lebensraum ist ihre Erhaltung undFörderung eine grosse Herausforderungfür den Naturschutz, und ihre Situationmuss sorgfältig überwacht werden. Diesgilt im Tessin ganz besonders für Birk-und Alpenschneehuhn, die eine begehrteJagdbeute sind. Neben diesen zwei Artenkommen in den Tessiner Alpen auch Ha-sel- und Steinhuhn vor, für welche dieSchweiz im internationalen Rahmen einegrosse Verantwortung trägt.

Im Tessin ist das Birkhuhn im Bereich deroberen Waldgrenze weit verbreitet. DieVerbreitung fällt praktisch mit jenen Flä-chen zusammen, auf denen Zwergstrauch-heiden gut ausgebildet sind. Blätter,Triebe, Knospen und Beeren von Zwerg-sträuchern liefern dem Birkhuhn die be-vorzugte Nahrung. Zwischen 1981 und2002 schwankte der Bestand balzenderHähne im Frühjahr im Nordtessin vonJahr zu Jahr, im Zentral-/Südtessin ginger zurück. Die Bestandsentwicklung ver-läuft parallel zur Nachwuchsrate. DieTemperatur in der frühen Aufzuchtzeithat zusammen mit der Lebensraumquali-tät einen entscheidenden Einfluss auf dieNachwuchsrate. Die Küken schlüpfen imNordtessin in der zweiten Julihälfte,wenn die höchsten mittleren Tagestem-peraturen erreicht werden. In Gebieten,in denen die Fläche der Zwergstrauchge-sellschaften gleich geblieben ist oder sichsogar ausgedehnt hat, hängt die Nach-wuchsrate nur von der Temperatur ab.Wo Grünerlen oder dichter Wald dieZwergstrauchfläche zurückdrängen,nimmt die Nachwuchsrate ab. Bejagtwerden nur die Hähne, und die Jagdbeeinflusst die Populationsstruktur. Nacheiner Reduktion des Jagddruckes hat sichdas Geschlechterverhältnis verbessert.

Das Alpenschneehuhn besiedelt im Tessinvor allem die Bergmassive im Norden desKantons. Seine südliche Verbreitungs-

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canton. Sa limite sud de répartition suitessentiellement la ligne des crêtes qui at-teignent au moins 2100 m. Comme il n'ya pas d'arbre dans son habitat, le Lago-pède doit quitter ses pentes favorites ex-posées au nord en cas de fortes chutes deneige, afin de gagner les endroits dépour-vus de neige sur les pentes exposées ausud. Entre 1991 et 2002, l'effectif du La-gopède a varié sans aucune tendancenette.

La situation de la Gélinotte des bois auTessin est mal connue, à cause de son mo-de de vie très discret. L'espèce est large-ment répandue dans le Sopraceneri maiselle apparaît seulement en quelques sitesdu nord du val Maggia et du val Verza-sca. Elle atteint sa plus forte densité dansles forêts étendues de la haute Léventine.De nombreuses forêts tessinoises sont ri-chement structurées et offrent à la Géli-notte des conditions de vie favorables,grâce à la diversité de végétaux à boistendre.

Au Tessin, la Perdrix bartavelle se rencon-tre dans les zones situées entre 1000 et2500 m, du Gothard au Monte Generoso.Elle préfère les pentes raides voire escar-pées, parsemées de rochers, exposées ausud et couvertes de végétation herbacéesubalpine. Des buissons nains dispersés,de même que des arbres ou des buissons,peuvent offrir ombre et couverture à laplace des saillies et des blocs rocheux. Ladensité peut atteindre localement 5 terri-toires par kilomètre carré. La Bartavellene mange pas les parties ligneuses desvégétaux. En hiver, elle se nourrit essen-tiellement de plantes herbacées. C'estpourquoi elle est obligée de se replier àplus basse altitude en cas de fortes chu-tes de neige. La taille des groupes entreoctobre et mars donne des indicationssur l'évolution des effectifs. La taille desgroupes a augmenté dans la premièremoitié des années quatre-vingt mais afortement diminué ensuite jusqu'autournant du siècle.

Les gallinacés sauvages des montagnessuscitent l'intérêt de nombreux amis dela nature. La conservation de ces espècesreprésente un grand défi pour la protec-tion de la nature, à cause de leurs exi-gences particulières envers leur habitat.C'est pourquoi leur situation doit êtresuivie attentivement. Au Tessin, cela con-cerne surtout le Tétras lyre et le Lago-pède alpin, qui sont des gibiers recher-chés. En plus de ces deux espèces, lesAlpes tessinoises hébergent aussi la Géli-notte des bois et la Perdrix bartavelle,espèces pour lesquelles la Suisse porteune grande responsabilité au niveau in-ternational.

Le Tétras lyre est largement répandu auTessin, à la limite supérieure des forêts.Sa répartition recouvre quasiment celledes landes de buissons nains. Les feuilles,les pousses, les bourgeons et les baies desbuissons nains représentent la nourriturefavorite du Tétras lyre. L'effectif des mâ-les de Tétras lyre en parade printanière afluctué entre 1981 et 2002 dans le norddu Tessin alors qu'il a reculé dans le cen-tre et le sud du canton. L'évolution deseffectifs est parallèle au taux de reproduc-tion. La température régnant au débutde la période d'élevage et la qualité del'habitat ont une influence décisive sur letaux de reproduction. Dans le nord duTessin, les poussins éclosent dans la secon-de moitié de juillet, lorsque la températu-re journalière moyenne est la plus élevée.Dans les zones où la couverture de buis-sons nains est restée identique ou s'estmême agrandie, le taux de reproductionest uniquement lié à la température. Auxendroits où les aulnes ou une forêt plusdense ont fait reculer les buissons nains,le taux de reproduction a diminué. Seulsles coqs sont chassés, ce qui influence lastructure de la population. Après une ré-duction de la pression cynégétique, lerapport des sexes s'est amélioré.

Au Tessin, le Lagopède alpin habite sur-tout les massifs montagneux du nord du

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Résumé

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migan to leave the northern slopes thatthey usually prefer and to move to south-exposed parts where the snow disappearsmore quickly. Between 1991 and 2002numbers of Ptarmigan fluctuated withno apparent trend.

Hazel Grouse are very secretive, and theknowledge on this species in the Ticino isvery limited. The species is widespread inthe northern part of the canton, withthe exception of the northern part ofValle Maggia and Valle Verzasca, whereonly few observations are documented.It reaches its highest densities in the largeforests of the upper Leventina. Many fo-rests in the Ticino are well structured andhave a high diversity of soft-wood spe-cies, thus offering a favourable habitatfor Hazel Grouse.

Rock Partridge is found in areas between1000 and 2500 m a.s.l. from the San Got-tardo in the north to Monte Generoso inthe south. It prefers steep to precipitoussouth-exposed slopes with rocks and sub-alpine meadows. Where large rocks aremissing, dispersed dwarf shrubs, bushesor trees may offer cover and shade. Lo-cally, up to 5 territories per square kilo-metre can be occupied. Rock Partridgesavoid strongly lignified parts of plantsfor feeding. In winter, they mainly feedon grasses and herbs and are thereforeforced to move to areas at lower altitudeafter heavy snowfall. Group size betweenOctober and March is an indicator forpopulation trend. In the first part of the1980s group size increased, but after-wards showed a strong decline.

In the mountain areas of the Canton ofTicino on the southern side of the SwissAlps, three of the four Swiss grouse spe-cies occur, i.e. Black Grouse Tetrao tetrix,Ptarmigan Lagopus mutus, and HazelGrouse Bonasa bonasia, and, in addi-tion, the Rock Partridge Alectoris grae-ca. Among people interested in nature,these gallinaceous birds receive a lot ofattention. Switzerland has a high inter-national responsibility for Hazel Grouseand Rock Partridge, and Black Grousecocks and Ptarmigan are sought after byhunters. Conservation and managementof these species is a demanding task,since they all have very special habitatrequirements, and their situation has tobe monitored carefully.

In the Ticino, the Black Grouse is wide-spread along the upper forest limit. Itsrange corresponds with well developeddwarf shrub areas. The leaves, shoots,buds and berries of dwarf shrubs arepreferred by Black Grouse for feeding.Between 1981 and 2002 the numbers ofdisplaying cocks in spring fluctuated inthe northern part of the Ticino, whereasthey declined in the central/southernpart of the canton. Population develop-ment corresponded with reproductivesuccess. In northern Ticino, chicks hatchin the second half of July, in the periodwith the highest mean daily temperatu-res. In areas where dwarf shrub cover re-mained stable or increased, reproductivesuccess was only dependent on tempera-ture at the time of hatching. Wheregreen alder or dense forest replaceddwarf shrubs, reproductive success de-creased. Only cocks are shot, and popu-lation structure is affected by hunting.Sex ratio improved following a reductionin hunting pressure.

Ptarmigan occurs in the Ticino mainly inthe northern mountain massifs. Thesouthern range limit follows the line be-tween mountain peaks reaching at least2100 m a.s.l. Due to the lack of trees intheir habitat, heavy snowfall forces Ptar-

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Summary

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cacciatori e ornitologi. Solo grazie al lo-ro lavoro, talvolta svolto in condizionidifficili, si sono potute raccogliere tuttele informazioni a nostra disposizione. Alfinanziamento del progetto hanno par-tecipato lo Stato del Cantone Ticino, laStazione ornitologica svizzera di Sempache negli anni 1981–1983 la Confederazionecon il Fondo Nazionale Svizzero per laRicerca Scientifica (3.175.81).

Anche le persone non particolarmenteinteressate all'ornitologia conoscono al-meno le qualità gastronomiche delle va-rie specie addomesticate di gallinaceimolte delle quali, dal grosso tacchino fi-no alla quaglia poco più grande di unmerlo, sono importanti dal punto di vi-sta economico. Anche le specie indigenesono comunque apprezzate, in partico-lare come soggetti per film sulla natura.Non sono inoltre pochi i naturalisti checercano di scoprire sul territorio questitalvolta elusivi rappresentanti dell'avi-fauna svizzera, prede ambite anche per icacciatori.

I gallinacei che vivono in Svizzera fannoparte di due famiglie, i tetraonidi e i fa-sianidi. Riguardo alla terminologia tede-sca ai tetraonidi (Raufusshühner) appar-tengono quelle specie con zampe almenoparzialmente ricoperte di piume (gallocedrone, fagiano di monte, francolino dimonte e pernice bianca), mentre le spe-cie con zampe senza piume (coturnice,starna, quaglia) appartengono ai fasia-nidi (Glattfusshühner). A questi ultimiappartiene anche il fagiano comune chegià nell'epoca romana è stato introdot-to nel centro Europa a scopi venatori. Ilfagiano di monte e la pernice bianca so-no presenti esclusivamente nelle Alpimentre il gallo cedrone e il francolino dimonte anche nei boschi del Giura. L'areadi distribuzione del gallo cedrone pre-senta delle lacune e la specie manca to-talmente a sud delle Alpi. Nelle Alpi, aldisopra del limite del bosco, troviamoanche la coturnice mentre la starna, laquaglia e il fagiano comune si riprodu-cono a basse quote.

Nella presente pubblicazione oltre adinformazioni generali sulla biologia e ladistribuzione delle varie specie sonopresentati i risultati e le esperienze dioltre 20 anni di osservazioni dei gallina-cei sulle montagne ticinesi. Alla raccoltadei dati hanno partecipato principalmen-te le guardie dell'Ufficio della caccia edella pesca del Cantone Ticino, ma anche

Introduzione

Su molte montagne ticinesi sono presenti quattro specie di gallinacei. In Valle diCampo (Maggia) nel bosco ben strutturato sopra Cimalmotto possiamo trovare ilfrancolino di monte. Più in alto presso l'Alpe Quadrella, al limite superiore del bosco,l'ambiente è ideale per il fagiano di monte. Nei versanti esposti a sud del Pizzo Bom-bögn vive la coturnice mentre la pernice bianca predilige i versanti esposti a nord.

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Nel fagiano di monte maschio e femminasi distinguono molto chiaramente. Il ma-schio pesa in media da 1200 fino a 1400 ge presenta un piumaggio blu nero brillan-te. E' inoltre inconfondibile per la formaa lira delle timoniere esterne e il colorebianco sotto la coda. In volo sono parti-colarmente visibili la barra alare bianca ela piccola macchia bianca sul bordo ante-riore dell'ala. La femmina è decisamentepiù piccola, pesa da 800 a 1000 g, presen-ta un piumaggio barrato bruno-nero,una sottile barra alare visibile in volo euna coda leggermente forcuta.

Fra maschio e femmina non esiste un le-game di coppia e i maschi formano dei

Il fagiano di monte

La femmina di fagiano di monte, con il suo piu-maggio bruno-nero è perfettamente mimetizza-ta all'interno della vegetazione. Questo risultaparticolarmente vantaggioso durante i 26 a 27giorni di cova.

I pulcini di fagiano di monte nascono nel giro dipoche ore e appena asciutti, sotto la guida dellafemmina, abbandonano il nido e sono subito ingrado di nutrirsi in modo indipendente. Il cibodei primi giorni si compone per la maggior par-te di insetti e ragni. Caratteristica dei pulcini delfagiano di monte è la macchia nera a forma diferro di cavallo sulla testa.

piccoli territori solo durante le paratequando si riuniscono in gruppi. A densitàdi popolazione elevate ancora oggi sipossono osservare nelle Alpi parate conoltre 10 maschi mentre in passato nonerano rari gruppi di 30–40 individui. Imaschi sono particolarmente attivi du-rante il mese di maggio. Nell'arena imaschi cercano di mettersi in mostra perattirare le femmine e lo spettacolo che sipresenta in primavera alle prime oredell'alba è veramente avvincente. I ma-schi competono fra di loro con il canto(rugolio), i fischi e i balzi di imposizione.

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Il maschio di fagiano di monteche rugola prende una posizio-ne caratteristica con la codaaperta a ventaglio. In questomodo il sottocoda bianco con-trasta fortemente con il nerodelle piume della coda creandoun segnale ottico ben visibileanche all'alba. Il rugolio pro-dotto in questa posizione puòessere udito, in condizioni fa-vorevoli, fino a tre chilometri didistanza.

Il salto con le ali semiaperte è un elemento ca-ratteristico durante le parate del fagiano dimonte. Con un breve colpo d'ala il maschio sialza fino ad un metro dal terreno e allo stessotempo si gira in modo d'atterrare girato inun'altra direzione. Poco prima o durante il balzoil maschio emette dei "soffi".

All'apparire delle femmine sui luoghi diparata i maschi assumono un atteggia-mento tipico, con testa abbassata, collorigonfio e ali aperte ricurve sul terreno, ecercano di avvicinarsi ad esse. Quando lafemmina entra nel territorio il maschiocontinua a rugolare con la coda spostatalateralmente finché la femmina mostradi essere pronta all'accoppiamento assu-mendo una posizione accovacciata. La

femmina viene coperta una sola volta, almattino, ma può presentarsi ed esserecoperta anche nei giorni successivi. I ma-schi sono particolarmente fedeli durantetutto l'anno a superfici che si limitano apochi chilometri quadrati.

Il fagiano di monte rimane tutto l'inverno al limite superiore del bosco. Il nutrimentoinvernale del maschio e della femmina non si differenzia di molto. Le femmine simuovono però più spesso dei maschi alla ricerca di fonti di cibo più variate.

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Distribuzione, habitat e effettivi delfagiano di monte

L'areale di riproduzione del fagiano dimonte comprende gran parte della regio-ne paleartica e si estende dalle Alpi fran-cesi fino alla Siberia orientale. Le densitàmaggiori s'incontrano nei boschi borealie subartici e nelle zone di montagna convaste superfici di vegetazione analoga.Esistono inoltre delle popolazioni, relittidell'epoca glaciale, in Gran Bretagna e al-cune popolazioni isolate e minacciatenelle brughiere a basse quote dell'Europacentrale.

In Svizzera il fagiano di monte è presentelimitatamente alle Alpi e Prealpi; la mag-gior parte delle osservazioni proviene in-fatti da altitudini fra i 1500 e 2000 m/slm.La specie vive al limite superiore dellaforesta, in boschi aperti, dove può rag-giungere una densità massima di 10 ma-schi/kmq. Particolarmente importante èla presenza di associazioni di arbusti na-ni, che offrono cibo e protezione quandoil terreno non è ricoperto da neve. Du-rante l'inverno il fagiano di monte si nu-tre invece sugli alberi. Specialmente neiboschi dove domina il larice il fagianotrova su quest'albero una ricca fonte dicibo sotto forma di rametti e gemme,

mentre nelle peccete del nord delle Alpiè importante la presenza del sorbo degliuccellatori.

Negli anni '90 gli effettivi del fagiano dimonte erano stimati a 7500–10000 maschie altrettante femmine. Le popolazionisono sottoposte a importanti fluttuazioni

La maggior superficie continua di presenza delfagiano di monte si trova ad est, dalla Finlandiaattraverso la Russia fino alla Siberia orientale.Inoltre il fagiano è presente sulle Alpi e in partidella Scozia e dell'Inghilterra. Le altre piccolepopolazioni europee sono isolate e minacciatedalla scomparsa di habitat idoneo.

Nelle Alpi il fagiano di montetrova le migliori condizioni divita nella fascia con arbusti na-ni situata nella zona di transi-zione tra il bosco e le prateriealpine, così come ai bordi ditorbiere e paludi.

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sponsabilità nella salvaguardia della po-polazione alpina. In diversi cantoni ilmaschio viene ancora cacciato mentre lafemmina è protetta in tutta la Svizzeradal 1876. In media dal 1992 al 2001 veni-vano abbattuti ogni anno 721 capi, lamaggior parte nei cantoni Ticino, Grigionie Vallese.

che dipendono dalle condizioni atmosfe-riche annuali che ne determinano il suc-cesso riproduttivo. Nelle zone al limite didistribuzione della specie si assiste regio-nalmente ad una diminuzione degli effet-tivi. In base ai conteggi effettuati in di-versi cantoni svizzeri per conto dell'UFAFP,dal 1994 gli effettivi risultano in diminu-zione. Nella lista rossa il fagiano di montefigura come specie potenzialmente mi-nacciata e la Svizzera ha una grossa re-

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A v i f a u n a R e p o r t S e m p a c h

Il bosco di montagna vieneoccupato dal fagiano di montequando, per motivi naturali ograzie al pascolo estensivo, nonsia troppo fitto e presenti unsottobosco con uno strato bensviluppato di arbusti nani.

1972–761993–961972–76

1993–96

La distribuzione del fagiano dimonte in Svizzera non si è pra-ticamente modificata tra i dueperiodi di rilevamento dell'At-lante degli uccelli nidificanti inSvizzera (1972–76 in grigiotratteggiato, 1993–96 in ver-de). Solo in alcuni quadrati allimite dell'area di distribuzionedel nord delle Prealpi la specienon è più presente.

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In cinque zone del Ticino set-tentrionale (rosso), tre del Tici-no centrale (verde) e una delTicino meridionale (ocra), ven-gono effettuati annualmenteconteggi di maschi in parata difagiano di monte.

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Nel Cantone Ticino il fagiano di monte èben distribuito nella fascia al limite supe-riore del bosco, ad eccezione della regio-ne del Mendrisiotto. La sua presenza co-incide praticamente con la distribuzionedella vegetazione ad arbusti nani.

Il limite superiore del bosco gioca un ruo-lo fondamentale nella vita del fagiano. InTicino è composto in gran parte da boschiradi di larice e abete rosso mentre pinomugo e pino cembro sono presenti sololocalmente nelle regioni della Val Piora eValle di Santa Maria. Occasionalmentenell'habitat del fagiano s'incontra anchel'abete bianco. Un ruolo importante lo as-sume l'ontano verde, che s'installa su va-ste superfici al limite superiore del bosco,su pascoli abbandonati o in zone di slavi-ne e smottamenti dove il bosco non riescead insediarsi in modo permanente.

Nel Sottoceneri solo localmente s'incon-trano zone estese di arbusti nani. Il disbo-scamento ha fatto in modo che il faggio,specie della fascia montana subalpina,componga il limite superiore del bosco efaccia quindi parte dell'habitat del fagia-no. Le conifere appaiono spontaneamen-te solo nella Val Colla con il pino mugostrisciante, mentre ad esempio tra il Ta-maro e il Monte Lema le conifere sonofrutto di progetti di rimboschimento.

L'evoluzione degli effettivi del fagiano dimonte mostra delle differenze regionali.Nel Ticino settentrionale tra il 1981 e il2002 si è assistito a forti fluttuazioni manon è stata riscontrata una tendenza si-

Distribuzione e evoluzione degli effettividi fagiano di monte nel Cantone Ticino

La distribuzione del fagiano dimonte corrisponde pratica-mente a quella degli arbustinani come mostra la rappre-sentazione delle osservazionifatte durante il periodo ripro-duttivo dal 1980 al 2002. Mol-ti quadrati chilometrici concondizioni favorevoli, ma senzaosservazioni, non sono in real-tà mai stati visitati. Inoltre nonsi riesce a valutare in quantiquadrati, nonostante le visite eun buon habitat, non è stataosservata la presenza del fa-giano.

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gnificativa. Nel Ticino centrale/meridio-nale, pur essendoci delle fluttuazioni, glieffettivi sono significativamente dimi-nuiti. L'evoluzione delle popolazioni di-pende in modo diretto dal successo ri-produttivo.

In media tra il 1981 e il 2002 la densitàprimaverile è stata di 3,9 maschi/kmq. Ladensità più elevata, con rispettivamente6,6 e 5 maschi/kmq, viene raggiunta nel-le zone di conteggio della Valle di Cam-po (Maggia) e della Valle di Vergeletto,entrambe riserve di caccia. Queste super-fici mostrano una predominanza di laricee poche zone con vegetazione non ido-nea (bosco fitto, grandi pascoli alpini,vaste zone senza vegetazione). Densitàmedie, tra 3,7 e 4,4 maschi/kmq, sonopresenti in altre zone vietate alla cacciama con maggiori superfici poco attrattiveper il fagiano (Valle della Porta/Valle diCugnasco, Valle Leventina/Valle di Blenio,Val Piora). Densità basse, tra 2,5 e 3,1maschi/kmq, si riscontrano in zone congrandi superfici non utilizzate dal fagianoe parzialmente aperte all'attività vena-toria. Con solo 2,8 maschi/kmq la Valle

Bedretto mostra una densità bassa nono-stante la presenza di un habitat all'appa-renza idoneo. La zona di rilevamento èsituata in bandita di caccia, tuttavia l'ele-vata pressione venatoria sul territorio cir-costante ha sicuramente un influsso nega-tivo sugli effettivi all'interno della bandita.

La metà dei maschi esegue la parata sin-golarmente, gruppi con due maschi con-tengono il 21% degli individui mentresolo il 28% dei maschi sono osservati ingruppi di almeno 3 individui. La gran-dezza dei gruppi di parata nelle diversezone varia da 1,2 a 1,7 maschi, in media1,5. I gruppi più numerosi erano compo-sti da 10 maschi. La grandezza dei grup-pi di parata dipende dalla densità e dallastruttura d’età della popolazione. Para-gonato al resto della Svizzera il Ticino hamolti maschi soli e di conseguenza un va-lore basso nella grandezza dei gruppi diparata.

Superficie di arbusti nani (ha)

Mas

chi

130 180 23080

30

25

20

15

10

5

0

N-TI

1985 1990 1995 20000

0.5

1

1.5

2

2.5

Cam

bia

men

to d

ell'i

nd

ice

Tasso riproduttivo nell'anno precedente0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5

-0.5

-0.4

-0.3

-0.2

-0.1

00.1

0.2

0.3

0.4

0.5 Il numero medio di maschi inparata in primavera dipendedalla superficie di arbusti nani:più grande è questa superfi-cie, più maschi vengono osser-vati (sinistra).L'evoluzione degli effettivi di-pende dal tasso riproduttivodell'anno precedente. Con untasso riproduttivo di poco me-no di 2 (numero di piccoli peril totale delle femmine viste) lapopolazione si mantiene da unanno all'altro (destra).

Evoluzione degli effettivi (indi-ce e errore standard) nel Tici-no settentrionale e centro/me-ridionale. Gli effettivi duranteil periodo di studio mostranodelle fluttuazioni, senza unatendenza nel Ticino settentrio-nale (sinistra) e con tendenzaalla diminuzione nel Ticinocentro/meridionale.

Z/S-TI

0

0.5

1

1.5

2

2.5

1985 1990 1995 2000

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La pernice bianca

Le zampe ricoperte di piume della perni-ce bianca ricordano quelle della lepre va-riabile e a questa rassomiglianza si deve ilnome scientifico della specie: "Lagopus"(piede di lepre). Maschio e femmina diquesto abitante della zona alpina sonosimili sia nel colore che nelle dimensioni,da 400 a 600 g. In qualsiasi momento dell'anno il maschio è comunque riconoscibileper la presenza di una banda nera checollega il becco all'occhio. La pernice bian-ca cambia completamente il suo aspettodue volte all'anno. In autunno le piumemarmorizzate brune, grigie e nere delmantello estivo vengono sostituite da

piume bianche e viceversa in primavera.In questo modo durante tutto l'anno ègarantito un piumaggio mimetico, neces-sario per la sopravvivenza in habitat conpoca copertura vegetale.

Nel tardo autunno ogni maschio occupaun territorio di 10–15 ettari. Nei giorniinvernali i singoli individui possono rag-grupparsi, tuttavia i maschi mantengonoil loro territorio e marcano la presenzacon il canto al mattino presto. In primave-ra l'attività canora e le parate aumentanodi intensità e raggiungono il loro massi-mo in maggio/giugno. Con la voce – un

I pulcini della pernice bianca presentano un ca-ratteristico disegno scuro sulla testa che si pro-lunga fino al becco.

La femmina in cova si mimetizza perfettamentenell'ambiente circostante, condizione indispen-sabile per sopravvivere nell'habitat aperto.

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La femmina si prepara per l'inverno: buona partedel piumaggio estivo è già stato sostituito dalpiumaggio bianco.

rumore rauco simile a "una raganella dicarnevale" – e i caratteristici voli di para-ta i maschi delimitano il loro territorio.Durante il volo di parata il maschio si al-za fino a 10–15 m di altezza, apre a ven-taglio la coda mettendo in mostra lepenne nere esterne; rimane un attimosospeso nell'aria e poi, con il collo prote-so in avanti, plana verso il terreno. Unasola femmina s'installa poi definitivamen-te nel territorio del maschio, formandouna coppia con relazione monogama.L’accopiamento è preceduto da un ritualecomplicato. Il maschio gira attorno allafemmina con la testa bassa protesa in

avanti, con la coda parzialmente a venta-glio e trascinando le penne delle ali sulterreno, cercando di convincerla a pren-dere una posizione accovacciata. La covacomincia nel mese di giugno, viene la-sciata interamente alla femmina e durada 21 a 24 giorni. I maschi in estate sispostano ad altitudini superiori, dove piùtardi verranno raggiunti anche dalle fem-mine con i piccoli. Solo alle prime nevica-te autunnali le pernici fanno ritorno nel-le zone di riproduzione.

Le zampe ricoperte di piume della pernice biancaricordano quelle della lepre variabile. Le piumeservono da isolante e aumentano la superficie delpiede facilitando il movimento sulla neve.

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La pernice bianca è ben distribuita nelleregioni artiche e subartiche dell'Eurasia edel Nord America ed è l'unico gallinaceopresente anche in Islanda. Popolazionirelitte dell'epoca glaciale sono presentiin Scozia, sulle Alpi, nei Pirenei, in Giap-pone e Terranova.

In Svizzera le zone di riproduzione si si-tuano tra i 1900 e 2600 metri d'altitudi-ne. Fuori dal periodo riproduttivo la spe-cie può essere osservata fin sulle cime piùalte delle Alpi (osservazione più alta inVallese a 4195 m/slm). In zone idonee divaste dimensioni e ben strutturate, checomprendono vallette nivali, creste espo-ste al vento, rocce con vegetazione e pie-traie, si possono trovare densità massimedi 7 territori/kmq.

La pernice bianca rimane tutto l'annonella zona alpina. In caso di forti nevica-te può effettuare corti spostamenti allaricerca di spazi aperti dove potersi nutri-re. Questi uccelli sono anche in grado discavare con le zampe attraverso la neveper raggiungere il cibo e in casi estremipossono scavare profondi buchi.

Una stima degli effettivi primaverili indi-cava negli anni '90 la presenza in Svizze-ra di 12000 fino a 15000 coppie. In baseai conteggi effettuati dal 1994 a livellosvizzero dai servizi cantonali, gli effettivisono da considerare stabili e la specienon è minacciata.

Nelle Alpi la pernice bianca tro-va condizioni ideali, con vastesuperfici di zona alpina.

La pernice bianca è una specie nordica e la suapresenza nelle Alpi, sui Pirenei e in Scozia è unrelitto dell'epoca glaciale. La specie, dopo il ritirodei ghiacciai nell'ultima glaciazione, ha trovatoin altitudine condizioni favorevoli simili a quelledella tundra artica.

Distribuzione, habitat e effettivi dellapernice bianca

Il salice erbaceo è una piantacaratteristica delle vallette ni-vali alpine e, fintanto che nonviene coperto dalla neve in au-tunno, resta il nutrimento prin-cipale della pernice bianca.

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1972–761993–961972–76

1993–96

La pernice bianca è ben pre-sente sulle Alpi svizzere e ilquadro della sua distribuzionerisulta praticamente immutatotra i due rilevamenti dell'Atlan-te degli uccelli nidificanti inSvizzera (1972–76 in grigiotratteggiato, 1993–96 verde).L'apparente aumento dellapresenza in Ticino è da ricon-durre ad una migliore ricercaeffettuata negli anni '90.

Il cambiamento del clima con l'aumentodella temperatura potrebbe avere riper-cussioni negative sulla pernice, per laquale temperature superiori ai 16 °C so-no già elevate e la costringono ad ansi-mare, ossia ad espellere attivamente ca-lore. Inoltre in inverni con poca neve ilsuo piumaggio mimetico bianco non hanessun effetto.

In diversi cantoni la pernice bianca è cac-ciata e tra il 1992 e il 2001 sono stati uc-cisi in media 742 capi, 531 dei quali neiGrigioni. Seguono in ordine di cattura icantoni Vallese, Ticino e Uri.

La pernice bianca trova il suoambiente ideale nelle Alpi cen-trali. La carta delle densità in-dica valori dell‘ordine di 2 a 4territori/kmq nelle Alpi centra-li. Le superfici distanti dai mas-sicci più elevati sono occupatecon densità di popolazionemolto deboli.

0.512

0.05

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Versanti alpini molto benstrutturati con un mosaico divallette nivali, creste esposte alvento, pietraie e rocce con ve-getazione rappresentano l'am-biente ideale per la pernice.

Distribuzione, habitat e evoluzione de-gli effettivi di pernice bianca nel Ticino

60

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

660 670 680 690 700 710 720 730 740 750

La pernice bianca è presente inmodo preponderante nel Ticinosettentrionale. Più a sud vengo-no occupate solo catene mon-tane che superano i 2100 md'altitudine (in blu).

In Ticino la pernice bianca è presentenella zona alpina, in particolare nellaparte settentrionale del Cantone. Il limi-te di distribuzione meridionale, dove av-

vengono regolarmente casi di riprodu-zione, segue più o meno il limite suddove il massiccio alpino è continuo eraggiunge almeno un'altitudine di 2100m/slm.

Visto che generalmente nelle vallate delTicino centrale e meridionale solo unastretta cresta supera i 2100 m, i territoririsultano allineati e ogni coppia occupacirca 1 km di cresta. Tra il 1996 e il 2002in cinque zone campione idonee vengo-no rilevati all’inizio di giugno i maschi inparata. Il loro numero ha subito dellevariazioni, senza tuttavia mostrare ten-denze specifiche. Nel Ticino settentrio-nale, dove sono presenti ambienti idoneisu vaste superfici, nella bandita di Robiei(Val Bavona) vengono osservate densitàsuperiori ai 6 maschi/kmq, mentre in al-tre quattro regioni parzialmente apertealla caccia la densità varia da 2 a 4.

In autunno individui di pernice biancapossono essere osservati occasionalmen-te tra il Monte Tamaro e il Monte Lema,eccezionalmente anche sul Monte Gene-roso. Dovrebbe trattarsi in generale diindividui giovani alla ricerca di un terri-torio.

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La pernice bianca rimane anche in inver-no nelle zone di riproduzione. In caso diforti nevicate gli uccelli possono spostarsidai versanti esposti a nord, in generalequelli prediletti, a quelli esposti a sud. Inquesto caso si modifica di conseguenza iltipo di nutrimento e nella dieta diventaimportante il brugo.

La pernice bianca rimane nella zona di riproduzione anche in inverno malgrado l'accesso al nutrimento sia talvolta molto limitato(foto: femmina di pernice bianca).

Anche in inverno la pernicebianca trova zone non ricoper-te da neve lungo le creste e lezone esposte ai venti.

1992 1995 1998 20010

0.5

1

1.5

2

2.5

Gli effettivi di pernice bianca,nelle cinque zone di conteggiodel Ticino, mostrano delle va-riazioni ma nessuna tendenzasignificativa. Il grafico rappre-senta l'indice degli effettivi el'errore standard.

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Il francolino di monte è il più piccolo deinostri tetraonidi, pesa da 300 fino a 500 g,ed è il più difficile da osservare. Raramen-te questo discreto abitante del bosco ciappare per più di alcuni secondi. Fortuna-tamente quando s'invola il colore brunogrigio uniforme dell'uccello contrastacon il caratteristico bordo nero della co-da e ne permette una facile identificazio-ne. Entrambi i sessi presentano sulla te-sta piume che, in caso di eccitazione, sialzano formando una piccola cresta. Ilmaschio si distingue dalla femmina per lagola nera.

Il francolino di monte

Il francolino è molto sedentario, durantetutto l'anno ha una relazione monogamae occupa una superficie che va dai 15 ai20 ettari. La nuova ripartizione dei terri-tori e la formazione delle coppie avven-gono in autunno. Il maschio e la femminadurante i mesi invernali possono però vi-vere separatamente. Per marcare i terri-tori i maschi emettono fischi molto acutima udibili solo fino a 100 m di distanza.L'attività di canto, anche durante il perio-do principale degli amori tra marzo emaggio, è abbastanza debole visto cheraramente i territori si trovano uno vicino

Durante i bagni di sole il francolino apre ali e coda e si occupa della cura delle piume.

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I pulcini del francolino hanno una macchia neralarga sul lato della testa e che include anche laquasi totalità dell'occhio.

Il nido del francolino spesso non è nascosto sotto la vegetazione, ma è comunquemolto difficile da trovare a causa del colore mimetico della femmina.

L'impronta del francolino è quella caratteristica dei tetraonidi, con le dita laterali rivoltein avanti con un angolo di 40–50°. L'impronta misura da 4,5 a 5,5 cm e la distanza trale impronte è di 11–12 cm.

In estate e inizio autunno è possibile trovare piume di muta del francolino che rap-presentano spesso l’unica prova di presenza di questo discreto abitante del bosco.

all'altro e i maschi sono dunque poco sti-molati dalla concorrenza. A causa dellasua natura riservata è molto difficile os-servare un francolino e quindi i ritrova-menti di piume, sterco, impronte e buchinella neve diventano indizi molto impor-tanti per accertarne la presenza.

Lo sterco invernale è a forma di salsiccia legger-mente ricurva: 2,5 cm di lunghezza e 0,8 cm dispessore. Quando è fresco la sua punta risultabianca a causa dell'acido urico.

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Distribuzione, habitat e effettivi delfrancolino

Nell'Eurasia il francolino occupa i boschidi conifere e parzialmente le fasce dibosco di latifoglie. In zona montana laspecie nidifica verso sud fino ai Carpazi,le montagne della penisola balcanica,sull'arco alpino e nel Giura. Solo di re-cente la specie è stata confermata nei Pi-renei. Le piccole popolazioni, al di fuoridelle Alpi e del Giura, presenti in Francia,Germania, Belgio e Lussemburgo, diven-tano sempre più isolate le une dalle altree il loro futuro è incerto.

In Svizzera le regioni con maggior pre-senza del francolino sono le Alpi e il Giu-ra fra i 1000 e i 1600 m/slm. A causa delleabitudini discrete di questa specie valuta-zioni sull'evoluzione degli effettivi e sulladistribuzione sono difficili. Tra gli annisettanta e novanta la specie è scomparsada diverse regioni lungo le Prealpi set-tentrionali. Una più attenta ricerca nelleAlpi negli anni '90 ha tuttavia permessodi trovarla in località dove non era statarilevata negli anni '70. Il francolino predi-lige boschi molto strutturati, con un'altacopertura del terreno con arbusti e erbeche gli permettono di meglio dissimularsi.

La presenza di alberi a legno bianco (inprimo luogo betulla, nocciolo, salice,sorbo degli uccellatori e farinaccio) è in-dispensabile, poiché rametti, gemme efrutti gli forniscono nutrimento quandoil terreno è coperto da neve. Boschi conpoche specie, molto fitti o con uno stratoarboreo uniforme vengono evitati. Sugrandi superfici con ambiente ideale la

Nei boschi con funzione pro-duttiva il francolino trova unambiente adatto solo nelleparcelle di ringiovanimentodove è presente una buonacopertura e specie a legnobianco.

Il francolino è ben distribuito in vasti territoridell'Europa settentrionale e orientale e il suoareale raggiunge l'Asia orientale. Inoltre regio-nalmente è presente nelle Alpi e nel Giura conbuoni effettivi mentre le piccole popolazioni iso-late dell'Europa centrale e orientale sono minac-ciate dalla perdita dell'habitat.

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densità può raggiungere 4 territori/kmqmentre localmente può arrivare fino a 8territori/kmq.

Negli anni '90 gli effettivi svizzeri di fran-colino sono stati stimati a 7500 fino 9000coppie. Nella lista rossa la specie figuracome vulnerabile e dal 1962 è protetta intutta la Svizzera.

Il francolino può abitare anche boschicon funzione produttiva se, tenuto con-to della sua presenza, vengono rispetta-te alcune regole. Bisogna ad esempioprestare attenzione che i boschi di coni-fere in altitudine non diventino troppifitti impedendo la crescita del sottobosco.Per mantenere anche vegetazione di le-gno molle è importante che nel boscosiano sempre presenti spazi aperti per ilringiovanimento, dove la successionenaturale di piante pioniere crea condi-zioni favorevoli che non devono veniremodificate con la messa a dimora dipiantine. In una successione naturale leessenze ideali per il francolino s'installa-no in maniera spontanea e vanno man-tenute con interventi di cura. Nel perio-do riproduttivo, tra aprile e luglio, nondovrebbero essere effettuati lavori fore-stali nei boschi dove è presente il fran-colino.

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551972–761993–961972–76

1993–96

Tra i due rilievi dell'Atlante de-gli uccelli nidificanti in Svizzera(1972–76 grigio tratteggiato,1993–1996 verde) il francolinoè scomparso da alcune zone.Tuttavia il grande sforzo di ri-cerca degli anni '90 ha permes-so di accertarne la presenza inaltre regioni, probabilmentenon controllate a sufficienzanegli anni '70.

Boschi con funzione produttiva senza copertura vegetale, arbustiva o erbacea, non so-no adatti al francolino e vengono dunque evitati.

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In boschi sfruttati come pasco-lo estensivo il francolino trovaun ambiente adatto grazie allastruttura molto variata.

In zone di ringiovanimento naturale del bosco o in zone colpite dal vento si crea una vegetazione riccae strutturata che fornisce in estate copertura e nutrimento al francolino. Quando su queste superficiin inverno cadono le foglie ed esse diventano meno attrattive, la specie utilizza come rifugio le giovaniconifere.

Alberi a legno bianco come nocciolo (sinistra), farinaccio (centro) e sorbo degli uccellatori giocano un ruolo importante nell'ambiente delfrancolino. Del nocciolo sono soprattutto graditi i gattini. Sorbo degli uccellatori e farinaccio forniscono da autunno a primavera bacche,gemme e rametti.

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l'estrema difficoltà ad effettuare un con-teggio sistematico di questa specie cono-sciuta per la sua discrezione, non esistonodati sulla densità di popolazione.

Il francolino in Ticino trova ancora moltiambienti adatti. Il bosco non cresce bene,spesso a causa del tipo di terreno, ed è ingenere poco produttivo: risulta quindi fa-vorevole alla specie. Anche le vecchie fo-reste alpine offrono strutture favorevolie un'ampia offerta di alberi a legno bian-co. Il francolino vive di preferenza neiboschi al disopra dei 1000 m/slm. Dallacartina di distribuzione si nota la suamancanza nelle montagne del Luganese,in particolare tra il Monte Tamaro e ilMonte Lema, dove non sono mai statefatte osservazioni. Le foreste di coniferecreate artificialmente tra il Monte Tama-ro e il Monte Gradiccioli sembrerebberoambienti favorevoli, ma per il momentonon sono però state occupate. Questapotrebbe essere una zona ideale per unapotenziale espansione.

Le osservazioni più frequenti si registranonelle zone con boschi di grande esten-sione in Valle Leventina; tuttavia, vista

Distribuzione e habitat del francolinodi monte nel Cantone Ticino

Il francolino vive in Ticino neiboschi al disopra dei 1000m/slm. Le densità più elevates'incontrano nell'alta Valle Le-ventina mentre le osservazioninell'alta Valle Maggia sonoscarse e in Valle Verzasca mol-to localizzate.

In Ticino il francolino di montetrova condizioni di vita favorevo-li grazie alla presenza di boschidi montagna ben strutturati ericchi di specie a legno bianco.

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La coturnice

La coturnice è una specie inconfondibilequando si ha la fortuna di scoprirla tra lepietraie o nelle praterie alpine. Nessunaltro uccello delle Alpi presenta infatti lesue caratteristiche: il becco rosso, le piu-me dei fianchi a bande e la gola biancabordata di nero. Entrambi i sessi hannoun piumaggio simile e il maschio si distin-gue dalla femmina unicamente per lapresenza di uno sperone nella parte po-steriore della zampa. La coturnice pesa inmedia tra 500 e 750 g.

Nel periodo riproduttivo la coturnice vivein modo monogamo in un territorio dicirca 10 ettari. Il maschio delimita il terri-torio tra aprile e giugno con un canto ca-ratteristico. Al di fuori del periodo ripro-duttivo più famiglie possono raggruppar-si in un unico gruppo e, ancora oggi, sipossono osservare fino a 30 individui as-sieme. I gruppi si sciolgono a partire dalmese di aprile quando si formano le cop-pie.

I pulcini di coturnice si distinguono dai tetraonidiche vivono nel medesimo ambiente per un disegnosulla testa meno contrastato. Mostrano inoltreuna riga nera dietro l'occhio.

La femmina di coturnice depone le uova in un luogo riparato e le cova durante24–26 giorni.

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Distribuzione, habitat e effettivi dellacoturnice

L'areale di distribuzione della coturnice èlimitato all'Europa, dalle Alpi occidentalie dalle Prealpi fino al Sud Italia e allapunta meridionale del Peloponneso.

La Svizzera rappresenta il limite setten-trionale di distribuzione della specie chetroviamo solo sulle Alpi ad altitudini tra i700 e i 2700 m/slm, con preferenza dai1700 ai 2200 m/slm. La coturnice prediligei versanti esposti a sud con arbusti nani,pascoli alpini e pietraie. A differenza deitetraonidi si nutre tutto l'anno di erbe eper questo motivo durante l'inverno de-ve sovente abbassarsi ad altitudini menoelevate per trovare il cibo: talvolta puòessere incontrata nei pressi dei monti odei villaggi. La specie ha beneficiato alungo dell'attività agricola di montagna;infatti molte zone rimangono occupategrazie alla presenza di capre che impedi-scono la crescita di felci e la riconquistadel terreno da parte del bosco.

Negli anni '90 la popolazione svizzera dicoturnice era stimata fra le 3000 e 4000

coppie. Gli effettivi sono soggetti a fortivariazioni legate alle condizioni atmosfe-riche che di anno in anno determinano ilsuccesso riproduttivo. Nella lista rossa laspecie figura come potenzialmente mi-nacciata. La Svizzera ospita il 7,5% dellapopolazione europea e ha dunque unaforte responsabilità nella salvaguardiadella specie. In base alla legislazione sviz-zera la coturnice poteva essere cacciataancora fino al 1987; comunque anche inTicino è stata protetta già a partire dal1978.

1972–76

1993–96

La coturnice è ben ripartita nelle Alpi svizzere e la differenza fra i due rilevamenti dell'Atlante degliuccelli nidificanti in Svizzera (1972–76 grigio tratteggiato, 1993–96 verde) è dovuta a lacune nei datiraccolti negli anni '70.

La coturnice ha un piccoloareale di distribuzione con leAlpi come limite nordocciden-tale. Ad ovest la specie confi-na con la pernice rossa mentread est con la ciukar; in unastretta zona di contatto sonopossibili degli incroci fra lespecie.

Il brucamento di alberi e arbu-sti permette infatti il manteni-mento dell'habitat aperto erallenta la successione dellavegetazione.

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In caso di forti nevicate l'erba di cui si nutre la coturnice diventa inaccessibile e ciò la obbliga a spostarsia quote più basse raggiungendo le zone dei monti e alcuni villaggi montani.

Distribuzione, habitat e evoluzionedegli effettivi della coturnice in Ticino

La coturnice è ben distribuita in Ticinodove occupa gli ambienti idonei dal SanGottardo fino al Monte Generoso. Il sitodi riproduzione più basso è stato trovatosul Monte Bigorio (Tesserete) a 1000

m/slm, mentre l'osservazione più elevatain periodo riproduttivo è stata fatta a2500 m/slm.

Come luoghi di nidificazione vengonoscelti di preferenza ripidi versanti rocciosicon praterie alpine e subalpine esposte asud. Le superfici possono contenere anchespazi con arbusti nani, in particolare gi-nepro, uva ursina, mirtillo rosso e brugo.Piccole superfici di arbusti e alberi posso-no fornire ombra e rifugio. Localmente ladensità di popolazione può raggiungerele 5 coppie/kmq.

Quando è possibile, gli uccelli rimangonoanche durante l'inverno nelle zone di ri-produzione, ricercando creste esposte alvento e versanti molto ripidi dove la nevescivola via. Per il nutrimento sono impor-tanti parcelle concimate con sterco di ani-mali domestici o bordi di piccoli ruscellidove è sempre presente dell'erba fresca.

Il rilevamento degli effettivi è impegna-tivo sia dal punto di vista del metodoche dell'esecuzione, ragione per cui iconteggi sono effettuati solo localmentenel comprensorio alpino. La grandezzamedia dei gruppi in inverno (tra il 1980–

Le osservazioni di coturniceraccolte tra il 1980 e il 2002mostrano che la specie è diffu-sa come nidificante sopra i1000 m di altitudine (grigio).

In inverno la coturnice si puòtrovare a basse quote neipressi delle stalle.

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2002 da 2 a 7 individui) può dare indica-zioni sullo sviluppo delle popolazioni.In autunno tra il 1980 e il 2002 sonostati osservati in alcune occasioni grup-pi con perfino 30 individui. Gli effettividella coturnice negli anni novanta era-no inferiori a quelli degli anni ottanta,che mostravano un migliore successo ri-produttivo.

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1980 1985 1990 1995 2000

La grandezza media dei gruppitra ottobre e marzo fornisce in-dicazioni sullo sviluppo deglieffettivi della specie. Dopo unaumento nella prima metà de-gli anni '80 segue una fase conmolte fluttuazioni e dalla metàdegli anni '90 la grandezzamedia dei gruppi è di nuovomolto bassa.

Nella parte alta della zona sub-alpina troviamo la coturniceanche in boschi radi, tuttaviaappena la vegetazione s'infit-tisce la specie si sposta versol'alto.

L'habitat della coturnice in Tici-no è composto da un mosaicodi zone rocciose, praterie alpi-ne e zone senza vegetazionedisposte su ripidi versanti, ingenerale esposti a sud–sud-ovest.

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le buone possibilità di volo. In tutti i gal-linacei le due remiganti primarie esternecrescono più tardi. Queste due penne sidistinguono per forma e colore fra piu-maggio giovanile e adulto e sono dun-que una delle caratteristiche principaliper riconoscere gli esemplari nati nell'an-no da quelli più vecchi (più di un anno).

Negli individui adulti le penne vengonocambiate una volta all'anno, in estate/ini-zio autunno e alcune piume una secondavolta in autunno.

La pernice bianca cambia le piume trevolte all’anno: la muta estiva è completamentre la muta primaverile e autunnale,per cambiare il colore del mantello traestate e inverno e viceversa, riguarda solole piume del corpo. In qualsiasi stagionele ali degli adulti sono sempre bianche ela coda nera con due penne centrali bian-che. Il colore bianco non ha solo una fun-zione mimetica sulla neve, ma proteggeanche meglio dal freddo. L'inizio e la du-rata della muta sono determinati dallecondizioni atmosferiche, in particolaredalla necessità di mimetizzarsi e mante-nere una sufficiente temperatura corpo-rea.

I pulcini dei tetraonidi sono soggetti amolti pericoli e quindi la crescita dellepenne, per permettere loro al più prestodi fuggire in volo, è una priorità. La sosti-tuzione del piumino dei pulcini con dellepenne comincia subito nei primi giorni divita. La crescita del piumaggio giovanilesegue di pari passo l'aumento di peso epermette ai pulcini di fare piccoli voli giàall'età di 10 giorni. I pulcini di coturnicesono in grado di volare dopo sole 3 setti-mane. Lo sviluppo del piumaggio giova-nile e la sua progressiva sostituzione conil piumaggio adulto garantisce che inqualsiasi momento i giovani abbiano del-

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Sviluppo del piumaggio e muta

Il piumaggio permette di di-stinguere, fino alla prima esta-te dopo la nascita, gli individuidi un anno da quelli più vecchi.Nel fagiano di monte la diffe-renza sta nella forma delle dueremiganti primarie esterne, piùappuntite e più screziate nelgiovane (foto a sinistra, a).Spesso la determinazione dell'età è confermata dalla presen-za nei giovani di piume brunedel piumaggio giovanile nellaparte dell'ala più vicina al cor-po (foto a destra).

In soli 3 mesi il pulcino di circa25 g si sviluppa in un fagianodi oltre 1 kg. Per garantire lacontinuità nella pratica del vo-lo, che inizia a 10 giorni di vi-ta, il piumaggio giovanile èsostituito da quello definitivoin una successione particolare:a: pulcino appena nato, b: pul-cino di due settimane, c: fagia-no di monte di circa 5 settima-ne, d: fagiano di monte di cir-ca 3 mesi.

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Grazie ad alcuni adattamenti i tetraonidisono in grado di sopravvivere anche ininverni con forti nevicate senza abban-donare i loro habitat di riproduzione,cosa che non è invece possibile per la co-turnice. Quest'ultima deve avere semprelibero accesso al terreno perché con lesue zampe sprofonda nella neve. Se suiripidi versanti esposti a sud la neve nonscivola via, la coturnice scende a quotepiù basse, per fare poi subito ritorno inaltitudine appena le condizioni lo per-mettono.

Il motto dei tetraonidi durante la stagio-ne invernale è: "risparmio energetico".Infatti il cibo disponibile è molto pove-ro e durante l'autunno non fanno riser-ve di grasso. Alcuni accorgimenti nelpiumaggio, nell'apparato digerente enel comportamento permettono comun-que di minimizzare il consumo energe-tico.

Le piume dei gallinacei sono provviste diun vessillo secondario simile ad una se-conda piuma che migliora notevolmentel'isolazione del piumaggio. Nella pernicebianca anche le zampe sono ricoperte dipiume facendole assomigliare a zampedi lepre. Il gallo cedrone, il fagiano dimonte e il francolino di monte hanno in-vece delle scaglie plantari sulle zampeche ne aumentano la superficie e gli im-pediscono di affondare nella neve. In in-verno l'attività dei tetraonidi è ridotta alminimo con fasi di ricerca del nutrimentoal mattino presto e in fine di pomeriggio,quando nel minor tempo possibile cerca-no di riempire il gozzo. Il resto del giornoe della notte (fino a 20 ore) il tetraonidelo trascorre in buchi scavati nella neve.Anche con temperature esterne moltofredde all'interno di questi buchi l'am-biente rimane relativamente mite e rara-mente si scende sotto i –5 °C. Per ognifase di riposo viene allestito un nuovobuco. In primavera, quando la neve siscioglie, si trovano mucchietti di stercodeposti durante le lunghe fasi di riposoinvernale.

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Adattamenti alla vita in inverno

Il francolino è atterrato nella neve fresca, ha scavato un buco di circa cinquanta cen-timetri nella neve dove ha passato la notte e lo ha abbandonato (a destra) il mattinosuccessivo.

Le piume dei tetraonidi hannodei vessilli secondari ben svi-luppati. Foto: piuma del fiancodi una femmina di fagiano dimonte.

Le zampe del fagiano di mon-te, come quelle del gallo ce-drone e del francolino di mon-te, possiedono scaglie plantarilaterali che aumentano la su-perficie d'appoggio del piede eche vengono sostituite ognianno durante la muta autun-nale. Foto: zampa di un ma-schio di fagiano di monte.

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sterco secco. Il contenuto dell'intestinocieco viene invece espulso un'unica voltaal giorno al mattino, nella forma di unamassa molle e scura.

Per digerire un cibo duro e ricco di fibrei gallinacei e i tetraonidi in particolare,hanno sviluppato adattamenti specificidel tratto intestinale.

Per immagazzinare il cibo i gallinaceihanno a disposizione un gozzo (ingluvie)ben sviluppato dal quale il cibo viene poipassato regolarmente nell'esofago. Il ci-bo non ancora triturato raggiunge lo sto-maco ghiandolare (proventriglio) dove simescola con gli enzimi di digestione, perpoi passare allo stomaco muscolare (ven-triglio). Solo in questo stadio gli enzimicominciano ad agire e il materiale nontroppo legnoso viene ridotto in piccoliframmenti. I muscoli dello stomaco e pic-cole pietre hanno la funzione di macina.La poltiglia prodotta passa poi nell'inte-stino tenue dove continua l'azione deglienzimi a cui si aggiungono quelli delpancreas e le sostanze prodotte vengonoassorbite. Nel passaggio tra l'intestinotenue e l'intestino crasso c'è l'entrata deidue rami dell'intestino cieco. Piccole par-ticelle vengono deviate nell'intestino cie-co dove grazie all'azione dei batteri vienescomposta anche la cellulosa, fornendovarie componenti utili per il metabolismodei tetraonidi. Il materiale più grossolanoche non raggiunge l'intestino cieco vienefatto passare in poche ore e espulso come

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Nutrimento

Sassolini, in generale quarzi, contenuti nello sto-maco di un fagiano di monte e essenziali per lalavorazione del cibo. A causa della frizione diven-tano sempre più piccoli e vengono espulsi comesabbia per cui devono essere regolarmente sosti-tuiti.

Sterco di fagiano di monte ritrovato allo sciogli-mento delle nevi e proveniente da uno dei buchidove l'uccello ha trascorso un periodo di riposo.Specialmente in inverno lo sterco contiene moltomateriale che non si degrada facilmente, ragioneper cui anche in primavera inoltrata si trova ancoramolto sterco nei luoghi dove i fagiani hanno sog-giornato.

Tratto intestinale di un fagiano femmina. L'entra-ta dell'esofago è a sinistra in alto nella foto. Ilgozzo o ingluvie (K) è una protuberanza dell'eso-fago. Dall'esofago il cibo raggiunge lo stomacoghiandolare e poi quello muscolare (M). Dopo ilpassaggio attraverso l'intestino tenue (D) il ma-teriale si separa all'imbocco dei due rami dell'in-testino cieco (B). Il materiale grossolano non piùdigeribile passa nell'intestino crasso (E) e vienevelocemente espulso. Il cibo triturato viene in-vece spinto nell'intestino cieco dove viene lavo-rato ulteriormente dai batteri.

Sezione attraverso lo stomacomuscolare di un fagiano di mon-te. Grazie ai forti muscoli e allapresenza di piccoli sassi lo sto-maco lavora come una macina.Solo il cibo finemente macinatopuò essere ulteriormente utiliz-zato dagli enzimi intestinali.

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E 16,6

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esempio di sfruttare le gemme di speciecon rami molto sottili.

L'intestino dei tetraonidi è molto solleci-tato durante il periodo invernale quan-do, con terreno ricoperto di neve, il cibodisponibile è molto povero in valore nu-tritivo e per ottenere la stessa quantità dienergia gli uccelli devono consumarnequantità maggiori. In inverno sono prefe-rite, se disponibili, specie della famigliadelle ericacee prima fra queste il mirtillonero. Quando il terreno non è accessibile,il fagiano di monte e il francolino dannola preferenza al cibo fornito dalle betulleo altre specie con gattini oppure, in loroassenza, dal sorbo degli uccellatori e dalfarinaccio. Nelle zone dove è presente illarice rametti e gemme di questa conife-ra assumono un ruolo importante nelladieta del fagiano di monte. La pernicebianca, che vive al disopra del limite delbosco, non è adattata alla ricerca di cibosugli alberi e si nutre anche in inverno diericacee e salici nani.

Per la femmina del fagiano di monte èmolto importante che il cibo primaverile,quando si prepara per la cova, sia ricco diproteine e facilmente digeribile. Giovanifoglie o aghi di alberi quali il faggio o illarice rispondono ai requisiti indicati esono spesso disponibili prima della nuovavegetazione al suolo.

Lo studio del nutrimento ha subito unasvolta a partire dagli anni '70 quando ilgruppo di studio dell'università di Berna,facente capo a U. Glutz von Blotzheim,ha sviluppato un metodo per analizzarela composizione dello sterco dei tetrao-nidi. Prima di allora le conoscenze si li-mitavano al periodo autunnale, basan-dosi sul contenuto del gozzo e dellostomaco di esemplari uccisi durante lacaccia, mentre ora è possibile conoscerein dettaglio l'alimentazione durante tuttol'arco dell'anno senza dover abbatteregli uccelli.

Tra l'alimentazione dei tetraonidi (gallocedrone, fagiano di monte, pernice bian-ca e francolino di monte) e quella dellacoturnice (fasianidi) c'è una differenzafondamentale. La coturnice si nutre du-rante tutto l'anno di parti vegetali nonlegnose e ben digeribili mentre i tetrao-nidi sono in grado, in caso di necessità, diconsumare cibo difficilmente digeribile econ basso valore nutritivo come rametti,gemme, aghi di cespugli nani, arbusti oalberi.

Gli individui adulti sono vegetariani efintanto che è disponibile consumano ci-bo facilmente digeribile. Particolarmenteapprezzati sono semi e bacche che a fineestate e in autunno vengono consumatida tutte le specie. I pulcini si nutrono in-vece in un primo periodo di invertebrati(insetti e ragni) ricchi di proteine che per-mettono loro una rapida crescita e la for-mazione della forte muscolatura necessa-ria per il movimento e il volo.

Molti studi sull'alimentazione mostranoche i tetraonidi fanno una forte selezio-ne nella scelta del cibo e questo in tuttala loro area di distribuzione e secondo imedesimi principi. Contenuto in sostanzenutritive, digeribilità e rendimento nellaricerca e raccolta sono i fattori che deter-minano la scelta del nutrimento. Le diffe-renze nella scelta del cibo dipendono an-che dal peso del singolo individuo e dalladisponibilità locale di nutrimento. Il pesodi un gallo cedrone non gli permette ad

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Scelta del nutrimento

Epidermidi di piante consumateda tetraonidi viste al microsco-pio. Dall'alto al basso: rosa del-le alpi (foglia), ginepro (ago),abete bianco (ago), mirtillo ne-ro (rametto).

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singole specie vegetali, piuttosto scelgonoin base al contenuto in sostanze nutritive,alla digeribilità e disponibilità del cibofra le specie che sono presenti nel loroambiente.In Ticino esistono diversi studi sulla com-

posizione del nutrimento del fagiano dimonte, della pernice bianca e della co-turnice. I risultati confermano in lineagenerale quelli effettuati in altre zonedell'arco alpino o comunque corrispon-dono alle aspettative in base al cibo di-sponibile. I gallinacei non sono legati a

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Composizione del nutrimento di fagianodi monte, pernice bianca e coturnice inTicino

Arbusti naniBacche

Mirtillo neroRamettiGemme

Rosa delle alpiFoglieGemme

Altro

Nutrimento del fagiano dimonte in autunno in base alcontenuto del gozzo in annicon una diversa offerta dibacche. Queste rappresentanoil cibo principale in anni conforte produzione (1980, sini-stra) mentre quando sono rare(1981) aumenta la percentualedi rametti e gemme di mirtillonero così come foglie e gemmedi rose delle alpi.

Arbusti naniBacche

Mirtillo neroRamettiGemme

Rosa delle alpiFoglieGemme

Altro

Nutrimento del fagiano dimonte nelle Alpi luganesi conterreno completamente copertodi neve (a sinistra) e in prima-vera alla fine degli anni '80. Ininverno i gattini di ontano ver-de sono i più graditi. L'inacces-sibilità del terreno in febbraioha portato ad un maggior con-sumo di parti di piante. Inmaggio (a destra) l'importanzadell'ontano verde è minima inquanto i germogli di faggio,sorbo degli uccellatori, larice emirtillo nero offrono una fontedi cibo ricca in proteine e fa-cilmente digeribile.

Il contenuto del gozzo di unfagiano di monte abbattuto inautunno pesa più di 120 g. Lamaggior parte del contenuto ècomposto da gemme e fogliedi rosa delle alpi (R), seguitoda rametti e gemme di mirtillonero (M). In misura minoregemme/rametti di sorbo degliuccellatori (S), rametti/gemmedi larice (L) e gattini di ontanoverde (O).

Ontano verdeGattini

GemmeRametti

Sorbo degliuccellatori

GemmeRametti

LariceRamettiGemme

Altro

Pino mugoAghiGemme

FaggioGemmeRametti

Ontano verdeGattini

GemmeRametti

Mirtillo neroRamettiGemme

Foglie

Sorbo degliuccellatori

GemmeRametti

FaggioGemmeRametti

LariceAghiGemme

Altro

R

S

R

O

L

M

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Al contrario dei tetraonidi lacoturnice si nutre tutto l'annodi erbe e di graminacee ad ec-cezione del periodo autunnaledove consuma bacche di ar-busti nani e semi di piante er-bacee. Il contenuto del gozzodi una coturnice nel mese digennaio contiene praticamen-te solo erbe.

Rosa delle alpiGemme

Foglie

BrugoRamettiFoglie

Mirtillo neroRamettiGemmeFoglie

Altro

Salice erbaceoGemmeRametti

Foglie

Arbusti naniBacche

Piante erbaceeFoglie Semi

Mirtillo neroRamettiGemmeFoglie

Altro

Piante erbaceeFoglie

Piante erbaceeSemi

GraminaceeFoglie

Nutrimento della pernice biancaal limite sud di distribuzione anord-ovest di Bellinzona in in-verno sulla base dell'analisi dellosterco. Con poca neve le pernicirimangono sul versante norddella montagna mentre in casodi forti nevicate si spostano sulversante sud. Le rose delle alpirappresentano in entrambi i casila parte preponderante delladieta che viene completata sulversante nord (a sinistra) con sa-lice elvetico e su quello sud (adestra) con brugo, entrambiquesti arbusti sono presenti solosui rispettivi versanti della mon-tagna. Rametti e gemme di mir-tillo nero sono pure consumatisu entrambi i lati della montagna.

Nutrimento della pernice bian-ca nel Ticino settentrionale trametà ottobre e fine novembre1980–82 in base al contenutodel gozzo. Gemme e rametti disalice erbaceo rappresentano ilcibo principale ma sono stateanche consumate bacche dimirtillo nero e mirtillo di palu-de (foto). Gemme e rametti dimirtillo nero sono un nutri-mento accessorio consumatovolentieri.

Nutrimento della coturnice inottobre (a sinistra) e novem-bre/dicembre 1980–82 in baseall'analisi dello sterco. Fintantoche sono disponibili in autun-no vengono consumati fruttidi arbusti nani, lamponi e semidi erbe. Con l'inizio dell'inver-no i semi perdono importanzae accanto a foglie di piante er-bacee le graminacee diventanoil nutrimento principale.

GemmeFoglie

Mirtillo neroRamettiGemmeFoglie

Altro

Salice elveticoGemmeRametti

Rosa delle alpi

Arbusti naniLampone

Bacche

Piante erbaceeSemi

Piante erbaceeFoglie

GraminaceeFoglie

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lasciato nei pressi del nido, dove l'odorepotrebbe attrarre i predatori, ma vieneaccumulato nella cloaca e evacuato di-stante dal nido. Il ritrovamento di stercomolto voluminoso durante il periodo ri-produttivo è la sicura indicazione di unacova in corso. Nei nostri gallinacei è solola femmina che cova e nei tetraonidi èsolo lei che conduce i pulcini mentre nel-la coturnice anche il maschio si unisce re-golarmente alla famiglia.

A causa dell'incapacità a termoregolarsinei primi giorni di vita i pulcini dei galli-nacei sono vulnerabili alle condizioni at-mosferiche. In caso di cattivo tempo ipulcini devono trascorrere molto temposotto la femmina a scapito della ricercadel nutrimento e con conseguenze nega-tive per la loro sopravvivenza. Con tem-perature di 10–15 °C i pulcini appena natipossono rimanere attivi solo pochi minutisenza ripararsi sotto la femmina. Nei pri-mi 3 giorni di vita possono recuperareparte dell'energia con l'assorbimento delcontenuto del sacco vitellino.

Per ottenere un alto tasso riproduttivo epermettere ai giovani di iniziare l'inver-no in buone condizioni è importante chela schiusa delle uova coincida con le mi-gliori condizioni atmosferiche possibili,tenuto conto che nelle Alpi all'inizio dell'estate possono ancora verificarsi dellenevicate. La schiusa deve dunque avveni-re il più presto possibile per garantire unbuon sviluppo e la muta prima dell'arrivodell'inverno. D'altro canto al momento

I tetraonidi depongono un numero ele-vato di uova che per il fagiano di montee la pernice bianca varia da 6 a 8 e per ilfrancolino da 7 a 11 uova. La coturnicene depone dalle 9 alle 14. Nel fagiano dimonte la deposizione di tutte le uova du-ra da 12 a 13 giorni.

Il nido si trova generalmente in una sem-plice depressione del terreno riparatodella vegetazione. Nonostante il coloremimetico la femmina corre costantemen-te il pericolo di venire scoperta dai pre-datori, in particolare dalla volpe. La covainizia dopo la deposizione dell'ultimouovo, in modo che i pulcini nascano tuttiallo stesso momento. La femmina lascia ilnido solo poche volte al giorno per nu-trirsi e deporre lo sterco che non viene

Riproduzione

Le uova dei gallinacei sono de-poste in una semplice depres-sione del terreno, foderata uni-camente con un po' di vegeta-zione e alcune piume. Foto:covata di fagiano di monte.

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della schiusa la temperatura in montagnadeve essere già abbastanza alta in modoche i pulcini possano rimanere attivi alungo nella ricerca del cibo e l'offerta diinvertebrati sia buona. Periodi prolungatidi freddo limitano lo sviluppo e l'attivitàdegli invertebrati che per i pulcini diven-tano più difficili da reperire. Temperatu-re elevate e buona disponibilità di cibopermettono un successo riproduttivomassimo, mentre con temperature bassesono favorite le covate che vivono in am-bienti ottimali e con una buona disponi-bilità di cibo.

Nel fagiano di monte e nel gallo cedronei maschi hanno dimensioni maggiori del-le femmine, i pulcini maschi devono dun-que crescere più velocemente delle fem-mine e necessitano di più cibo. In caso dicondizioni atmosferiche avverse o conscarsa disponibilità di nutrimento i ma-schi si trovano svantaggiati rispetto allefemmine e sono soggetti in generale aduna maggiore mortalità.

Dopo la schiusa delle uova e appena asciutti i pulcini abbandonano il nido e seguono la femmina che li conduce nei luoghi dove il cibo,che loro stessi si cercano, è più abbondante. Nelle prime settimane di vita hanno bisogno di molti invertebrati, ricchi di proteine, poiprogressivamente passano al nutrimento vegetale tipico degli adulti. In presenza di un pericolo la femmina si immobilizza e fa in modoche i pulcini si accovaccino per terra. Foto: pernice bianca.

Il ritrovamento di sterco molto più voluminosodel normale è un segno sicuro che nei paraggista covando un gallinaceo. Foto: sterco di fem-mina di francolino di monte in cova.

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esclusivamente setter e pointer. Le uscitepermettono di raccogliere dati sul succes-so riproduttivo da cui dipendono le flut-tuazioni annuali degli effettivi.

I valori medi della percentuale di femmi-ne con piccoli, della grandezza della ni-diata e il calcolo del tasso riproduttivo(valore medio di piccoli in rapporto alnumero totale di femmine controllate)tra il 1981–2002 sono praticamente similiper le regioni del nord, centro e sud delTicino. 60–61% delle femmine sono se-guite in media da 3,1 fino a 3,2 piccoli, diconseguenza con un tasso riproduttivo di1,9–2,0. Per singoli anni i valori possonoessere molto diversi. Nel nord e centrodel Cantone tutti i parametri riproduttivifluttuano senza comunque mostrare unatendenza definita. Nel sud del Ticino in-vece la percentuale di femmine con pic-coli è scesa dal 70 al 50% così come il nu-mero di piccoli per covata, sceso da 3,7 a2,8. Di conseguenza il tasso riproduttivomostra una tendenza alla diminuzionepassando da 2,6 a 1,4. All'inizio degli an-ni '80 nel Ticino meridionale il tasso ripro-duttivo era superiore a quello del Ticinosettentrionale mentre 20 anni più tardi è

Ogni anno dalla seconda metà di agostoa inizio settembre in Ticino vengono cer-cati e annotati gli incontri di fagiani dimonte, con la collaborazione dei caccia-tori e l'ausilio di cani da ferma, quasi

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Successo riproduttivo del fagiano di monte in Ticino

Per determinare il successo ri-produttivo, che influisce diret-tamente sull'evoluzione deglieffettivi, in tarda estate si pro-cede alla ricerca delle covatecon l'ausilio di cani da ferma.Determinanti sono il numerodi femmine incontrate, con osenza piccoli, e il numero dipiccoli per covata.

I pulcini nei primi giorni di vita non sono in grado di termoregolarsi e devono rifu-giarsi sotto la femmina per scaldarsi prima di ripartire nuovamente alla ricerca delcibo. Con condizioni atmosferiche fredde devono trascorrere troppo tempo sottoalla femmina e non hanno abbastanza tempo per assumere il cibo, vanno soggettia deperimento e quindi ad una mortalità più elevata. Foto: pulcino di fagiano dimonte.

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Il tasso riproduttivo (numerodi piccoli per il totale dellefemmine incontrate) nel Ticinosettentrionale presenta fluttua-zioni senza tuttavia mostrareuna tendenza (in alto), che èinvece negativa nel Ticino meri-dionale (in basso).

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Nelle Alpi il fagiano di monte trova all'inizio del periodo riproduttivo sia sugli albe-ri, per esempio il larice (sinistra), sia nella vegetazione al suolo (mirtillo nero) fontidi cibo variate, ricche di proteine e facilmente digeribili.

inferiore di un buon quarto. Le modifichedell'habitat sono la causa principale delladiminuzione del tasso riproduttivo nelTicino meridionale.

Il tasso riproduttivo mostra una correla-zione positiva con la temperatura di unadeterminata pentade (periodo di 5 gior-ni) in tutte le regioni. Nel nord del Ticinoè correlato con la pentade 41 (20.–24.7.),nel Ticino centrale con la pentade 39(10.–14.7.) e nel sud del Ticino con lapentade 37 (30.6.–4.7.). I pulcini nasconoin questo periodo e durante i loro primigiorni di vita sono particolarmente sensi-bili alle basse temperature.

La temperatura all'altitudine dove vienerilevata la presenza delle femmine di fa-giano, nella pentade 41 al nord, 39 alcentro e 37 al sud del Ticino, varia in me-dia da 11,3 a 11,7 °C. Al nord con la pen-tade 41 comincia il periodo più caldo dell'anno con temperature medie di 11,6 °Cnella pentade 42, medesimo valore che siriscontra nella pentade 39 nel Ticino cen-trale mentre al sud già nella pentade 37si registrano 11,7 °C. Nel Ticino centralee meridionale le temperature salgonoulteriormente nelle pentadi successive aquelle importanti per il successo ripro-duttivo, mentre nel Ticino settentrionalele nascite coincidono con il periodo piùcaldo e poi la temperatura si abbassa.

La meteorologia è importante soprattuttoin tre fasi della vita del fagiano di monte: 1. periodo prima della deposizione delleuova: quando la femmina deve crearsi ri-serve di proteine. Per un periodo abba-stanza lungo deve avere a disposizionecibo ricco di proteine e facilmente digeri-bile. 2. Nei primi giorni dopo la schiusa delleuova: quando la temperatura esterna de-ve essere elevata per permettere ai pulci-ni di rimanere attivi. 3. Durante l'ultima fase dello sviluppodei giovani, prima dell'arrivo dell'inverno.

Nelle Alpi, dove le temperature estive inaltitudine rimangono abbastanza basse,è particolarmente importante la meteo-rologia durante la prima fase dello svi-

luppo dei pulcini. In Finlandia dove inestate nelle zone del fagiano di monte latemperatura raggiunge presto valori ele-vati, la schiusa può avvenire prima chenelle Alpi. I giovani raggiungono dunqueall'inizio dell'inverno pesi maggiori degliindividui che vivono nelle Alpi. La deposi-zione precoce delle uova comporta il ri-schio che la femmina non riesca a trovareabbastanza nutrimento ricco di proteineper la produzione di uova di alta qualità.Di conseguenza c'è il rischio che nascanodei pulcini deboli.

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Modifiche dell'habitat

L'ambiente alpino è tra quelli che ha su-bito meno trasformazioni in Svizzera. Zo-ne completamente indisturbate o pocotoccate dall'attività umana si limitanotuttavia a rocce e ghiacciai o superfici pe-rennemente coperte da neve. Le prateriealpine e i boschi sono stati molto sfrutta-ti fino alla metà del ventesimo secolo. Acausa della loro bassa produttività talesfruttamento è da considerarsi estensivo

Minacce

rispetto alle zone di pianura. In montagnasi è dunque formato un mosaico di super-fici di piccole dimensioni sfruttate in ma-niera differenziata e che sono occupatein modo diverso da flora e fauna.

Con l'inizio dell'attività umana sugli al-peggi l'habitat del fagiano di monte èmigliorato: il taglio e il pascolo nel boscohanno creato in molte zone nuove super-fici che il fagiano ha a potuto colonizzare.L'abbassamento del limite superiore del

Il pascolo estensivo nel boscomantiene a lungo termine unastruttura di vegetazione favo-revole al fagiano di monte, im-pedendo la formazione di unbosco fitto.

Dopo l'abbandono degli alpeggi si sviluppanovaste superfici omogenee di ontano verde a sca-pito degli arbusti nani e dei pascoli. Per il fagia-no di monte vengono dunque a mancare duecomponenti importanti: gli arbusti nani per ilnutrimento e le superfici aperte per le parate.

Ad un'altitudine di 1000 m/slm in passato il pa-scolo di animali domestici manteneva un am-biente adatto alla coturnice. Ora con l'abbando-no di queste attività il terreno si ricopre di felci eginestre e alle coturnici rimangono solo pendiiripidi e pietraie.

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bosco di alcune centinaia di metri hapermesso al fagiano di occupare nuovezone, favorevoli anche dal punto di vistaclimatico. In tempi più recenti, con l'ab-bandono degli alpeggi nelle zone menofavorevoli dal punto di vista dell'accessoe della produttività, le superfici apertesono state rioccupate dal bosco in manie-ra più o meno rapida a seconda delle re-gioni.

I cambiamenti di vegetazione hanno uninflusso sul successo riproduttivo del fa-giano di monte. Nei chilometri quadrati,nei quali tra il 1971/1973 e 2001 si è no-tato un aumento della vegetazione diarbusti nani, non c'è nessuna correlazio-ne con il numero di pulcini/femmina nelcorso degli anni, c'è comunque una rela-zione significativa con la temperaturanella prima fase di allevamento dei pulci-ni. Nei chilometri quadrati con una dimi-nuzione della superficie di arbusti nani ilnumero medio di pulcini/femmina è inve-ce diminuito nel corso degli anni.

Senza l'attività agricola di montagna in alcune regioni al fagiano di monte non rimangono che zoneestremamente improduttive come pietraie o bordi di torbiere. In questi ambienti la successione delbosco è molto lenta e le strutture favorevoli per il fagiano di monte rimangono garantite a lungotermine.

Pascoli e prati attorno ai mon-ti sono molto utili alla coturni-ce in caso di forti nevicate inaltitudine; oggi non vengonoperò più sfruttati in molte partidel Ticino. In pochi decenniqueste superfici sono rioccu-pate dal bosco e in poco tem-po anche i resti degli edifici ri-mangono appena visibili tra lepiante.

La coturnice occupa versanti molto piùripidi e meno utilizzati dall'uomo rispet-to al fagiano di monte; anche questa spe-cie ha comunque approfittato in passatodelle attività agricole. La coturnice nellaprima metà del ventesimo secolo era pre-sente fino al fondovalle. Questo era pos-sibile in quanto nelle zone di media mon-tagna erano presenti molti spazi aperti oterrazze coltivate anche con piccole su-perfici di cereali. Con l'abbandono dell'attività agricola queste superfici sonostate ricolonizzate dal bosco e la coturni-ce ha perso delle zone di svernamento in-teressanti. In questa evoluzione non sonostati risparmiati i monti che servivano allacoturnice come rifugio in caso di fortinevicate. Dove pascolano regolarmentedelle capre queste impediscono la cresci-ta di arbusti e alberi e la coturnice riesceancora localmente a riprodursi fino adun'altitudine di 1000 m/slm.

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generalmente con un numero inferiore diuova. Fintanto che i pulcini non sono ingrado di volare ogni disturbo può creareuna situazione critica. I predatori sono ingrado di percepire i versi di richiamo deipulcini e della femmina, oppure di sfrut-tare il comportamento della femminache vuole sviare l'attenzione dalla cova-ta. I corvidi sono particolarmente efficacinello sfruttare queste situazioni.

I tetraonidi vivono nel nord e in monta-gna in condizioni invernali molto rigide.Per evitare un inutile dispendio energeti-co è importante che in inverno possanoridurre al minimo la loro attività. Se unanimale a riposo viene disturbato ed ècostretto a volare, uscendo dal suo buco,utilizza più energia di quella che ha accu-mulato, perde dunque del peso e non so-pravvive all'inverno, oppure lo fa in catti-ve condizioni, ciò che può influenzare lasua condizione nel periodo riproduttivoprimaverile. I cavi degli impianti di risali-ta nelle stazioni sciistiche rappresentanoun pericolo per i gallinacei, a causa dellepossibili collisioni durante i loro voli ve-loci.

I gallinacei sono particolarmente sensibiliai disturbi durante il periodo riprodutti-vo e in inverno. Attività nel bosco posso-no disturbare le femmine durante la de-posizione delle uova o determinati lavoripossono creare modifiche nella vegeta-zione con conseguente perdita di coper-tura nei luoghi di cova. In entrambi i casile uova vengono abbandonate. A dipen-denza dello stadio della cova la femminapuò deporre una covata di rimpiazzo,

DisturbiLo sci fuori pista è uno sportattrattivo che si pratica nellanatura. Tuttavia quando vienepraticato in ambienti di sver-namento della selvaggina puòportare alla locale scomparsadi determinate specie o al loroindebolimento. Il rispetto e lalimitazione della pratica in zo-ne sensibili facilita la sopravvi-venza della selvaggina.

Il maschio di pernice bianca ha percepito un di-sturbo e scomparirà presto dietro la cresta.

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zioni protezionistiche il ruolo maggioreviene ricoperto dai cacciatori. In partico-lare quando sono toccate specie cacciabilil'esigenza di effettuare un controllo suipredatori entra in linea di conto moltoprima di altri tipi di interventi, ad esem-pio sull'habitat. Argomentazioni su que-sto tema non mancheranno di occupareancora tante discussioni in quanto è mol-to difficile studiare il ruolo che i predato-ri hanno su una specie animale. Il fattoche un astore, un'aquila, un gufo reale,una volpe o una martora, catturino unfagiano non vuole ancora dire che sonola causa diretta della diminuzione gene-

Quando si discute della diminuzione diuna specie si arriva molto velocementeall'idea di predazione. Per l'ambiente ve-natorio nella lista nera entrano subito icarnivori e i rapaci mentre per le associa-

Predazione

Parassiti

La forte presenza di endo- e ectoparassitipuò portare alla diminuzione delle attivi-tà vitali e in casi estremi anche alla mortedegli individui. In generale nei gallinaceiquesto può succedere quando la densitàdella popolazione è molto elevata. Que-sto non porta solo ad un maggior contat-to degli individui con lo sterco, che con-tiene uova e larve di parassiti, ma anchead un indebolimento fisico dell'uccellocausato dallo stress e di conseguenza aduna minor capacità di difesa nei confron-ti dei parassiti. Tenuto conto delle bassedensità nelle popolazioni in Ticino, leprobabilità di presenza di parassiti sonodeboli. In 142 fagiani di monte analizzatidurante il periodo di caccia 1980–1982solo nel 23% si sono riscontrati dei pa-rassiti, oltretutto in numero limitato; su61 pernici bianche la percentuale era del13%. Con questi valori non sono attesiinflussi da parte dei parassiti sulla dina-mica della popolazione.

Spiumata di una femmina di fagiano di monte. Icannelli delle penne morsicati fanno presumereche il predatore sia un carnivoro, volpe o faina.

Uovo di pernice bianca predato e mangiato da uncorvide. Covate distrutte all'inizio del periodo ri-produttivo vengono in generale rimpiazzate in unaltro posto.

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ralizzata di una popolazione. Se questofosse il caso le prede sarebbero già scom-parse da lungo tempo. I predatori posso-no incidere significativamente quando,ad esempio a causa di un peggioramentodella qualità dell'habitat o altro, la specierisulta talmente indebolita che ogni sin-golo prelievo può portare alla sua scom-parsa. Nel corso degli anni per il fagianonel Ticino meridionale si è riscontrato unpeggioramento nella qualità dell'habitat:aumento delle superfici di bosco, arbustie di cespugli, come pure una diminuzionesignificativa della percentuale di femminecon covata. I dati a nostra disposizionenon permettono di escludere un impattodei predatori dalle cause di questa dimi-nuzione. E' infatti ipotizzabile che nel Ti-cino meridionale la progressiva urbaniz-zazione nei pressi degli habitat del fagia-no abbia portato ad un aumento di volpi,faine e corvidi, e non si esclude il poten-ziale influsso negativo del cinghiale, in-trodotto all'inizio degli anni '80, su uovae covate.

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Le catture di fagiano di monte e di perni-ce bianca sono in diminuzione dagli annisessanta, con un calo maggiore riscontratonel Ticino meridionale rispetto a quellonei distretti di Leventina, Blenio e Mag-gia, dove l’evoluzione delle catture di fa-giano di monte e pernice bianca neglianni ottanta mostrava piuttosto un leg-gero aumento. Nei distretti più a sud diLocarno, Bellinzona, Riviera e Lugano ladiminuzione a lungo termine delle catturemostra un andamento parallelo a quellodegli effettivi. Per adattare la pressionevenatoria alla diminuzione delle popola-zioni, sia a livello federale che a livellocantonale, sono state prese le seguentimisure: l’apertura della stagione venato-ria è stata spostata da fine settembre ametà ottobre a partire dal 1980, il numerodi giorni di caccia ai tetraonidi è stato ri-dotto da più di 30 a 9 e il numero di capiper cacciatore è stato diminuito e in Tici-no è attualmente di 3 maschi di fagianodi monte e 2 capi di pernice bianca.

La caccia al fagiano di monte influisce sulrapporto fra i sessi. Con la riduzione dellapressione venatoria a partire dal 1980 siè constatato un miglioramento del rap-porto fra i sessi nelle osservazioni casualisul terreno. Ulteriori influssi della cacciasulla dinamica di popolazione potrebbe-ro essere trovati unicamente con esperi-menti lunghi e impegnativi di cattura ericattura di uccelli marcati.

La caccia al fagiano di monte e alla per-nice bianca è molto radicata nella tradi-zione venatoria del Cantone Ticino doveil fagiano subisce, a livello svizzero, lamaggiore pressione venatoria. Dal 1876in Svizzera è permesso solo l'abbattimen-to del maschio di fagiano, mentre nellapernice bianca si possono uccidere sia ilmaschio che la femmina. La coturnice èstata cacciata fintanto che la drastica di-minuzione delle popolazioni negli anni'70 ha portato al divieto, reso effettivonel 1988 dalla Legge federale sulla cacciae la protezione dei mammiferi e degli uc-celli selvatici. Il francolino è protetto a li-vello svizzero dal 1962.

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Il numero di patenti di cacciabassa (sinistra) e i giorni dicaccia ai tetraonidi (destra)sono diminuiti nel corso deglianni.

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La caccia ai tetraonidi ha unalunga tradizione in Ticino eviene praticata con il cane daferma, in particolare con lerazze inglesi, setter e pointer.

Per la cattura delle coturnicivenivano spesso usate delletrappole. Con una leggerapressione su uno dei legni ilsasso cadeva sull'animale.

La caccia in Ticino

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A partire dagli anni sessanta le catture di pernice bianca e di fagiano di monte diminuiscono. A partire dal 1980 nei distretti a nord,Blenio, Leventina e Maggia, si assiste piuttosto a delle fluttuazioni annuali mentre nei distretti a sud la diminuzione risulta costante.

La diminuzione della pressione venatoria sul fa-giano di monte a partire dal 1980 ha portato adun aumento della percentuale di maschi nelleosservazioni casuali. Il rapporto fra i sessi nellezone di bandita raggiunge già dopo poco tempole medesime condizioni presenti nel Parco nazio-nale svizzero. Anche nelle zone libere alla cacciala situazione è migliorata tuttavia la percentualedi maschi rimane più bassa.Bandite Zone libere

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Il gallo cedrone è il nostro tetraonide piùgrosso. Il maschio pesa tra i 3 e i 5,5 kg eha il piumaggio principalmente nero. Lafemmina con il suo piumaggio barratobruno e nero può essere confusa conquella del fagiano di monte. Con un pesodi 1,5 fino a 2,5 kg pesa in ogni caso ildoppio della femmina di fagiano e unabuona osservazione permette di ricono-scere il colore rosso ruggine del petto. Ilgallo cedrone è quasi esclusivamente ve-getariano e con terreno coperto di nevela sua dieta è composta quasi esclusiva-mente da aghi di conifere prelevati dallacorona dell'albero. Fino al 19esimo secoloil gallo cedrone poteva essere osservatoanche nel Ticino settentrionale; pochicomplessi boschivi corrispondevano co-munque alle esigenze della specie. InSvizzera gli effettivi sono molto diminuititra il 1968 e il 2001, in primo luogo acausa del peggioramento delle condizionidell'habitat e dei disturbi provocati dalleattività di svago dell'uomo.

Altre specie di gallinacei presenti inSvizzera

Numero di maschistimato in primavera

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1972–761993–961972–761993–96

Gallo cedrone

Starna

In Svizzera gli effettivi del gal-lo cedrone sono drasticamentediminuiti negli ultimi 30 anni ela specie risulta fortementeminacciata.

La starna era originariamente un abitantedella steppa. In Svizzera la specie non èmai stata frequente, ha infatti bisogno digrandi spazi agricoli di pianura ben strut-turati e un clima secco. Fino alla metà delventesimo secolo la starna era presentenella regione di montagna fino a quotesuperiori ai 1500 m, grazie ad una lungaserie d'estati calde e secche. Purtroppodopo la metà del ventesimo secolo l'in-tensificazione dell'agricoltura ha portatoad una netta riduzione degli effettivi.Ancora negli anni '70 la starna era pre-sente in alcune regioni agricole, dallequali in pochi anni è poi praticamentescomparsa. Già dagli anni '60 si è provatoa fermare questa diminuzione con dellereintroduzioni, ma solo l'esperimento dilancio nella regione del Klettgau (Sciaf-fusa), in una zona dove sono stati fattigrossi sforzi di miglioramento ambientale,lascia sperare per il futuro di questa spe-cie.

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Nonostante l'immissione di26 275 starne tra il 1968 e il2001 non si è riusciti ad arre-stare il forte regresso dellaspecie.

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La quaglia è un uccello appena più gros-so di uno storno, rotondo e con il piu-maggio principalmente bruno. Non è so-lo il più piccolo dei gallinacei ma è anchel'unico migratore del gruppo. La specie ètipica delle praterie aperte senza cespu-gli o alberi e dei campi di cereali. Nell'ar-co alpino maschi in canto possono esseresentiti regolarmente fino a 2000 m/slm,ma questo non significa ancora che laspecie si riproduca.

Riproduzione e migrazione della quagliasono particolari. Ad inizio anno la speciesi riproduce nel nord Africa o nell'Europameridionale dove un maschio può viverecon più femmine ma anche una femminapuò vivere con più maschi ed esistono an-che relazioni monogame di coppia. Covae allevamento dei pulcini sono compitiesclusivi della femmina. I maschi migranopoi verso nord fermandosi qua e là; sonoseguiti subito da altre femmine e posso-no formarsi nuove coppie e nuove cova-te, ad esempio nel nord della Spagna. Imaschi riprendono poi il loro viaggio ver-so nord e da fine aprile raggiungono il

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Fagiano comune

Quaglia

1972–761993–961972–761993–96

centro Europa; solo poche femmine ef-fettuano invece questo tragitto lasciandomolti maschi non accoppiati. Un maschioin canto nelle nostre regioni non è un se-gno sicuro di successiva nidificazione.

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Su una superficie di 6 kmq nellacampagna ginevrina il numerodi maschi in canto varia moltoda un anno all'altro.

Il fagiano comune è originario delle re-gioni secche dell'Asia mentre in Europaè stato introdotto già nel primo secolo ascopo venatorio. In Svizzera la sua di-stribuzione attuale è limitata a pochezone non collegate fra di loro. Il fagianopredilige zone agricole ben strutturate eproduttive dove sono presenti luoghi dirifugio quali siepi, piccoli boschetti, bor-di di bosco o di zone umide dove puòtrovare riparo. La maggior parte delleosservazioni effettuate si trovano sotto i500 m/slm. Da sempre la sua distribuzio-ne è determinata dalle immissioni, men-tre spontaneamente la specie sopravvivesolo in zone della Svizzera con clima cal-do e secco. Dall'inizio degli anni '90 solopochi fagiani sono ancora liberati e laspecie è da considerare molto rara inSvizzera come uccello nidificante.

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Tra il 1968 e il 2001 in Svizzerasono stati liberati almeno 333185fagiani. Malgrado queste impor-tanti immissioni, il fagiano non siè installato su larga scala nel terri-torio svizzero.

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stribuzione, ecologia, dati riproduttivi e gestione. Re-gione Autonoma della Valle d'Aosta, Assessorato all’Agricoltura, Foreste e Ambiente naturale; ComitatoRegionale Caccia della Valle d'Aosta, CommissioneAvifauna, Aosta. 76 S.

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I fascicoli dell'Avifauna Report Sempach (Collana della Stazione ornitologica svizzera di Sempach) non sono pub-blicati a scadenze regolari. Finora sono stati pubblicati i seguenti volumi:

1 2001 Keller, V. & N. Zbinden: Die Vogelwelt an der Jahrhundertwende (versione tedesca, 1d)/L'avifaunede Suisse au tournant du siècle (versione francese, 1f). 64 Seiten/pages. 25.--

1annex 2001 Schmid, H., M. Burkhardt, V. Keller, P. Knaus, B. Volet & N. Zbinden: Die Entwicklung der Vogelweltin der Schweiz/L'évolution de l'avifaune en Suisse (tedesco/francese, anche ottenibile come CD-ROM). 444 Seiten/pages. 48.--

2 2003 Kohli, L. & S. Birrer: Verflogene Vielfalt im Kulturland – Zustand der Lebensräume unserer Vögel(versione tedesca, 2d)/Diversité envolée dans la zone agricole – état des habitats de notre avifaune(versione francese, 2f). 72 Seiten/pages. 25.--

Da comandare presso:

Stazione ornitologica svizzera, CH-6204 SempachTel: 041 462 97 00, Fax: 041 462 97 10, e-mail: [email protected]

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A v i f a u n a R e p o r t S e m p a c h

Autori delle fotografie

Secondo le pagine, dall'alto in basso (rispettivamente da sinistra a destra)

Copertina M. Barelli

9 C. Morerod (3), E. Dragesco (coturnice)

10 R. Merelli, M. Barelli (2)

11 C. Marti, M. Barelli

16 C. Marti, M. Fasel, C. Marti

17 M. Barelli (pernice bianca)

21 M. Fasel, C. Marti

22 C. Morerod (in alto)

23 M. Barelli (femmina di francolino di monte in cova)

32 R. Merelli (in alto), A. Schifferli (femmina di coturnice in cova)

35 C. Marti (rosa delle alpi, ginepro)

38 M. Barelli, L. Rotelli

39 C. Marti (pernice bianca)

40 H.-R. Pauli (fagiano di monte)

44 L. Rotelli, M. Cardis

46 M. Barelli (cacciatore)

48 M. Kestenholz, M. Jenny

49 M. Jenny, E. Heim

altre N. Zbinden

Avifauna Report Sempach